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Camminata subacquea a Mauritius

Amo testare e sperimentare cose nuove, ma col senno di poi credo che “quella volta” sia andata un pò oltre: beata gioventù! 🙂
Mi trovavo nella meravigliosa isola di Mauritius, nel cuore dell’Oceano Indiano e come sempre, prima di partire mi ero documentata a fondo e nella guida c’era una cosa che attirava totalmente la mia attenzione e che mi sono ripromessa di fare una volta arrivata là: la camminata subacquea.
E così è stato.
Mi sono diretta insieme al mio ragazzo a questa specie di scuola di immersione, che poi era anche il punto di partenza dell’escursione.
A bordo di una barchetta abbiamo raggiunto una piattaforma in mezzo al mare; una volta arrivati, siamo saliti  e abbiamo assistito alla spiegazione della guida.
Fortunatamente le cose da capire erano poche, anzi era una sola: seguire lui.
Finita la parte burocratica è arrivata quella pratica e non vi nascondo che mi tremavano un pò le gambe.

La fase di vestizione è stata semplice e veloce: una cintura con dei pesi legata alla vita, in modo tale da non riemergere in superficie e uno specie di scafandro collegato con un tubo alle bombole d’ossigeno presenti sulla piattaforma, dentro al quale si respirava normalmente, in quanto faceva una specie di bolla d’aria e l’acqua non entrava.
Prese le sembianze di un palombaro, siamo scesi in acqua uno alla volta attraverso una scaletta e da quel momento in poi siamo diventati dei “pesci”.
La profondità non era eccessiva, saremo stati a 4 metri sotto il livello del mare.
La sensazione che ho provato è inspiegabile, ma per fortuna non mi sono fatta prendere dal panico – che è comunque una reazione possibile considerando di ritrovarsi a camminare sott’acqua – e ho iniziato ad ammirare l’ambiente marino che avevo intorno a me.
Abbiamo iniziato la nostra camminata in fila indiana circondati da un mondo completamente differente dal nostro: avevamo solo la compagnia di pesci, coralli e stelle marine.
Un’esperienza bellissima e non pericolosa, infatti può essere praticata anche dai bambini dopo una certa età.
Per spiegarvela meglio, posso dirvi che sembrava di camminare sulla luna, ogni passo era al rallentatore.
La guida ci ha indicato le meraviglie nascoste e una volta finito il tour siamo risaliti sulla piattaforma sempre dalla scaletta.
Oggi non so se avrei il coraggio di ripetere un’esperienza del genere…fortuna  che l’ho fatta un pò di anni fa! 🙂
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

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Mauritius: escursione alle terre colorate di Chamarel

Questa mattina una mia amica mi ha chiesto informazioni e consigli su Mauritius e così ho realizzato che ancora non ve ne ho parlato.
Come ho detto a lei, dico a voi la stessa cosa: la prima immagine che si è ricreata nella mia mente al pensiero di quest’isola nel cuore dell’Oceano Indiano è stato un turbinio di colori: le terre di sette colori.
Questa zona meravigliosa si trova a Chamarel, nella costa sud occidentale dell’isola e una volta che vi metterete piede non riuscirete a capacitarvi.

Terre colorate di Chamarel

La natura crea davvero cose eccezionali.
Immaginatevi una collina la cui terra (roccia e sabbia) però non ha le solite tonalità, bensì ha sfumature che vanno dal senape fino quasi al viola.
Questo è il risultato del differente raffreddamento della massa rocciosa fusa.
Per poter ammirare tutto ciò dovrete entrare in una zona privata e pagare un biglietto d’ingresso ma una volta dentro, oltre alle terre dai sette colori potrete osservare da vicinissimo le  tartarughe giganti che popolano la zona ed il maestoso salto delle cascate di Chamarel di oltre 100 m.

Cascate Tamarin

I colori risaltano maggiormente a fine giornata, verso l’ora del tramonto.
Alcuni ritengono che sia un sito divenuto ormai troppo turistico, sicuramente ogni giorno gli occhi di tantissime persone si soffermano su quelle sfumature di colori caldi, ma secondo me ne vale assolutamente la pena; si tratta di un luogo unico al mondo.

