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Italia, Marche, Trekking

Cascate di Borgo Pace

Nell’entroterra marchigiano sorge il piccolo paese di Borgo Pace, conosciuto soprattutto dai centauri che si dirigono verso Bocca Trabaria. Io vi porto alla scoperta del lato naturalistico di Borgo Pace.

Sentiero del Carbonaio

Partendo proprio dal centro, lascate piazza de Pino alle vostre spalle, girate a sinistra e poi subito a destra dove troverete diversi segnali del CAI. Prendendo la salita sulla sinistra, intraprenderete il Sentiero del Carbonaio, illustrato strada facendo da diversi pannelli esplicativi sulla raccolta del legno e su tutto il processo fino ad arrivare alla produzione del carbone. Il sentiero non è troppo impegnativo, ma dipende dal periodo in cui decidete di farlo. Io ad inizio estate, in una giornata assolata ho patito parecchio il caldo, ve lo consiglio per la primavera o l’autunno.

Panorami sul sentiero del carbonaio
Panorami sul sentiero del carbonaio

Piccoli tratti sono riparati dal bosco, ma la gran parte del sentiero è aperto. Le salite non mancano, ma i panorami ripagano di tutta la fatica. Dopo qualche km incontrerete anche dei bivi con altri sentieri. Io ho optato per scendere verso Case di Sant’Andrea, avvistando lungo il percorso i ruderi dell’omonima Torre. A fine sentiero si arriva in uno spiazzo dove viene accatastata la legna e finalmente si trasforma in carbone.

carbonaia
Carbonaia

Oltrepassate l’agglomerato di vecchie case e proseguite sulla strada asfaltata alla vostra destra. Dopo poco arriverete di fronte ad un ponte , non oltrepassatelo ma prendete il sentiero sulla destra per arrivare alla cascata e rinfrescarvi un po’.

Le cascate di Borgo Pace

Nei pressi di Borgo Pace, il fiume Auro genera diverse cascate . La mia preferita è proprio quella che si raggiunge dal sentiero di fianco al ponte, la strada è brevissima e costeggia il fiume. Se siete fortunati e trovate poca gente, potete posizionarvi sui sassi sopra alla cascata, grandi e relativamente comodi. Da qui sarà semplice scendere per fare un ottimo bagno nella piscina naturale che crea la cascata.

Cascata di Borgo Pace
Cascata di Borgo Pace

Le piscine naturali più frequentate sono invece poco più avanti nella direzione opposta. Le trovate molto facilmente perché sul ciglio della strada vedrete diverse auto parcheggiate. Qui il fiume Auro, lungo il suo corso crea piscine e piccole cascatelle, ottime per rinfrescarsi in una giornata estiva. Non manca però nemmeno una sorgente termale, indicata da un cartello proprio sul ciglio della strada. Se non siete ancora stanchi di cascate, andando verso Sant’Angelo in Vado troverete quella del Sasso.

Alla prossima scoperta,

Viaggiatrice seriale.

Italia, Marche, Trekking

Trekking sul Conero: 3 sentieri facili

Il Parco del Conero è conosciuto soprattutto per la bellezza delle sue spiagge ma non sono da dimenticare i numerosi sentieri per il trekking che lo attraversano. Essendo marchigiana, amo molto questa zona della mia regione e questa volta ho voluto vivere il lato sentieristico del Conero. Questi sono 3 sentieri facili che dal centro di Sirolo conducono a 3 spiagge meravigliose. Iniziamo a camminare!

Sentiero 302 “Delle due Sorelle”

Partendo dal Municipio di Sirolo, dove potete lasciare l’auto, dirigetevi verso sinistra, prendendo la 1° uscita della rotonda e percorrendo per poco la strada asfaltata (ci sono delle parti delimitate per i pedoni). Dopo poco incontrerete alla vostra destra una strada percorribile anche in auto, ma in cui vengono segnalati i sentieri CAI. Girate e iniziate la salita, proseguite sempre dritto fino ad arrivare ad uno spiazzo con le auto parcheggiate, oltrepassate il cimitero e proseguite sul sentiero sulla destra. Dopo poco inizierete a scorgere vedute meravigliose sul mare. Questo sentiero si snoda ai bordi della falesia per poi inoltrarsi nel fitto della macchia mediterranea; infatti inizialmente si cammina in una strada grande circondati dalla ginestre in fiore per poi proseguire in sentieri sempre più stretti immersi nel verde fino ad arrivare al Passo del Lupo.

