La street art sta prendendo sempre più piede, ci sono addirittura dei percorsi incentrati solamente sull’arte di strada. Oggi vi porto a scoprire quella di San Giovanni in Persiceto.
I murales di San Giovanni in Persiceto
In provincia di Bologna e più precisamente a San Giovanni in Persiceto, un’intera piazzetta è stata riqualificata e portata al suo massimo splendore grazie al lavoro di Gino Pellegrino. All’inizio degli anni ’80, venne scelta questa location per ospitare una manifestazione, ma doveva essere assolutamente risistemata per l’occasione.
Piazzetta Betlemme San Giovanni in Persiceto
Fu per questo che l’artista iniziò a dipingere sulle facciate delle case scene di vita agreste, con ortaggi e animali da cortile dalle dimensioni decisamente ingombranti. Piazzetta Betlemme divenne così famosa e ancora oggi attira turisti curiosi di scattare fotografie vicino a cavoli, oche e maialini giganti.
Murales di San Giovanni in Persiceto
I colori sono tenui e l’atmosfera è davvero piacevole. Fondamentalmente i murales non sono sparsi per il centro storico ma si trovano solo qui.
Ultimamente ha preso forma una nuova opera sul muro del piazzale della stazione del treno. Il titolo è “Mille Papaveri Rossi” ed è dedicato alle donne della resistenza, partigiane e non solo, raffigurate come staffette in bicicletta, operaie in tuta da lavoro o braccianti agricole con il cappello di paglia.
Mille Papaveri Rossi
Una volontà quella della street artist Alice Pasquini di ricordare come il contributo femminile abbia fatto rifiorire gli ideali di libertà e democrazia, come sono rifioriti i papaveri rossi.
Se siete appassionati di murales, non perdetevi Dozza e Saludecio.
La scoperta di zone meno turistiche e meno conosciute mi appassiona sempre tanto, quindi oggi vi parlo di una parte dei Monti Dauni che ho avuto il piacere di visitare da poco. Andiamo alla scoperta di Pietramontecorvino e dei borghi limitrofi.
Pietramontecorvino: cosa visitare
A circa 37 km da Foggia sorge Pietramontecorvino, un borgo della Daunia davvero carino che non dovete assolutamente perdervi durate una vacanza nel capoluogo pugliese. Vanta diversi riconoscimenti come il marchio dei “Borghi più belli d’Italia“, la Bandiera Arancione del Touring Club ed è inserito anche nella rete dei Borghi Autentici. Di origine medievale, Pietramontecorvino si sviluppò soprattutto attorno al 1500, fino ad arrivare ad un secondo periodo di crescita verso la metà del 1800.
Torre di Pietramontecorvino
Durante una visita a Pietramontecorvino da visitare assolutamente la Torre Normanna, forse il suo simbolo per eccellenza. Alta circa 30 metri è visitabile anche internamente e salendo la meravigliosa e originale scala a chiocciola in legno, di 116 gradini si arriverà alla sommità da dove avrete una visuale strepitosa fino al Tavoliere delle Puglie.
Vista dalla torre di Pietramontecorvino
Il centro di Pietramontecorvino, in cui sorgono la torre e il Palazzo Ducale è chiamato Terravecchia. Edificata direttamente su uno sperone di roccia tufacea, ha resistito al passare dei secoli arrivando fino ai nostri giorni in tutto il suo splendore. Un tempo si accedeva alla Terravecchia da ben tre porte, l’unica ad esistere ancora è Port’Alta. Da non perdere il giardino pensile e la chiesa Madre; quest’ultima è dedicata a Santa Maria Assunta ed è la più antica di Pietramontecorvino essendo stata costruita alla fine del XV secolo circa. Vi consiglio di girare senza una meta precisa per la Terravecchia ammirando le case che emergono dalla roccia con le grotte oggi adibite a cantine o magazzini e i vicoli che vi condurranno a scoprire scorci unici. Alzate lo sguardo ed ammirate lo stemma della famiglia Montalto che rimase a Pietra dal 1525 al 1806, esso recita: ” Attenzione, ho passato di peggio”. Ancora due piccole curiosità su questo borgo della Daunia: inizialmente era presente anche una seconda torre che venne abbattuta nel 1525 e i feudatari con lo stesso materiale costruirono il Palazzo Ducale. Inoltre in Terravecchia venivano intonati gli sciàmbule.
