Durante il mio soggiorno a Lampedusa, oltre a gustarmi il meraviglioso mare, ho voluto vedere con i miei occhi un’altra realtà, un luogo in cui delle persone si impegnano per la salvaguardia delle tartarughe marine.
Presso la Stazione Marittima al Porto Vecchio, si trova il Centro Soccorso delle Tartarughe Marine del WWF Italia, una struttura che ospita tutti gli animali (feriti e non ) che vengono recuperati dai pescatori, dai turisti e dalle Forze dell’Ordine.
Proprio così, ogni qualvolta qualcuno recupera una tartaruga, la porta al centro dove viene visitata ed in caso curata, marcata ed infine liberata.
E’ proprio la marcatura degli esemplari che permette infatti di studiare la biologia degli animali e quindi di effettuare poi campagne di salvaguardia.
Nel nostro Mar Mediterraneo la specie più diffusa è quella della tartaruga Caretta Caretta, simbolo dell’isola di Lampedusa; può arrivare fino ad un metro di lunghezza, è onnivora e si riconosce dal carapace rosso-marrone.
Entrando nel centro di recupero sarete guidati da una persona dello staff che vi spiegherà passo passo ogni aspetto dell’edificio.
Il Centro Soccorso vive grazie all’impegno di volontari italiani e stranieri, che soprattutto nei mesi estivi si impegnano al massimo per monitorare, recuperare, curare e liberare le tartarughe e a sensibilizzare i turisti che visitano l’isola.
Ogni anno il centro di recupero ospita circa 100 esemplari, molti dei quali riportano le stesse ferite e cioè quelle causate dall’ingerimento di ami da pesca.
Vi è una sala operatoria e poi in uno spazio più ampio sono collocate le vasche che ospitano gli esemplari “ricoverati”.
Durante la mia visita, la nostra guida ci ha spiegato che vi era una tartaruga presente al centro da circa 8 anni, perché oltre ad aver perso l’utilizzo degli arti posteriori, aveva subito un incidente che le aveva frantumato anche una zampa anteriore e quindi al momento del recupero era più o meno spacciata.
Il lavoro e l’impegno costante dei volontari, sotto forma di cure e anche di riabilitazione ha portato la tartaruga a recuperare la capacità di nuotare e quindi nel mese di ottobre dovrebbe essere liberata.
Queste sono le belle notizie, dopo tanto lavoro e sacrificio finalmente arrivano i risultati.
Se andate a Lampedusa fateci un salto, vi assicuro che non ve ne pentirete….e visto che l’ingresso è libero, lasciate un’offerta al Centro!
Se volete saperne di più, consultate la pagina del Centro di recupero.
Vi saluto ripensando a tutte quelle tartarughine sfortunate….
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Viaggiare prima di tutto significa allargare gli orizzonti ed è proprio quello che ho fatto scegliendo come destinazione della mia vacanzina Lampedusa.
Isola dei Conigli
Troppo spesso sentiamo parlare di questa piccola isola nel cuore del Mediterraneo e la maggior parte delle volte le notizie non sono positive….tutto questo uccide il turismo.
Lo dico perché ho visto la situazione con i miei occhi: mare cristallino, spiagge bianche e tanta cortesia da parte degli isolani.
Questa è Lampedusa!
L’isola è piccina e secondo me è sufficiente noleggiare uno scooter per girarla in libertà, ma se preferite stare più comodi potrete guidare “la macchina di Lampedusa”! 🙂
La parte meridionale è ricca di spiagge, mentre nella parte settentrionale ci sono principalmente calette raggiungibili solamente in barca; potrete prendere parte ad una delle tante escursioni giornaliere o fare come me, noleggiare una barchetta e fare il giro dell’isola fermandovi dove preferite.
Vi consiglio questa seconda opzione, per guidare la barca non occorre la patente ed il prezzo non è affatto proibitivo: 50,00 € l’affitto più il carburante che consumate.
Se anche io- che non sono affatto un lupo di mare- mi sono trasformata per poco in capitano…. potete farlo tutti! 🙂
La vita dell’isola si concentra per il 90% attorno al porto, è qui che si sviluppa il centro abitato ed anche il centro storico, con via Roma (pedonale) che la sera si riempe di persone concentrate ad ammirare la merce dei vari negozietti.
Il mare è la vera ricchezza dell’isola, tutti si recano qui per “sguazzare” nelle acque cristalline.