Le Due Sorelle viste dal Passo del Lupo
Le Due Sorelle viste dal Passo del Lupo

Da qui la visuale è eccezionale. si vedono benissimo le Due Sorelle e anche la spiaggetta, mentre sul lato opposto si possono ammirare le spiagge di Numana. Il sentiero è così chiamato perché teoricamente conduce fino alla spiaggia delle Due Sorelle, ma ora è possibile percorrerlo solo fino al Passo del Lupo ( o punta della Croce) come previsto dall’ordinanza sindacale del Comune di Sirolo che stabilisce il divieto assoluto di transito. Quindi potrete arrivare solo fin qui, ammirare il panorama eccezionale per poi tornare indietro. Questo sentiero è percorribile a piedi e il tempo di percorrenza per la sola andata è di circa un’ora.

Sentiero 303 dei Sassi Neri

La parte iniziale è identica al sentiero 302, infatti troverete i cartelli che indicano la stessa direzione, però questa volta prima di arrivare al cimitero, dovete svoltare a destra su una grande strada asfaltata e una volta che vi trovate con il mare di fronte, prendete il sentiero a sinistra. Non potete sbagliare e poi durante il percorso ci sono sempre i cartelloni ad indicare la direzione.

Sentieri del Conero
Sentieri trekking del Conero

La ricompensa a fine sentiero sarà la bellissima spiaggia dei Sassi Neri con area attrezzata e area di spiaggia libera.

Spiaggia del Sassi Neri
Spiaggia del Sassi Neri

Se volete premiarvi per la fatica, prima di scendere in spiaggia trovate un ottimo ristorante in cui recuperare le forze, Il sentiero è considerato facile, i tempi di percorrenza sono di circa 45 minuti per la sola andata.

Sentiero 304 San Michele

Il sentiero 304 è quello che parte ancora più vicino al borgo di Sirolo, la direzione da prendere è la medesima dei precedenti ma a ridosso della rotonda, svoltate a destra su Via Piave. Potrete ammirare subito un ottimo panorama per poi prendere il sentiero sulla destra che con una discreta pendenza vi condurrà fino alla spiaggia di San Michele attraversando il bosco. Da qui potete proseguire sulla destra fino a raggiungere la Spiaggia Urbani e l’omonima grotta.

Grotta Urbani
Grotta Urbani

Dateci un’occhiata perché merita davvero, non è così frequente trovare grotte proprio in riva al mare. Dopo esservi riposati, senza tornare indietro, potete risalire verso il centro di Sirolo dalla strada dietro il ristorante Paranza, che sempre con una discreta pendenza vi condurrà a Sirolo attraverso passaggi pedonali e scalinate che costeggiano la strada. Questo sentiero è considerato facile con un tempo di percorrenza di circa 30 minuti a tratta.

Finalmente sono riuscita a vivermi anche questo lato del Parco del Conero e sono sicura che questi 3 sentieri per il trekking sul Conero saranno i primi di una lunga serie. Prima o dopo la camminata, concedetevi una sosta nella piazzetta di Sirolo che ha una veduta così meravigliosa da togliere il fiato.

Veduta dalla piazza di Sirolo
Veduta dalla piazza di Sirolo

Per le informazioni sui sentieri o sul Parco potete rivolgervi al Centro Visite Parco del Conero, Via Peschiera 30 Sirolo (0719330490 info@parcodelconero.eu).

Al prossimo trekking, viaggiatrice seriale.

Italia, Marche, Trekking

Monte San Bartolo: il Tetto del Mondo con le ginestre in fiore

Il Monte San Bartolo nella città di Pesaro è una vera meraviglia in ogni stagione dell’anno: si tratta di una Riserva Naturale formata da un falesia che si getta a strapiombo nel mare, tra Pesaro e Fiorenzuola di Focara.

Guardare il tramonto sul Tetto del Mondo

Itinerari naturalistici, sentieri CAI e percorsi per le biciclette, in questo piccolo paradiso non manca proprio nulla. Vi svelo un segreto: è il mio posto del cuore e oggi mi sento altruista, voglio condividere tutte queste bellezze anche con voi. Tra Maggio e Giugno il San Bartolo si dipinge di giallo grazie alla fioritura delle ginestre: inutile dire che è una gioia per gli occhi.

Ginestre in fiore sul Tetto del Mondo
Ginestre in fiore sul Tetto del Mondo

Noi pesaresi lo conosciamo da sempre, ma ultimamente ci sono anche tanti turisti che inseriscono una tappa da queste parti. Mettete in macchina anche un telo o una tovaglia e dopo aver praticato attività sportiva o esservi rilassati con una camminata, fermatevi per un pranzo, una cena o un aperitivo…. rigorosamente fai da te. Il Tetto del Mondo, uno spiazzo pianeggiante dal quale ammirare la costa da Pesaro a Cesenatico – nelle giornate limpide – è il luogo perfetto per riempirsi gli occhi di tanta bellezza. Circondati dal giallo delle ginestre, comodi sui vostri teli, gustatevi un aperitivo ammirando il tramonto in questo luogo speciale.