Intonazione di uno sciàmbule
Sapete cosa sono? Si tratta di un canto tradizionale diffuso in alcuni paesi dei Monti Dauni, praticato su un’altalena improvvisata con un ceppo da ardere, sospeso tramite una fune alla porta d’ingresso delle abitazioni. Secondo voi potevo forse esimermi dal farlo? Proprio di fronte al mio alloggio c’era un’altalena e sulla porta principale d’ingresso il titolo dello sciàmbule: Temmatemenetè la cui traduzione plausibile è:” Ti ucciderei, ma non ne ho voglia”. Che dite, mi sarò calata abbastanza nella parte?
Suoni, Sapori e Colori di Terravecchia
Nel mese di settembre, a Pietramontecorvino si svolge questa bellissima festa alla quale ho avuto la fortuna di partecipare, quindi appuntatevela per il prossimo anno. Suoni, Sapori e Colori di Terravecchia è una manifestazione che valorizza tutti gli aspetti del quartiere medievale del paese. Pietramontecorvino compie un viaggio indietro nel tempo grazie ad attori e figuranti, cavalieri, armature e bandiere che roteano nel cielo a tempo di musica (anche qui non mi sono tirata indietro e ho vestito i panni di una dama del Medioevo).
Cosa visitare vicino Pietramontecorvino: Motta Montecorvino
Pietramontecorvino è forse il borgo più grande, ma dopo averlo visitato nel migliore dei modi vi consiglio di recarvi a Motta Montecorvino. Paese di 600 anime dove dovete visitare la Torre Campanaria da dove ammirare in panorama a 360°, la Chiesa Madre San Giovanni Battista dedicata al patrono del paese e la Chiesa della Madonna dell’arco.
Torre Campanaria di Motta
Fate tappa anche alla piazzetta del sole e non perdetevi la plurisecolare quercia di San Luca. Motta Montecorvino dista davvero pochissimo dal Monte Sambuco, una delle vette più importanti della Puglia. Se volete trascorrere qualche ora immersi nella natura, dopo aver visitato Motta, questa è la soluzione perfetta, sia per delle camminate che per dei giri in bicicletta.
Cosa visitare vicino Pietramontecorvino: Volturino
Un altro borgo dei Monti Dauni che dovete inserire in questo itinerario è Volturino, il paese del vento. Qui in effetti è sempre molto ventilato, tanto che le vie sono state costruite sfalsate, proprio per non far incanalare troppo il vento. Fate un giro per il paese ed ammirate il panorama dal grande belvedere. Poco distante vi consiglio una visita al Santuario di Santa Maria della Serritella.
Santuario di Santa Maria della Serritella
Cosa visitare vicino Pietramontecorvino: la Torre di Montecorvino
Per concludere questo itinerario, vi parlo di un luogo che ho apprezzato tanto e che collega tutti i precedenti. Il sito di Montecorvino sorge su una collina posta al centro di un triangolo panoramico tra i borghi di Pietra, Motta e Volturino. L’area archeologica è dominata dai resti di una torre che doveva essere alta 24 metri, conosciuta più comunemente come la “Sedia del Diavolo” per la particolare forma che ha assunto nel tempo in seguito ai crolli che l’hanno divisa e aperta.
Torre di Montecorvino (Sedia del Diavolo )
La torre è di sicuro molto suggestiva, vi consiglio di partecipare ad una visita guidata così da poter apprezzare tutta la zona nel migliore dei modi. Recenti scavi hanno infatti fatto emergere resti di un’antica cattedrale, delle torri e una chiesa signorile. Montecorvino è un luogo che mi ha affascinato tanto, non perdetevelo mi raccomando.
Prodotti tipici e dove trovarli
Durante il mio viaggio ho deliziato il mio palato con i prodotti tipici della zona, tra cui ovviamente delle ottime mozzarelle, la pizza jaiame, le immancabili orecchiette alle cime di rapa e tanto altro. Vi lascio giusto qualche indirizzo dove cenare o acquistare prodotti:
Salumificio Carpinelli: da non perdere la noglia
Birrificio Montalto: birre artigianali
Caseificio Il Corvino Bianco: i nodini
Peccati di gola: ristorante in cui gustare piatti tipici della tradizione
Il Friuli Venezia Giulia è una regione davvero magnifica, forse un po’ sottovalutata. Ormai dovreste sapere che amo le mete meno turistiche e così quest’anno ho deciso di dedicare le mie ferie di agosto proprio alla scoperta di questa regione.
Itinerario di una settimana in Friuli Venezia Giulia: cosa fare
A grandi linee, questo è stato il mio itinerario in Friuli Venezia Giulia, ma vi assicuro che le cose da vedere sono molte ma molte di più.
