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Italia, Puglia

Lecce: la culla del barocco

Poco tempo fa ho trascorso un piacevolissimo fine settimana in Salento e logicamente una visita alla città di Lecce non poteva mancare.
Mi ero informata ed indicativamente sapevo cosa aspettarmi, ma una volta arrivata lì mi sono resa conto che la mia immaginazione non sarebbe mai arrivata vicino alla realtà.
Da rimanere letteralmente a bocca aperta.
La città con la sua eleganza e la sua maestosità è la capitale del barocco e l’artefice -se così possiamo dire- di tutto ciò è la pietra leccese, un calcare facilmente lavorabile di un colore caldo dorato.
Proprio grazie a questa pietra, nel corso dei secoli è stato possibile costruire edifici di una bellezza disarmante sopravvissuti fino ai giorni nostri.
Logicamente Lecce ha subito diverse influenze architettoniche nel corso dei secoli; un’importantissima testimonianza dello stile romanico è senza dubbio l’anfiteatro romano in piazza Sant’Oronzo, scoperto nella prima metà del 1900.

Anfiteatro romano e palazzo del Seggio

La struttura è imponente e non è nemmeno stata portata completamente alla luce e rappresenta il cuore antico del centro storico; qui si svolgono rappresentazioni teatrali e concerti mentre nel periodo natalizio viene allestito il presepe.
Nella Piazza del Mercato – vecchio nome della piazza di Sant’Oronzo- svetta un’enorme colonna di 25m e vicino ad essa si può ammirare il palazzo del Seggio.
Addentrandosi per le viuzze del centro storico si incontrano continuamente edifici in stile barocco anche se le vere chicche sono le chiese, con le loro facciate esuberanti.
Diciamo che l’impronta che è rimasta maggiormente a Lecce è quella del 1500-1600, periodo in cui gli abilissimi scultori e maniscalchi hanno dato libero sfogo alla propria arte, trasformando la luminosa pietra della zona in vere e proprie opere d’arte.
Già solamente il colore giallo-oro infonde solarità e invoglia ad ammirare i rosoni,i putti, i santi e tutte le decorazioni presenti nei differenti edifici.
Le chiese non mancano, ogni 30 passi ne troverete una! 🙂

Degne di nota sono senza dubbio la Basilica di Santa Croce con il meraviglioso rosone,la chiesa di Santa Irene, patrona di Lecce prima si Sant’Oronzo e la chiesa di Santa Chiara, che molto probabilmente un tempo faceva parte di un convento di clausura.
A mio avviso però il centro della bellezza della città è rappresentato dalla piazza del Duomo nella quale, oltre alla Cattedrale si affacciano altri palazzi di una bellezza esagerata, come il Palazzo Vescovile, il Seminario e la Torre campanaria.

Torre campanaria in piazza del Duomo

In passato la piazza era chiusa e aveva una doppia funzione, sia religiosa che civile e in  caso di attacco si trasformava anche in cittadella fortificata,accogliendo la popolazione.
Fermatevi un attimo all’inizio o della piazza ed ammirate questi meravigliosi edifici che mostrano tutto il proprio splendore.
Lecce non ha solo chiese, ma camminando pochi minuti potrete raggiungere il Castello Carlo V, che prende il nome da colui che volle rafforzare le difese della città e poco distante potrete rilassarvi nel parco cittadino.

Un’altra arte dei leccesi, sopravvissuta anch’essa dai gloriosi secoli del Seicento e Settecento è senza dubbio la lavorazione della cartapesta:abili artigiani plasmano questo delicato materiale creando delle vere opere, soprattutto a tema religioso,ma non solo.

Opera in cartapesta

La buona cucina non manca assolutamente nella città pugliese, io ad esempio ho pranzato in un carinissimo locale con una tipica puccia, un pane di grano duro di forma piccola da farcire a piacere,ma potreste assaggiare il pasticciotto leccese, il rustico leccese o gli innumerevoli piatti che vedono come ingrediente principe la pasta di mandorle.

