Se vi dicessi “Percorso delle acque“, sapreste individuare la zona di cui sto parlando? Piccolo indizio: in questa regione potete trovare tantissimi percorsi per dei trekking e altrettante cascate o pozze naturali. Siamo nelle Marche e più precisamente a Pieve Torina, in provincia di Macerata.
Il sentierodelle acque
A poca distanza dal centro di Pieve Torina parte il percorso delle acque, un semplice percorso da poter fare sia a piedi che in bicicletta di circa 4,5 km a tratta, che collega Pieve Torina al borgo di Fiume. Il percorso è totalmente pianeggiante, fatta eccezione giusto per 2/3 salite e proprio per questo è fattibile anche con bambini e passeggini.
La zona è molto suggestiva e rilassante, infatti la camminata costeggia il corso del torrente Sant’Angelo addentrandosi sempre più nel verde. Si attraversano ponti e passerelle in legno, si incontrano cascate e piccole piscine naturali ed è possibile fare una deviazione all’Eremo dei Santi. Alla fine del percorso invece, arriverete all’ antico mulino di Fiume, aperto al pubblico e visitabile.
Percorso sensoriale
Il sentiero delle acque di Pieve Torina ha una sua particolarità: quasi all’inizio troverete un percorso sensoriale simile al percorso Kneipp delle spa, ma totalmente naturale. Toglietevi le scarpe e mettetevi alla prova camminando a piedi nudi sul fondale di sassi, in un’acqua gelida.
Finita una vasca, una piccola superficie ricoperta di dischi in legno vi farà da passerella per entrare nella vasca successiva; più avanti invece incontrerete altre zone calpestabili ma dal fondo differente, questa volta senza acqua.
Come raggiungere il percorso delle acque
Per raggiungere questo sentiero vi basterà impostare sul navigatore “Percorsi delle acque di Pieve Torina” e arriverete proprio di fronte all’inizio della passeggiata, dove dal lato opposto della strada troverete un ampio parcheggio in cui lasciare l’auto.
Un piccolo e semplice percorso che racchiude storia e natura e che rigenera sia il corpo che la mente. Una leggenda narra che di qui passarono gli apostoli Pietro e Paolo. Se amate la natura e non impazzite per i percorsi più impegnativi, questo è proprio per voi, se invece cercate altri itinerari naturalistici in zona non perdetevi le Cascate di Sarnano, Li Vurgacci di Pioraco e Lu Vurghe.
Appassionati, amanti e fanatici degli anni 40 e 50, questo post è tutto per voi! E’ in arrivo il Summer Jamboree a Senigallia! Non credo, ma se non ne avete mai sentito parlare, si tratta di un festival incentrato sulla musica Rock e Rockabilly degli anni 40 e 50, il più importante di questo genere musicale. La cittadina marchigiana in questi giorni pullula di persone, molte delle quali anche straniere. Ogni giorno si svolgono dei concerti (gratuiti) in varie zone della città, mentre all’interno delle mura della rocca vengono collocati diversi stand, da quelli gastronomici a quelli che vendono cimeli o accessori provenienti proprio dai mitici anni 50!
Sembra di tornare indietro nel tempo, molte persone infatti si presentano indossando gli abiti tipici di quegli anni, vedrete bretelle, capelli brillantinati, bananoni, maglie a righe, tatuaggi e fasce sui capelli. Logicamente io non potevo sottrarmi al fascino di vivere la festa indossando i “costumi di scena” !
Un altro aspetto davvero meraviglioso dal mio punto di vista è quello relativo alle automobili, in una zona precisa della città infatti vedrete esposti dei bellissimi esemplari di auto tenute perfettamente, come dei veri gioiellini.
La festa si sviluppa nel centro storico della città, ma il mercoledì sera (di solito) il tutto si sposta sul lungomare, dove si tiene la festa hawaiiana : “Big hawaiian party on the beach“, una festa con colonna sonora beach boys.
Se siete dei ballerini o se semplicemente volete provare il brivido, ogni giorno troverete delle lezioni gratuite di ballo. Gli eventi in calendario sono davvero tanti, se volete arrivare organizzati date pure un’occhiata qui. Dal mio punto di vista si tratta di un evento davvero suggestivo, vale sicuramente la pena viverlo almeno una volta. Quest’anno la manifestazione sarà dal 27 luglio al giorno 4 agosto 2024. Buon divertimento al Summer Jamboree. Alla prossima festa, Viaggiatrice seriale.
