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Italia, Marche

Le grotte di Camerano

Da buona marchigiana, in questo ultimo periodo sto andando alla ricerca dei tesori della mia regione.
Qualche giorno fa ho avuto il piacere di ammirare una sorta di città sotterranea a Camerano.
Siamo in provincia di Ancona, uscite al casello di Ancona Sud e seguite le indicazioni proprio per Camerano e poi per le grotte….è facilissimo.
Dovete recarvi al punto iat, in via Carlo Maratti 37 e fare il biglietto dal costo di 8 €.
La visita dura circa 1 ora e 15 minuti e parte proprio da lì.

Dietro ad  una semplice porta in una stanza qualunque si apre un mondo completamente diverso: km di gallerie sotterranee collegate tra loro che creano un percorso labirintico sotto l’odierna città.
Dovete sapere che questi ambienti risalgono ai piceni, popolazione nomade dedita alla pastorizia che si stabilì nei pressi di Ancona e nelle zone limitrofe tra il IX ed il III secolo a.c.
La popolazione viveva in capanne costruite con materiale naturale, delle quali non vi è nessuna traccia, ma sembra che utilizzò questa parte sotterranea come rifugio, come luogo per la conservazione del cibo e per usi religiosi.
Verrete accompagnati da una guida che vi illustrerà tutta la storia e i punti di maggiore interesse come i luoghi dedicati alla preghiera, molto più rifiniti e decorati rispetto alle normali nicchie.
Sembra che ci sia una netta corrispondenza fra la città sotterranea e quella scoperta, gli ambienti sono analoghi.

Le gallerie di collegamento sono strettine, quindi purtroppo se soffrite di claustrofobia non è una visita adatta a voi.
Il materiale che costituisce questo ambiente è quasi interamente arenaria, con zone ben visibili di argilla e la temperatura è quasi sempre costante e si aggira sui 13° C.
Proprio per questo con il passare degli anni, assunse un ruolo diverso, le varie nicchie diventarono un “prolungamento” delle abitazioni, o ancora meglio possiamo dire delle cantine,
In una zona si vedono ancora i segni lasciati sulle pareti dalle grandi botti di vino: le botti non venivano mai spostate, il vino si faceva scendere dall’alto e poi una volta pronto si imbottigliava direttamente sottoterra e arrivata in superficie già pronto per il commercio.
Anche una famosa cantina utilizzò questi ambienti per la produzione.
Facendo un passo indietro però, devo dirvi che per molto tempo questa parte sotterranea della città venne nascosta alla maggior parte della popolazione, solo in pochi ne erano a conoscenza ma questo cambiò durante la Seconda Guerra Mondiale, quando venne permesso l’accesso a tutta la popolazione che trovò qui un rifugio.
Da quel momento in avanti tutti seppero delle grotte di Camerano.
Sono stati fatti dei lavori per rendere possibile l’accesso ai visitatori, ma l’atmosfera che si respira è davvero suggestiva.

Gli ambienti sarebbero tantissimi, ma quelli ristrutturati sono solo alcuni.
Alla fine del percorso ritornerete in superficie per poi scendere di nuovo, per il semplice fatto che con il peso delle nuove abitazioni il terreno ha ceduto,rendendo impossibile il collegamento……ma l’ultimo ambiente è davvero moooooooooooolto bello!
Se vi ho incuriosito almeno un po’ fateci una visita!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Lazio, Umbria