La puccia

Sono sicura che l’esuberanza, la raffinatezza e la magnificenza di Lecce vi conquisteranno.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Feste e Sagre in Italia, Italia

Choco Urvinum: festa del cioccolato ad Urbino

Viaggiatori golosoni, questa notizia è soprattutto per voi.
Ad Urbino il 16/17/18 ottobre 2015 si svolgerà la Choco Urvinum.
Cosa sarà mai?!
E’ semplicemente la festa del cioccolato.
Potrete trovare sparsi per la città stands espositivi, cooking show, degustazioni, workshop, lezioni sul cioccolato e laboratori per bambini.

Inoltre sia i ristoranti che i bar proporranno delle iniziative speciali rivolte proprio al cioccolato.
Mi viene l’acquolina in bocca al solo pensiero.
Dovrò farci un salto per forza! 🙂
Alla  prossima sagra,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Puglia

Lu sole, lu mare, lu ientu…. un pizzico di Salento

Meraviglia alla stato puro!
Voglio iniziare con questa parola il mio nuovo post, perché sinceramente non c’è altro da dire e soprattutto perché dovete saperlo fin dall’inizio.
Il Salento è una terra magnifica, ospitale e veramente ricca di bellezze.
Abbiamo avuto solamente un weekend a disposizione, ma abbiamo cercato di sfruttarlo al meglio.
Dopo essere atterrati su Brindisi un giovedì sera, abbiamo recuperato la macchina  a noleggio che avevamo già fermato da tempo online e ci siamo diretti sulla costa Ionica, precisamente a Torre Lapillo.

Essendo notte non abbiamo assolutamente focalizzato quello che ci stava attorno, solo strade deserte e buie.
Al mattino con le prime luci sono venute allo scoperto tutte le bellezze.
Abbiamo iniziato la giornata con un’abbondante colazione al B&B a Casa di Margherita, dove abbiamo trascorso due notti e con la pancia piena ci siamo diretti subito al mare.
La prima tappa della giornata è stata la spiaggia di Punta Prosciutto sempre sul litorale ionico, dove pur essendo settembre inoltrato abbiamo trovato dei colori bellissimi e siamo riusciti tranquillamente a far il bagno.
Dopo una pausa pranzo in un lido lì vicino,veramente carino, il cielo si è riempito di nubi e senza sole era freschino rimanere in spiaggia, così abbiamo preso la palla al balzo e ci siamo diretti a Gallipoli.
Una vera chicca, carinissima e tanto affollata perché quella sera si teneva la festa dei Santi Medici, con le viuzze tutte addobbate e la banda del paese pronta a suonare.
Abbiamo gustato un ottimo aperitivo in un locale sul mare dal quale abbiamo ammirato il sole calare sull’acqua coperto dalle nubi.

Il giorno successivo per fortuna il tempo si è rimesso,così abbiamo potuto ammirare al meglio la bellezza della baia di Torre Lapillo.
Acqua cristallina, spiaggia semi-deserta e sole: gli ingredienti per trascorrere una meravigliosa mezza giornata di fine settembre…da non crederci.
Verso l’ora di pranzo ci siamo diretti a Lecce dove abbiamo pranzato con la tipica puccia.
Lecce è veramente la culla del barocco, girando per le stradine della città si possono ammirare un’infinità di edifici uno più bello dell’altro, per non parlare poi delle chiese.
A mio avviso meritano una nota particolare la piazza del Duomo,davvero suggestiva e l’anfiteatro romano in piazza Sant’Oronzo.

Dopo aver fatto una bella scorpacciata di barocco abbiamo percorso qualche altro km e siamo arrivati ad Otranto, non prima però di aver fatto una tappa alla cava di bauxite, proprio appena fuori la città.
Davanti ai vostri occhi si aprirà uno scenario quasi marziale:terra rossa e acqua verde acceso, una meraviglia della natura.

Per Otranto non posso che spendere parole positive, il suo lungomare completamente bianco ha catturato la mia attenzione, anche se il punto forte della città è l’enorme mosaico custodito all’interno della Cattedrale.
Km dopo km abbiamo raggiunto la costa adriatica, proprio perché la sera abbiamo pernottato a Torre dell’Orso,dove abbiamo anche gustato un’ottima cena a base di pesce.
La domenica è iniziata con un bel sole, così abbiamo trascorso la mattinata fra la la spiaggia di Baia dei Turchi e la baia di Torre dell’Orso.
Dopo un “bagno di sole” abbiamo preso l’auto e ci siamo diretti ai faraglioni di S. Andrea,

un vero capolavoro della natura, ma le meraviglie non sono finite lì, infatti poco dopo abbiamo raggiunto la Grotta della Poesia e devo dire che è stato amore a prima vista.

