Ultimamente il pic nic sta davvero andando alla grande fra le proposte estive e visto che lo scorso anno avete apprezzato molto l’articolo sui luoghi insoliti in cui fare un aperitivo, quest’anno voglio consigliari due luoghi per un pic nic.
Il convivio di nonno Ciro
Partiamo dalla provincia di Pesaro Urbino e spostiamoci proprio ad Urbino, direzione Montefabbri dove sorge Il Convivio di nonno Ciro.
Immaginatevi la visuale dalla cima della collinetta , seduti comodi sui divanetti o sui cuscinoni, gustando affettati, focacce, olive ascolane e polpette. Se prenotate per tempo potreste riuscire ad accaparrarvi una tenda (sono solo 5) e godervi il tramonto comodamente seduti sui cuscini.
La particolarità di questo luogo è che potete gustare anche la carne alla brace, ma solo se avete voglia di cucinarvela. Sono a disposizione dei clienti infatti delle griglie in cui cuocere la propria cena. Il tutto sarà allietato dalle note del dj posizionato all’interno della bellissima mongolfiera.
Scamporella
Cambiamo regione e dirigiamoci a Cesena per vivere una super serata da Scamporella. Per me è una vera certezza, il luogo perfetto in cui trascorrere una serata cenando con un pic nic fra gli ulivi, gustando prodotti davvero ottimi.
La parte che preferisco è in assoluto l’allestimento, tutto sulle tonalità del bianco e del rosso, i colori perfetti per un pic nic.
Approfittate delle ultime serate estive per concludere questa stagione vivendo un’esperienza diversa. Al prossimo pic nic, viaggiatrice seriale.
Sull’Appennino Tosco-Emiliano si trova la Cascata di Moraduccio, che ovviamente non mi sono fatta sfuggire e ho visitato per poi aggiungerla alla lista di cascate viste che si sta allungando sempre più. Siamo già in Toscana, in provincia di Firenze anche se solo per pochi km rispetto all’Emilia Romagna. La cascata di trova a Moraduccio, se venite da sud dovete prendere l’uscita di Imola per poi proseguire proprio per Moraduccio. Lasciate l’auto sulla strada e prendete via Castiglioncello che scende alla cascata, dopo circa 300 m sarete già arrivati a destinazione. La zona sul fiume Santerno è molto ampia, dopo aver attraversato un ponte vi troverete in una spiaggetta di sassi proprio di fronte alla cascata, scegliete il vostro posto e rilassatevi in questo ambiente naturale. Il salto della cascata è di circa 20-30 metri e si getta sulle acque del fiume creando innumerevoli piscine naturali.
La zona è perfetta per rinfrescarsi in una giornata estiva, le acque del fiume sono basse e calme e consentono di spostarsi facilmente. La cascata Rio dei Briganti o meglio conosciuta come la Cascata di Moraduccio è davvero scenografica e merita una visita. Ho scoperto poi che questa zona è famosa per le grigliate, infatti arrivando ho sentito nell’aria un buon odore di carne … anche poco sotto la cascata troverete una zona adibita a barbecue. Immergetevi, stendetevi al sole e godetevi la giornata.
Passeggiata al borgo fantasma di Castiglioncello
Per gi amanti delle passeggiate di borghi fantasma, c’è una tappa obbligatoria: il paese abbandonato di Castiglioncello. Proseguite sulla strada che vi ha condotto alla cascata, oltrepassate il ponte e continuate dritto su una grande strada di ghiaia.
Ad un certo punto vedrete la strada che continua con una curva sulla destra o un sentiero sulla sinistra, entrambi portano al borgo abbandonato. Devo ammettere che è davvero affascinante questo luogo in cui la natura ha ripreso possesso di tutti gli spazi invadendo gli interni delle case abbandonate. Gli edifici sono conservati abbastanza bene ma vi sconsiglio di entrare al loro interno, non si sa mai.
Alla fine della strada che attraversa l’agglomerato di case sorge ancora la chiesa co il suo campanile completamente ricoperto di verde. Castiglioncello ha origini lontane e sembra che sia stato abbandonato quando venne variata la viabilità e costruita una nuova strada molto più comoda della mulattiera che lo ha isolato. Dopo la Seconda Guerra Mondiale venne proprio abbandonato. Da lassù si gode di un panorama meraviglioso, vi consiglio di andare alla scoperta di qualche bello scorcio prima di prendere la strada del ritorno.