A mio parere le spiagge non sono molte e forse in alta stagione potrebbero risultare parecchio affollate, proprio per questo vi consiglio di andare a Giugno o a Settembre.
E’ una meta molto apprezzata anche dai sub, il suo mare infatti custodisce molte ricchezze e mostra altrettante bellezze…diciamo che offre il meglio che ci si possa aspettare da un’immersione nel Mar Mediterraneo.
Non solo i fondali regalano emozioni, ma si possono facilmente avvistare delfini e tartarughe.
Proprio a quest’ultime è dedicato un intero edificio, trasformato nel Centro Soccorso delle Tartarughe Marine: è visitabile e vi consiglio proprio di farci un salto; si trova presso la Stazione Marittima al Porto Vecchio e l’ingresso è libero.
Lampedusa insieme alle due isole di origine vulcanica di Linosa e Lampione forma le isole Pelagie e se avete abbastanza tempo potrete visitarle con un’escursione organizzata.
Dopo aver preso un’abbondante dose di tintarella, potrete visitare le sculture dell’Isola: La Porta d’Europa di Paladino e l’obelisco di Pomodoro.
La porta d’Europa
L’isola bella – facile capire perché così soprannominata- vanta delle eccellenze anche a livello culinario: dovete assaggiare obbligatoriamente le alacce di Lampedusa, sardine un po’ più tozze e dovete fare una sosta al panificio Spiga d’oro… ma non dimenticatevi anche di gustare una bella granita al Bar dell’Amicizia.
Dopo tutte informazioni tecniche è giunto il momento di parlare dell’oro blu, splendide spiagge vi faranno trascorrere momenti incantevoli: Cala Pisana, Cala Greca, Cala Pulcino e prima fra tutte l’Isola dei Conigli.
Cala Pulcino
Ve ne parlerò più dettagliatamente nel prossimo post, voi intanto prenotate un volo per Lampedusa…ne vale davvero la pena!
Diciamo che se non avete una vostra barca 4 giorni sono sufficienti per godervi l’isola bella.
Non dimenticatevi di sorseggiare un buon aperitivo al tramonto, è uno spettacolo meraviglioso.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
“Romagna, Romagna mia
lontan da te
non si può star……”
La riviera romagnola è pronta ad accogliere tutti i turisti per iniziare alla grande la stagione estiva!
Ieri pomeriggio ho fatto una passeggiata a Riccione e ho trovato una città diversa dal solito: Viale Ceccarini infatti si è vestito di verde e di fiori colorati, un grande tappeto erboso sul quale passeggiare e fare shopping ricopre la famosissima passeggiata di Riccione.
Durante il percorso incontrerete anche la foresta magica, la casa delle farfalle, il ponte tibetano e tante altre attrazioni, soprattutto dedicate ai bambini.
Se volete riposarvi troverete delle carinissime panchine sempre rivestite con il manto erboso.
Il Greenpark rappresenta il luogo d’incontro ideale per ospiti di ogni età, dai ragazzi che si incontrano per poi dirigersi nelle più famose discoteche romagnole, alle famiglie con bambini che vogliono semplicemente fare una passeggiata rilassante.
I 15.000 metri quadrati di erba non ricoprono solo la via principale, ma l’intero centro creando un effetto davvero suggestivo.
Meravigliosi negozi di marche famose fiancheggiano tutto il viale.
Ma non posso non parlarvi del lungomare: è prontissimo e aspetta solo voi!
La passeggiata è davvero molto bella, curata nei minimi particolari con aree di sosta, tavoli e panchine intervallati ogni tanto da sculture, le spiagge sono all’apice della loro bellezza ed efficienza: lettini, ombrelloni e campi sportivi sono già operativi al 100%.
Se volete invece rilassarvi non dimenticate che vi attendono anche le terme o il bellissimo parco Perle d’acqua Park creato con le preziose e salutari acque di Riccione Terme: un’oasi di piacere e relax immersa nel verde a due passi dal mare.
Per i buongustai poi ci sarà che l’imbarazzo della scelta, ma la regina indiscussa è sicuramente la piadina romagnola!!!
Insomma non mi resta che invitarvi a Riccione!!!!
Dai che l’estate è alle porte!!!!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Oggi sono incavolata nera, per non dire di peggio!!!
Non amo i post negativi, ma devo proprio sfogarmi!
Capita anche a voi di non riuscire a trovare almeno un compagno per un viaggio?!
