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Mete e alloggi insoliti in Toscana

La Toscana è conosciuta a livello mondiale per le sue innumerevoli bellezze, oggi voglio proporvi un itinerario un po’ fuori dagli schemi, incentrato su alloggi insoliti ed esperienze all’aria aperta.

La Yurta dove fare colazione al Glamping il Sole
La Yurta dove fare colazione al Glamping il Sole

Giorno 1: Vicopisano

La scoperta della giornata si trova a pochi km da Pisa e quest’itinerario può essere sfruttato anche da chi si trova nella città della torre pendente e vuole approfittarne per vedere qualcosa nei dintorni.
Vicopisano si trova infatti solamente ad una ventina di km da Pisa e nel suo piccolo ospita una bellezza davvero importante ovvero la Rocca del Brunelleschi.
Prima di raggiungere il borgo, già in lontananza potrete scorgere la muraglia di collegamento.
Una volta arrivati nel centro storico, passeggiate prima sena una meta precisa, ma curiosando tra i vari scorci, per poi dirigervi alla rocca.
Se cercate un ristorante in cui cenare, vi consiglio 30metriquadri; qui si mangia cucina romana, potreste approfittarne per fare una pausa dall’ottima cucina toscana e assaggiare una gricia o una cacio e pepe. Cenare qui è un’esperienza a 360°, locale curato, ottimi piatti e super simpatia.
E adesso dove si va a dormire?! Se anche in questo caso volete uscire un po’ dagli schemi, vi consiglio di trascorrere la notte nella bubble di Under the Tuscan Stars.

Bubble room di TuscanStars
Bubble room Under the TuscanStars


Addormentarsi potendo ammirare le stelle direttamente dal letto non ha prezzo.
La bubble room è posizionata proprio di fianco ad una cucina esterna e ai servizi, quindi pur vivendo un’esperienza particolare, non mancheranno i comfort.
Oltre ad essere un alloggio super romantico, la bubble room possiede anche una carinissima vasca idromassaggio esterna in cui rilassarsi o rinfrescarsi nelle giornate estive.

All'interno della Bubble room di TuscanStars
All’interno della Bubble room di Under the TuscanStars

Giorno 2: le Roste e l’Abbazia di San Galgano

Percorrendo la costa e scendendo verso sud, una tappa naturalistica imperdibile è il Parco Nazionale delle colline metallifere grossetane dove poter ammirare Le Roste.
Immaginatevi uno scenario marziano, montagne e rocce rosse sulle quali camminare, che contrastano totalmente con l’azzurro acceso del cielo.

Le Roste
Le Roste

Siamo in provincia di Grosseto, a Montieri.
Qui, dopo aver lasciato l’auto in una piccola piazzola di sosta a bordo strada, attraversatela ed addentratevi nel verde, seguendo i percorsi già battuti e ben riconoscibili. Cercate il punto migliore in cui guadare il fiume e raggiungete l’altra sponda e vi sembrerà di essere arrivati su Marte.
Dopo questa tappa naturalistica, mi sembra giusto dedicare del tempo alla storia e all’architettura e la vicinissima Abbazia di San Galgano è perfetta per tale scopo.

Abbazia di San Galgano
Abbazia di San Galgano

Acquistate il biglietto d’ingresso per ammirare la meravigliosa architettura priva del tetto, cosa che molto probabilmente la rende così affascinante.
L’abbazia cistercense, risalente al 1200 circa, venne utilizzata per scopi differenti nel corso degli anni, divenendo anche magazzino e stalla.
Con una breve camminata potrete poi raggiungere l’eremo di Montesiepi dove ammirare la famosa spada nella roccia.
E ora, dove pernottare dopo una giornata di scoperte e avventure?
Ovviamente in un luogo davvero fantastico che si trova a pochi km di distanza da queste attrazioni e cioè al Glamping il Sole.
Qui troverete solo alloggi insoliti, dalla yuarta al tepee, dalla cupola alla casa sull’albero, fino ad arrivare all’ultima arrivata e cioè la Casa Hobbit.
Io ho pernottato proprio qui e vi assicuro che un appassionato de Il Signore degli Anelli potrebbe proprio impazzire da quanto è fatta bene.
Se dovete fare un regalo ad un appassionato della saga, questo è proprio il regalo perfetto.
Se volete trascorrere una notte romantica, questo glamping è proprio quello che fa al caso vostro con le sue sistemazioni insolite, tutte dotate di una hot tube in cui rilassarsi e da dove ammirare il meraviglioso paesaggio circostante.
E’ anche possibile prenotare la cena in camera, così da vivere l’esperienza a 360°.

Alloggi insoliti: il Tepee del Galmping il Sole
Alloggi insoliti: il Tepee del Glamping il Sole

Giorno 3: Terme di Petriolo e Grotte Gialle di Bibbona

Altra giornata, altra avventura in quel di Monticiano in provincia di Siena e più precisamente alle Terme di Petriolo.
Qui oltre agli stabilimenti termali, troverete le terme a cielo aperto come quelle di Saturnia e quelle di San Filippo.
Più piccine ma molto suggestive grazie al colore azzurro intenso delle acque nelle singole piscine che costeggiano il fiume.
E dopo l’azzurro, che ne dite di un po’ di giallo? Siete pronti a calarvi nei panni di Indiana Jones?
In realtà l’esperienza è davvero facile e senza pericolo, ma l’ambientazione ricorda i film dell’avventuriero per eccellenza.
Siamo alla Grotte Gialle di Bibbona, delle grotte di calcarenite che in passato hanno svolto la funzione di tombe.
La passeggiata dal parcheggio è di circa 1 km, ne vale totalmente la pena.

Dal verde del bosco passerete al giallo acceso della calcarenite che vi catapulterà in un altro mondo.

Grotte Gialle di Bibbona
Grotte Gialle di Bibbona

Concludo questo itinerario di luoghi insoliti con il colore verde/azzurro grazie ad un bellissimo trekking di circa 4 km sul Sentierelsa sempre in provincia di Siena.
Qui un facile sentiero costeggia il fiume Elsa e lo attraversa diverse volte con ponti di roccia e corda.
Il verde della vegetazione si specchia nelle acque cristalline del fiume, dove nei mesi più caldi è possibile trovare un po’ di refrigerio.

Scorcio sul fiume Elsa
Scorcio sul fiume Elsa

Si conclude così il mio itinerario toscano alla scoperta di luoghi e alloggi insoliti.
Se anche voi siete amanti come me di alloggi insoliti, consigliatemi quelli da non perdere e se capitate in zona provate l’Attrap’ Reves vicino Marsiglia.

