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Italia, Umbria

Cosa vedere a Spello

Parto sempre molto volentieri alla scoperta di qualche bel borgo italiano,spesso anche senza sapere precisamente la destinazione….è la strada che decide per me!
Ieri,domenica di aprile soleggiata, era la giornata giusta per aggiungere un tassello alla mia collezione.
Questa volta il mio bolidino si è diretto verso la bellissima Umbria e di conseguenza non avevo che l’imbarazzo della scelta.
Scartando i borghi già visitati,quelli troppo fuori mano,quelli che non mi ispiravano e così via….ho raggiunto Spello.
Ne avevo sentito parlare sempre bene e sapevo anche che rientrava fra i borghi più belli d’Italia, ma ho voluto controllare di persona e confermo quello che si sente dire: è un vero gioiellino.
A circa  15 km di distanza dalla famosissimi Assisi,si trova questo borgo carinissimo,curato nei minimi particolari,dove regna la tranquillità.
Spello è famosissima per le sue infiorate (quest’anno la manifestazione si terrà  nei giorni 17-18 giugno), manifestazioni religiose in cui vengono creati dei veri e propri tappeti di fiori,utilizzando sia esemplari freschi dai colori più vivaci,sia esemplari essiccati.
I fiori sono una parte molto importante del borgo,non solo in queste occasioni ma sempre:girando per le viuzze noterete ovunque un tocco di colore che crea scorci davvero suggestivi.

Ho scoperto che si svolge anche una gara chiamata “finestre,balconi e vicoli fioriti” durante la quale ogni famiglia lascia libero sfogo alla propria fantasia creando delle piccole opere d’arte.
Da visitare assolutamente la Collegiata di Santa Maria Maggiore, al cui interno è possibile ammirare affreschi del Pinturicchio …. che meraviglia!

Dopo aver deliziato gli occhi di tanta bellezza,vi consiglio di dirigervi verso il belvedere perché pensare di affrontare la salita dopo pranzo sarà di sicuro molto più faticoso.
Una volta arrivati in cima abbiamo goduto di un panorama non indifferente,una vista da togliere il fiato.

La tappa successiva è stato il Palazzo Urbani, o meglio il suo loggiato con il ballatoio ligneo con tettoia.

E’ arrivata l’ora di pranzo e dopo essere passati davanti ad un’infinità di enoteche,alimentari e ristorantini che pubblicizzavano le specialità della zona, non ce la siamo sentita di ripartire senza prima assaggiare qualche prelibatezza.

Seduti attorno ad una botte che fungeva da tavolino e scaldati dal sole abbiamo gustato un tagliere di affettati locali, bruschette miste e torta al testo…ho ancora l’acquolina.

Ultimo giretto generale,ammirando anche la torre dell’orologio e poi di nuovo in macchina per raggiungere la destinazione successiva……Spoleto!

Ah, dimenticavo di dirvi che poco prima di raggiungere Spello abbiamo fatto una mini sosta per visitare Villa Fidelia,nata come villa di campagna, fuori le mura, dove i nobili trascorrevano la stagione estiva;edificio bello e imponente,anche se l’aspetto migliore è sicuramente il grande giardino all’italiana che con il tempo ha sicuramente perso gran parte del suo fascino.

Al prossimo racconto,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Marche

Fiorenzuola di Focara:un bellissimo borgo italiano

Una piccola meraviglia incastonata in un paesaggio mozzafiato,questa è Fiorenzuola di Focara.
Ci troviamo sul Monte San Bartolo (in provincia di Pesaro-Urbino) e al confine fra Marche ed Emilia Romagna sorge questo piccolo borgo.
Percorrere le strade tortuose della riserva naturale in moto o con un’auto cabrio sarebbe proprio il top, si macinano chilometri ammirando un paesaggio davvero suggestivo: dall’alto del promontorio si può ammirare il meraviglioso mare che bagna questa parte di Italia ed un lungo tratto di costa a strapiombo sull’Adriatico.

