Italia, Marche

Perdersi in un labirinto di mais

Ehi ehi ehi, ieri sono stata in un luogo particolare, fuori dal comune e devo assolutamente parlarvene in quanto è possibile visitarlo solo fino a settembre.
Non si tratta di un viaggio e nemmeno di un weekend, ma di una serata o di un pomeriggio per chi vive in zona o può rappresentare la scusa per una visita alla città un po’ più lunga.
Avete voglia di perdervi?! Allora venite con me al labirinto di mais a Senigallia.
Si tratta di un vero e proprio labirinto realizzato in un campo di mais di circa 5 ettari ( se non ricordo male), che ogni anno riproduce scenari diversi. Nel 2018 è dedicato al compositore Gioacchino Rossini e nel 2019 al tema della fotografica. Quest’anno è dedicato a Raffaello Sanzio. Avete tutto il tempo che volete per percorrerlo senza fretta, abbandonandovi al piacere di perdersi e poi ritrovarsi.
Inizialmente le piante di mais non sono molto alte, ma appena vi addentrerete maggiormente arriveranno anche a 3 metri d’altezza, così da farvi perdere completamente l’orientamento.
Durante le giornate di apertura vengono poi realizzati degli eventi speciali, serate a tema,labirinti di paura, ovvero un’imperdibile serata da incubo con animazione horror lungo i percorsi del labirinto di mais.

In effetti non vi avevo ancora detto che è possibile fare la visita anche in notturna in quanto gli orari di apertura sono dalle 18:00 alle 22:30 dal mercoledì alla domenica.
Io e i miei amici per non farci mancare nulla siamo entrati con la luce e siamo usciti che era buio, così da provare il percorso in differenti condizioni.
Se decidete di farlo in serata ricordatevi di portarvi almeno una torcia, per il resto non si richiede nulla di particolare, tranne logicamente un abbigliamento comodo e magari una bottiglietta d’acqua.
Raggiungerlo è molto facile, si trova vicino al casello autostradale e anche vicino al centro di Senigallia…che potete visitare prima o dopo aver fatto il labirinto di mais.
Senigallia è una città molto viva, soprattutto nella parte del lungomare, ma anche il centro storico è molto carino e ospita spesso eventi e manifestazioni particolari.
Non mi resta che augurarvi di perdervi e poi ritrovarvi nel bellissimo labirinto….un’idea per trascorrere una serata diversa.
Alla prossima,
Viaggiatrice seriale.

PS: il costo del biglietto d’entrata è di 5 euro e all’ingresso vi verrà consegnata una piantina del labirinto, da utilizzare nel caso in cui non ritroviate l’uscita.
PPS: per ulteriori informazioni potete consultare il sito.
PPPS: è aperto dal 11 luglio al 13 settembre 2020.

Italia, Trekking, Umbria

Dormire tra gli alberi non è più un sogno: ecco il Tree Tents Trekking

Dormire all’interno di un bosco in una tenda sospesa tra gli alberi non è più un sogno di grandi e piccini… è diventata una bellissima realtà e per trasformarlo da desiderio a qualcosa di concreto, non vi resta che partecipare ad un Tree Tents Trekking.
La Forestalp è la prima in tutta Italia che propone questo tipo di campeggio;io ho avuto il piacere di prendere parte alla “data zero” e ne sono rimasta completamente affascinata
Praticamente si dorme in particolari tende, un incrocio con delle amache possiamo dire, concepite per essere letteralmente appese agli alberi.

Potenzialmente la tenda potrebbe essere montata a qualsiasi altezza, ma c’è da considerare che poi in qualche modo bisogna salirci! 🙂
Le tende sono sia doppie che triple e il pernottamento è legato ad una escursione di trekking di due giorni.

Immaginatevi un bosco di faggi, nessun rumore oltre al canto degli uccelli e allo scricchiolare delle foglie sotto i piedi che in piena notte si trasformano in completo silenzio.

