Mi sono messa alla ricerca di qualche evento per voi e ne ho trovato uno moltooooooo gustoso!!
Per tutto il mese di ottobre (dal 11 ottobre al 2 novembre) in un paesino delle colline marchigiane, a Sant’Angelo in Vado precisamente, si tiene la 51° Mostra Nazionale del Tartufo Bianco come da tradizione.
Gli stand gastronomici saranno a vostra disposizione durante tutti i fine settimana, dal venerdì alla domenica.
se avete voglia di gustarvi una prelibatezza del territorio non perdetevi questa festa.
In concomitanza si svolge anche la festa delle cantine aperte e il Weekend dal 17 al 19 ottobre ci sarà anche il motoraduno.
Centinaia di motociclisti, provenienti anche dall’estero, daranno spettacolo per le piccole vie del borgo fino a tarda notte.
Il centro sarà pieno di osterie, stuzzicherie e cantine che aprono i battenti trasformandosi in veri e propri locali dove oltre a mangiare e bene, si potrà far festa molto a lungo.
insomma, se volete trascorrere un weekend diverso dal solito, pieno di buon cibo, buon vino e di sano divertimento dovete recarvi a Sant’Angelo in Vado.
Al prossimo evento,
Around the World.
Si sta avvicinando il periodo della vendemmia e parlando di Italia, che logicamente ha vini eccellenti, non posso non parlare della Toscana.
Lo scorso weekend ho trascorso due giorni in questa bellissima regione e già solamente il percorso in macchina vale il viaggio: intere vigne dai colori che vanno dal giallo al verde costeggiano la strada insieme ai campi definiti nei netti confini che assumono le stesse tonalità…. tutto parla di autunno.
Ma non posso non citare i meravigliosi e caratteristici paesini che si susseguono l’un l’altro, un borgo più bello dell’altro.
Eravamo un gruppo di una ventina di amici con l’intento di trascorrere un fine settimana all’insegna del buon vino e del buon cibo.
Arrivati verso l’ora di pranzo abbiamo iniziato il tour enogastronomico con un panino farcito con dell’ottima porchetta e dopo una pennichella ci siamo diretti al luogo d’interesse principale dei due giorni: una degustazione in vigna.
La location era meravigliosa, un casolare alla fine di una strada bianca su un cucuzzolo, circondato da vigne per 360°.
Un colpo d’occhio magnifico!
Lì ad attenderci insieme alla persona che ci avrebbe guidato per tutta il pomeriggio c’erano anche tre bellissimi cagnoni; sembrava un luogo da film!
Appena ambientati siamo andati in vigna; mentre Luca (la guida) ci dava le nozioni base sui tipi di uva, gli ettari totali della vigna, gli ettari utilizzati per produrre il vino, ecc… noi abbiamo assaggiato degli acini d’uva raccogliendoli direttamente dal grappolo e devo dire che avevano un sapore squisito ( io ero un po’ scettica), proprio perché era pronta per la raccolta.
Finito il tour in vigna siamo passati all’ambiente di fermentazione ( sempre con le dovute spiegazioni tecniche) per poi passare alla cantina con le immense botti.
Visti tutti i passaggi, all’interno del casolare ci attendeva una meravigliosa tavola apparecchiata per la degustazione di tre vini che vengono prodotti lì.
Fra spiegazioni, domande ed assaggi il tempo è volato, così dopo esserci rilassati nel giardino ed aver scattato un po’ di foto siamo ritornati al nostro alloggio.
Giusto il tempo di una doccia e via di nuovo a cena, dove devo dire che siamo stati leggerini 🙂 : affettati e crostini ( con i fegatini, tipici) come antipasto, pici e saccottini come primo e tagliata con patate!!!Stavamo per esplodere!!!
Ma non è finita qui, il giorno successivo per pranzo ci attendevano kg e kg di carne: salsicce, costarelle, pancetta e bistecche alla brace! Vi giuro, una vera goduria per il palato!!
Dopo la pennichella digestiva siamo ripartiti in direzione di casa, soddisfatti e con qualche kg in più!
Ve l’avevo detto che era un weekend all’insegna dell’enogastronomia!!! 🙂
Lo so, in questo articolo non si parla di monumenti o luoghi da visitare, ma è comunque inerente in quanto la Toscana oltre al patrimonio architettonico e culturale ha anche un patrimonio enogastronomico da non sottovalutare, potete trovare diverse cantine in cui fare una bella degustazione e per quanto riguarda il mangiare c’è solo l’imbarazzo della scelta!!!