Panorama dal monte San Bartolo

Con negli occhi ancora queste immagini spettacolari fermatevi ai piedi del piccolo borgo e addentratevi oltrepassando la porta d’ingresso, sopra la quale vi è esposta una lastra con un passaggio della Divina Commedia, affiancata dalle immagini del sommo poeta.

« Poi farà sì ch’al vento di Focara,
non farà lor mestier voto né preco »

Dovete infatti sapere che Dante citò questo gioiellino proprio ne XXVIII canto dell’Inferno.

Porta d’accesso al borgo di Fiorenzuola di Focara

Salite per il vicolo principale e raggiungete il punto di massima altezza, il campanile della vecchia chiesa di Sant’Andrea  che dalla sua altezza domina tutto il territorio: da qui la visuale è davvero pazzesca.

Campanile

Riuscirete a vedere anche la spiaggia proprio sotto di voi…e se volete raggiungerla,incamminatevi per il Sentiero dell’Amore.

Scattate qualche foto e fermatevi a contemplare l’orizzonte da una delle panchine posizionate sotto gli imponenti alberi.

Veduta dalle panchine

Il nome “Focara” deriva dagli innumerevoli fuochi che venivano accesi sul promontorio per segnalare la presenza dello sperone di roccia ai naviganti; sembra risalga ai tempi dei romani.
Se ci andate d’estate non potete assolutamente perdervi la spiaggia sottostante, anche se non sarà una passeggiata raggiungerla vi assicuro che ne vale la pena.
Se la stagione invece non è adatta per un bagno, continuate in direzione dell’Emilia Romagna e in soli 10 km vi ritroverete a Cattolica.
L’ultima opzione invece interessa (comunque tutti) gli amanti di storia, dopo Fiorenzuola potrete visitare le altre zone difensive limitrofe,come Casteldimezzo e Gradara; esse infatti facevano tutte parte del sistema difensivo per il controllo del confine fra ravennati e pesaresi.
Un altro scorcio da non perdere si trova girando a destra prima di oltrepassare la porta d’ingresso, passate sotto ad un piccolo arco e davanti ai vostri occhi vedrete il blu del mare; anche da qui partono sentieri per raggiungere la spiaggia.

Fiorenzuola vanta anche un museo interessante, al suo interno troverete la spiegazione dell’intera biodiversità che popola l’intera zona.
Sarà che io sono di parte perchè ci vivo vicino, ma ogni volta che ci metto piede me ne innamoro di nuovo…..quindi se siete in zona è una tappa obbligatoria!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Emilia romagna, Italia

Valmarecchia: alla scoperta di Verucchio!

Conoscete Verucchio?!
Forse sì, forse no…forse l’avete sentito nominare per il famoso Festival che si tiene ogni anno in questo periodo, che richiama tantissimi appassionati.
Ma io voglio parlarvi solo del paese questa sera.
La scorsa domenica sono partita in motorino per una piccola gita fuori porta e indovinate un po’ dove sono andata a finire? 🙂
Ci troviamo nella provincia di Rimini, nell’entroterra, precisamente in Valmarecchia.
Questa zona prende il nome proprio dal fiume Marecchia, importante sin dal passato.
Non amando le cose semplici, al posto di arrivare alla mia meta come tutte le persone seguendo le indicazioni e parcheggiando praticamente al centro del borgo, ho preferito fermarmi un po’ prima, scendere a Borgo Sant’Antonio e fare una bella camminata fra il verde prima di mettere piede nel borgo medievale.
Pensate che ho persino visto una parete di roccia per fare “palestra”!

Così facendo ho incontrato come prima cosa il Museo Civico Archeologico, ubicato nel Monastero dei Padri Agostiniani che ospita gioielli,contenitori e stoffe provenienti addirittura dall’epoca etrusca.
Non amando troppo i musei (come sapete), ho preferito gironzolare per il borgo alla cieca, scoprendo di tanto in tanto qualche angolo suggestivo.

