Il Venerdì Santo a Cantiano, in provincia di Pesaro-Urbino si svolge la Turba, ovvero la rappresentazione della Passione di Cristo.
Storia della Turba di Cantiano
Sembra che la Turba nacque dai movimenti popolari di invocazione alla pace, che partiti dall’Umbria intorno alla metà del XIII secolo si diffusero sia in Italia che in Europa. Le persone più umili e in condizioni di miseria, esauste delle continue lotte fra guelfi e ghibellini si riunirono in processioni invocando la santa intercessione della Vergne Maria. Anche a Cantiano arrivarono questi movimenti popolari e nacque la Compagnia del Buon Gesù. Nel corso degli anni quindi i primi moti si trasformarono nella processione del Venerdì Santo con il fine di tramandare la devozione al supremo esempio di penitenza e sacrificio: la Passione e morte di Cristo.
Ultima Cena della Turba di Cantiano
Come si svolge la Turba
La giornata del Venerdì Santo inizia con le attività dall’alba, ma è alla sere alle 20:00 che si svolge l’effettiva Turba. La manifestazione trasforma l’intero centro di Cantiano in un’enorme scena all’aperto grazie alla costruzione scenografica di elementi architettonici. Si vivono quindi le principali scene quali il tradimento di Giuda, l’Ultima Cena, il processo e la condanna, l’ascesa al calvario e la Resurrezione. La manifestazione è diventata sempre più conosciuta negli anni e oggi attira non solo i locali ma tanti forestieri.
Venerdì Santo a Cantiano
Info utili
Cantino è un piccolo paese delle Marche, vi consiglio di arrivare nel primo pomeriggio così da poter trovare parcheggio facilmente e approfittare per fare un piccolo giretto ed acquistare qualcosa per la cena nei forni o nei negozietti; sarete così liberi di godervi tutto lo spettacolo della Turba. Se cercate altre manifestazioni simili, vi consiglio La Processione del “Cristo Morto” di Saltara.
Un aspetto fondamentale nell’organizzazione di un viaggio è la scelta della giusta assicurazione di viaggio perché anche se non è il nostro primo pensiero, l’imprevisto è sempre dietro l’angolo.
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Durante la settimana di Pasqua e più precisamente il venerdì, non perdetevi la Processione del “Cristo Morto” a Saltara, un bellissimo borgo nella provincia di Pesaro-Urbino, collocato su un colle da dove domina la bassa Val Metauro. Saltara sfoggia delle bellissime mura del castello, con un’imponente scalinata d’accesso al centro storico, dove erano state allestite le scene della passione di Cristo.
Seguendo un percorso obbligato si poteva ripercorrere il calvario di Gesù attraverso queste scene collocate all’interno di giardini, garage o semplicemente all’interno di una spazio di fortuna ricavato lungo le mura ed ognuna era accompagnata da una voce narrante che spiegava il momento preciso.
Ma la vera attrazione del Venerdì Santo è la processione che sfila per le vie del paese.
La storica processione del “Cristo Morto” comprende un corteo di personaggi in vestiti d’epoca, tra di loro i componenti delle Confraternite, pie associazioni di laici che avevano la comune finalità dell’espletamento del culto e della carità cristiana.
Contribuivano a sollevare le indigenze dei poveri e abbellivano di dipinti e sacre suppellettili le chiese.
Ogni Confraternita aveva una fisionomia particolare, i “fratelli” indossavano la “cappa” nelle processioni, nei riti stabiliti e nei funerali dei confratelli.
Le confraternite presenti a Saltara erano quattro, la “Confraternita del Santissimo Sacramento” che vestiva la cappa bianca con mantellina turchina, la “Confraternita di Maria Santissima Addolorata” che vestiva “il sacco di tela negra con mostrine color rosa e cingolo bianco”, la “Confraternita del Santi Rosario” che vestiva “cappa bianca e mantellino giallo” e la “Confraternita del Gonfalone” con cappa bianca con mostrine e mantellina rossa”.
