Avete mai sentito parlare del Museo della Piadina?! Il primo Museo della Piadina al mondo è stato aperto da poco e si trova a San Giovanni in Marignano. Siete curiosi di scoprire l’intero mondo del “Pane nazionale dei romagnoli”? Andiamo!!!
Tour Piadina Experience
Nel primo Museo della Piadina al mondo farete un vero e proprio viaggio nel mondo della piadina grazie al Tour Piadina Experience; sarà un viaggio immersivo, partendo dal Neolitico fino ai nostri giorni, scoprendo aneddoti e piccoli segreti. In fin dei conti la piadina esiste da millenni e un video vi aiuterà a ripercorrere tutte le epoche storiche. Ci sarà poi una parte dedicata interamente alle tradizioni contadine, con oggetti e utensili che molto probabilmente avrete già visto nelle case dei vostri nonni e che vi aiuteranno a comprendere la dimensione domestica, quando il sabato sera ci si riuniva tra amici con dell’ottima piadina e del buon vino… non occorreva altro se non la voglia di stare insieme. Il museo è suddiviso in più aree, troverete una parte dedicata al legame tra “Piadina e Motori” perché è risaputo che i romagnoli amano la velocità e l’adrenalina. Sognerete nella “Sala della Magia” dove vi verrà spiegata la magia che si rinnova ogni giorno e grazie alla quale, insieme al grano e agli altri elementi, si crea la nostra amata piadina. Sono sicura che non vi dimenticherete facilmente della passeggiata sul Tunnel Panoramico da dove ammirare le fasi della produzione della piadina dall’impasto a riposo, fino ad arrivare alla cottura. Poteva forse mancare il momento assaggio? Assolutamente no, quindi entreranno in gioco anche le vostre papille gustative. Ormai l’avrete capito, vivrete un’esperienza a 360°.
Angolo Motori al Museo della Piadina
Attività aggiuntiva: Mani in Pasta
Dopo aver partecipato al tour con tutte le nozioni relative alla piadina, avrete la possibilità di aggiungere un’attività molto divertente ovvero l‘esperienza “Mani in Pasta”. Insieme alle Azdore Romagnole metterete letteralmente le mani in pasta partecipando ad un vero e proprio corso di Piadina e di Cassoncini Romagnoli che ovviamente poi vi gusterete, il tutto al ritmo di musica romagnola. Secondo me non potete perdervela.
Museo della Piadina
Osteria
Dopo aver ricevuto nozioni storiche, aver visto il processo produttivo, aver testato la vostra abilità come “Azdore” e aver assaggiato questa bontà, che ne dite di rilassarvi e gustarvi con calma una (o più) delle piadine classiche o piadine speciali dello chef dell’Osteria?! Terminata la visita, pendete la scorciatoia scendendo dalla scivolo e vi ritroverete all’ingresso dell’Osteria, dove volendo potete anche acquistare i prodotti di Riccione Piadina direttamente nello shop.
Info e prezzi
E’ possibile prenotare un tour individuale nei giorni di giovedì e venerdì alle ore 11:30 o prenotare una visita guidata per un gruppo (minimo 15 persone). Ma non è finita qui perché questa fantastica esperienza è pensata anche per i più piccoli attraverso una visita dedicata alle scuole. La visita al museo più la degustazione ha un costo di 10€ per gli adulti mentre il laboratorio “Mani in Pasta” ha un costo aggiuntivo di 25€ e deve essere prenotato in anticipo. Per tutte le info o le domande potete consultare il sito o mandare una mail a info@piadinaexperience.com o telefonare l 342652268.
Longiano è un bellissimo borgo romagnolo, incastonato tra le verdi colline fra le province di Rimini e Cesena. Ne avete mai sentito parlare? Pur essendo piccino, racchiude al suo interno diversi musei davvero interessanti, ottimi ristoranti e una veduta davvero fantastica. Che dite, inizio ad illustrarvi cosa vedere?
Cortile Castello Malatestiano
Museo del territorio
Se avete l’animo nostalgico o semplicemente siete curiosi di scoprire utensili, giochi o quant’altro appartenuti ad epoche precedenti alla vostra, questo è il luogo giusto per voi. Due interi piani divisi per categoria colmi di ogni più svariato oggetto proveniente dal passato. Iniziamo con la stanza dei giochi dove la vostra attenzione sarà catturata da un magnifico esemplare di calciobalilla per poi passare alla stanza degli attrezzi o a quella degli utensili e oggetti di vita quotidiana. Non mancano collezioni, macchine fotografiche, monete e locandine. Nel giardino esterno poi troverete gli attrezzi legati alla vita contadina. Un vero tuffo nel passato. Il museo è gratuito ed è aperto il sabato, la domenica e i giorni festivi.
Fondazione Tito Balestra
Sempre nella parte alta del borgo trovate la Fondazione Tito Balestra; questa esposizione di arte moderna e contemporanea è ospitata all’interno del castello Malatestiano.
Castello Malatestiano Longiano
Vi consiglio di salire e come prima cosa di ammirare sia il panorama che il cortile del castello con varie installazioni e una vasca monumentale. La collezione esposta all’interno invece vanta più di 2000 opere fra oli, opere di grafica e di scultura, più ovviamente le poesie di Tito Balestra. Troviamo opere di Chagall, Goya, Matisse, De Pisis e di tanti altri. Il biglietto d’ingresso ha un costo di 7 euro.