E’ tutto restaurato ed impeccabile, la vista che si ha dalle mura di cinta è qualcosa di emozionante: campi di grano battuto, balle di fieno a perdita d’occhio.

Dovete sapere che Verucchio fu la culla dei Malatesta, la famigerata famiglia che si assicurò il controllo dell’intero territorio.
Fulcro dell’intero abitato è senza ombra di dubbio la Rocca Malatestiana, detta anche Rocca del Sasso per la sua posizione all’apice dello sperone di roccia che domina tutto il territorio.

La mia passeggiata fra le viuzze ha avuto una vera e propria colonna sonora, infatti sin dal pomeriggio si tenevano le prove per l’esibizione del Festival di Verucchio di quella sera.

Ad un certo punto la mia attenzione è stata catturata da un’insegna insolita (almeno per me ) : OLEOTECA!
Conoscete questa parola? Io fino a domenica scorsa non l’avevo mai sentita.
Si tratta praticamente di un mix fra un negozio ed un ristorantino in cui è possibile sia acquistare che degustare olio prodotto proprio in zona,insieme a tanti prodotti del territorio.

In men che non si dica mi sono ritrovata a trascorrere qualche ora fra il verde,la storia, la musica e dell’ottimo cibo.
Verucchio sei stata proprio una bella scoperta…a due passi da casa.
Se siete in zona, magari a San Marino o a Rimini fate una piccola deviazione perché ne vale la pena!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Molise

Civitacampomarano: il paese social

Eccomi finalmente approdata anche in Molise.
Era la prima volta che soggiornavo in questa regione.
Ero in un agriturismo in provincia di Campobasso ed il gestore, gentilissimo ci ha illustrato cosa potevamo visitare nei paraggi.
La nostra attenzione è stata totalmente catturata dal racconto di Civitacampomarano e così siamo andati a visitarla.

Si tratta di un paesino davvero piccolo che conta poco meno di 550 abitanti, la maggior parte dei quali non abbiamo incontrato perchè essendoci andati verso le 19.30 erano già tutti pronti per la cena.
Per essere sincera mi è sembrato quasi un paese fantasma alla prima impressione, poi però la sua particolarità mi ha catturato.

Praticamente i suoi cittadini hanno rivoluzionato i simboli dei mezzi di comunicazione: la classica cabina telefonica è diventata verde e sulla punta vanta un bel logo di Whatsapp, la buca delle lettere sfoggia una bella busta simbolo di Gmail, la bacheca per gli annunci del paese ha cambiato colore, adesso è blu con il logo di Facebook e la panchina degli anziani è diventata azzurra con un bel cartello di Twitter di fianco…….più cinguettii di lì si muore.

Punto di attrazione del paese è il castello Angioino che io per motivi di orario non sono riuscita a vedere.
Passeggiando per le stradine troverete anche diversi murales che ravvivano un pò l’atmosfera, molti della famosa artista Alice Pasquini.

Da questo progetto è nato anche un festival della street-art , il CVTA’.

Se siete in zona non perdetevi questo borgo carinissimo, la sua unicità vale una visita.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Emilia romagna, Italia

Il borgo medievale di Saludecio e i suoi murales

Al confine fra Marche ed Emilia Romagna ci sono tanti bellissimi borghi che c’è veramente l’imbarazzo della scelta.
Essendo proprio di strada, ho deciso di scoprirne uno dopo l’altro.
L’ultima è stata la volta di Saludecio.
Si tratta di un borgo davvero carino e tenuto benissimo, in provincia di Rimini (anche se dista pochi km dalle Marche).

Vi si accede attraversando una grande porta che mostra la grandezza del passato, soprattutto durante il regno dei Malatesta.
All’interno del borgo medievale si possono ammirare bellissimi edifici, ma la cosa che ha completamente catturato la mia attenzione sono stati i murales su diverse facciate delle abitazioni.