Tartaruga gigante a Chamarel

E così con tutti questi colori riaffiorano nella mia mente tanti altri ricordi legati a Mauritius… piano piano ve ne parlerò,
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

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Kenya: mare & safari mozzafiato!

Ciao viaggiatori, per il racconto di oggi non basta un weekend  ma occorre una settimana circa, cambieremo continente e vivrete una delle esperienze più belle della vostra vita! Africa stiamo arrivando!!!
Ho volato con la Blu Panorama ed ho raggiunto la mia destinazione: Il Kenya. Questa volta mi sono affidata ad un tour operator, in effetti avventurarsi in Kenya da soli non è proprio consigliabile.
Una volta atterrati, c’era il pulmino del nostro villaggio ad attenderci all’aeroporto, così dopo circa un’ora di cammino siamo arrivati a Watamu dove c’era il villaggio da noi scelto.
La scelta è ricaduta in questa località perchè è una delle migliori, qui si trova la Riserva Marina di Malindi e Watamu.
Dopo tutte le ore di volo non aspettavamo altro che poterci tuffare nel mare cristallino, ma non è stato possibile: non c’era l’acqua! Tranquilli è normale, infatti l’Oceano indiano è soggetto al fenomeno delle maree che si alternano nell’arco della giornata, quindi in certi momenti dovete camminare e camminare per raggiungere l’acqua relativamente alta. Ah, dimenticavo di dire che era febbraio, sono fuggita dal freddo di casa per rifugiarmi in questo paradiso.
La prima cosa dalla quale mettervi in guardia sono i beach boys, dei ragazzi del posto che posteggiano sulla riva e cercano di rifilarvi qualsiasi cosa: tranquilli sono innocui e non vi dovete preoccupare, l’unica cosa è che non dovete assolutamente dirgli il vostro nome o dargli troppa retta, altrimenti vi tormenteranno per tutto il soggiorno e non sarà più una vacanza rilassante. Loro non possono stare sulla spiaggia privata dell’hotel ( dove ci sono i vostri lettini per intenderci), ma possono stare a riva, quindi mettete in conto che appena metterete un piede in acqua, ne avrete almeno tre intorno a voi!
Il primo giorno è trascorso in totale relax e nullafacenza, mare, sole, sport e tanto cibo. Il pomeriggio però abbiamo organizzato nel dettaglio il vero motivo che ci ha fatto scegliere questa destinazione e cioè il safari!
Ed ecco che rientrano in gioco i beach boys: loro vi proporranno diverse escursioni nella zona, io le ho fatte tutte con loro, in fin dei conti il programma è lo stesso che vi offre la struttura, il prezzo è più basso e sicuramente più autentico. Loro vivono di turismo e quindi non hanno nessun vantaggio nel fregare le persone, altrimenti poi non avrebbero di che vivere…magari accordatevi con altre persone della struttura, in modo tale da fare un gruppo numeroso, al posto di 2 o 3 gruppi da due persone.
Io addirittura avevo preso un “pacchetto” che includeva il safari ed il safari blu più una visita a Malindi.
Al mattino la sveglia è suonata di buon ora e appena usciti abbiamo trovato i pulmini ad attenderci fuori dalla nostra struttura: all’alba il nostro pulmino con otto turisti e due beach boys come guide è partito per la sua meravigliosa avventura.
Il tragitto è un pò lunghino e soprattutto non comodo, considerando che si cammina nella savana non si fa altro che sobbalzare a causa delle buche, ma ci si abitua più che velocemente, non si ha tempo per pensare a queste piccolezze perchè lo spettacolo che si aprirà davanti a voi sarà immenso.
Rosso. azzurro e verde, sono questi i colori che la faranno da padrone, il contrasto fra la terra ed il cielo è pazzesco. Ecco che sorpassiamo il cartello dello “Tsavo East National Park“, siamo dentro!!!