L‘estate di San Giovanni è alle porte, non so vi, ma io sono sempre stata affascinata dai riti legati alla Notte di San Giovanni. Quest’anno il Municipio di Monteciccardo (PU) ha deciso di dedicare un’intera settimana ricca di eventi a questo particolare periodo dell’anno, che culminerà con la Nuova Fiera di Sant’Eurosia, un tempo fiera boaria, oggi mercato di prodotti tipici locali e dell’artigianato. Monteciccardo offre molto a livello naturalistico con i suoi sentieri panoramici, le piccole aziende locali e gli artigiani che tramandano le tradizioni. Sarà una settimana ricca di eventi come trekking cicloturismo, riconoscimento delle erbe spontanee, giochi antichi, boccia alla lunga, leggende al tramonto e tanto altro. Una nuova fiera che riporta a tutti noi ricordi passati.
Calendario eventi
Giovedì 20 Giugno ore 17:30: passeggiata sulle vie della trebbiatura
Venerdì 21 Giugno ore 17:30: passeggiata alla ricerca dell’iperico
Sabato 22 Giugno dalle ore 18:00: Nuova Fiera di Sant’Eurosia (con stand, musica e diverse attività)
Domenica 23 Giugno dalle ore 07:30: II Cicloturistica “Rampciccardo”, gara di boccia alla lunga, apertura stand gastronomici e alle ore 17:00 Passeggiata di San Giovanni (passeggiata con raccolta di erbe spontanee per poi realizzare la “miracolosa” acqua di San Giovanni)
Lunedì 24 Giugno ore 19:30: cena dei volontari della ProLoco e alle ore 21:00 i Racconti della Veglia
Martedì 25 Giugno ore 21:00 Commedia dialettale
Per info contattare la Pro Loco al 3891227005.
Non vedo l’ora di tuffarmi in quest’atmosfera ricca di ricordi e tradizioni, natura e cultura legata all’estate di San Giovanni. Segnatevi sul calendario questo evento dal 20 al 25 Giugno e fatemi sapere quando andrete, che magari ci vediamo.
Da poco tempo è stato inaugurato il Percorso degli Abati, insieme ad altri due nuovi sentieri nei pressi di Montelabbate. Partiamo proprio da quello degli Abati, più corto rispetto agli altri.
Tappe del percorso degli Abati
Il percorso parte proprio dal centro di Montelabbate in provincia di Pesaro-Urbino e si sviluppa nelle campagne circostanti. Parcheggiate l’auto nei pressi del Municipio e guardando proprio questo edificio, dirigetevi verso destra sulla strada asfaltata in salita. Il percorso è contrassegnato dal simbolo bianco/fucsia, vi basterà seguire questo per non perdervi.
Piccolo tratto in salita sull’asfalto che vi condurrà in una zona residenziale, qui tenete la sinistra e vi ritroverete subito nel verde. Raggiunto il capanno verde degli asini alla vostra sinistra, proseguite dritto e iniziate a salire sul piccolo sentiero dal quale godrete di un bellissimo panorama su tutta la zona circostante e che vi condurrà ad un campo di ulivi. Qui tenetevi sulla sinistra e salendo un altro po’ avrete già raggiunto il Castello dove potrete riposarvi nell’area pic-nic. Prendete poi la carrareccia che in linea d’aria prosegue il sentiero che avete già percorso, per intenderci, una volta usciti del verde, non prendete né a destra né a sinistra ma proseguite dritto. Piacevole carrareccia immersa nel verde che vi condurrà fino ad un bivio, tenete la destra e costeggiate il campo mantenendo sempre la sinistra (cercate sempre i segnali sugli alberi) fino ad arrivare ad un campo di ulivi.
Qui cercate bene i segnali perché potrebbero essere più nascosti, quindi ricordatevi di non fare tutta la salita costeggiando il campo, ma prendete a sinistra e il percorso si farà pianeggiante. Giungerete quindi ad un altro bivio dove dovrete mantenere la destra e dopo una piccola salita vi ritroverete sulla strada asfaltata; qui prendete a sinistra e poco dopo guardate bene sulla destra e troverete un altro segnale. Percorrete la strada asfaltata e oltrepassate i blocchi per le auto, arrivando di nuovo verso una zona residenziale. Da questo punto in poi il percorso sarà tutto su asfalto, incontrerete prima qualche casa più isolata fino ad arrivare in mezzo ai palazzi. Vi ritroverete quindi alle porte del centro storico e una volta qui, dopo aver oltrepassato un’antica fontana e la chiesa sarete di nuovo di fronte al Municipio e avrete concluso il vostro giro ad anello.