Ho scoperto infatti che girovagando per le viuzze si possono ammirare più di 40 murales eseguiti in occasione della famosa festa del borgo “800Festival” che rappresentano le più curiose invenzioni dell’Ottocento.



Lasciatevi guidare dal vostro istinto per fare un giro davvero suggestivo.

Saludecio ha inoltre diversi palazzi importanti, una bella piazza, la torre civica  e degna di nota è senza dubbio la chiesa parrocchiale di San Biagio Santuario del Beato Amato di cui si conserva intatto il corpo all’interno di una teca.

Il panorama che si può ammirare dalle mura è davvero eccezionale, un colpo d’occhio meraviglioso.

Questo piccolo borgo ospita diverse sagre come la già citata 800Festival e SalusErbe, una manifestazione dedicata all’erboristeria, all’alimentazione naturale e alle medicine alternative.
Io ci sono stata proprio in occasione di quest’ultima, dove Saludecio era arricchito da un delizioso mercatino allestito per le sue viette.

Se siete in zona appuntatevelo in agenda perchè una visita è d’obbligo.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Emilia romagna, Italia

Dozza, il borgo dipinto in provincia di Bologna

Ieri pomeriggio ho realizzato un mio piccolo desiderio, ho finalmente potuto ammirare la particolarità di Dozza, il borgo dipinto.
Ci troviamo in Emilia Romagna, e più precisamente in provincia di Bologna anche se la nostra destinazione dista solamente 6 km da Imola.
Si tratta di un borgo medievale conservato benissimo, ma che si distingue da tutti gli altri in modo evidente.

Tutto il paese è arricchito da bellissimi dipinti sulle pareti esterne degli edifici raffiguranti svariati soggetti,da riproduzioni di opere famose e raffigurazioni di vita quotidiana.

Sembra quasi di sognare ad occhi aperti.
Tutto nasce da una manifestazione nel 1965, la Biennale del Muro Dipinto che si svolge ogni anno in quattro giornate di settembre e che tuttora ospita artisti nazionali ed internazionali per abbellire questo piccolo borgo.

E’ un ambiente davvero caratteristico, fuori dal comune che crea un’atmosfera molto accogliente per il visitatore.

Altra attrazione di Dozza è la maestosa rocca sforzesca che ospita sia un museo che l’Enoteca Nazionale dell’Emilia Romagna, quindi dopo una bella visita fra le stradine del borgo vi consiglio di concludere il tutto gustando le prelibatezze enogastronomiche.

Essendo in collina, il paesaggio circostante è davvero magnifico, si hanno delle vedute meravigliose su vigneti ed altri rilievi.
Era da tanto che volevo vedere questo piccolo borgo e devo ammettere che le mie aspettative non sono state deluse, quindi se vi dirigete verso Bologna vi consiglio di fare una breve sosta, altrimenti partite direttamente per andare ad ammirare una galleria d’arte a cielo aperto. Se amate i murales non perdetevi Braccano e Saludecio. 

Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Marche

Tavullia: la terra di Valentino Rossi

Conoscete Tavullia?!
Gli appassionati di Moto Gp sapranno sicuramente di cosa sto parlando…..è infatti il paese di nascita del mitico Valentino Rossi.

Ci troviamo in provincia di Pesaro-Urbino, a pochi chilometri dalla Romagna.
Chiamata in passato Tomba di Pesaro, oggi attira soprattutto tantissimi tifosi del numero 46.
Entrando nel paese percorrerete una curva che il “dottore” avrà percorso milioni di volte nella sua adolescenza e poco dopo arriverete di fronte alle mura che ospitano un maxi poster dedicato al campione.

Le viuzze e le case collocate nel centro storico sono carinissime e curatissime, passerete di fronte alla piccola chiesa gialla, alla sede del Fan Club e potrete percorrere il camminamento dal quale godere di una magnifica vista sulle colline limitrofe.