Giorno 1: Portogruaro e Palmanova
Anche se non sono ancora in Friuli Venezia Giulia, Portogruaro è stata la mia pima tappa, proprio per spezzare un po’ il viaggio. Siamo in Veneto, in provincia di Venezia e devo ammettere che l’influenza veneziana si percepisce tutta. Si respira un’atmosfera quasi fatata con tutti i canali che solcano la città. Fate un giro panoramico, non perdetevi i Molini di S. Andrea, il Palazzo dei Cento e l’Oratorio Madonna della Peschiera. Lasciato il Veneto, sono approdata in Friuli Venezia Giulia e come prima tappa ho scelto Palmanova, la città fortezza a forma di stella. Da una veduta aerea si riesce a distinguere molto bene la sua particolare forma, pensate che uno dei fossati, il terzo, venne fatto costruire per volere di Napoleone. Vi consiglio di intraprendere uno dei tre sentieri che percorrono il perimetro per ammirare le mura del vecchio fossato. Ovviamente da vedere la Piazza Grande, con le statue dei Provveditori, le varie porte di accesso e l’acquedotto.
Giorno 2: Barcis
Devo ammettere che il mio itinerario è molto incentrato sulla natura e sulle camminate, con qualche tappa in città. Parlando di natura, il secondo giorno è iniziato con una bella dose di verde al Lago di Barcis.
Lago di Barcis
Colori meravigliosi e camminata davvero piacevole quella del Sentiero del Dint che si immerge completamente nel bosco raggiungendo poi un belvedere da dove si può ammirare tutto il lago dall’alto. E’ possibile poi percorrere un tratto della vecchia strada della Valcellina e attraversare anche un ponte tibetano. Nel pomeriggio mi sono spostata poi alla Diga del Vajont dove ho partecipato ad una bellissima visita guidata. Giretto per Casso, il piccolo borgo sopra la diga e cena a Spilimbergo; vi consiglio di visitarla di giorno perché merita davvero con i suoi palazzi affrescati.
Giorno 3: Valvasone, Polcenigo e Sacile
La giornata è iniziata con una visita a Valvasone, uno tra i borghi più belli d’Italia. Di origine medievale, oggi è nota per le dimore cinquecentesche e il suo centro molto curato. Mi sono poi spostata a Polcenigo per ammirare la Sorgente del Gorgazzo.
Sorgente del Gorgazzo
Difficile spiegare a parole lo spettacolo che offre la natura. Immaginatevi una sorgente di un azzurro intenso, quasi come un cenote messicano, sul fondo della quale è stata posizionata una statua di Cristo, perfettamente visibile visto la limpidezza dell’acqua. Pomeriggio completamente dedicato a Sacile. Di sicuro molto più famosa di altre località visitate, è una vera chicca.
Sacile
Chiamata “Il giardino della Serenissima” offre degli scorci meravigliosi, dalla Piazza del Popolo al ponte sul Livenza.
Giorno 4: Laghi di Fusine
Giornata completamente dedicata alla natura, in uno degli ambienti più belli che abbia mai visto.
Lago di Fusine
I Laghi di Fusine lasciano davvero senza parole. Passeggiata sui sentieri che collegano quello inferiore a quello superiore, pausa pranzo all’ombra dei grandi alberi e poi di nuovo in cammino per raggiungere il Rifugio Zacchi.
Rifugio Zacchi
Preparatevi a faticare un pochino, ma la ricompensa in cima sarà davvero ottima. Oltre alla vista meravigliosa, i piatti del rifugio rimettono in sesto chiunque.
Giorno 5: Venzone e Sauris
Tutti mi dicevano di non perdere assolutamente Venzone e anche io oggi lo dico a voi. E’ assolutamente imperdibile. Rasa al suolo dal terremoto del 1979 è stata completamente ricostruita ed è l’esempio di come con l’impegno l’uomo può fare cose straordinarie. Da non perdere una visita all’imponente Duomo e alle famose Mummie di Venzone.
Venzone
Il pomeriggio invece l’ho trascorso a Sauris fra camminate per il paese e al lago. Ho anche fatto una tappa in un’azienda agricola che coltiva mirtilli e frutti rossi, cosa che non non mi era mai capitata prima d’ora.
Lago di Sauris
Per i più coraggiosi, a Sauris è possibile fare la Zip-Line sul lago.
Giorno 6: Paluzza e Trekking delle Trincee
Da amante dei trekking non potevo perdermi questa esperienza davvero toccante a livello umano. Ho raggiunto il confine con l’Austria e lasciato l’auto al Passo di Monte Croce da dove parte il sentiero delle trincee, un percorso della Grande Guerra. Non è facilissimo, ci sono circa 500 m di dislivello e si arriva a 1800 metri di altezza ma è un’esperienza indimenticabile. Il sentiero è abbastanza stretto ma nulla di esagerato e strada facendo cambiano i panorami. Ad un certo punto si nota un grande masso con delle scritte degli alpini, non si è ancora arrivati ma occorre proseguire. Vi sembrerà di entrare in una sorta di conca dove si allarga a perdita d’occhio un immenso prato fiorito.