Ancora oggi sono portati in Processione gli antichi oggetti originali che caratterizzavano le Confraternite, gli stendardi dei Misteri ed i lampioncini illuminati da candele.
La processione del Cristo Morto parte dal Santuario della Villa situato sulla parte più alta del paese e si snoda per le vie caratteristiche del borgo; aprono il corteo i soldati romani a piedi e a cavallo, guidati dal centurione, che scortano un uomo in tunica scarlatta, con la Croce sulle spalle, che, scalzo e incappucciato, deve rimanere sconosciuto, perché il suo è un gesto penitenziale.
Seguono poi gli apostoli, le pie donne, i popolani, rappresentanti delle arti e dei mestieri del paese e alcuni bambini recanti i simboli della Crocefissione.
Poi il Cataletto su cui giace il corpo del Cristo Morto appoggiato sulle ginocchia della Madonna Addolorata, affiancati da due bambini sempre in costume.
La luce fioca delle fiaccole rende ancora più suggestiva la rievocazione, alimentando di mistero e di timore l’avvenimento.
Il sottofondo musicale, alternato dalla lettura di brani, completa il tutto.
Come ogni anno, il FAI, Fondo Ambiente Italiano organizza le Giornate FAI di Primavera, in cui sarà possibile ammirare tantissimi giardini, chiese, palazzi, musei e castelli che normalmente sono inaccessibili.
Nel 2025 le giornate saranno sabato 22 e domenica 23 Marzo.
Questa iniziativa è possibile solamente grazie all’aiuto di tantissimi volontari che si cimentano come guide e ciceroni; i luoghi visitabili sono più di 1000 sparsi per tutto lo stivale.
Il nostro paese ha una ricchezza culturale ed architettonica infinita….ricordiamocene più spesso.
Le visite saranno a contributo gratuito.
giornate Fai 2025
Se amate le due ruote, vi comunico che verranno organizzate anche delle biciclettate.
Segnatevi in agenda queste date, è un’occasione unica….non perdetevela.
Per visualizzare tutti i luoghi visitabili, consultate la pagina delle giornate FAI.
Io vado subito a consultarla…..buon divertimento!
Viaggiatrice seriale.
Alzi la mano chi da bambino non sognava una casa sull’albero. Impossibile vedere “mani alzate”, in realtà era un sogno di tutti e io finalmente – anche se con diversi anni di ritardo – ho realizzato il sogno di dormire in una casa sull’albero.
Nuvola, la casa sull’albero di Fattorie di Celli
Dove siamo
In provincia di Arezzo e più precisamente a Poppi, nel cuore delle Foreste Casentinesi, tra Toscana ed Emilia Romagna si trova un luogo da sogno: Fattorie di Celli. Questo è il luogo perfetto in cui staccare la spina e isolarsi dal mondo. Potrete scegliere fra diversi alloggi insoliti come le bubbles, la torre o la casa sull’albero. E come ciliegina sulla torta, nel cuore della tenuta troverete una meravigliosa spa in cui rilassarvi. Un vero sogno!
Spa Fattorie di Celli
La casa sull’albero
Come faccio a spiegarvi Nuvola, la casa sull’albero di Fattorie di Celli? Non esagero se vi dico che vi sembrerà di sognare perché in realtà possiamo dire che le case sono due, unico ingresso ma ben 2 camere matrimoniali, un bellissimo bagno, un cucinino e un tavolo da pranzo e per finire una veduta davvero meravigliosa.