Fondazione Tito Balestra
Museo italiano della ghisa
Una vera chicca è il Museo italiano della ghisa ospitato all’interno della ex chiesa di Santa Maria delle Lacrime. Qui potrete ammirare alcuni degli esempi più significativi dell’intera collezione. Enormi candelabri in ghisa provenienti da diverse città italiane ed europee, mascheroni e fontane dai quali sgorgava l’acqua e infine diversi picchiotti per porta vi faranno fare un tuffo nel passato, anche grazie alle fotografie d’epoca che accompagnano gli oggetti esposti. L’ingresso è gratuito e il museo è aperto il sabato, la domenica e i giorni festivi.
Museo italiano della ghisa
Rifugio bellico
Una volta usciti da qui, vi consiglio di percorrere il rifugio bellico che attraversa il paese e che diede rifugio a tantissime persone durante la guerra. Il passaggio è libero e devo ammettere che è tenuto molto bene e che fa davvero effetto percorrerlo. Al suo interno una piccola esposizione di cimeli di guerra.
Rifugio bellico Longiano
Museo d’Arte Sacra
Passiamo adesso dalla parte bellica a quella sacra, varcando le porte dell’Oratorio di San Giuseppe Nuovo. Qui troverete diversi oggetti sacri, importanti opere d’arte, reliquie ed ex-voto. Anche in questo caso l’ingresso è gratuito il sabato, la domenica e i giorni festivi.
Museo d’Arte Sacra
Galleria delle maschere
Lasciando alle vostre spalle il castello e dirigendovi verso il teatro, non perdetevi la Galleria delle maschere. All’interno dell’ex convento di San Girolamo potete ammirare 31 bronzi raffiguranti le maschere della commedia dell’arte realizzate dall’artista Domenico Neri. Ingresso gratuito sabato, domenica e festivi.
Galleria delle maschere
Per effettuare una visita completa di Longiano non perdetevi il Teatro Petrella, splendido esempio di teatro ottocentesco all’italiana” e il Santuario del Ss. Crocifisso che custodisce una duecentesca immagine di Cristo Crocifisso.
Longiano, borgo bandiera arancione è uno dei borghi più belli della Romagna e merita sicuramente una visita.
Cosa vedere nei dintorni
Dopo aver curiosato fra i musei e le stradine di Longiano, potete approfittarne per fare un giro a Cesena o a Forlì, mentre se amate i borghi vi consiglio Savignano sul Rubicone con la sua storia millenaria.
Avete mai visitato la sede di un’edizione musicale? E se vi dicessi che è possibile farlo a Savignano sul Rubicone? Vi porto alla Casadei Edizioni Musicali Sonora, alla scoperta del creatore di “Romagna Mia”.
Casadei Sonora
Casadei Sonora
A Savignano sul Rubicone, presso la sede di Casadei Sonora, è possibile partecipare ad una visita guidata, accompagnati dalla figlia e dalla nipote di Secondo Casadei. La Signora Riccarda Casadei vi allieterà con i racconti legati alla figura di suo padre che ha letteralmente vissuto in simbiosi con la musica. Le due donne, di una gentilezza infinita, vi faranno scoprire il passato ma anche il presente di Casadei Sonora che oggi si occupa delle orchestre di liscio. Oltre ai racconti orali, potrete fare anche un piccolo tour fra fotografie vintage e locandine storiche relative ai concerti di Secondo Casadei, il padre del “liscio”. Nel piano inferiore troverete anche alcuni degli abiti di scena originali dell’Orchestra Casadei.
Interno della Casadei Edizioni Musicali Sonora
Abitazione Secondo Casadei
La visita continua nella storica abitazione di Secondo Casadei, dove potrete ammirare il suo studio, luogo in cui si ritirava e si immergeva totalmente nel suo mondo fatto di musica. Potrete ammirare l’originale pianoforte che tutti i giorni veniva trasportato nelle balere in cui si tenevano i concerti. La cosa più emozionante però per me è uno spartito originale di “Romagna Mia”, visibilmente usurato dal tempo e utilizzato nei vari concerti. Dal 2017 l’abitazione di Secondo Casadei e la sede di Casadei Sonora sono entrate a far parte delle Case della Memoria italiane.
Spartito originale Romagna Mia
Secondo Casadei: l’uomo
Ascoltare i racconti della vita di Secondo Casadei direttamente dalle parole della figlia Riccarda è stato davvero emozionante. Come prima cosa devo dire che era una persona moto allegra e socievole, che amava fare un sacco di scherzi (non vi anticipo niente ma c’è da ridere). Nato nel 1906 a Sant’Angelo di Gatteo, si avvicina sin da piccolo alla musica, grazie all’appoggio della madre (il padre non era proprio convinto di questa strada ma avrà modo di ricredersi) e nel 1928 fonda ufficialmente l’Orchestra Casadei dando così vita al fenomeno del “liscio”. Ai classici strumenti d’orchestra come il clarinetto in do e il contrabbasso, affianca il saxofono e la batteria. Secondo con la sua musica arriva al cuore della gente, cantando il suo amore per la sua terra. Durante la guerra ritorna per un periodo al suo impiego da sarto, senza abbandonare mai la musica ma riuscendo anche nell’impresa di contrastare il boom della musica americana. Con molta astuzia e intelligenza riesce ad inserire di nuovo, piano piano, pezzi di liscio nei suoi concerti, fino a farlo apprezzare nuovamente dal pubblico. Alla fine degli anni ’50 collabora con suo nipote Raoul Casadei, con il quale firmerà diversi successi che li faranno conoscere in tutta Italia. Possiamo però dire che il suo più gran successo è senza ombra di dubbio “Romagna Mia”. Sapete che inizialmente non doveva chiamarsi così ma “Casetta Mia”? Poi per una serie di coincidenze e consigli è diventata un vero successo mondiale, tradotta in più lingue e conosciuta in tutto il mondo. Peccato che con la sua scomparsa prematura, avvenuta nel 1971, Secondo Casadei non abbia potuto vedere il reale successo stratosferico della sua musica. Pensate che in tutta la sua vita incise più di 1000 brani fra polche, mazurche e valzer. Chiamato lo Strauss della Romagna, fu sempre all’avanguardia e un grande innovatore, ad esempio introdusse la prima cantante donna in un’orchestra e introdusse anche le “uniformi” coordinate; sicuramente il suo animo da sarto ha giocato un ruolo fondamentale sulla cura del look.
