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Italia, Umbria

L’Umbria che non ti aspetti:alla scoperta dei borghi dal Trasimeno a Orvieto

Non occorre necessariamente andare dall’altra parte del mondo per riempirsi gli occhi di bellezza, bastano anche pochi km.
Come sapete, da un po’ sto cercando di dedicare più attenzione alle mie Marche, andando alla ricerca di chicche poco conosciute.
La scorsa settimana ho preso la mia macchina e ho fatto giusto qualche km in più, per raggiungere una “vicina di casa” della mia regione e ho trascorso due giorni in Umbria.
Premetto che essendo per me a portata di mano, da sempre l’ho frequentata e da sempre ha un posticino speciale nel mio cuore.
Siamo abituati a sentir parlare di Perugia, Assisi, Orvieto, Spello, Gubbio…ma dovete sapere che qui ogni singolo borgo è un gioiellino che merita di essere visto,anche se il suo nome non vi dice granché.
Io sono stata invitata da Città della Pieve and Friends   insieme ad altri 14 blogger e siamo andati alla scoperta del territorio, rimanendo letteralmente a bocca aperta.

Panorama da una delle tante terrazze

In realtà il raggio d’azione non è stato così ampio, abbiamo visitato i borghi compresi tra Orvieto e il Trasimeno,ma nell’area di pochi km le scoperte sono state infinite.
Ma adesso veniamo a noi, pronti a conoscerle insieme a me?

Cosa vedere 

Il primo borgo che abbiamo visitato è stato Paciano, abitato già dagli etruschi è arrivato ai nostri giorni mantenendo intatta la sua bellezza.Affacciato sul Trasimeno e circondato da distese sconfinate di ulivi, custodisce gelosamente le proprie tradizioni.

Paciano dall’alto

All’interno di Palazzo Baldeschi, troverete Trasi-Memo, ovvero la banca della memoria del Trasimeno dove vengono effettuati laboratori di lavorazioni del ferro, del tessile, del cotto e del legno. Guidati da Bianca di Sistema Museo, abbiamo intrapreso un viaggio attraverso questi antichi mestieri e sono rimasta incantata da una stanza in particolare che racchiude in poco spazio una memoria tattile e visiva:aprendo i cassettini di un mobile, potrete toccare con mano le differenti consistenze del passato.

Vicoli di Paciano

Leggermente fuori dal borgo,merita una visita il Santuario della Madonna della Stella.

Santuario della Madonna della Stella

Giusto qualche km e abbiamo raggiunto Panicale. Questo borgo ha una forma a chiocciola, appena oltrepassata la porta d’ingresso, vi ritroverete in una pizza, percorsa una piccola salita vi ritroverete in un’altra piazza e di nuovo un’altra volta.Le tre piazze si sovrastano l’un l’altra.Era scesa la notte, ma il fascino di quest’altro borgo umbro l’abbiamo percepito ugualmente.In lontananza si vedevano le luci riflesse sul lago, segno che di giorno, dalla terrazza si ha una veduta eccezionale del paesaggio. Questo stesso paesaggio è stato raffigurato dal più grande pittore della zona, Pietro Vannucci detto il Perugino nel dipinto “Il Martirio di San Sebastiano” custodito nella chiesa di San Sebastiano.

Il Martirio di San Sebastiano

Se devo dare una sola preferenza riguardo alle bellezze di Panicale, il mio voto va senza ombra di dubbio al piccolo teatro C. Caporali, uno dei più piccoli d’Italia ma con un’anima davvero grande.E’ davvero suggestivo e utilizzato ancora oggi.

Il piccolo teatro Caporali

Piegaro ha il suo punto di forza nel Museo del Vetro,collocato alla base di un’imponente ciminiera in mattoni nella vecchia sede della vetreria che venne dismessa nel 1968, spostandosi poi fuori dal centro del paese.