Un ringraziamento va ai toscani, veramente gentilissimi con noi e soprattutto alla nostra amica che ha organizzato tutto ciò alla sua famiglia che ci ha accolto a braccia aperte.
Al prossimo viaggio, o alla prossima abbuffata,
Viaggiatrice seriale.
P.S.: se volete questo è il sito del residence in cui abbiamo pernottato, ve lo consiglio vivamente, è una meraviglia.
P.P.S.: noi eravamo a Castiglion Fiorentino e ci siamo spostati in direzione Montepulciano, ma la Toscana offre bellezze in ogni parte.
Quando sento la parola “Sardegna” inizio a sognare, non so se fa lo stesso effetto anche a voi!
Dopo aver avuto il piacere e la fortuna di potermi tuffare in acque meravigliose sia della costa est, sia della parte meridionale dell’isola, questa volta sono andata alla scoperta della parte nord-occidentale.
Con un volo low cost abbiamo raggiunto l’aeroporto di Alghero e da qui, a bordo della nostra 500 a noleggio, in un’oretta circa abbiamo raggiunto la nostra destinazione e cioè Stintino.
E’ stata una toccata e fuga, siamo arrivati il venerdì sera a mezzanotte e siamo ripartiti il lunedì alle 15:00 ma in alcuni casi (come in questo caso appunto) due giorni e mezzo sono più che sufficienti .
Molti dicono: “ma come, prendi l’aereo per così poco?” Certo che lo prendo… quando il costo è relativamente basso e in pochissimo tempo posso raggiungere una meraviglia del genere mi butto a capofitto!
Sabato mattina abbiamo subito iniziato la giornata splendidamente: colazione in veranda con vista sull’isola Piana e sull’Asinara.
A stomaco pieno siamo partiti e dopo pochissimo tempo stavamo già cercando il parcheggio davanti alla famosissima spiaggia de La Pelosa.
Essa rappresenta la punta di diamante della zona, acqua che definire cristallina non rende abbastanza l’idea, colori che sfumano dal trasparente, all’azzurro, al blu intenso, il tutto con l’isola dell’Asinara sullo sfondo.
Con mia grande sorpresa a metà settembre c’erano ancora molto turisti, soprattutto stranieri, quindi non oso immaginare come debba essere ad Agosto… aiuto!!!
La spiaggia è abbastanza grande e oltre alla spiaggia libera c’è anche una parte attrezzata.
Nelle vicinanze ci sono anche snack bar e ristorantini per pranzare, ma vi consiglio di farvi dei panini al mattino a Stintino perché i prezzi non sono proprio abbordabili.
Altra cosa tutt’altro che economica è il parcheggio:2 euro all’ora (senza arrivare ad una soglia massima per l’intera giornata).
Beh, in effetti non è una meta economica, quello si sa! Ma basta organizzarsi!
Da Stintino partono delle escursioni giornaliere ( o anche di mezza giornata) in catamarano per l’isola dell’Asinara dove poter ammirare il meraviglioso parco nazionale che salvaguardia tantissime specie animali, fra cui i caratteristici asinelli bianchi, il carcere e logicamente dove poter fare dei bagni spettacolari.
Il pomeriggio abbiamo cambiato spiaggia e abbiamo raggiunto Le Saline, leggermente a sud, poco prima di entrare in paese.
La spiaggia è diversa, la precedente è una baia, questa si estende per diversi km e non è di sabbia ma di piccoli ciottoli, simili a mentine, affatto fastidiosi per camminare, i quali insieme alla sabbia bianca esaltano maggiormente i colori del mare.
Sicuramente è più tranquilla della Pelosa e in più qui il parcheggio è gratuito.
Dopo una giornata intera di mare non potevamo non provare la cucina sarda, così seguendo il consiglio del proprietario del B&B in cui alloggiavamo abbiamo prenotato ( per fortuna aggiungerei, infatti era al completo) un agriturismo.