Con queste bellezze ancora negli occhi e soprattutto nel cuore ci siamo rimessi in marcia verso Brindisi, da dove poi nel tardo pomeriggio siamo ripartiti verso casa.
Il Salento è tutto questo ma anche moltissimo altro, questo è un piccolo itinerario che potreste fare in meno di tre giorni.
Viva il sole, il mare ed il vento……Salento nel cuore.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Umbria

Una perla umbra: Todi

Dovevo raggiungere Roma in macchina.
Tutto è nato così.
Partendo da Pesaro il viaggio per la capitale è un pò lunghino, quindi diciamo che una tappa è d’obbligo.
Volendo sempre ottimizzare il tempo, ho deciso di non fermarmi a casaccio, ma di approfittare della sosta per poter ammirare qualcosa che non avevo ancora visto.
E così è stato.
Sosta a Todi.

Todi in lontananza

Considerate che avevo poco tempo a disposizione, quindi ho veramente fatto una panoramica veloce sulle sue bellezze.
Dovete sapere che Todi sorge su una collina e domina tutta la valle del Tevere ed il centro storico si trova logicamente in alto; per evitare una bella camminata in salita vi consiglio di parcheggiare l’auto in uno dei tanti parcheggi sottostanti e di salire con la funicolare.

Binario della funicolare

La prima cosa che vedrete una volta scesi sarà la bellissima veduta panoramica su tutta la valle vicina, dopo aver scattato qualche foto basta qualche minuto di camminata e vi ritroverete nel cuore pulsante di Todi.

Piazza del Popolo

Il centro è piccolo ma è davvero meraviglioso;degna di nota è senza dubbio Piazza del Popolo, cuore pulsante della cittadina su cui si affacciano i principali edifici del centro storico, come il Palazzo dei Priori ed il Palazzo del Comune.
La vostra attenzione sarà però attratta dal Duomo che vanta un’imponente scalinata d’accesso e dalla sua facciata romanica.

Facciata del Duomo

Vi consiglio di salire le scale perchè proprio da lì riuscirete a scattare meravigliose fotografie sull’intera piazza.
Il personaggio più illustre di Todi è stato Jacopone da Todi appunto e la sua tomba riposa poco distante dal Duomo, nella chiesa di San Fortunato.
Fate un giretto senza una meta precisa per i vicoli della città e con alte probabilità vi imbatterete in veri e propri tesori medievali; arrivate fino a Piazza Garibaldi e fate un saluto alla statua dell’eroe dei due mondi e allo stesso tempo concedete ai vostri occhi una vista bellissima sulle campagne sottostanti.

Statua di Garibaldi

Questo è indicativamente quello che ho fatto io prima di recarmi in un ottimo ristorantino e deliziarmi con le bontà culinarie di Todi.

Prelibatezze culinarie

Non potete però ripartire prima di aver visto il Tempio della Consolazione, appena fuori dal centro.

Tempio della Consolazione

Lo so, è proprio  una toccata e fuga, ma sempre meglio di niente.
Ah non ve l’ho detto, ma stiamo parlando di quella che è considerata la città più vivibile al mondo.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Italia

Giornate Europee del Patrimonio 2015

Ma quanto è importante la cultura?!
Oggi 19 settembre e domani 20 settembre 2015 si celebrano le Giornate Europee del Patrimonio 2015: ci saranno aperture straordinarie di musei, siti archeologici e gallerie d’arte e la cosa davvero interessante è che l’ingresso sarà gratuito o avrà un prezzo simbolico di 1€.

Sabato le aperture straordinarie saranno anche dalle 20:00 alle 24:00.
E’ l’occasione giusta per ammirare una piccola parte del nostro immenso patrimonio che magari ancora non avete visto.
Consultate l’elenco delle varie attività culturali.
Alla prossima,
Viaggiatrice seriale.