Antica fornace

In linea di massima non amo troppo i musei, qui invece non mi sono distratta un secondo.Sarà stata la bravura della nostra guida, saranno state le storie interessanti o gli oggetti presenti in loco….non so dirvi di preciso cosa sia stato ma è una visita che consiglio. Dovete sapere che l’arte della lavorazione del vetro era prettamente legata a Venezia, non si sa come, ma alcuni vetrai riuscirono a fuggire e si stabilirono proprio in queste zone.L’arte del vetro a Piegaro ha radici molto lontane. All’interno dell’edificio è possibile ammirare la vecchia fornace -o meglio la parte non distrutta dal crollo del tetto- che ha un impatto così immediato sul visitatore, da teletrasportarlo indietro nel tempo.

Colata solidificata

Qui i vari componenti del vetro venivano fusi a più di 1000 gradi e scendevano in una colata incandescente nella parte inferiore dell’edificio;oggi possiamo ammirare l’ultima colata solidificata.

Questa parte di Umbria che va dal Trasimeno a Orvieto è forse la meno conosciuta della regione,ma come detto in precedenza è un vero tesoro che merita di essere scoperto….insieme alle bellezze paesaggistiche e architettoniche però, la differenza la fanno sempre le persone.
Siamo venuti a contatto con persone di cuore,gentili e amanti della propria terra; questo amore si percepisce in ogni gesto e in ogni parola,quando parlano del loro “tesoro” hanno gli occhi che brillano.
Oltre a tutto questo poi ci sono i sapori e gli odori, una parte davvero fondamentale di ogni territorio.
Al nostro arrivo siamo stati accolti da Cesare e Maria  di Casa Antheia ,che ci avevano preparato un pranzo a base di prodotti tipici.Loro hanno origini torinesi e hanno lasciato la loro vecchia vita per trasferirsi qui e iniziarne una nuova. Hanno aperto Antheia Azienda Agricola dove coltivano zafferano e ulivi biologici e mettono tanto amore e passione in quello che fanno.

Prodotti tipici dell’azienda agricola Antheia

A mio avviso la punta di diamante dei loro prodotti è sicuramente lo sciroppo allo zafferano, ottimo da gustare con i formaggi.Non ne avevate mai sentito parlare,vero?!Giustamente,perché lo hanno creato proprio loro.Vi invito a venire a gustare le loro prelibatezze e a soggiornare presso il loro agriturismo che è di una bellezza unica e curato nei minimi particolari.Al mattino, affacciandovi dalla finestra, avrete una visuale pazzesca.

Esterno di Casa Antheia

Parlando ancora di sapori, a cena abbiamo gustato l’ottima cucina di Franco a Casa Rondini: ancora ricordo il profumo del dolce con la crema allo zafferano.

Dolce alle noci con crema allo zafferano

Per un tour dell’Umbria che non ti aspetti, anche Casa Rondini è un ottimo punto di appoggio.
Stanchi ma felici e con lo stomaco pieno ci siamo coricati, sapendo che il giorno successivo sarebbe stato altrettanto pieno di cose da fare, di persone da incontrare e di sensazioni da provare.
Come si suol dire: “domani è un altro giorno”, e di conseguenza arriverà un altro racconto….tenetevi pronti.
Alla prossima scoperta,
Viaggiatrice seriale.

Feste e Sagre in Italia, Italia

Pesaro nel cuore: mercatini di Natale in centro città

Addobbi, palline,abeti e tante luci…sto cercando di raccontarvi i migliori mercatini di Natale ma quest’anno non devo andare troppo lontano, nella mia città c’è qualcosa di veramente bello!
Sto parlando di Pesaro, dove quest’anno le feste hanno creato un ambiente unico.
In Piazza del Popolo è stata allestita una pista di pattinaggio proprio attorno alla fontana, cuore dell’intero mercatino natalizio.
Le casette in legno dai tetti rossi, disposte a forma di cuore ospitano tanti artigiani che vendono idee regalo, dolci, cesti natalizi e prodotti del territorio.
Il grande albero, illuminatissimo per l’occasione “controlla” il tutto dalla sua altezza.

Dalle 10 alle 22 potrete passeggiare per la piazza in cerca del vostro regalo preferito.
Alle 16 poi arrivano gli effetti speciali: tutti i giorni sulle facciate dei palazzi storici saranno proiettati i fiocchi di neve e i cieli stellati.
Dal 8 dicembre poi inizieranno eventi paralleli, aprirà il mercatino anche in Pedrotti, mentre  Piazzale Collenuccio ospiterà il mercatino tutto dedicato ai bambini.