Info sul percorso degli Abati
Il percorso degli Abati è lungo circa 4 km con un dislivello di 150 metri e non presenta grandi difficoltà se non qualche tratto in salita. E’ un giro ad anello e non è fattibile con i passeggini. Consigliate le scarpe tecniche e l’acqua. Il giusto compromesso per una bella passeggiata nel verde, senza dover raggiungere zone troppo isolate.
Conoscete la spiaggia di Mezzavalle? Si tratta di una meravigliosa spiaggia incontaminata sulla riviera del Conero, un vero e proprio gioiellino raggiungibile con una bella camminata. Dopo avervi indicato i migliori sentieri trekking sul Conero, oggi vi porto a fare trekking a Mezzavalle.
Mezzavalle: percorso trekking
Il percorso per raggiungere la spiaggia di Mezzavalle ha una pendenza importante e si snoda attraverso 9 tornanti che dal parcheggio sulla SP1 a ridosso della rotonda, conducono fino al mare. Purtroppo in questo sentiero sono frequenti gli interventi dei soccorritori, infatti se ci fate caso, in ogni cartello che segnala un tornante, sono indicati i numeri da chiamare in caso di necessità. Non vi dico questo per spaventarvi, anzi, ho deciso di scrivere questo articolo proprio per raccontare questa bellissima esperienza, ma anche per ricordarvi di indossare calzature adeguate. E’ vero che la destinazione finale è il mare, ma questo sentiero non può essere assolutamente percorso in ciabatte o con calzature aperte. Anche durante la mia passeggiata ho incontrato persone con calzature non idonee che in alcuni casi sono arrivate in fondo senza farsi male, ma questa è solo fortuna perché è davvero scosceso. Tornando al percorso, dal parcheggio al mare sarà poco più di 1 km e mezzo, quindi niente di preoccupante. Per la salita invece munitevi di una buona dose di pazienza.
La spiaggia di Mezzavalle
Alla fine della discesa vi troverete di fronte alla meravigliosa spiaggia di Mezzavalle, una delle spiagge più belle del Conero. I suoi sassi bianchi e la sabbia chiarissima accentuano il colore cristallino dell’acqua; alla vostra sinistra avrete la spiaggia della Vedova e della Scalaccia, mentre a destra potrete vedere Portonovo e la sua baia. La spiaggi è libera, ma ci sono sia un bagno pubblico che la doccia. In estate troverete anche un piccolo punto di ristoro, ma vi consiglio di scendere con cibo e bibite. Durante la salita, con la scusa di immortalare il panorama che muta a seconda dell’altezza di ogni tornante, potrete fare una sosta e riposarvi. Se amate le spiagge selvagge, la spiaggia di Mezzavalle è davvero imperdibile.
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Viaggiatori, sono sicura che tra di voi si nasconde qualche appassionato di ville storiche che oggi sarà felice grazie al racconto di Villa Caprile. Siamo nelle Marche, più precisamente a Pesaro e Villa Caprile insieme a Villa Imperiale e a Villa Miralfiore è uno dei gioielli della città.
Villa Caprile: la storia
La storia di Villa Caprile nasce nel 1500 circa, quando venne edificata come cascina di caccia, ma dobbiamo riconoscere alla famiglia Toschi-Mosca la realizzazione di una villa molto più imponente, destinata principalmente alla stagione estiva e allo svago.
Vennero quindi effettuati importanti lavori e venne costruita in stile neoclassico la villa che a grandi linee possiamo vedere oggi. Gli interni vennero affrescati dal pittore Giulio Cesare Begni che cercò di riportare all’interno della costruzione gli stessi elementi che si potevano ammirare dalle finestre, creando così una continuità fra esterno ed interno. Delle otto sale affrescate, sicuramente il salone è quello che provoca un impatto maggiore nel momento in cui si varca la porta d’ingresso.