Tramonto dal Tetto del Mondo
Tramonto dal Tetto del Mondo

Come raggiungere il tetto del mondo

Il Tetto del Mondo si raggiunge sempre attraverso dei sentieri, ma una volta lasciata l’auto, la strada da percorrere è pochissima…. ovviamente è un sentiero sterrato, magari delle calzature chiuse e un abbigliamento comodo sono più indicati. Come punto di riferimento potete prendere il camping Paradiso, venendo da Pesaro, poco dopo sulla destra vedrete uno spiazzo un po’ più grande in cui parcheggiare. Percorrete il sentiero e in men che non si dica sarete circondati dal giallo delle ginestre in fiore.

Tetto del Mondo
Tetto del Mondo

Una volta in zona non perdetevi una visita al borgo di Fiorenzuola di Focara e a quello di Gradara. Se invece volete fare un aperitivo alternativo ecco tre suggerimenti.

Alla prossima scoperta, viaggiatrice seriale

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Trekking al Sasso Simone e Simoncello: alla scoperta della città del Sole

Uno dei trekking più belli dell’ultimo anno è senza ombra di dubbio quello alla Riserva Naturale del Sasso Simone e Simoncello. Livello Escursionista, non presenta grandi difficoltà ma regala enormi emozioni.

Il percorso del trekking

Ci troviamo proprio al confine fra Marche e Toscana, infatti considerate che il Sasso Simone è sotto la provincia di Arezzo e il Sasso Simoncello è sotto quella di Pesaro-Urbino. Il mio itinerario ha come partenza il Passo della Cantoniera sul Monte Carpegna. Lasciate l’auto al Carpegna Park, proprio da qui partono diversi sentieri. Prendete il sentiero proprio di fronte al bar e iniziate a scendere in mezzo al bosco; dopo poco vi troverete sulla strada, attraversatela e continuate il sentiero che da questo punto inizia veramente. Le indicazioni sono buone (almeno nella I parte del sentiero), seguite il sentiero 118 e immergetevi completamente nel bosco. Avvolti a 360° dal verde, raggiungete Banditella a 1085 metri e continuate dritto. Giunti alla Sella dei Sassi arriva il momento della scelta. Se volete salire sul Sasso Simoncello dovete prendere il sentiero a destra (che non è segnalato da indicazioni), seguite il percorso e ad un certo punto, fra il verde degli alberi scorgerete il bianco-marroncino della roccia. Proseguite ancora dritto fino a raggiungere una ferrata: in realtà non è niente di spaventoso, diciamo che la corda in ferro è per un maggiore senso di sicurezza.

Sasso Simone visto da Sasso Simoncello
Sasso Simone visto da Sasso Simoncello

Ecco, dopo poco vi ritroverete davanti agli occhi tutta l’imponenza del Sasso Simone (visto dal Sasso Simoncello); una bellezza indescrivibile e come ciliegina sulla torta, quella che si estende fra i due sassi è la cerreta più grande d’Europa.

La cerreta più grande d'Europa
La cerreta più grande d’Europa

Ritornate sui vostri passi fino a raggiungere di nuovo la Sella dei Sassi e questa volta proseguite dritto verso il Sasso Simone. Il paesaggio cambia totalmente e lascerete il bosco alle vostre spalle per ritrovarvi nella zona dei calanchi.

Calanchi
Calanchi

Qui a mio avviso la segnaletica è un po’ carente, aguzzate la vista e cercate le indicazioni del sentiero sulle pietre a terra. In linea di massima comunque seguite la strada fino ad arrivare ad un’antica frana naturale. Come dicevo prima, questo è uno dei trekking più belli dell’ultimo anno, forse proprio per la varietà di paesaggi che si modificano in continuazione. Attraversate tutta la parte della frana fino a raggiungere il grande faggio in cima. A questo punto potreste approfittarne per la pausa pranzo con una vista strepitosa.

Indicazioni sentieri per il Sasso Simone
Indicazioni sentieri per il Sasso Simone

Proseguite poi sul sentiero 118, passate di fronte al faggio e salite seguendo sempre il sentiero: ancora pochi passi e sarete di fronte ad un cancello, apritelo e sarete alle porte del Sasso Simone.

Bosco per arrivare alla cima di Sasso Simone
Bosco per arrivare alla cima di Sasso Simone

Il Sasso Simone è il Sasso Piatto, riconoscibile facilmente da ogni angolazione: non sembra nemmeno di essere sulla cima di un monte, ma piuttosto in un grande prato…..fin quando non raggiungete il bordo ed ammirate il panorama da lì: spazia dalle Marche alla Toscana, dall’Emilia Romagna all’Umbria.

Veduta da Sasso Simone
Veduta da Sasso Simone

Una volta scesi, proseguite sul sentiero alla vostra sinistra, così da attraversare di nuovo il bosco e tornare al punto di partenza facendo un giro ad anello di circa 12 km.