Dire che abbiamo mangiato fino allo sfinimento non rende l’idea: il menù era fisso e comprendeva antipasti con affettati e formaggi locali accompagnati dal tipico pane carasau e sott’olio, bis di primi (gnocchetti sardi e ravioli), porceddu con patate al forno e per finire seadas, il loro dolce tipico composto da una sfoglia fritta ripiena di formaggio e bagnata con del miele!
Il giorno successivo è stato ugualmente di mare, ma ci siamo spostati verso Sassari e siamo stati nella spiaggia di Platamona.
L’acqua è sempre meravigliosa, ma essendo domenica era molto affollata, così dopo qualche ora siamo tornati indietro e ci siamo fermati alla spiaggia di Ezzi Mannu verso Stintino.
Questa è molto simile alle Saline, forse proprio perché è il suo proseguimento e l’acqua è una vera e propria meraviglia, l’unica pecca è che dopo pochi km sorge una centrale dell’Enel che rovina il panorama ( basta posizionarsi guardando dalla parte opposta).
Giretto e cena a Stintino ed è finita un’altra giornata.
L’ultimo giorno volevamo chiudere in bellezza e siamo ritornati alla Pelosa e non potevamo fare scelta migliore. Essendo lunedì c’era meno affluenza e se possibile, i colori erano ancora meglio del sabato.
L’acqua è così cristallina che sembra di essere ai Caraibi e anche se a volte è freschina è impossibile non tuffarsi…. si sente una sorta di richiamo!
Dopo solo poche ore di paradiso siamo ripartiti verso l’aeroporto e a metà pomeriggio eravamo già a casa.
Sì, ribadisco il mio concetto: vale la pena andarci anche solo per due giorni e mezzo, soprattutto se l’estate non è stata proprio generosa quest’anno.
Ciao ciao Sardegna, ciao ciao mare….al prossimo anno.
Viaggiatrice seriale.
P.S. vi consiglio di non andarci ad agosto perché non riuscireste a godervi la reale bellezza del posto.
P.P.S; se state più giorni ci sono altre spiagge da visitare, come quella di Coscia di donna o quella dell’Argentiera.
E’ luglio e tutti abbiamo voglia di sole, di mare e di caldo…………..
Bene, oggi parliamo di una località adattissima a trascorrere le vacanze estive, ma è anche un’ottima meta solo per un weekend, giusto per staccare la spina.
Sentire già solo la parola “romagna” mi teletrasporta in spiaggia, è un connubio che non riesco a scindere.
Oggi andremo alla scoperta di Cesenatico, un comune nella provincia di Forlì-Cesena, stazione balneare e grande meta turistica nella Riviera Romagnola, fra Rimini e Ravenna.
Sin dal passato è stata una meta prescelta soprattutto dai turisti tedeschi; tutt’oggi richiama un gran flusso di persone e un posto davvero carino dove soggiornare è il Ricci Family Resort, un’attività che è arrivata alla 3 generazione, creata negli anni 50 da nonno Augusto e gestita oggi dai nipoti……. ma ci sono già pronti anche i pronipoti per continuare la tradizione di famiglia.
La scelta di questa città per la sua stazione balneare è ormai assodata, ma Cesenatico offre anche tanti luoghi di interesse, primo fra tutti il porto-canale, realizzato nel 1500 da un progetto originale di Leonardo Da Vinci che rappresenta la Cesenatico storica, mentre il grattacielo edificato negli anni 50 sul lungomare rappresenta la Cesenatico moderna.
Fra le due zone vi sono luoghi d’interesse come la casa che diede pernottamento a Giuseppe e Anita Garibaldi, un percorso archeologico, il museo della marineria, di cui fanno parte alcune imbarcazioni ormeggiate al porto-canale e lo Spazio Pantani, un museo con cimeli del campione del ciclismo.
La città è piena di vita, in estate per gli ovvi motivi legati al mare ed in inverno richiama persone grazie al suggestivo presepe che viene allestito nel periodo natalizio all’interno della barche ormeggiate al porto-canale.
E’ facilmente raggiungibile dai vicinissimi aeroporti di Forlì e di Rimini, e dal poco distante aeroporto di Bologna; è inoltre un ottimo punto di partenza per escursioni sia in Emilia Romagna che nelle Marche (Ravenna, San Marino, Comacchio), per escursioni enogastronomiche spostandosi leggermente verso l’interno e per visite al patrimonio artistico della bella Italia come Venezia e Firenze.