Veduta dalla casa sull’albero
Vi sembrerà di toccare il cielo con un dito essendo al livello degli alberi o anche sopra. Tutto curato nei minimi dettagli, di una bellezza indescrivibile, ma la vera chicca sono le vetrate della casa sull’albero; molte pareti infatti sono costituite da vetri così da fondere l’interno della stanza con il paesaggio circostante e dare all’ospite la sensazione di dormire letteralmente sugli alberi. La parte esterna con i balconi e una super rete con un maxi cuscino è il luogo perfetto in cui gustare un caffè o leggersi un libro. Ma le sorprese non finiscono qui, al mattino vi verrà recapitata all’ingresso una scatola in legno contenente la vostra colazione che potrete tranquillamente gustare a letto, accomodati al tavolo con una vista indescrivibile o direttamente all’esterno.
Colazione
Che dite, vi ho incuriosito?! Io ho amato tutto dall’inizio alla fine e non esagero nel dirvi che si tratta di uno degli alloggi più belli in cui abbia mai pernottato.
Cosa vedere nei dintorni
Per vivere al meglio questo viaggetto, vi consiglio di prenotare un’escursione con Casentino Escursioni per scoprire le foreste sulle due ruote. Non perdetevi l’Eremo di Camaldoli, un ottimo pranzo alla Locanda dei Baroni o al Cafè del Parco e per finire un giretto a Poppi per ammirare il suo castello.
Cari amici viaggiatori, sono rientrata da pochi giorni da un weekend al di sopra delle mie aspettative, non credevo assolutamente di poter restare così affascinata e soddisfatta dopo la mia visita in Olanda.
La prima cosa essenziale da dire è che l’Olanda non è solo Amsterdam, magari non lo facciamo volontariamente ma credo che questo accostamento avvenga nella maggior parte delle nostre menti.
Avevo visitato Amsterdam qualche anno fa e mi era piaciuta, ma questo weekend è stato una vera riscoperta.
Sono partita il venerdì pomeriggio e il lunedì all’ora di pranzo avevo di nuovo appoggiato i piedi sul suolo italiano, ma vi assicuro che sono bastati.
Ho ricevuto la proposta da una mia amica che vive in Belgio e dato che per me ogni meta che non ho già visto vale un viaggio, ho subito accettato! 🙂
Il motivo fondamentale della nostra visita era la fioritura dei tulipani e la visita al Keukenhof, un giardino botanico situato nei pressi di Lissa, considerato il più grande parco di fiori a bulbo del mondo. Ci aspettavamo tanta gente, ma una volta arrivati nel parcheggio siamo rimasti di stucco, non potete immaginare la quantità di macchine presenti. Un po’ spaventati per la troppa confusione ci siamo diretti alle casse e dopo aver pagato il biglietto siamo finalmente entrati in questo mondo fantastico.
Il parco è talmente grande – 32 ettari – e ben organizzato che non ci si rende conto realmente della gente presente, il tutto fila liscio, non troverete code o ingorghi.
Uno dei motivi di tanta affluenza è anche il fatto che il parco è aperto al pubblico solamente per due mesi all’anno, quest’anno dal 20 Marzo al 11 Maggio 2025.
I dati parlano della fioritura di 7 milioni di bulbi piantati a mano, 4 milioni e mezzo dei quali sono tulipani di oltre 100 varietà, mentre i restanti sono giacinti e narcisi.
Presi dall’euforia iniziale non si fa altro che scattare fotografie, ma ben presto ci si rende conto che non vi è “gruppo” di fiori più bello dell’altro, tutto il parco è una meraviglia. All’interno ci sono inoltre diverse zone espositive con esposizioni temporanee di fiori, che valgono assolutamente una visita… io sono rimasta sconcertata dal padiglione delle orchidee: indescrivibile!!
Oltre fiori a perdita d’occhio, troverete un lago “attraversabile” a piedi su lastre circolari, un mulino a vento, statue e canali. Diciamo che almeno tre ore vi serviranno per fare un giro abbastanza completo, ma tranquilli, se siete stanchi o affamati ci sono diversi punti di ristoro.
E’ un qualcosa di veramente unico, assolutamente da vedere anche per chi non ama alla follia i fiori.
