La Certosa di Trisulti: cosa sapere
Ci sono pochi posti che mi hanno lasciato senza parole e uno di questi è la Certosa di Trisulti.
Certosa di Trisulti: la Farmacia e il giardini all’italiana
Perché vi ho detto che mi ha lasciato senza parole?
Perché sinceramente dall’esterno non mi immaginavo tanta bellezza. Varcata la porta d’ingresso, seguite il senso di marcia tendendo la destra e raggiungerete la grande vasca che in passato ospitava tanti esemplari diversi di pesci e da qui date uno sguardo all’intero complesso, molto ma molto ampio.
Ritornate indietro da dove siete venuti e imboccate il viale principale, verso la metà circa, addentratevi nel piccolo cancello sulla sinistra e arriverete al giardino all’italiana, le cui siepi ripropongono forme di animali, zona in cui si coltivavano anche le erbe medicinali usate per l’attività farmaceutica dei monaci.
Parlando di farmacia, salite le scale ed entrate nell’edificio, solo se siete pronti ad essere circondati dalla bellezza.
Questi ambienti ospitano la Farmacia settecentesca che fino a poco tempo fa era il luogo in cui si producevano medicamenti e liquori, attività principale della certosa.
Prendetevi qualche minuto per ammirare la stanza, le vetrine, i vasi, i vasetti e le ampolle che contengono centinaia di medicamenti.
Alzate lo sguardo al soffitto o rivolgetelo al grande banco, non so nemmeno io cosa consigliarvi, tanta è la bellezza.
L’ambiente è diviso in tre parti, oltre alla sala principale, potrete ammirare anche il salotto di attesa con il suo mobilio antico e le raffinate decorazioni del pittore napoletano Filippo Balbi.
Nature morte, animali e simbologie alchemiche decorano l’ingresso e la parte sul retro con le scatole originali per le erbe.
Certosa di Trisulti: la chiesa di San Bartolomeo e il monastero
Lasciate la farmacia e proseguite sul viale principale, svoltate a destra e raggiungete la grande corte dominata da una gigantesca fontana settecentesca e dalla chiesa di San Bartolomeo.
Anche qui i vostri occhi godranno di un’infinita bellezza, i due ambienti sono ricchi di perle rare.
Fate caso ai due cori lignei realizzati dai maestri certosini, alle sedute e ai leggii… una precisione e un’abilità indescrivibili.
Una volta usciti dalla chiesa, dirigetevi alla vostra sinistra e prendete l’ampio corridoio che conduce al chiostro rettangolare circondato da arcate, dove sono disposte le numerose stanze dei monaci.
Passeggiate sotto i portici e ammirate il chiostro, prima di riprendere la stessa via ed entrare, verso metà corridoio, nella porta che conduce al monumentale refettorio.
Certosa di Trisulti: la storia
La Certosa di Trisulti risale al 1200 circa e fu Papa Innocenzo III che assegnò la primitiva abbazia benedettina ( non l’attuale, ma una a poca distanza dal complesso odierno) ai Certosini.
Furono proprio i Certosini ad occuparsi della certosa per secoli, poi nel 1947 il complesso passò alla Congregazione dei Cistercensi di Casamari.
Fino a pochissimo tempo fa, vivevano alla certosa una manciata di religiosi, oggi invece non è più abitata ma potete trovare un religioso presente bin loco tutti i giorni per ascoltare, accogliere e confortare i pellegrini.
Certosa di Trisulti: informazioni generali
La Certosa di Trisulti si trova in Lazio, nel comune di Collepardo in provincia di Frosinone ed è una tappa imperdibile durante un tour della Ciociaria.
L’ingresso è gratuito, il parcheggio è ampio e proprio di fronte all’ingresso ed è aperta tutti i giorni (15 Aprile- 15 Ottobre 10:00 13:30 – 14:30 18:00; 16 Ottobre- 14 Aprile orario continuato 10:00 16:00).
L’ingresso è consentito fino a mezz’ora prima dell’orario di chiusura.
La visita alla certosa non vi richiederà più di un’ora di tempo, ma saranno 60 minuti ricchi di bellezza.
In zona potete anche visitare le grotte di Collepardo.
Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.