Castel del Rio: visita al borgo
Se vi recata alla Cascata di Moraduccio una tappa d’obbligo è sicuramente il borgo medievale di Castel del Rio. Piccolino e curato nei minimi dettagli vi piacerà sicuramente. La sua rocca ospita il Museo della Guerra e il Ponte degli Alidosi, a schiena d’asino è davvero meraviglioso.
Fate un giretto per le vie della parte storica e poi scendete verso il ponte e il fiume dove potrete terminare la giornata con un aperitivo o una cena al chiosco sul fiume.
Ottimo itinerario per una gita fuori porta sull’Appennino Tosco-Emiliano.
Nell’entroterra marchigiano sorge il piccolo paese di Borgo Pace, conosciuto soprattutto dai centauri che si dirigono verso Bocca Trabaria. Io vi porto alla scoperta del lato naturalistico di Borgo Pace.
Sentiero del Carbonaio
Partendo proprio dal centro, lascate piazza de Pino alle vostre spalle, girate a sinistra e poi subito a destra dove troverete diversi segnali del CAI. Prendendo la salita sulla sinistra, intraprenderete il Sentiero del Carbonaio, illustrato strada facendo da diversi pannelli esplicativi sulla raccolta del legno e su tutto il processo fino ad arrivare alla produzione del carbone. Il sentiero non è troppo impegnativo, ma dipende dal periodo in cui decidete di farlo. Io ad inizio estate, in una giornata assolata ho patito parecchio il caldo, ve lo consiglio per la primavera o l’autunno.
Piccoli tratti sono riparati dal bosco, ma la gran parte del sentiero è aperto. Le salite non mancano, ma i panorami ripagano di tutta la fatica. Dopo qualche km incontrerete anche dei bivi con altri sentieri. Io ho optato per scendere verso Case di Sant’Andrea, avvistando lungo il percorso i ruderi dell’omonima Torre. A fine sentiero si arriva in uno spiazzo dove viene accatastata la legna e finalmente si trasforma in carbone.
Oltrepassate l’agglomerato di vecchie case e proseguite sulla strada asfaltata alla vostra destra. Dopo poco arriverete di fronte ad un ponte , non oltrepassatelo ma prendete il sentiero sulla destra per arrivare alla cascata e rinfrescarvi un po’.
Le cascate di Borgo Pace
Nei pressi di Borgo Pace, il fiume Auro genera diverse cascate . La mia preferita è proprio quella che si raggiunge dal sentiero di fianco al ponte, la strada è brevissima e costeggia il fiume. Se siete fortunati e trovate poca gente, potete posizionarvi sui sassi sopra alla cascata, grandi e relativamente comodi. Da qui sarà semplice scendere per fare un ottimo bagno nella piscina naturale che crea la cascata.
Le piscine naturali più frequentate sono invece poco più avanti nella direzione opposta. Le trovate molto facilmente perché sul ciglio della strada vedrete diverse auto parcheggiate. Qui il fiume Auro, lungo il suo corso crea piscine e piccole cascatelle, ottime per rinfrescarsi in una giornata estiva. Non manca però nemmeno una sorgente termale, indicata da un cartello proprio sul ciglio della strada. Se non siete ancora stanchi di cascate, andando verso Sant’Angelo in Vado troverete quella del Sasso.
Il Parco del Conero è conosciuto soprattutto per la bellezza delle sue spiagge ma non sono da dimenticare i numerosi sentieri per il trekking che lo attraversano. Essendo marchigiana, amo molto questa zona della mia regione e questa volta ho voluto vivere il lato sentieristico del Conero. Questi sono 3 sentieri facili che dal centro di Sirolo conducono a 3 spiagge meravigliose. Iniziamo a camminare!
Sentiero 302 “Delle due Sorelle”
Partendo dal Municipio di Sirolo, dove potete lasciare l’auto, dirigetevi verso sinistra, prendendo la 1° uscita della rotonda e percorrendo per poco la strada asfaltata (ci sono delle parti delimitate per i pedoni). Dopo poco incontrerete alla vostra destra una strada percorribile anche in auto, ma in cui vengono segnalati i sentieri CAI. Girate e iniziate la salita, proseguite sempre dritto fino ad arrivare ad uno spiazzo con le auto parcheggiate, oltrepassate il cimitero e proseguite sul sentiero sulla destra. Dopo poco inizierete a scorgere vedute meravigliose sul mare. Questo sentiero si snoda ai bordi della falesia per poi inoltrarsi nel fitto della macchia mediterranea; infatti inizialmente si cammina in una strada grande circondati dalla ginestre in fiore per poi proseguire in sentieri sempre più stretti immersi nel verde fino ad arrivare al Passo del Lupo.
