Italia

L’Eremo di Camaldoli

Non so voi, ma io sono affascinata dai luoghi religiosi e trascorro volentieri del tempo ad ascoltare storie che li riguardano.
Una domenica di settembre sono andata alla scoperta dei luoghi “vicino casa” e dopo aver fatto una sosta a Sarsina e una a Bagno di Romagna mi sono diretta all’Eremo di Camaldoli.
Si tratta di un eremo veramente bello, che sovrasta il paese di Camaldoli in provincia di Arezzo, una comunità di monaci benedettini.

Eremo dall’esterno

Fu fondato da Romualdo tra il 1023 ed il 1027 dopo aver scelto con cura la zona in cui edificare il tutto.
Fece costruire inizialmente cinque celle rigorosamente rivolte verso il sole, da destinare a cinque fratelli e trovò poi un altro luogo più in basso e vi costruì una casa per un monaco dove ricevere gli ospiti.
La disposizione dei due edifici faceva si che l’Eremo sovrastante restasse sempre nascosto e lontano dai rumori del mondo creando però un legame profondo fra la tradizione della solitudine e del silenzio e quella della vita comune,collegata all’ospitalità.
Un eremo accompagnato da un Monastero.
Negli anni logicamente la struttura cambiò forma e si ampliò,fino a diventare come la vediamo oggi.
Se vi recate a Camaldoli potrete entrare nell’Eremo secondo gli orari di visita e accompagnati da una guida.

Esterno della chiesa

L’ingresso è a offerta e durante la visita entrerete nel cortile interno alla fine del quale potrete ammirare la chiesa in stile barocco – nettamente differente da quella originale- risultato della restaurazione avvenuta fra il 1600-1700 secondo il gusto personale del monaco a capo della comunità di quel momento.

Interno della chiesa

Sul lato sinistro della chiesa invece, separata da un cancello si trova una zona più interna riservata esclusivamente ai monaci che vivono in piccole celle separate.
I monaci che vivono attualmente all’eremo sono 8.

Celle dei monaci

Usciti dalla chiesa la visita continua nella cella di san Romualdo, dove il santo viveva gran parte della giornata, nell’impegno di studio, di lavoro e di preghiera; tutte le altre celle sono costruite sulla base di questa.

Cella visitabile di san Romualdo

Ogni monaco in passato aveva il suo pezzetto di terra da coltivare, dal quale ricavare il cibo necessario per vivere, ma la guida ci spiegava che questo nella maggior parte delle volte non era sufficiente e perciò vivevano grazie agli aiuti provenienti dall’esterno.
L’eremo si trova a diversi metri sul livello del mare, ve ne accorgerete strada facendo, per questo per gran parte dell’inverno è completamente innevato.
La struttura comprende anche la Foresteria, luogo in cui accogliere ospiti e pellegrini.
Pur chiamandosi eremo, oggigiorno le regole che seguono i monaci sono differenti,non vivono più in totale isolamento; infatti è anche possibile per i pellegrini e i visitatori fermarsi per le lodi.
L’ambiente che circonda l’eremo è davvero suggestivo, considerate di essere all’interno della Riserva di Camaldoli dove oltre ad una variegata flora, sono presenti anche daini,cervi,caprioli e cinghiali;vi consiglio di fare una bella passeggiata nel bosco.
Se capitate da queste parte fateci un salto.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

PS: anche il Monastero di Fonte Avellana ospita monaci dell’ordine dei camaldolesi.