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La Scarzuola: Città ideale di Tomaso Buzzi

Liberate la mente, abbattete ogni pregiudizio, ampliate le vostre vedute…. è il primissimo consiglio che vi lascio se volete visitare La Scarzuola.
Per me è stata un’esperienza incredibile, bellissima ma ho assistito a delle scene assurde (persone ignoranti e maleducate che si sono recate qui senza nemmeno sapere cosa aspettarsi e pretendendo che la loro visione delle cose fosse l’unica corretta),è per questo che prima di tutto dovete seguire queste indicazioni.

Se come me vi documentate un po’ prima della vostra visita, vedrete che è un argomento ricorrente.
Perché? Vi starete chiedendo!
Semplicemente perché il proprietario di questo posto incredibile è un vero personaggio e dal momento che entrate in casa sua dovete stare al gioco….e mi sembra anche giusto.
Detto ciò vi consiglio assolutamente un visita alla città ideale di Buzzi, è una meraviglia per gli occhi.

Verrete accompagnati in una visita guidata di circa 1 ora e mezza da Marco (proprietario) che cercherà di condurvi in un viaggio parallelo, dandovi una visione delle cose molto diversa da quella che siamo abituati ad avere.

Io ho condiviso molti suoi pensieri, ma se così non fosse per voi, vi consiglio di concentrarvi sulla bellezza del posto, già solo quella vale la visita.
Veniamo alle indicazioni pratiche: La Scarzuola si trova a Montegabbione in provincia di Terni, l’ultimo tratto di strada è sterrato, il biglietto d’ingresso costa 10 euro a persona ed è necessario prenotare la visita (con un po’ di anticipo vista l’affluenza).
Nel 1218 San Francesco d’Assisi fondò un convento francescano in questo luogo e costruì una capanna con una pianta palustre chiamata Scarza, dalla quale deriva l’attuale nome.
Dopo essere stato per secoli un luogo religioso, venne acquistato nel 1956 dall’architetto milanese Tomaso Buzzi che lo restaurò e lo trasformò in una sorta di macchina teatrale.

Le scenografie infatti venivano create per essere poi, una volta terminate, smontate di nuovo e trasformate in altre scene.
Viene definita la città ideale, per via di una parte della costruzione che vuole proprio rappresentare il concetto appena descritto:sembra che Buzzi l’abbia vista in sogno e voluta ricreare.
La visita ha un lato molto profondo per chi lo vuole cogliere: si spazia dall’io cosmico all’io terreno, si affronta il tema del potere e della collettività.
La guida è un erede dell’architetto milanese,alla morte di quest’ultimo ereditò questo luogo magnifico e gli diede la sua impronta, ma seguì anche i bozzetti ritrovati di Tomaso Buzzi per creare questa bellezza che noi possiamo ammirare oggi.

Non mi soffermo troppo nei dettagli e negli argomenti trattati perché è un’esperienza che deve essere vissuta in prima persona, ma ricordate bene di aprire la mente, non giudicare Marco ma prendere spunto dalle sue riflessioni.
Vi ho incuriosito?Se ancora non vi basta vi posso dire che farete un viaggio virtuale su un vascello accompagnati da alcune muse, entrerete nella bocca della balena,ammirerete la torre di Babele e contemplerete il tempo.
Passeggerete in un bellissimo giardino,ascolterete discorsi molto diversi da quelli che sentite normalmente e vi ritroverete inevitabilmente a riflettere su quelle parole.
Una bella esperienza difficile da raccontare a parole.
Al prossimo viaggio (reale o virtuale),
Viaggiatrice seriale.

Italia, Umbria

Cosa vedere a Spello

Parto sempre molto volentieri alla scoperta di qualche bel borgo italiano,spesso anche senza sapere precisamente la destinazione….è la strada che decide per me!
Ieri,domenica di aprile soleggiata, era la giornata giusta per aggiungere un tassello alla mia collezione.
Questa volta il mio bolidino si è diretto verso la bellissima Umbria e di conseguenza non avevo che l’imbarazzo della scelta.
Scartando i borghi già visitati,quelli troppo fuori mano,quelli che non mi ispiravano e così via….ho raggiunto Spello.
Ne avevo sentito parlare sempre bene e sapevo anche che rientrava fra i borghi più belli d’Italia, ma ho voluto controllare di persona e confermo quello che si sente dire: è un vero gioiellino.
A circa  15 km di distanza dalla famosissimi Assisi,si trova questo borgo carinissimo,curato nei minimi particolari,dove regna la tranquillità.
Spello è famosissima per le sue infiorate (quest’anno la manifestazione si terrà  nei giorni 17-18 giugno), manifestazioni religiose in cui vengono creati dei veri e propri tappeti di fiori,utilizzando sia esemplari freschi dai colori più vivaci,sia esemplari essiccati.
I fiori sono una parte molto importante del borgo,non solo in queste occasioni ma sempre:girando per le viuzze noterete ovunque un tocco di colore che crea scorci davvero suggestivi.