Fra Umbria e Lazio….da Orvieto a Bolsena passando per Civita

Cari amici, tutti sappiamo che l’Italia offre bellezze uniche e quindi bastano poche ore di macchina (per noi italiani) per raggiungere luoghi ricchi di storia e straordinariamente belli.
Avevo un weekend a disposizione, così nel giro di due giorni, insieme ad una mia amica ho vagliato le varie possibilità e alla fine ho scelto la zona fra l’Umbria e il Lazio.
Siamo partite in macchina il sabato mattina ( non esageratamente presto) e ci siamo dirette ad Orvieto, situata su una fragile rupe di tufo che sin dall’antichità le ha garantito isolamento e protezione. Man mano che ci si avvicina alla cittadina, si può ammirare l’imponenza di questa rupe di colore giallognolo che domina su tutta la vallata.
Il centro storico è collegato ad un gran parcheggio ( a pagamento) da una serie di ascensori e scale mobili.
Una volta in centro ci siamo recate al b&b che avevamo prenotato da casa, abbiamo lascito le nostre cose poi via, subito a mangiare. Siamo state fortunatissime, poco distante dalla nostra palazzina c’era un’osteria carinissima, “L’Oste del re“, dove abbiamo gustato bruschette e una bella focaccia ripiena di porchetta…uno spettacolo!!!
Con la pancia piena abbiamo iniziato a visitare la città, simbolo del posto è senza dubbio il Pozzo di San Patrizio, un esempio unico di audacia ingegneristica costruito nel XVI secolo per raggiungere una vena d’acqua sottostante la rupe d’Orvieto; ha la forma di un largo cilindro con due scalinate a spirale formate da 248 bassi scalini che permettevano la discesa e la risalita di intere colonne di muli carichi d’acqua senza che si intralciassero durante il percorso. E’ un luogo molto suggestivo ed affascinante, anche una volta giunti nel punto più basso non si riesce a capire perfettamente il meccanismo.
Altra tappa fondamentale è il Duomo, capolavoro dell’architettura gotica che con la sua enorme facciata ricca di bassorilievi domina la piazza antistante.

Duomo di Orvieto

Dopo queste visite d’obbligo e dopo aver bighellonato un pò per il centro storico,molto molto carino,  abbiamo deciso di fare una visita un pò più insolita, Orvieto Underground. Si tratta di un tour guidato alla scoperta del circuito di grotte presenti nei sotterranei della città. Quasi ogni casa ne possiede una, sono creazioni dell’uomo in quanto sono state tutte scavate a mano e non create naturalmente, proprio perchè il materiale della rupe è facilmente sgretolabile.
Queste grotte fungevano da botteghe, da frantoi, da colombaie e negli anni più recenti anche come rifugi durante la II guerra mondiale.
Il giorno successivo siamo partite alla volta del Lago di Bolsena, ma abbiamo fatto una sosta intermedia a Civita di Bagnoregio, famosa per essere denominata “La città che muore”; è situata in posizione isolata ed è raggiungibile solo attraverso u ponte pedonale. La causa del suo isolamento è la progressiva erosione della collina e della vallata circostante, che ha dato vita alle tipiche forme dei calanchi. Essa venne fondata dagli Etruschi, ma l’architettura risulta medioevale e rinascimentale. All’interno si trovano solo enoteche, trattorie, un bar, negozi di souvenir e pochissimi b&b; ad oggi credo che gli abitanti siano circa una decina.
E’ veramente una chicca, uno scenario fuori dal solito e dalla sua altezza si può ammirare il paesaggio sottostante.

Civita di Bagnoregio

Risalite in macchina abbiamo raggiunto Bolsena, fatto un giro nel borgo e poi ci siamo spinte fino alla riva del lago, che grazie alla bellissima giornata di sole abbiamo potuto apprezzare in tutto il suo splendore.
Nel tragitto verso casa abbiamo poi fatto un’altra sosta, giusto per ottimizzare il tempo a nostra disposizione e abbiamo visitato Todi, la sua piazza ed il Tempio di Santa Maria della Consolazione che sorge fuori dalle mura cittadine, ma grazie alla sua imponenza e alla sua bellezza è una tappa imperdibile.
Questo è tutto ciò che siamo riuscite a fare in due giorni, non male vero??
Viaggiare non significa per forza fare grandi distanze, a volte basta solo documentarsi sulle bellezze che abbiamo vicino a noi e riuscire ad organizzare un bel weekend, tornando a casa più ricchi di prima… e poi quando si viaggia con un’amica quasi tutto va bene! 🙂
Grazie Dani!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.