Alla prossima avventura,
viaggiatrice seriale.

Feste e Sagre in Italia, Italia, Toscana

Mercatini di Natale di Arezzo

Il centro storico di Arezzo ospita alcuni dei mercatini di Natale più belli d’Italia. Se nel mese di dicembre vi trovate in Toscana, vi suggerisco di farci una sosta. La magia del Natale scende su tutta la città.

I mercatini di Natale in Piazza Grande

Ok, siamo ad Arezzo, ma dove trovare i mercatini? Una volta raggiunto il centro storico, potrete tranquillamente spostarvi a piedi per raggiungere le diverse zone dei mercatini. In Piazza Grande sono state allestite tante casette in legno dalle quali si capta un ottimo odore di cibo, ma oltre al mangiare troverete anche oggettistica e vestiario. Lo scenario è molto suggestivo anche di giorno, ma di notte regala il suo meglio.

Gioco di luci in Piazza Grande ad Arezzo

La zona è stata ribattezzata Villaggio Tirolese e a mio avviso il nome rende proprio l’idea. Dopo aver assaporato l’aria natalizia fra le casette, vi consiglio di recarvi alla Casa di Babbo Natale. Il biglietto d’ingresso ha un costo di 5 euro per gli adulti e 3 euro per i più piccini, ma se siete con bambini non potete non andarci. Varcata la tenda rossa, vi si aprirà un mondo.

Casa di Babbo Natale ai mercatuìini di Natale di Arezzo
Interno della Casa di Babbo Natale

Un immenso Babbo Natale di lucine vi darà il benvenuto, mentre i suoi aiutanti elfi truccheranno i più piccini; nella sala adiacente invece si scrive la lettera a Santa Claus e si recuperano la busta perfetta per poi imbucarla….ed eccoci arrivati al momento tanto atteso, l’incontro con Babbo Natale! Foto di rito e spedizione della letterina.

Parco il Prato

Un’altra zona adibita ai mercatini di Natale è quella del Parco il Prato. In questa area verde sono state posizionate altre casette in legno, al centro del parco invece svetta la torre di 40 metri che porta i più temerari ad ammirare il tutto dall’alto.

Mercatini di Natale al parco il Prato

Poco distante si trova la pista di pattinaggio sul ghiaccio, lo scivolone per i bambini, il planetario, il Christmas Store, il Lego Village e per finire si arriva all’albero parlante, quasi davanti all’ingresso della Fortezza Medicea. Diciamo che in questa zona mentre i bimbi si divertono a giocare, gli adulti possono rinfocillarsi con vin brulè, cioccolata calda e una grande quantità di donats. Il parco è di fronte alla Cattedrale, quindi una visita è d’obbligo.

Piazza del Comune

Usciti dal duomo, o addirittura fermandosi anche sulle sue scale, quando cala la sera si possono ammirare le proiezioni che vengono effettuate nella Piazza del Comune e sulla torre.

Piazza del comune di Arezzo durante i mercatini di Natale
Piazza del Comune di Arezzo

Sarò ripetitiva ma di notte il tutto assume un altro aspetto, sembra quasi di trovarsi in un altro luogo. Quindi dovete assolutamente ritornare in Piazza Grande per ammirare lo spettacolo di luci e proiezioni sui palazzi storici. Avevo sentito parlare molto bene dei mercatini di Natale di Arezzo, ma non mi aspettavo tanta bellezza.

Gioco di luci in Piazza Grande durante i mercatini di natale di Arezzo
Gioco di luci in Piazza Grande

Se vi ho incuriosito avete tempo dal 18 novembre al 1 gennaio per immergervi nell’atmosfera natalizia di Arezzo.

Se siete in cerca di altri mercatini natalizi, date un’occhiata qui.

Al prossimo viaggio,
viaggiatrice seriale.

Emilia romagna, Italia, Toscana, Trekking

La Via degli Dei Bologna Firenze

La Via degli Dei, il percorso escursionistico che collega Bologna a Firenze (ma è fattibile in entrambi i sensi e anche in bicicletta), è un’esperienza che consiglio a tutti di fare almeno una volta nella vita e se vi è possibile e ve la sentite, vi consiglio di partire da soli e di vivere questa avventura solo a contatto con voi stessi.
In realtà non sarete mai soli, ma vi circonderete di persone sconosciute che stanno vivendo la vostra stessa esperienza e che come per magia diventeranno parte integrante del percorso.
Io ho fatto parecchi viaggi e tanti altri spero di farne, ma vi assicuro che la Via degli Dei è stata una delle esperienze più forti che abbia mai fatto e che non dimenticherò mai.

Via degli Dei
Via degli Dei

Via degli Dei: come fare lo zaino

L’argomento zaino è sempre un po’ spinoso e fin quando non l’ho provato sulla mia pelle, non ho compreso fino in fondo tutte le raccomandazioni che leggevo prima di partire.
Quindi oggi mi ritrovo anche io a dirvi: partite con uno zaino che sia il più leggero possibile, indicativamente pari al 15% del vostro peso corporeo (se ci riuscite siete davvero bravi, io sono arrivata a circa un 18%).
Io ricordo di aver ridotto al massimo le cose da portare per poi accorgermi alla fine di aver avuto sulle spalle per tutto quel tempo, il peso di qualche oggetto superfluo.
Solo voi potete sapere le vostre esigenze, ma per fare un trekking (perché io non lo chiamo cammino, poi ne parlerò) del genere, non possono di sicuro mancare:
– magliette tecniche di ricambio (2/3)
– pantaloni di ricambio (1/2)
– cappello, occhiali da sole e crema solare
– cerotti per le vesciche e kit primo soccorso
– k-way o mantella antipioggia e copri zaino per la pioggia
– una felpa più pesante
– borraccia
– carica batteria e powerbank
– torcia frontale
– beauty con prodotti per l’igiene personale
– ottimi calzini (su questi non siate approssimativi ma prendete calzini buoni per camminare)

Forma fisica e allenamento

Come vi ho accennato in precedenza, io non lo reputo un cammino ma bensì un trekking perché si svalica letteralmente l’Appennino e i dislivelli sono sempre importanti, le superfici in cui si cammina cambiano continuamente (asfalto, terra, roccia, sentieri, campi) e il corpo comunque ne risente.
Detto questo non voglio spaventare nessuno perché per esperienza personale sono convinta che occorra essere dei buoni camminatori, abituati a percorrere diversi km e in buona salute, oltre a questo non occorre nessun tipo di allenamento particolare, se non la determinazione, la capacità di affrontare gli imprevisti e una buona dose di spirito d’adattamento. Certo è che non potete decidere oggi di partire domani se non siete un po’ allenati (io vi consiglio di camminare per qualche km tutti i giorni prima di partire, anche se in pianura vi aiuterà a prendere il ritmo). E’ fattibile ma non prendetela alla leggera.