Italia

L’Eremo di Camaldoli

Non so voi, ma io sono affascinata dai luoghi religiosi e trascorro volentieri del tempo ad ascoltare storie che li riguardano.
Una domenica di settembre sono andata alla scoperta dei luoghi “vicino casa” e dopo aver fatto una sosta a Sarsina e una a Bagno di Romagna mi sono diretta all’Eremo di Camaldoli.
Si tratta di un eremo veramente bello, che sovrasta il paese di Camaldoli in provincia di Arezzo, una comunità di monaci benedettini.

Eremo dall’esterno

Fu fondato da Romualdo tra il 1023 ed il 1027 dopo aver scelto con cura la zona in cui edificare il tutto.
Fece costruire inizialmente cinque celle rigorosamente rivolte verso il sole, da destinare a cinque fratelli e trovò poi un altro luogo più in basso e vi costruì una casa per un monaco dove ricevere gli ospiti.
La disposizione dei due edifici faceva si che l’Eremo sovrastante restasse sempre nascosto e lontano dai rumori del mondo creando però un legame profondo fra la tradizione della solitudine e del silenzio e quella della vita comune,collegata all’ospitalità.
Un eremo accompagnato da un Monastero.
Negli anni logicamente la struttura cambiò forma e si ampliò,fino a diventare come la vediamo oggi.
Se vi recate a Camaldoli potrete entrare nell’Eremo secondo gli orari di visita e accompagnati da una guida.

Esterno della chiesa

L’ingresso è a offerta e durante la visita entrerete nel cortile interno alla fine del quale potrete ammirare la chiesa in stile barocco – nettamente differente da quella originale- risultato della restaurazione avvenuta fra il 1600-1700 secondo il gusto personale del monaco a capo della comunità di quel momento.

Interno della chiesa

Sul lato sinistro della chiesa invece, separata da un cancello si trova una zona più interna riservata esclusivamente ai monaci che vivono in piccole celle separate.
I monaci che vivono attualmente all’eremo sono 8.

Celle dei monaci

Usciti dalla chiesa la visita continua nella cella di san Romualdo, dove il santo viveva gran parte della giornata, nell’impegno di studio, di lavoro e di preghiera; tutte le altre celle sono costruite sulla base di questa.

Cella visitabile di san Romualdo

Ogni monaco in passato aveva il suo pezzetto di terra da coltivare, dal quale ricavare il cibo necessario per vivere, ma la guida ci spiegava che questo nella maggior parte delle volte non era sufficiente e perciò vivevano grazie agli aiuti provenienti dall’esterno.
L’eremo si trova a diversi metri sul livello del mare, ve ne accorgerete strada facendo, per questo per gran parte dell’inverno è completamente innevato.
La struttura comprende anche la Foresteria, luogo in cui accogliere ospiti e pellegrini.
Pur chiamandosi eremo, oggigiorno le regole che seguono i monaci sono differenti,non vivono più in totale isolamento; infatti è anche possibile per i pellegrini e i visitatori fermarsi per le lodi.
L’ambiente che circonda l’eremo è davvero suggestivo, considerate di essere all’interno della Riserva di Camaldoli dove oltre ad una variegata flora, sono presenti anche daini,cervi,caprioli e cinghiali;vi consiglio di fare una bella passeggiata nel bosco.
Se capitate da queste parte fateci un salto.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

PS: anche il Monastero di Fonte Avellana ospita monaci dell’ordine dei camaldolesi.

Emilia romagna, Italia, Toscana

Una domenica alla scoperta dell’appennino tosco-romagnolo

Una domenica di inizio settembre,una macchina,voglia di partire e in men che non si dica si sono macinati 377 km totali.
Sono partita da Pesaro verso il punto d’incontro di quattro regioni: Marche, Umbria,Toscana ed Emilia Romagna.
E’ stata una giornata particolare, con dei compagni insoliti per un viaggetto: i miei genitori.
Del tempo da trascorrere insieme, ecco come definirei la giornata.
Avevo in mente una destinazione, ma strada facendo abbiamo fatto delle soste solamente guidati dal sesto senso.
Direzione Cesena, con una prima tappa a Sarsina, la città del famoso commediografo latino Tito Maccio Plauto.