Appena usciti da lì poi, facendo solo qualche centinaio di metri lungo la strada, ci siamo ritrovati davanti a interminabili campi in fiore, quelli propri autentici e non all’interno di un parco, forse una visione ancora più bella di questo periodo dell’anno, file di diversi colori che si affiancavano creando una tipica immagine da cartolina.
Meravigliosa distesa di tulipani in fiore
Una volta lasciato questo ambiente fiabesco, siamo ripartiti in macchina e abbiamo raggiunto Zandvoort, la città in cui avremmo pernottato. La scelta della località è stata fatta semplicemente perché comoda in relazione alla distanza dal parco e dalla città che volevamo visitare il giorno successivo. E come capita spesso, la casualità aiuta…. senza saperlo abbiamo raggiunto una località balneare sul Mare del Nord, ricchissima di locali sulla spiaggia, uno più bello dell’altro, che fanno assolutamente presumere che in estate sia completamente presa d’assalto. Essa è infatti l’unica località balneare dei Paesi Bassi a possedere una stazione ferroviaria e per fare un salto nel passato è stata anche la sede del circuito automobilistico dove si è corso il Gran premio d’Olanda di F1 in passato.
Locali che cucinano un pesce ottimo e case magnifiche che danno proprio sul mare, tutte provviste di una grande finestra sulla facciata principale dalla quale ammirare il mare; sempre dalla stessa poi abbiamo potuto ammirare gli interni e gli arredamenti di queste villette: magnifici. Sicuramente un agglomerato di seconde case, le case estive”… beati i proprietari.
Dopo aver fatto una passeggiata rilassante sulle coste del Mare del Nord, abbiamo deciso si cenare al De Haven, uno dei locali sopracitati: ottimo filetto di merluzzo e uno splendido piatto di cozze e capesante, per non parlare del pazzesco tris di dolci, ve lo consiglio vivamente.
Le case affacciate sul Mare del Nord
Per il giorno successivo avevamo un programma abbastanza dettagliato da rispettare, così siamo partiti di buonora e poco dopo abbiamo raggiunto la città di Haarlem.
Purtroppo il tempo non è stato clemente, così abbiamo fatto un giretto sotto la pioggia,; la cittadina è molto carina, ma comunque i luoghi di maggiore interesse sono collocati tutti intorno alla piazza del Mercato Grande, nonché centro della città.
Su di essa si affaccia un capolavoro dell’architettura gotica, la Chiesa Grande di san Bavone che possiede due primati: è la più grande chiesa d’Olanda e la più alta dei Paesi Bassi; al suo interno da non perdere assolutamente il grande organo.
Da qui ci siamo sposati poi a Leiden, in italiano Leida è una città universitaria e si trova sul vecchio Reno. Tipica città olandese attraversata da diversi canali che rendono anche una semplice passeggiata qualcosa di unico: Ovunque mi girassi vedevo un simbolo di due chiavi incrociate e non capivo cosa fosse, così per evitarvi la medesima cosa vi dico già che è chiamata anche la “città della chiave”. Qui nacquero Rembrandt e Jan Steen e logicamente in molti musei e pinacoteche sono conservate le loro opere.
Uno dei canali di Leida
Dopo aver curiosato e passeggiato fra i piccoli vicoli ci siamo messi di nuovo in marcia e abbiamo raggiunto Breda.
Diciamo che qui si respira tutta un’altra atmosfera, lo stile della città è molto simile alle precedenti ma qui c’era gente, gente, gente e ancora gente, forse perché era domenica pomeriggio, non so.
Tutti i baretti e le caffetterie della piazza con tavolini all’aperto erano occupati, forse era complice anche il bel tempo (per fortuna il mal tempo era rimasto alle spalle).
In passato era una città fortificata, infatti appena si arriva si possono ammirare le mura a ridosso del fiume; il centro e la piazza sono luoghi carini, ma vi è anche un castello, un grande parco e il Begijnhof.
