America

Messico: mare e civiltà Maya!

Cari amici viaggiatori, oggi raggiungiamo una destinazione che molti di voi sognano, un paese ricco di storia e mistero: voliamo in Messico!!! (Per essere precisi nello Yucatan)
Io ci sono stata proprio un anno fa, nell’ultima settimana di febbraio e ho preso il tempo sempre bello.
Da casa avevamo prenotato solamente il volo e la prima notte, perché avevamo deciso di vivere questo viaggio all’avventura, decidere giorno dopo giorno cosa fare.
Volo Milano-Cancun, una volta arrivati là essendo sera tardi abbiamo preso un taxi e ci siamo diretti subito al nostro hotel, una buona dormita e al mattino successivo dopo una sostanziosa colazione abbiamo raggiunto il molo da cui partire per raggiungere Isla Mujeres.

Le limpide acque di Isla Mujeres

Arrivati qui ci sembrava di sognare, un mare così bello non lo abbiamo mai più rivisto per tutta la vacanza, non perché nelle altre zone non fosse bello, ma perché qui era una tavola, calmissimo, con dei colori mozzafiato, colori caraibici. Appena scesi abbiamo raggiunto un negozietto che noleggiava scooter, abbiamo depositato i nostri bagagli e siamo partiti alla scoperta dell’isola. Devo aprire una piccola parentesi sui bagagli, vi consiglio vivamente di portare uno zaino capiente, tipo quelli da campeggio al posto della valigia, sarà molto più pratico in questo tipo di viaggio pieno di spostamenti.
La giornata è trascorsa fra “bagni di sole” e di mare, relax in spiaggia, giro in motorino con scoperta  di vari aspetti dell’isola fino ad arrivare al momento del nostro primo e vero incontro con la cucina messicana. Abbiamo scelto un ristorantino rustico in una via vicino al centro e lì c’è stato un faccia  a faccia con tortillas, taco, ecc…
Ancora bellissimo mare e poi di nuovo in barca per tornare a Cancun.
Un mezzo di trasporto molto utilizzato è il collettivo, si tratta di un piccolo pulmino che ha la stessa funzione di un taxi, ma avendo un numero di passeggeri superiore al precedente il costo di ogni singola corsa è decisamente inferiore. Sono organizzati benissimo, hanno le scritte relative alla destinazione che raggiungono e al percorso che fanno, è molto semplice capire il funzionamento e soprattutto non bisogna attendere determinati orari, ogni volta che si riempie “lui” parte.
In questo modo abbiamo raggiunto Play del Carmen e ci siamo poi spostati per tutta la vacanza.
Playa del Carmen è forse il luogo più turistico, affollato, ricco di negozi, ristoranti e da cui partono diverse escursioni.
Principalmente si sviluppa su un’unica via che la sera soprattutto pullula di gente. Dal mio punto di vista non è così bella, ma è un ottimo punto di partenza, infatti noi abbiamo pernottato qui per due notti e ogni mattina ci siamo spostati e abbiamo raggiunto i luoghi che ci interessavano, per poi tornare la sera ed avere un’ampia scelta su dove e cosa mangiare, senza preoccuparsi dell’orario.
Il giorno successivo abbiamo di nuovo preso un traghetto e siamo andati a Cozumel.
Qui (questa volta senza l’ingombro dei bagagli) abbiamo di nuovo noleggiato uno scooter e girato per l’isola. In realtà l’abbiamo girata tutta, volevamo capire quale fosse la costa più calma e di conseguenza la spiaggia giusta in cui fermarci. Strada facendo abbiamo visto onde veramente alte che si infrangevano sulle scogliere e tratti di spiaggia forse irraggiungibili, ma datti sicuramente agli amanti del surf.
La spiaggia da noi scelta era più calma, ma non siamo stati con le mani in mano come il giorno precedente, bensì abbiamo fatto snorkeling e avuto la fortuna di ammirare diversi tipi di pesci. Dopo il mare abbiamo fatto un giro nel centro dell’isola dove si respirava effettivamente l’atmosfera messicana e così è finita un’altra giornata.
L’indomani mattina, questa volta a bordo di un collettivo, abbiamo raggiunto la zona di Akumal perché dopo aver letto diverse guide volevamo assolutamente fare il bagno con le tartarughe. Sfortunatamente per noi il mare era troppo mosso e non è stato possibile, ma vi assicuro che è una certezza trovarle, tutti quelli che conosco hanno visto tante tartarughe quindi è una tappa obbligatoria.
Per forza di cose abbiamo dovuto cambiare programma e abbiamo raggiunto la riserva di Yal-Ku, una grande laguna in cui è possibile fare snorkeling molto suggestivo perché l’acqua è limpidissima e sul fondale si possono ammirare “reperti messicani”, non so se messi appositamente o meno, ma che rendono il tutto diverso dal solito.