La cittadina ha origini veramente antiche, fu fondata da popolazioni umbre fra il Vi ed il IV secolo a.C. e ancora oggi si possono ammirare resti del passato nel Museo Archeologico, anche se il punto d’interesse maggiore è senza dubbio la Basilica Concattedrale di San Vicinio.
Da un inizio di giornata con impronta storica, abbiamo completamente cambiato tema e dopo un pranzo al sacco a Bagno di Romagna ci siamo avventurati nel Sentiero degli Gnomi della cittadina.
Si tratta di un percorso gratuito che parte dai giardini pubblici e si immerge nella foresta e permette di ammirare le case dei piccoli abitanti guidati dalla  storia del villaggio.

Natura  e magia si fondono in un connubio perfetto, adatto non solo ai più piccini, ma davvero piacevole ad ogni età.
Oltre agli gnomi, Bagno di Romagna merita una visita; rinomata soprattutto per le acque termali, riserva piacevoli scorci e una bella basilica.
Abbandonato il lato magico, abbiamo ripreso l’auto per raggiungere l’Eremo di Camaldoli e così immergerci in un aspetto religioso.
Il monastero,fondato da San Romualdo nell’anno 1012 è tuttora abitato da monaci e vanta una bellissima chiesa in stile barocco.

Non ancora sazi di conoscenza, ci siamo diretti a La Verna, ma abbiamo potuto ammirare il complesso solamente dall’esterno in quanto era terminato l’orario di visita; così abbiamo già in mente la meta per una prossima gita fuori porta.
L’itinerario si è svolto tutto all’interno dell’appennino tosco-romagnolo che io non conoscevo assolutamente:un vero spettacolo della natura.
Le nostre sono solamente alcune delle tappe possibili durante un giro alla scoperta della zona, ma vi assicuro che è stato davvero difficile sceglierle in quanto il luogo offre tantissimi spunti.
So già che la prossima volta dovrò tornare per vedere il Monte Fumaiolo e la cascata di Alfero o la diga di Ridracoli…. c’è l’imbarazzo della scelta!
Davvero una bella domenica.
Alla prossima avventura,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Sicilia

Quando il vento ti stravolge i piani a Lampedusa

Avete mai avuto il vento come avversario?!
E’ stata la prima volta che ho dovuto organizzare il mio itinerario proprio in base ai capricci di Eolo!
Mi trovavo a Lampedusa e sono rimasta veramente di sasso quando la responsabile del nostro b&b nel darci delle dritte consultava sempre le condizioni del vento.
Praticamente non era possibile organizzare l’itinerario la sera prima per il giorno seguente, ma la mattina, prima di partire dovevamo confrontarci con le previsioni.
In effetti per molti di voi sarà una cosa normale, ma io non sono proprio un lupo di mare e non mi ero mai trovata di fronte a questo vincolo.
Un po’ scossa, mi sono informata al riguardo e ho scoperto che la tradizione vuole che chi abbia dato i nomi ai venti in uso nel Mediterraneo si trovasse a Malta o sull’isola di Zante;effettivamente, se vi trovate in una di queste località, troverete una corrispondenza perfetta con la rosa dei venti.
La rosa dei venti è suddivisa in quattro quadranti:partendo da Nord troviamo il vento di Tramontana (tra i monti), a Nord Est troviamo il Grecale (Grecia) e il vento che soffia da Levante prende semplicemente lo stesso nome.