Esterno della Casadei Edizioni Musicali Sonora
Non voglio svelarvi altro perché la visita alla Casadei Sonora è davvero molto ma molto interessante, quindi non mi resta che invitarvi a partecipare. Le signore Casadei vi accoglieranno nella sede di Sonora Casadei nei giorni feriali, previa prenotazione allo 0541945259; per ogni dettaglio consultate il sito (la visita è gratuita). Nel muro esterno della facciata principale della sede troverete tantissime targhette con le affermazioni dei più grandi cantanti in merito alla musica.
Ancora un ringraziamento particolare alle signore Casadei per la loro ospitalità. Buon viaggio alla scoperta della musica romagnola.
Quanti amanti del brunch come me? Non dico di vere una fissa, ma la colazione e il brunch mi attirano molto in questo ultimo periodo, più di aperitivi e cene. Se amate iniziare la giornata nel migliore dei modi, vi consiglio 3 posticini che ho provato in prima persona e che vi piaceranno di sicuro.
Oltreborgo
Già la sua posizione è un valore aggiunto, trovandosi a Santarcangelo di Romagna, dopo o prima di accomodarvi e gustare tutte le prelibatezze, potete approfittarne per fare un giretto in uno dei miei borghi preferiti. Il locale è piccino, quindi prenotate per tempo, ma è davvero troppo carino. Curato nei minimi dettagli, vi gusterete un brunch servito in un super vassoio che accoglierà tutte le pietanze: un piatto dolce, uno salato, una verdura e uno yogurt, bevanda e cookies sempre inclusi. Il brunch vi aspetta il sabato e la domenica dalle 11 alle 14.
Brunch da Oltreborgo
Bar Giambellino
Ci spostiamo a Gambettola per gustare un brunch da mille e una notte. Al Bar Giambellino, sulla via principale, vivrete una vera e propria esperienza, non solo culinaria. Il locale infatti catturerà senza ombra di dubbio la vostra attenzione e i piatti fra cui scegliere vi metteranno a dura prova. Questo locale infatti vi farà scegliere fra ben 3 tipologie differenti: lo Zdoura brunch, il Luvarià brungh e il Famona brunch. L’appuntamento è per tutti i sabati e tutte le domeniche dalle 9 alle 12.
Brunch al Bar Giambellino
Qcorner
Ci spostiamo a Faenza per gustare qualcosa di strepitoso. Il Qcorner è un laboratorio che utilizza materie prime bio a km0 per creare delle vere prelibatezze. Essendo aperto tutti i giorni dalle 7 alle 21, avete un’ampia scelta sull’orario in cui andare, non siete vincolati all’ora del brunch, ma potete comunque andare in quell’orario e comporvi il vostro piatto ideale. Anche qui la cura al dettaglio fa la differenza.
Brunch al Qcorner Faenza
Non vi resta che testarli e farmi sapere cosa ne pensate, io intanto vado alla scoperta di qualche altro bel posticino.
La Via degli Dei, il percorso escursionistico che collega Bologna a Firenze (ma è fattibile in entrambi i sensi e anche in bicicletta), è un’esperienza che consiglio a tutti di fare almeno una volta nella vita e se vi è possibile e ve la sentite, vi consiglio di partire da soli e di vivere questa avventura solo a contatto con voi stessi. In realtà non sarete mai soli, ma vi circonderete di persone sconosciute che stanno vivendo la vostra stessa esperienza e che come per magia diventeranno parte integrante del percorso. Io ho fatto parecchi viaggi e tanti altri spero di farne, ma vi assicuro che la Via degli Dei è stata una delle esperienze più forti che abbia mai fatto e che non dimenticherò mai.
Via degli Dei
Via degli Dei: come fare lo zaino
L’argomento zaino è sempre un po’ spinoso e fin quando non l’ho provato sulla mia pelle, non ho compreso fino in fondo tutte le raccomandazioni che leggevo prima di partire. Quindi oggi mi ritrovo anche io a dirvi: partite con uno zaino che sia il più leggero possibile, indicativamente pari al 15% del vostro peso corporeo (se ci riuscite siete davvero bravi, io sono arrivata a circa un 18%). Io ricordo di aver ridotto al massimo le cose da portare per poi accorgermi alla fine di aver avuto sulle spalle per tutto quel tempo, il peso di qualche oggetto superfluo. Solo voi potete sapere le vostre esigenze, ma per fare un trekking (perché io non lo chiamo cammino, poi ne parlerò) del genere, non possono di sicuro mancare: – magliette tecniche di ricambio (2/3) – pantaloni di ricambio (1/2) – cappello, occhiali da sole e crema solare – cerotti per le vesciche e kit primo soccorso – k-way o mantella antipioggia e copri zaino per la pioggia – una felpa più pesante – borraccia – carica batteria e powerbank – torcia frontale – beauty con prodotti per l’igiene personale – ottimi calzini (su questi non siate approssimativi ma prendete calzini buoni per camminare)
Forma fisica e allenamento
Come vi ho accennato in precedenza, io non lo reputo un cammino ma bensì un trekking perché si svalica letteralmente l’Appennino e i dislivelli sono sempre importanti, le superfici in cui si cammina cambianocontinuamente (asfalto, terra, roccia, sentieri, campi) e il corpo comunque ne risente. Detto questo non voglio spaventare nessuno perché per esperienza personale sono convinta che occorra essere dei buoni camminatori, abituati a percorrere diversi km e in buona salute, oltre a questo non occorre nessun tipo di allenamento particolare, se non la determinazione, la capacità di affrontare gli imprevisti e una buona dose di spirito d’adattamento. Certo è che non potete decidere oggi di partire domani se non siete un po’ allenati (io vi consiglio di camminare per qualche km tutti i giorni prima di partire, anche se in pianura vi aiuterà a prendere il ritmo). E’ fattibile ma non prendetela alla leggera.