Ho scoperto che si svolge anche una gara chiamata “finestre,balconi e vicoli fioriti” durante la quale ogni famiglia lascia libero sfogo alla propria fantasia creando delle piccole opere d’arte.
Da visitare assolutamente la Collegiata di Santa Maria Maggiore, al cui interno è possibile ammirare affreschi del Pinturicchio …. che meraviglia!

Dopo aver deliziato gli occhi di tanta bellezza,vi consiglio di dirigervi verso il belvedere perché pensare di affrontare la salita dopo pranzo sarà di sicuro molto più faticoso.
Una volta arrivati in cima abbiamo goduto di un panorama non indifferente,una vista da togliere il fiato.

La tappa successiva è stato il Palazzo Urbani, o meglio il suo loggiato con il ballatoio ligneo con tettoia.

E’ arrivata l’ora di pranzo e dopo essere passati davanti ad un’infinità di enoteche,alimentari e ristorantini che pubblicizzavano le specialità della zona, non ce la siamo sentita di ripartire senza prima assaggiare qualche prelibatezza.

Seduti attorno ad una botte che fungeva da tavolino e scaldati dal sole abbiamo gustato un tagliere di affettati locali, bruschette miste e torta al testo…ho ancora l’acquolina.

Ultimo giretto generale,ammirando anche la torre dell’orologio e poi di nuovo in macchina per raggiungere la destinazione successiva……Spoleto!

Ah, dimenticavo di dirvi che poco prima di raggiungere Spello abbiamo fatto una mini sosta per visitare Villa Fidelia,nata come villa di campagna, fuori le mura, dove i nobili trascorrevano la stagione estiva;edificio bello e imponente,anche se l’aspetto migliore è sicuramente il grande giardino all’italiana che con il tempo ha sicuramente perso gran parte del suo fascino.

Al prossimo racconto,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Umbria

Una perla umbra: Todi

Dovevo raggiungere Roma in macchina.
Tutto è nato così.
Partendo da Pesaro il viaggio per la capitale è un pò lunghino, quindi diciamo che una tappa è d’obbligo.
Volendo sempre ottimizzare il tempo, ho deciso di non fermarmi a casaccio, ma di approfittare della sosta per poter ammirare qualcosa che non avevo ancora visto.
E così è stato.
Sosta a Todi.

Todi in lontananza

Considerate che avevo poco tempo a disposizione, quindi ho veramente fatto una panoramica veloce sulle sue bellezze.
Dovete sapere che Todi sorge su una collina e domina tutta la valle del Tevere ed il centro storico si trova logicamente in alto; per evitare una bella camminata in salita vi consiglio di parcheggiare l’auto in uno dei tanti parcheggi sottostanti e di salire con la funicolare.

Binario della funicolare

La prima cosa che vedrete una volta scesi sarà la bellissima veduta panoramica su tutta la valle vicina, dopo aver scattato qualche foto basta qualche minuto di camminata e vi ritroverete nel cuore pulsante di Todi.

Piazza del Popolo

Il centro è piccolo ma è davvero meraviglioso;degna di nota è senza dubbio Piazza del Popolo, cuore pulsante della cittadina su cui si affacciano i principali edifici del centro storico, come il Palazzo dei Priori ed il Palazzo del Comune.
La vostra attenzione sarà però attratta dal Duomo che vanta un’imponente scalinata d’accesso e dalla sua facciata romanica.

Facciata del Duomo

Vi consiglio di salire le scale perchè proprio da lì riuscirete a scattare meravigliose fotografie sull’intera piazza.
Il personaggio più illustre di Todi è stato Jacopone da Todi appunto e la sua tomba riposa poco distante dal Duomo, nella chiesa di San Fortunato.
Fate un giretto senza una meta precisa per i vicoli della città e con alte probabilità vi imbatterete in veri e propri tesori medievali; arrivate fino a Piazza Garibaldi e fate un saluto alla statua dell’eroe dei due mondi e allo stesso tempo concedete ai vostri occhi una vista bellissima sulle campagne sottostanti.

Statua di Garibaldi

Questo è indicativamente quello che ho fatto io prima di recarmi in un ottimo ristorantino e deliziarmi con le bontà culinarie di Todi.