Nel secondo quadrante troviamo lo Scirocco da Sud Est (dalla Siria) e il vento da Sud.
I venti del terzo quadrante sono  il Libeccio da Sud Ovest (dalla Libia) e il Levante facilmente,intuibile la provenienza.
Quarto quadrante: da Nord Ovest soffia il Maestrale (da magister=maestra=Civis Magistra= Roma).
Detto ciò posso dirvi che non sono diventata molto amica della Scirocco, a Lampedusa infatti quando soffia il vento da Sud Est, la costa sud, ovvero la zona dell’ isola dei Conigli avrà mare mosso o agitato.
Praticamente mi alzavo al mattino sperando di non sentire assolutamente la parola Scirocco! 🙂
Non parlo solo di spiagge, ma le decisioni di Eolo influenzano anche una possible uscita in barca.
Diciamo che il vento più apprezzato sull’isola è il Maestrale, fresco,secco e che non crea mare mosso su due lati dell’isola dove si trovano le spiagge raggiungibili da terra, in contrapposizione allo Scirocco che porta caldo afoso, umidità, sabbia e rende meno nitidi i meravigliosi colori delle isole.
Vi siete spaventati?!
Non era assolutamente mia intenzione….tranquillizzatevi, perchè Lampedusa è così bella che troverete un’alternativa.
Mi sembrava solamente un utile consiglio!
Buona permanenza nell’isola bella.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Sicilia

La spiaggia più bella del mondo: l’Isola dei Conigli di Lampedusa

E’ stata dichiarata la spiaggia più bella d’Europa e addirittura del mondo e devo dire che non mi stupisce affatto!!
Avete capito di quale meraviglia sto parlando?
Ci troviamo in Italia, in un’isola al sud, più precisamente a Lampedusa…….è la Spiaggia dei Conigli!!!
Parcheggiate il vostro mezzo (che sia macchina o scooter) in strada ed iniziate a scendere per un sentiero lastricato, ad un certo punto i vostri occhi faranno fatica a capire il repentino cambiamento di visuale che si trovano davanti: una baia dalle acque che definire cristalline non rende abbastanza giustizia si allarga in tutta la sua bellezza.

Spiaggia dei Conigli dall’alto

Nella parte sinistra svetta il piccolo isolotto dei conigli (ancora non è certa l’origine del nome) che una volta era collegato alla terraferma da un piccolo istmo di sabbia, oggi regno del gabbiano reale e tranquillamente raggiungibile a nuoto o addirittura camminando in alcune ore di bassa marea.
Definirei la spiaggia un diamante grezzo, in quanto la sua meraviglia sta anche nel fatto di non essere attrezzata,non sono presenti stabilimenti e nemmeno bar…..ognuno si porta il pranzo da sé.
L’area è divisa in due maxi zone, da una parte è possibile piantare gli ombrelloni, dall’altra invece è consentito accedere solamente con i teli.
Negli ultimi anni ha subito un processo di rinaturalizzazione e di conservazione delle specie minacciate, come la tartaruga marina che si avvicina alla spiaggia per depositare le uova.
L’acqua è qualcosa di incantevole e difficilmente spiegabile a parole, le sfumature azzurre attraggono visitatori e turisti da ogni parte del mondo.

Ci si accede solamente a piedi in quanto è una riserva naturale e non è possibile attraccare la barca ed è consentito godere di tanta bellezza dalle 08:30 alle 19:30.
Dopo aver parlato della spiaggia definita la più bella del mondo è un po’ difficile invitarvi alla scoperta di altri tipi di sabbia, ma vi assicuro che Lampedusa, seppur piccola, possiede diverse meraviglie.
Proprio di fianco all’isola dei Conigli potrete rilassarvi a Cala Pulcino, meta prediletta di molte imbarcazioni, i cui ospiti decidono di fare un bagno nelle bellissime acque; i colori sono talmente cristallini che viste dall’alto queste barche sembrano quasi volare.

Cala Pulcino

La stessa cosa vale per Tabaccara.
Molto più piccine, ma degne di nota sono Cala Francese e Cala “Ciato Perduto”.
Se amate le spiagge attrezzate state tranquilli, ci sono anche quelle, ma Lampedusa è meravigliosa nella sua “naturalezza” che vi consiglio di godervi quelle più “selvagge”.
Ah stavo quasi per dimenticarmene….per i sub c’è solo l’imbarazzo della scelta.
E’ davvero un angolo di paradiso.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Emilia romagna, Italia

Il castello di Montebello e la leggenda di Azzurrina

Sapete come nasce una leggenda?!

