L’Isola dell’Amore, i viaggiatori più romantici la devono conoscere assolutamente.
Come raggiungere l’Isola dell’Amore di Goro
L’Isola dell’Amore di Goro si trova nel Parco del Delta del Po, proprio al confine fra Emilia Romagna e Veneto ed è raggiungibile con il traghetto partendo dalla località di Bacucco. Raggiunto il punto di attracco – lo riconoscerete dalle macchine parcheggiate sull’argine del fiume – in 5 minuti di navigazione sarete sull’isola.
Il traghetto ha un costo di 5 euro andata e ritorno e potete prenotarlo chiamando il numero 0533778608 : effettua la traversata sia per i clienti del ristorante sia per chi vuole solo fare un giro sull’isola.
Il faro dell’Isola dell’Amore
Sull’Isola dell’Amore di Goro è presente anche un faro che rende l’atmosfera ancora più romantica. Il faro risale al 1950, quando venne sostituita la “vecchia lanterna” del 1800. Ristrutturato nel 2021, ospita sia un ristorante che un hotel. Per ogni tipo di prenotazione potete consultare il sito.
L’Isola dell’Amore
L’isola prende questo nome grazie alla poesia e alla magia che si respira, infatti è l’ultimo lembo di terra che separa il fiume dal mare. In questa zona del Parco Naturale del Delta del Po gli scenari sono davvero tutti molto suggestivi. L’isola nel 2007 è stata inserita da Legambiente fra le 13 migliori spiagge italiane, infatti questo luogo così tranquillo in inverno, in estate si popola di persone. Un altro aspetto romantico è quello delle minicrociere, infatti delle motonavi percorrono la costa fino ad arrivare all’Isola dell’Amore per poi proseguire in altre zone della laguna.
Se siete in zona e volete fare un’escursione alternativa o trascorrere una serata romantica non vi resta che organizzare il tutto.
P.S: Goro è famosissima per le sue vongole, non dimenticate di mangiarvi uno spaghettino.
La street art sta prendendo sempre più piede, ci sono addirittura dei percorsi incentrati solamente sull’arte di strada. Oggi vi porto a scoprire quella di San Giovanni in Persiceto.
I murales di San Giovanni in Persiceto
In provincia di Bologna e più precisamente a San Giovanni in Persiceto, un’intera piazzetta è stata riqualificata e portata al suo massimo splendore grazie al lavoro di Gino Pellegrino. All’inizio degli anni ’80, venne scelta questa location per ospitare una manifestazione, ma doveva essere assolutamente risistemata per l’occasione.
Fu per questo che l’artista iniziò a dipingere sulle facciate delle case scene di vita agreste, con ortaggi e animali da cortile dalle dimensioni decisamente ingombranti. Piazzetta Betlemme divenne così famosa e ancora oggi attira turisti curiosi di scattare fotografie vicino a cavoli, oche e maialini giganti.
I colori sono tenui e l’atmosfera è davvero piacevole. Fondamentalmente i murales non sono sparsi per il centro storico ma si trovano solo qui.
Ultimamente ha preso forma una nuova opera sul muro del piazzale della stazione del treno. Il titolo è “Mille Papaveri Rossi” ed è dedicato alle donne della resistenza, partigiane e non solo, raffigurate come staffette in bicicletta, operaie in tuta da lavoro o braccianti agricole con il cappello di paglia.
Una volontà quella della street artist Alice Pasquini di ricordare come il contributo femminile abbia fatto rifiorire gli ideali di libertà e democrazia, come sono rifioriti i papaveri rossi.
Se siete appassionati di murales, non perdetevi Dozza e Saludecio.
Il caldo sta lasciando spazio a temperature più miti, ma ancora non vogliamo lasciare andare l’estate. Credo sia il omento perfetto per testare 3 luoghi particolari in cui fare un buon aperitivo in Riviera Romagnola.
Serramare
Questa è stata la vera scoperta dell’estate, un’idea geniale a mio avviso. A Cesenatico, proprio di fianco al Porto Canale, un bellissimo vivaio è stato affiancato da una parte culinaria. A Serramare è’ possibile infatti fare un aperitivo o una cena all’interno della serra, circondati da tutte le piante ma allo stesso tempo isolati.