Da qui la visuale è eccezionale. si vedono benissimo le Due Sorelle e anche la spiaggetta, mentre sul lato opposto si possono ammirare le spiagge di Numana. Il sentiero è così chiamato perché teoricamente conduce fino alla spiaggia delle Due Sorelle, ma ora è possibile percorrerlo solo fino al Passo del Lupo ( o punta della Croce) come previsto dall’ordinanza sindacale del Comune di Sirolo che stabilisce il divieto assoluto di transito. Quindi potrete arrivare solo fin qui, ammirare il panorama eccezionale per poi tornare indietro. Questo sentiero è percorribile a piedi e il tempo di percorrenza per la sola andata è di circa un’ora.
Sentiero 303 dei Sassi Neri
La parte iniziale è identica al sentiero 302, infatti troverete i cartelli che indicano la stessa direzione, però questa volta prima di arrivare al cimitero, dovete svoltare a destra su una grande strada asfaltata e una volta che vi trovate con il mare di fronte, prendete il sentiero a sinistra. Non potete sbagliare e poi durante il percorso ci sono sempre i cartelloni ad indicare la direzione.
La ricompensa a fine sentiero sarà la bellissima spiaggia dei Sassi Neri con area attrezzata e area di spiaggia libera.
Se volete premiarvi per la fatica, prima di scendere in spiaggia trovate un ottimo ristorante in cui recuperare le forze, Il sentiero è considerato facile, i tempi di percorrenza sono di circa 45 minuti per la sola andata.
Sentiero 304 San Michele
Il sentiero 304 è quello che parte ancora più vicino al borgo di Sirolo, la direzione da prendere è la medesima dei precedenti ma a ridosso della rotonda, svoltate a destra su Via Piave. Potrete ammirare subito un ottimo panorama per poi prendere il sentiero sulla destra che con una discreta pendenza vi condurrà fino alla spiaggia di San Michele attraversando il bosco. Da qui potete proseguire sulla destra fino a raggiungere la Spiaggia Urbani e l’omonima grotta.
Dateci un’occhiata perché merita davvero, non è così frequente trovare grotte proprio in riva al mare. Dopo esservi riposati, senza tornare indietro, potete risalire verso il centro di Sirolo dalla strada dietro il ristorante Paranza, che sempre con una discreta pendenza vi condurrà a Sirolo attraverso passaggi pedonali e scalinate che costeggiano la strada. Questo sentiero è considerato facile con un tempo di percorrenza di circa 30 minuti a tratta.
Finalmente sono riuscita a vivermi anche questo lato del Parco del Conero e sono sicura che questi 3 sentieri per il trekking sul Conero saranno i primi di una lunga serie. Prima o dopo la camminata, concedetevi una sosta nella piazzetta di Sirolo che ha una veduta così meravigliosa da togliere il fiato.
Per le informazioni sui sentieri o sul Parco potete rivolgervi al Centro Visite Parco del Conero, Via Peschiera 30 Sirolo (0719330490 info@parcodelconero.eu).
Sulle colline umbre, a più di 600 metri slm sorge il borgo di Rasiglia, un luogo in cui il tempo si è fermato. Si tratta di un borgo di origine medievale che ha da sempre improntato la sua esistenza in relazione all’acqua. Conosciuto anche come la piccola Venezia o il borgo dei ruscelli, regala scorci davvero suggestivi grazie ai ruscelli che scorrono fra le case.
Come raggiungere Rasiglia
Trovandosi in provincia di Perugia e sotto il comune di Foligno è davvero facile da raggiungere, Trattandosi di un piccolo borgo non aveva la capacità necessaria ad ospitare tutte le auto che circolano oggi, ma troverete dei nuovi parcheggi segnalati proprio alle porte d’ingresso,
Cosa fare a Rasiglia
Vi consiglio di fare una passeggiata nel borgo guidati solo dal vostro istinto, ammirate le case affiancante dai ruscelli, disposte ad anfiteatro, raggiungete il mulino e osservate il lavatoio. Sulle pareti sono affisse vecchie fotografie delle donne del borgo che aiutano ad immaginare i frammenti di vita quotidiana degli anni passati.