Troverete disseminati per il centro anche i troni di Babbo Natale, pronti per farvi immortalare in una foto natalizia.
Ogni angolo della città festeggerà a suo modo le imminenti feste e diversi concerti riscalderanno l’atmosfera.
Insomma non mi resta che invitarvi nella mia città, vi rimarrà una  Pesaro nel cuore sicuramente!
Buone feste,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Marche

La faggeta di Canfaito: un luogo perfetto per ammirare il fenomeno del foliage

L’autunno è una stagione impossibile da non apprezzare.
Fino a qualche anno fa non ci trovavo nulla di così interessante, ma le ultime stagioni mi hanno proprio colpito.
I colori sono meravigliosi, gli odori che si sentono nell’aria parlano di frutti nuovi e tutto si colora con tonalità calde.
Se anche voi amate il fenomeno del foliage, una meta da non perdere è la Faggeta di Canfaito:
siamo in provincia di Macerata, nell’entroterra marchigiano.
La zona non è difficile da raggiungere,ma non fate il mio stesso errore, ovvero voler parcheggiare appena vedete un sacco di macchine; se una volta giunti alla pietra che funge quasi da mini rotatoria svoltate a destra e seguite le indicazioni con la P, in men che non si dica vi ritroverete in un’immensa area adibita a parcheggio e non dovrete preoccuparvi troppo.
La faggeta fa parte della Riserva Naturale Regionale Monte San Vicino e Monte Canfaito ed è davvero strepitosa.

Piante secolari si stagliano imponenti verso il cielo,occupando di tanto in tanto parte dell’immensa distesa pianeggiante che al contrario di tutto il resto è ancora verde.
Nel “viale dei giganti” sono presenti degli esemplari ultracentenari, si parla addirittura di circa 400 o 500 anni.

Nella zona leggermente sopra invece troverete alberi più giovani, che perdendo le proprie foglie hanno creato un tappeto naturale veramente soffice.
Potete addentrarvi e calpestare questo manto colorato o percorrere la semplice e pianeggiante strada di ghiaia che attraversa la faggeta.

Non stupitevi se ad un tratto sul vostro campo visivo compaiono delle mucche, è tutto sotto controllo: si tratta di bellissimi esemplari bianchi di Marchigiana che pascolano liberamente per la faggeta.
Fermatevi un momento e rivolgete lo sguardo al cielo, riuscirete ad intravvederlo solo attraverso le chiome degli alberi tra le quali filtra un pò di luce.
Se amate la natura e volete trascorrere una giornata di relax immersi in un’oasi di pace questa meta è perfetta.

Inoltre, tutta la strada per arrivare alla faggeta e per raggiungere da qui il piccolo borgo di Elcito è a sua volta qualcosa di unico e davvero suggestivo:macchie di rosso fra il verde ed il giallo sembrano pennellate di un artista.
Non occorre andare dall’altra parte del mondo per ammirare il fenomeno del foliage, la faggeta di Canfaito è perfetta.
Ovviamente il periodo migliore per visitarla e coglierla in tutto il suo splendore è l’autunno, ma anche negli altri periodi dell’anno vale la pena una visita.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Toscana

Bagni San Filippo, le terme a cielo aperto

Le escursioni a contatto con la natura sono le mie preferite.
Se vi dicessi che ieri sono stata alle terme nel cuore di un bosco, mi credereste?!
Ebbene sì, è proprio così: in provincia di Siena e più precisamente a Bagni San Filippo, nel comune di Castiglione d’Orcia, ci sono delle terme naturali di una bellezza infinita.
Arrivati al borgo di San Filippo capirete subito di essere giunti a destinazione e capirete anche in che direzione dirigervi.
Il borgo infatti è piccolino, ed è stato creato un parcheggio sul lato destro della strada, proprio in prossimità dell’entrata delle terme.
Ma non vi ho ancora detto la cosa principale: sono terme pubbliche, aperte a tutti e quindi gratuite!
Poi se volete deliziarvi con trattamenti più particolari o usufruire dei vari confort potete benissimo recarvi all’Hotel San Filippo.
Tornando a quelle selvagge, che piacciono a noi, vi assicuro che sono meravigliose e davvero suggestive.
Percorsa una piccola discesa troverete già delle persone nelle prime vasche che hanno un colore molto più scuro e sono ricche di fango (che ha i suoi benefici), se continuate a percorrere il sentiero sulla vostra sinistra, in men che non si dica vi ritroverete di fronte alla maestosa Balena Bianca.