Via degli Dei panorami
Via degli Dei panorami

Via degli Dei: le tappe

In un classico cammino (tipo Santiago), pur decidendo le tappe in anticipo, si può anche improvvisare e decidere di fermarsi quando si vuole o quando si è stanchi, perché si attraversano zone abitate e gli alloggi si trovano ovunque. Per la Via degli Dei non è così, le tappe sono più o meno obbligate dai centri abitati che si incontrano lungo il percorso; sta a voi decidere se percorrerlo in 5 giorni e 4 notti o in 6 giorni e 5 notti.
Io personalmente vi consiglio di farlo in 6 giorni perché comunque è impegnativo e così riuscirete a godervi di più l’esperienza, ma ovviamente dipende tutto dalle possibilità personali.
Veniamo all’argomento più importante per un camminatore: le tappe.

Bologna – Sasso Marconi

Il punto di inizio effettivo della Via degli Dei è Piazza Maggiore, se arrivate in treno aggiungeteci il percorso dalla stazione alla piazza, se invece pernottate a Bologna la notte prima, la vostra avventura inizia da qui.
Imboccate via d’Azeglio che vi farà passare di fronte alla casa di Lucio Dalla e proseguite fino a raggiungere via Saragozza (qui vi consiglio di acquistare il pranzo perché poi non troverete altri negozi). Passate sotto l’Arco del Meloncello e preparatevi psicologicamente a salire un’infinità di gradini (300), visto che state percorrendo il portico più lungo del mondo che vi condurrà fino al Santuario della Beata Vergine di San Luca.

Santuario della Beata Vergine di San Luca
Santuario della Beata Vergine di San Luca

Se non l’avete già acquistata online, qui potete prendere la credenziale del pellegrino e la guida.
Mentre la cupola di San Luca si rimpicciolisce alle vostre spalle, percorrete un piccolo tratto di asfalto fino ad arrivare a Via De’ Bregoli (alla vostra destra) ed imboccate il sentiero CAI 112A. Da qui in poi, per altri 5/6 giorni quel simbolo bianco e rosso con scritto VD sarà la vostra guida.
E’ il momento di attraversare il bosco, quindi in base alle condizioni del terreno scegliete una delle due strade al bivio (se ha piovuto non prendete il sentiero di destra).
Costeggiate il fiume Reno e raggiungete l’Oasi Naturalistica di San Gherardo dove troverete una fontanella d’acqua per riempire la borraccia.
Seguite le indicazioni per Sasso Marconi o semplicemente per il vostro alloggio che potrebbe essere anche a Badolo. Per questa tappa considerate circa 23 km e un dislivello di 817 m, – 515 m (tutto dipende da dove partite e dove alloggiate).

Badolo – Madonna dei Fornelli

Se avete pernottato a Sasso Marconi, la mattina inizia in salita con la “scalata” del Monte Adone, se invece l’avete fatto il giorno precedente, la partenza sarà un po’ più tranquilla e arriverete al paese di Brento. Qui vi attende un bel pezzetto di asfalto per raggiungere Monzuno dove potrete fare una tappa per riposarvi un po’ prima di riprendere il percorso CAI019 con una bella salita che vi condurrà alla località Le Croci. Percorso piacevole nel bosco fin quando non raggiungerete il Parco Eolico di Monte Galletto, da qui in poi vi attende la discesa fino alla tappa di Madonna dei Fornelli.
Sempre considerando i vostri alloggi, questa tappa è lunga circa 28 km, con un dislivello di 1460 m, – 1038 m.

Parco Eolico di Monte Galletto
Parco Eolico di Monte Galletto

Madonna dei Fornelli – Passo della Futa

Non lasciatevi ingannare dalla lunghezza di questa tappa, sulla carta infatti è una delle più brevi ma non è così semplice. Si inizia con una bella salita che vi permetterà di ammirare subito dei bellissimi paesaggi fino a condurvi all’interno del bosco.
La particolarità di questo tratto è che incontrerete resti della Flaminia Militare, l’antico percorso romano del 187 a.C. e oltrepassato un piccolo cancello, vi ritroverete poi in un grande spazio aperto che ospita una casa in pietra. Momento saliente dell’esperienza perché attraverserete il confine fra Emilia Romagna e Toscana.
Proseguendo poi sul sentiero indicato, ho raggiunto il punto più alto della Via degli Dei, ovvero la Radura delle Banditacce. A 1204 m d’altezza, suonate la campanella per sancire il vostro passaggio. proseguite poi in discesa seguendo le indicazioni per La Futa, facendo una breve tappa al Cimitero Germanico, uno tra i più grandi d’Italia. Breve tratto di asfalto per raggiungere Barberino del Mugello e conquistare la tappa di giornata, Monte di Fo‘.
La 3° tappa prevedere circa 18 km e un dislivello di 783 m, – 753m.

Panorama Via degli Dei
Panorama Via degli Dei

Passo della Futa – San Piero a Sieve

Partenza fra gli ombreggiati boschi di Barberino del Mugello seguendo le indicazioni per Monte Gazzaro, si sale sul crinale fino a raggiungere un grade spiazzo dove un tempo sorgeva una locanda “particolare”: ben arrivati al Passo dell’Osteria Bruciata.

Passo dell'Osteria Bruciata
Passo dell’Osteria Bruciata

Qui le indicazioni sono precise e vi condurranno a San’Agata dove volendo potrete approfittarne per la pausa pranzo o per una semplice pausa rigenerante. Una lunga strada bianca vi condurrà poi a San Piero a Sieve, la destinazione della giornata.
Tappa di circa 23/24 Km con un dislivello di 641 m, -1197 m.