Proseguite la passeggiata fino ad incontrare le cascatelle e poi fermatevi in uno dei locali per gustare qualche prodotto tipico. Dopo esservi riposati potete fare una bella passeggiata per raggiungere i resti del Castello dei Trinci, famiglia proprietaria di alcune abitazioni e di diverse attività che grazie allo sfruttamento dell’acqua hanno garantito la vita di tutta la comunità.
Oggigiorno è possibile ammirare solo i resti delle mura del castello e delle due torri difensive minori, oltre al rudere del mastio. Nel 1997 Rasiglia fu colpita dal terremoto e solo grazie al lavoro dei suoi abitanti oggi possiamo ammirarla curata in tutti i particolari, è proprio per la sua bellezza che negli ultimi anni è diventata una tappa imperdibile da includere in un itinerario in Umbria.
Cosa vedere nei dintorni
Nelle vicinanze potete visitare Foligno, Spello, Spoleto, Assisi e Perugia.
Il Monte San Bartolo nella città di Pesaro è una vera meraviglia in ogni stagione dell’anno: si tratta di una Riserva Naturale formata da un falesia che si getta a strapiombo nel mare, tra Pesaro e Fiorenzuola di Focara.
Guardare il tramonto sul Tetto del Mondo
Itinerari naturalistici, sentieri CAI e percorsi per le biciclette, in questo piccolo paradiso non manca proprio nulla. Vi svelo un segreto: è il mio posto del cuore e oggi mi sento altruista, voglio condividere tutte queste bellezze anche con voi. Tra Maggio e Giugno il San Bartolo si dipinge di giallo grazie alla fioritura delle ginestre: inutile dire che è una gioia per gli occhi.
Noi pesaresi lo conosciamo da sempre, ma ultimamente ci sono anche tanti turisti che inseriscono una tappa da queste parti. Mettete in macchina anche un telo o una tovaglia e dopo aver praticato attività sportiva o esservi rilassati con una camminata, fermatevi per un pranzo, una cena o un aperitivo…. rigorosamente fai da te. Il Tetto del Mondo, uno spiazzo pianeggiante dal quale ammirare la costa da Pesaro a Cesenatico – nelle giornate limpide – è il luogo perfetto per riempirsi gli occhi di tanta bellezza. Circondati dal giallo delle ginestre, comodi sui vostri teli, gustatevi un aperitivo ammirando il tramonto in questo luogo speciale.
Come raggiungere il tetto del mondo
Il Tetto del Mondo si raggiunge sempre attraverso dei sentieri, ma una volta lasciata l’auto, la strada da percorrere è pochissima…. ovviamente è un sentiero sterrato, magari delle calzature chiuse e un abbigliamento comodo sono più indicati. Come punto di riferimento potete prendere il camping Paradiso, venendo da Pesaro, poco dopo sulla destra vedrete uno spiazzo un po’ più grande in cui parcheggiare. Percorrete il sentiero e in men che non si dica sarete circondati dal giallo delle ginestre in fiore.
Uno dei trekking più belli dell’ultimo anno è senza ombra di dubbio quello alla Riserva Naturale del Sasso Simone e Simoncello. Livello Escursionista, non presenta grandi difficoltà ma regala enormi emozioni.
Il percorso del trekking
Ci troviamo proprio al confine fra Marche e Toscana, infatti considerate che il Sasso Simone è sotto la provincia di Arezzo e il Sasso Simoncello è sotto quella di Pesaro-Urbino. Il mio itinerario ha come partenza il Passo della Cantoniera sul Monte Carpegna. Lasciate l’auto al Carpegna Park, proprio da qui partono diversi sentieri. Prendete il sentiero proprio di fronte al bar e iniziate a scendere in mezzo al bosco; dopo poco vi troverete sulla strada, attraversatela e continuate il sentiero che da questo punto inizia veramente. Le indicazioni sono buone (almeno nella I parte del sentiero), seguite il sentiero 118 e immergetevi completamente nel bosco. Avvolti a 360° dal verde, raggiungete Banditella a 1085 metri e continuate dritto. Giunti alla Sella dei Sassi arriva il momento della scelta. Se volete salire sul Sasso Simoncello dovete prendere il sentiero a destra (che non è segnalato da indicazioni), seguite il percorso e ad un certo punto, fra il verde degli alberi scorgerete il bianco-marroncino della roccia. Proseguite ancora dritto fino a raggiungere una ferrata: in realtà non è niente di spaventoso, diciamo che la corda in ferro è per un maggiore senso di sicurezza.