Le due qualità che preferisco in assoluto però sono l’ospitalità del popolo romagnolo e la gastronomia….che mangiate!!!!
Amici che dite, Cesenatico può fare al caso vostro?!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Cari amici, come promesso vi parlerò dei Carnevali di Mezza Quaresima.
Il carnevale tradizionale logicamente termina con il martedì grasso, 40 giorni dopo il quale si festeggia la Santa Pasqua.
Queste celebrazioni invece si svolgono proprio al centro di questo periodo di attesa e per questo motivo si chiamano i Carnevali di Mezza Quaresima.
Nelle Marche, a Lucrezia e a Cartoceto sono ormai appuntamenti storici, che si ripetono da diversi anni.
Lo svolgimento è identico a quello di qualsiasi carnevale, carri e maschere sfileranno per le vie del paese, ma il tanto atteso getto sarà solamente di cioccolato!
Migliaia di uova di Pasqua verranno lanciate dai carri insieme a quintali di cioccolatini.
L’ingresso è a pagamento e il biglietto costa 2,50 €, ma state tranquilli che vi rifarete con tutte le uova che porterete a casa.
Vi verrà inoltre rilasciato un biglietto della lotteria per partecipare all’estrazione di un maxi uovo da 7 kg, olio e vino della zona.
Insomma se siete fanatici del carnevale, se amate il cioccolato, se volete trascorrere una giornata all’insegna dell’allegria o se amate mascherarvi non vi resta che recarvi ai Carnevali di mezza quaresima!
Buon divertimento,
Viaggiatrice seriale.
Amici golosoni, visto che l’eurochocolate di Perugia è passato da un pò, ho un evento da segnalarvi se quando siete circondati da cioccolato vi sentite in paradiso; è più piccolina della manifestazione umbra, ma i prodotti sono eccezionali.
Dovete recarvi nelle Marche, nel centro storico della città di Pesaro, dal 28 al 30 Marzo per gustarvi queste prelibatezze.
In quei giorni in Piazza del popolo si svolgerà ART & CIOCC, il tour dei cioccolatieri e la grande festa del cioccolato.
Non c’è bisogno nemmeno di organizzarsi più di tanto, infatti avrà un orario continuato dalle 9:00 alle 21:00, quindi qualsiasi momento della giornata è quello giusto per gustare un pezzetto di cioccolata.
Il tour tocca diverse regioni d’Italia e approva anche all’estero e ciascun maestro cioccolatiere che vi partecipa è specializzato in una particolare produzione, legata anche alla tradizione della propria regione d’origine.
In questo modo dalla piazza di Pesaro, soltanto assaggiando dei capolavori di cioccolato potrete compiere un viaggio in Veneto, Lombardia, Sicilia…
I cioccolatieri armati di fantasia e inventiva si “sfideranno” per creare soggetti e accostamenti sempre più particolari, si parla di cioccolato all’olio extravergine, peperoncino, Amarone, ma anche gusti più classici come gianduia e nocciola.
Di certo non vi voglio tutti ciccia e brufoli, ma una tappa è d’obbligo, soprattutto se siete in zona.
Vi auguro un dolcissimo weekend, Around The World.
Come ogni anno il FAI, Fondo Ambiente Italiano decreta delle giornate in cui vengono aperti al pubblico diversi luoghi in cui generalmente è vietato l’accesso.
Quest’anno le giornate Fai Di Primavera sono state il 22 e il 23 Marzo ed i luoghi interessati più di 750 in tutta Italia fra musei, parchi, chiese e luoghi di interesse culturale.
Logicamente è un’occasione da non perdere, così anche io ne ho approfittato; non mi sono spostata ma ho scelto di scoprire “i tesori nascosti” della mia città, così ho potuto ammirare l’interno dell’edificio della Banca d’Italia – Filiale di Pesaro.
L’accoglienza è stata attraverso un riepilogo storico di tutti gli edifici in cui è stata ospitata prima di arrivare nella sede attuale, infatti la prima sede istituita nel 1864 fu severamente danneggiata dai bombardamenti durante la II Guerra Mondiale.