Tutto a Tavullia ruota intorno a Valentino, entrate nello store per comprare un gadget ricordo o cenate nel ristorante “Da Rossi”.

Appassionati e non è una tappa che vi consiglio, un piccolo paese tutto da ammirare.
Prima di arrivare a Tavullia, se provenite da Pesaro, potrete ammirare il monumento ai caduti canadesi.

Vi renderete subito conto di aver raggiunto la vostra meta, in tutte le case sventola almeno una bandiera con il numero 46.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Umbria

Una perla umbra: Todi

Dovevo raggiungere Roma in macchina.
Tutto è nato così.
Partendo da Pesaro il viaggio per la capitale è un pò lunghino, quindi diciamo che una tappa è d’obbligo.
Volendo sempre ottimizzare il tempo, ho deciso di non fermarmi a casaccio, ma di approfittare della sosta per poter ammirare qualcosa che non avevo ancora visto.
E così è stato.
Sosta a Todi.

Todi in lontananza

Considerate che avevo poco tempo a disposizione, quindi ho veramente fatto una panoramica veloce sulle sue bellezze.
Dovete sapere che Todi sorge su una collina e domina tutta la valle del Tevere ed il centro storico si trova logicamente in alto; per evitare una bella camminata in salita vi consiglio di parcheggiare l’auto in uno dei tanti parcheggi sottostanti e di salire con la funicolare.

Binario della funicolare

La prima cosa che vedrete una volta scesi sarà la bellissima veduta panoramica su tutta la valle vicina, dopo aver scattato qualche foto basta qualche minuto di camminata e vi ritroverete nel cuore pulsante di Todi.

Piazza del Popolo

Il centro è piccolo ma è davvero meraviglioso;degna di nota è senza dubbio Piazza del Popolo, cuore pulsante della cittadina su cui si affacciano i principali edifici del centro storico, come il Palazzo dei Priori ed il Palazzo del Comune.
La vostra attenzione sarà però attratta dal Duomo che vanta un’imponente scalinata d’accesso e dalla sua facciata romanica.

Facciata del Duomo

Vi consiglio di salire le scale perchè proprio da lì riuscirete a scattare meravigliose fotografie sull’intera piazza.
Il personaggio più illustre di Todi è stato Jacopone da Todi appunto e la sua tomba riposa poco distante dal Duomo, nella chiesa di San Fortunato.
Fate un giretto senza una meta precisa per i vicoli della città e con alte probabilità vi imbatterete in veri e propri tesori medievali; arrivate fino a Piazza Garibaldi e fate un saluto alla statua dell’eroe dei due mondi e allo stesso tempo concedete ai vostri occhi una vista bellissima sulle campagne sottostanti.

Statua di Garibaldi

Questo è indicativamente quello che ho fatto io prima di recarmi in un ottimo ristorantino e deliziarmi con le bontà culinarie di Todi.

Prelibatezze culinarie

Non potete però ripartire prima di aver visto il Tempio della Consolazione, appena fuori dal centro.

Tempio della Consolazione

Lo so, è proprio  una toccata e fuga, ma sempre meglio di niente.
Ah non ve l’ho detto, ma stiamo parlando di quella che è considerata la città più vivibile al mondo.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Lazio, Umbria

