Dormire in un igloo
Per il viaggetto di oggi mettetevi ben comodi in macchina che dobbiamo percorrere parecchi km per arrivare a destinazione ( sempre che voi non siate di quelle parti).
Innsbruck |
Igloo |
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Per il viaggetto di oggi mettetevi ben comodi in macchina che dobbiamo percorrere parecchi km per arrivare a destinazione ( sempre che voi non siate di quelle parti).
Innsbruck |
Igloo |
Cari amici, tutti sappiamo che l’Italia offre bellezze uniche e quindi bastano poche ore di macchina (per noi italiani) per raggiungere luoghi ricchi di storia e straordinariamente belli.
Avevo un weekend a disposizione, così nel giro di due giorni, insieme ad una mia amica ho vagliato le varie possibilità e alla fine ho scelto la zona fra l’Umbria e il Lazio.
Siamo partite in macchina il sabato mattina ( non esageratamente presto) e ci siamo dirette ad Orvieto, situata su una fragile rupe di tufo che sin dall’antichità le ha garantito isolamento e protezione. Man mano che ci si avvicina alla cittadina, si può ammirare l’imponenza di questa rupe di colore giallognolo che domina su tutta la vallata.
Il centro storico è collegato ad un gran parcheggio ( a pagamento) da una serie di ascensori e scale mobili.
Una volta in centro ci siamo recate al b&b che avevamo prenotato da casa, abbiamo lascito le nostre cose poi via, subito a mangiare. Siamo state fortunatissime, poco distante dalla nostra palazzina c’era un’osteria carinissima, “L’Oste del re“, dove abbiamo gustato bruschette e una bella focaccia ripiena di porchetta…uno spettacolo!!!
Con la pancia piena abbiamo iniziato a visitare la città, simbolo del posto è senza dubbio il Pozzo di San Patrizio, un esempio unico di audacia ingegneristica costruito nel XVI secolo per raggiungere una vena d’acqua sottostante la rupe d’Orvieto; ha la forma di un largo cilindro con due scalinate a spirale formate da 248 bassi scalini che permettevano la discesa e la risalita di intere colonne di muli carichi d’acqua senza che si intralciassero durante il percorso. E’ un luogo molto suggestivo ed affascinante, anche una volta giunti nel punto più basso non si riesce a capire perfettamente il meccanismo.
Altra tappa fondamentale è il Duomo, capolavoro dell’architettura gotica che con la sua enorme facciata ricca di bassorilievi domina la piazza antistante.
Duomo di Orvieto |
Dopo queste visite d’obbligo e dopo aver bighellonato un pò per il centro storico,molto molto carino, abbiamo deciso di fare una visita un pò più insolita, Orvieto Underground. Si tratta di un tour guidato alla scoperta del circuito di grotte presenti nei sotterranei della città. Quasi ogni casa ne possiede una, sono creazioni dell’uomo in quanto sono state tutte scavate a mano e non create naturalmente, proprio perchè il materiale della rupe è facilmente sgretolabile.
Queste grotte fungevano da botteghe, da frantoi, da colombaie e negli anni più recenti anche come rifugi durante la II guerra mondiale.
Il giorno successivo siamo partite alla volta del Lago di Bolsena, ma abbiamo fatto una sosta intermedia a Civita di Bagnoregio, famosa per essere denominata “La città che muore”; è situata in posizione isolata ed è raggiungibile solo attraverso u ponte pedonale. La causa del suo isolamento è la progressiva erosione della collina e della vallata circostante, che ha dato vita alle tipiche forme dei calanchi. Essa venne fondata dagli Etruschi, ma l’architettura risulta medioevale e rinascimentale. All’interno si trovano solo enoteche, trattorie, un bar, negozi di souvenir e pochissimi b&b; ad oggi credo che gli abitanti siano circa una decina.
E’ veramente una chicca, uno scenario fuori dal solito e dalla sua altezza si può ammirare il paesaggio sottostante.
Civita di Bagnoregio |
Risalite in macchina abbiamo raggiunto Bolsena, fatto un giro nel borgo e poi ci siamo spinte fino alla riva del lago, che grazie alla bellissima giornata di sole abbiamo potuto apprezzare in tutto il suo splendore.