Prelibatezze culinarie

Non potete però ripartire prima di aver visto il Tempio della Consolazione, appena fuori dal centro.

Tempio della Consolazione

Lo so, è proprio  una toccata e fuga, ma sempre meglio di niente.
Ah non ve l’ho detto, ma stiamo parlando di quella che è considerata la città più vivibile al mondo.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Lazio, Umbria

Fra Umbria e Lazio….da Orvieto a Bolsena passando per Civita

Cari amici, tutti sappiamo che l’Italia offre bellezze uniche e quindi bastano poche ore di macchina (per noi italiani) per raggiungere luoghi ricchi di storia e straordinariamente belli.
Avevo un weekend a disposizione, così nel giro di due giorni, insieme ad una mia amica ho vagliato le varie possibilità e alla fine ho scelto la zona fra l’Umbria e il Lazio.
Siamo partite in macchina il sabato mattina ( non esageratamente presto) e ci siamo dirette ad Orvieto, situata su una fragile rupe di tufo che sin dall’antichità le ha garantito isolamento e protezione. Man mano che ci si avvicina alla cittadina, si può ammirare l’imponenza di questa rupe di colore giallognolo che domina su tutta la vallata.
Il centro storico è collegato ad un gran parcheggio ( a pagamento) da una serie di ascensori e scale mobili.
Una volta in centro ci siamo recate al b&b che avevamo prenotato da casa, abbiamo lascito le nostre cose poi via, subito a mangiare. Siamo state fortunatissime, poco distante dalla nostra palazzina c’era un’osteria carinissima, “L’Oste del re“, dove abbiamo gustato bruschette e una bella focaccia ripiena di porchetta…uno spettacolo!!!
Con la pancia piena abbiamo iniziato a visitare la città, simbolo del posto è senza dubbio il Pozzo di San Patrizio, un esempio unico di audacia ingegneristica costruito nel XVI secolo per raggiungere una vena d’acqua sottostante la rupe d’Orvieto; ha la forma di un largo cilindro con due scalinate a spirale formate da 248 bassi scalini che permettevano la discesa e la risalita di intere colonne di muli carichi d’acqua senza che si intralciassero durante il percorso. E’ un luogo molto suggestivo ed affascinante, anche una volta giunti nel punto più basso non si riesce a capire perfettamente il meccanismo.
Altra tappa fondamentale è il Duomo, capolavoro dell’architettura gotica che con la sua enorme facciata ricca di bassorilievi domina la piazza antistante.

Duomo di Orvieto

Dopo queste visite d’obbligo e dopo aver bighellonato un pò per il centro storico,molto molto carino,  abbiamo deciso di fare una visita un pò più insolita, Orvieto Underground. Si tratta di un tour guidato alla scoperta del circuito di grotte presenti nei sotterranei della città. Quasi ogni casa ne possiede una, sono creazioni dell’uomo in quanto sono state tutte scavate a mano e non create naturalmente, proprio perchè il materiale della rupe è facilmente sgretolabile.
Queste grotte fungevano da botteghe, da frantoi, da colombaie e negli anni più recenti anche come rifugi durante la II guerra mondiale.
Il giorno successivo siamo partite alla volta del Lago di Bolsena, ma abbiamo fatto una sosta intermedia a Civita di Bagnoregio, famosa per essere denominata “La città che muore”; è situata in posizione isolata ed è raggiungibile solo attraverso u ponte pedonale. La causa del suo isolamento è la progressiva erosione della collina e della vallata circostante, che ha dato vita alle tipiche forme dei calanchi. Essa venne fondata dagli Etruschi, ma l’architettura risulta medioevale e rinascimentale. All’interno si trovano solo enoteche, trattorie, un bar, negozi di souvenir e pochissimi b&b; ad oggi credo che gli abitanti siano circa una decina.
E’ veramente una chicca, uno scenario fuori dal solito e dalla sua altezza si può ammirare il paesaggio sottostante.

Civita di Bagnoregio

Risalite in macchina abbiamo raggiunto Bolsena, fatto un giro nel borgo e poi ci siamo spinte fino alla riva del lago, che grazie alla bellissima giornata di sole abbiamo potuto apprezzare in tutto il suo splendore.
Nel tragitto verso casa abbiamo poi fatto un’altra sosta, giusto per ottimizzare il tempo a nostra disposizione e abbiamo visitato Todi, la sua piazza ed il Tempio di Santa Maria della Consolazione che sorge fuori dalle mura cittadine, ma grazie alla sua imponenza e alla sua bellezza è una tappa imperdibile.
Questo è tutto ciò che siamo riuscite a fare in due giorni, non male vero??
Viaggiare non significa per forza fare grandi distanze, a volte basta solo documentarsi sulle bellezze che abbiamo vicino a noi e riuscire ad organizzare un bel weekend, tornando a casa più ricchi di prima… e poi quando si viaggia con un’amica quasi tutto va bene! 🙂
Grazie Dani!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Umbria

