Amanti dei borghi dipinti, avete mai sentito parlare di Satriano di Lucania?! Se la risposta è negativa, leggete con attenzione l’articolo, sono sicura che poi l’aggiungerete alla lista dei luoghi da visitare.
I murales di Satriano di Lucania
Il progetto di abbellire il borgo di Satriano di Lucania con dei murales nacque come opera di riqualificazione del centro storico dopo il terremoto del 1980. Il borgo conta circa 500 murales e viene definito “La capitale dei murales del Mezzogiorno”. Sulle facciate degli edifici si possono ammirare murales raffiguranti i mestieri popolari, la vita agreste, la devozione religiosa e al contempo le credenze del luogo. Non possono ovviamente mancare poi i personaggi famosi della zona, tra cui il pittore Giovanni De Gregorio -Il Pietrafesa- nato qui alla fine del 1500.
Al mio arrivo, una delle opere che ha attirato subito la mia attenzione raffigurava un immenso peperoncino, non a caso Satriano di Lucania ospita un museo del peperoncino lucano. Ogni anno il numero dei murales aumenta perché nei mesi di luglio e agosto diversi pittori della zona si riuniscono per realizzare tra i 5 e i 10 nuovi dipinti, previa approvazione del progetto. Il mio consiglio è quello di passeggiare per il borgo guidati solamente dal vostro istinto, così da ritrovarvi di fronte ai più disparati murales.
Satriano di Lucania: cosa vedere oltre ai murales
Sicuramente l’attrazione principale del borgo è il suo lato artistico ma durante una visita, dopo aver ammirato i vari murales, dedicate del tempo anche alle sue principali attrazioni come per esempio la Rocca che ospita il museo dedicato al pittore Giovanni de Gregorio e l’anfiteatro con la sua scacchiera a grandezza umana. Potete approfondire la vostra conoscenza al Museo del Peperoncino e fare un salto indietro nel tempo di diversi secoli attraverso la torre e le rovine di Satrianum, poco fuori dal borgo. Concludo svelandovi due particolarità di Satriano di Lucania: una leggenda legata al Moccio degli Abbamonte e il Carnevale di Satriano con le sue tipiche maschere dell’orso, della quaresima e dell’eremita.
Ovviamente non poteva mancare la giusta dose di natura, quindi se siete interessati a questo aspetto non perdetevi una passeggiata al Bosco di Ralle dove troverete diversi laghetti artificiali per la pesca sportiva e un’ampia area pic-nic.
Come raggiungere Satriano di Lucania
Già dal nome della località scorgiamo un indizio sulla sua collocazione geografica, infatti ci troviamo in Basilicata, in provincia di Potenza; esso fa parte dei Borghi autentici d’Italia. Se per esempio siete in zona per fare il Ponte della Luna, il ponte tibetano a due campate più lungo del mondo, aggiungete al vostro itinerario Satriano di Lucania perché dista davvero pochi km.
In un viaggio, la componente che non può mancare a mio avviso è quella legata alle tradizioni; è solo così che si inizia la vera e propria scoperta di un territorio. Ovviamente anche durante il mio viaggio in Basilicata non è mancato un incontro ravvicinato con la tradizione.
La Balestra di Avigliano
Avigliano, in provincia di Potenza è conosciuto come il paese degli artigiani e parlando proprio di artigianato, non possiamo non parlare della Balestra di Avigliano o “coltello dell’amore”. Tutto nasce da un’antica storia, quella del matrimonio tra un fabbro e una ragazza del paese. A quel tempo il paese era governato da un feudatario che pretendeva che la ragazza trascorresse la prima notte di nozze al castello con lui; usanza purtroppo popolare al tempo. Il fabbro non avrebbe mai potuto accettare una cosa del genere, così realizzò un coltello dalla lama sottile, con il quale la sua donna si sarebbe difesa dal feudatario.