Nel tragitto verso casa abbiamo poi fatto un’altra sosta, giusto per ottimizzare il tempo a nostra disposizione e abbiamo visitato Todi, la sua piazza ed il Tempio di Santa Maria della Consolazione che sorge fuori dalle mura cittadine, ma grazie alla sua imponenza e alla sua bellezza è una tappa imperdibile.
Questo è tutto ciò che siamo riuscite a fare in due giorni, non male vero??
Viaggiare non significa per forza fare grandi distanze, a volte basta solo documentarsi sulle bellezze che abbiamo vicino a noi e riuscire ad organizzare un bel weekend, tornando a casa più ricchi di prima… e poi quando si viaggia con un’amica quasi tutto va bene! 🙂
Grazie Dani!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Tutti sappiamo che il cibo è uno dei piaceri della vita e viaggiando abbiamo la fortuna di provare nuovi gusti, annusare nuovi profumi e gustare nuovi sapori. Vi farò venire l’acquolina in bocca!! 🙂
Prendiamo in considerazione la nostra carissima Italia, famosa in tutto il mondo per il suo ottimo cibo; non a caso infatti da nord a sud possiamo spaziare fra ottimi piatti!!
Partiamo dai succulenti canederli, piatto tipico trentino, si tratta di grossi gnocchi composti da un impasto a base di pane raffermo, sempre da queste parti non potete non assaggiare il Keiserschmarrn, una spessa crepe spaccata cosparsa di zucchero a velo e servita con marmellata di ribes, mirtilli o salsa di mele.Sempre qui è impensabile non assaggiare il famosissimo Strudel, un dolce a pasta arrotolata o ripiena, sia dolce che salato, ma il più conosciuto è a base di mele,pinoli,uvetta e cannella. Dall’estremo nord spostiamoci nell’estremo sud, in Sicilia, per gustare le fantastiche granite, un dolce freddo al cucchiaio (i gusti più famosi sono mandorla, pistacchio, caffè o cacao) accompagnato solitamente in questa regione dalla tipica brioscia siciliana. Sempre qui non potete non assaggiare il cous cous, a San Vito lo Capo (Trapani) si tiene addirittura un festival una volta l’anno, mentre ad Erice si trova una pasticceria con paste eccezionali. Dato che ci siete, una pasta alle sarde dovete assaggiarla.
Granita siciliana |
Spostiamoci un pò più a nord, in Calabria per assaggiare l’nduja, un salume molto molto molto piccante; a Tropea invece regna sovrana la cipolla.
Arriviamo in Emilia, patria indiscussa dei tortellini, delle lasagne e della mortadella, mentre la Romagna è la regina della piadina.
Piadina |
Non è possibile non andare in Puglia e non assaggiare le orecchiette alle cime di rapa o gli strepitosi taralli, uno tira l’altro!
Le Marche offrono diverse specialità culinarie, le olive ascolane, come dice il nome, tipiche della provincia di Ascoli Piceno. per gustare un ottimo brodetto di pesce occorre fermarsi a Fano, a Pesaro invece cucinano una pizza particolare chiamata Rossini: base margherita con uovo sodo e maionese.
In Toscana c’è l’imbarazzo della scelta, non andateci in un periodo in cui siete a dieta altrimenti dovrete rinunciare alla fiorentina, alla chianina, ai pici, al lardo di colonnata, alla panzanella e alla pappa al pomodoro; per non parlare poi degli ottimi affettati.
Il lazio è la patria dell’abbacchio a scottadito, piatto a base di costolette di agnello, dei carciofi alla romana, della coda alla vaccinara (coda di bue stufata) e dell’immancabile amatriciana.
Andando in Lombardia l’abbuffata sarà di risotto allo zafferano e cotolette alla milanese, mentre in Veneto è imperdibile il baccalà.
Baccalà |
Se andate in campania assaggiate le mozzarelle in carrozza, la pastiera napoletana e logicamente sua maestà la pizza – beh lo so che si mangia ovunque, ma qui è un’altra cosa-.
In Liguria non potete perdervi un buon piatto di pasta al pesto e la focaccia alla genovese, mentre in Abruzzo abbuffatevi di arrosticini.
Cosa manca? Ah si, gli agnolotti e i gianduiotti del Piemonte e le costolette alla valdostana in Val d’Aosta.
Attraversando il mare e approdando in terra sarda non c’è che l’imbarazzo della scelta, dal porceddu al pane carasau, dalle panadas agli spaghetti alla bottarga.