Sentiero delle trincee
Salite ancora e sarete quasi arrivati alle prime trincee. Occorre arrampicarsi su una scala di legno con i gradini un po’ ripidi per raggiungere proprio le trincee. Questa prima parte è relativa alle trincee austriache, proseguendo si arriva anche al Trincerone italiano, infatti i due fronti erano distanti solo una decina di metri tra loro. Dire che passeggiare in questi luoghi faccia effetto non rende minimamente giustizia alle emozioni che si possono provare camminando nelle trincee, entrando nelle gallerie di collegamento o rendendosi conto delle condizioni un cui vivevano i soldati. A me è piaciuto tantissimo e se siete in zona è un trekking da non perdere.
Giorno 7: Chiusaforte, il comune delle cascate
Ultima giornata di ferie dedicata completamente alle cascate. Con la prima è scattato un colpo di fulmine, la Cascata di Repepeit lascia senza fiato pur non avendo un salto moto alto, ma le sue acque limpide che si gettano nel fiume e il ponte che le fa da cornice ne aumentano la bellezza. E’ stata poi la volta del sentiero del Fontanone che mi ha permesso di raggiungere la Cascata di Goriuda.
Cascata di Goriuda
Semplicissimo e davvero corto, vi condurrà dinnanzi ad un salto davvero alto, di circa 80 metri che si getta in un laghetto verde dalla forma circolare. La particolarità di questa cascata è che oltre ad ammirarla da diverse angolazioni, è possibile anche passare dietro al rigoglioso salto d’acqua ed ammirarla dalla parte opposta. Il sentiero infatti passa proprio dietro alla cascata ed è imperdibile passare e prendere qualche schizzo per rinfrescarsi. Ottima pausa pranzo a ridosso dell’ingresso del sentiero del fontanone a base di prodotti tipici e poi di nuovo in cammino alla scoperta di un’altra cascata. Qui abbiamo raggiunto livelli di bellezza indescrivibili, più difficile da trovare (prendetevi la cartina delle cascate al ristorante o scaricatela) la Cascata Cjalderon è un vero capolavoro della natura. Due cascate gemelle che si gettano in una piscina dai colori cristallini.
Cascata del Cjalderon
Chiusaforte è il comune delle cascate, ne troverete 13, una più bella dell’altra.
E così, con negli occhi la bellezza di questa meraviglia della natura e nel cuore tutti i ricordi dei giorni precedenti e i nuovi incontri fatti lungo il cammino, è terminata la mia vacanza alla scoperta del Friuli Venezia Giulia che mi ha davvero fatto innamorare. Sono sicura che ci tornerò presto per andare alla scoperta di un’altra zona di questa bellissima regione.
Un trekking molto soddisfacente ma allo stesso tempo non troppo impegnativo è quello al Monte Strega.
Dove partire per il trekking al Monte Strega
Il Monte Strega sorge fra le province di Perugia e Ancona, infatti è una montagna dell’Appennino umbro-marchigiano. Potete inserire come indirizzo di partenza Montelago (Parco dei Daini), una frazione di Sassoferrato. Arrivati qui potete lasciare l’auto nel parcheggio o lungo la strada che costeggia l’area pic nic (utile al ritorno se affrontate la salita al mattino).
Percorso per raggiungere la croce del Monte Strega
Come dicevo in precedenza, la conquista della croce del Monte Strega non è troppo difficile in quanto quasi tutto il percorso è su una strada di ghiaia abbastanza larga, percorribile anche dai fuoristrada. La strada parte proprio dal parcheggio e prosegue sempre dritto (non girate a sinistra), da asfaltata diventa di ghiaia per poi addentrarsi nel bosco.
Strada verso il Monte Strega
Facendolo in estate vi garantisco che le parti coperte dagli alberi sono molto piacevoli. Salendo piano piano, oltre ad ammirare il bellissimo panorama e il vicinissimo Monte Catria, si arriva ad una sorta di pianura da dove la vista spazia a 360 gradi.
Verso la croce del Monte Strega
Dopo esservi riposati un attimo, continuate a salire, qui i percorsi si fanno molto più stretti, si sale sul alto della montagna fino ad arrivare sulla cresta e conquistare la croce alta 8 metri.
Alla conquista della croce
Se non volete percorrere la strada grande, potete prendere il sentiero che parte dal cancelletto e ad un certo punto si ricollega sempre alla stessa strada, passando in mezzo al bosco (seguite i cartelli del CAI).