Lo nascose tra le pieghe del tipico vestito aviglianese e quando l’uomo cercò di approfittare di lei, la donna lo colpì e il signorotto ferito si trascinò per strada fino ad arrivare all’odierno Cavalcavia del Riscatto, chiamato così proprio per testimoniare il coraggio e il riscatto della ragazza. Dopo questo evento, piano piano il fatto di regalare una balestra alla futura sposa divenne un’usanza aviglianese, arrivata fino ai giorni nostri. Il coltello dell’amore, così chiamato proprio a causa del suo utilizzo, è una vera opera di artigianato locale, non se ne trova uno uguale ad un altro.
Il Ricamo di Avigliano
Come vi ho anticipato prima, Avigliano è il paese dell’artigianato, quindi non mi resta che parlarvi di un’altra figura aviglianese: Annangela Lovallo. Annangela acquisisce la passione per il ricamo da sua madre e negli anni l’amore per quest’arte cresce sempre più fino a portare Annangela a creare a sue spese un piccolo Museo del Ricamo. Questo posto è una vera e propria chicca, racchiude tutte le riproduzioni degli abiti tradizionali aviglianesi che Annangela ha riprodotto fedelmente e totalmente a mano. Guardando con attenzione e da vicino i vari capi, rimane quasi impossibile credere che siano stati confezionati a mano, tanto sono precisi, bellissimi, direi perfetti. All’interno del piccolo locale la padrona di casa vi farà uno spaccato di storia del vestito tradizionale, fornendovi diverse informazioni. Per esempio le donne portavano la balestra ( il coltello dell’amore di cui vi ho parlato prima) nascosto tra le pieghe del vestito, gli abiti da sposa potevano essere di qualsiasi colore, il copricapo veniva fissato con una spilla e le donne sposate portavano un fazzoletto rosso in vita. Queste sono solo alcune delle informazioni che riceverete dalla Sig.ra Annangela durante una visita al suo museo.
Oltre a questo, la Sig.ra Lovallo lavora nella sua bottega “Il filo di Arianna“, dove dà vita a creazioni davvero meravigliose e molto differenti tra loro. Se per caso aveste bisogno di qualche ricamo, vi invito a consultare il suo sito. Grazie a persone come lei, l’antica arte del ricamo non finirà nel dimenticatoio, ma continuerà a vivere e a far sognare tantissime donne.
Biscottificio Tre Spighe di Marsico Nuovo
Quando si parla di tradizione, può forse mancare il lato enogastronomico?! Ovviamente no! Per fare questa esperienza e tuffarci nei gusti della tradizione, dobbiamo spostarci a Marsico Nuovo e più precisamente al Pastificio e Biscottificio Tre Spighe. La padrona di casa, la Sig.ra Angela da più di 30 anni produce quotidianamente pasta e prodotti da forno fatti in casa utilizzando le materie prime lucane come le farine tradizionali, il finocchietto selvatico, il peperone crusco e la curcuma. L’esperienza e la tradizione danno vita a prodotti davvero imperdibili. Noi abbiamo assistito alla preparazione del tarallo lucano o tarallo biscottato, così chiamato perché cotto due volte, prima in acqua bollente e poi al forno. Ogni tarallo è lavorato a mano, quindi non ne troverete mai uno uguale ad un altro anche se la forma è sempre la stessa, allungata.
Poter vedere il “dietro le quinte” di un laboratorio è stato davvero interessante ed è stato impossibile andarsene a mani vuote: una bella scorta di taralli e di grissini è venuta a casa con me. Sul sito del Pastificio e Biscottificio Tre Spighe trovate anche la parte dello shop, quindi se volete assaggiare questi fantastici prodotti, potrete riceverli comodamente a casa vostra.
Arpa di Viggiano
Dopo avervi parlato di artigianato e di gastronomia, ora passiamo alla musica. Viggiano è famosa per la sua Arpa Viggianese, utilizzata dai musicanti che si recavano a suonare presso le edicole votive sin dalla fine del 1700. Al Museo della Musica di Viggiano potrete fare un “viaggio immersivo” nella storia di questo strumento che ha fatto conoscere la città di Viggiano anche molto lontano.
Con questo ultimo racconto della tradizione lucana vi invito a visitare questa parte di Basilicata, davvero ricca di storia e di tradizioni. Se anche voi come me amate conoscere più da vicino le tradizioni del luogo che visitate, segnatevi queste tappe imperdibili. Se state programmando un viaggio in Basilicata, vi lascio il mio itinerario completo fra natura e borghi dal quale prendere spunto.