I colori del safari

Una volta qui, non ci sono più programmi nel senso che si è dentro la vera savana e avvistare qualsiasi animale è solo questione di attenzione e di fortuna!
Le prime sono state delle gazzelle ed io ero veramente emozionata anche se erano poche…ma non sapevo cosa aspettarmi. Quando abbiamo iniziato ad ambientarci un pò e anche la “tensione ” è scesa, è stato tutto più semplice.
In piedi nel nostro pulmino ( perchè ha  il tettuccio che si alza, ma non si apre completamente), muniti di binocoli e macchine fotografiche ci siamo calati nella parte ed ecco che vediamo una leonessa e poi un piccolo branco di zebre e uno struzzo che nasconde la testa sotto la terra per la paura. Più ci addentriamo e più la quantità di animali aumenta, così ci dobbiamo fermare per far attraversare la strada ad un gruppo di elefanti con il più piccolino che chiudeva la fila attaccato alla coda della madre; e poi arrivano le scimmie e dopo aver sentito un urlo di gioia di un nostro compagno, ci giriamo e vediamo a mio avviso l’animale più bello ed elegante della savana: la giraffa!
Non vi ho detto che io avevo scelto il safari di due giorni con una notte fuori, così verso l’ora di pranzo abbiamo raggiunto il nostro lodge dove poi abbiamo pranzato ed in seguito trascorso la notte.
Dopo esserci rinfrescati con un bagno in piscina siamo ripartiti per il safari.
Il pomeriggio è trascorso abbastanza bene, anche se non abbiamo avvistato troppi animali. Verso l’ora del tramonto siamo tornati al lodge e ci siamo goduti questo spettacolo della natura: ci siamo accomodati sotto un portico e proprio di fronte a noi avevamo una pozza dove gli animali si vanno ad abbeverare, infatti sono arrivati elefanti e bufali, il tutto in una cornice mozzafiato. Cena e poi a letto in una struttura di mattoni, ma volendo si può pernottare anche in campi tendati… tutto comunque all’interno, immersi nella savana.
L’alba è un altro momento indescrivibile, un mix di colori difficile da spiegare, ma la cosa eccezionale è l’emozione che ti provoca il contesto in generale.
Dopo un’abbondante colazione siamo partiti e devo dire che il secondo giorno è stato molto più fruttifero. abbiamo avvistato diverse giraffe, mandrie di bufali e gruppi di scimmie in mezzo alla strada, qualche struzzo, gazzelle ed un grande branco di zebre.
E così, seppur stremati, alla sera siamo rientrati al villaggio e abbiamo continuato la nostra vacanza “marina”.
Il giorno successivo è stato all’insegna del relax alternando camminate sulla spiaggia a bagni.
Lo staff del villaggio organizzava diversi eventi la sera, infatti abbiamo assistito ad uno spettacolo degli acrobati della zona, un’altra sera erano presenti i Masai che vendevano i loro manufatti e un’altra sera siamo proprio usciti e siamo andati in un locale a Malindi e poi al casinò, giusto per vedere altre sfaccettature della zona. Logicamente tutto organizzato, non ci siamo mai mossi da soli.
Il giorno successivo, sempre accompagnati dai nostri amici beach boys abbiamo fatto una piccola escursione con le loro tipiche barchette di legno, che non facevano altro che imbarcare acqua; ma tranquilli, c’era la bassa marea, era tutto sotto controllo! 🙂 abbiamo potuto ammirare diverse stelle marine, pesci palla e polipi, ma la cosa più strabiliante era il colore del mare, sembrava finto da quanto era bello, calmo, come se fosse una tavolozza color verde acqua.
A me piace “calarmi nella parte”, avvicinandomi alla cultura del popolo che mi ospita, così ho deciso di farmi fare le treccine in tutta la testa…a fine vacanza sembravo quasi una del posto!!
Il giorno successivo è arrivato il momento dell’altra escursione compresa nel nostro “pacchetto” e cioè il safari blu.