Un’amica lavora, un’altra non ha le ferie, l’altra amica predilige i viaggi al caldo,la tua compagna ideale di viaggio deve occuparsi dei suoi bambini, i tuoi genitori non sono adatti per questo tipo di viaggio……insomma ho capito, devo imparare a viaggiare da sola!
Ho trovato un volo convenientissimo per una destinazione abbastanza inusuale e….che fare??!!!Non posso partire perché non ho un compagno di viaggio che mi assecondi!!!
Vi capita mai?!
Lo so, sono fifona,dovrei fregarmene, acquistare il volo e partire alla faccia di tutti……ma non sono ancora pronta per fare questo passo!!!
E così, devo assecondare il volere altrui e rimanere a casa…..non mi resta che scrivere qui, almeno scarico un po’ la tensione!!! 🙂
Tranquilli, il prossimo post sarà regolare, vi parlerò di un bel posticino!!!!
Buon fine settimana e buon viaggio a tutti quelli che sfrutteranno questo bel ponte!!!
Viaggiatrice seriale.
Appassionati di arte e non, ho una notizia che vi renderà felici.
Sabato 16 maggio 2015 si svolgerà la Notte dei Musei 2015, ovvero saranno visitabili i principali luoghi della cultura statali in un orario diverso dal solito.
L’ingresso infatti è previsto dalle ore 20:00 alle ore 24:00 del 16 maggio ad un costo simbolico di 1 euro.
E’ un’occasione unica per godere il nostro patrimonio artistico al di fuori dei consueti orari di visita ed apprezzare la bellezza degli innumerevoli capolavori esposti nelle collezioni dei nostri musei.
L’iniziativa è a livello europeo, infatti sarà possibile entrare gratuitamente o quasi anche nei musei in Francia, Spagna, Inghilterra, Russia…quindi se siete all’estero informatevi e approfittatene.
Per visionare la lista dei musei che aderiscono all’iniziativa, consultate la pagina del Ministero dei beni culturali.
Buon sabato sera.
Alla prossima,
Viaggiatrice seriale.
Siete ad Urbino per ammirare il meraviglioso Palazzo Ducale ma vi soffermate ancora qualche giorno?!
Ho giusto giusto un itinerario che vi potrà piacere.
L’urbinate è ricca di meraviglie architettoniche e artistiche, ma se volete spezzare la vostra visita con una giornata immersi nella natura, dovete sapere che poco distante dalla città di Raffaello,circa a 10 km, si trova “il polmone verde” della città: le Cesane.
Si tratta di un verdissimo parco naturale collocato fra i comuni di Urbino, Fossombrone e Isola del piano, attraversato da una strada asfaltata.
Il parco si estende per circa 1500 ettari e arriva ad un dislivello di quasi 800 m sul livello del mare.
Il bosco è formato da un’infinita varietà di alberi ed è popolato da diversi animali, come cinghiali, scoiattoli, caprioli e daini.
Al suo interno vi sono diversi sentieri segnalati per fare trekking e percorsi per le mountain bike, ma anche in moto o in macchina vale la pena percorrere la strada centrale: considerate di trovarvi all’interno di un bosco e già solo respirare quell’aria pulita che si trova lì vale il viaggio.
Strada che attraversa il parco
Per gli amanti della natura e delle camminate è proprio una tappa perfetta.
Arrivati sulla cima si gode di un panorama mozzafiato e lo sguardo arriva fino alla Gola del Furlo.
In un’area pianeggiante del parco, sorge “la Baita” , un tavola calda dove potrete fermarvi per una sosta e gustare un piada o un panino.
Prato e tavolini de “La Baita”
D’estate è letteralmente presa d’assalto, le persone si recano nel bosco per respirare aria buona e rinfrescarsi un po’; vedrete coperte, asciugamani e tavolini da pic-nic ovunque.
Diciamo che è un luogo che manifesta la propria bellezza in ogni stagione, in inverno si ricopre di un manto nevoso (e diciamo che è un po’ difficoltoso raggiungerlo), mentre in primavera, quando spuntano i primi fiori, è una vera bellezza per gli occhi.
Quindi se siete in zona e volete staccare un po’ la spina, vi consiglio una tappa qua, se invece abitate abbastanza vicino, vi consiglio di organizzare un’escursione in giornata.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
In Italia abbiamo tantissimi borghi, uno più bello dell’altro e dovremmo ricordarcelo un po’ più spesso, prima di partire per lidi lontani.