Cascata delle Marmore

Ciao viaggiatori, vi è venuta voglia di trascorrere un week end adrenalinico all’insegna dell’avventura, ma allo stesso tempo avete voglia di rilassarvi?!Ho la soluzione per voi.
Dobbiamo andare in Umbria, in provincia di Terni per ammirare una cascata tra le più alte d’Europa: La Cascata delle Marmore, situata quasi alla fine della Valnerina, la lunga valle scavata dal fiume Nera.
Il nome della cascata deriva dai sali di calcio presenti sulle rocce che sono simili a marmo bianco. Le opere ingegneristiche e la natura che la circonda hanno sempre richiamato un gran numero di turisti e visitatori, tanto da spingere alla creazione di luoghi d’osservazione sicuri e stabili; l’accesso ai punti migliori avviene tramite il pagamento di un biglietto d’ingresso.
Le acque della cascata sono sfruttate maggiormente per la produzione di energia elettrica, quindi la cascata vera e propria non è continuamente funzionante, ma per permettere la visione a tutti, in orari e periodi definiti, la cascata viene aperta con la massima portata; questi orari vengono poi prolungati in occasione di giorni festivi.
Come qualsiasi altro luogo degno di nota, anche la Cascata delle Marmore ha il suo lato più romantico, legato ad una leggenda secondo la quale una ninfa di nome Nera si innamorò di un bel pastore: Velino. Giunone però era gelosa di questo amore e la trasformò in un fiume, che prese appunto il nome di Nera. Velino, per non perdere la sua amata, si gettò a capofitto dalla rupe di Marmore. Questo salto, destinato a ripetersi per l’eternità, si replica nella cascata delle Marmore.

Ma se non sbaglio, vi avevo promesso un week end adrenalinico, tranquilli, non mi sono dimenticata!! Questo magnifico ambiente offre la possibilità di praticare sport strettamente legati all’acqua: sto parlando di rafting, Hydrospeed e canyoning. Affidatevi alla bravura e all’esperienza di Rafting Marmore, raggiungerete la loro base nautica di Arrone e lì verrete accolti e vi verrà fornita l’attrezzatura completa insieme a tutti gli accorgimenti.
Prima di partire infatti, ci sarà una fase dedicata a tutte le spiegazioni… non solo teorica ma anche pratica.
Se siete temerari e bravi nuotatori non c’è problema, ma ci sono attività soft anche per i più paurosi, quindi tutti potranno avvicinarsi a questi sport.
Il rafting consiste nella discesa del fiume a bordo di un gommone da sei persone più l’istruttore….ma sarete voi in prima persona a “manovrare” e a dare la giusta spinta per fare la discesa nel migliore dei modi. La fatica si farà sentire. ma vi assicuro che la soddisfazione e l’adrenalina a fine percorso vi ripagheranno alla grande. Tra la parte teorica, i trasferimenti, la discesa e la doccia finale calcolate circa 2,30 ore.
Un’altra attività è quella dell’hydrospeed che consiste in un modo nuovo per scendere la corrente, indossando la muta, salvagente, casco e pinne da subacqueo e logicamente non può mancare l’hydrospeed, una specie di piccolo “bob” in plastica galleggiante da tenere ben saldo con le mani, che consente di flottare con sicurezza nelle rapide. Non dovrete aver paura di cadere in acqua… perché siete già dentro l’acqua!!! 🙂 Tra le varie condizioni per poterlo praticare, ci sono l’ottima capacità di nuotare e una buona salute.
Il canyining o torrentismo invece, consiste nel calarsi all’interno delle rocce con le corde, scivolando nei toboga e tuffandosi nelle pozze….tutto accompagnati da personale abilitato e da una guida alpina specialista in torrentismo.
Questo sport vi darà la possibilità di ammirare da vicino la millenaria azione erosiva che ha creato canyon e gole davvero fantastici, Direi che qualche spunto adrenalinico ve l’ho dato, no??!!
Se volete trascorrere tutto il week end  senza nessun tipo di confort, in zona ci sono anche campeggi dove poter pernottare, altrimenti, fossi in voi, dopo tutte le energie spese andrei a rifugiarmi in un bell’agriturismo, gustando i piatti tipici della tradizione e trascorrendo il restante del tempo con molta più calma, rilassandovi davanti ad un libro o facendo qualche camminata/passeggiata a cavallo. Tutta la zona offre molto!!!
Insomma non vi resta che partire per andare a sentire con le vostre orecchie il rimbombo del salto dell’acqua!!
Al prossimo weekend,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Marche, Umbria