Una delle particolarità della villa è la perfetta simmetria; infatti è come se tutto fosse stato costruito su un asse che parte dalla chiesa (anche se questa è stata costruita successivamente), attraversa la finestra del salone e arriva fino al viale principale dal quale entravano i Marchesi Toschi- Mosca con la loro carrozza. Alla fine del 1700 Villa Caprile subì un’importante restauro e gli affreschi di Begni vennero restaurati e sostituiti da quelli di Ubaldo Gaminiani. Sempre in questa fase venne realizzata la bellissima galleria degli stucchi. Alla fine del 1800 circa la villa venne venduta all’Accademia Agraria e in questi spazi venne fondata una scuola agraria. Durante la guerra fu occupata dai tedeschi, proprio qui infatti passava la Linea Gotica e ancora oggi è possibile scorgere nel giardino di Villa Caprile diversi bunker.
Proprio durante questo periodo la villa venne inevitabilmente rovinata, soprattutto la parte della galleria degli stucchi. Oggi Villa Caprile è sede dell’Istituto Tecnico Agrario Antonio Cecchi: non deve essere affatto male fare lezione in ambienti così belli.
Villa Caprile: i giardini
Uno degli aspetti più belli e suggestivi di questa villa pesarese sono sicuramente i suoi giardini, tre per l’esattezza. Il primo giardino che si incontra uscendo dalla villa è quello all’italiana con busti e aiuole dalle forme geometriche, al centro delle quali svettano delle palme. Al centro delle aiuole invece si trova la fontana, sempre perfettamente allineata su quell’asse immaginario.
Affacciandosi dal balcone si può ammirare il secondo giardino avente la funzione di frutteto, sempre con una fontana al centro e arricchito con bellissime serre in cui un tempo venivano spostate le piante di agrumi durante la stagione invernale. La fontana del secondo giardino veniva utilizzata ai tempi dei Marchesi Toschi-Mosca come soggetto per giochi tra le famiglie nobili . Il terzo giardino è in realtà il primo che attraversavano i Marchesi un tempo, arrivando in carrozza , ed è il Giardino di Atlante che un tempo ospitava piante aromatiche mentre oggi si può ammirare una bella distesa di lavanda. Proprio qui di fronte, si riescono a vedere facilmente i tetti dei bunker presenti sul territorio e spostandosi di poco sulla destra, è possibile vedere il bunker Tobruk dissotterrato. Oltre a questi tre giardini a terrazzamento, Villa Caprile ospita anche un teatro di verzura, il viale dei tassi (al quale è legata una leggenda), un roseto e un giardino segreto con delle voliere.
Villa Caprile: i giochi d’acqua
Veniamo ora alla particolarità di Villa Caprile, all’aspetto che la rende veramente unica nel suo genere: i giochi d’acqua. Sembra che il marchese Giovanni Mosca fosse un tipo divertente che amava fare scherzi. Pensate che fece costruire un vero e proprio sistema idrico predisposto per gli scherzi d’acqua; si trattava di veri e propri scherzi d’acqua perché l’ospite che passeggiava in giardino, non si rendeva assolutamente conto in anticipo di poter incappare in qualcosa del genere, gli spruzzi d’acqua escono da fessure impercettibili. Ci sono poi le due grotte particolari, in stile rocaille: in una troviamo il dio Nettuno e una specie di carillon con figure marine, mentre nell’altra troviamo addirittura il diavolo che esce da una finestrella e che spruzza acqua, bagnando ovviamente il malcapitato.
Ci sono poi due sedute che danno sul secondo giardino e che sembrano posizionate in quel punto per ammirare il panorama e invece anche qui, azionando i giusti meccanismi, sgorga acqua. La cosa a mio avviso davvero sorprendente è che questi giochi sono arrivati funzionanti fino ai nostri giorni, ovviamente con le giuste manutenzioni, ma il sistema idrico è quello originale che prendeva acqua dalle cisterne interrate sotto al giardino segreto.
L’azienda agricola
Come accennato in precedenza, oggi Villa Caprile ospita l’Istituto Tecnico Agrario Antonio Cecchi ma anche l’azienda agricola. Qui infatti guardandovi attorno vedrete vigne a perdita d’occhio e diversi ulivi. Si producono infatti vino, olio e confetture. Una volta terminata la visita potrete approfittarne per acquistare prodotti a km zero proprio nel punto vendita poco distante dalla villa.