In città ci sono anche diversi musei, ma dipende sempre dal vostro tempo, noi abbiamo fatto una toccata e fuga, se voi pernottate lì o comunque decidete di trascorrerci diverso tempo, vedrete che le attrazioni non mancheranno.
Con la terza città visitata in un solo giorno la nostra visita in Olanda è terminata, ma sono rientrata a casa molto ma molto soddisfatta, forse è proprio vero che quando non ti aspetti niente rimani sempre maggiormente sorpreso.
Sicuramente rimarranno nella mia memoria i piccoli paesini che abbiamo attraversato in macchina, sembrano oasi di pace e tranquillità, circondati da verde e organizzati al meglio.
Beh del Keukenhof che dire, è veramente difficile spiegarlo a parole….dovete assolutamente assistere alla fioritura dei tulipani olandesi e vi renderete conto di che cosa sto parlando.
Olanda, un paese da scoprire!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Visto che la fioritura ha un tempo limitato, non vi resta che cercare voli economici e partire!!!
Oggi ho proprio una bella notizia per voi, soprattutto per gli amanti dell’arte.
Qualche mese fa ha preso vita una bellissima iniziativa chiamata “Domenica del Museo” che permetterà a tutti di entrare gratis in diversi musei o siti archeologici statali italiani ogni prima domenica del mese.
E’ l’occasione giusta, da prendere al volo per visitare le bellezze architettoniche del nostro paese, dai musei alle gallerie fino ai giardini.
Magari è la volta buona che visitiamo le bellezze che abbiamo vicino a casa e che non abbiamo ancora avuto modo di ammirare.
Le strutture che prendono parte a questa iniziativa sono più di 400 e potrete consultare l’elenco sul sito del Ministero dei Beni Culturali.
Date un’occhiata e decidete la vostra visita… la prossima apertura infatti sarà proprio domenica 2 marzo.
Buon divertimento,
Viaggiatrice seriale.
Al confine fra Italia e Francia (a soli 3,5 km dall’Italia) sorge la città di Menton conosciuta dai più per il Carnevale di Menton o Fete du Citron. Mentone è infatti famosa per i suoi limoni.
Carnevale di Menton
Nel mese di Febbraio, la città si popola grazie al bellissimo carnevale, molto molto particolare visto che i carri allegorici sono costituiti di agrumi. L’evento si svolge in diverse fasi: la domenica si tiene la sfilata dei carri allegorici nel lungomare e l’ingresso è a pagamento (16 euro gli adulti e 8 euro i bambini), mentre dal giorno successivo all’inaugurazione, presso i Giardini Biovès, di fronte al Casinò, si possono ammirare le installazioni fisse. Enormi installazioni dominano il viale, pensate che a volte servono più di 140 tonnellate di agrumi per realizzarle. Ogni anno il tema cambia, quest’anno ad esempio é “Da Olimpia a Mentone”. I giovedì sera poi, si svolge la parata illuminata sulla Promenade du Soleil, mentre in determinate sere vengono illuminati anche i Giardini Biovès donando alle installazioni un’aria magica. Si sviluppano inoltre diversi eventi collaterali, come per esempio la fiera dell’artigianato e il salone delle orchidee. Passeggiando per le viuzze invece, incontrerete i vari produttori locali che sfoggiano il loro tesoro.
Carnevale di Mentone
Come e quando nasce il Carnevale di Menton
Nel 1928 un albergatore locale organizzò una mostra di fiori e agrumi nei giardini del suo hotel per aumentare il numero di visitatori. L’evento ebbe così tanto successo che negli anni successivi venne riproposto in piazza. Essendo nel pieno della Belle Epoque, la zona era frequentata da persone facoltose che venivano a svernare in Costa Azzurra, così il comune decise di voler conferire all’evento un’impronta tipicamente locale, in modo tale da rilanciare il turismo. Fu così che nel 1934 nacque la Sagra del Limone e quest’anno si festeggia la 91° edizione.