Pane carasau |
All’elenco mancano delle regioni, non mi sono dimenticata, ma ancora non ho avuto la fortuna di testare la cucina locale, provvederò il prima possibile.
Bene, ricordatevi che il cibo è un ottimo aspetto da scoprire in ogni viaggio.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Non è detto che più ci si allontani da casa più la destinazione sia meritevole, a volte basta spostarsi di pochissimo e vedere cose eccezionali.
Dato che siamo ancora nel periodo natalizio, perché non andare alla ricerca di qualche presepe?!
Bene, ne ho trovato uno davvero alternativo, è fatto di sabbia e non rappresenta precisamente la classica scena della natività che siamo abituati ad ammirare.
Dobbiamo dirigerci a Torre Pedrera, una località della riviera a nord di Rimini. In riva al mare, custodita sotto una struttura coperta per proteggerla dagli agenti atmosferici si trova una vera e propria opera d’arte, costruita con 300 metri cubi di sabbia finemente lavorata dalle mani esperte di 4 artisti scultori di livello internazionale che in soli 23 giorni hanno realizzato un vero capolavoro lungo 24 metri e alto fino a 5 metri.
Il soggetto è ispirato al famosissimo regista riminese Federico Fellini, quindi vi troverete davanti ad un’enorme pellicola cinematografica con i soggetti dei suoi film più famosi, come ad esempio la Dolce Vita e Amarcord.
La cura dei dettagli fa rimanere veramente a bocca aperta. Al centro del percorso si può trovare logicamente la scena della natività affiancata da un lato dai Re Magi e dall’altro da Fellini.
Prima di entrare nella struttura coperta, potete ammirare un’altra scultura raffigurante un imponente faro realizzato direttamente sulla spiaggia e lasciato solo alle intemperie.
Vi consiglio vivamente di andare ad ammirare questa meraviglia che fra pochi giorni sarà distrutta.
Nella stessa giornata potete visitare anche il presepe – sempre di sabbia- di Rimini, collocato sul lungo mare nella zona del porto. Anche questo è sempre ispirato a Fellini, ma non ritrae scene dei suoi celebri film, bensì colloca la scena della natività in un luogo in cui “convivono” alcuni dei più famosi monumenti del mondo, dal Ponte di Rialto al Chrysler, da una chiesa turca al più antico cinema di Rimini, il tutto sempre sotto l’occhio attento del regista riminese.
In una sala adiacente è stata allestita una pista di pattinaggio sul ghiaccio, mentre uscendo vi troverete di fronte ad una grande ruota panoramica.
Questa è un’ottima idea per trascorrere una giornata sotto le feste.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Quale occasione migliore per respirare l’atmosfera natalizia se non quella dei mercatini di Natale??!!
Cari amici è ora, manca davvero poco, quindi è arrivato il momento degli addobbi e dei regali e se uniamo l’utile al dilettevole non ci resta che andare ad uno dei tanti mercatini natalizi, dove poter trovare tutto quello che ci serve per trascorrere il periodo di feste nel migliore dei modi….e logicamente passare una giornata o due fuori casa.
Di anno in anno questi eventi sono sempre più, occorre solo identificare il mercatino che fa per voi in base alle vostre esigenze.
Molti iniziano a fine novembre/ inizio dicembre e terminano prima di Natale, altri resistono fino all’Epifania.
Meglio entrare nel dettaglio.
A Milano per esempio dal 6 al 8 dicembre si svolge la Fiera degli Obej-Obej in occasione della ricorrenza di S. Ambrogio; questa festa ha un’origine antichissima, risale addirittura al 1300 circa ed è arrivata fino ai giorni nostri. Se volete perdervi quindi fra bancarelle natalizie decorate ed illuminate, dolciumi, caldarroste e vin brulè dovete recarvi al Castello Sforzesco.
Un appuntamento imperdibile è a Napoli, in via San Gregorio Armeno, la via degli artigiani del presepe. Qui potrete trovare le più svariate statuette, dai politici ai personaggi dello spettacolo fino ai personaggi sportivi. Ogni anno infatti cambiano, o meglio aumentano, con il personaggio in voga del momento. Se quest’anno volete fare un presepe non proprio tradizionale dovete fare una tappa qui!
Più suggestivi dal mio punto di vista sono quelli in Alto Adige, sempre senza togliere niente agli altri.
