Fonte Avellana: un monastero di più di 1000 anni
Amo viaggiare oltre oceano, scoprire nuove culture e nove tradizioni, ma amo ugualmente scoprire luoghi a me vicini, proprio quelli di cui non ne sapevo nemmeno l’esistenza e che quindi mi arricchiscono maggiormente.
Proprio per questo ho deciso di dedicarmi alla scoperta della mia regione: le Marche.
La tappa di oggi è un mix di mistero e sacro, vi porto a conoscere il Monastero di Fonte Avellana, situato a Serra Sant’Abbondio in provincia di Pesaro-Urbino, ai piedi del monte Catria.
Il monastero è abitato in questo momento da 9 monaci (sia di clausura che non).
L’organizzazione prevede delle visite guidate (nella parte aperta al pubblico) con un piccolo contributo; 5 dal lunedì al sabato (h 10-11-15-16-17) e ad intervalli di 30 minuti la domenica dalle 10:00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17:30.
Devo ammettere che la guida che ho avuto la fortuna di avere io era moto preparata ed è riuscita a farmi calare completamente nell’atmosfera.
Il monastero è stato fondato circa 1000 anni fa anche se inizialmente era solo un insieme di celle ricavate nella roccia, utilizzate dagli eremiti che scelsero questa zona proprio per la vicinanza con una sorgente.
Sembra che sia stato fondato da San Romualdo nel 980 anche se poi la maggiore impronta fu quella di San Pier Damiani che divenne monaco e poi Priore di Fonte Avellana.
Ad egli è legato lo sviluppo del monastero, sia architettonico, sia spirituale che culturale e la stessa diffusione della vita monastica.
In questo edificio si formarono circa 50 vescovi e tantissimi monaci.
La storia vuole che vi soggiornò anche il sommo poeta Dante Alighieri che rimase così colpito dal luogo da parlarne anche nella Divina Commedia con i versi:
« Tra ‘ due liti d’Italia surgon sassi,
e non molto distanti a la tua patria,
tanto che ‘ troni assai suonan più bassi,
e fanno un gibbo che si chiama Catria,
di sotto al quale è consecrato un ermo,
che suole esser disposto a sola latria. »
E così è terminata la visita al monastero di Fonte Avellana, ci siamo tirati dietro la porta e siamo usciti nel cortile dal quale avevamo iniziato il percorso.
L’aspetto esteriore del monastero, realizzato in anni e anni è veramente bello, la vista della costruzione che si intravede dalla strada prima di arrivare è magnifica: pietra circondata da un bosco di noccioli.Se ci andate al mattino o nel pomeriggio potete anche fare un giro esterno, visitando un piccolo cimitero e l’orto botanico e magari riposandovi poi nella foresteria.La storia delle’remo va di pari passo con quella camaldolese.L’unica pecca è quella di non poter ammirare la biblioteca antica con più di 25 mila volumi, l’appartamento abbaziale e scattare fotografie.E’ una visita che consiglio anche a chi non è particolarmente credente perchè è un luogo meraviglioso con più di 1000 anni di storia, perfettamente conservato e con dei racconti e delle vicende molto interessanti che non vi ho raccontato nello specifico, non volevo risultare pesante! 🙂
Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.