Sasso Simone: il luogo in cui sorgeva la Città del Sole

Il Sasso Simone ha un legame strettissimo con la storia. Nel 1566 Cosimo I De Medici decise di costruirci una città-fortezza per la sua posizione tattica perfetta per controllare Marche, Emilia e Umbria.

Testimonianze della Città del Sole
Testimonianze della Città del Sole

Nacque così la Città del Sole che purtroppo ebbe una vita breve, di solo una decina di anni a causa delle forti difficoltà legate alle temperature invernali. Purtroppo oggigiorno non rimane nulla della Città del Sole, se non la strada per raggiungerla. Per salire sul Sasso Simone infatti, camminerete sulle grosse pietre calpestate dal tempo dei Medici.

Sentieri nel Parco del Sasso Simone e Simoncello

Il seniero 118 è solo uno dei tanti che partono alla scoperta della flora e della fauna del Parco del Sasso Simone e Simoncello e del Monte Carpegna. Partendo dal centro di Carpegna potete raggiungere il Cippo, la zona ricca di tornanti in cui Marco Pantani amava allenarsi. Se volete staccare un po’ dalla natura e visitare qualcosa, poco distante meritano Pennabilli, Urbino, Sassocorvaro e Macerata Feltria.

Al prossimo trekking, viaggiatrice seriale.

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L’Eremo dei Frati Bianchi di Cupramontana

Un luogo immerso nella pace e nella natura nelle Marche è sicuramente il bellissimo Eremo dei Frati Bianchi. Era da tanto che volevo visitare questo luogo speciale e finalmente posso depennare un’altra voce dalla mia lista. Ci troviamo a Cupramontana in provincia di Ancona.

Eremo dei Frati Bianchi
Eremo dei Frati Bianchi

Come raggiungere l’Eremo dei Frati Bianchi

Raggiungere l’Eremo dei Frati Bianchi è davvero semplice: provenendo da nord prendete l’uscita dell’autostrada Ancona (Jesi) e continuate in direzione Cupramontana. Prima di raggiungere il borgo svoltate a destra su via Eremo della Romita e pochi metri dopo troverete il cartello con le indicazioni per l’Eremo. Lasciate l’auto nel piccolo parcheggio o lungo il ciglio della strada e iniziate la vostra camminata in salita all’interno del bosco sacro. La camminata non è lunga e vi condurrà all’Eremo (non è possibile raggiungerlo in auto).

Il bosco dell’eremo

Anche il sentiero per raggiungere l’eremo è davvero bello e suggestivo, si passeggia all’interno del bosco che custodisce un’importante varietà di piante, tanto da poter istituire un’area floristica protetta, la 16° delle Marche. La strada di ghiaia costeggia il Fosso dei Corvi che crea lungo il tragitto delle bellissime cascatelle.

Bosco dei Frati Bianchi
Bosco dei Frati Bianchi

L’Eremo dei Frati Bianchi

Finita la strada immersa nel bosco, si rimane letteralmente senza parole quando alla vista compare l’immagine dell’Eremo dei Frati Bianchi, preceduto da un enorme prato fiorito con al centro una fontana. Sembra di aver raggiunto un tesoro al centro di una foresta. La struttura imponente in mattoncini domina tutta la visuale, le finestrelle azzurre donano un tocco di colore e le grotte laterali riportano indietro nel tempo.

Eremo dei Frati Bianchi
Eremo

Questo è il percorso più breve per raggiungere l’eremo, ma è possibile arrivarci anche dalla parte opposta seguendo il Percorso Blu da Cupramontana. Se si arriva da questo lato, non si ha l’immagine che siamo soliti vedere come prima cosa, ma a mio avviso è ugualmente affascinante perché si esce dal bosco e si attraversa l’antica porta che conduceva al complesso.

Porta d'ingresso al complesso dell'Eremo dei Frati Bianchi
Porta d’ingresso al complesso venendo dal bosco

Oltrepassatela e giratevi, avrete l’impressione di poter chiudere il bosco fuori.

Storia dell’Eremo dei Frati Bianchi

L’Eremo dei Frati Bianchi fu fondato nel XI secolo da San Romualdo e deve il suo nome al candido colore del saio indossato dai Camaldolesi. A San Romualdo venne anche dedicata una delle grotte ricavate nella parete di arenaria, il luogo in cui sorgevano le celle dei monaci.

Grotte dell'Eremo dei Frati Bianchi
Grotte dell’Eremo dei Frati Bianchi

Il suo nome originale sembra essere Eremo delle grotte del Massiccio, proprio perché tutto prese vita da questa parete rocciosa che però essendo friabile e poco solida, nel corso degli anni divenne poco sicura, così i monaci costruirono un nuovo eremo non lontano dalle grotte.