Croce del Monte Strega
Cosa vedere vicino al Monte Strega
La salita al Monte Strega non dovrebbe mettervi k.o, così vi consiglio cosa vedere nelle vicinanze. Dirigendovi verso Pascelupo, incontrerete tantissimi percorsi che questa volta si snodano lungo il fiume.
Sentieti
Io ho intrapreso quello della Forra del Rio Freddo, anche se non l’ho portato a termine perché l’ambiente circostante era così bello da farmi fermare. Ne ho approfittato come sempre per rinfrescarmi un po’ al fiume e godermi un momento di puro relax immersa nella natura, ma ho un conto in sospeso con la Forra e quindi tornerò a breve.
Rio Freddo
Con un altro percorso potete raggiungere invece l’Eremo di San Girolamo (chiuso però al pubblico). Che dire, in questa zona è pieno di sentieri, poi fatemi sapere quale scegliete. Al prossimo trekking, viaggiatrice seriale.
Il caldo sta lasciando spazio a temperature più miti, ma ancora non vogliamo lasciare andare l’estate. Credo sia il omento perfetto per testare 3 luoghi particolari in cui fare un buon aperitivo in Riviera Romagnola.
Serramare
Questa è stata la vera scoperta dell’estate, un’idea geniale a mio avviso. A Cesenatico, proprio di fianco al Porto Canale, un bellissimo vivaio è stato affiancato da una parte culinaria. A Serramare è’ possibile infatti fare un aperitivo o una cena all’interno della serra, circondati da tutte le piante ma allo stesso tempo isolati.
Ingresso di Serramare
Piccoli tavolini affiancano l’intera serra, creando un’atmosfera eccezionale. La cosa bella è il menu: oltre al solito tagliere di affettati, qui si mangiano patate farcite gourmet … squisite.
Aperitivo da Serramare
L’aperitivo in sera è fattibile dal giovedì alla domenica a partire dalle 18. Magari ne approfittate anche per fare un acquisto floreale prima di tornare a casa.
We-Me Suit Hotel
Cambiamo completamente genere e atmosfera, spostiamoci a Riccione e dove se non in Viale Ceccarini? Vi porto nell’unico hotel che ha l’affaccio sulla famosissima via, il We-me.
Terrazza del We-Me
Aperto da poco, è un posto magnifico, elegante e curato beni minimi particolari. I piatti sono buonissimi e la cosa bella è che è aperto a tutti e non solo agli ospiti dell’hotel.
Interno del We-Me
Che dite, vi è venuta voglia di fare un aperitivo con vista dall’alto su Viale Ceccarini?
Sp.accio
Super conosciuto per la sua ottima pizza, Sp.accio di San Patrignano quest’anno ha allestito uno spazio in cui poter gustare un ottimo aperitivo fra gli ulivi assaporando i loro prodotti buonissimi.
Aperitivo fra gli ulivi
Nell’uliveto di fianco al ristorante e allo shop, troverete bancali e cuscinoni fra gli ulivi in cui rilassarsi ammirando persino il mare nelle giornate più limpide.
Aperitivo da Sp.accio
Ecco i tre posticini testati durante quest’estate, che si aggiungono ai locali per aperitivo che vi ho consigliato lo scorso anno. Alla prossima scoperta, viaggiatrice seriale.
Ultimamente il pic nic sta davvero andando alla grande fra le proposte estive e visto che lo scorso anno avete apprezzato molto l’articolo sui luoghi insoliti in cui fare un aperitivo, quest’anno voglio consigliari due luoghi per un pic nic.
Il convivio di nonno Ciro
Partiamo dalla provincia di Pesaro Urbino e spostiamoci proprio ad Urbino, direzione Montefabbri dove sorge Il Convivio di nonno Ciro.
Tramonto al Convivio di Nonno Ciro
Immaginatevi la visuale dalla cima della collinetta , seduti comodi sui divanetti o sui cuscinoni, gustando affettati, focacce, olive ascolane e polpette. Se prenotate per tempo potreste riuscire ad accaparrarvi una tenda (sono solo 5) e godervi il tramonto comodamente seduti sui cuscini.
Tenda al Convivio di Nonno Ciro
La particolarità di questo luogo è che potete gustare anche la carne alla brace, ma solo se avete voglia di cucinarvela. Sono a disposizione dei clienti infatti delle griglie in cui cuocere la propria cena. Il tutto sarà allietato dalle note del dj posizionato all’interno della bellissima mongolfiera.
Scamporella
Cambiamo regione e dirigiamoci a Cesena per vivere una super serata da Scamporella. Per me è una vera certezza, il luogo perfetto in cui trascorrere una serata cenando con un pic nic fra gli ulivi, gustando prodotti davvero ottimi.