Via degli Dei panorami
Via degli Dei: le tappe
In un classico cammino (tipo Santiago), pur decidendo le tappe in anticipo, si può anche improvvisare e decidere di fermarsi quando si vuole o quando si è stanchi, perché si attraversano zone abitate e gli alloggi si trovano ovunque. Per la Via degli Dei non è così, le tappe sono più o meno obbligate dai centri abitati che si incontrano lungo il percorso; sta a voi decidere se percorrerlo in 5 giorni e 4 notti o in 6 giorni e 5 notti. Io personalmente vi consiglio di farlo in 6 giorni perché comunque è impegnativo e così riuscirete a godervi di più l’esperienza, ma ovviamente dipende tutto dalle possibilità personali. Veniamo all’argomento più importante per un camminatore: le tappe.
Bologna – Sasso Marconi
Il punto di inizio effettivo della Via degli Dei è Piazza Maggiore, se arrivate in treno aggiungeteci il percorso dalla stazione alla piazza, se invece pernottate a Bologna la notte prima, la vostra avventura inizia da qui. Imboccate via d’Azeglio che vi farà passare di fronte alla casa di Lucio Dalla e proseguite fino a raggiungere via Saragozza (qui vi consiglio di acquistare il pranzo perché poi non troverete altri negozi). Passate sotto l’Arco del Meloncello e preparatevi psicologicamente a salire un’infinità di gradini (300), visto che state percorrendo il portico più lungo del mondo che vi condurrà fino al Santuario della Beata Vergine di San Luca.
Santuario della Beata Vergine di San Luca
Se non l’avete già acquistata online, qui potete prendere la credenziale del pellegrino e la guida. Mentre la cupola di San Luca si rimpicciolisce alle vostre spalle, percorrete un piccolo tratto di asfalto fino ad arrivare a Via De’ Bregoli (alla vostra destra) ed imboccate il sentiero CAI 112A. Da qui in poi, per altri 5/6 giorni quel simbolo bianco e rosso con scritto VD sarà la vostra guida. E’ il momento di attraversare il bosco, quindi in base alle condizioni del terreno scegliete una delle due strade al bivio (se ha piovuto non prendete il sentiero di destra). Costeggiate il fiume Reno e raggiungete l’Oasi Naturalistica di San Gherardo dove troverete una fontanella d’acqua per riempire la borraccia. Seguite le indicazioni per Sasso Marconi o semplicemente per il vostro alloggio che potrebbe essere anche a Badolo. Per questa tappa considerate circa 23 km e un dislivello di 817 m, – 515 m (tutto dipende da dove partite e dove alloggiate).
Badolo – Madonna dei Fornelli
Se avete pernottato a Sasso Marconi, la mattina inizia in salita con la “scalata” del Monte Adone, se invece l’avete fatto il giorno precedente, la partenza sarà un po’ più tranquilla e arriverete al paese di Brento. Qui vi attende un bel pezzetto di asfalto per raggiungere Monzuno dove potrete fare una tappa per riposarvi un po’ prima di riprendere il percorso CAI019 con una bella salita che vi condurrà alla località Le Croci. Percorso piacevole nel bosco fin quando non raggiungerete il Parco Eolico di Monte Galletto, da qui in poi vi attende la discesa fino alla tappa di Madonna dei Fornelli. Sempre considerando i vostri alloggi, questa tappa è lunga circa 28 km, con un dislivello di 1460 m, – 1038 m.
Parco Eolico di Monte Galletto
Madonna dei Fornelli – Passo della Futa
Non lasciatevi ingannare dalla lunghezza di questa tappa, sulla carta infatti è una delle più brevi ma non è così semplice. Si inizia con una bella salita che vi permetterà di ammirare subito dei bellissimi paesaggi fino a condurvi all’interno del bosco. La particolarità di questo tratto è che incontrerete resti della Flaminia Militare, l’antico percorso romano del 187 a.C. e oltrepassato un piccolo cancello, vi ritroverete poi in un grande spazio aperto che ospita una casa in pietra. Momento saliente dell’esperienza perché attraverserete il confine fra Emilia Romagna e Toscana. Proseguendo poi sul sentiero indicato, ho raggiunto il punto più alto della Via degli Dei, ovvero la Radura delle Banditacce. A 1204 m d’altezza, suonate la campanella per sancire il vostro passaggio. proseguite poi in discesa seguendo le indicazioni per La Futa, facendo una breve tappa al Cimitero Germanico, uno tra i più grandi d’Italia. Breve tratto di asfalto per raggiungere Barberino del Mugello e conquistare la tappa di giornata, Monte di Fo‘. La 3° tappa prevedere circa 18 km e un dislivello di 783 m, – 753m.
Panorama Via degli Dei
Passo della Futa – San Piero a Sieve
Partenza fra gli ombreggiati boschi di Barberino del Mugello seguendo le indicazioni per Monte Gazzaro, si sale sul crinale fino a raggiungere un grade spiazzo dove un tempo sorgeva una locanda “particolare”: ben arrivati al Passo dell’Osteria Bruciata.