Educational Tourin collaborazione con Marmo Melandro Viaggi, Basilicata Turistica, Francesca Milione, Caterina Corleto e Nicola Masi.
Gli appassionati di natura ormai sanno che inserisco sempre una tappa naturalistica nei miei tour e dopo avervi raccontato l’intero itinerario del mio Educational Tour in Basilicata, voglio soffermarmi proprio sulla parte di passeggiate e trekking. Andiamo a scoprire più nel dettaglio le Cascate di San Fele e la zona dei Monti li Foj e del Piano della Nevena.
Cascate di San Fele
Se c’è una cosa che non posso perdermi durante un viaggio è proprio una cascata. Non so spiegarvi il motivo, ma è uno di quegli elementi naturali che ha davvero effetto su di me. E in zona non c’è una sola cascata, ma ben 10. Le Cascate di San Fele si sono create per via di alcuni salti e dislivelli che ha dovuto compiere il fiume Bradano, il quale si unisce poi al fiume Ofanto.
Le cascate sono collocate in una zona abbastanza ristretta e sono raggiungibili grazie ad una rete di sentieri che alcuni anni fa, i volontari della zona hanno ripulito, facendo godere di questo meraviglioso paesaggio anche tutte le persone che non conoscevano la zona. I percorsi sono svariati e di differenti difficoltà, adatti quindi più o meno a tutti. Si trovano sentieri di poco più di 1 km e sentieri che richiedono più ore di cammino, dipende solamente dalle vostre capacità e dalla vostra voglia di camminare. La Cascata degli Innamorati è davvero suggestiva, quella della Gualchiera è visibile da più lontano, mentre quella del Paradiso cambia a seconda della stagione; in estate infatti quasi si prosciuga, dando vita solo ad un piccolo laghetto profondo circa 6 metri. La visuale poi sul paese di San Fele è davvero strepitosa. Proprio dal paese di San Fele partono alcuni dei percorsi trekking. La zona offre parti ombreggiate, perfette per un pic nic, quindi anche per trascorrere l’intera giornata a contatto cn la natura.
L’acqua da queste parti è un elemento fondamentale, lungo il corso del fiume sorgevano diversi mulini, utilizzati per la lavorazione della lana, oggi è possibile avvistare resti di alcuni di essi. La zona è talmente bella che sono sicura vi fermerete a scattare fotografie già alle briglie di contenimento, prima di raggiungere le cascate vere e proprie.
Monti Li Foj e Piano della Nevena
Un’altra zona naturalistica, in provincia di Potenza è quella dei Monti Li Foj; qui lo scenario è differente perché ci troviamo in una grande faggeta, dove gli alberi sembrano toccare il cielo e tra il manto di foglie a terra spuntano dei bellissimi ciclamini selvatici, gli unici fiori che riescono a crescere con queste condizioni. Passeggiate tra i faggi e salite il piccolo promontorio, fino ad arrivare al belvedere dal quale ammirare un panorama eccezionale, soprattutto nell’ora del tramonto. In passato questi territori erano di proprietà dei Borboni e in queste zone era possibile raccogliere la legna che necessitava alle singole famiglie.
Oggi al cospetto dei faggi, si trova un ampio prato, dove sono stati posizionati dei barbecue e dove le persone amano trascorrere le giornate estive per rigenerarsi. A mio avviso si tratta di un ottimo posto in cui trascorrere una giornata in relax a contatto con la natura. Partendo sempre dal Piano della Nevena è possibile raggiungere il Lago Scuro di Ruoti, dalla forma quasi a cuore, in cui vivono rane e carpe. Con un percorso ad anello di circa 2 km sarete di nuovo al punto di partenza.
Queste sono solo due delle tantissime zone naturali che offre questa parte di Basilicata e che io ho potuto visitare con l’aiuto delle guide naturalistiche Caterina e Nicola. Si tratta solamente di una piccola parte dell’Educational Tour organizzato da Marmo Melando Viaggi, Basilicata Turistica in collaborazione con Maria Francesca Milione.