Info e costi
Nel periodo estivo è possibile partecipare alla visita dei giardini con gli scherzi d’acqua, mentre nel restante periodo dell’anno la visita sarà per ammirare i giardini. La cosa interessante è che è il visitatore a poter decidere come comporre la visita: le attrazioni sono tre (villa, giardini e bunker) e il costo per la visita è di 5€ per un’attrazione, 7 € per due attrazioni e 10€ per tre attrazioni. Sarete quindi voi a decidere cosa visitare. Piccola curiosità: Villa Caprile fu frequentata da personaggi illustri come Giacomo Leopardi, Casanova, Stendhal e anche da Napoleone Bonaparte. Per le prenotazioni inviare una mail all’indirizzo psis01300n@istruzione.it o consultare il sito.
Che dite, vi ho convinto a visitare una delle meraviglie di Pesaro?! Io lo ammetto, sono stata completamente ammaliata dal suo fascino e dalla sua particolarità.
Un ringraziamento alla Prof.ssa Gerbino, a Isabelle e a Ruben che mi hanno guidato in questo viaggio nel tempo.
L’entroterra marchigiano custodisce delle vere e proprie perle, come ad esempio Serrungarina. Siamo a Colli al Metauro, in provincia di Pesaro-Urbino. Pronti a scoprire i tesori di questa terra?
Cosa vedere a Serrungarina
Vi consiglio di inserire questo carinissimo borgo di 2500 abitanti all’interno di un itinerario alla scoperta dei borghi marchigiani. Iniziate salendo la bellissima scalinata, fiore all’occhiello di Serrungarina e una volta raggiunta la cima, vi ritroverete al cospetto del tiglio centenario, davvero maestoso e bellissimo. Spostatevi verso le mura e ammirate la visuale da quassù, davvero magnifica. Proprio in questa piazzetta si trova anche la chiesa di S. Antonio Abate che custodisce due tele di notevole importanza: dietro l’altare maggiore si può ammirare una tela del Guerrieri, pittore di Fossombrone della scuola del Caravaggio raffigurante la Visitazione mentre sulla navata laterale si può ammirare l’Immacolata Concezione del Presutti da Fano. Di fianco alla chiesa troviamo il Municipio che ospita una collezione di ceramiche donate dal maestro Bojani, direttore per oltre 20 anni del MIC di Faenza.
Curiosate tra i vicoli e cercate 2 targhe commemorative: a Serrungarina infatti nacquero due personaggi legati al mondo della Rai: Renata Cortiglioni che dedicò la sua vita al Coro di voci bianche e Massimo Pianforini, primo annunciatore Rai. Una chicca da non perdere ma che viene aperta solo in occasione di feste e sagre è l’osteria “Vecchia Cantina” al cui interno oltre ovviamente a gustare vino, troverete un vero e proprio museo della Civiltà Contadina. Prima di lasciare questo piccolo borgo con la forma di una torta, non potete non dirigervi verso il Profermo, una zona utilizzata in passato prima dell’ingresso in ospedale, una sorta di zona dedicata alla quarantena. Oltrepassato l’arco, prendetevi qualche minuto per ammirare il panorama.
La Feste della Pera Angelica
Serrungarina è famosissima per la sua Pera Angelica, un frutto delicato, dolce e davvero gustoso che cresce in queste zone. Essendo proprio una peculiarità, negli anni è nata la Festa della Pera Angelica per valorizzare e far conoscere questo prodotto di nicchia e quest’anno si svolgerà la XXVI edizione. Il periodo della festa è sempre la prima settimana di settembre, il momento di maturazione del frutto e quest’anno sarà il 2 e il 3 settembre. Troverete il borgo in festa, stand gastronomici, convegni, il mercato della Pera Angelica e tanta musica. Questo è un appuntamento da non perdere e potrebbe anche essere l’occasione per visitare il borgo.
Cosa visitare nei dintorni di Serrungarina
Dopo avervi parlato del borgo e del prodotto gastronomico per eccellenza, non mi resta che darvi qualche spunto col quale completare la visita. A pochissimi km da Serrungarina trovate la frazione di Bargniche ospita un albergo diffuso e dopo esserci stata vi dico che è il posto perfetto se cercate pace e tranquillità.
Sembra di essere isolati dal resto del mondo e se cercate un ristorante gourmet dovete assolutamente provare L’Antica Osteria da Gustin (prenotate perché ha pochi coperti).