Siamo saliti in una barca e abbiamo preso il largo e poi siamo scesi in acqua a fare snorkeling, poco dopo abbiamo raggiunto una zona con tante mangrovie, abbiamo ormeggiato la barca e siamo scesi per pranzo. Spettacolo!!! Qui i beach boys insieme a persone del posto ci hanno preparato un pranzo da leccarsi i baffi: riso con polipo e poi aragosta!
Come detto in precedenza il tour prevedeva anche la visita di Malindi, così dopo pranzo ci hanno portato in città e abbiamo fatto un piccolo giro. Qui si notano le vere condizioni in cui vivono gli abitanti del posto. Come sempre “le guide” tendono ad introdurvi nelle botteghe dei loro conoscenti per farvi comperare qualche oggetto di legno o cose del genere. Ultimo giorno di puro relax nelle acque cristalline dell’Oceano Indiano e poi ritorno alla bassissime temperature italiane del mese di febbraio.
Questa è stata la mia settimana keniota, ma so che organizzano altre escursioni, per esempio al canyon del diavolo o ai vari orfanotrofi della zona.
Non potrete non restare  affascinati da questa nazione e forse in qualcuno di voi si farà sentire il famoso mal d’Africa.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

PS: è consigliabile sottoporsi alla profilassi antimalarica se si va a fare il safari, se si resta in villaggio non serve. poi dipende sempre dal periodo in cui si intraprende il viaggio.
PPS: in valigia mette anche capi di abbigliamento che non indossate più, cancelleria e prodotti per l’igiene della persona da poter lasciare a chi ne ha più bisogno di noi, in fondo fare una buona azione è sempre bello.
PPPS: Kenya= mare + safari, ma secondo me è soprattutto safari, il mare è bello, ma se volete fare solo quello, il mio consiglio è di scegliere un’altra destinazione.

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Una delle città imperiali: Fez!

Ciao amici, se volete partire e avete a disposizione poco tempo, ma vi piacerebbe andare all’estero, addirittura in un altro continente, ho la meta perfetta per voi: Marocco, alla scoperta di Fez.
E’ facilmente raggiungibile con i voli low cost della Ryan Air e il volo non è nemmeno troppo lungo.
Fes – o Fez- è una delle città imperiali del Marocco, la più antica fra esse ed è la 3° città per popolazione, situata al nord della nazione.
Le stagioni migliori per visitarla sono la primavera e l’autunno, ma anche in inverno è accessibile, io infatti ci sono stata a fine gennaio; logicamente se vi recate in primavera potreste approfittarne anche per fare una gita fino all’oceano.
Indubbiamente vi consiglio di pernottare in un riad, ce ne sono di bellissimi appena ristrutturati…così vi calerete perfettamente nella loro atmosfera.

Interno di un riad

Inizialmente potreste essere un pò spaventati se decidete di affrontare la Medina da soli, io sono stata accompagnata da una guida, ma con il senno di poi non l’avrei presa, quindi vi consiglio di avventurarvi da soli nella parte vecchia della città, Fas Al-Bali, in cui si manifesta tutta la complessità della città antica con le sue tortuose e strette strade, percorribili solo a piedi, in cui i trasporti avvengono con gli asini ( a volte da quanto sono carichi, i passanti sono costretti a schiacciarsi contro le pareti per farli passare, ma è tutto molto realistico.
Vi consiglio di girarla quindi da soli, perchè anche se logicamente perderete l’orientamento e non saprete assolutamente la vostra posizione precisa, vi basterà uscire dal muro di cinta che incorpora questo grande mercato e sarete subito sulla strada, dove in caso potrete prendere un taxi (economico) per raggiungere un altro punto. Fondamentalmente si tratta di un grandissimo  mercato dove i negozianti espongono generi alimentari,tessuti, argenteria, prodotti dell’artigianato come legno, metalli e cuoio.
Se avete con voi una guida vi suggerirà sicuramente di andare alle concerie, una particolarità della città; io che le ho viste di persona vi assicuro che meritano assolutamente una visita. A mano a mano che ci si avvicina l’aria diventa irrespirabile, tanto che vi daranno un mazzetto di menta da odorare per resistere al terribile “odore”. Di solito si sale su una terrazza, percorrendo prima tutta la bottega con merce di cuoio in vendita, da dove si  potranno ammirare dall’alto  queste grandi pozze di diversi colori. E’ una parte molto affascinante della città e la cosa curiosa è che le pozze sono di proprietà delle famiglie, se le tramandano di padre in figlio.