Giardini Biovès Mentone
Curiosità sugli agrumi
Il limone di mentone è molto pregiato e per le decorazioni dei carri vengono utilizzati agrumi provenienti da altre zone. I frutti utilizzati per le installazioni non vengono cestinati ma rivenduti ad un prezzo consono a cittadini e turisti.
La Fete du Citron mi sembra un’ottima scusa per visitare la Costa Azzurra fuori stagione. Se siete amanti del Carnevale, questo non potete assolutamente perdervelo, come anche quello di Venezia e di Fano. Per tutti i dettagli consultate il sito.
A carnevale ogni scherzo vale….ma io al momento sono serissima nel descrivervi una grande festa di carnevale dove i vostri piccoli si divertiranno un sacco, ma anche voi farete altrettanto.
Perché è così, il carnevale è sinonimo di allegria e di spensieratezza, un’occasione in cui si possono indossare i panni del proprio personaggio preferito o fare un balzo nel passato al tempo di dame e cavalieri o addirittura fino ai tempi della preistoria. L’altra parola indispensabile è DOLCEZZA: castagnole, cresciole, frittelle e quantità industriali di caramelle e dolciumi in genere.
La manifestazione carnevalesca di cui vi parlerò oggi è quella di Fano.
Il motto è: bello da vedere e dolce da gustare!
Carri allegorici, maschere, musica e quintali di dolciumi per uno spettacolo unico e indimenticabile.
Qui si fondono cultura, mostre, teatro, arte e gastronomia….e l’ingresso ha un costo di 15 euro, ma volendo si può salire sui palchi e sulle tribune dove occorre pagare un biglietto differente.
Carro Rossini
Il getto, è senza dubbio il punto di forza del carnevale di Fano. Ogni anno quintali di caramelle e cioccolatini piovono dai carri allegorici durante le sfilate.
Carro Frida Kahlo
Un altro elemento assolutamente originale del carnevale fanese è il caratteristico Pupo. Si tratta di una maschera che rappresenta sotto forma di caricatura i personaggi più in vista della città e che insieme alla “Musica Arabita” vanta una lunga tradizione nella storia del carnevale di Fano.
Quest’ultima è una spiritosa banda musicale, nata nel 1923, che utilizza strumenti di uso comune quali barattoli di latta, caffettiere e brocche per produrre un’allegra musica, (detti batanaj) in perfetta sintonia con il clima allegro che si respira.
Musica Arabita
Le sfilate dei carri allegorici, tradizionalmente realizzati in cartapesta dagli abili maestri carristi fanesi, si concludono con un giro assolutamente suggestivo: quello della luminaria, una vera e propria festa di luci e colori.
I carri sono delle vere e proprie opere d’arte, appena finisce il carnevale i maestri ricominciano subito a lavorare per costruire i carri per l’anno successivo, i particolari di ogni soggetto sono curati nei minimi dettagli e la loro grandezza è impressionante.
Solitamente ogni anno c’è un ospite d’onore in tribuna, generalmente un personaggio dello spettacolo o comunque conosciuto: quest’anno ci sarà Massimo Boldi, mentre il pupo è stato dedicato a Jannik Sinner.
Tutte le domeniche mattina invece si tiene il carnevale dei bambini, un momento completamente dedicato ai più piccoli, con animazione, musica e tanti laboratori creativi. Il Carnevale di Fano ha addirittura una sua maschera: El Vulòn, ovvero un personaggio che ama ostentare manie di grandezza- Guardatevi bene intorno, lo riconoscerete dalle ali, dal monocolo e da quel sorrisetto beffardo.
Il Carnevale di Fano è una festa veramente bella, alla quale partecipano persone da ogni parte del mondo!
Se non ci siete mai stati, quest’anno dovete assolutamente partecipare… sono tornati anche i fuochi pirotecnici al Pincio!!! Le sfilate saranno nei giorni 16-23 febbraio e 2 marzo.