San Piero a Sieve – Vetta le Croci

La giornata parte in salita, infatti dal paese di San Piero a Sieve si prende la direzione verso la Fortezza Medicea ma senza raggiungerla perché il sentiero VD svolta a sinistra su una forestale che porta a Trebbio. Qui di nuovo una salita tenendo la sinistra al bivio e proseguendo verso Bivigliano.
Questa tappa ha parecchi sali e scendi, quindi mi raccomando non demoralizzatevi. Incontrerete tabernacoli e tanti ulivi incastonati in paesaggi meravigliosi. Oltrepasserete Tagliaferro ed ecco di nuovo una salita, quella al Monte Senario (il cartello che indica di aver superato il Purgatorio e di essere a ridosso del Paradiso è troppo simpatico). Con il fiato corto arriverete al Convento di Monte Senario dove potrete approfittarne per la pausa pranzo visto che troverete anche un punto di ristoro dei frati. Dopo il meritato riposo ripartite seguendo le indicazioni e attraversando una bellissima abetaia raggiungerete la meta della vostra tappa. Anche qui come sempre dipende da dove alloggiate, infatti se siete a Bivigliano considerate di dover uscire di poco dal sentiero principale, cosa diversa se alloggiate ad Olmo.
Tappa di circa 18/19 km con un dislivello di 750 m, -430 m.

Incontri sulla Via degli Dei
Incontri sulla Via degli Dei

Vetta Le Croci – Firenze

Eccoci arrivati all’ultima tappa, ormai l’adrenalina è alle stelle e le gambe chiedono pietà, ma resta l’ultimo sforzo e poi la soddisfazione sarà immensa. Solita salita per raggiungere Poggio Pratone da dove inizierete finalmente a vedere la vostra meta e più precisamente la meravigliosa cupola del Brunelleschi.
Qui trovate anche uno dei punti più famosi del percorso, il tavolo e le sedie nel bel mezzo del nulla con veduta su Firenze.

Via degli Dei vista su Firenze
Via degli Dei vista su Firenze

Ultimo tratto immerso nella natura è la discesa che vi condurrà a Fiesole da dove percorrerete solo strada asfaltata.
La “vera” Via degli Dei arrivava a Fiesole, quindi in realtà avreste completato l’impresa… ma mi sembra un po’ sciocco fermarsi qui, che dite? Per arrivare a Firenze avete addirittura 3 opzioni, infatti se siete stremati o soddisfatti della strada fatta, potete raggiungere Piazza della Signoria con l’autobus nr. 7.
Se volete continuare seguendo i sentieri CAI potete prendere il sentiero nr. 7, ma ci sarà della salita, mentre se volete la “cosa più semplice” potete seguire la strada asfaltata ma panoramica Via Vecchia Fiesolana.
Qualsiasi sia la vostra scelta, arriverete finalmente in Piazza della Signoria e la gioia e la soddisfazione di aver portato a termine questa avventura potrebbero anche farvi piangere!
Non dimenticate di entrare a Palazzo Vecchio per farvi timbrare per l’ultima volta la credenziale del pellegrino che testimonierà per sempre questo viaggio.

L'arrivo in Piazza della Signoria
L’arrivo in Piazza della Signoria

Alloggi

Sul sito o sulla guida trovate tutti gli alloggi convenzionati, io però vi lascio quelli che ho testato in prima persona e dove mi sono trovata benissimo.
1 tappa: Agriturismo Piccola Raieda a Brento, dove Luca, il proprietario vi darà le giuste dritte per i giorni successivi e dove vi cucinerà delle ottime prelibatezze per cena. Qui trovate sia camere che tende.
2 tappa: Albergo Ristorante Poli a Madonna dei Fornelli, dove il simpaticissimo proprietario Michele, oltre ai vari racconti sulla zona, saprà aiutarvi per ogni vostra esigenza e poi essendo un ristorante, avrete la possibilità di ricaricare per bene le batterie senza preoccuparvi delle calorie.
3 tappa: La Casa di Giotto a Barberino del Mugello, una vera e propria oasi immersa nel verde. Essendo fuori dal percorso, la gentilissima Giovanna vi recupererà in auto al vostro arrivo e vi riporterà il mattino seguente sul sentiero.
4tappa: B&B La Pieve Locanda per Viandanti a San Piero a Sieve, dove l’accoglienza e la premura di Marta e della sua famiglia vi scalderanno il cuore. Se state facendo la Via degli Dei in bici, loro hanno tutto l’occorrente per i bikers visto che macinando km la manutenzione dei mezzi è d’obbligo.

Cosa vedere durante il percorso

Durante il percorso è possibile anche dedicarsi alla scoperta del territorio, dipende sempre dal vostro grado di stanchezza.
Le cose principali sono il Santuario della Beata Vergine di San Luca, la Flaminia Militare, la Pieve di San Piero con il fonte battesimale di Giovanni della Robbia, il Convento di Monte Senario e ovviamente la bellissima Fiesole.

Flaminia Militare
Flaminia Militare

Impressioni finali

Ho cercato di ridurre al massimo il racconto, ma l’esperienza è stata talmente piena ed intensa che non sono riuscita a stringere più di così.
Come vi ho detto inizialmente, consiglio di fare la Via degli Dei veramente a tutti, vi metterà alla prova, vi farà stare in compagnia di voi stessi e vi farà conoscere tante belle persone.
A proposito di questo, un pensiero ed un ringraziamento a tutti i miei compagni di viaggio (incontrati strada facendo) senza i quali non sarebbe stata la stessa cosa.

Poteva essere un viaggio culinario dalla mortadella alla fiorentina ma si è rivelata una delle esperienze più pazze, faticose e arricchenti della mia vita.
Sono partita da sola per la Via degli Dei, ma sola non lo sono mai stata, anzi.
Un cammino di 150 km (il cammino è di circa 128 ma con i km dalla stazione di Bologna e con qualche errore durante il percorso ho fatto cifra tonda) a piedi che attraversa tutto l’appennino tosco- emiliano, un’esperienza unica che mi ha fatto capire che nella vita, come nel cammino, se il tuo zaino pesa troppo, devi liberarti del superfluo, che durante il percorso i tuoi piedi dorranno a causa dello sforzo e delle vesciche, ma con il giusto approccio imparerai a curarli e riprenderai la strada, come succede sempre nella vita.
Ho capito che cenare con degli sconosciuti in un contesto del genere è una delle cose più belle che ti possa capitare.
Ho sempre avuto spirito di adattamento, ma ho imparato che posso alzare l’asticella quando mi viene richiesto.

Che dire, semplicemente GRAZIE VIA DEGLI DEI, ti sei fatta attendere per anni ma hai saputo ricompensarmi!

Buon cammino viaggiatori!

Alla prossima avventura,
viaggiatrice seriale.