Oggi voglio portarvi alla scoperta di uno di questi: Montefabbri.
Questo pittoresco centro abitato si trova nell’entroterra pesarese, circa a metà strada fra Pesaro ed Urbino, fra il fiume Foglia e il torrente Apsa più precisamente.
L’origine del suo nome è incerta, sembra voler significare “Il castello della famiglia Fabbri”.
Ha una storia antica, che è sempre stata legata a quella di Urbino e dei suoi Duchi; sembra infatti che Montefabbri forniva guerrieri ai feudi limitrofi.
Il borgo si trova su un colle, quindi si può notare la sua bellezza ancor prima di arrivarci, dalla strada sottostante da cui si ammira in tutto il suo splendore.
Montefabbri in lontananza
E’ in condizioni ottime, restaurato a pennello.
Per entrare nel borgo con le auto vi è un’unica porta di accesso, ossia una classica porta medievale, dove era collegato il ponte levatoio: guardando bene si vedono ancora le nicchie dove rientravano i bracci del ponte.
Sulla facciata della porta potrete ammirare lo stemma in marmo bianco dell’architetto urbinate Francesco Paciotti.
Porta di accesso al borgo
Il mio consiglio è quello di parcheggiare il prima possibile, fare l’intero giro della cinta muraria e poi addentrarsi nelle stradine.
Punto centrale del borgo è la chiesa, la cui facciata domina una piccola piazza; il campanile invece non è altro che l’antica torre della fortezza.
Chiesa del paese
Si tratta di un borgo molto piccolo, pensate che gli abitanti di Montefabbri sono circa 40 ma è un luogo davvero bello che merita una visita.
In questo paesino nacque colui che divenne in seguito il Beato Sante dei Brancorsini e che fondò poco lontano un convento/santuario tuttora visitato.
Se siete in zona, magari ad Urbino, aggiungete una visita anche qui.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
P.S.: il panorama che si ammira da Montefabbri è eccezionale, si spazia da Urbino al Monte Nerone.
VIAGGIARE… quanti significati può assumere questa parola, e soprattutto quante emozioni crea.
Si può viaggiare anche nella storia, non occorre necessariamente percorrere km e km per raggiungere una nuova destinazione.
Molte volte guardiamo lontano senza nemmeno accorgerci delle bellezze che ci circondano.
Grazie alla domenica al museo ho scoperto realtà vicino a me molto interessanti e ieri ne ho visitata una.
Se vi cito questi versi, a chi pensate?!
“O cavallina, cavallina storna, che portavi colui che non ritorna”
Ebbene si, stiamo parlando del grandissimo Giovanni Pascoli.
Ieri mi sono recata a San Mauro Pascoli, suo paese natale e ho visitato la sua casa nativa.
La casa è stata trasformata nel Museo Casa Pascoli ed è accessibile dal martedì alla domenica dalle 09.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 18.00.
Il costo del biglietto è veramente irrisorio, è di soli 2 €.
Giovanni Pascoli nacque nel 1855 nella casa di San Mauro di Romagna, dove visse con i suoi 9 fratelli ed i genitori fino all’età di 7 anni, quando iniziò a frequentare il collegio di Urbino.
In molte sue poesie si ritrovano cenni relativi al periodo della sua spensierata infanzia vissuta in questa casa e si nota il forte attaccamento alla sua famiglia e alla sua terre d’origine.
Nel Museo Casa Pascoli è possibile ammirare la cucina che è rimasta completamente fedele a come era un tempo, in quanto è l’unica stanza che non ha subito danni causati dalla seconda guerra mondiale; la camera da letto dove è conservata l’antica culla in legno del poeta e lo studio che Pascoli aveva a Bologna quando era professore di Letteratura Italiana all’Università.
Camera da letto con culla del poeta
Oltre a queste stanze principali, vi è un’importante mostra fotografica che spiega i rapporti di parentela e le vite dei famigliari del poeta.
In particolar modo, al piano terra, di fronte alla cucina, la stanza – che una volta era la sala da pranzo della famiglia Pascoli- ospita un’esposizione dedicata ai fratelli Pascoli svelando, ad esempio, tramite le lettere che si scambiavano, lati nascosti delle loro personalità.
L’attenzione è catturata soprattutto dal fratello Giuseppe, definito non proprio come una brava persona, che durante la propria vita fu artefice di diverse invenzioni, come ad esempio il contatore dell’acqua.