Banconote esposte alla Banca d’Italia di Pesaro
La cosa maggiormente interessante a mio avviso è stata l’esposizione di biglietti in lire emessi negli oltre 100 anni di attività della Banca, dalle prime banconote che riportavano la scritta “Banca Nazionale del Regno d’Italia” alle ultime lire fino ad arrivare agli euro e in anteprima ci hanno mostrato anche come sarà la nuova banconota da 10 euro. Una vera chicca però è stata l’esposizione delle lire utilizzate nel nord Africa al tempo delle colonie, veramente belle.
Oltre al fatto di vederle fisicamente in esposizione, il valore aggiunto è stato dato dalla storia e dalla contestualizzazione di ogni singola banconota.
Al piano superiore invece avevano allestito una mostra e una proiezione delle più famose opere dell’artista ceramista Bruno Baratti.
Una curiosità: l’edificio che ospita la Banca d’Italia a Pesaro è stato costruito con 18 tipi differenti di marmo.
Le giornate Fai di Primavera hanno riscosso un grandissimo successo, i dati parlano di 600.000 visitatori, segno che la popolazione è interessata al patrimonio artistico e naturalistico italiano… speriamo che venga valorizzato e rispettato sempre più.
Al prossimo anno, per la XXIII edizione,
Viaggiatrice seriale.
Per il viaggetto di oggi mettetevi ben comodi in macchina che dobbiamo percorrere parecchi km per arrivare a destinazione ( sempre che voi non siate di quelle parti).
Attraverseremo anche il confine per poi ritornare in territorio italiano.
Oggi andiamo alla scoperta di Innsbruck!
Per raggiungerla dall’Italia è abbastanza semplice, si percorre l’autostrada italiana fino al confine e poi si paga un pedaggio di € 8,50, si percorrono pochi km di strada ed eccoci a destinazione.
Il suo nome significa letteralmente Ponte sull’Inn, che è il fiume che l’attraversa.
Arrivando nel centro storico si è subito rapiti dal fascino della città, edifici dai molteplici colori si intervallano fra loro, regalando un’atmosfera unica.
Uno dei simboli di Innsbruck è il Tettuccio d’oro, il balcone del Palazzo residenziale di Massimiliano I contraddistinto da un tetto realizzato con tegole a scaglie di rame dorato e parapetti riccamente affrescati; non da meno sono il castello imperiale (Hofburg) ed il castello di Ambras.
Girovagando per la zona pedonale si può poi ammirare l’antico municipio con la Torre Civica e il Duomo di San Giacomo.
Innsbruck
Uscendo leggermente dal centro si raggiunge il ponte che attraversa il fiume dietro al quale si innalzano edifici dai tanti colori, sormontati da cime innevate.
Dopo aver visitato i luoghi d’interesse e aver gustato un’ottima fetta di torta sacher in uno dei bellissimi bar, abbiamo lasciato l’Austria e ci siamo diretti al nostro hotel a Vipiteno.
Il giorno successivo l’abbiamo dedicato allo sci utilizzando il comprensorio sciistico di Racines-Giovo con circa 25 km di piste facili e di media difficoltà; per chi non scia c’è una pista per lo slittino di 5 km con risalita tramite cabinovia. Sempre qui ci sono una pista per sci di fondo di 16 km e almeno 2 percorsi per passeggiate con le ciaspole, uno dei quali conduce alla malga.
Per pranzo ci si ferma in un rifugio e via che si riparte con la pancia piena.
Ad una certa ora ci siamo diretti al nostro hotel (diverso dalla sera precedente) dove abbiamo potuto godere per diverse ore di una immensa spa di circa 6000m quadrati con piscina e idromassaggio esterni veramente suggestivi.
Abbiamo cenato nella sala della Stube gustando piatti della cucina locale e siamo andati in camera….o meglio in igloo.
Igloo
Sì, avete capito bene, avevamo prenotato la notte in igloo (l’hotel dispone di 3 igloo), un’esperienza alternativa. Se volete provarla dovete essere fortemente motivati e non troppo comodoni; in realtà il freddo non dovrebbe essere un problema in quanto forniscono un sacco a pelo veramente caldo, ma quando siamo andati noi nevicava fortissimo, forse è stato per questo che ci è risultato il tutto un po’ freschino!! 🙂
Io comunque consiglio di provarlo, magari verso fine febbraio inizio marzo!
Il giorno successivo abbiamo visitato il centro storico di Vipiteno, molto carino e dopo pranzo siamo ripartiti verso casa.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
P.S.: per informarvi meglio sul comprensorio sciistico visitate il sito.