Passo dell’Osteria Bruciata
Qui le indicazioni sono precise e vi condurranno a San’Agata dove volendo potrete approfittarne per la pausa pranzo o per una semplice pausa rigenerante. Una lunga strada bianca vi condurrà poi a San Piero a Sieve, la destinazione della giornata. Tappa di circa 23/24 Km con un dislivello di 641 m, -1197 m.
San Piero a Sieve – Vetta le Croci
La giornata parte in salita, infatti dal paese di San Piero a Sieve si prende la direzione verso la Fortezza Medicea ma senza raggiungerla perché il sentiero VD svolta a sinistra su una forestale che porta a Trebbio. Qui di nuovo una salita tenendo la sinistra al bivio e proseguendo verso Bivigliano. Questa tappa ha parecchi sali e scendi, quindi mi raccomando non demoralizzatevi. Incontrerete tabernacoli e tanti ulivi incastonati in paesaggi meravigliosi. Oltrepasserete Tagliaferro ed ecco di nuovo una salita, quella al Monte Senario (il cartello che indica di aver superato il Purgatorio e di essere a ridosso del Paradiso è troppo simpatico). Con il fiato corto arriverete al Convento di Monte Senario dove potrete approfittarne per la pausa pranzo visto che troverete anche un punto di ristoro dei frati. Dopo il meritato riposo ripartite seguendo le indicazioni e attraversando una bellissima abetaia raggiungerete la meta della vostra tappa. Anche qui come sempre dipende da dove alloggiate, infatti se siete a Bivigliano considerate di dover uscire di poco dal sentiero principale, cosa diversa se alloggiate ad Olmo. Tappa di circa 18/19 km con un dislivello di 750 m, -430 m.
Incontri sulla Via degli Dei
Vetta Le Croci – Firenze
Eccoci arrivati all’ultima tappa, ormai l’adrenalina è alle stelle e le gambe chiedono pietà, ma resta l’ultimo sforzo e poi la soddisfazione sarà immensa. Solita salita per raggiungere Poggio Pratone da dove inizierete finalmente a vedere la vostra meta e più precisamente la meravigliosa cupola del Brunelleschi. Qui trovate anche uno dei punti più famosi del percorso, il tavolo e le sedie nel bel mezzo del nulla con veduta su Firenze.
Via degli Dei vista su Firenze
Ultimo tratto immerso nella natura è la discesa che vi condurrà a Fiesole da dove percorrerete solo strada asfaltata. La “vera” Via degli Dei arrivava a Fiesole, quindi in realtà avreste completato l’impresa… ma mi sembra un po’ sciocco fermarsi qui, che dite? Per arrivare a Firenze avete addirittura 3 opzioni, infatti se siete stremati o soddisfatti della strada fatta, potete raggiungere Piazza della Signoria con l’autobus nr. 7. Se volete continuare seguendo i sentieri CAI potete prendere il sentiero nr. 7, ma ci sarà della salita, mentre se volete la “cosa più semplice” potete seguire la strada asfaltata ma panoramica Via Vecchia Fiesolana. Qualsiasi sia la vostra scelta, arriverete finalmente in Piazza della Signoria e la gioia e la soddisfazione di aver portato a termine questa avventura potrebbero anche farvi piangere! Non dimenticate di entrare a Palazzo Vecchio per farvi timbrare per l’ultima volta la credenziale del pellegrino che testimonierà per sempre questo viaggio.
L’arrivo in Piazza della Signoria
Alloggi
Sul sito o sulla guida trovate tutti gli alloggi convenzionati, io però vi lascio quelli che ho testato in prima persona e dove mi sono trovata benissimo. 1 tappa: Agriturismo Piccola Raieda a Brento, dove Luca, il proprietario vi darà le giuste dritte per i giorni successivi e dove vi cucinerà delle ottime prelibatezze per cena. Qui trovate sia camere che tende. 2 tappa: Albergo Ristorante Poli a Madonna dei Fornelli, dove il simpaticissimo proprietario Michele, oltre ai vari racconti sulla zona, saprà aiutarvi per ogni vostra esigenza e poi essendo un ristorante, avrete la possibilità di ricaricare per bene le batterie senza preoccuparvi delle calorie. 3 tappa: La Casa di Giotto a Barberino del Mugello, una vera e propria oasi immersa nel verde. Essendo fuori dal percorso, la gentilissima Giovanna vi recupererà in auto al vostro arrivo e vi riporterà il mattino seguente sul sentiero. 4tappa: B&B La Pieve Locanda per Viandanti a San Piero a Sieve, dove l’accoglienza e la premura di Marta e della sua famiglia vi scalderanno il cuore. Se state facendo la Via degli Dei in bici, loro hanno tutto l’occorrente per i bikers visto che macinando km la manutenzione dei mezzi è d’obbligo.
Cosa vedere durante il percorso
Durante il percorso è possibile anche dedicarsi alla scoperta del territorio, dipende sempre dal vostro grado di stanchezza. Le cose principali sono il Santuario della Beata Vergine di San Luca, la Flaminia Militare, la Pieve di San Piero con il fonte battesimale di Giovanni della Robbia, il Convento di Monte Senario e ovviamente la bellissima Fiesole.
Flaminia Militare
Impressioni finali
Ho cercato di ridurre al massimo il racconto, ma l’esperienza è stata talmente piena ed intensa che non sono riuscita a stringere più di così. Come vi ho detto inizialmente, consiglio di fare la Via degli Dei veramente a tutti, vi metterà alla prova, vi farà stare in compagnia di voi stessi e vi farà conoscere tante belle persone. A proposito di questo, un pensiero ed un ringraziamento a tutti i miei compagni di viaggio (incontrati strada facendo) senza i quali non sarebbe stata la stessa cosa.