Ogni regione italiana custodisce delle meraviglie, oggi vi porto alla scoperta di quelle della Basilicata con un itinerario di 4 giorni alla scoperta di borghi, tradizioni e natura in provincia di Potenza. Ho avuto il piacere di partecipare all’Educational Tour “Viaggio Esperienziale in Basilicata” organizzato da Marmo Melandro Viaggi e Basilicata Turistica, in collaborazione con Maria Francesca Milione e le guide Caterina e Nicola. Siete pronti a scoprire questa parte della Lucania? Andiamo!
Monti Li Foj e il Piano della Nevena
Il nostro punto di appoggio era a Picerno, al bellissimo Hotel Bouganville da dove siamo partiti il primo giorno per la nostra tappa naturalistica verso i Monti Li Foj e il Piano della Nevena. Si tratta di una meravigliosa faggeta in cui gli alberi sembrano toccare il cielo mentre sul manto di foglie a terra si vedono spuntare tantissimi ciclamini selvatici, gli unici fiori che riescono a crescere con queste condizioni.
Vi consiglio di passeggiare nella faggeta e di arrivare fino alla cima e godere del meraviglioso panorama. A poca distanza si trova anche il Lago Scuro di Ruoti, un’altra tappa da fare prima di riposarsi nel grande prato in cui sono predisposti diversi barbecue dove cucinare e poter così trascorrere una piacevole giornata a contatto con la natura. Se vi trattenete fino a tardi poi, non perdetevi il tramonto sull’intera vallata.
In autunno sarà ancora più suggestivo con lo spettacolo del foliage. Dopo la tappa naturalistica è arrivato il momento di quella culturale con una visita al paese di Picerno: da non perdere la torre e la chiesa.
Marsico Nuovo e Viggiano
Il secondo giorno è stato dedicato alla scoperta di Marsico Nuovo con le sue 13 chiese e la visita a due attività davvero imperdibili: il Pastificio e Biscottificio “Tre Spighe” e la “Farmacia Corleto”. Fate una tappa al biscottificio e assaggiate i taralli biscottati, così chiamati perché subiscono una doppia cottura e dato che ci siete assaggiate anche i grissini e le altre prelibatezze. Di tutt’altro genere la seconda visita, quella ad un’antica farmacia che la nipote dello storico farmacista ha trasformato in un museo… davvero meravigliosa. Se siete amanti delle cose insolite, chiamate per prenotare una visita. Per quanto riguarda le chiese invece, non perdetevi il Museo di Arte Sacra che ospita l’Ultima Cena di Giovanni Todisco, in una versione davvero interessante. Degna di nota per quanto riguarda la facciata esterna e le colonne interne, la chiesa di San Gianuario Vescovo e Martire (Patrono di Marsico Nuovo).
Dopo un’ottima pausa pranzo abbiamo ripreso il nostro giro facendo una tappa a Viggiano. Viggiano è il paese di Maria e della musica; da non perdere la Piazza San Giovanni con delle bellissime statue raffiguranti le Muse della Musica intente a suonare strumenti differenti, circondate dagli zampilli della fontana.
Proprio di fronte alla piazza, un’altra statua che no passa inosservata e che rappresenta il momento della processione con cui una volta l’anno la statua della Madonna Nera (protettrice della Basilicata e delle genti lucane) viene trasportata sul sacro Monte dove resterà per quattro mesi prima di rientrare in chiesa. Ci siamo poi spostati nel centro vero e proprio del paese per visitare il bellissimo teatro “Francesco Miggiano” che inizialmente svolgeva la funzione di chiesa e di ospedale. Poco più avanti si trova la chiesa di Santa Maria alle Mura che ospita la statua della Madonna di cui vi ho parlato poco fa. Di fronte all’ingresso si apre una meravigliosa piazza con un panorama spettacolare e sulla ringhiera di protezione si possono ammirare gli stemmi dei 131 comuni della Basilicata.