Emilia romagna, Italia, Toscana, Trekking

Cascata di Moraduccio: trekking e bagno

Sull’Appennino Tosco-Emiliano si trova la Cascata di Moraduccio, che ovviamente non mi sono fatta sfuggire e ho visitato per poi aggiungerla alla lista di cascate viste che si sta allungando sempre più. Siamo già in Toscana, in provincia di Firenze anche se solo per pochi km rispetto all’Emilia Romagna.
La cascata di trova a Moraduccio, se venite da sud dovete prendere l’uscita di Imola per poi proseguire proprio per Moraduccio. Lasciate l’auto sulla strada e prendete via Castiglioncello che scende alla cascata, dopo circa 300 m sarete già arrivati a destinazione.
La zona sul fiume Santerno è molto ampia, dopo aver attraversato un ponte vi troverete in una spiaggetta di sassi proprio di fronte alla cascata, scegliete il vostro posto e rilassatevi in questo ambiente naturale. Il salto della cascata è di circa 20-30 metri e si getta sulle acque del fiume creando innumerevoli piscine naturali.

Cascata di Moraduccio
Cascata di Moraduccio


La zona è perfetta per rinfrescarsi in una giornata estiva, le acque del fiume sono basse e calme e consentono di spostarsi facilmente. La cascata Rio dei Briganti o meglio conosciuta come la Cascata di Moraduccio è davvero scenografica e merita una visita. Ho scoperto poi che questa zona è famosa per le grigliate, infatti arrivando ho sentito nell’aria un buon odore di carne … anche poco sotto la cascata troverete una zona adibita a barbecue. Immergetevi, stendetevi al sole e godetevi la giornata.

Passeggiata al borgo fantasma di Castiglioncello

Per gi amanti delle passeggiate di borghi fantasma, c’è una tappa obbligatoria: il paese abbandonato di Castiglioncello.
Proseguite sulla strada che vi ha condotto alla cascata, oltrepassate il ponte e continuate dritto su una grande strada di ghiaia.

Ponte che porta alla cascata di Moraduccio
Ponte che porta alla cascata di Moraduccio

Ad un certo punto vedrete la strada che continua con una curva sulla destra o un sentiero sulla sinistra, entrambi portano al borgo abbandonato.
Devo ammettere che è davvero affascinante questo luogo in cui la natura ha ripreso possesso di tutti gli spazi invadendo gli interni delle case abbandonate. Gli edifici sono conservati abbastanza bene ma vi sconsiglio di entrare al loro interno, non si sa mai.

Resti del borgo fantasma
Resti del borgo fantasma


Alla fine della strada che attraversa l’agglomerato di case sorge ancora la chiesa co il suo campanile completamente ricoperto di verde.
Castiglioncello ha origini lontane e sembra che sia stato abbandonato quando venne variata la viabilità e costruita una nuova strada molto più comoda della mulattiera che lo ha isolato. Dopo la Seconda Guerra Mondiale venne proprio abbandonato.
Da lassù si gode di un panorama meraviglioso, vi consiglio di andare alla scoperta di qualche bello scorcio prima di prendere la strada del ritorno.

Castel del Rio: visita al borgo

Se vi recata alla Cascata di Moraduccio una tappa d’obbligo è sicuramente il borgo medievale di Castel del Rio.
Piccolino e curato nei minimi dettagli vi piacerà sicuramente.
La sua rocca ospita il Museo della Guerra e il Ponte degli Alidosi, a schiena d’asino è davvero meraviglioso.

Ponte degli Alidosi
Ponte degli Alidosi

Fate un giretto per le vie della parte storica e poi scendete verso il ponte e il fiume dove potrete terminare la giornata con un aperitivo o una cena al chiosco sul fiume.

Castel del Rio
Castel del Rio


Ottimo itinerario per una gita fuori porta sull’Appennino Tosco-Emiliano.

Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.

Italia, Marche, Toscana, Trekking

Trekking al Sasso Simone e Simoncello: alla scoperta della città del Sole

Uno dei trekking più belli dell’ultimo anno è senza ombra di dubbio quello alla Riserva Naturale del Sasso Simone e Simoncello. Livello Escursionista, non presenta grandi difficoltà ma regala enormi emozioni.

Il percorso del trekking

Ci troviamo proprio al confine fra Marche e Toscana, infatti considerate che il Sasso Simone è sotto la provincia di Arezzo e il Sasso Simoncello è sotto quella di Pesaro-Urbino. Il mio itinerario ha come partenza il Passo della Cantoniera sul Monte Carpegna. Lasciate l’auto al Carpegna Park, proprio da qui partono diversi sentieri. Prendete il sentiero proprio di fronte al bar e iniziate a scendere in mezzo al bosco; dopo poco vi troverete sulla strada, attraversatela e continuate il sentiero che da questo punto inizia veramente. Le indicazioni sono buone (almeno nella I parte del sentiero), seguite il sentiero 118 e immergetevi completamente nel bosco. Avvolti a 360° dal verde, raggiungete Banditella a 1085 metri e continuate dritto. Giunti alla Sella dei Sassi arriva il momento della scelta. Se volete salire sul Sasso Simoncello dovete prendere il sentiero a destra (che non è segnalato da indicazioni), seguite il percorso e ad un certo punto, fra il verde degli alberi scorgerete il bianco-marroncino della roccia. Proseguite ancora dritto fino a raggiungere una ferrata: in realtà non è niente di spaventoso, diciamo che la corda in ferro è per un maggiore senso di sicurezza.

Sasso Simone visto da Sasso Simoncello
Sasso Simone visto da Sasso Simoncello

Ecco, dopo poco vi ritroverete davanti agli occhi tutta l’imponenza del Sasso Simone (visto dal Sasso Simoncello); una bellezza indescrivibile e come ciliegina sulla torta, quella che si estende fra i due sassi è la cerreta più grande d’Europa.

La cerreta più grande d'Europa
La cerreta più grande d’Europa

Ritornate sui vostri passi fino a raggiungere di nuovo la Sella dei Sassi e questa volta proseguite dritto verso il Sasso Simone. Il paesaggio cambia totalmente e lascerete il bosco alle vostre spalle per ritrovarvi nella zona dei calanchi.

Calanchi
Calanchi

Qui a mio avviso la segnaletica è un po’ carente, aguzzate la vista e cercate le indicazioni del sentiero sulle pietre a terra. In linea di massima comunque seguite la strada fino ad arrivare ad un’antica frana naturale. Come dicevo prima, questo è uno dei trekking più belli dell’ultimo anno, forse proprio per la varietà di paesaggi che si modificano in continuazione. Attraversate tutta la parte della frana fino a raggiungere il grande faggio in cima. A questo punto potreste approfittarne per la pausa pranzo con una vista strepitosa.