Piccoli tavolini affiancano l’intera serra, creando un’atmosfera eccezionale. La cosa bella è il menu: oltre al solito tagliere di affettati, qui si mangiano patate farcite gourmet … squisite.
L’aperitivo in sera è fattibile dal giovedì alla domenica a partire dalle 18. Magari ne approfittate anche per fare un acquisto floreale prima di tornare a casa.
We-Me Suit Hotel
Cambiamo completamente genere e atmosfera, spostiamoci a Riccione e dove se non in Viale Ceccarini? Vi porto nell’unico hotel che ha l’affaccio sulla famosissima via, il We-me.
Aperto da poco, è un posto magnifico, elegante e curato beni minimi particolari. I piatti sono buonissimi e la cosa bella è che è aperto a tutti e non solo agli ospiti dell’hotel.
Che dite, vi è venuta voglia di fare un aperitivo con vista dall’alto su Viale Ceccarini?
Sp.accio
Super conosciuto per la sua ottima pizza, Sp.accio di San Patrignano quest’anno ha allestito uno spazio in cui poter gustare un ottimo aperitivo fra gli ulivi assaporando i loro prodotti buonissimi.
Nell’uliveto di fianco al ristorante e allo shop, troverete bancali e cuscinoni fra gli ulivi in cui rilassarsi ammirando persino il mare nelle giornate più limpide.
Ecco i tre posticini testati durante quest’estate, che si aggiungono ai locali per aperitivo che vi ho consigliato lo scorso anno. Alla prossima scoperta, viaggiatrice seriale.
Ultimamente il pic nic sta davvero andando alla grande fra le proposte estive e visto che lo scorso anno avete apprezzato molto l’articolo sui luoghi insoliti in cui fare un aperitivo, quest’anno voglio consigliari due luoghi per un pic nic.
Il convivio di nonno Ciro
Partiamo dalla provincia di Pesaro Urbino e spostiamoci proprio ad Urbino, direzione Montefabbri dove sorge Il Convivio di nonno Ciro.
Immaginatevi la visuale dalla cima della collinetta , seduti comodi sui divanetti o sui cuscinoni, gustando affettati, focacce, olive ascolane e polpette. Se prenotate per tempo potreste riuscire ad accaparrarvi una tenda (sono solo 5) e godervi il tramonto comodamente seduti sui cuscini.
La particolarità di questo luogo è che potete gustare anche la carne alla brace, ma solo se avete voglia di cucinarvela. Sono a disposizione dei clienti infatti delle griglie in cui cuocere la propria cena. Il tutto sarà allietato dalle note del dj posizionato all’interno della bellissima mongolfiera.
Scamporella
Cambiamo regione e dirigiamoci a Cesena per vivere una super serata da Scamporella. Per me è una vera certezza, il luogo perfetto in cui trascorrere una serata cenando con un pic nic fra gli ulivi, gustando prodotti davvero ottimi.
La parte che preferisco è in assoluto l’allestimento, tutto sulle tonalità del bianco e del rosso, i colori perfetti per un pic nic.
Approfittate delle ultime serate estive per concludere questa stagione vivendo un’esperienza diversa. Al prossimo pic nic, viaggiatrice seriale.
Sull’Appennino Tosco-Emiliano si trova la Cascata di Moraduccio, che ovviamente non mi sono fatta sfuggire e ho visitato per poi aggiungerla alla lista di cascate viste che si sta allungando sempre più. Siamo già in Toscana, in provincia di Firenze anche se solo per pochi km rispetto all’Emilia Romagna. La cascata di trova a Moraduccio, se venite da sud dovete prendere l’uscita di Imola per poi proseguire proprio per Moraduccio. Lasciate l’auto sulla strada e prendete via Castiglioncello che scende alla cascata, dopo circa 300 m sarete già arrivati a destinazione. La zona sul fiume Santerno è molto ampia, dopo aver attraversato un ponte vi troverete in una spiaggetta di sassi proprio di fronte alla cascata, scegliete il vostro posto e rilassatevi in questo ambiente naturale. Il salto della cascata è di circa 20-30 metri e si getta sulle acque del fiume creando innumerevoli piscine naturali.
La zona è perfetta per rinfrescarsi in una giornata estiva, le acque del fiume sono basse e calme e consentono di spostarsi facilmente. La cascata Rio dei Briganti o meglio conosciuta come la Cascata di Moraduccio è davvero scenografica e merita una visita. Ho scoperto poi che questa zona è famosa per le grigliate, infatti arrivando ho sentito nell’aria un buon odore di carne … anche poco sotto la cascata troverete una zona adibita a barbecue. Immergetevi, stendetevi al sole e godetevi la giornata.