Si tratta di una grande formazione calcarea che assomiglia proprio all’animale, dalla cui cima scorga acqua termale….davvero bollente.
Considerate che io ci sono andata a fine ottobre e non ho avuto nessun problema a mettermi in costume, sentirete freschino giusto da quando togliete l’accappatoio a quando immergete i vostri piedi in acqua…questione di secondi.
La formazione è parecchio alta, ma non è affatto difficile arrampicarsi e conquistare la parte superiore dove l’acqua è ancora più calda e dove si formano delle piccole vasche in cui potersi immergere o sdraiare.
Sentirne il racconto è piacevole, ma viverlo personalmente è davvero magico.
Immersi nella natura, nel cuore di un bosco riscaldati dalle acque termali: un’esperienza unica.
Quasi tutti si fermano alla balena bianca, sia perchè è accattivante, sia perchè è molto grande e quindi lo spazio a disposizione è parecchio; poco più avanti però troverete un’altra formazione sempre bianca,”abbellita” da qualche striatura grigio-blu un pò più piccola.

Nella parte superiore si sono create delle vasche in cui è proprio possibile immergersi completamente:sono poche e sono comunque piccine ma sono un vero angolo di paradiso.
A me sembrava quasi di essere affacciata ad un piccolo balcone dal quale poter ammirare tutta la natura circostante.
Tutta la zona adiacente è termale, quindi se amate questo tipo di vacanza non avrete che l’imbarazzo della scelta; se invece vi interessa solo come piccola parentesi, ricordate che siete in Val d’Orcia, dove le bellezze ed i borghi da visitare sono molteplici.
Io mi sono riempita gli occhi dei colori dell’autunno, interi vigneti sfumavano dal verde fino all’arancione, ho visitato due gioiellini come Pienza e Montepulciano e mi sono spinta ancora oltre per realizzare un altro piccolo sogno…..che vi racconterò a breve.
Questa mezza giornata a Bagni San Filippo è stata una parentesi di relax che non scorderò molto facilmente.
Se avete in mente un viaggio in compagnia dei vostri amici a 4 zampe, vi consiglio di leggere il blog di Federica Ilmiogirointornoalmondo.
Alla prossima scoperta,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Marche

Tempio del Valadier a Genga

Sono marchigiana e sono ben consapevole delle bellezze della mia regione….ma sono così tante che ancora sono molto indietro.
Erano anni però che volevo assolutamente vedere di persona una bellezza che avevo sempre e solo vista immortalata in delle fotografie.
Il mese scorso mi sono messa in macchina direzione Genga, in provincia di Ancona.
Beh, l’attrazione principale è ovvia e conosciuta a tutti con il nome di Grotte di Frasassi.
Inizialmente non era nei miei piani una visita qui in quanto ci sono stata già diverse volte, ma arrivati in prossimità si sente quasi una sorta di richiamo a cui è impossibile resistere.
I piani sono fatti per essere modificati, giusto?!
A bordo della navetta abbiamo raggiunto l’ingresso alle grotte e nel giro di qualche minuto mi sono ritrovata letteralmente a bocca aperta di fronte ad un’immensa meraviglia della natura come quella.
Ogni volta è come se le vedessi per la prima volta.
Gli occhi si riempono di immagini strepitose, la mente si riempe di domande (perché al cospetto di tali “opere” è impossibile non porsi domande e il cuore si riempe di emozioni.
Dopo questa sosta siamo di nuovo saliti in macchina e abbiamo percorso giusto qualche chilometro prima di parcheggiare di nuovo.
Ebbene sì, ero arrivata nel luogo che sognavo da tempo, o meglio ero ai suoi piedi.
La visita principale della mia gita era infatti  il Tempio del Valadier.