Passeggiata attorno all’eremo

Se amate immergervi nel verde, dopo aver ammirato l’eremo, il chiostro e le grotte, potete fare una passeggiata ad anello che vi ricondurrà sempre all’eremo. Tornate indietro sulla strada di ghiaia e imboccate il sentiero sulla destra che si addentra nel bosco seguendo l’indicazione “S. Giovanni”. Dopo qualche minuto avvolti dal verde, uscirete allo scoperto su un belvedere da dove nelle giornate limpide si scorgono i Sibillini. Continuate la strada in salita fino alla casa, proseguite e raggiungete la strada asfaltata. Una volta qui, svoltate a destra e percorrete qualche metro sull’asfalto, dopo aver oltrepassato il cartello Cupramontana riprendete una strada di ghiaia sulla destra e vi ritroverete sul Percorso Blu che vi condurrà di nuovo all’eremo.

Cosa vedere nei dintorni dell’Eremo dei Frati Bianchi

La zona è ricca di eremi e abbazie, quindi non perdetevi l’Eremo dei Frati Neri e l’Abbazia di S. Elena con i meravigliosi daini al suo fianco. Se invece volete visitare un borgo, fermatevi a Cupramontana e a Serra San Quirico.

Daini dell'Abbazia di S. Elena
Daini dell’Abbazia di S. Elena

Se siete appassionati di eremi non perdetevi l’Eremo di Camaldoli.

Al prossimo viaggio, Viaggiatrice Seriale.

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Passeggiata dal fiume Foglia al lago Penserini

Siete alla ricerca di una bella passeggiata nel verde? Oggi gioco in casa, siamo a Pesaro e più precisamente nel quartiere di Villa Fastiggi.

Percorso fino al lago

Si tratta di un percorso ad anello di circa 6 km totali, ma volendo potete anche ritornare indietro sulla strada già percorsa. Lasciate l’auto nel parcheggio del campo sportivo di Villa Fastiggi, costeggiate il campo da calcio (che avrete sulla sinistra) e proseguite sempre dritto fino alla fine della strada dove incontrerete il Fiume Foglia . Arrivati sull’argine del fiume, prendete il sentiero sulla vostra sinistra. Inizialmente la camminata sarà lungo un sentiero battuto in mezzo all’erba ma completamente all’aperto per poi proseguire all’interno della vegetazione, vi ritroverete quindi riparati dalle piante e ogni tanto dovrete scavalcare qualche tronco (niente di difficile). Troverete un segnale che vi indica il sentiero del tasso e il lago.

Indicazioni sentiero del tasso
Indicazioni sentiero del tasso

Proseguite avendo sempre il letto del fiume sulla vostra destra e se volete avvicinarvi ulteriormente vi confermo che ogni tanto si trova una piccola “deviazione” per raggiungere il fiume. Io per esempio sono scesa su dei gradini scavati nella terra e mi sono ritrovata in una sorta di “spiaggetta” di sassi, con annessa altalena. Proseguendo sul sentiero, troverete ogni tanto un po’ di pendenza, ma potrete aiutarvi con le corde fissate agli alberi.

Corde per aiutarsi durante il sentiero
Corde per aiutarsi durante il sentiero

Continuate ancora un po’ all’interno della vegetazione e sarete finalmente arrivati al ponte!! Si tratta di un ponte di legno che attraversa il fiume, finito di percorrerlo non vi resta che l’ultimo sforzo:una salita sempre con l’aiuto della corda.

Ponte di legno sul Fiume Foglia
Ponte di legno sul Fiume Foglia

Il gioco è fatto, perché proprio dopo il campo che vi ritroverete di fronte, si trova il lago Penserini. Qui non avrete che l’imbarazzo della scelta su dove posizionare la vostra coperta per il picnic o il vostro telo per la pennichella. Il lago è di proprietà privata ma i proprietari consentono l’accesso, quindi l’educazione e il rispetto per il luogo mi sembrano il minimo. Se vi fermate per una sosta, riportate via con voi i rifiuti.

Lago Penserini
Lago Penserini

Se invece siete dei super camminatori potrete percorrere tutto il perimetro del lago. Il luogo è davvero tranquillo e si presta sicuramente per una bella scampagnata e se siete con i vostri bimbi, sono sicura che apprezzeranno. Il sentiero non è difficile ma nemmeno tutto pianeggiante quindi adatto ai bimbi più grandi e non adatto ai passeggini.

Quale strada scegliere per il ritorno

Una volta raggiunto il lago le opzioni sono due: se amate l’avventura potete percorrere la strada al contrario, se invece amate i percorsi ad anello potete proseguire. Dovete superare la balza e portarvi sul sentiero superiore, seguite il percorso battuto e arriverete ad una catena dopo la quale dovrete scendere a sinistra e lasciare il fiume alle vostre spalle. Ora inizia la strada asfaltata, ma sempre immersa nel verde. Proseguite fino alla fine della strada e poi svoltate a sinistra, dopo poco troverete la strada imbrecciata affiancata da alberi che vi condurrà al Campo Base, oltrepassate il gattile e proseguire sempre sulla strada principale fino all’incrocio. Una volta qui svoltate a sinistra e prestate maggiore attenzione perché passano diverse macchine e sarete tornati di nuovo alla vostra auto. Spero di esservi stata utile e ricordate che l’avventura è sempre dietro l’angolo! Viaggiatrice seriale.