Passeggiata al borgo fantasma di Castiglioncello
Per gi amanti delle passeggiate di borghi fantasma, c’è una tappa obbligatoria: il paese abbandonato di Castiglioncello. Proseguite sulla strada che vi ha condotto alla cascata, oltrepassate il ponte e continuate dritto su una grande strada di ghiaia.
Ad un certo punto vedrete la strada che continua con una curva sulla destra o un sentiero sulla sinistra, entrambi portano al borgo abbandonato. Devo ammettere che è davvero affascinante questo luogo in cui la natura ha ripreso possesso di tutti gli spazi invadendo gli interni delle case abbandonate. Gli edifici sono conservati abbastanza bene ma vi sconsiglio di entrare al loro interno, non si sa mai.
Alla fine della strada che attraversa l’agglomerato di case sorge ancora la chiesa co il suo campanile completamente ricoperto di verde. Castiglioncello ha origini lontane e sembra che sia stato abbandonato quando venne variata la viabilità e costruita una nuova strada molto più comoda della mulattiera che lo ha isolato. Dopo la Seconda Guerra Mondiale venne proprio abbandonato. Da lassù si gode di un panorama meraviglioso, vi consiglio di andare alla scoperta di qualche bello scorcio prima di prendere la strada del ritorno.
Castel del Rio: visita al borgo
Se vi recata alla Cascata di Moraduccio una tappa d’obbligo è sicuramente il borgo medievale di Castel del Rio. Piccolino e curato nei minimi dettagli vi piacerà sicuramente. La sua rocca ospita il Museo della Guerra e il Ponte degli Alidosi, a schiena d’asino è davvero meraviglioso.
Fate un giretto per le vie della parte storica e poi scendete verso il ponte e il fiume dove potrete terminare la giornata con un aperitivo o una cena al chiosco sul fiume.
Ottimo itinerario per una gita fuori porta sull’Appennino Tosco-Emiliano.
Con l’arrivo delle belle serate iniziano tantissimi eventi e manifestazioni per farci gustare la lieve brezza che accompagna le notti estive.
Questa sera voglio parlarvi di una manifestazione alla quale ho partecipato indicativamente tutti gli anni da 20 anni fa circa: sto parlando della Notte delle Streghe di San Giovanni in Marignano (RN).
Cinque giorni di imperdibili spettacoli di artisti italiani e stranieri, anteprime, eventi, spettacoli di strada, maghi, giocolieri, mimi, musicisti, animatori, mangiafuoco…
Chi passeggia per le vie del borgo durante le serate della manifestazione, può assaporare l’alchimia del mercatino magico, con i suoi prodotti artigianali, le essenze, i gusti, i manufatti e gli unguenti a base di erbe, e contemporaneamente degustare le proposte enogastronomiche di ristoranti ed associazioni locali e, come ogni anno, salutare l’arrivo dell’estate nella Riviera Romagnola ricordando riti e tradizioni folkloristiche propiziatorie e concludere la festa con il tradizionale ed evocativo “Rogo della Strega” nell’Alveo Ventena che si svolgerà alla mezzanotte del 23 giugno.
E’ l’occasione giusta per ammirare un carinissimo borgo romagnolo sotto una chiave un po’ diversa, tutti i vicoli saranno addobbati, le stradine saranno percorse da streghe e maghi e vecchie diligenze destinate ad un altro utilizzo vi attenderanno nel piazzale.
Se siete in zona fissateci una tappa, io ho un ricordo bellissimo ed ogni anno ci torno con immenso piacere.
Ah, poi logicamente se volete calarvi nei panni di streghe o maghi fate pure …
Per conoscere con esattezza gli eventi e gli orari consultate il sito.
Buon divertimento,
Viaggiatrice seriale.
In questa calde giornate estive, un po’ di frescura non dispiace a nessuno. e quale luogo migliore delle grotte per trovarla? Oggi vi porto alla scoperta delle Grotte di Onferno in provincia di Rimini, all’interno della Riserva Naturale Orientata di Onferno.