Tempio del Valadier

Costruito sulla sommità della montagna e circondato da pareti di roccia, si erge questo tempio dalla forma ottagonale dedicato alla Vergine Maria, che prende il nome dal suo architetto.
Venne fatto costruire per volere di Papa Leone XII nel 1828 e al suo interno custodiva una statua in marmo di Antonio Canova (oggi sostituita da una copia).
Per arrivarci dovrete percorrere un salita un po’ ripida, ma niente di preoccupante…prendetela con calma perché lo spettacolo che troverete in cima vi lascerà senza parole.

Si respira un’atmosfera particolare, si sente il contatto con la natura e sembra quasi di essere fuori dal mondo.
Suggestivo è l’aggettivo esatto per descrivere il tutto.
Poco distante dal tempietto noterete un’altra piccola struttura, incorporata letteralmente nella roccia: si tratta dell’Eremo di Santa Maria infra Saxa, un tempo monastero di monache benedettine.

Eremo di Santa Maria infra Saxa

Come se non bastasse, da lassù si gode di un panorama davvero magnifico.

Se siete marchigiani vi consiglio di organizzare una gita, se invece siete in viaggio alla scoperta delle Marche inserite assolutamente questa tappa perché è davvero qualcosa di unico.
Alla prossima scoperta,
Viaggiatrice seriale.

Emilia romagna, Italia

Cascata dell’Alferello immersa nella natura

La mia scoperta del territorio continua.
Oggi vi porto a conoscere un luogo incantato, davvero bello e completamente a contatto con la natura.
Ci troviamo nella regione dell‘Emilia Romagna, in provincia di Forli-Cesena per la precisione e andiamo alla Cascata dell’Alferello.
Il perchè del suo nome è molto semplice, infatti questa meraviglia naturale non è altro che il salto che compie il torrente Alferello.

Cascata dell'Alferello

Cascata dell’Alferello

Come punto di riferimento posso darvi la più conosciuta Bagno di Romagna, arrivati qui la strada è davvero semplice fino al paese di Alfero da dove, seguendo le indicazioni arriverete al parcheggio.
Lasciata l’auto vi aspetta una bella passeggiata di circa 20-25 minuti , relativamente  impegnativa prima di arrivare alla cascata; vi consiglio di portare delle scarpe e di non farla in infradito perchè in certi punti è un pò ripida.
Attraverserete in questo modo il bosco,sarà una camminata piacevole in qualsiasi stagione, ma soprattutto in estate godrete di una bella aria fresca.
La cascata dell’Alferello è davvero bellissima, vi ritroverete ad ammirarla a bocca aperta.
La zona è ottima per una gita fuori porta,con annesso pic-nic, molti infatti la prendono come alternativa al mare.
Le sue acque sono fresche, è possibile fare il bagno nelle vasche naturali con l’acqua bassa, è possibile tuffarsi in certi punti dove il livello dell’acqua sale ed è davvero bellissimo passare sotto il getto diretto della cascata.

Cascata dell'Alferello

Cascata dell’Alferello

Noi avevamo il pranzo al sacco,così dopo aver apprezzato la cascata sotto ogni sfumatura, abbiamo divorato i nostri panini adagiati sulle rocce e ci siamo rilassati in un luogo davvero perfetto.
In piena estate è una meta presa un pò d’assalto, quindi a seconda del mese in cui decidete di andare potreste trovare più o meno gente.
La cascata è anche detta cascata delle Trote per via dell’abbondante quantità di pesci presenti nelle sue acque.

Se fate un gita verso Bagno di Romagna allungate un pò la strada per ammirare con i vostri occhi questo angolo di natura con il suo salto di circa 30 metri.
Come ultimo consiglio vi dico di portarvi dei sandali o delle scarpette da scoglio, gli spostamenti in acqua saranno molto più semplici.
Alla prossima scoperta,
Viaggiatrice Seriale.