Le concerie di Fez

Fra i monumenti notevoli, c’è sicuramente la Madresa, scuola coranica con alloggio per studenti; qui non tutti gli edifici sono accessibili dai non musulmani. la città è ricca di moschee, ma come detto altre volte, è indispensabile rispettare le usanze ed il culto del paese che stiamo visitando, quindi con cautela e rispetto accertatevi se è consentito l’accesso oppure no.
Ovunque andrete vi sarà sempre offerto del tè alla menta e diciamo che il fatto di non berlo è visto un po’ come una piccola mancanza di rispetto, come se in qualche modo si offendessero… quindi preparatevi a fare una bella bevuta di tè.

Tè alla menta

Vi ho detto questo, perchè per esempio se entrate in qualche bottega tessile, di tappeti o di artigianato, vi faranno accomodare e subito dopo arriverà la bevanda calda…diciamo che il concetto del ” faccio solo un giro per dare un’occhiata” non esiste, ma non lasciatevi intimorire, entrate ed ammirate pure quello che vi interessa, non c’è obbligo d’acquisto! 🙂
Vi consiglio di accordarvi con i proprietari del riad in cui pernottate, di sicuro avranno qualcuno che vi scorrazzerà in giro in auto, quindi approfittatene per andare sulla catena montuosa del Medio Atlante a vedere una zona completamente diversa dalla città antica ricca di caos.
Farete sicuramente una sosta in un’area famosa per delle scimmiette, dove è abitudine dare loro qualcosa da mangiare. Sempre da qui io sono partita per un’escursione a cavallo; diciamo che è un altro aspetto del Marocco.
Ed eccoci di rientro al riad, pronti per una completa full immersion nel mondo marocchino: tutto nella nostra stanza parla di questo mondo,è meraviglioso!
Di solito sono contraria alle escursioni o cene organizzate ( io le chiamo acchiappaturisti), ma avendo poco tempo a disposizione, questa volta ho fatto uno strappo alla regola, sono andata a cena in un locale dove servivano solo cucina marocchina , il tutto allietato da spettacoli di danza del ventre ed esibizioni musicali tradizionali.
Il giorno successivo, dopo un’abbondante colazione in terrazza, ci siamo recati alla stazione del treno -giusto per provare anche questo mezzo di trasporto – e abbiamo così raggiunto la città di Meknes.

Purtroppo il tempo non è stato dalla nostra parte, quindi abbiamo fatto una visita sotto la pioggia, proprio per questo abbastanza frettolosa. Visto che non era il caso di girare a piedi, abbiamo visitato la città a bordo di una carrozza trainata da cavalli…almeno eravamo all’asciutto! 🙁
Meknes è stata la capitale del Marocco e in quegli anni ha raggiunto il suo massimo splendore, testimoniato ancora oggi dalle lussuose costruzioni. Da visitare sono sicuramente la piazza, Il Mausoleo di Mouley Ismail, l’unico tempio accessibile anche ai non musulmani decorato con ceramiche e stucchi elaborati, la Medresa di Bou Inania situata all’interno della Medina e la Medina stessa. Merita giusto una foto invece la Bab Mansour Gate, considerata la porta più grande e più bella di tutto il Marocco, dalla quale si accede alla città.
Visitata Meknes, il treno è arrivato puntualissimo e ci ha riportato al nostro punto di partenza dove abbiamo trascorso l’ultima sera.
Il giorno successivo abbiamo raggiunto il Palazzo Reale, dove non è permesso entrare, ma è almeno consentito fare delle foto alle immense porte dorate.
Dopo gli ultimi giretti siamo andati in aeroporto e così si è concluso il nostro weekend.
Dal mio punto di vista la città è affascinante anche se non offre troppe cose da vedere… la meta giusta per chi ha poco tempo.
Al prossimo weekend,
Viaggiatrice seriale.