Bolzano, Brunico, Bressanone, Vipiteno e Merano infatti, a ridosso del Natale si trasformano completamente con i tradizionali mercatini.
La tradizione che si riprende generalmente è quella del Christkindlmarkt le cui origini in Germania risalgono addirittura al XIV secolo con i cosiddetti ” Mercatini di San Nicola”, meglio conosciuto come Santa Klaus e che inizialmente erano l’unica occasione dell’anno per acquistare gli addobbi natalizi.
I mercatini di Natale non sono solo questi, ma ogni città, anzi ogni paese, anche quello più piccolo, si organizza per celebrare questa tradizione.
Per raggiungere queste mete ci si può spostare autonomamente con i propri mezzi, ma generalmente tutte le agenzie di viaggio organizzano escursioni in giornata o di due giorni…provate ad informarvi nella vostra città
Quindi non mi resta che augurarvi una buona permanenza fra casette di legno, addobbi e squisitezze gastronomiche…. e se per caso incontrate Babbo Natale salutatelo da parte mia! 🙂
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
P.S.: queste sono le località italiane, ma anche all’estero c’è l’imbarazzo della scelta: Innsbruck, Praga, Salisburgo, Colmar, Malmo, ecc. offrono meravigliosi mercatini natalizi.
Ehi viaggiatori, vi piacciono i paesini medievali arroccati?!
Oggi vi porto alla scoperta di Mondaino, nell’entroterra riminese, situato su una rigogliosa collina della valle del fiume Conca, a pochi km dal confine con le Marche.
Fin dall’antichità la zona è sempre stata ricca di selvaggina e soprattutto di daini, tanto che è arrivato fino ai nostri giorni il “Palio del Daino”, una rievocazione rinascimentale che si tiene a cavallo del ferragosto di ogni anno. La manifestazione è imperdibile per la ricostruzione storica, l’ambientazione e per l’aspetto culinario e vede contendersi il palio fra le contrade del paese.
Altra festa rilevante è quella del “Fossa, Tartufo e Venere“, un mercato di prodotti tipici di Mondaino e dintorni. E’ in questo periodo che si sfossa il pecorino, tradizione tipica romagnola e riminese. Durante questa festa, Mondaino celebra i tartufi bianchi delle colline riminesi e il formaggio di fossa, due eccellenze del suo territorio.
Per le vie del paese si trovano inoltre bancarelle con prodotti dell’artigianato locale, mentre in piazza ci saranno concerti e spettacoli della tradizione.
Veduta dal borgo di Mondaino |
E’ un’ottima occasione per visitare questo bellissimo borgo, con la sua piazza fra le più belle e caratteristiche della romagna che si presenta con l’inconsueta forma semicircolare e i suoi diversi conventi disseminati qua e là.
Il borgo aveva anche un ponte levatoio, oggi solo percepibile attraverso le travi di sostegno, mentre la merlatura ghibellina della rocca è tutt’ora visibile.
Dalla sua altezza è possibile ammirare la campagna dell’entroterra riminese.
Potete scegliere Mondaino come punto di appoggio per effettuare una visita anche agli altri borghi confinanti, come Montegridolfo, Montefiore Conca, Montecalvo in Foglia e altri ancora….ma questo è un altro discorso!!
Buona visita e buona mangiata a Mondaino.
Al prossimo weekend,
viaggiatrice seriale.
P.S.: per gustare ottime pietanze vi consiglio l’enoteca la Cantinetta del Pellegrino, situata proprio sulla sinistra della porta principale del paese.
P.P.S: interessante è la visita alla grotta dove vengono stagionati i formaggi di fossa…..ma vi dico già da ora che l’odore è davvero forte, attrezzatevi a dovere! 🙂
Ciao viaggiatori, oggi voglio consigliarvi un’esperienza fuori dall’ordinario, proprio una bella avventura da vivere. Innanzi tutto non dovete soffrire particolarmente il freddo e soprattutto dovete amare i cani. Sono requisiti che avete?! Bene, allora siamo pronti per lo Sleddog! Questo termine deriva da “sled -dog” (cane da slitta) ed indica un’attività sportiva nella quale sono coinvolti l’uomo, uno o più cani e una slitta. Il conduttore è chiamato musher, termine che risale, secondo la tradizione, all’epoca dei primi cacciatori di pellicce francesi nelle foreste del Canada settentrionale.