Inizialmente vi avevo parlato anche di musica, vi ricordate? Già da qui si scorgono diversi indizi che rimandano al legame fra Viggiano e la musica, infatti sempre sulla ringhiera troverete la raffigurazione ripetuta di un suonatore di arpa, mentre sul portale antico posto davanti al belvedere, guardando con attenzione scorgerete raffigurata una piccola arpa. Dopo tutti questi indizi, non abbiamo potuto fare altro che recarci al Museo della Musica di Viggiano. In realtà si tratta del distaccamento del Conservatorio di Potenza dedicato solamente all’arpa. L’arpa viggianese è una vera e propria eccellenza e unicità del luogo, pensate che tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800 i musicanti viggianesi si recavano presso le edicole votive a suonare l’arpa; dovendola quindi trasportare non poteva essere troppo ingombrante ed è per questo che l’arpa viggianese ha dimensioni ridotte rispetto all’arpa classica ed è priva di pedali.
Cascate di San Fele e Palmenti di Pietragalla
Nella terza giornata abbiamo esplorato un’altra zona naturalistica, ovvero quella delle Cascate di San Fele. Le cascate sono 10 e sono collocate a poca distanza l’una dall’altra, così da poter ammirarne diverse durante un trekking da queste parti. In passato la zona era disseminata di mulini utilizzati per la cardatura della lana; lungo il sentiero infatti si possono notare i resti di alcuni di essi. Per quanto riguarda le cascate invece, noi abbiamo ammirato quella degli Innamorati, quella della Gualchiera e quella del Paradiso, il tutto in poche ore.
Se amate la natura vi consiglio di recuperare la mappa e di organizzare l’intera giornata alla scoperta di questo angolo di Basilicata davvero magnifico. Nel pomeriggio abbiamo visitato Pietragalla famosa per i suoi palmenti. Sapete cosa sono e per cosa venivano utilizzati? Si tratta di costruzioni scavate nel tufo utilizzate per la pigiatura e la fermentazione del vino. Ogni famiglia ne possedeva uno e faceva il proprio vino. All’interno della costruzione ci sono tre vasche: una di pigiatura, una per la fermentazione e una per la tiratura. I palmenti sono stati abbandonati dalle famiglie ed acquistati dal Comune e oggi è possibile visitare il Parco Urbano dei Palmenti.
Finita la visita al parco siamo saliti in paese dove abbiamo visitato le Rutt ( le grotte nel centro cittadino) utilizzate per la conservazione del vino. Tappa alla chiesa Madre dedicata a San Nicola di Bari, al Palazzo Ducale e al Museo della Civiltà Contadina.
Avigliano e la Grancia
L’ultima giornata di questo itinerario alla scoperta della Basilicata l’abbiamo dedicato alla visita di Avigliano, il paese dell’artigianato. Abbiamo potuto ascoltare la storia della Balestra o coltello dell’amore e vedere da vicino qualche pezzo realizzato dagli artigiani della zona, per poi catapultarci indietro nel tempo grazie alle creazioni di Annangela , una bravissima ricamatrice che a mano ricrea abiti del passato. Oltre alla sua merceria, ha aperto un piccolo museo del ricamo in cui espone delle vere e proprie opere d’arte. Sapete che la Basilicata è stata terra di briganti?! Per affrontare questo argomento abbiamo assistito ad uno spettacolo davvero meraviglioso e unico nel suo genere; nel Parco della Grancia, il primo parco storico rurale e ambientale d’Italia, abbiamo assistito alla “Storia Bandita” , una kermesse di teatro popolare e multimediale unico in Italia con più di 100 comparse.
Vi dico solamente che mi sono emozionata guardandolo e vi consiglio di cuore di vederlo; lo spettacolo viene ripetuto durante tutto il periodo estivo, se siete in zona è una di quelle cose che non potete assolutamente perdervi. Con questa chicca finisce il nostro tour alla scoperta di questa bellissima regione che personalmente spero di conoscere in modo più approfondito perché ha tanto da offrire.