Cari amici, tutti sappiamo che l’Italia offre bellezze uniche e quindi bastano poche ore di macchina (per noi italiani) per raggiungere luoghi ricchi di storia e straordinariamente belli.
Avevo un weekend a disposizione, così nel giro di due giorni, insieme ad una mia amica ho vagliato le varie possibilità e alla fine ho scelto la zona fra l’Umbria e il Lazio.
Siamo partite in macchina il sabato mattina ( non esageratamente presto) e ci siamo dirette ad Orvieto, situata su una fragile rupe di tufo che sin dall’antichità le ha garantito isolamento e protezione. Man mano che ci si avvicina alla cittadina, si può ammirare l’imponenza di questa rupe di colore giallognolo che domina su tutta la vallata.
Il centro storico è collegato ad un gran parcheggio ( a pagamento) da una serie di ascensori e scale mobili.
Una volta in centro ci siamo recate al b&b che avevamo prenotato da casa, abbiamo lascito le nostre cose poi via, subito a mangiare. Siamo state fortunatissime, poco distante dalla nostra palazzina c’era un’osteria carinissima, “L’Oste del re“, dove abbiamo gustato bruschette e una bella focaccia ripiena di porchetta…uno spettacolo!!!
Con la pancia piena abbiamo iniziato a visitare la città, simbolo del posto è senza dubbio il Pozzo di San Patrizio, un esempio unico di audacia ingegneristica costruito nel XVI secolo per raggiungere una vena d’acqua sottostante la rupe d’Orvieto; ha la forma di un largo cilindro con due scalinate a spirale formate da 248 bassi scalini che permettevano la discesa e la risalita di intere colonne di muli carichi d’acqua senza che si intralciassero durante il percorso. E’ un luogo molto suggestivo ed affascinante, anche una volta giunti nel punto più basso non si riesce a capire perfettamente il meccanismo.
Altra tappa fondamentale è il Duomo, capolavoro dell’architettura gotica che con la sua enorme facciata ricca di bassorilievi domina la piazza antistante.
Duomo di Orvieto
Dopo queste visite d’obbligo e dopo aver bighellonato un pò per il centro storico,molto molto carino, abbiamo deciso di fare una visita un pò più insolita, Orvieto Underground. Si tratta di un tour guidato alla scoperta del circuito di grotte presenti nei sotterranei della città. Quasi ogni casa ne possiede una, sono creazioni dell’uomo in quanto sono state tutte scavate a mano e non create naturalmente, proprio perchè il materiale della rupe è facilmente sgretolabile.
Queste grotte fungevano da botteghe, da frantoi, da colombaie e negli anni più recenti anche come rifugi durante la II guerra mondiale.
Il giorno successivo siamo partite alla volta del Lago di Bolsena, ma abbiamo fatto una sosta intermedia a Civita di Bagnoregio, famosa per essere denominata “La città che muore”; è situata in posizione isolata ed è raggiungibile solo attraverso u ponte pedonale. La causa del suo isolamento è la progressiva erosione della collina e della vallata circostante, che ha dato vita alle tipiche forme dei calanchi. Essa venne fondata dagli Etruschi, ma l’architettura risulta medioevale e rinascimentale. All’interno si trovano solo enoteche, trattorie, un bar, negozi di souvenir e pochissimi b&b; ad oggi credo che gli abitanti siano circa una decina.
E’ veramente una chicca, uno scenario fuori dal solito e dalla sua altezza si può ammirare il paesaggio sottostante.
Civita di Bagnoregio
Risalite in macchina abbiamo raggiunto Bolsena, fatto un giro nel borgo e poi ci siamo spinte fino alla riva del lago, che grazie alla bellissima giornata di sole abbiamo potuto apprezzare in tutto il suo splendore.
Nel tragitto verso casa abbiamo poi fatto un’altra sosta, giusto per ottimizzare il tempo a nostra disposizione e abbiamo visitato Todi, la sua piazza ed il Tempio di Santa Maria della Consolazione che sorge fuori dalle mura cittadine, ma grazie alla sua imponenza e alla sua bellezza è una tappa imperdibile.
Questo è tutto ciò che siamo riuscite a fare in due giorni, non male vero??