Io ho praticato questo sport nel Moncenisio, praticamente subito dopo aver oltrepassato il confine con la Francia. Mi sono avvicinata a questo mondo per puro caso, mi era stato regalato un “Buono per pacchetto avventura” e fra le varie opzioni, ho deciso di provare una cosa nuova e devo dire che ho fatto proprio un’ottima scelta. Si provano delle bellissime emozioni e soprattutto si coniuga il piacere di fare sport con l’amore per gli animali, il tutto in uno splendido paesaggio.
Le scuole che praticano questa attività sono diverse, quella in cui sono stata io offre diverse tipologie di corsi, dal primo approccio allo sleddog che consiste nella prova pratica di conduzione della slitta trainata da 2/3 cani, alla Sled hour, un mini corso della durata di un’ora con breve teoria iniziale, accompagnamento in motoslitta per il giro di prova per poi arrivare a guidare in prima persona una slitta con una piccola muta. Tra tutti i corsi possibili, un’esperienza davvero indimenticabile, che purtroppo non ho provato è l’esperienza polare, uscita con slitta e tre cani con rientro il giorno seguente; il pernottamento sarà solo in tenda invernale con sacco a pelo, ma questo è adatto a chi ha già avuto modo di praticare questo sport.
La cosa fondamentale che dovete fare, è accertarvi che i cani siano trattati nel migliore dei modi…..è uno sport da praticare insieme agli amici a quattro zampe, anche loro come noi devono divertirsi e non venir sfruttati.
Vissuta questa meravigliosa esperienza potreste pernottare in zona e visitare il lago del Moncenisio, fare passeggiate nella neve con le ciaspole o approfittare per arrivare agli impianti sciistici più vicini.
Se invece avete esaurito le forze e volete fare un giro più culturale vi consiglio la visita all‘Abbazia Sacra di San Michele, un complesso architettonico collocato sul monte Pirchiriano, all’imbocco della Val di Susa.
Giusto per aumentare la vostra curiosità, vi dico che Umberto Eco si ispirò parzialmente a questa abbazia benedettina per ambientare il suo celebre romanzo “Il nome della rosa”.
Dopo una bella visita fermatevi al bar per riscaldarvi con una buona cioccolata calda o un grappino!
Come sempre questo è solo uno spunto per trascorrere un bel weekend fuori casa….poi dipende tutto da voi!
Mi raccomando, gustate gli ottimi piatti montani, acquistate i prodotti tipici nei negozietti dei paesini e se volete rilassatevi in una spa.
Buon divertimento, al prossimo weekend,
Viaggiatrice seriale.
Oggi non vi parlerò di un weekend da poter fare quando ne avete voglia, oggi parliamo di un’occasione unica con una data precisa, da prendere letteralmente “al volo”.
Volete galleggiare nell’aria?!Se non soffrite di vertigini potrete volare a mille metri di altezza, sollevati da un pallone colorato pieno d’aria, da dove poter scattare immagini irripetibili.
Sto parlando di un volo in mongolfiera!!
A Porto San Giorgio, in provincia di Fermo infatti, si terrà L’Euro Balloons Festival con 10 mongolfiere che arriveranno da mezza Europa e si metteranno a disposizione della gente e degli appassionati.
Il cielo si tingerà di mille colori e il clou sarà il 31 ottobre, nella notte di Halloween quando le mongolfiere si alzeranno in cielo verso le 21:30, illuminate!
E’ un’occasione rara, sia per chi vuole provare l’ebbrezza di un volo, sia per chi vuole solamente godersi lo spettacolo.
Il costo dovrebbe aggirarsi intorno ai 150 euro e il punto di decollo sarà all’aviosuperficie di Montegiorgio, mentre il punto di atterraggio non si sa….ci si lascia trasportare dal vento e tutto dipende da lui!!! 🙂
Quindi, se anche voi avete sognato leggendo il libro :” Il giro del mondo in ottanta giorni” di Jules Verne, non vi resta che recarvi nel fermano e restare con il naso all’insù.
La manifestazione avrà luogo dal 26 ottobre al 3 novembre a Porto San Giorgio e per gli amanti del gusto ci sarà anche l’apertura della “Città dei Sapori”. I più piccini inoltre potranno partecipare alla Festa delle Zucche in occasione di Halloween.