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Trekking al Bosco di Tecchie

Se siete alla ricerca di un bel percorso immersi nella natura, nella regione Marche, ho proprio un bel posticino da consigliarvi. Oggigiorno abbiamo bisogno di aria fresca e contatto con la natura, tutto quello che troverete nei sentieri del Bosco di Tecchie.

Indicazioni Bosco di Tecchie
Indicazioni Bosco di Tecchie

Come raggiungere il Bosco di Tecchie

Ci troviamo in provincia di Pesaro-Urbino e più precisamente a Cantiano: prendete l’uscita di Cantiano sulla super strada e subito dopo prestate molta attenzione alla segnaletica, non dovete raggiungere l’abitato, ma sulla sinistra troverete le indicazioni per il Bosco di Tecchie. Percorrete qualche altro km sempre seguendo la segnaletica, oltrepassate un piccolo ponte che ospita le indicazioni e iniziate a salire. Al fianco di una piccola costruzione in mattoni troverete il parcheggio e il punto di partenza del sentiero. Ci troviamo a Ca’ Balbano e da qui parte uno dei sentieri del Bosco di Tecchie.

I sentieri del Bosco di Tecchie

Il Parco Naturale Bosco di Tecchie rappresenta ad oggi uno degli ambienti più intatti della Regione Marche, venne istituito nel 1986 e ospita una biodiversità davvero importante. Pensate che qui gli alberi morti non vengono rasi al suolo, ma continuano ad essere parte integrante del bosco. La zona è davvero meravigliosa, il silenzio ricopre tutto il bosco e gli scorci che si intravedono lungo la camminata lasciano senza fiato. Parlando proprio di camminate, i sentieri principali sono 4: il sentiero del Cerro, il sentiero del Faggio, il sentiero delle Cascatelle e il sentiero Didattico. Io ho percorso quello del Cerro, con partenza da Ca’ Balbano e se siete dei discreti camminatori ve lo consiglio perché non è troppo difficile. Il sentiero del Faggio parte da una intersezione con quello del Cerro e sembra essere il più impegnativo. Il sentiero didattico, come intuibile dal nome è quello più tranquillo e maggiormente apprezzato dalle scolaresche, quindi se siete con dei bambini mi sento di consigliarvi quest’ultimo. E per finire resta quello delle Cascatelle, il mio preferito. Si tratta di una piccola diramazione del sentiero del Cerro, ma vi condurrà fino a sotto le cascate…….è meraviglioso.

Cascate Bosco di Tecchie
Cascate Bosco di Tecchie

Il sentiero del Cerro

Ritornando alla mia camminata, dopo un tratto iniziale in salita, mi sono ritrovata a percorrere diversa strada in pianura fino ad arrivare poi ad un fiumiciattolo. Si oltrepassa tranquillamente camminando sui sassi più alti e si inizia una serie di tornanti, non semplicissimi ma che regalano scenari magnifici sulle vallate circostanti.

Panorama dal sentiero del Cerro
Panorama dal sentiero del Cerro

Ho attraversato un tratto in cui stavano impilando diversa legna (ma credo sia stato momentaneo, quindi non penso possa aiutarvi nel percorso) per raggiungere poi un altro tratto pianeggiante poco prima di incontrare il sentiero delle Cascatelle. Deviazione alle cascate e poi di nuovo in marcia fino all’area di sosta dove ho consumato il mio pranzo. Dovete infatti sapere che lungo i vari sentieri si trovano delle aree di sosta attrezzate con tavoli e panche. Subito dopo l’area di sosta, incontrerete l’incrocio col il sentiero del Faggio.

Segnaletica sentieri Bosco di Tecchie
Segnaletica sentieri Bosco di Tecchie

Proseguendo su quello del Cerro invece, dopo poco incontrerete una sorta di percorso “consigliato” delimitato da staccionate in legno, seguitelo e raggiungerete Ca Tecchie.

Ca Tecchie
Ca Tecchie

Si tratta di un rifugio, la maggiore area di sosta durante queste passeggiate. Diciamo che è un punto strategico e si intersecano un po’ tutti i sentieri.

Flora e Fauna

Come detto in precedenza, quest’area protetta ha una notevole biodiversità anche se le specie vegetali che la popolano maggiormente sono i faggi e i cerri. Per quanto riguarda gli animali invece, oltre ai tipici animali che si incontrano nel bosco, qui vivono anche il picchio rosso e la salamandra dagli occhiali. Se volete trascorrere una giornata a contatto con la natura, questo è il luogo perfetto. poi in zona potete visitare anche Cantiano o spingervi sul Monte Catria.