Dove dormire e dove mangiare
Se indicativamente decidete di fare il mio stesso giro, vi consiglio di pernottare all’Hotel Bouganville di Picerno, ottimo punto di partenza per visitare le zone limitrofe. Per quanto riguarda il cibo, preparatevi ad assaporare tutti i piatti della tradizione da: Agriturismo il Cerro 1848 – Picerno Agriturismo Vignola – Marsico Nuovo La locanda del Re – Filiano
Un ringraziamento a Marmo Melandro Viaggi e Basilicata Turistica, organizzatori di questo Educational Tour in collaborazione con Maria Francesca Milione e con le bravissime guide Caterina e Nicola. Grazie anche a tutte le persone che ho incontrato e che mi hanno trasmesso l’amore per questa terra e a tutti i miei compagni di avventura senza i quali non sarebbe stata la stessa cosa.
Se siete amanti delle esperienze adrenaliniche, potete provare il Volo dell’Angelo.
Ciao amici, oggi vi propongo un week end all’insegna dell’avventura e di uno “sport” davvero adrenalinico, accompagnato da una visita ad una splendida città che rievoca tempi lontani.
Andiamo in Basilicata ad assaporare l’odore della terra lucana. La decisione di questa meta è stata presa esclusivamente per poter fare il VOLO DELL’ANGELO. Questa bellissima esperienza si può praticare solamente nella provincia di Potenza e precisamente a Castelmezzano e a Pietrapertosa, nel cuore delle dolomiti lucane. E’ un’avventura a contatto con la natura, legati in tutta sicurezza da un’apposita imbragatura e agganciati ad un cavo d’acciaio vi si getta letteralmente nel vuoto provando per circa poco più di un minuto l’ebrezza del volo arrivando a fino a 120 km/h.
Arrivati ” a destinazione” verrete fatti salire su una navetta che vi porterà all’altro punto di partenza da dove inizierà il vostro volo di ritorno. Come vi dicevo inizialmente ho scelto questa destinazione proprio per questo motivo e lo rifarei sicuramente….è stata un’esperienza magnifica ed indimenticabile che consiglio a tutti quelli che non soffrono di vertigini; vi sembrerà di essere degli uccelli. Finita questa fase adrenalinica potrete perdervi per le vie dei paesini e gustare dell’ottimo cibo lucano.
La mia destinazione successiva è stata Matera con i suoi meravigliosi Sassi. Ho pernottato in un hotel costruito proprio nei sassi, sembrava quasi di dormire in una caverna ma con tutti i confort necessari. Il mio primo impatto con la città dei sassi è stato al tramonto e vi assicuro che è stato davvero suggestivo scrutare il profilo delle “abitazioni” illuminato di arancio/rosa, ma anche la visita notturna non è da meno, sembra quasi di essere dentro ad un presepe; ma la vera visita l’ho riservata per il giorno successivo, alla luce del sole.
E’ un posto veramente affascinante e ricco di storia, che meriterebbe più tempo per essere visitato….. ma voi ormai conoscete la mia filosofia, quindi di nuovo in macchina i viaggio verso la Puglia, con una sosta in una bellissima spiaggia giusto per rigenerarci un po’. La seconda notte l’abbiamo trascorsa in un hotel in Puglia e l’ultimo giorno – o meglio, la parte dell’ultimo giorno che avevamo a disposizione- l’abbiamo dedicato al mare e alla scoperta di un delizioso paesino : Polignano a Mare che diede i natali al grandissimo Domenico Modugno e reso famoso recentemente anche da Checco Zalone nel film ” Cado dalle nubi”.
E come sempre è arrivato il momento di tornare a prendere l’aereo; in effetti non vi avevo specificato che siamo arrivati in aereo fino a Bari dove poi abbiamo ritirato la nostra macchina a noleggio (prenotata da casa)…logicamente dipende sempre dal vostro punto di partenza.
In tre giorni pieni comunque ho vissuto un’esperienza super adrenalinica, ho visitato Matera che è un vero e proprio gioiellino, mi sono concessa un po’ di mare e ho ” toccato” tre regioni, perché per poco ho percorso anche le strade della Calabria…non male insomma!!!Voi che dite??!!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
P.S. : la cucina lucana è veramente fantastica, approfittatene in quei giorni, non pensate alla dieta!
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