Insomma, non mi resta che augurarvi buon volo…o buona visione!
Viaggiatrice seriale.
Ciao viaggiatori, vi è venuta voglia di trascorrere un week end adrenalinico all’insegna dell’avventura, ma allo stesso tempo avete voglia di rilassarvi?!Ho la soluzione per voi.
Dobbiamo andare in Umbria, in provincia di Terni per ammirare una cascata tra le più alte d’Europa: La Cascata delle Marmore, situata quasi alla fine della Valnerina, la lunga valle scavata dal fiume Nera.
Il nome della cascata deriva dai sali di calcio presenti sulle rocce che sono simili a marmo bianco. Le opere ingegneristiche e la natura che la circonda hanno sempre richiamato un gran numero di turisti e visitatori, tanto da spingere alla creazione di luoghi d’osservazione sicuri e stabili; l’accesso ai punti migliori avviene tramite il pagamento di un biglietto d’ingresso.
Le acque della cascata sono sfruttate maggiormente per la produzione di energia elettrica, quindi la cascata vera e propria non è continuamente funzionante, ma per permettere la visione a tutti, in orari e periodi definiti, la cascata viene aperta con la massima portata; questi orari vengono poi prolungati in occasione di giorni festivi.
Come qualsiasi altro luogo degno di nota, anche la Cascata delle Marmore ha il suo lato più romantico, legato ad una leggenda secondo la quale una ninfa di nome Nera si innamorò di un bel pastore: Velino. Giunone però era gelosa di questo amore e la trasformò in un fiume, che prese appunto il nome di Nera. Velino, per non perdere la sua amata, si gettò a capofitto dalla rupe di Marmore. Questo salto, destinato a ripetersi per l’eternità, si replica nella cascata delle Marmore.
Ma se non sbaglio, vi avevo promesso un week end adrenalinico, tranquilli, non mi sono dimenticata!! Questo magnifico ambiente offre la possibilità di praticare sport strettamente legati all’acqua: sto parlando di rafting, Hydrospeed e canyoning. Affidatevi alla bravura e all’esperienza di Rafting Marmore, raggiungerete la loro base nautica di Arrone e lì verrete accolti e vi verrà fornita l’attrezzatura completa insieme a tutti gli accorgimenti.
Prima di partire infatti, ci sarà una fase dedicata a tutte le spiegazioni… non solo teorica ma anche pratica.
Se siete temerari e bravi nuotatori non c’è problema, ma ci sono attività soft anche per i più paurosi, quindi tutti potranno avvicinarsi a questi sport.
Il rafting consiste nella discesa del fiume a bordo di un gommone da sei persone più l’istruttore….ma sarete voi in prima persona a “manovrare” e a dare la giusta spinta per fare la discesa nel migliore dei modi. La fatica si farà sentire. ma vi assicuro che la soddisfazione e l’adrenalina a fine percorso vi ripagheranno alla grande. Tra la parte teorica, i trasferimenti, la discesa e la doccia finale calcolate circa 2,30 ore.
Un’altra attività è quella dell’hydrospeed che consiste in un modo nuovo per scendere la corrente, indossando la muta, salvagente, casco e pinne da subacqueo e logicamente non può mancare l’hydrospeed, una specie di piccolo “bob” in plastica galleggiante da tenere ben saldo con le mani, che consente di flottare con sicurezza nelle rapide. Non dovrete aver paura di cadere in acqua… perché siete già dentro l’acqua!!! 🙂 Tra le varie condizioni per poterlo praticare, ci sono l’ottima capacità di nuotare e una buona salute.
Il canyining o torrentismo invece, consiste nel calarsi all’interno delle rocce con le corde, scivolando nei toboga e tuffandosi nelle pozze….tutto accompagnati da personale abilitato e da una guida alpina specialista in torrentismo.
Questo sport vi darà la possibilità di ammirare da vicino la millenaria azione erosiva che ha creato canyon e gole davvero fantastici, Direi che qualche spunto adrenalinico ve l’ho dato, no??!!
Se volete trascorrere tutto il week end senza nessun tipo di confort, in zona ci sono anche campeggi dove poter pernottare, altrimenti, fossi in voi, dopo tutte le energie spese andrei a rifugiarmi in un bell’agriturismo, gustando i piatti tipici della tradizione e trascorrendo il restante del tempo con molta più calma, rilassandovi davanti ad un libro o facendo qualche camminata/passeggiata a cavallo. Tutta la zona offre molto!!!