So che può sembrare assurdo considerando i loro 100.000 anni, ma sono ancora grotte giovani in continua evoluzione. Si tratta di grotte di gesso scoperte nel 1916.
Visita alle Grotte di Onferno
Che dite, iniziamo la scoperta? Muniti di caschetto e torcia e accompagnati dalla preparatissima guida, si inizia il percorso di discesa.
Dovendo scendere per diversi metri, si percepisce subito il cambio di temperatura che influisce ovviamente anche sul tipo di vegetazione presente. Il primo tratto infatti, prima di entrare nella grotta vera e propria non è altro che una bella passeggiata nel bosco fra pungitopo e bucaneve. La mia attenzione è stata però catturata da una pianta che non avevo mai sentito nominare prima: il borsolo.
E’ davvero particolare e in passato i suoi semi venivano utilizzati per creare i rosari. Bene, è ora di indossare la felpa perché i 13 gradi all’interno della grotta si fanno sentire! Si procede in fila indiana seguendo i passi della guida che man mano spiega nel complesso tutto ciò che riguarda le grotte. La cosa particolare è che le pareti delle Grotte di Onferno si possono toccare essendo di gesso, al contrario di quelle carsiche come ad esempio quelle di Frasassi dove si provocherebbero gravi danni. Dei cristalli di gesso ne avete mai sentito parlare?
Allora scoprirete di cosa si tratta…. vi anticipo solo che in certi punti vedrete luccicare e sembrerà di essere sulla luna.
Gli abitanti delle Grotte di Onferno
Le Grotte di Onferno sono famose soprattutto per gli animali che le abitano: i pipistrelli. Da questa visita ho capito che dobbiamo assolutamente sfatare alcuni luoghi comuni, come ad esempio quello che si attaccano ai capelli. Potete entrare tranquilli! 🙂 Le grotte ospitano circa 8000 esemplari di chirotteri, di 6 specie differenti, che durante la notte escono dalla tana e volano fino a San Marino per recuperare la propria cena. Pensate che fatica enorme volare per così tanto tempo per degli esserini così piccoli. Ad Onferno si trova un’intera sala dove le mamme pipistrello mettono al mondo i cuccioli ed è per questo che in determinati mesi dell’anno non è possibile fare il giro ad anello entrando da una porta ed uscendo dall’altra ma occorre ritornare indietro sullo stesso percorso proprio per non disturbare il ciclo riproduttivo.
Le Grotte di Onferno nella storia
La nostra guida ci ha spiegato inoltre che le grotte sono state il rifugio per abitanti di Gemmano durante la Seconda Guerra Mondiale. Sembra che circa 500 persone entrarono nelle grotte in fretta e furia per sfuggire ai bombardamenti pensando di restarci pochissimo tempo e quindi sprovviste di scorte di ogni genere e invece ci rimasero dal 26 agosto al 18 settembre del 1944. Anche se in condizioni difficili, le grotte furono la loro salvezza.
Info utili per la visita
Che dite, vi ho incuriosito?! Volete andare alla ricerca dei chirotteri?Ecco come dovete fare.
Fino al 13 settembre le grotte saranno aperte tutti i giorni. Fino al 30 agosto gli orari saranno:
lunedì- venerdì visite alle 15, 16:30, 17:15
sabato e domenica visite alle 10,11:30,13,14:30,16 e 17:30
Dal 31 agosto al 13 settembre:
lunedì – vemerdì visite alle 15 e 16:30
sabato e domenica visite alle 10,11:30,15 e 16:30
La durata delle visita varia fra i 60 e i 90 minuti.
Il biglietto d’ingresso ha un costo di 10 euro (8 euro fino a 12 anni e over 65)
Consigliato abbigliamento comodo, scarpe da trekking e giacchetto impermeabile.
E’ necessaria la prenotazione:
tel. 3891991683
mail onferno@nottola.org
Non vi resta che tuffarvi nell’avventura….poi fatemi sapere se avvistate qualche pipistrello.
Chi non ha mai sentito nominare il Grand Hotel di Rimini?!
Nessuno credo, eppure in pochi ci sono stati.
Effettivamente diciamo che non è per tutte le tasche e proprio per questo motivo, io ho approfittato delle Giornate Fai di primavera per vederlo dal vivo.
L’ho sempre e solo associato al grandissimo regista Fellini, ma facciamo un passo indietro.