Ecco, dopo poco vi ritroverete davanti agli occhi tutta l’imponenza del Sasso Simone (visto dal Sasso Simoncello); una bellezza indescrivibile e come ciliegina sulla torta, quella che si estende fra i due sassi è la cerreta più grande d’Europa.
Ritornate sui vostri passi fino a raggiungere di nuovo la Sella dei Sassi e questa volta proseguite dritto verso il Sasso Simone. Il paesaggio cambia totalmente e lascerete il bosco alle vostre spalle per ritrovarvi nella zona dei calanchi.
Qui a mio avviso la segnaletica è un po’ carente, aguzzate la vista e cercate le indicazioni del sentiero sulle pietre a terra. In linea di massima comunque seguite la strada fino ad arrivare ad un’antica frana naturale. Come dicevo prima, questo è uno dei trekking più belli dell’ultimo anno, forse proprio per la varietà di paesaggi che si modificano in continuazione. Attraversate tutta la parte della frana fino a raggiungere il grande faggio in cima. A questo punto potreste approfittarne per la pausa pranzo con una vista strepitosa.
Proseguite poi sul sentiero 118, passate di fronte al faggio e salite seguendo sempre il sentiero: ancora pochi passi e sarete di fronte ad un cancello, apritelo e sarete alle porte del Sasso Simone.
Il Sasso Simone è il Sasso Piatto, riconoscibile facilmente da ogni angolazione: non sembra nemmeno di essere sulla cima di un monte, ma piuttosto in un grande prato…..fin quando non raggiungete il bordo ed ammirate il panorama da lì: spazia dalle Marche alla Toscana, dall’Emilia Romagna all’Umbria.
Una volta scesi, proseguite sul sentiero alla vostra sinistra, così da attraversare di nuovo il bosco e tornare al punto di partenza facendo un giro ad anello di circa 12 km.
Sasso Simone: il luogo in cui sorgeva la Città del Sole
Il Sasso Simone ha un legame strettissimo con la storia. Nel 1566 Cosimo I De Medici decise di costruirci una città-fortezza per la sua posizione tattica perfetta per controllare Marche, Emilia e Umbria.
Nacque così la Città del Sole che purtroppo ebbe una vita breve, di solo una decina di anni a causa delle forti difficoltà legate alle temperature invernali. Purtroppo oggigiorno non rimane nulla della Città del Sole, se non la strada per raggiungerla. Per salire sul Sasso Simone infatti, camminerete sulle grosse pietre calpestate dal tempo dei Medici.
Sentieri nel Parco del Sasso Simone e Simoncello
Il seniero 118 è solo uno dei tanti che partono alla scoperta della flora e della fauna del Parco del Sasso Simone e Simoncello e del Monte Carpegna. Partendo dal centro di Carpegna potete raggiungere il Cippo, la zona ricca di tornanti in cui Marco Pantani amava allenarsi. Se volete staccare un po’ dalla natura e visitare qualcosa, poco distante meritano Pennabilli, Urbino, Sassocorvaro e Macerata Feltria.
Un po’ di colore mette sempre di buon umore, che ne dite di fare un giro nel borgo dei murales marchigiano? Siamo a Braccano, il borgo dei murales in provincia di Macerata alle pendici della Riserva del Monte San Vicino e del Canfaito. Passeggiando per il borgo, si incontrano decine di murales che ravvivano le facciate delle case.
Come nasce il borgo dei murales
Per valorizzare il borgo, nel 2001 l’Amministrazione Comunale ha commissionato all’Accademia di Belle Arti di Urbino, Macerata e Brera e a numerosi artisti internazionali diversi murales che sono poi diventati la vera attrattiva. Infatti durante una visita a Braccano, incontrerete diversi turisti che si aggirano tra le viuzze intenti a scovare qualche macchia di colore.
Tra case, fienili e muretti si contano circa 60 opere, alcune molto belle e altre di un livello inferiore. I miei preferiti sono il lupo e la donna dagli occhi verdi.