Alla prossima camminata, Viaggiatrice seriale.

Italia, Toscana, Trekking

La Verna: trekking e visita al Santuario

Un bellissimo trekking in Toscana, alla scoperta del Santuario della Verna. Ormai è diventata una necessità quella di trascorrere del tempo all’aria aperta, magari coniugando una bella passeggiata con una visita. Questo è proprio l’itinerario che ho percorso ieri, circa 10 km immersa nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, che si estende fra Emilia Romagna e Toscana.

Come raggiungere il Santuario della Verna

Il Santuario della Verna, fondato da San Francesco è comodamente raggiungibile in auto, lasciando il mezzo nei parcheggi (a pagamento) a pochissimi metri dall’ingresso, ma è anche raggiungibile con tanti percorsi a piedi….d’altronde in passato era l’unico modo per spostarsi e per fortuna sono rimasti usufruibili anche da noi.

Faggeta della Verna
Faggeta della Verna

Io ho intrapreso un percorso ad anello che parte dalla curva prima del Santuario e attraversa tutta la faggeta. Si inizia con il sentiero 50 fino a raggiungere Croce della Calla, da qui seguire le indicazione del sentiero 56 “anello basso”. Questa sentiero costeggia gran parte del costone di roccia su cui si erge il monastero.

Bosco della Verna
Bosco della Verna

Ad un certo punto, proprio in mezzo al bosco si trovano indicazioni del sentiero 56 in entrambe le direzioni: una freccia indica di proseguire verso destra (q in questo modo non si arriva al santuario ma si percorse solo il sentiero ad anello), mentre le classiche indicazioni su alberi e rocce indicano di proseguire verso sinistra. Dopo un po’ si arriva al bivio fra il sentiero 56 e 53 e seguendo quest’ultimo si arriva proprio al Santuario della Verna.

Sentiero 53 al bosco della Verna
Sentiero 53 al bosco della Verna

Alla fine si deve oltrepassare un cancello (dalle scalette sulla sinistra) e si arriva proprio alla salita che conduce all’ingresso del luogo di culto.

Santuario della Verna da sotto
Santuario della Verna da sotto

L’ultimo tratto forse è un pochino impegnativo, ma vedendo la meta vicina si percorre bene con un ultimo sforzo.

Santuario della Verna: cosa vedere

Nell’estate del 1224 San Francesco si ritirò sul monte della Verna e proprio qui ricevette le Stimmate dal Signore.

Santuario della Verna
Santuario della Verna

Piano piano nacque il luogo di culto che si trasformò nei secoli fino a diventare il Santuario che troviamo ancora oggi. La storia però iniziò diversi anni prima, quando il monte della Verna venne donato a San Francesco dal Conte Orlando Catani. La leggenda narra che quando Francesco raggiunse la cima, venne accolto da un grande stormo di uccelli i quali mostravano gioia e allegria per il suo arrivo. Il complesso del Santuario è di notevole grandezza, infatti i luoghi visitabili sono differenti. La Basilica di Santa Maria Assunta è la chiesa principale che ospita diverse opere dei della Robbia e diverse reliquie di San Francesco mentre il Sasso Spicco è il luogo di preghiera del santo nelle sue prime visite alla Verna. Il lungo corridoio che ospita diversi affreschi relativi agli episodi di maggiore importanza della vita di Francesco è chiamato il Corridoio delle Stimmate e conduce alla Cappella Delle Stimmate, al cui centro è posizionata la pietra in cui San Francesco ricevette le Stimmate.

Corridoio delle Stimmate La Verna
Corridoio delle Stimmate La Verna

Il Santuario della Verna è un vero e proprio luogo di pace, completamente immerso nella natura dove ritrovare il contatto con se stessi.

Cosa visitare nei dintorni della Verna

La zona offre tantissimi percorsi per passeggiate e trekking come per esempio il Sentiero delle fate che parte dal paese di Chiusi della Verna e arriva al santuario.

Sentiero delle Fate Chiusi della Verna
Sentiero delle Fate

Per i più piccini invece è molto carino il Sentiero Magico, una piccola passeggiata nel bosco accompagnati da statue in legno che si mimetizzano nella natura. Se invece optate per un itinerario religioso, sempre nel Casentino si trova un altro luogo molto suggestivo: l’ Eremo di Camaldoli. Ora non vi resta che scegliere se il trekking alla Verna o le visite ai luoghi di culto.

Al prossimo viaggio,

Viaggiatrice seriale.

Italia, Marche, Trekking

Parco del Trabocco di Montecarotto: passeggiata nelle Marche

Il bisogno di natura si sta facendo sempre più importante dentro di me, così sono andata alla scoperta di un’altra oasi verde: il Parco del Trabocco di Montecarotto.