Indicazioni sentieri per il Sasso Simone
Indicazioni sentieri per il Sasso Simone

Proseguite poi sul sentiero 118, passate di fronte al faggio e salite seguendo sempre il sentiero: ancora pochi passi e sarete di fronte ad un cancello, apritelo e sarete alle porte del Sasso Simone.

Bosco per arrivare alla cima di Sasso Simone
Bosco per arrivare alla cima di Sasso Simone

Il Sasso Simone è il Sasso Piatto, riconoscibile facilmente da ogni angolazione: non sembra nemmeno di essere sulla cima di un monte, ma piuttosto in un grande prato…..fin quando non raggiungete il bordo ed ammirate il panorama da lì: spazia dalle Marche alla Toscana, dall’Emilia Romagna all’Umbria.

Veduta da Sasso Simone
Veduta da Sasso Simone

Una volta scesi, proseguite sul sentiero alla vostra sinistra, così da attraversare di nuovo il bosco e tornare al punto di partenza facendo un giro ad anello di circa 12 km.

Sasso Simone: il luogo in cui sorgeva la Città del Sole

Il Sasso Simone ha un legame strettissimo con la storia. Nel 1566 Cosimo I De Medici decise di costruirci una città-fortezza per la sua posizione tattica perfetta per controllare Marche, Emilia e Umbria.

Testimonianze della Città del Sole
Testimonianze della Città del Sole

Nacque così la Città del Sole che purtroppo ebbe una vita breve, di solo una decina di anni a causa delle forti difficoltà legate alle temperature invernali. Purtroppo oggigiorno non rimane nulla della Città del Sole, se non la strada per raggiungerla. Per salire sul Sasso Simone infatti, camminerete sulle grosse pietre calpestate dal tempo dei Medici.

Sentieri nel Parco del Sasso Simone e Simoncello

Il seniero 118 è solo uno dei tanti che partono alla scoperta della flora e della fauna del Parco del Sasso Simone e Simoncello e del Monte Carpegna. Partendo dal centro di Carpegna potete raggiungere il Cippo, la zona ricca di tornanti in cui Marco Pantani amava allenarsi. Se volete staccare un po’ dalla natura e visitare qualcosa, poco distante meritano Pennabilli, Urbino, Sassocorvaro e Macerata Feltria.

Al prossimo trekking, viaggiatrice seriale.

Italia, Toscana

Il Giardino dei Tarocchi

Perdersi in un mondo parallelo: succede al Giardino dei Tarocchi di Capalbio.

Il Giardino

Il Giardino dei Tarocchi è un parco di sculture, una sorta di museo a cielo aperto in cui passeggiare ed incontrare 22 sculture alte fa i 12 e i 15 metri che rappresentano i 22 arcani maggiori dei tarocchi. Il mix di specchi e piastrelle colorate crea un impatto visivo molto piacevole.

Giardino dei Tarocchi
Giardino dei Tarocchi

Si incontrano quindi la Giustizia, il Mondo, l‘Impiccato, l’Imperatore,il Mago e tutte le altre figure presenti nelle carte. Degna di nota è senza ombra di dubbio l‘Imperatrice, una vera e propria abitazione completa di bagno e camera da letto, interamente rivestita di specchi dove l’artista visse per diversi anni e dove si riuniva con i suoi collaboratori. E’ davvero strabiliante!

"L'Imperatrice"
“L’Imperatrice”

Storia del Giardino dei Tarocchi

Il Giardino dei Tarocchi è stato realizzato in circa 20 anni, dal 1979 al 1998 dall’artista Niki De Saint Phalle. Lei stessa l’ha descritto come un luogo che faccia gioie gli occhi e il cuore, un luogo fuori dagli schemi. L’artista franco-statunitense durante una visita a Barcellona, rimase folgorata dai lavori di Gaudì e decise di voler realizzare un suo giardino.

Interno de "l'Imperatrice"
Interno de “l’Imperatrice”

Traendo ispirazione dall’arte italiana in generale e dopo aver visitato anche il Parco dei Mostri di Bomarzo, iniziò questo enorme progetto che ci lascia ancora oggi a bocca aperta. E’ un luogo particolare, in cui la natura si mescola perfettamente con le opere, un luogo in cui poter lasciare al di fuori lo scorrere del tempo.

Info utili e come arrivarci

Ci troviamo in Maremma Toscana, in provincia di Grosseto e più precisamente a Garavicchio (frazione di Capalbio). Raggiungere il giardino è molto semplice, prendete per Capalbio e poi seguite le indicazioni. Il parco è aperto solamente in determinati periodi dell’anno (dal 1 Aprile al 15 Ottobre), solo il pomeriggio dalle 14:30 alle 19:30 e solo su prenotazione. Il costo del biglietto d’ingresso è di 14 euro (12 + 2) l’intero o di 9 (7+2) per gli over 65 e per la fascia di età 7-22 anni. per i bambini fino a 7 anni è invece gratuito. Per tutte le informazioni aggiornate visitate il sito.

"La Forza" Giardino dei Tarocchi
“La Forza” Giardino dei Tarocchi

Direi che è la scusa buona per organizzare un bel viaggetto in Maremma, al quale poi abbinare tanto altro: visite ai meravigliosi borghi come per esempio Capalbio, rigeneranti passeggiate in natura sull’Argentario o all’Oasi del lago di Burano, relax alle terme a cielo aperto di Saturnia o un bel bagno in qualche spiaggia della Maremma. Al prossimo viaggio, Viaggiatrice seriale.

Italia, Toscana, Trekking

La Verna: trekking e visita al Santuario

Un bellissimo trekking in Toscana, alla scoperta del Santuario della Verna. Ormai è diventata una necessità quella di trascorrere del tempo all’aria aperta, magari coniugando una bella passeggiata con una visita. Questo è proprio l’itinerario che ho percorso ieri, circa 10 km immersa nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, che si estende fra Emilia Romagna e Toscana.

Come raggiungere il Santuario della Verna

Il Santuario della Verna, fondato da San Francesco è comodamente raggiungibile in auto, lasciando il mezzo nei parcheggi (a pagamento) a pochissimi metri dall’ingresso, ma è anche raggiungibile con tanti percorsi a piedi….d’altronde in passato era l’unico modo per spostarsi e per fortuna sono rimasti usufruibili anche da noi.

Faggeta della Verna
Faggeta della Verna

Io ho intrapreso un percorso ad anello che parte dalla curva prima del Santuario e attraversa tutta la faggeta. Si inizia con il sentiero 50 fino a raggiungere Croce della Calla, da qui seguire le indicazione del sentiero 56 “anello basso”. Questa sentiero costeggia gran parte del costone di roccia su cui si erge il monastero.