Escursioni da Braccano: Gola di Jana
Come già detto in precedenza, Braccano vanta una posizione strategica a livello naturalistico, è infatti considerato un ottimo punto di partenza per camminate nel verde. Una passeggiata davvero semplice e adatta anche ai bambini è quella che conduce alla Gola di Jana.
Attraversate tutto il paese, oltrepassate il ponte e dopo le ultime case vi ritroverete ad un bivio, prendete a sinistra (troverete già i cartelli con le indicazioni) e dopo pochi metri troverete un piccolo parcheggio. Io ad esempio ho fatto anche questo tratto a piedi, dista circa 15 minuti dal borgo.
Una volta qui, prendete il sentiero a sinistra e poi al bivio tenete la strada principale (a destra) e vi ritroverete in un mondo incantato: completamento immersi nel verde. Dovrete guadare tre o quattro volte il ruscello e nel giro di 20 minuti sarete di fronte alla cascata (è piccolina e dipende dalla quantità d’acqua del ruscello, non aspettatevi un salto alto) incorniciata dalle pareti di roccia a strapiombo.
Io ho avuto la fortuna di non incontrare nessuno e sono sincera nel dirvi che questo posto mi ha rapita. Volendo, con l’aiuto di una corda fissata alla parete destra, si può proseguire per poco e arrivare sopra la cascata dove troverete una piscinetta naturale e una seconda cascatella.
Un altro percorso in zona, ma un po’ più lungo è quello della Forra Bocca De Pecu, oppure potreste dirigervi verso l’Abbazia di Roti. Prima della camminata per immagazzinare energie o al vostro ritorno, vi consiglio una sosta al Bar Murales, il punto di ristoro di Braccano in cui gustare i prodotti tipici. Se siete amanti dei borghi dei murales, non potete perdervi Dozza e Saludecio. Al prossimo viaggio, viaggiatrice seriale.
Perdersi in un mondo parallelo: succede al Giardino dei Tarocchi di Capalbio.
Il Giardino
Il Giardino dei Tarocchi è un parco di sculture, una sorta di museo a cielo aperto in cui passeggiare ed incontrare 22 sculture alte fa i 12 e i 15 metri che rappresentano i 22 arcani maggiori dei tarocchi. Il mix di specchi e piastrelle colorate crea un impatto visivo molto piacevole.
Si incontrano quindi la Giustizia, il Mondo, l‘Impiccato, l’Imperatore,il Mago e tutte le altre figure presenti nelle carte. Degna di nota è senza ombra di dubbio l‘Imperatrice, una vera e propria abitazione completa di bagno e camera da letto, interamente rivestita di specchi dove l’artista visse per diversi anni e dove si riuniva con i suoi collaboratori. E’ davvero strabiliante!
Storia del Giardino dei Tarocchi
Il Giardino dei Tarocchi è stato realizzato in circa 20 anni, dal 1979 al 1998 dall’artista Niki De Saint Phalle. Lei stessa l’ha descritto come un luogo che faccia gioie gli occhi e il cuore, un luogo fuori dagli schemi. L’artista franco-statunitense durante una visita a Barcellona, rimase folgorata dai lavori di Gaudì e decise di voler realizzare un suo giardino.
Traendo ispirazione dall’arte italiana in generale e dopo aver visitato anche il Parco dei Mostri di Bomarzo, iniziò questo enorme progetto che ci lascia ancora oggi a bocca aperta. E’ un luogo particolare, in cui la natura si mescola perfettamente con le opere, un luogo in cui poter lasciare al di fuori lo scorrere del tempo.
Info utili e come arrivarci
Ci troviamo in Maremma Toscana, in provincia di Grosseto e più precisamente a Garavicchio (frazione di Capalbio). Raggiungere il giardino è molto semplice, prendete per Capalbio e poi seguite le indicazioni. Il parco è aperto solamente in determinati periodi dell’anno (dal 1 Aprile al 15 Ottobre), solo il pomeriggio dalle 14:30 alle 19:30 e solo su prenotazione. Il costo del biglietto d’ingresso è di 14 euro (12 + 2) l’intero o di 9 (7+2) per gli over 65 e per la fascia di età 7-22 anni. per i bambini fino a 7 anni è invece gratuito. Per tutte le informazioni aggiornate visitate il sito.