Poteva essere un viaggio culinario dalla mortadella alla fiorentina ma si è rivelata una delle esperienze più pazze, faticose e arricchenti della mia vita. Sono partita da sola per la Via degli Dei, ma sola non lo sono mai stata, anzi. Un cammino di 150 km (il cammino è di circa 128 ma con i km dalla stazione di Bologna e con qualche errore durante il percorso ho fatto cifra tonda) a piedi che attraversa tutto l’appennino tosco- emiliano, un’esperienza unica che mi ha fatto capire che nella vita, come nel cammino, se il tuo zaino pesa troppo, devi liberarti del superfluo, che durante il percorso i tuoi piedi dorranno a causa dello sforzo e delle vesciche, ma con il giusto approccio imparerai a curarli e riprenderai la strada, come succede sempre nella vita. Ho capito che cenare con degli sconosciuti in un contesto del genere è una delle cose più belle che ti possa capitare. Ho sempre avuto spirito di adattamento, ma ho imparato che posso alzare l’asticella quando mi viene richiesto.
Che dire, semplicemente GRAZIE VIA DEGLI DEI, ti sei fatta attendere per anni ma hai saputo ricompensarmi!
Il Natale è alle porte e siamo tutti alla ricerca di mercatini di Natale dove assaporare la magia di questo periodo dell’anno. Dopo avervi portato a Candelara, Mombaroccio, e Arezzo, oggi vi porto in Romagna. La città di Riccione viene – giustamente- sempre accostata all’estate e alle attività legate al mare, ma dovete sapere che per gli eventi natalizi non è da meno e quest’anno lo spettacolo si preannuncia davvero meraviglioso. Dal 3 dicembre all’8 gennaio, la città di Riccione sarà avvolta dalla magia del Natale. Ma cosa aspettarsi nello specifico?
Il bosco d’inverno
La famosa passeggiata fra i negozi di Viale Ceccarini si trasformerà nella bellissima passeggiata nel bosco d’inverno, il viale infatti sarà addobbato da grandi archi di luce (led bianco caldo a bassissimo consumo) avvolti in una coltre di verde boschivo fra cui rami di pino, bacche, vischio e mirto. Si punta sul Natale Verde, il Natale ecologico.
Credit: Daniele Casalboni
Il giardino sul mare
L’iconica fontana di Tonino Guerra alla fine del viale e affacciata sul mare sarà circondata dal “Giardino sul mare”. I creatori di Giardini d’Autore abbelliranno il piazzale Roma con alberi, piante e rami, trasformandolo per l’occasione in un luogo incantato dove il tempo sembra essersi fermato fra i suoni della natura e le luci. Proprio in questa zona, ogni weekend verranno effettuate delle attività ludiche e dei workshop per i più piccoli da La Bottega Culturale. Letture animate, racconti di Natale e musiche a tema lasceranno i vostri bimbi senza parole. Ciliegina sulla torta è la serra illuminata da luci soffuse al centro del piazzale. Dal tardo pomeriggio, nel weekend, il bosco apre le porte ai più grandi, con l’animazione e il dj set.
Credit: Daniele Casalboni
The Show – Christmas Dream
Poteva forse mancare uno spettacolo natalizio? A Riccione la musica delle feste è diffusa per la città grazie ad uno spettacolo itinerante che incontra il pubblico nei diversi quartieri della città: The Show. Il tutto si svolge a bordo di un trenino che ospita un teatro in movimento. Gli spettacoli saranno nelle giornate del 3, 17, 24, 27 e 30 dicembre.
Credit: Daniele Casalboni
Il villaggio di Natale
Non possiamo calarci completamente nell’atmosfera natalizia senza un villaggio di Natale e a Riccione le casette sono ispirate all’antica tradizione delle cabine da spiaggia dove poter trovare prodotti a km zero e made in Italy.
Din don dan, quartieri in festa
Ogni quartiere della città sprigionerà l’atmosfera natalizia con esibizioni musicali. Le performance sono due, alle 20:30 w alle 21:30 nei giorni 5, 7, 9, 11, 13, 15, 17, 19, 21 e 23 dicembre.
Musical “Permette signora!”
Sabato 10 e domenica 11 dicembre si svolgerà anche il bellissimo musical “Permette signora!” ambientato nella Riccione balneare degli anni 60 dove si ascoltava la musica al jukebox e si incontravano i latin lover riccionesi. Un’occasione perfetta per fare un salto nel passato. Per tutte le info e per acquistare i biglietti cliccate qui.
I concerti
Non mancheranno di certo i concerti a far da cornice alla città addobbata a festa. Si inizia lunedì 12 dicembre con il premio “San Martino d’oro” che porterà a Riccione il concerto di Ron e Mirko Casadei. Il Concerto di Santo Stefano, alle 21 presso la Sala della Concordia del Palazzo dei Congressi, vedrà protagonisti Morgan e Federico Mecozzi con una profonda devozione per il grande Franco Battiato. Il 28 dicembre ci sarà il tradizionale Concerto degli Auguri affidato al grande musicista Mario Marzi. Concludiamo poi in bellezza con il Concerto di San Silvestro che vede protagonisti Aria e gli Extraliscio. Non mancheranno cori e spettacoli itineranti, come la rassegna “Dai cori al cuore” che prevede concerti fino all’8 gennaio nelle chiese e negli spazi culturali di Riccione. Il Concerto di Capodanno è ad ingresso libero, quello di Santo Stefano e quello degli Auguri hanno un biglietto-invito che potrà essere ritirato, fino a esaurimento, presso l’ufficio Iat del Palazzo del Turismo a partire dalle 9 del 17 dicembre.