Da una storia vera.
La dinamica è grosso modo quella del famoso gioco “telefono senza fili”.
Delle persone si posizionano una di fianco all’altra, il primo sussurra una frase all’orecchio del vicino e così via; all’ultima persona la frase non arriverà mai identica all’originale, ma con delle modifiche.
Detto ciò, rechiamoci in provincia di Rimini, al castello di Montebello di Torriana, più conosciuto come il castello di Azzurrina.
Castello di Montebello
La poderosa rocca, nel borgo chiamato un tempo Mons Belli, domina l’intera valle del Marecchia e offre ai visitatori uno scorcio meraviglioso; casa, rifugio e nascondiglio per centinaia di anni, è arrivata ai giorni nostri ancora intatta, racchiudendo in se misteri, tesori e storie.
E’ possibile effettuare sia visite diurne, che notturne, ma sappiate che si tratta di due cose differenti, vengono trattati aspetti diversi.
Armata di coraggio, una sera ho coinvolto un mio amico e ci siamo recati a Mons Belli, proprio per una visita notturna.
Lasciatevi trasportare dall’immaginazione.
Castello di Montebello
La strada per arrivare alla rocca è già parte integrante dell’atmosfera che troverete dopo, curve e tornanti poco illuminati vi aspettano prima di arrivare al borgo sormontato dal castello in cima ad un’altura.
Giusto una ventina di scalini e vi ritroverete davanti al cancello d’ingresso, fate il biglietto e via che inizia in bello.
Una guida vi farà viaggiare nel tempo, illustrandovi le varie particolarità del castello.
La rocca mostra evidenti segni di ristrutturazione, che coincidono poi con le differenti epoche storiche, intuibili dalla diverse tipologie di pietre utilizzate per la costruzione del castello.
La visita inizia dal cortile esterno per poi salire attraverso una piccola scala in pietra, con gli scalini completamene diversi l’uno dall’altro – pare fosse un trabocchetto per gli eserciti nemici che riuscivano ad entrare nella rocca – che conduce al camminamento esterno attraverso il quale si raggiunge l’altra ala dalla costruzione e dal quale si può ammirare l’intera vallata del Marecchia.
Durante la visita notturna si affronta soprattutto l’aspetto paranormale della rocca, si trattano gli aspetti più scuri del medioevo e si parla dello svolgimento delle ricerche sul paranormale.
Eccoci proprio in una sala che ha visto al suo interno diversi fenomeni strani, se così possiamo chiamarli.
Vi troverete davanti ad un tavolo ovale che in alcune occasioni ha persino levitato.
Nella sala successiva invece, davanti ad una specie di grande armadio, il custode del castello, durante le fasi abituali di pulizia della stanza ha visto materializzarsi una figura a testa all’ingiù e sul soppalco in legno si può notare ancora un’impronta.
Logicamente non vi svelo tutto, altrimenti vi rovino la sorpresa.
Sappiate che altre stanze riservano altre storie simili.
Ma veniamo alla famosa leggenda legata a questo luogo: la storia di Azzurrina.
Nell’anno 1375 il castello era abitato da Ugolinuccio e dalla sua famiglia; la sua bambina era diversa dalle altre,aveva i capelli e la pelle bianchi in quanto era albina e la madre, per proteggerla cercava di scurirle i capelli con una tintura naturale, la quale però non ebbe l’effetto sperato e la bambina si ritrovò con i capelli azzurri.
Il suo nome era Deline (o Guendalina) e trascorreva le giornate giocando nel castello con una palla di stracci, fino al 21 giugno dello stesso anno, quando scomparve nel nevaio e non se ne ebbe più notizia.
La storia venne tramandata oralmente e si trasformò pino piano in leggenda, arricchendosi di piccoli dettagli.
Ogni anno, proprio il 21 giugno si sentono degli strani rumori nel castello…che fosse proprio la bambina? A voi il responso.
Il castello è meta di visite sia da parte di persone che credono in fenomeni paranormali, sia di persone scettiche, le sue porte sono aperte a tutti….fateci una visita, secondo me merita davvero.
La visita notturna non è indicata ai bambini, con loro andateci di giorno e vi gusterete i particolari architettonici e storici per terminare comunque con la leggenda di Azzurrina.
Il costo del biglietto è di 9€ per la visita notturna e 8€ per quella diurna.
Alla prossima leggenda,
Viaggiatrice seriale.