Direi che è la scusa buona per organizzare un bel viaggetto in Maremma, al quale poi abbinare tanto altro: visite ai meravigliosi borghi come per esempio Capalbio, rigeneranti passeggiate in natura sull’Argentario o all’Oasi del lago di Burano, relax alle terme a cielo aperto di Saturnia o un bel bagno in qualche spiaggia della Maremma. Al prossimo viaggio, Viaggiatrice seriale.
Un luogo immerso nella pace e nella natura nelle Marche è sicuramente il bellissimo Eremo dei Frati Bianchi. Era da tanto che volevo visitare questo luogo speciale e finalmente posso depennare un’altra voce dalla mia lista. Ci troviamo a Cupramontana in provincia di Ancona.
Come raggiungere l’Eremo dei Frati Bianchi
Raggiungere l’Eremo dei Frati Bianchi è davvero semplice: provenendo da nord prendete l’uscita dell’autostrada Ancona (Jesi) e continuate in direzione Cupramontana. Prima di raggiungere il borgo svoltate a destra su via Eremo della Romita e pochi metri dopo troverete il cartello con le indicazioni per l’Eremo. Lasciate l’auto nel piccolo parcheggio o lungo il ciglio della strada e iniziate la vostra camminata in salita all’interno del bosco sacro. La camminata non è lunga e vi condurrà all’Eremo (non è possibile raggiungerlo in auto).
Il bosco dell’eremo
Anche il sentiero per raggiungere l’eremo è davvero bello e suggestivo, si passeggia all’interno del bosco che custodisce un’importante varietà di piante, tanto da poter istituire un’area floristica protetta, la 16° delle Marche. La strada di ghiaia costeggia il Fosso dei Corvi che crea lungo il tragitto delle bellissime cascatelle.
L’Eremo dei Frati Bianchi
Finita la strada immersa nel bosco, si rimane letteralmente senza parole quando alla vista compare l’immagine dell’Eremo dei Frati Bianchi, preceduto da un enorme prato fiorito con al centro una fontana. Sembra di aver raggiunto un tesoro al centro di una foresta. La struttura imponente in mattoncini domina tutta la visuale, le finestrelle azzurre donano un tocco di colore e le grotte laterali riportano indietro nel tempo.
Questo è il percorso più breve per raggiungere l’eremo, ma è possibile arrivarci anche dalla parte opposta seguendo il Percorso Blu da Cupramontana. Se si arriva da questo lato, non si ha l’immagine che siamo soliti vedere come prima cosa, ma a mio avviso è ugualmente affascinante perché si esce dal bosco e si attraversa l’antica porta che conduceva al complesso.
Oltrepassatela e giratevi, avrete l’impressione di poter chiudere il bosco fuori.
Storia dell’Eremo dei Frati Bianchi
L’Eremo dei Frati Bianchi fu fondato nel XI secolo da San Romualdo e deve il suo nome al candido colore del saio indossato dai Camaldolesi. A San Romualdo venne anche dedicata una delle grotte ricavate nella parete di arenaria, il luogo in cui sorgevano le celle dei monaci.
Il suo nome originale sembra essere Eremo delle grotte del Massiccio, proprio perché tutto prese vita da questa parete rocciosa che però essendo friabile e poco solida, nel corso degli anni divenne poco sicura, così i monaci costruirono un nuovo eremo non lontano dalle grotte.
Passeggiata attorno all’eremo
Se amate immergervi nel verde, dopo aver ammirato l’eremo, il chiostro e le grotte, potete fare una passeggiata ad anello che vi ricondurrà sempre all’eremo. Tornate indietro sulla strada di ghiaia e imboccate il sentiero sulla destra che si addentra nel bosco seguendo l’indicazione “S. Giovanni”. Dopo qualche minuto avvolti dal verde, uscirete allo scoperto su un belvedere da dove nelle giornate limpide si scorgono i Sibillini. Continuate la strada in salita fino alla casa, proseguite e raggiungete la strada asfaltata. Una volta qui, svoltate a destra e percorrete qualche metro sull’asfalto, dopo aver oltrepassato il cartello Cupramontana riprendete una strada di ghiaia sulla destra e vi ritroverete sul Percorso Blu che vi condurrà di nuovo all’eremo.
Cosa vedere nei dintorni dell’Eremo dei Frati Bianchi
La zona è ricca di eremi e abbazie, quindi non perdetevi l’Eremo dei Frati Neri e l’Abbazia di S. Elena con i meravigliosi daini al suo fianco. Se invece volete visitare un borgo, fermatevi a Cupramontana e a Serra San Quirico.
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