Fra Umbria e Lazio….da Orvieto a Bolsena passando per Civita

Cari amici, tutti sappiamo che l’Italia offre bellezze uniche e quindi bastano poche ore di macchina (per noi italiani) per raggiungere luoghi ricchi di storia e straordinariamente belli.
Avevo un weekend a disposizione, così nel giro di due giorni, insieme ad una mia amica ho vagliato le varie possibilità e alla fine ho scelto la zona fra l’Umbria e il Lazio.
Siamo partite in macchina il sabato mattina ( non esageratamente presto) e ci siamo dirette ad Orvieto, situata su una fragile rupe di tufo che sin dall’antichità le ha garantito isolamento e protezione. Man mano che ci si avvicina alla cittadina, si può ammirare l’imponenza di questa rupe di colore giallognolo che domina su tutta la vallata.
Il centro storico è collegato ad un gran parcheggio ( a pagamento) da una serie di ascensori e scale mobili.
Una volta in centro ci siamo recate al b&b che avevamo prenotato da casa, abbiamo lascito le nostre cose poi via, subito a mangiare. Siamo state fortunatissime, poco distante dalla nostra palazzina c’era un’osteria carinissima, “L’Oste del re“, dove abbiamo gustato bruschette e una bella focaccia ripiena di porchetta…uno spettacolo!!!
Con la pancia piena abbiamo iniziato a visitare la città, simbolo del posto è senza dubbio il Pozzo di San Patrizio, un esempio unico di audacia ingegneristica costruito nel XVI secolo per raggiungere una vena d’acqua sottostante la rupe d’Orvieto; ha la forma di un largo cilindro con due scalinate a spirale formate da 248 bassi scalini che permettevano la discesa e la risalita di intere colonne di muli carichi d’acqua senza che si intralciassero durante il percorso. E’ un luogo molto suggestivo ed affascinante, anche una volta giunti nel punto più basso non si riesce a capire perfettamente il meccanismo.
Altra tappa fondamentale è il Duomo, capolavoro dell’architettura gotica che con la sua enorme facciata ricca di bassorilievi domina la piazza antistante.

Duomo di Orvieto

Dopo queste visite d’obbligo e dopo aver bighellonato un pò per il centro storico,molto molto carino,  abbiamo deciso di fare una visita un pò più insolita, Orvieto Underground. Si tratta di un tour guidato alla scoperta del circuito di grotte presenti nei sotterranei della città. Quasi ogni casa ne possiede una, sono creazioni dell’uomo in quanto sono state tutte scavate a mano e non create naturalmente, proprio perchè il materiale della rupe è facilmente sgretolabile.
Queste grotte fungevano da botteghe, da frantoi, da colombaie e negli anni più recenti anche come rifugi durante la II guerra mondiale.
Il giorno successivo siamo partite alla volta del Lago di Bolsena, ma abbiamo fatto una sosta intermedia a Civita di Bagnoregio, famosa per essere denominata “La città che muore”; è situata in posizione isolata ed è raggiungibile solo attraverso u ponte pedonale. La causa del suo isolamento è la progressiva erosione della collina e della vallata circostante, che ha dato vita alle tipiche forme dei calanchi. Essa venne fondata dagli Etruschi, ma l’architettura risulta medioevale e rinascimentale. All’interno si trovano solo enoteche, trattorie, un bar, negozi di souvenir e pochissimi b&b; ad oggi credo che gli abitanti siano circa una decina.
E’ veramente una chicca, uno scenario fuori dal solito e dalla sua altezza si può ammirare il paesaggio sottostante.

Civita di Bagnoregio

Risalite in macchina abbiamo raggiunto Bolsena, fatto un giro nel borgo e poi ci siamo spinte fino alla riva del lago, che grazie alla bellissima giornata di sole abbiamo potuto apprezzare in tutto il suo splendore.
Nel tragitto verso casa abbiamo poi fatto un’altra sosta, giusto per ottimizzare il tempo a nostra disposizione e abbiamo visitato Todi, la sua piazza ed il Tempio di Santa Maria della Consolazione che sorge fuori dalle mura cittadine, ma grazie alla sua imponenza e alla sua bellezza è una tappa imperdibile.
Questo è tutto ciò che siamo riuscite a fare in due giorni, non male vero??
Viaggiare non significa per forza fare grandi distanze, a volte basta solo documentarsi sulle bellezze che abbiamo vicino a noi e riuscire ad organizzare un bel weekend, tornando a casa più ricchi di prima… e poi quando si viaggia con un’amica quasi tutto va bene! 🙂
Grazie Dani!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Marche

Castello di Gradara fra storia e leggenda

Buongiorno viaggiatori, oggi vi propongo una giornata alla scoperta dell’entroterra marchigiano, proprio al confine con l’Emilia Romagna. La provincia di Pesaro racchiude in sé tantissimi borghi medievali, ognuno con la propria particolarità.
Partiamo dal famoso castello di Gradara, situato su una collina proprio nella riviera marchigiana-romagnola da dove si ha un’ottima vista sul territorio circostante.