Scamporella
La parte che preferisco è in assoluto l’allestimento, tutto sulle tonalità del bianco e del rosso, i colori perfetti per un pic nic.
Cesto del pic nic
Approfittate delle ultime serate estive per concludere questa stagione vivendo un’esperienza diversa. Al prossimo pic nic, viaggiatrice seriale.
Sull’Appennino Tosco-Emiliano si trova la Cascata di Moraduccio, che ovviamente non mi sono fatta sfuggire e ho visitato per poi aggiungerla alla lista di cascate viste che si sta allungando sempre più. Siamo già in Toscana, in provincia di Firenze anche se solo per pochi km rispetto all’Emilia Romagna. La cascata di trova a Moraduccio, se venite da sud dovete prendere l’uscita di Imola per poi proseguire proprio per Moraduccio. Lasciate l’auto sulla strada e prendete via Castiglioncello che scende alla cascata, dopo circa 300 m sarete già arrivati a destinazione. La zona sul fiume Santerno è molto ampia, dopo aver attraversato un ponte vi troverete in una spiaggetta di sassi proprio di fronte alla cascata, scegliete il vostro posto e rilassatevi in questo ambiente naturale. Il salto della cascata è di circa 20-30 metri e si getta sulle acque del fiume creando innumerevoli piscine naturali.
Cascata di Moraduccio
La zona è perfetta per rinfrescarsi in una giornata estiva, le acque del fiume sono basse e calme e consentono di spostarsi facilmente. La cascata Rio dei Briganti o meglio conosciuta come la Cascata di Moraduccio è davvero scenografica e merita una visita. Ho scoperto poi che questa zona è famosa per le grigliate, infatti arrivando ho sentito nell’aria un buon odore di carne … anche poco sotto la cascata troverete una zona adibita a barbecue. Immergetevi, stendetevi al sole e godetevi la giornata.
Passeggiata al borgo fantasma di Castiglioncello
Per gi amanti delle passeggiate di borghi fantasma, c’è una tappa obbligatoria: il paese abbandonato di Castiglioncello. Proseguite sulla strada che vi ha condotto alla cascata, oltrepassate il ponte e continuate dritto su una grande strada di ghiaia.
Ponte che porta alla cascata di Moraduccio
Ad un certo punto vedrete la strada che continua con una curva sulla destra o un sentiero sulla sinistra, entrambi portano al borgo abbandonato. Devo ammettere che è davvero affascinante questo luogo in cui la natura ha ripreso possesso di tutti gli spazi invadendo gli interni delle case abbandonate. Gli edifici sono conservati abbastanza bene ma vi sconsiglio di entrare al loro interno, non si sa mai.
Resti del borgo fantasma
Alla fine della strada che attraversa l’agglomerato di case sorge ancora la chiesa co il suo campanile completamente ricoperto di verde. Castiglioncello ha origini lontane e sembra che sia stato abbandonato quando venne variata la viabilità e costruita una nuova strada molto più comoda della mulattiera che lo ha isolato. Dopo la Seconda Guerra Mondiale venne proprio abbandonato. Da lassù si gode di un panorama meraviglioso, vi consiglio di andare alla scoperta di qualche bello scorcio prima di prendere la strada del ritorno.
Castel del Rio: visita al borgo
Se vi recata alla Cascata di Moraduccio una tappa d’obbligo è sicuramente il borgo medievale di Castel del Rio. Piccolino e curato nei minimi dettagli vi piacerà sicuramente. La sua rocca ospita il Museo della Guerra e il Ponte degli Alidosi, a schiena d’asino è davvero meraviglioso.
Ponte degli Alidosi
Fate un giretto per le vie della parte storica e poi scendete verso il ponte e il fiume dove potrete terminare la giornata con un aperitivo o una cena al chiosco sul fiume.
Castel del Rio
Ottimo itinerario per una gita fuori porta sull’Appennino Tosco-Emiliano.
Nell’entroterra marchigiano sorge il piccolo paese di Borgo Pace, conosciuto soprattutto dai centauri che si dirigono verso Bocca Trabaria. Io vi porto alla scoperta del lato naturalistico di Borgo Pace.
Sentiero del Carbonaio
Partendo proprio dal centro, lascate piazza de Pino alle vostre spalle, girate a sinistra e poi subito a destra dove troverete diversi segnali del CAI. Prendendo la salita sulla sinistra, intraprenderete il Sentiero del Carbonaio, illustrato strada facendo da diversi pannelli esplicativi sulla raccolta del legno e su tutto il processo fino ad arrivare alla produzione del carbone. Il sentiero non è troppo impegnativo, ma dipende dal periodo in cui decidete di farlo. Io ad inizio estate, in una giornata assolata ho patito parecchio il caldo, ve lo consiglio per la primavera o l’autunno.