Laguna di Yal-Ku

La riserva poi oltre alla laguna ha una fitta vegetazione e offre anche punti di ristoro. Arrivati ad una certa ora ce ne siamo andati perché avevamo preso appuntamento per la visita di un cenote.
I cenoti sono tipi di grotte con presenza di acqua dolce, molto presenti in Messico ed America Centrale; il nome infatti deriva dalla parola maya Dz’onot.
Siccome noi non amiamo molto “seguire la massa” non volevamo andare in un cenote “turistico” se così possiamo definirlo, così accompagnati in macchina dal nostro amico con il quale avevamo appuntamento, abbiamo percorso diversi km di strada sterrata e abbiamo raggiunto una sorta di foresta. Qui c’era ad attenderci la guida (anche  proprietario e ideatore del percorso) e una coppia di messicani ( di Città del Messico) che come noi doveva fare l’escursione.
Vestiti a puntino (semplicemente costume, scarpe vecchie e una torcia) abbiamo iniziato l’avventura. Una breve camminata per raggiungere l’entrata della grotta, e da qui è stata tutta un’improvvisata. Scale da scendere, grotte con acqua da attraversare, cunicoli da oltrepassare, il tutto guidati dal nostro amico che nel frattempo ci dava tutte le spiegazioni possibili. Dopo un po’ di cammino abbiamo raggiunto l’obiettivo prefissato, ossia il vero e proprio cenote che prima avevamo visto solo dall’esterno sottoforma  di una specie di lago situato diversi metri sotto la superficie terrestre, che si poteva ammirare da una sorta di grande foro.

Vista del cenote dall’alto

Qui ci attendevano una piattaforma e una liana, così è uscito il bambino interiore in ognuno di noi e via a fare tuffi con la liana per poi risalire sulla piattaforma e farne un altro. Logicamente poi è scattata anche la competizione su chi riusciva a saltare all’ultimo momento!!!
Insomma, dopo una ventina di minuti di puro divertimento e giochi abbiamo ripreso il nostro cammino all’interno delle grotte, ammirando anche stalattiti e stalagmiti e dopo poco siamo riemersi sulla superficie della terra e abbiamo ammirato di nuovo da sopra il “lago” in cui fino a poco prima sguazzavamo. Il percorso infatti è circolare, non si ritorna indietro per la strada dell’andata. Devo dire che è stata una bellissima esperienza, sicuramente fuori dalla massa. Una volta rivestiti i nostri compagni di Città del Messico, che erano con la loro auto, ci hanno gentilmente riaccompagnato alla fermata del collettivo, raccontandoci nel frattempo alcune curiosità del posto.
Zaino in spalla e di nuovo a bordo di un altro collettivo abbiamo raggiunto la nostra nuova sistemazione a Tulum e il giorno successivo abbiamo iniziato la giornata proprio con la visita alle famose rovine. Esse sono l’attrattiva principale della zona, il nome Tulum in lingua maya significa “Muraglia” e si riferisce alle mura che la circondano. Tutti conoscono anche solo per sentito dire le bellezze del sito di Tulum, quindi non  mi dilungo oltre sulla descrizione. Dopo la visita culturale veramente interessante ci siamo concessi del sano relax nella spiaggia adiacente, Playa Paraiso e così abbiamo terminato la giornata.

L’incantevole Tulum
Abbiamo raggiunto il nostro hotel, o meglio il luogo in cui pernottavamo in quanto non era un vero e proprio hotel all’occidentale, ma era tipicamente in stile messicano, veramente caratteristico e logicamente non poteva mancare l’amaca fuori dalla porta, dalla quale avevi la visuale su tutto il cortile interno in cui al mattino si faceva colazione: una vera delizia questo posticino!

Cercando sempre di calarsi nei panni degli abitanti del luogo che stiamo visitando, dietro consiglio di una persona locale, per cena ci siamo diretti nel ristorante che ci aveva detto e che a suo dire era imperdibile. Vagabondando a piedi all’imbrunire, sul ciglio della strada, abbiamo finalmente raggiunto la nostra destinazione ma appena arrivati volevamo letteralmente darcela a gambe. Questo posto di giorno è una pescheria che vende al dettaglio, mentre alla sera diventa un ristorante di pesce. Evidentemente è il top, non c’era nemmeno posto e abbiamo dovuto aspettare, ma ne è valsa la pena, pesce ottimo. E’ stata la dimostrazione del detto “l’abito non fa il monaco” perché altrimenti vedendo tavoli e sedie di plastica della coca cola, senza nemmeno la tovaglia avremmo  dovuto darcela a gambe!
Invece se capitate in zona per cena, dovete assolutamente provarlo, si chiama “El Camello Jr”.
Altro giorno altra avventura, in carrozza sul collettivo direzione Cobà.
Non so se lo sapete, ma fino a pochi anni fa si poteva salire sulle enormi  piramidi, come ad esempio quello famosissima di Chichen Itza, ma a causa di alcuni decessi causati dalla caduta da  queste costruzioni, oggi purtroppo è proibito , ma ci sono delle eccezioni e una di queste è Cobà.
Cobà è un sito archeologico costruito dalla civiltà Maya, ricco di rovine e piramidi, la più grande delle quali è alta 42 m e sulla quale è permesso salire….e noi logicamente non ce lo siamo fatti sfuggire!