Italia, Marche

Area archeologica di Pesaro: visita alla domus romana dell’Abbondanza

Facciamo un salto indietro nel tempo di più di 2000 anni e teletrasportiamoci ai tempi dei romani.
Roma -la città eterna- secondo me è anche la città meravigliosa,ineguagliabile.
Detto questo però dobbiamo tenere presente che l’Impero Romano era vastissimo e si estendeva in ogni direzione;probabilmente proprio nelle vostre città ci sono dei segni del loro passaggio.
Da me sì, infatti Pesaro nacque con il nome di Pisaurum nel 184 a.c. , a metà strada fra Senagallica (Senigallia) e Ariminum (Rimini) proprio nel passaggio della Via Flaminia, strada che conduceva direttamente a Roma.
La città aveva logicamente la tipica forma di una urbs romana, con il cardo e decumano che si intersecavano creando il foro, l’attuale Piazza del Popolo. Parallele a queste due assi, si svilupparono altre strade,creando così un reticolato,ovvero il cuore della città.
Nel 2004-2005, durante alcuni scavi per la costruzione di un garage, poco lontano dalla piazza venne fatta una grandissima scoperta:una domus romana.

Dopo anni di restauri e lavori, oggi il sito è visitabile e a mio avviso molto suggestivo.
Ci troviamo in Via dell’Abbondanza, chiamata così sin dal passato proprio per la ricchezza dei suoi abitanti.
Anche la Domus Romana apparteneva ad una famiglia agiata, probabilmente ad un ricco commerciante.
Scendendo di circa 4 metri dal livello della strada di oggi, si sono ritrovati resti romani,che nel corso degli anni sono stati ricoperti da un impianto termale, a sua volta ricoperto da alcune tombe che hanno lasciato il posto a pali e capanne con tetti di paglia nel Medioevo ed a un vasaio e al suo laboratorio nel Rinascimento.
Appena entrerete nel complesso,vedrete delle illustrazioni che mostrano proprio la stratificazione nel corso degli anni.
Ma torniamo al periodo romanico e alla domus di Pesaro.
La vostra attenzione sarà subito attratta dai mosaici pavimentali,segno evidente della grande ricchezza della famiglia.

Mosaici pavimentali

Una domus aveva un atrium, ambiente principale della casa attorno al quale si aprivano tutte le stanze, e un peristilium, uno spazio aperto con colonnato,abbellito da alberi da frutto e giochi d’acqua.
Voi durante la visita sarete proprio qui, nel peristilium.
Logicamente non troverete i resti di tutto quello che vi ho descritto ma vedrete solo i mosaici pavimentali, dei resti di alcune colonne e dei resti delle mura perimetrali della casa.
Tre video proiettati vi teletrasporteranno a quell’epoca, durante una tipica mattina nella domus, quando il padrone di casa si alzava e rendeva omaggio agli antenati in una sorta di piccolo templietto, per chiedere protezione per sè e per tutto l’edificio.
Immaginatevi poi di rilassarvi riscaldati da un tiepido sole nel cortile esterno che si affaccia sulle pareti delle stanze color giallo ocra e rosso, affrescate secondo la moda dell’epoca e quindi senza prospettiva.

Plastico dell’edificio originale

Dopo la proiezione dei video avrete del tempo per ammirare i mosaici e delle teche contenenti gli oggetti di varie epoche ritrovati durante gli scavi.
Questo sito rientra fra quelli aderenti alla domenicalmuseo  durante la quale potrete entrare gratuitamente, altrimenti il prezzo del biglietto è di 10 euro, con il quale potrete accedere anche ai Musei Civici e alla casa di Rossini.
Alla prossima scoperta,
Viaggiatrice seriale.

Emilia romagna, Italia

Escursione in canoa al lago di Ridracoli

Una bella giornata a contatto con la natura,un po’ di sano movimento e l’assenza totale di connessione internet e rete telefonica.
Se è questo che cercate, dovete replicare la mia giornata di sabato scorso alla Diga di Ridracoli: siamo in provincia di Forlì-Cesena.
Il paesaggio è meraviglioso ed è possibile visitare il lago anche con un’escursione in battello, ma io ho optato per la versione dinamica e cioè con un bel giro in canoa.
Il costo totale è di 15 euro a persona per un’escursione di circa due ore nel lago, dopo la quale avrete tutto il tempo a vostra disposizione per riposarvi,scattare fotografie o visitare il museo dell’acqua (l’ingresso è compreso nel biglietto).
Per partecipare al giro in canoa è necessario prenotare  (nella pagina facebook potete trovare i numeri utili) in anticipo e le escursioni vengono effettuate da maggio a metà agosto.
Munitevi di costume,crema solare,cappellino,scarpette da scoglio e fotocamera e siete pronti per l’avventura.