Buon Carnevale a tutti!
Viaggiatrice seriale.
P.S.: munitevi di una bella borsa, potreste tornare a casa con un bel bottino (dolcissimo)!
P.P.S.: Le sfilate iniziano alle 15:00
Venezia, Venezia, difficile renderle giustizia con semplici parole, Venezia deve essere vissuta in prima persona per essere compresa.
Oggi però voglio parlarvi di un periodo in particolare, in cui la città risplende particolarmente, in cui è sulla bocca di tutti ed è percorsa da cittadini di tutto il mondo (non che di solito non lo sia, ma molto più del normale), un periodo in cui tutti possono essere diversi dal solito e indossare i panni altrui: Il Carnevale!
Il carnevale ha tradizioni antichissime che rimandano ai culti ancestrali di passaggio dall’inverno alla primavera anche se documenti scritti ci fanno ricollocare questa meravigliosa, in cui per pochissimi giorni l’anno anche i ceti più umili potevano burlarsi pubblicamente dei ricchi indossando una maschera sul volto al 1094. Ebbene si, sono trascorsi più di 900 anni.
Un tempo i veneziani abbandonavano i propri lavori per dedicarsi totalmente ai divertimenti.
La storia del carnevale veneziano è immensa, trova annate di maggiore risalto e altre di minore, ma senza dubbio il secolo che più di ogni altro rese Venezia un luogo dalle infinite suggestioni e patrimonio della fantasia del mondo fu il settecento; la città era allora il mondo di Giacomo Casanova, un mondo superficiale, festante e galante.
Col passare degli anni poi prevalse il lato romantico della laguna, facendo diventare Venezia meta di artisti, scrittori, musicisti ed avventurieri …
Potrei stare qui per ore a raccontare i vari periodi storici e i cambiamenti legati ad essi ma il carnevale è sempre restato un punto fermo, tanto da arrivare fino ai giorni nostri. In un certo senso lo spirito carnevalesco non abbandona mai la città
Io sono sempre rimasta affascinata da tutto ciò, così ho voluto testare di persona e vedere l’atmosfera che si respira in queste giornate di festa e devo dire che non sono rimasta affatto delusa.
Bisogna mettere in conto che si avrà a che fare con una quantità di persone indescrivibile, un angolo di pace non si riuscirà a trovare in tutta la città, ma è anche questo il bello.
Io ho trascorso due giorni a Venezia, pernottando in un b&b molto vicino a Piazza San Marco, che avendo prenotato per tempo aveva un prezzo più che accessibile.
Scesi dai vaporetti si entra subito nel clima di gran festa, maschere e bellissimi abiti vi circonderanno, non vedrete altro. Sembra quasi di essere tornati indietro nel tempo quando si vedono passeggiare coppie a braccetto che sfoggiano abiti delle migliori sartorie, per non parlare poi delle ingombranti parrucche sia maschili che femminili. In mezzo a tutto ciò però ci sono anche vestiti contemporanei che ci fanno tornare ai nostri giorni.
Solitamente il carnevale dura circa 3 settimane e le giornate di particolare interesse sono senza dubbio le domeniche, giorno in cui vengono organizzate le maggiori manifestazioni, come il volo dell’angelo, il concorso della maschera più bella, varie rappresentazioni teatrali e visite guidate.
Sicuramente non è il momento migliore per visitare la città e godere appieno della sua bellezza, ma non è nemmeno impossibile in quanto il tutto si concentra maggiormente in Piazza San Marco, quindi basta allontanarsi leggermente, magari fare un giro in gondola per i suggestivi canali o ammirare il Ponte di Rialto.
La città è talmente bella ed affascinante che in ogni periodo regala momenti indimenticabili.
Il carnevale sicuramente aiuta a sognare un po’!! Secondo me va vissuto almeno una volta nella vita …
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
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