Panorami sul sentiero del carbonaio
Piccoli tratti sono riparati dal bosco, ma la gran parte del sentiero è aperto. Le salite non mancano, ma i panorami ripagano di tutta la fatica. Dopo qualche km incontrerete anche dei bivi con altri sentieri. Io ho optato per scendere verso Case di Sant’Andrea, avvistando lungo il percorso i ruderi dell’omonima Torre. A fine sentiero si arriva in uno spiazzo dove viene accatastata la legna e finalmente si trasforma in carbone.
Carbonaia
Oltrepassate l’agglomerato di vecchie case e proseguite sulla strada asfaltata alla vostra destra. Dopo poco arriverete di fronte ad un ponte , non oltrepassatelo ma prendete il sentiero sulla destra per arrivare alla cascata e rinfrescarvi un po’.
Le cascate di Borgo Pace
Nei pressi di Borgo Pace, il fiume Auro genera diverse cascate . La mia preferita è proprio quella che si raggiunge dal sentiero di fianco al ponte, la strada è brevissima e costeggia il fiume. Se siete fortunati e trovate poca gente, potete posizionarvi sui sassi sopra alla cascata, grandi e relativamente comodi. Da qui sarà semplice scendere per fare un ottimo bagno nella piscina naturale che crea la cascata.
Cascata di Borgo Pace
Le piscine naturali più frequentate sono invece poco più avanti nella direzione opposta. Le trovate molto facilmente perché sul ciglio della strada vedrete diverse auto parcheggiate. Qui il fiume Auro, lungo il suo corso crea piscine e piccole cascatelle, ottime per rinfrescarsi in una giornata estiva. Non manca però nemmeno una sorgente termale, indicata da un cartello proprio sul ciglio della strada. Se non siete ancora stanchi di cascate, andando verso Sant’Angelo in Vado troverete quella del Sasso.
Il Parco del Conero è conosciuto soprattutto per la bellezza delle sue spiagge ma non sono da dimenticare i numerosi sentieri per il trekking che lo attraversano. Essendo marchigiana, amo molto questa zona della mia regione e questa volta ho voluto vivere il lato sentieristico del Conero. Questi sono 3 sentieri facili che dal centro di Sirolo conducono a 3 spiagge meravigliose. Iniziamo a camminare!
Sentiero 302 “Delle due Sorelle”
Partendo dal Municipio di Sirolo, dove potete lasciare l’auto, dirigetevi verso sinistra, prendendo la 1° uscita della rotonda e percorrendo per poco la strada asfaltata (ci sono delle parti delimitate per i pedoni). Dopo poco incontrerete alla vostra destra una strada percorribile anche in auto, ma in cui vengono segnalati i sentieri CAI. Girate e iniziate la salita, proseguite sempre dritto fino ad arrivare ad uno spiazzo con le auto parcheggiate, oltrepassate il cimitero e proseguite sul sentiero sulla destra. Dopo poco inizierete a scorgere vedute meravigliose sul mare. Questo sentiero si snoda ai bordi della falesia per poi inoltrarsi nel fitto della macchia mediterranea; infatti inizialmente si cammina in una strada grande circondati dalla ginestre in fiore per poi proseguire in sentieri sempre più stretti immersi nel verde fino ad arrivare al Passo del Lupo.
Le Due Sorelle viste dal Passo del Lupo
Da qui la visuale è eccezionale. si vedono benissimo le Due Sorelle e anche la spiaggetta, mentre sul lato opposto si possono ammirare le spiagge di Numana. Il sentiero è così chiamato perché teoricamente conduce fino alla spiaggia delle Due Sorelle, ma ora è possibile percorrerlo solo fino al Passo del Lupo ( o punta della Croce) come previsto dall’ordinanza sindacale del Comune di Sirolo che stabilisce il divieto assoluto di transito. Quindi potrete arrivare solo fin qui, ammirare il panorama eccezionale per poi tornare indietro. Questo sentiero è percorribile a piedi e il tempo di percorrenza per la sola andata è di circa un’ora.
Sentiero 303 dei Sassi Neri
La parte iniziale è identica al sentiero 302, infatti troverete i cartelli che indicano la stessa direzione, però questa volta prima di arrivare al cimitero, dovete svoltare a destra su una grande strada asfaltata e una volta che vi trovate con il mare di fronte, prendete il sentiero a sinistra. Non potete sbagliare e poi durante il percorso ci sono sempre i cartelloni ad indicare la direzione.
Sentieri trekking del Conero
La ricompensa a fine sentiero sarà la bellissima spiaggia dei Sassi Neri con area attrezzata e area di spiaggia libera.