Le pareti ospitano ritagli, articoli di giornale, vecchie fotografie, vecchi compiti in classe, lettere degli amici, schizzi e prime stesure delle famosissime opere e tanto altro ancora relativo al grande poeta.
Terminata la visita alla casa,recatevi nel bel giardino adiacente ed ammirate le varie specie botaniche a cui Pascoli dedicò i suoi versi.
Veduta della casa dal giardino
Legato a tutto ciò, poco distante si trova un altro luogo molto caro al poeta: Villa Torlonia.
Il padre di Pascoli, Ruggero,amministrò per un periodo (fino alla sua morte, avvenuta per avvelenamento) la Torre ed i possedimenti dei Principi Torlonia e per questo motivo Giovanni trascorse giornate spensierate in questo meraviglioso luogo.
Villa Torlonia
Non mi voglio dilungare troppo sulla vita del poeta, ma vi assicuro che è una visita veramente interessante, se capitate in zona mettetelo in agenda! 🙂
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Posso iniziare a programmare viaggi per i prossimi 10 anni!!!! Ho appena ritirato il mio nuovo passaporto! Come sono contenta! 🙂
Pochi istanti prima di recarmi all’ufficio passaporti però ero un po’ triste, non volevo salutare per sempre quel compagno di tanti viaggi in giro per il mondo, così mi sono addirittura messa a scattare foto a qualche pagina.
Sapevo che si poteva richiedere di tenerlo ma non sapevo se all’ultimo me lo avrebbero concesso.
Una volta ritirato quello nuovo ( che tra le altre cose è anche più grande, quindi ci sono più pagine a disposizione e cioè più viaggi da fare 🙂 ) ho avuto la bellissima notizia che sarei uscita dall’ufficio anche con quello vecchio.
Infatti una volta annullato sia sui data base sia tagliando gli angoli non ha più valore, ma per me rimane un importante ricordo da custodire con cura.
Detto ciò, veniamo a cose più pratiche, basta sentimentalismi: come fare per rinnovare il passaporto?!
E’ una cosa semplicissima, occorrono solamente poche cose:
un documento di identità e una fotocopia
2 fototessere
la ricevuta del pagamento del bollettino di 42,50 €
una marca da bollo da 73,50 €
il modulo di richiesta compilato in ogni singola parte.
Con queste cose recatevi all’ufficio passaporti della vostra città dove vi verranno prese le impronte digitali e nel giro di circa 15 giorni lavorativi avrete quel bellissimo rettangolino rosso fra le mani….. e potrete programmare i vostri viaggi per i futuri 10 anni! 🙂
Amo viaggiare oltre oceano, scoprire nuove culture e nove tradizioni, ma amo ugualmente scoprire luoghi a me vicini, proprio quelli di cui non ne sapevo nemmeno l’esistenza e che quindi mi arricchiscono maggiormente. Proprio per questo ho deciso di dedicarmi alla scoperta della mia regione: le Marche. La tappa di oggi è un mix di mistero e sacro, vi porto a conoscere il Monastero di Fonte Avellana, situato a Serra Sant’Abbondio in provincia di Pesaro-Urbino, ai piedi del monte Catria. Il monastero è abitato in questo momento da 9 monaci (sia di clausura che non). L’organizzazione prevede delle visite guidate (nella parte aperta al pubblico) con un piccolo contributo; 5 dal lunedì al sabato (h 10-11-15-16-17) e ad intervalli di 30 minuti la domenica dalle 10:00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17:30. Devo ammettere che la guida che ho avuto la fortuna di avere io era moto preparata ed è riuscita a farmi calare completamente nell’atmosfera. Il monastero è stato fondato circa 1000 anni fa anche se inizialmente era solo un insieme di celle ricavate nella roccia, utilizzate dagli eremiti che scelsero questa zona proprio per la vicinanza con una sorgente.
Sembra che sia stato fondato da San Romualdo nel 980 anche se poi la maggiore impronta fu quella di San Pier Damiani che divenne monaco e poi Priore di Fonte Avellana. Ad egli è legato lo sviluppo del monastero, sia architettonico, sia spirituale che culturale e la stessa diffusione della vita monastica. In questo edificio si formarono circa 50 vescovi e tantissimi monaci. La storia vuole che vi soggiornò anche il sommo poeta Dante Alighieri che rimase così colpito dal luogo da parlarne anche nella Divina Commedia con i versi:
« Tra ‘ due liti d’Italia surgon sassi, e non molto distanti a la tua patria, tanto che ‘ troni assai suonan più bassi,
e fanno un gibbo che si chiama Catria, di sotto al quale è consecrato un ermo, che suole esser disposto a sola latria. »
La regola principale dei monaci seguiva la Regola redatta da Pier Damiani che sottolineava fortemente l’importanza della preghiera e la carità fraterna insieme all’ospitalità rivolta a chiunque ne avesse bisogno.
