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Italia, Sicilia

Due giorni in Sicilia alla scoperta del ragusano

La Sicilia mi ha sempre affascinato tanto e dopo essere stata a Palermo e a Trapani, è arrivata la volta del ragusano. L’autunno è il periodo perfetto per visitare la zona: giornate ancora calde e con tante ore di luce, una lieve brezza che mitiga l’aria e tante meraviglie da scoprire.

Come spostarsi durante un tuor del ragusano

La soluzione perfetta per chi vuole approfittare del poco tempo a disposizione è senza ombra di dubbio l’automobile. dopo un’attenta ricerca ho scelto la compagnia con il miglior prezzo. Io l’ho noleggiata in aeroporto a Catania e come le volte precedenti, mi sono affidata ad Auto Europe e mi sono trovata benissimo.

Belvedere su Modica

Munita della prenotazione che avevo fatto precedentemente online, mi sono recata subito al desk davanti gli arrivi e in pochissimi minuti avevo le chiavi in mano. Ovviamente in base alle vostre esigenze o in base a dove andrete, potrete aggiungere a vostro piacimento le varie garanzie (che l’addetto vi spiegherà con cura). Una volta ritirate le chiavi non vi resta che ritirare l’auto e partire. Nel mio caso ho riconsegnato il mezzo nello stesso ufficio in cui l’ho ritirato, ma se non dovete tornare indietro, potete usufruire della riconsegna in un luogo diverso da quello del ritiro.

Cosa vedere in due giorni nel ragusano

Veniamo a noi e alla scoperta del ragusano. se come me non vi spaventa il poco tempo a disposizione ma cercato di sfruttarlo al meglio, ecco cosa potete fare.

Scicli

Trascorrere qualche ora nella bellissima Scicli….la conoscete già?! Non sarete per caso dei fan del Commissario Montalbano?! Sapete che la serie è stata girata proprio qui e che il commissariato non è altro che il Municipio di Scicli? Appassionati o meno, troverete tutti i luoghi della serie.

Scorcio di Scicli
Scorcio di Scicli

Oltre a questi, da non perdere sono le numerose chiese e i meravigliosi palazzi storici: mi raccomando camminate con il naso all’insù perché le facciate e soprattutto i balconi attireranno la vostra attenzione: Munitevi di pazienza e di fiato e salite fino alla chiesa di San Matteo, luogo perfetto da dove ammirare tutta Scicli dall’alto e volgere lo sguardo fino al mare. Dopo la fatica della camminata non vi resta che recuperare le forze a pranzo, magari con un bel piatto tipico: io ho optato per la pasta con le sarde.

Pasta con le sarde
Pasta con le sarde

Modica

Il pomeriggio lo dedicherei a Modica, famosa nel mondo per il suo cioccolato. Anche qui le chiese non mancano e per rendervi il tutto ancora più difficile, vi dico che ha anche due Santi Patroni e di conseguenza due Duomi.

Duomo di San Pietro a Modica
Duomo di San Pietro a Modica

Raggiungete anche qui il belvedere per avere una visione a 360 gradi della città dall’alto e quando vi sentite stanchi, fate tappa all’Antica Dolceria Bonajuto, gustate le varie tipologie di cioccolato o optate per un bel cannolo. Secondo il mio itinerario, indicativamente dovrebbe scendere la sera, quindi vi consiglio di salire all’altro belvedere per ammirare quello che sembra un vero presepe con l’accendersi ripetuto delle luci all’interno delle case, mentre il cielo diventa sempre più scuro.

Donnafugata

A pochi km di distanza da Modica si trova il Castello di Donnafugata che a mio avviso merita una visita…sicuramente più la parte esterna di quella interna.

Castello di Donnafugata
Castello di Donnafugata

Lo sapete da dove deriva il nome? No, ancora non ve lo svelo ma lo farò nel post che uscirà a breve e che sarà interamente dedicato a questa attrazione.