Spiaggia del Sassi Neri
Se volete premiarvi per la fatica, prima di scendere in spiaggia trovate un ottimo ristorante in cui recuperare le forze, Il sentiero è considerato facile, i tempi di percorrenza sono di circa 45 minuti per la sola andata.
Sentiero 304 San Michele
Il sentiero 304 è quello che parte ancora più vicino al borgo di Sirolo, la direzione da prendere è la medesima dei precedenti ma a ridosso della rotonda, svoltate a destra su Via Piave. Potrete ammirare subito un ottimo panorama per poi prendere il sentiero sulla destra che con una discreta pendenza vi condurrà fino alla spiaggia di San Michele attraversando il bosco. Da qui potete proseguire sulla destra fino a raggiungere la Spiaggia Urbani e l’omonima grotta.
Grotta Urbani
Dateci un’occhiata perché merita davvero, non è così frequente trovare grotte proprio in riva al mare. Dopo esservi riposati, senza tornare indietro, potete risalire verso il centro di Sirolo dalla strada dietro il ristorante Paranza, che sempre con una discreta pendenza vi condurrà a Sirolo attraverso passaggi pedonali e scalinate che costeggiano la strada. Questo sentiero è considerato facile con un tempo di percorrenza di circa 30 minuti a tratta.
Finalmente sono riuscita a vivermi anche questo lato del Parco del Conero e sono sicura che questi 3 sentieri per il trekking sul Conero saranno i primi di una lunga serie. Prima o dopo la camminata, concedetevi una sosta nella piazzetta di Sirolo che ha una veduta così meravigliosa da togliere il fiato.
Veduta dalla piazza di Sirolo
Per le informazioni sui sentieri o sul Parco potete rivolgervi al Centro Visite Parco del Conero, Via Peschiera 30 Sirolo (0719330490 info@parcodelconero.eu).
Sulle colline umbre, a più di 600 metri slm sorge il borgo di Rasiglia, un luogo in cui il tempo si è fermato. Si tratta di un borgo di origine medievale che ha da sempre improntato la sua esistenza in relazione all’acqua. Conosciuto anche come la piccola Venezia o il borgo dei ruscelli, regala scorci davvero suggestivi grazie ai ruscelli che scorrono fra le case.
Rasiglia
Come raggiungere Rasiglia
Trovandosi in provincia di Perugia e sotto il comune di Foligno è davvero facile da raggiungere, Trattandosi di un piccolo borgo non aveva la capacità necessaria ad ospitare tutte le auto che circolano oggi, ma troverete dei nuovi parcheggi segnalati proprio alle porte d’ingresso,
Cosa fare a Rasiglia
Vi consiglio di fare una passeggiata nel borgo guidati solo dal vostro istinto, ammirate le case affiancante dai ruscelli, disposte ad anfiteatro, raggiungete il mulino e osservate il lavatoio. Sulle pareti sono affisse vecchie fotografie delle donne del borgo che aiutano ad immaginare i frammenti di vita quotidiana degli anni passati.
Foto di vita quotidiana sulle pareti di Rasiglia
Proseguite la passeggiata fino ad incontrare le cascatelle e poi fermatevi in uno dei locali per gustare qualche prodotto tipico. Dopo esservi riposati potete fare una bella passeggiata per raggiungere i resti del Castello dei Trinci, famiglia proprietaria di alcune abitazioni e di diverse attività che grazie allo sfruttamento dell’acqua hanno garantito la vita di tutta la comunità.
Resti del Castello dei Trinci a Rasiglia
Oggigiorno è possibile ammirare solo i resti delle mura del castello e delle due torri difensive minori, oltre al rudere del mastio. Nel 1997 Rasiglia fu colpita dal terremoto e solo grazie al lavoro dei suoi abitanti oggi possiamo ammirarla curata in tutti i particolari, è proprio per la sua bellezza che negli ultimi anni è diventata una tappa imperdibile da includere in un itinerario in Umbria.
Ruscelli di Rasiglia
Cosa vedere nei dintorni
Nelle vicinanze potete visitare Foligno, Spello, Spoleto, Assisi e Perugia.
Alla prossima scoperta, viaggiatrie seriale.
Gestisci Consenso Cookie
Utilizziamo cookie tecnici, anche di terze parti, per il corretto funzionamento del sito, per fini statistici e, previo consenso, funzionali e di profilazione. Puoi attivare tutte le funzionalità del sito cliccando su "Accetta tutto" o gestire i consensi cliccando su "Gestisci preferenze". Se chiudi il banner cliccando sulla X in alto a destra, i cookie non tecnici non saranno installati.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.