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Cosa fare a Marrakech: perdersi fra gli odori e i colori

Ehi viaggiatori, siete pronti a decollare insieme per la prima volta e cambiare addirittura continente?!Allacciate le cinture che si parte!!!!!
Eccoci arrivati in un paese magrebino e più precisamente in Marocco…a Marrakech!!!
L’aeroporto si trova proprio in centro, quindi è semplicissimo raggiungere il proprio hotel o la propria destinazione con i vari taxi posteggiati di fronte all’uscita; è un ottimo modo per girare la città visto che i prezzi non sono alti,ma è sempre consigliabile contrattare il costo della corsa in anticipo dato che quasi tutti sono sprovvisti di tassametro.
Io ho volato con la Easyjet da Milano,ma un altro volo low cost potreste trovarlo anche con la Ryan Air ( da Pisa,Roma e Milano).
L’aeroporto di Marrakech (Menara) è nuovissimo ed è un piacere per gli occhi,decorato in perfetto stile arabo con piastrelle e disegni tipici.
Se invece avete deciso di noleggiare una macchina ( forse è meglio noleggiarla già dall’Italia), appena ritirati i vostri bagagli e dopo aver fatto il controllo passaporti  dovete solo recarvi nel desk della compagnia dai voi prescelta con la prenotazione  e in seguito  vi consegneranno la vostra macchina; allo stesso tempo se avete bisogno di cambiare i soldi, troverete i change proprio di fronte ai noleggi delle macchine.
Mi sento in dovere però di dirvi che Marrakech è una città super caotica e la guida non è affatto facile….richiede un pilota provetto e nervi saldi! 🙂
Il mio primo giorno è stato poco proficuo a livello di scoperte,in quanto avendo fatto la notte in bianco l’ho dedicato al relax a bordo piscina,tra uno stuzzichino e l’altro;un altro modo per rilassarsi è senza dubbio l’hammam ..massaggio e bagno di vapore che rigenerano la pelle. Io purtroppo non ho avuto tempo di provarlo,ma lo consiglio ugualmente!
E’ scesa la sera sulla piazza principale di Marrakech, piazza Jemaa El Fna che come per magia cambia faccia,infatti ad una certa ora, verso le 18:00 iniziano a montare una serie di stand gastronomici,tutti identificati da un  numero di riconoscimento dove si può cenare gustando piatti tipici immersi in un’atmosfera davvero unica,circondati da incantatori di serpenti e donne con un pennino in mano pronte per farti l’henné. Logicamente non aspettatevi un’ottima qualità dei prodotti,stiamo parlando di cibo di strada, ma per una sera si può anche fare … anche solo per gustarsi l’atmosfera della piazza completamente illuminata.
La mattina la piazza è di nuovo sgombra, gli stand sono stati smontati per essere poi rimontati la sera. Gli incantatori di serpenti e le donne con l’henné si trovano anche di giorno, insieme a strani personaggi vestiti in modo particolare con un grandissimo cappello, che vendono una bevanda tipica … ma attenzione a non fissarli troppo,perché corrono subito a chiederti soldi per fare una foto. Diciamo che tutti chiedono soldi per tutto,quindi evitate e tirate dritto.
In piazza poi si trovano tutti i venditori, in quanto costituisce la zona antecedente al souk e cioè al mercato della parte vecchia della città (Medina)…..la cosa più curiosa e allo stesso tempo raccapricciante che mi è capitato di vedere è stato un anziano del posto che vendeva dentiere e singoli denti, esposti nel suo banchetto come fossero delle arance. Mamma mia che senso!!!
Dopo essersi ambientati a queste stranezze, è il momento di addentrarsi nella medina; molte persone si proporranno di farvi da guida, ma il mio consiglio è di rifiutare in quanto perdersi all’interno di quel reticolato di viette non è affatto una cosa pericolosa, bensì curiosa e affascinante che vi permetterà di entrare ancora più a contatto con la cultura del posto.
Bene, eccoci all’interno del souk, chiudete gli occhi e lasciatevi inebriare da un insieme di odori e profumi locali, di spezie ed essenze profumate, di cibo e di metallo riscaldato.
Il souk è diviso in zone; eccoci nella zona del cuoio dove potrete acquistare bellissime borse e ciabatte cucite interamente a mano, proseguiamo fino alla zona delle lampade e lampadari che prendono forma sotto le mani esperte di chi lavora il ferro … ecco che il nostro stomaco si fa sentire e le nostre papille gustative muoiono dalla voglia di assaggiare qualche piatto tipico del reparto culinario, fino a rinfrescarsi la bocca nella zona ortofrutticola dove si susseguono bancarelle che espongono ogni genere di frutto dai colori più accesi, per finire con l’acquisto di qualche gioielli in argento o qualche altro manufatto. Durante la visita alla medina consiglio di visitare l’imponente e bellissima Madrasa   di Ben Youssef.