Gli abitanti dell’eremo erano monaci amanuensi che trascrivevamo anche su commissione antichi testi; questa era anche la principale fonte di entrata economica del monastero.
Per rendere migliore questa pratica fu eretto lo Scriptorium S. Pier Damiani, l’ambiente più significativo dell’intero monastero.
Eretto su uno sperone di roccia rivolto a est aveva 2 file di finestre ricoperte di sottilissimo alabastro che permetteva la penetrazione della luce non in modo diretto, così non creava zone d’ombra e illuminava tutta la stanza.
Per la sua precisissima posizione era anche un orologio e un calendario solare,
E’ una stanza veramente bella e molto suggestiva che con l’arrivo della stampa ha modificato la sua funzione.
Di fianco allo Scriptorium sorge una chiesa o cappella mai ultimata, che per la sua collocazione adiacente al luogo di scrittura venne quasi sicuramente utilizzata come laboratorio per la preparazione e la rilegatura dei manoscritti.
La visita continua con una piccola sbirciatina nella biblioteca moderna ( con libri dagli anni 50 in poi) in cui non è permesso entrare, come anche nella biblioteca antica, accessibile solamente su richiesta per consultazione e studio dei manoscritti.
Poco dopo si raggiunge il chiostro che aveva una grande importanza, luogo di incontro dei monaci dal quale partivano per andare a pregare, un tempo non era ricoperto ma era un ambiente a ciel aperto; su un alto di esso sorgeva la foresteria dove i pellegrini venivano accolti.
Vicinissima al chiostro si può ammirare una meravigliosa porta in legno, risalente all’anno 1000, completamente intarsiata; su un battente è raffigurata una fonte, mentre sull’altro è raffigurato un nocciolo, il sui nome botanico è Corylus Avellana… da qui il nome del monastero.
La visita prosegue nella sala del Capitolo dove si riunivano tutti i monaci per prendere le decisioni.Non è in uno stato ottimale in quanto venne poi adibita a magazzino, legnaia e cucina: questi nuovi utilizzi hanno rovinato tutti gli affreschi presenti nella stanza.
Qui si può ammirare una Madonna nera che venne donata da Giovanni Paolo II durante la sua visita nel 1682.
La stanza successiva è la Cripta, luogo più antico di tutto il monastero che conserva ancora l’altare originale in pietra con più di 1000 anni.
La chiesa sembra essere contemporanea alle origini dell’eremo ed ha una particolarità: al suo interno cìè sempre una temperatura costante di circa 17°, paradossalmente fresca in estate e calda in inverno quando fuori la temperatura raggiunge i – 10°.
A questo punto della visita la guida ci ha lasciati entrare soli nell’ultima stanza, la Basilica la sui forma è quella a croce latina sormontata da un grande crocefisso ligneo e con il coro dietro l’altare.
A mio avviso la cripta è molto molto più bella e si addice maggiormente allo stile del monastero. E così è terminata la visita al monastero di Fonte Avellana, ci siamo tirati dietro la porta e siamo usciti nel cortile dal quale avevamo iniziato il percorso.
L’aspetto esteriore del monastero, realizzato in anni e anni è veramente bello, la vista della costruzione che si intravede dalla strada prima di arrivare è magnifica: pietra circondata da un bosco di noccioli.Se ci andate al mattino o nel pomeriggio potete anche fare un giro esterno, visitando un piccolo cimitero e l’orto botanico e magari riposandovi poi nella foresteria.La storia delle’remo va di pari passo con quella camaldolese.L’unica pecca è quella di non poter ammirare la biblioteca antica con più di 25 mila volumi, l’appartamento abbaziale e scattare fotografie.E’ una visita che consiglio anche a chi non è particolarmente credente perchè è un luogo meraviglioso con più di 1000 anni di storia, perfettamente conservato e con dei racconti e delle vicende molto interessanti che non vi ho raccontato nello specifico, non volevo risultare pesante! 🙂 Alla prossima scoperta, viaggiatrice seriale.
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