Si tratta di un  borgo medievale dominato dalla Rocca Malatestiana attorno alla quale si svilupparono tantissime vicissitudini legate alle famiglie che l’abitarono come i Malatesta, gli Sforza e i Della Rovere.
Rappresenta un modello di architettura militare con il fossato, il ponte levatoio, mura di cinta e torri merlate; ma oltre ad avere una funzione militare su anche una raffinata residenza con ambienti ampi ed affrescati.
Questo aspetto può essere ammirato attraverso una visita guidata al castello, sia all’interno che all’esterno percorrendo il muro di cinta solcato in passato solamente dalle guardie.
Il Castello di Gradara è famoso in quanto viene citato da Dante nel 5° cantico della Divina Commedia, raccontando la tragica morte degli amanti Paolo e Francesca.
E’ un intreccio di storia e leggenda secondo il quale Francesca era la sposa del padrone del castello, un certo Giangiotto famoso per le sue doti militari che lo portavano spesso  per lunghi periodi fuori casa.
La rocca era frequentata anche dal fratello di lui, Paolo, famoso invece per le sue doti amatorie e poco portato alla guerra.
Paolo e Francesca trovarono una passione in comune, la lettura e come si racconta “Galeotto fu il libro e chi lo scrisse”; infatti sembra che i due si lasciarono andare proprio mentre stavano leggendo il passo di un romanzo cavalleresco, in cui la regina Ginevra, sposa di re Artù, veniva baciata dal cavaliere Lancillotto.
Sembra che Giangiotto sia stato avvertito da qualcuno di corte e rientrando prima da una guerra li sorprese in flagranti e sferrò un colpo di spada contro il fratello, Francesca si mise in mezzo con il proprio corpo e con un unico colpo Giangiotto uccise i due amanti.
Inutile dire che durante la visita al castello il momento più atteso è proprio quello della scoperta della camera dove morirono i due, dove si può ammirare ancora il leggio, la botola ed un bellissimo abito.
Dopo l’affascinante scoperta di Gradara, si potrebbe optare per un bel bagno al mare; percorrendo pochi km in direzione nord infatti si arriva al caratteristico borgo di Fiorenzuola di Focara, situato all’interno del Parco naturalistico del San Bartolo che ha una delle spiagge più belle della zona.
E’ possibile raggiungerla solamente a piedi, ma nei mesi estivi è previsto anche un servizio navetta. Sempre in zona si trova anche la spiaggia della Vallugola, molto bella anche questa che offre inoltre la possibilità di mangiare in alcuni ristoranti abbastanza esclusivi, proprio a ridosso del mare.
Restando sempre in zona si trovano altri borghi caratteristici, quasi tutti con una visuale mozzafiato; sto parlando di Castel di Mezzo, Montegridolfo e Mondaino. In quasi tutti è prevista almeno una sagra paesana con prodotti e tradizioni tipiche.
Se fate una visita a Mondaino vi consiglio un posto che amo particolarmente, si chiama ” La Cantinetta del Pellegrino” ed è un’enoteca con dei prodotti veramente fantastici….oltre ai vini eccellenti non potete perdervi i taglieri di affettati e di crostini e inoltre se ci andate d’estate potrete sedervi all’esterno e contemplare il paesaggio mentre mangiate.
La zona è ricca di punti d’interesse, basta trovare un punto d’appoggio e poi l’itinerario potete sceglierlo di giorno in giorno.
Al prossimo week end,
viaggiatrice seriale.