Ragusa

E ora dove si va? Resta indicativamente una mezza giornata, che io ho trascorso a Ragusa. Questa provincia sicula è divisa fra Ragusa centro. ovvero la parte alta e più recente dove oltre all’imponente chiesa si sviluppa la via commerciale con i vari negozi e Ragusa Ibla, fisicamente collocata più in basso, ovvero la parte più antica.

Ragusa Ibla dall'alto
Ragusa Ibla dall’alto

Senza fare tanti giri di parole vi dico che la seconda è la mia preferita. Piccola, si gira tutta a piedi ma preparatevi ad una quantità infinita di scale!! Ricca, anzi ricchissima di chiese e di palazzi nobiliari, vi lascerà senza parole. Ovviamente dovete arrivare fino alla punta estrema, dove sorgono i giardini iblei: sistemati recentemente, rappresentano perfettamente il concetto di polmone verde di Ragusa.

Questo è l’itinerario generale dei miei due giorni nel ragusano, ma se avete più tempo a disposizione non avrete che l’imbarazzo della scelta. Al prossimo viaggio, Viaggiatrice seriale.

Italia, Sicilia

Visita al Centro Soccorso delle Tartarughe Marine di Lampedusa

Durante il mio soggiorno a Lampedusa, oltre a gustarmi il meraviglioso mare, ho voluto vedere con i miei occhi un’altra realtà, un luogo in cui delle persone si impegnano per la salvaguardia delle tartarughe marine.
Presso la Stazione Marittima al Porto Vecchio, si trova il Centro Soccorso delle Tartarughe Marine del WWF Italia, una struttura che ospita tutti gli animali (feriti e non ) che vengono recuperati dai pescatori, dai turisti e dalle Forze dell’Ordine.

Proprio così, ogni qualvolta qualcuno recupera una tartaruga, la porta al centro dove viene visitata ed  in caso curata, marcata ed infine liberata.
E’ proprio la marcatura degli esemplari che permette infatti di studiare la biologia degli animali e quindi di effettuare poi campagne di salvaguardia.
Nel nostro Mar Mediterraneo la specie più diffusa è quella della tartaruga Caretta Caretta, simbolo dell’isola di Lampedusa; può arrivare fino ad un metro di lunghezza, è onnivora e si riconosce dal carapace rosso-marrone.

Entrando nel centro di recupero sarete guidati da una persona dello staff che vi spiegherà passo passo ogni aspetto dell’edificio.
Il Centro Soccorso vive grazie all’impegno di volontari italiani e stranieri, che soprattutto nei mesi estivi si impegnano al massimo per monitorare, recuperare, curare e liberare le tartarughe e a sensibilizzare i turisti che visitano l’isola.
Ogni anno il centro di recupero ospita circa 100 esemplari, molti dei quali riportano le stesse ferite e cioè quelle causate dall’ingerimento di ami da pesca.
Vi è una sala operatoria e poi in uno spazio più ampio sono collocate le vasche che ospitano gli esemplari “ricoverati”.
Durante la mia visita, la nostra guida ci ha spiegato che vi era una tartaruga presente al centro da circa 8 anni, perché oltre ad aver perso l’utilizzo degli arti posteriori, aveva subito un incidente che le aveva frantumato anche una zampa anteriore e quindi al momento del recupero era più o meno spacciata.

Il lavoro e l’impegno costante dei volontari, sotto forma di cure e anche di riabilitazione ha portato la tartaruga a recuperare la capacità di nuotare e quindi nel mese di ottobre dovrebbe essere liberata.
Queste sono le belle notizie, dopo tanto lavoro e sacrificio finalmente arrivano i risultati.
Se andate a Lampedusa fateci un salto, vi assicuro che non ve ne pentirete….e visto che l’ingresso è libero, lasciate un’offerta al Centro!
Se volete saperne di più, consultate la pagina del Centro di recupero.
Vi saluto ripensando a tutte quelle tartarughine sfortunate….
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.