Il punto di incontro è sempre all’entrata in basso dove si lasciano le auto, possibilmente almeno una mezzoretta prima della partenza del giro, poi raggiungerete il punto più alto della diga a bordo di una navetta, percorrerete tutta la diga, le due gallerie successive e a questo punto inizierete ad intravedere diverse pagaie,segno che siete arrivati a destinazione.
Non è possibile uscire nel lago in autonomia, ma il gruppo sarà sempre accompagnato da una guida che illustrerà le bellezze e le peculiarità del territorio in base alla stagione.
Saliti sulla canoa (da due), ci abbiamo impiegato non più di cinque minuti per capire bene i movimenti e ci siamo completamente abbandonati al cospetto della natura.

Immaginatevi un silenzio disarmante, rotto solo dal rumore degli uccelli,una natura rigogliosa, le canoe che tagliano la superficie colore verde acqua del lago e niente altro.
Davvero una bellissima esperienza che consiglio di fare a tutti, grandi e piccini.
Il lago poi offre anche altro, il già citato giro in battello, dei percorsi trekking per raggiungere il rifugio in cui gustare succulenti piatti (sempre previa prenotazione) ed escursioni in notturna per ammirare le stelle.
Qualunque opzione scegliate, godetevi il lago.
Alla prossima escursione,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Marche

Trekking: Lame Rosse e lago di Fiastra

Camminare mi piace, se poi sono immersa nella natura è ancora meglio.
Ultimamente mi sto dedicando alla scoperta di luoghi raggiungibili dopo qualche km a piedi e ogni volta ne rimango sempre più affascinata.
La scorsa domenica è stata la volta del lago di Fiastra e delle Lame Rosse.
Ci troviamo in provincia di Macerata e vi assicuro che in zona potete trovare diversi luoghi molto interessanti, ma torniamo alla nostra camminata.

Raggiungete il paesino di Fiastra,se non vi siete organizzati già da casa fermatevi a fare qualche panino con un ottimo ciauscolo dalla signora dell’alimentari, salite di nuovo in macchina e continuate sulla strada principale; dopo poco troverete un’indicazione sulla sinistra per le Lame Rosse,svoltate lì e fiancheggiate la sponda del lago per un pezzetto fino ad arrivare al punto di partenza del sentiero.

Il lago è abbastanza grande e lungo e per questo regala degli scorci bellissimi che variano a seconda del riflesso della luce.
Pur essendo artificiale la sua bellezza richiama molti turisti – e non solo- :circondato da boschi e monti è un luogo ideale per trascorrere una piacevole giornata di relax sulle sue rive provviste di lettini e ombrelloni.

Si trova a 685 metri sul livello del mare ed è all’interno del Parco Naturale dei Monti Sibillini.
Se siete sportivi e non amate troppo crogiolarvi al sole, il lago offre tantissime possibilità: dalla canoa al parapendio, dal tiro con l’arco ai vari tipi di pesca…avrete l’imbarazzo della scelta.
Inutile dire che la zona offre tantissimi percorsi naturalistici, io mi sono avventurata fino alle Lame Rosse.
Il percorso non è difficile,ho visto tanti bambini quando ci sono andata io e indicativamente in poco più di un’ora di cammino si arriva di fronte al meraviglioso spettacolo delle Lame Rosse.

Si può partire sia dal belvedere della Ruffella  che dalla diga; il percorso è lungo circa 7 km.
Inizialmente è sterrato,poi si passa in un sentiero completamente all’ombra che attraversa il bosco fino ad arrivare all’ultimo tratto di salita sulla ghiaia.
L’ultimo tratto è quello che si accusa forse un po’ di più, ma la bellezza del paesaggio invoglia chiunque a raggiungere la “vetta”.

Le Lame Rosse sono formazioni composte di ghiaia e argilla, erose nei secoli dagli agenti atmosferici fino a modellarle a forma di pinnacoli.

Il loro colore rosso risalta tantissimo con l’azzurro del cielo, il bianco della ghiaia e il verde del bosco….vi assicuro che lo spettacolo è davvero unico.