Riccione quest’anno ha festeggiato i suoi primi 100 anni e gli eventi e le manifestazioni continuano fino all’8 gennaio. Dopo aver fatto una full immersion di Natale, vi consiglio una visita alle mostre “Tessere i Sogni” di Luca Barberini a Villa Franceschi e “Frida Kahlo. Una vita per immagini” a Villa Mussolini.
Il viaggio che vi propongo oggi è diverso dal solito, non occorre prendere un aereo o un treno e fare tanti km; oggi vi faccio viaggiare attraverso una mostra d’arte.
Dove si trova la mostra
La mostra di cui vi parlo è di Luca Barberini e si intitola “Tessere i sogni”. E’ visitabile a Riccione presso Villa Franceschi. L’ambientazione liberty della villa accoglie perfettamente queste bellissime opere.
Mostra “Tessere i sogni”
Chi è Luca Barberini e di cosa parla la mostra
L’artista, Luca Barberini ha saputo reinventare i codici linguistici ed espressivi di un’arte antica, quella del mosaico, fino a renderli in grado di esprimere le caratteristiche e le contraddizioni del nostro vivere. Sensibile alle tematiche ambientali e amante del mare, riporta spesso questo ambiente nelle sue opere. Questa mostra vuole essere un viaggio onirico, ogni opera infatti nasce dal ricordo di un sogno dell’artista che è stato poi rielaborato. Mi piace molto questa visione, infatti vedrete che la mostra non segue un percorso preciso, ogni creazione può essere vista in qualsiasi momento, senza un ordine cronologico. La sala finale poi racchiude un vero e proprio omaggio alla città di Riccione che quest’anno compie 100 anni.
Mostra a Riccione
Info utili
La mostra sarà visitabile a Villa Franceschi fiano all’8 gennaio 2023 e l’ingresso è libero. Dal martedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.
Mostra a Villa Franceschi
Vi ricordo che in occasione del centenario della città, a Riccione si terranno tantissimi eventi. Non perdetevi quelli natalizi. Alla prossima mostra,
Appassionati di street art, oggi andiamo alla scoperta delle opere di Santarcangelo di Romagna. Il borgo è una vera chicca, devo essere sincera ed ammettere che rientra tra i miei preferiti della Romagna. Qui si respira spensieratezza, cura del dettaglio, tradizione e soprattutto si mangia buon cibo. Ma veniamo a noi, oggi si parla di street art, per tutto il resto scriverò un post a parte.
“Ricerca di utopia (con mappa)”
I murales di Santarcagelo
Il primo consiglio che mi sento di darvi però è quello di gironzolare tra i vicoli senza una meta precisa, ma per il solo gusto di respirare quell’atmosfera di cui vi ho parlato prima. Dopo essere entrati completamente nel mood romagnolo, iniziamo l’itinerario alla scoperta dei murales. Gli artisti che hanno dato vita alle opere di Santarcangelo sono Eron, Ericailcane e Iacurci. Partiamo dalla parte bassa del borgo, sulla facciata del teatro Lavatoio in via A. Costa, troverete “Soul of the wall” mentre sulla facciata del Supercinema è stata realizzata “Giuliana”, un’opera dedicata alla poetessa santarcangiolese Giuliana Rocchi.
“Giuliana” di Eron
Qui di fronte, sulla parete di un’abitazione privata, proprio sotto alle mura trovate un’opera di Ericailcane.
Ericailcane a Santarcangelo di Romagna
Sulla facciata della scuola primaria Pascucci ha preso forma dalle mani di Agostino Iacurci una grande opera che invita all’educazione e al rispetto della natura; si tratta di enormi fiori e piante che abbelliscono tutto l’edificio. Poco fuori dal centro storico su una colonnina dell’Enel si trova il murale “Tower to the people” di Eron. L’opera vuole ricordare il caso di Tommie Smith, l’atleta statunitense che alle Olimpiadi del 1968 a Città del Messico, sul podio, fece il gesto del pugno chiuso alzato al cielo.
“Tower to the people”
Salendo nella parte alta del borgo si incontra la mia opera preferita intitolata “La ricerca di utopia ( con mappa) di Ericailcane. Non vi svelo altro, vi lascio con la giusta dose di curiosità.
Che dite, vi ho fatto venire voglia di fare un giro a Santarcangelo di Romagna? Spero tanto di sì perché oltre a questo lato legato alla street art ha tanto da offrire. Da non dimenticare la Fiera di Bec che si tiene a ridosso del giorno di San Martino (11 novembre).
Le Grotte di Labante rappresentano una di quelle bellezze naturalistiche che volevo visitare da anni e finalmente ci sono riuscita. Si tratta di grotte di travertino, affiancate da una cascata particolare.
Cascata di Labante
Come raggiungere le grotte
Per raggiungere le Grotte di Labante dovete considerare circa un’ora abbondante da Bologna, lasciata la città prendete per Sasso Marconi, poi per Marzabotto e infine per Vergato. La strada è ricca di curve e vi condurrà fino a San Cristoforo di Labante, comune in sui sorgono le grotte.
Lago Grotte di Labante
Arrivati qui, avete più opzioni: potete lasciare l’auto nel parcheggio della chiesa e prendere il sentiero che scende ( niente di impegnativo, le grotte sono proprio lì sotto), oppure potete proseguire ancora in auto e dopo pochi metri parcheggiare nello spazio al lato della strada principale e scendere a piedi. L’ultima opzione è quella di scendere nella via di fronte alle grotte e lasciare l’auto nel campo proprio davanti all’attrazione che volete visitare, dipende tutto dalla vostra voglia di camminare.