I colori e gli odori del Marocco

Uscendo da una delle tante porte che tagliano la cinta muraria che avvolge la città vecchia ci troviamo di nuovo in piazza Jemaa El Fna ricca di ristoranti dove poter consumare il pranzo se non avete provveduto a farlo all’interno del souk. Molti di essi hanno una terrazza panoramica ed è proprio un bellissimo spettacolo poter ammirare dall’alto questo quadrato che pullula di gente e sentire come sottofondo il richiamo alla preghiera.Poco dopo la piazza si estende una via completamente turistica,praticamente occidentale con negozi di elettronica, negozi sportivi e tante agenzie turistiche … ed è in una di queste che ho deciso di trascorrere i 2 giorni successivi intraprendendo un’escursione nel deserto.Non preoccupatevi,potete fidarvi tranquillamente ( al contrario di quello che vi fa credere il personale dei grandi hotel denigrando queste agenzie e promuovendo i loro tour che percorrono lo stesso percorso e costano circa il triplo degli altri); beh certo, la qualità del pernottamento e la comodità del viaggio saranno diverse, dipende sempre cosa cercate e che viaggiatori siete …..a voi la scelta.Comunque per quanto riguarda la sicurezza potete stare tranquilli, l’ho provato in prima persona! L’indomani mattina mi passano a prendere con un pulmino da 14 davanti il mio hotel e l’avventura inizia. Anche questo è un modo per conoscere persone nuove, non del posto ma sempre nuove.Il viaggio per arrivare al deserto di Zagora è molto lungo, non ve lo nascondo ed è anche abbastanza scomodo in quanto al strada non è molto bella, piena di curve e saliscendi ma le soste per sgranchirsi le gambe non mancano di certo.Partendo dal centro caotico di Marrakech ci troviamo poi in un paesaggio verde,dove coltivano grano, per poi arrivare alle montagne rocciose ( infatti per arrivare al deserto occorre attraversare  la catena montuosa dell’Atlante) e intravedere in lontananza le cime innevate … cavoli non mi sembra nemmeno di essere in Marocco.E’ arrivato il momento di fare una visita, ci troviamo alla  Kasbah fortificata di Ait Benhaddou; in questo luogo sono stati girati diversi film famosi, come il Gladiatore e il Principe di Persia … è veramente un’ambientazione interessante.Si riparte, altre ore di macchina e finalmente arriviamo a Zagora dove ci attendono i nostri dromedari pronti per partire:tutti in sella e via alla conquista del deserto!Dopo un’ora circa di cammino arriviamo nel deserto, è il momento del tramonto e le sensazioni che ho provato sono davvero difficili da descrivere …..uno spettacolo immenso!

Tramonto sul dromedario
Rapiti da questo spettacolo della natura non ci accorgiamo di essere arrivati al nostro campo tendato dove trascorreremo la notte. Giù dal dromedario scattiamo ancora foto per immortalare quel momento unico, una bella rinfrescata e poi tutti a cena nella tenda berbera. Dopo cena abbiamo avuto il piacere di assistere ad uno spettacolo berbero con canti intorno al fuoco …. e poi ci siamo abbandonati sulla sabbia del deserto ad ammirare la volta di stelle che ci sovrastava …..indimenticabile. Pensate che sia finita qui’!E no, la sveglia puntata alle 06:00 ci ha fatto sobbalzare dal letto, ma lo scenario fuori dalla tenda era pazzesco: vedere l’alba dalle dune nel mezzo del deserto è una cosa mostruosamente emozionante … dal rosa all’arancio fino ad arrivare all’azzurro del cielo. Da togliere il fiato!E così concludo il racconto del mio viaggio, sperando di avervi trasmesso almeno in parte la bellezza di questo luogo anche solo con le parole.Ciao e al prossimo viaggio!!!
Viaggiatrice seriale.

PS: per avere un’idea del paese basta poco più di un week end!
PPS: il paese è tranquillo, ma è necessario rispettare sempre la cultura  e le usanze del popolo.
PPPS: contrattate sempre,dividete per 3 la prima cifra che vi propongono!