Piana di Castelluccio e lago di Pilato

Ciao amici, siete pronti per trascorrere una giornata parecchio faticosa ma che vi regalerà panorami eccezionali??!!! Andiamo alla conquista del Lago di Pilato all’interno del Parco nazionale dei Sibillini. Io mi sono affidata ad una guida escursionistica perché il percorso  non è dei più facili, basta cercare on line escursioni in quella zona e vi appariranno diverse opzioni. Il punto di partenza fissato era a Castelluccio di Norcia, quindi come si suol dire “ho preso due piccioni con una fava” perché davanti ai miei occhi si è aperto uno scenario unico, che capita una volta all’anno: la fioritura delle lenticchie.

Campi in fiore

Vedrete campi completamente colorati, dalle tonalità del viola, al rosso fino ad arrivare al giallo.
Sembrano delle pezze di stoffa adagiate una di fianco all’altra da quanto sono nitidi i confini.
L’atmosfera è resa ancora più suggestiva da balle di fieno e campi di papaveri. Tantissimi visitatori accorrono ogni anno in questo posto per ammirare questa meraviglia della natura. A Castelluccio di Norcia si trova inoltre il bosco a forma di Italia.
Ma torniamo al vero obiettivo della giornata: il trekking al Lago di Pilato.
Le vie di accesso sono diverse, ma noi abbiamo fatto la più semplice o comunque una delle più semplici anche se il percorso è stato molto lungo, ma il dislivello era minore rispetto agli altri percorsi e le salite più graduali. Dopo esserci muniti di tutta l’attrezzatura necessaria, indispensabili gli scarponi da trekking, almeno due litri d’acqua a testa e la macchina fotografica ( pranzo al sacco, crema solare, cappello, occhiali da sole, giubbino anti- vento e anti-pioggia e una maglia termica) siamo partiti da un sentiero proprio di fronte alla piana in fiore e abbiamo iniziato il nostro cammino. Dal punto di partenza al lago sono circa 9,5 km e ci abbiamo impiegato circa 3,5 h con un passo non troppo veloce. Si cammina sul sentiero battuto in terra e su diverse pietraie ma non ci sono punti troppo difficili. Durante il cammino incontrerete greggi di pecore, stelle alpine e tanti altri fiori di montagna. In questo periodo il sentiero è parecchio battuto quindi incontrerete  diversi gruppi con lo stesso vostro obiettivo.
Dopo l’ultima fatica e cioè l’ultimo tratto in salita i vostri occhi saranno appagati da uno spettacolo magnifico, il lago con gli occhiali; si tratta infatti di due specchi d’acqua adiacenti, separati da una piccola striscia di terra. E’ un lago di origine glaciale a 1940 m di altitudine ed ha una straordinaria particolarità: è l’unico luogo sul pianeta in cui vive un piccolo crostaceo di colore rosso chiamato Chirocefalo del Marchesani. Anche se non indicato a dovere, c’è il divieto di avvicinarsi a più di 5 m dal lago proprio per non contaminare l’ambiente e non mettere a rischio la procreazione di questo crostaceo che depone le proprie uova sotto le rocce dove invece spesso le persone si appoggiano per scattare fotografie.

Lago di Pilato

E’ un luogo veramente affascinante e suggestivo di suo, ma questa magia aumenta ulteriormente in relazione alla leggenda che sopravvive da centinaia di anni.
Il nome Il Lago di Pilato deriva infatti dalla tradizione locale che racconta che in questo luogo sia precipitato il carro trainato da buoi che trasportava il corpo di Ponzio Pilato, per suo stesso volere. Proprio per questa leggenda-madre, che ne faceva un luogo maledetto, Il Lago di Pilato divenne dal medioevo un crocevia di maghi e negromanti.
In realtà, come spesso accade la funzione delle leggende è proprio quella di spaventare glia abitanti del posto, ed anche in questo caso era così, era un mezzo per impedire alla popolazione di avventurarsi in un luogo così pericoloso.
Tra leggende e campi in fiore è finita questa  bellissima giornata, vi consiglio di andare a visitare questo luogo incantevole. Da fine giugno fino a metà luglio circa potreste abbinare il trekking alla fioritura, ma in tutti gli altri periodi dell’anno potrete poi visitare i caratteristici paesini limitrofi come Visso, Norcia, Cascia o spingervi oltre fino a Spoleto o Terni.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.