Dovete sapere che verso la seconda metà del 1800 venne edificato, poco distante da dove oggi sorge questo famoso hotel, il Kursaal.
Ovvero? Vi starete chiedendo.
Ho scoperto essere un maestoso edificio, -costruito seguendo le caratteristiche dei Kursaal già edificati nelle grandi città – prettamente legato al turismo balneare:letteralmente significa “sala di cure”.
In quegli anni infatti si sviluppò il turismo marittimo, nobili austroungarici si recavano in queste zone proprio per beneficiare del clima costiero.
La clientela era ovviamente composta solo da persone molto facoltose, nobili clienti del famoso Kursaal, edificio in stile Liberty.
Oltre alla struttura principale vi erano anche una palafitta che dava direttamente sul mare,l’idroterapico e un capanna svizzera, ovvero una sorta di rimessa utilizzata in inverno come magazzino per le attrezzature marine e in estate come parcheggio delle carrozze degli ospiti.
Con il tempo quest’ultima cambiò utilizzo,divenne una sorta di ristorante dove si gustavano piatti poco pretenziosi ma di ottimo gusto,molto apprezzati dai turisti che la preferivano alla cucina chic – se così possiamo dire-.
L’atmosfera era molto diversa, al suo interno la luce era soffusa, forse perchè utilizzavano candele.
Immaginatevi che meraviglia: le signore con ampi vestiti, gli edifici tutti in stile liberty,il Kursaal poco distante dal mare, dove le dame usavano fare il bagno in una sorta di cabina di legno trainata in acqua da cavalli,un parco ricco di alberi e zone riparate in cui riposarsi e passeggiare….tutto questo apprezzato e amato soprattutto dalle popolazioni del nord europa.
E’ proprio da quei tempi e grazie alle proprietà curative dell’acqua di mare, che iniziò il turismo nella costa romagnola, arrivato fino ai giorni nostri seppur modificandosi drasticamente nel corso degli anni.
Il Kursaal offriva ogni genere di servizio ai suoi ospiti, ma questo non fu sufficiente a mantenerlo in vita.
Dove era ubicata la capanna svizzera,tanto apprezzata dai turisti,oggi sorge il famosissimo Grand Hotel.
Edificato nel primo decennio del 1900,con una facciata ricca di elementi in stile Liberty,è arrivato fino a noi in tutta la sua magnificenza.
Grazie alle Giornate del Fai sono riuscita ad entrare ed è stato come sentirsi dentro ad un film.
La hall è meravigliosa, immensi lampadari brillantinosi illuminano tutti gli ambienti, un piccolo corridoio sull’ala sinistra ricorda i tempi passati grazie alle vecchie foto in bianco e nero appese alle pareti, una vecchia cabina telefonica – anch’essa di un’eleganza unica – troneggia imponente davanti ad una parete.
La sala Federico Fellini sfoggia un immenso divano rosso sormontato da un grandissimo specchio, il bar rievoca tempi passati con il suo stile antico e la sala – utilizzata come sala da pranzo ai giorni nostri – è davvero un sogno.
La terrazza esterna con i tavolini e le sedie in ferro bianco mi trasmette romanticismo, mentre il giardino,seppur molto più piccolo di quello originale, è davvero una chicca.
Sembra che il periodo di maggior splendore del Grand Hotel di Rimini sia finito nel 1914 all’incirca, durante la prima Guerra Mondiale rimase chiuso per due anni, mentre durante la Seconda Guerra Mondiale divenne il quartier generale degli alleati.
Ritornata la calma, tornò ad essere il fiore all’occhiello della città di Rimini,anche se non raggiunse mai più i livelli iniziali, sembra neppure ai tempi di Federico Fellini.
Resta il fatto -secondo me- che rimane uno degli edifici più spettacolari della zona e merita di sicuro di essere visto…..nel 1984 è stato addirittura eletto patrimonio nazionale.
Alla prossima scoperta,
Viaggiatrice Seriale.
La mia scoperta del territorio continua.
Oggi vi porto a conoscere un luogo incantato, davvero bello e completamente a contatto con la natura.
Ci troviamo nella regione dell‘Emilia Romagna, in provincia di Forli-Cesena per la precisione e andiamo alla Cascata dell’Alferello.
Il perchè del suo nome è molto semplice, infatti questa meraviglia naturale non è altro che il salto che compie il torrente Alferello.