Bosco della Verna
Bosco della Verna

Ad un certo punto, proprio in mezzo al bosco si trovano indicazioni del sentiero 56 in entrambe le direzioni: una freccia indica di proseguire verso destra (q in questo modo non si arriva al santuario ma si percorse solo il sentiero ad anello), mentre le classiche indicazioni su alberi e rocce indicano di proseguire verso sinistra. Dopo un po’ si arriva al bivio fra il sentiero 56 e 53 e seguendo quest’ultimo si arriva proprio al Santuario della Verna.

Sentiero 53 al bosco della Verna
Sentiero 53 al bosco della Verna

Alla fine si deve oltrepassare un cancello (dalle scalette sulla sinistra) e si arriva proprio alla salita che conduce all’ingresso del luogo di culto.

Santuario della Verna da sotto
Santuario della Verna da sotto

L’ultimo tratto forse è un pochino impegnativo, ma vedendo la meta vicina si percorre bene con un ultimo sforzo.

Santuario della Verna: cosa vedere

Nell’estate del 1224 San Francesco si ritirò sul monte della Verna e proprio qui ricevette le Stimmate dal Signore.

Santuario della Verna
Santuario della Verna

Piano piano nacque il luogo di culto che si trasformò nei secoli fino a diventare il Santuario che troviamo ancora oggi. La storia però iniziò diversi anni prima, quando il monte della Verna venne donato a San Francesco dal Conte Orlando Catani. La leggenda narra che quando Francesco raggiunse la cima, venne accolto da un grande stormo di uccelli i quali mostravano gioia e allegria per il suo arrivo. Il complesso del Santuario è di notevole grandezza, infatti i luoghi visitabili sono differenti. La Basilica di Santa Maria Assunta è la chiesa principale che ospita diverse opere dei della Robbia e diverse reliquie di San Francesco mentre il Sasso Spicco è il luogo di preghiera del santo nelle sue prime visite alla Verna. Il lungo corridoio che ospita diversi affreschi relativi agli episodi di maggiore importanza della vita di Francesco è chiamato il Corridoio delle Stimmate e conduce alla Cappella Delle Stimmate, al cui centro è posizionata la pietra in cui San Francesco ricevette le Stimmate.

Corridoio delle Stimmate La Verna
Corridoio delle Stimmate La Verna

Il Santuario della Verna è un vero e proprio luogo di pace, completamente immerso nella natura dove ritrovare il contatto con se stessi.

Cosa visitare nei dintorni della Verna

La zona offre tantissimi percorsi per passeggiate e trekking come per esempio il Sentiero delle fate che parte dal paese di Chiusi della Verna e arriva al santuario.

Sentiero delle Fate Chiusi della Verna
Sentiero delle Fate

Per i più piccini invece è molto carino il Sentiero Magico, una piccola passeggiata nel bosco accompagnati da statue in legno che si mimetizzano nella natura. Se invece optate per un itinerario religioso, sempre nel Casentino si trova un altro luogo molto suggestivo: l’ Eremo di Camaldoli. Ora non vi resta che scegliere se il trekking alla Verna o le visite ai luoghi di culto.

Al prossimo viaggio,

Viaggiatrice seriale.

Italia, Toscana

5 cose da fare a Pistoia

Pistoia, una vera scoperta nel cuore della Toscana.
Forse non rientra fra le città italiane più famose o molto più semplicemente è un po’ offuscata dalla vicina (e stupenda) Firenze.
Contrastando le due teorie appena indicate, il mio consiglio è quello di aggiungere alla vosta lista Pistoia; ricca di monumenti, con una storia antichissima e un approccio rivolto alla modernità saprà accontentare – se non superare – le vostre aspettative.
Si è ben capito che ne sono rimasta affascinata, ma veniamo al dunque:
cosa vedere?

La cattedrale di San Zeno

Si tratta del principale luogo di culto cattolico di Pistoia e sembra risalire addirittura al 923; nel corso dei secoli ha subito varie modifiche e oggi accoglie i fedeli con la sua facciata in stile romanico. Imponente con le sue tre navate, ospita il prezioso altare argenteo, testimonianza dell’oreficeria gotica italiana.

Cattedrale di San Zeno

Ingresso gratuito ( biglietto a pagamento per l’altare argenteo).
Al suo fianco svetta l’alto campanile in stile gotico, dalla cui sommità è possibile ammirare tutta Pistoia dall’alto….dopo aver fatto circa 200 scalini. (ingresso a pagamento)
Il complesso della cattedrale, dedicato a San  Zeno e San Jacopo, include anche il Battistero.

Battistero

Proprio di fronte alla cattedrale sorge quest’altro monumento dalla forma ottagonale, molto più d’impatto esternamente -per via della scelta del marmo bicromo,secondo la tradizione pistoiese- che internamente a mio avviso.

Piazza della Sala

Immancabile una tappa in questa carinissima piazza, antico centro della città sotto il regno dei Longobardi e oggi sede del mercato cittadino, ma anche punto d’incontro.

Piazza della Sala

Circondata da enoteche,bar e botteghe, è il luogo giusto per la pausa pranzo.

Ospedale del Ceppo

Antico ospedale nel centro città, risalente alla fine del 1200 e rimasto attivo fino al 2013.
L’interno non è visitabile, ma vi consiglio di passarci davanti per ammirare il fregio e i medaglioni di terracotta invetriata raffigurante le Sette Opere di Misericordia.

Ospedale del Ceppo

Una volta arrivati qui, vi consiglio di prendere parte alla visita di Pistoia Sotterranea per compiere un viaggio nel labirinto della storia. Oltrepassato l’ingresso dell’ospedale, trovate la biglietteria. (Mi sarebbe piaciuto fare questa visita, ma come sapete la fortuna non mi accompagna spesso e quel giorno non effettuavano visite a causa di un concerto.Andateci e fatemi sapere cosa mi sono persa).

Basilica della Madonna dell’Umiltà

La città di Pistoia vanta tantissime chiese, questa merita una visita per l’emorme cupola alta 59 metri realizzata da Giorgio Vasari.

Per una giornata alla scoperta di Pistoia queste sono le attrazioni principali, ma non ponetevi troppi limiti e non fate troppi programmi; passeggiate liberamente per il centro storico, entrate ad ammirare gli interni delle tantissime chiese, fermatevi per un attimo in Piazza Duomo e guardatevi intorno;

Palazzo Comunale

 sporgetevi sull’uscio del Palazzo Comunale, gustate un buon piatto tipico e se avete ancora tempo chiedete informazioni sui vari musei disponibili.

Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Toscana

Bagni San Filippo, le terme a cielo aperto

Le escursioni a contatto con la natura sono le mie preferite.
Se vi dicessi che ieri sono stata alle terme nel cuore di un bosco, mi credereste?!
Ebbene sì, è proprio così: in provincia di Siena e più precisamente a Bagni San Filippo, nel comune di Castiglione d’Orcia, ci sono delle terme naturali di una bellezza infinita.
Arrivati al borgo di San Filippo capirete subito di essere giunti a destinazione e capirete anche in che direzione dirigervi.
Il borgo infatti è piccolino, ed è stato creato un parcheggio sul lato destro della strada, proprio in prossimità dell’entrata delle terme.
Ma non vi ho ancora detto la cosa principale: sono terme pubbliche, aperte a tutti e quindi gratuite!
Poi se volete deliziarvi con trattamenti più particolari o usufruire dei vari confort potete benissimo recarvi all’Hotel San Filippo.
Tornando a quelle selvagge, che piacciono a noi, vi assicuro che sono meravigliose e davvero suggestive.
Percorsa una piccola discesa troverete già delle persone nelle prime vasche che hanno un colore molto più scuro e sono ricche di fango (che ha i suoi benefici), se continuate a percorrere il sentiero sulla vostra sinistra, in men che non si dica vi ritroverete di fronte alla maestosa Balena Bianca.

Si tratta di una grande formazione calcarea che assomiglia proprio all’animale, dalla cui cima scorga acqua termale….davvero bollente.
Considerate che io ci sono andata a fine ottobre e non ho avuto nessun problema a mettermi in costume, sentirete freschino giusto da quando togliete l’accappatoio a quando immergete i vostri piedi in acqua…questione di secondi.
La formazione è parecchio alta, ma non è affatto difficile arrampicarsi e conquistare la parte superiore dove l’acqua è ancora più calda e dove si formano delle piccole vasche in cui potersi immergere o sdraiare.
Sentirne il racconto è piacevole, ma viverlo personalmente è davvero magico.
Immersi nella natura, nel cuore di un bosco riscaldati dalle acque termali: un’esperienza unica.
Quasi tutti si fermano alla balena bianca, sia perchè è accattivante, sia perchè è molto grande e quindi lo spazio a disposizione è parecchio; poco più avanti però troverete un’altra formazione sempre bianca,”abbellita” da qualche striatura grigio-blu un pò più piccola.

Nella parte superiore si sono create delle vasche in cui è proprio possibile immergersi completamente:sono poche e sono comunque piccine ma sono un vero angolo di paradiso.
A me sembrava quasi di essere affacciata ad un piccolo balcone dal quale poter ammirare tutta la natura circostante.
Tutta la zona adiacente è termale, quindi se amate questo tipo di vacanza non avrete che l’imbarazzo della scelta; se invece vi interessa solo come piccola parentesi, ricordate che siete in Val d’Orcia, dove le bellezze ed i borghi da visitare sono molteplici.
Io mi sono riempita gli occhi dei colori dell’autunno, interi vigneti sfumavano dal verde fino all’arancione, ho visitato due gioiellini come Pienza e Montepulciano e mi sono spinta ancora oltre per realizzare un altro piccolo sogno…..che vi racconterò a breve.
Questa mezza giornata a Bagni San Filippo è stata una parentesi di relax che non scorderò molto facilmente.
Se avete in mente un viaggio in compagnia dei vostri amici a 4 zampe, vi consiglio di leggere il blog di Federica Ilmiogirointornoalmondo.
Alla prossima scoperta,
Viaggiatrice seriale.

Emilia romagna, Italia, Toscana

Una domenica alla scoperta dell’appennino tosco-romagnolo

Una domenica di inizio settembre,una macchina,voglia di partire e in men che non si dica si sono macinati 377 km totali.
Sono partita da Pesaro verso il punto d’incontro di quattro regioni: Marche, Umbria,Toscana ed Emilia Romagna.
E’ stata una giornata particolare, con dei compagni insoliti per un viaggetto: i miei genitori.
Del tempo da trascorrere insieme, ecco come definirei la giornata.
Avevo in mente una destinazione, ma strada facendo abbiamo fatto delle soste solamente guidati dal sesto senso.
Direzione Cesena, con una prima tappa a Sarsina, la città del famoso commediografo latino Tito Maccio Plauto.

La cittadina ha origini veramente antiche, fu fondata da popolazioni umbre fra il Vi ed il IV secolo a.C. e ancora oggi si possono ammirare resti del passato nel Museo Archeologico, anche se il punto d’interesse maggiore è senza dubbio la Basilica Concattedrale di San Vicinio.
Da un inizio di giornata con impronta storica, abbiamo completamente cambiato tema e dopo un pranzo al sacco a Bagno di Romagna ci siamo avventurati nel Sentiero degli Gnomi della cittadina.
Si tratta di un percorso gratuito che parte dai giardini pubblici e si immerge nella foresta e permette di ammirare le case dei piccoli abitanti guidati dalla  storia del villaggio.

Natura  e magia si fondono in un connubio perfetto, adatto non solo ai più piccini, ma davvero piacevole ad ogni età.
Oltre agli gnomi, Bagno di Romagna merita una visita; rinomata soprattutto per le acque termali, riserva piacevoli scorci e una bella basilica.
Abbandonato il lato magico, abbiamo ripreso l’auto per raggiungere l’Eremo di Camaldoli e così immergerci in un aspetto religioso.
Il monastero,fondato da San Romualdo nell’anno 1012 è tuttora abitato da monaci e vanta una bellissima chiesa in stile barocco.

Non ancora sazi di conoscenza, ci siamo diretti a La Verna, ma abbiamo potuto ammirare il complesso solamente dall’esterno in quanto era terminato l’orario di visita; così abbiamo già in mente la meta per una prossima gita fuori porta.
L’itinerario si è svolto tutto all’interno dell’appennino tosco-romagnolo che io non conoscevo assolutamente:un vero spettacolo della natura.
Le nostre sono solamente alcune delle tappe possibili durante un giro alla scoperta della zona, ma vi assicuro che è stato davvero difficile sceglierle in quanto il luogo offre tantissimi spunti.
So già che la prossima volta dovrò tornare per vedere il Monte Fumaiolo e la cascata di Alfero o la diga di Ridracoli…. c’è l’imbarazzo della scelta!
Davvero una bella domenica.
Alla prossima avventura,
Viaggiatrice seriale.