All’ingresso del sito abbiamo deciso di affidarci ad una guida del posto perché così si riesce a capire molto meglio la storia  di ogni singola pietra rispetto a quello che si può percepire leggendo una guida cartacea, quindi abbiamo optato per il tour più breve, così abbiamo noleggiato delle bici (per noi e per la guida) e ci siamo inoltrati nella giungla, sorpassando di tanto in tanto qualche resto che poi il nostro amico ci illustrava. Imperdibile il “campo della pelota”, uno spazio in cui si tenevano gare sporti ve di una specie del nostro calcio. Come detto in precedenza la grande piramide è il maggiore punto di interesse, così una volta parcheggiata la bici abbiamo iniziato la nostra salita, che poco dopo è diventata bagnata in quanto uno scrullone d’acqua si è abbattuto su di noi per cinque minuti, tanto che qualche istante dopo aver raggiunto la sommità è ritornato il sole.
Logicamente se soffrite di vertigini non fa per voi, ma chiunque deve prestare tantissima attenzione, soprattutto per scendere in quanto l’unico aiuto è una lunga fune che spenzola per tutta l’altezza in cui potersi reggere.
Non è semplice, ma è assolutamente da fare, una volta in cima si domina tutta la giungla dall’alto….è bellissimo!!
Finita la visita abbiamo recuperato i bagagli e a bordo del collettivo abbiamo raggiunto il sito archeologico per eccellenza, Chichen Itza.

El Castillo di Chichen Itza

Abbiamo pernottato nella struttura proprio all’interno dell’area archeologica, la sera siamo arrivati verso l’ora del tramonto e già solo questo ci ha lasciato senza parole: dalle finestre ai piani più alti si riuscivano  a scorgere le costruzioni  maya più alte, contornate dal colore rossastro del tramonto: una meraviglia unica!!
Ed ecco arrivato il giorno tanto atteso, la visita “a casa” dei  Maya.
Devo ammettere che sono sempre stata affascinata da questa civiltà e trovarmi lì per me è stata la realizzazione di un sogno. Anche in questo caso, a maggior ragione, ci siamo affidati ad una guida del posto ( che però per nostra fortuna parlava italiano), così da poter acquisire quante più notizie e curiosità  possibili. Non fidatevi però del primo che vi propone di accompagnarvi, chiedetegli di mostrarvi il tesserino di guida e pattuite una cifra prima di iniziare la visita, ci sono tante “guide improvvisate”.
Lupito, questo era il suo nome, è stato bravissimo e ci ha svelato tante cose che da una semplice guida cartacea non potevamo assolutamente cogliere: appena arrivati di fronte alla grande piramide, ha battuto le mani in un modo particolare e il suono ha creato una eco per tutta la piazza, tanto che  noi credevamo fosse una presa in giro, invece poi abbiamo provato anche noi ed è successa la stessa cosa: semplicemente  creare un  suono in determinati punti crea questa  “magia” grazie al perfetto allineamento e alla precisa costruzione dei monumenti. Insomma avevamo appena iniziato la visita e già eravamo completamente rapiti da tutto ciò.
Il sito archeologico è affascinante e misterioso,è stato dichiarato patrimonio dell’UNESCO nel 1988 e rappresenta una delle sette meraviglie del mondo; tutto ciò che è possibile ammirare oggi è stato portato alla luce grazie a diverse spedizioni e in differenti epoche storiche.
Gli edifici di maggiore interesse ed importanza sono senza dubbio il tempio di Kukulkan chiamato anche il Castillo (l’enorme piramide). Negli equinozi di primavera ed autunno, al calare e al sorgere del sole, gli angoli della piramide proiettano un’ombra a forma di serpente piumato lungo la scalinata nord, Kukulkan appunto. Durante queste giornate il sito è letteralmente preso d’assolto da turisti che vogliono vedere di persona questo fantastico fenomeno. Altri edifici importanti sono il Tempio dei guerrieri, el Caracol (un osservatorio astronomico) e il campo del gioco della pelota…molto più pericoloso del nostro calcio visto che prevedeva la morta di qualche componente delle squadre.
Non mi soffermo a descrivervi la grande bellezza che ho trovato in questo luogo, sarebbe un racconto troppo lungo e sicuramente non renderebbe giustizia alle emozioni che ho provato….deve essere visto assolutamente una volta nella vita!  Finita la visita abbiamo raggiunto un altro cenote poco distante e anche qui abbiamo fatto il bagno in questa “pozza” mistica, ma non sono mancati i tuffi dato che era provvisto di 2 trampolini posizionati in altezza differenti.
L’ultima notte l’abbiamo trascorsa a Cancun, la sera abbiamo potuto prendere parte alla vita notturna del posto e l’ultimo giorno l’abbiamo trascorso oziando in spiaggia prima di recarci all’aeroporto per riprendere la strada verso casa.
Il Messico è un paese meraviglioso e affascinante, noi abbiamo visto solamente una piccola parte che ha confermato senza dubbio le nostre aspettative, il mio consiglio è uno solo: ANDATECI!!!!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

P.S.: questa zona è molto turistica, quindi poco pericolosa ed è fattibile girare soli.