Le Grotte di travertino di Labante
Le Grotte di Labante sono di travertino, materiale molto poroso che ha permesso la creazione di questo fenomeno carsico unico nel suo genere; esse infatti sono tra le più grandi grotte di travertino in Italia. Il travertino venne utilizzato per la costruzione di tombe etrusche presenti ai Giardini Margherita di Bologna e per la costruzione della chiesa di San Cristoforo, infatti intorno alle grotte nacque una cava per l’estrazione del materiale, ormai dismessa da circa 20 anni.
Grotte di Labante
Grotte di Labante: cosa vedere
Le Grotte di Labante si sono formate grazie al fiume della sorgente di San San Cristoforo. Una volta arrivati in prossimità di queste costruzioni, vi ritroverete di fronte ad una montagna con un profilo sporgente (quasi di un animale, per me assomiglia d un drago), dal quale scende acqua creando una particolarissima cascata. Sul alto destro di questa formazione, trovate un bellissimo laghetto formatosi sempre con l’acqua della sorgente di San Cristoforo e un piccolo ponte di legno che vi condurrà verso il centro della montagna. Purtroppo il passaggio è chiuso da una grata e non è possibile accedere da qui alle grotte, ma raggiungete questo punto, nel quale di sicuro vi rinfrescherete nelle torride giornate estive dato che si passa sotto al getto d’acqua.
Grotta dei Tedeschi
Sulla destra trovate anche la grotta dei Tedeschi, chiusa anch’essa da una grata, ma potete accendere l’illuminazione con il pulsante esterno ed ammirare la grotta in tutta la sua bellezza. Per i più avventurosi invece, arriva il momento di entrare in grotta. Scendete verso la cascata e dirigetevi dall’altro lato della montagna ( o del drago), da qui potrete ammirare già la roccia scavata e i vari cunicoli. Seguite le indicazioni ed addentratevi fin quando è possibile verso il centro della montagna; corde e scalette in ferro vi aiuteranno durante il percorso.
Grotte
Sentieri trekking in zona
Essendo una zona naturalistica, potete approfittarne per ammirare alla vista delle Grotte di Labante un bel trekking; ad esempio il sentiero CAI 166 ci passa proprio di fronte ed è un percorso ad anello di circa 11 km. Molti altri sentieri, più o meno impegnativi circondano la zona.
Cosa fare nei dintorni
La visita alle Grotte di Labante non richiede più di una mezz’oretta di tempo, quindi a mio avviso non vale la pena partire solo per raggiungere le grotte. Potete abbinarci un trekking come suggerito prima o una visita a Rocchetta Mattei, al Borgo La Scola o al Lago di Suviana.
Info generali
Le grotte sono sempre accessibili e non hanno nessun costo per l’ingresso. Anche il parcheggio, sia davanti che a lato della strada è gratuito.
Oggi voglio parlarvi della Strada dell’Arte, un’intera strada fra le colline del Montefeltro abbellita dalle opere di Gianni Calcagnini.
Gaia
Vi avevo già parlato in precedenza delle due opere forse più conosciute e più imponenti dell’artista, posizionate poco fuori dal borgo di Montefabbri. Oggi invece vi propongo una camminata di circa 2 km scarsi a tratta, durante la quale poter ammirare una decina di opere. Se volete far trascorrere ai vostri bimbi un po’ di tempo all’aria aperta, questa mi sembra un’ottima soluzione, la strada è in campagna e poco trafficata e i più piccoli saranno incentivati a camminare pensando di dover raggiungere l’opera successiva.
La Strada dell’Arte
Dove si trova la Strada dell’Arte
La Strada dell’Arte, costeggiata di opere, si trova fra Rio Salso (Pesaro-Urbino) e Mondaino (Rimini), venendo da Pesaro oltrepassate il paese e prima di superare il ponte, svoltate sulla destra, su via Amandoli (subito dopo il noleggio dei camper Generali). Salite ancora per qualche metro sempre dritto e dove trovate una piccola area di sosta lasciate l’auto perché la strada che dovrete prendere è quella piccola sulla destra, Via Fabio Tombari.
Il grande cuore della Terra soffre
In alcuni tratti la pendenza si fa sentire, ma con una piccola pausa si recupera in fretta e si è pronti per ripartire. La direzione è semplicissima, sempre dritto, fino ad arrivare alla fine della strada stessa che si interseca con Strada Provinciale 64 Pieggia. A questo punto non vi resta che tornare indietro percorrendo la stesso itinerario per tornare alla macchina.
Le opere sulla Strada dell’Arte
Lungo la Strada dell’Arte incontrerete circa una decina di opere, quasi tutte di Gianni Calcagnini; alcune di esse sono visibili anche da lontano, dal versante di Mondaino. Le opere sono create essenzialmente in ferro, legno, alluminio e resine colorate. Iniziando la salita incontrerete “Vivo con gli alberi e suono per loro” prima di raggiungere “L’uomo che vola“.
Nascita in movimento
In questa zona, proprio a ridosso della casa, troverete anche “L’attesa” e il “Gregge con pastore“. Continuando a salire e dopo un paio di case vi ritroverete di fronte a “Gaia“. Vi consiglio di godervi anche il panorama circostante prima di arrivare a “Quello che l’uomo lascia“, “Nostalgia” (opera di Bane Mosley), “E luce fu…” e “ll Grande cuore della Terra soffre“. Ultimo tratto di camminata prima di raggiungere il termine del percorso con l’opera “Nascita in movimento“.
Nostalgia
Per il momento non ne ho scoperte altre, in caso vi aggiorno immediatamente. Se volete continuare la scoperta del territorio, vi consiglio di raggiungere il bellissimo borgo di Mondaino e magari fare un salto a La Cantinetta del Pellegrino.
Alla prossima scoperta, viaggiatrice seriale.
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