Cascata al Parco del Trabocco

Come raggiungerlo

Il Parco del Trabocco è un’oasi naturale nella provincia di Ancona e precisamente al confine fra i paesi di Montecarotto e di Poggio San Marcello. Una volta arrivati a Montecarotto troverete delle indicazioni che segnalano la strada, poi lasciate l’auto davanti al caseificio e iniziate il vostro percorso.

Cosa fare al parco del Trabocco

Il parco ha un ingresso libero e dispone di diverse aree pic-nic e relax proprio all’inizio del percorso. Teoricamente se non avete scelto questa destinazione per fare una bella pennica all’ombra o per gustarvi il vostro pranzo sotto gli imponenti alberi, siete pronti a camminare. I sentieri completamente immersi nel verde sono 3: Le cascatelle, le selvettine e il bacucco.

sentieri del parco del Trabocco
Sentieri del Parco del Trabocco

Come prima cosa vedrete i resti di un antico mulino diroccato e già da lì sentirete il rumore dell’acqua, infatti l’intero parco è disseminato di cascate.

Resti del mulino del parco del Trabocco
Resti del mulino al Parco del Trabocco

I percorsi sono tutti segnalati e si posso anche imboccare da differenti punti. Staccate la spina e gustatevi quella meravigliosa sensazione di benessere che solo la natura sa infondere. Preparatevi psicologicamente a passare sotto tronchi caduti o in alcuni casi anche sopra, a mo di ponte o a guadare il fiume per raggiungere l’altra sponda.

Sentieri del parco del Trabocco
Sentieri al Parco del Trabocco

Cosa vedere nei dintorni

Se al percorso naturale volete abbinare anche qualche visita storico-culturale, avrete solo l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda i borghi circostanti. Io mi sono fermata a Maiolati Spontini, ovviamente a Montecarotto, a Poggio San Marcello e a Castelbellino; tutti davvero caratteristici.

Borgo di Maiolati Spontini

Al prossimo trekking, Viaggiatrice seriale.

Italia, Trekking, Umbria

Dormire tra gli alberi non è più un sogno: ecco il Tree Tents Trekking

Dormire all’interno di un bosco in una tenda sospesa tra gli alberi non è più un sogno di grandi e piccini… è diventata una bellissima realtà e per trasformarlo da desiderio a qualcosa di concreto, non vi resta che partecipare ad un Tree Tents Trekking.
La Forestalp è la prima in tutta Italia che propone questo tipo di campeggio;io ho avuto il piacere di prendere parte alla “data zero” e ne sono rimasta completamente affascinata
Praticamente si dorme in particolari tende, un incrocio con delle amache possiamo dire, concepite per essere letteralmente appese agli alberi.

Potenzialmente la tenda potrebbe essere montata a qualsiasi altezza, ma c’è da considerare che poi in qualche modo bisogna salirci! 🙂
Le tende sono sia doppie che triple e il pernottamento è legato ad una escursione di trekking di due giorni.

Immaginatevi un bosco di faggi, nessun rumore oltre al canto degli uccelli e allo scricchiolare delle foglie sotto i piedi che in piena notte si trasformano in completo silenzio.

Si sente solo il vento, ci si sdraia all’interno del proprio alloggio e con gli occhi puntati al cielo, nelle serate limpide, si riescono a scorgere anche le stelle.
Lo scorso fine settimana avevamo anche la compagnia di tante lucciole che si aggiravano indisturbate tra le nostre casette volanti, creando un’atmosfera magica.
Ovviamente il pernottamento in queste speciali tende è davvero accattivante, ma ricordate che anche le attività collaterali non sono da meno; io ho trascorso due giorni bellissimi, a contatto con la natura, ammirando paesaggi meravigliosi, scoprendo piante e fiori a me sconosciuti, grazie all’aiuto degli accompagnatori e gustando ottimo cibo……perchè diciamocelo, dopo diversi km di camminata, una bella mangiata è proprio quello che ci vuole.

Potete prendere parte agli eventi in calendario che prevedono la mia stessa tipologia di weekend ma in luoghi diversi, oppure se siete già un bel gruppetto, potete prenotare un’escursione privata, che sia per festeggiare un compleanno, un addio al celibato o solo per stare in compagnia.
Per tutte le informazioni consultate il sito.
Io riguardo le foto , pensando già al prossimo incontro con le “tende volanti”.
Stavo dimenticando di dirvi una delle cose più importanti a mio avviso e cioè che l’intero progetto è volto a far rivivere i piccoli borghi dell’Appennino e a creare il minor impatto ambientale possibile.
Un grazie agli organizzatori ( e ottime guide) e ai miei compagni di “viaggio” … è stato un piacere!
Alla prossima avventura,
Viaggiatrice seriale.