La natura è capace di creare opere meravigliose e noi abbiamo l’obbligo di rispettarla, quindi è buon senso non fermarsi sotto a queste formazioni ma ammirarle dalla parte opposta e soprattutto non erodere maggiormente il suolo smuovendo e facendo precipitare a valle la ghiaia, sia nel rispetto degli altri escursionisti che della natura.

Concedetevi una ricompensa gustando i vostri panini mentre ammirate questa parte dei Monti Sibillini a dir poco fantastica.
Al prossimo trekking,
Viaggiatrice Seriale.

Italia, Umbria

La Scarzuola: Città ideale di Tomaso Buzzi

Liberate la mente, abbattete ogni pregiudizio, ampliate le vostre vedute…. è il primissimo consiglio che vi lascio se volete visitare La Scarzuola.
Per me è stata un’esperienza incredibile, bellissima ma ho assistito a delle scene assurde (persone ignoranti e maleducate che si sono recate qui senza nemmeno sapere cosa aspettarsi e pretendendo che la loro visione delle cose fosse l’unica corretta),è per questo che prima di tutto dovete seguire queste indicazioni.

Se come me vi documentate un po’ prima della vostra visita, vedrete che è un argomento ricorrente.
Perché? Vi starete chiedendo!
Semplicemente perché il proprietario di questo posto incredibile è un vero personaggio e dal momento che entrate in casa sua dovete stare al gioco….e mi sembra anche giusto.
Detto ciò vi consiglio assolutamente un visita alla città ideale di Buzzi, è una meraviglia per gli occhi.

Verrete accompagnati in una visita guidata di circa 1 ora e mezza da Marco (proprietario) che cercherà di condurvi in un viaggio parallelo, dandovi una visione delle cose molto diversa da quella che siamo abituati ad avere.

Io ho condiviso molti suoi pensieri, ma se così non fosse per voi, vi consiglio di concentrarvi sulla bellezza del posto, già solo quella vale la visita.
Veniamo alle indicazioni pratiche: La Scarzuola si trova a Montegabbione in provincia di Terni, l’ultimo tratto di strada è sterrato, il biglietto d’ingresso costa 10 euro a persona ed è necessario prenotare la visita (con un po’ di anticipo vista l’affluenza).
Nel 1218 San Francesco d’Assisi fondò un convento francescano in questo luogo e costruì una capanna con una pianta palustre chiamata Scarza, dalla quale deriva l’attuale nome.
Dopo essere stato per secoli un luogo religioso, venne acquistato nel 1956 dall’architetto milanese Tomaso Buzzi che lo restaurò e lo trasformò in una sorta di macchina teatrale.

Le scenografie infatti venivano create per essere poi, una volta terminate, smontate di nuovo e trasformate in altre scene.
Viene definita la città ideale, per via di una parte della costruzione che vuole proprio rappresentare il concetto appena descritto:sembra che Buzzi l’abbia vista in sogno e voluta ricreare.
La visita ha un lato molto profondo per chi lo vuole cogliere: si spazia dall’io cosmico all’io terreno, si affronta il tema del potere e della collettività.
La guida è un erede dell’architetto milanese,alla morte di quest’ultimo ereditò questo luogo magnifico e gli diede la sua impronta, ma seguì anche i bozzetti ritrovati di Tomaso Buzzi per creare questa bellezza che noi possiamo ammirare oggi.

Non mi soffermo troppo nei dettagli e negli argomenti trattati perché è un’esperienza che deve essere vissuta in prima persona, ma ricordate bene di aprire la mente, non giudicare Marco ma prendere spunto dalle sue riflessioni.
Vi ho incuriosito?Se ancora non vi basta vi posso dire che farete un viaggio virtuale su un vascello accompagnati da alcune muse, entrerete nella bocca della balena,ammirerete la torre di Babele e contemplerete il tempo.
Passeggerete in un bellissimo giardino,ascolterete discorsi molto diversi da quelli che sentite normalmente e vi ritroverete inevitabilmente a riflettere su quelle parole.
Una bella esperienza difficile da raccontare a parole.
Al prossimo viaggio (reale o virtuale),
Viaggiatrice seriale.