La Grotta di San Paterniano
La destinazione di oggi è sotterranea, vi porto alla scoperta della Grotta di San Paterniano a pochi km da Fano.
La storia della grotta
San Paterniano fu il primo Vescovo di Fano (oggi Patrono), per ben 42 anni e la storia si intreccia con la leggenda.
Sembra che nel 303 d.C., in epoca di persecuzione ai Cristiani, San Paterniano abbia avuto in apparizione un angelo che lo invitava a lasciare la città per raggiungere Egitto, un luogo non lontano da Fano, a destra del fiume Metauro.
Oggi questa località corrisponde a Monte S. Angelo in Ferriano, località Caminate di Fano e non è dato sapere se il nome Egitto apparteneva alla zona già prima del suo spostamento o venne cambiato in seguito per ricordare la fuga del Santo.
La Grotta di San Paterniano
La grotta è a forma di T, con il corridoio principale lungo circa 18 metri e i due bracci lunghi circa 14 metri. La sua altezza è di circa 3 metri ed è larga 2,5 metri, quindi ci si sposta comodamente in posizione eretta.
Grazie alla sua struttura talmente solida, è arrivata fino ai nostri giorni, conservandosi quindi per 1700 anni.
Ai tempi di San Paterniano l’entrata non era la stessa che utilizziamo noi, essendo un rifugio doveva mimetizzarsi ed essere rintracciabile il meno possibile, per questo i monaci si calavano nella grotta attraverso due lucernai che rimanevano poi sempre chiusi. Accanto ad essi però vi erano delle piccole fessure per illuminare ed arieggiare l’ambiente.
Alcune tesi considerano la grotta una catacomba, mentre altre la vedono come una vecchia cisterna o un granaio risalente all’epoca dei romani, caduto poi in disuso e riutilizzato come rifugio ai tempi delle persecuzioni.
Molto probabilmente poi, in un secondo momento venne utilizzata anche per la sepoltura dei defunti.
L’unica cosa certa è che dopo il rifugiarsi dei cristiani, questo luogo divenne sacro e oggetto di culto e venerazione.
Quando San Paterniano tornò a Fano, il luogo non venne completamente abbandonato, ma rimasero qui alcuni monaci per continuare una vita austera e meditativa.
Alla loro morte, la memoria collettiva della grotta iniziò a diminuire, fino a perdersi completamente.
Solo secoli dopo, la grotta venne ritrovata da 3 cacciatori di San Costanzo con all’interno 3 oggetti: un crocifisso, un quadro di San Paterniano e i monaci e un dipinto su tavola della Madonna con il Bambino.
Non si hanno fonti scritte dell’intera storia della grotta ma sembra che il racconto orale sia continuato nei secoli, fino a portarlo ai giorni nostri.
La grotta ai giorni nostri
La grotta si trova in una proprietà privata ma è visitabile.
Sulla proprietà sorge il ristorante agriturismo “La Grotta“, dove vi invito a fermarvi per gustare la cucina tipica del territorio e per staccare la spina dalla vita cittadina, considerando che da qui si ha una visuale meravigliosa sulle campagne, fino ad arrivare alla città di Fano e al mare.
Ringrazio Filippo per avermi mostrato la grotta e fornito le informazioni.
Una volta in zona vi consiglio di visitare la Chiesa e Confraternita di Santa Maria del Suffragio a Fano, la Pinacoteca Civica di Fano o di intraprendere il Sentiero della Valle dei Tufi.
Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.