A pochissima distanza da qui trovate un altro paese davvero carinissimo che merita una visita; sto parlando di Pozzuolo, il borgo del silenzio con i suoi 30 abitanti che si godono la vita con un panorama da fare invidia e i ritmi lenti. La zona offre anche molti spunti a livello naturalistico e il gruppo “I camminatori di Pozzuolo” è sempre pronto a mostrarvi le proprie bellezze. Io sono rimasta affascinata dall’antico forno del paese ancora in funzione, che viene utilizzato per sfornare pizza e focaccia in occasioni di festa. Parlando di feste, durante quelle natalizie Pozzuolo si trasforma nel paese del Natale… segnatevi anche questo appuntamento.
Come detto all’inizio, l’entroterra marchigiano custodisce dei piccoli tesori e se siete ancora curiosi di scoprire questa zona, potete proseguire il vostro tour con una visita a Saltara, al Beato Sante, al Museo del Balì o a Mombaroccio.
La colazione è un momento importante della giornata, quante volte l’avete sentito dire?! Se anche voi come me, durante la settimana fate una normalissima colazione a casa e volete concedervi una coccola, magari durante il fine settimana, ecco 3 colazioni imperdibili tra Pesaro e Riccione.
Bistrò dell’Hotel Excelsior di Pesaro
Che ne dite di una colazione a 5 stelle? Non capita mica tuti i giorni!! E invece potrebbe diventare la vostra nuova routine, perché la colazione al Bistrò dell’Hotel Excelsior, il 5 stelle di Pesaro, è aperta anche ai non ospiti. Immaginatevi in una location super esclusiva a gustare le prelibatezze preparate dallo chef del Rossini Bistrot (locale assolutamente da provare). Avrete solo l’imbarazzo della scelta fra dolci e salati, la giusta carica per affrontare poi una giornata di mare. La colazione è a buffet (oltre qualche piatto caldo da poter ordinare) e ha un costo fisso.
Sac à Poche
Ora ci spostiamo a Riccione, anche se vi sembrerà di essere arrivati in un angolino di Francia quando metterete piede al Sac à Poche, una vera e propria chicca riccionese in cui gustare una pasticceria davvero superlativa. Accomodatevi sotto un ombrellone all’esterno o in uno dei tavolini in veranda e concedetevi una giusta e meritata pausa. La colazione è alla carta.
Botanic
Per concludere questa lista delle 3 colazioni imperdibili, ritorno a Pesaro, al Botanic, un nuovo locale in Viale Trieste in cui poter ritagliarsi un momento di relax gustando pancake, croissant dolci e salati, maritozzi e tantissime altre cosine. Adoro la cura dei dettagli e il croissant crema e fragole non me lo toglierò più dalla mente. La colazione è alla carta.
Il Parco del Conero offre tantissimi sentieri per i trekking panoramici, oltre ovviamente a spiagge meravigliose. Ho già testato qualche percorso un po’ di tempo fa, oggi ve ne faccio scoprire un altro, non troppo lungo ma che vi metterà alla prova. Andiamo alla Scalaccia.
La Scalaccia: percorso trekking
Il percorso della Scalaccia, o sentiero 313, insieme alle varianti 313a e 313b costituisce il Sentiero delle Tre Valli. Si tratta di un sentiero ad anello di circa 5 km, ma molto spesso viene utilizzato per raggiungere la spiaggia della Scalaccia. Siamo a Pietralacroce (AN) e il punto di partenza è nei pressi del ristorante Osteria del Baffo, dove vi consiglio di fermarvi al ritorno.
Leggermente più avanti del ristorante, sulla sinistra incontrerete il cartello che indica l’inizio del sentiero; la prima parte è immersa nel verde e parecchio ombreggiata, mentre la seconda parte prevede la discesa di parecchie scale. Prima di scendere le scale, troverete un bivio; se non siete interessati alla spiaggia ma volete percorrere l’intero sentiero, girate a sinistra per Santa Margherita. Il percorso fino alla spiaggia non è troppo impegnativo, in 40 minuti raggiungerete la vostra meta, ma vi consiglio di indossare scarpe da trekking o calzature comunque chiuse. Dopo un po’ di sana fatica, verrete ricompensati dalla bellezza della spiaggia.