Viaggiare non significa per forza fare grandi distanze, a volte basta solo documentarsi sulle bellezze che abbiamo vicino a noi e riuscire ad organizzare un bel weekend, tornando a casa più ricchi di prima… e poi quando si viaggia con un’amica quasi tutto va bene! 🙂
Grazie Dani!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Tutti sappiamo che il cibo è uno dei piaceri della vita e viaggiando abbiamo la fortuna di provare nuovi gusti, annusare nuovi profumi e gustare nuovi sapori. Vi farò venire l’acquolina in bocca!! 🙂
Prendiamo in considerazione la nostra carissima Italia, famosa in tutto il mondo per il suo ottimo cibo; non a caso infatti da nord a sud possiamo spaziare fra ottimi piatti!!
Partiamo dai succulenti canederli, piatto tipico trentino, si tratta di grossi gnocchi composti da un impasto a base di pane raffermo, sempre da queste parti non potete non assaggiare il Keiserschmarrn, una spessa crepe spaccata cosparsa di zucchero a velo e servita con marmellata di ribes, mirtilli o salsa di mele.Sempre qui è impensabile non assaggiare il famosissimo Strudel, un dolce a pasta arrotolata o ripiena, sia dolce che salato, ma il più conosciuto è a base di mele,pinoli,uvetta e cannella. Dall’estremo nord spostiamoci nell’estremo sud, in Sicilia, per gustare le fantastiche granite, un dolce freddo al cucchiaio (i gusti più famosi sono mandorla, pistacchio, caffè o cacao) accompagnato solitamente in questa regione dalla tipica brioscia siciliana. Sempre qui non potete non assaggiare il cous cous, a San Vito lo Capo (Trapani) si tiene addirittura un festival una volta l’anno, mentre ad Erice si trova una pasticceria con paste eccezionali. Dato che ci siete, una pasta alle sarde dovete assaggiarla.
Granita siciliana
Spostiamoci un pò più a nord, in Calabria per assaggiare l’nduja, un salume molto molto molto piccante; a Tropea invece regna sovrana la cipolla.
Arriviamo in Emilia, patria indiscussa dei tortellini, delle lasagne e della mortadella, mentre la Romagna è la regina della piadina.
Piadina
Non è possibile non andare in Puglia e non assaggiare le orecchiette alle cime di rapa o gli strepitosi taralli, uno tira l’altro!
Le Marche offrono diverse specialità culinarie, le olive ascolane, come dice il nome, tipiche della provincia di Ascoli Piceno. per gustare un ottimo brodetto di pesce occorre fermarsi a Fano, a Pesaro invece cucinano una pizza particolare chiamata Rossini: base margherita con uovo sodo e maionese.
In Toscana c’è l’imbarazzo della scelta, non andateci in un periodo in cui siete a dieta altrimenti dovrete rinunciare alla fiorentina, alla chianina, ai pici, al lardo di colonnata, alla panzanella e alla pappa al pomodoro; per non parlare poi degli ottimi affettati.
Il lazio è la patria dell’abbacchio a scottadito, piatto a base di costolette di agnello, dei carciofi alla romana, della coda alla vaccinara (coda di bue stufata) e dell’immancabile amatriciana.
Andando in Lombardia l’abbuffata sarà di risotto allo zafferano e cotolette alla milanese, mentre in Veneto è imperdibile il baccalà.
Baccalà
Se andate in campania assaggiate le mozzarelle in carrozza, la pastiera napoletana e logicamente sua maestà la pizza – beh lo so che si mangia ovunque, ma qui è un’altra cosa-.
In Liguria non potete perdervi un buon piatto di pasta al pesto e la focaccia alla genovese, mentre in Abruzzo abbuffatevi di arrosticini.
Cosa manca? Ah si, gli agnolotti e i gianduiotti del Piemonte e le costolette alla valdostana in Val d’Aosta.
Attraversando il mare e approdando in terra sarda non c’è che l’imbarazzo della scelta, dal porceddu al pane carasau, dalle panadas agli spaghetti alla bottarga.
Pane carasau
All’elenco mancano delle regioni, non mi sono dimenticata, ma ancora non ho avuto la fortuna di testare la cucina locale, provvederò il prima possibile.
Bene, ricordatevi che il cibo è un ottimo aspetto da scoprire in ogni viaggio.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
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