Cascata dell’Alferello
Come punto di riferimento posso darvi la più conosciuta Bagno di Romagna, arrivati qui la strada è davvero semplice fino al paese di Alfero da dove, seguendo le indicazioni arriverete al parcheggio.
Lasciata l’auto vi aspetta una bella passeggiata di circa 20-25 minuti , relativamente impegnativa prima di arrivare alla cascata; vi consiglio di portare delle scarpe e di non farla in infradito perchè in certi punti è un pò ripida.
Attraverserete in questo modo il bosco,sarà una camminata piacevole in qualsiasi stagione, ma soprattutto in estate godrete di una bella aria fresca.
La cascata dell’Alferello è davvero bellissima, vi ritroverete ad ammirarla a bocca aperta.
La zona è ottima per una gita fuori porta,con annesso pic-nic, molti infatti la prendono come alternativa al mare.
Le sue acque sono fresche, è possibile fare il bagno nelle vasche naturali con l’acqua bassa, è possibile tuffarsi in certi punti dove il livello dell’acqua sale ed è davvero bellissimo passare sotto il getto diretto della cascata.
Cascata dell’Alferello
Noi avevamo il pranzo al sacco,così dopo aver apprezzato la cascata sotto ogni sfumatura, abbiamo divorato i nostri panini adagiati sulle rocce e ci siamo rilassati in un luogo davvero perfetto.
In piena estate è una meta presa un pò d’assalto, quindi a seconda del mese in cui decidete di andare potreste trovare più o meno gente.
La cascata è anche detta cascata delle Trote per via dell’abbondante quantità di pesci presenti nelle sue acque.
Se fate un gita verso Bagno di Romagna allungate un pò la strada per ammirare con i vostri occhi questo angolo di natura con il suo salto di circa 30 metri.
Come ultimo consiglio vi dico di portarvi dei sandali o delle scarpette da scoglio, gli spostamenti in acqua saranno molto più semplici.
Alla prossima scoperta,
Viaggiatrice Seriale.
Una bella giornata a contatto con la natura,un po’ di sano movimento e l’assenza totale di connessione internet e rete telefonica.
Se è questo che cercate, dovete replicare la mia giornata di sabato scorso alla Diga di Ridracoli: siamo in provincia di Forlì-Cesena.
Il paesaggio è meraviglioso ed è possibile visitare il lago anche con un’escursione in battello, ma io ho optato per la versione dinamica e cioè con un bel giro in canoa.
Il costo totale è di 15 euro a persona per un’escursione di circa due ore nel lago, dopo la quale avrete tutto il tempo a vostra disposizione per riposarvi,scattare fotografie o visitare il museo dell’acqua (l’ingresso è compreso nel biglietto).
Per partecipare al giro in canoa è necessario prenotare (nella pagina facebook potete trovare i numeri utili) in anticipo e le escursioni vengono effettuate da maggio a metà agosto.
Munitevi di costume,crema solare,cappellino,scarpette da scoglio e fotocamera e siete pronti per l’avventura.
Il punto di incontro è sempre all’entrata in basso dove si lasciano le auto, possibilmente almeno una mezzoretta prima della partenza del giro, poi raggiungerete il punto più alto della diga a bordo di una navetta, percorrerete tutta la diga, le due gallerie successive e a questo punto inizierete ad intravedere diverse pagaie,segno che siete arrivati a destinazione.
Non è possibile uscire nel lago in autonomia, ma il gruppo sarà sempre accompagnato da una guida che illustrerà le bellezze e le peculiarità del territorio in base alla stagione.
Saliti sulla canoa (da due), ci abbiamo impiegato non più di cinque minuti per capire bene i movimenti e ci siamo completamente abbandonati al cospetto della natura.
Immaginatevi un silenzio disarmante, rotto solo dal rumore degli uccelli,una natura rigogliosa, le canoe che tagliano la superficie colore verde acqua del lago e niente altro.
Davvero una bellissima esperienza che consiglio di fare a tutti, grandi e piccini.
Il lago poi offre anche altro, il già citato giro in battello, dei percorsi trekking per raggiungere il rifugio in cui gustare succulenti piatti (sempre previa prenotazione) ed escursioni in notturna per ammirare le stelle.
Qualunque opzione scegliate, godetevi il lago.
Alla prossima escursione,
Viaggiatrice seriale.
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