La Scalaccia: la spiaggia
La spiaggia della Scalaccia è selvaggia, non attrezzata e non vi è nemmeno la possibilità di piantare l’ombrellone perché si tratta di roccia marnosa e scogli; è sicuramente una delle spiagge più selvagge e meno frequentate del Conero, adatta a chi ama la tranquillità e l’avventura. Arrivati in fondo potrete ammirare le caratteristiche grotte tipiche della zona anconetana e rilassarvi con un bel bagno. L’acqua è davvero pulita e la zona è adatta alle immersioni. Trovandosi proprio a ridosso della falesia, il sole scompare presto, quindi vi consiglio di andarci al mattino. Vi lascio anche una bella scusa per poter fare delle soste durante la risalita: fermatevi ad ammirare il panorama, da qui la vista sulle grotte del Passetto fino all’Ascensore regala scorci indescrivibili. Non dimenticatevi di portare acqua a sufficienza, giù non ci sono punti di ristoro. Una volta risalita la parte di scalini, potrete decidere se scendere a destra al bivio e continuare il sentiero o proseguire dritto e dirigervi all’Osteria del Baffo per un bel pranzetto a base di pesce, con vista.
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Se amate i musei alternativi, non potete perdere il Museo Tattile Statale Omero ad Ancona: un’esperienza tutta da vivere!!
Museo
La Mole Vanvitelliana di Ancona ospita questo particolare museo, unico nel suo genere. Si tratta di un modello di eccellenza nello scenario delle opportunità culturali per non vedenti ed ipovedenti; è una realtà museale innovativa e di grande attrazione per tutti coloro che vogliono avvicinare o conoscere l’arte. Il motto di questo museo è “Vietato non toccare”, qui l’esperienza è a 360°, le opere si possono, anzi si devono toccare. Il Museo Tattile Statale Omero vanta più di 200 opere; copie in gesso e resina di sculture antiche e originali di sculture contemporanee. Vi ritroverete a passeggiare tra la Venere di Milo, il modellino del Partenone e della Basilica di San Pietro. Fate poi un salto ad ammirare il David e la Pietà. Ovviamente oltre ad ammirare, dovrete toccare con mano; si tratta di un museo unico, senza barriere che intende promuovere la fruizione multisensoriale del patrimonio culturale. Il museo è il centro di formazione e ricerca promotore di mostre tattili di rilevanza nazionale e internazionale.
Divisione del Museo
Appena entrerete nel Museo Tattile Statale Omero, vi ritroverete a passeggiare fra le meraviglie del passato, principalmente arte classica; salendo le scale invece si arriva al piano dedicato all’arte contemporanea con opere di De Chirico, Marini, Martini, Messina e Vangi. Sempre su questo piano ci sono spazi dedicati ad attività particolari, fruibili su prenotazione (vengono spesso organizzati anche eventi per famiglie). Uscendo da questa ala e scendendo di un piano, si arriva alla sezione dedicata al design, aperta a dicembre 2021. Qui potrete scoprire da vicino molti oggetti che diamo per scontati e che siamo abituati ad utilizzare nella quotidianità.
Storia del Museo
Il Museo Tattile Statale Omero nasce dalle idee e dalla volontà dei coniugi non vedenti Aldo Grassini e Daniela Bottegoni che da esperti viaggiatori si sono trovati troppe volte di fronte al divieto i toccare che per un non vedente equivale a non guardare. Da qui prende vita questo museo, nato per promuovere l’integrazione delle persone con disabilità visiva ed accessibile a tutti.
Dove si trova il Museo
Dopo aver cambiato diverse sedi, dal 2014 il Museo Tattile Statale Omero è ospitato nelle settecentesche sale della Mole Vanvitelliana o Lazzaretto di Ancona. L’edificio, progettato dall’architetto Luigi Vanvitelli sorge su un’isola artificiale pentagonale divisa dalla terraferma da un canale e collegata da 3 ponti.
Info utili
Il museo è aperto dal martedì al sabato, dalle 16 alle 18, la domenica e i festivi si aggiungono a questi orari anche delle ore al mattino, dalle 10 alle 13. Nei mesi di luglio e agosto gli orari diventano 17-20 dal lunedì al sabato, più il mattino dalle 10 alle 13 la domenica e i festivi. L’ingresso al Museo Omero è gratuito mentre quello alla collezione di design ha un costo di 5 euro (tranne la 1° domenica del mese in cui l’ingresso è gratuito). Per ogni informazione potete telefonare al 3355696985 o scrivere una mail all’indirizzo prenotazioni@museoomero.it
Non mi resta che augurarvi una buona visita in questo bellissimo museo che ha anche l’importante scopo dell’inclusività.
Alla prossima scoperta, viaggiatrice seriale.
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