Insomma non vi resta che partire per andare a sentire con le vostre orecchie il rimbombo del salto dell’acqua!!
Al prossimo weekend,
Viaggiatrice seriale.
Ciao viaggiatori, se volete visitare una bella ed affascinante città italiana e avete a disposizione giusto un weekend, io vi consiglio Torino.
Stiamo parlando della I capitale d’Italia e come tale, è ricca di poli universitari, artistici,turistici,culturali e scientifici.
Pullula di bellezze e di edifici che meritano una visita anche più approfondita, ma per rimanere nell’arco di tre giorni, mi limiterò ai monumenti più conosciuti, quelli da non perdere assolutamente.
Se diciamo Torino, la prima cosa che ci viene in mente è la Mole Antonelliana, non a caso è il simbolo della città; venne costruita interamente in muratura, ma la sua guglia, dopo essere stata travolta da un uragano, venne costruita con una struttura metallica e rivestita poi in pietra. Al suo interno è presente un ascensore che permette di raggiungere la terrazza panoramica dalla quale si ha una suggestiva vista di tutta la città.
Dal 2000 inoltre ospita il Museo Nazionale del Cinema, ricco di cimeli…..imperdibile per i cinefili!
Mole Antonelliana |
Il duomo della città è un altro elemento imperdibile. la sua facciata in marmo bianco, all’epoca della sua costruzione costituiva un’anomalia, visto il dominio del mattone rosso. Nel XVII secolo fu aggiunta la cappella della Sacra Sindone, rivestita di muri neri; essa è dedicata alla reliquia considerata il sudario in cui fu avvolto il corpo di Gesù. L’ostensione della Sacra Sindone è un evento eccezionale, veramente emozionante che richiama un afflusso immenso di visitatori.
Proprio perché la maggior parte delle persone che visita il duomo non ha la possibilità di vederla, nella prima cappella a sinistra è esposta una copia fotografica in dimensioni reali.
Altro “must” è il Palazzo Reale, in stile barocco che fu la reggia dei Savoia, con i suoi maestosi arredamenti, l’armeria reale ed i giardini reali.
Torino venne considerata la capitale italiana del Liberty, e passeggiando per il centro storico si possono ammirare edifici che lo dimostrano; un’altra caratteristica della città piemontese, sono i portici che si sviluppano per oltre 18 km.
Piazza San Carlo, al centro della quale svetta il monumento equestre di Carlo Filiberto, è stata il centro della vita politica torinese; nei suoi numerosi caffè, infatti, si riunivano personaggi della famiglia reale, nobili e scrittori.
Se volete sentirvi personaggi importanti, approfittatene anche voi per prendere un caffè e ammirare i bellissimi locali.
Se volete passare dall’epoca dei caffè letterari all’antico Egitto invece, non vi resta che andare al Museo Egizio che, per il valore dei reperti è considerato il più importante del mondo dopo quello del Cairo.
Imperdibile a mio avviso, la tomba con il corredo dei coniugi Kha e Merit.
Torino offre tanto altro, come Palazzo Madama, la Basilica di Superga e la Palazzina di caccia di Stupinigi.
Dopo tutta la fatica fatta per visitare Torino, avrete una bella ricompensa, fornita dalla sua ottima cucina.
Potrete soddisfare il vostro palato con ottimi piatti tipici, come gli agnolotti ripieni di carne, la bagna cauda…. e per finire i prelibati dolci, prima fra tutti la cioccolata e in particolar modo la gianduia che nacque proprio qui…..vi consiglio di farne una bella scorta prima di ritornare a casa!!! 🙂
Se la sera avete ancora energie potete partire già dall’ora dell’aperitivo….troverete gente riversa nei caffè e nelle vinerie a gustare qualche stuzzichino ascoltando musica dal vivo.
La zona consigliata per chi cerca la vera movida è quella dei Murazzi, se invece preferite qualcosa di più soft, controllate gli spettacoli a teatro, la scelta è sempre ampia.
Come detto in precedenza, queste sono cose che riuscite a fare in un weekend, altrimenti se vi fermate di più, avrete modo di approfondire il tutto.
Al prossimo weekend,
Viaggiatrice seriale.
P.S.:Via Garibaldi è la strada più lunga d’Europa….siete allenati??!!