Si sente solo il vento, ci si sdraia all’interno del proprio alloggio e con gli occhi puntati al cielo, nelle serate limpide, si riescono a scorgere anche le stelle.
Lo scorso fine settimana avevamo anche la compagnia di tante lucciole che si aggiravano indisturbate tra le nostre casette volanti, creando un’atmosfera magica.
Ovviamente il pernottamento in queste speciali tende è davvero accattivante, ma ricordate che anche le attività collaterali non sono da meno; io ho trascorso due giorni bellissimi, a contatto con la natura, ammirando paesaggi meravigliosi, scoprendo piante e fiori a me sconosciuti, grazie all’aiuto degli accompagnatori e gustando ottimo cibo……perchè diciamocelo, dopo diversi km di camminata, una bella mangiata è proprio quello che ci vuole.

Potete prendere parte agli eventi in calendario che prevedono la mia stessa tipologia di weekend ma in luoghi diversi, oppure se siete già un bel gruppetto, potete prenotare un’escursione privata, che sia per festeggiare un compleanno, un addio al celibato o solo per stare in compagnia.
Per tutte le informazioni consultate il sito.
Io riguardo le foto , pensando già al prossimo incontro con le “tende volanti”.
Stavo dimenticando di dirvi una delle cose più importanti a mio avviso e cioè che l’intero progetto è volto a far rivivere i piccoli borghi dell’Appennino e a creare il minor impatto ambientale possibile.
Un grazie agli organizzatori ( e ottime guide) e ai miei compagni di “viaggio” … è stato un piacere!
Alla prossima avventura,
Viaggiatrice seriale.

voli low cost

Volotea: voli per le isole greche a partire da 19,00 € a tratta

Buongiorno viaggiatori,
la voglia di mare ha preso il sopravvento?!
E se vi dicessi Grecia?!
Se avevate intenzione di trascorrere una bella vacanzina in qualche isola greca, l’offerta Volotea fa proprio al caso vostro.
La compagnia low cost spagnola ha messo in vendita biglietti a partire da 19,00 € a tratta per raggiungere tante destinazioni, fra cui le meravigliose isole greche.

Per maggiori dettagli consultate il sito.
Alla prossima offerta,
Viaggiatrice seriale.

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Cinque destinazioni da brivido

In quanti di noi hanno provato un brivido durante una visita o vivendo un’esperienza?!
Credo proprio che la risposta sia “tutti”.
Partendo da questo concetto, oggi vi parlerò di 5 destinazioni da brivido a mio avviso e ringrazio Lemurinviaggio per la nomination e Sandra di Passaporto e colori la vera ideatrice.
Questa iniziativa mi piace molto, si ha la possibilità di vedere la diversa percezione del brivido.
Ma i brividi vengono anche di fronte ad un panorama mozzafiato, dove rimaniamo senza parole.
Partiamo con i miei, che sono un mix di brividi di paura e brividi di stupore.

1. Sorvolare il Grand Canyon in elicottero

E’ stata un’esperienza che non dimenticherò mai, avevo letteralmente la pelle d’oca.
Ci si sente minuscoli davanti a tanta imponenza e bellezza, ma allo stesso tempo sembra quasi di poter controllare tutto dall’alto. E poi ci sono anche i brividi per il volo in elicottero, da non sottovalutare!

2. Visita al Castello di Azzurrina

Passiamo ad uno scenario un po’ più tetro e ci spostiamo al castello di Montebello in provincia di Rimini. La leggenda narra che durante il solstizio di primavera si senta ancora il pianto di Azzurrina che scomparve nelle segrete inseguendo la sua palla. Oltre a questa storia, io ho fatto la visita notturna e vi assicuro che tutto il contesto rende il tutto da brividi.
Ecco l’ articolo in cui ne ho parlato.

3. Camminata subacquea alle Mauritius

Questa volta il brivido è legato ad un’esperienza davvero adrenalinica. Durante il mio viaggio alle Mauritius ho voluto a tutti i costi provare la camminata subacquea e non me ne sono affatto pentita, ma dopo averla testata, non so se avrò mai il coraggio di ripeterla. Niente di pericoloso, ci mancherebbe, la fanno anche i bambini, ma la sensazione che si prova a camminare sott’acqua con uno scafandro, a dover respirare normalmente anche se di normale non c’è nulla, è davvero forte.
Ecco l’ articolo in cui ne ho parlato.

4. Canopy in Costa Rica

Altri brividi provati in seguito ad un’esperienza avventurosa. In Costa Rica ci si può lanciare letteralmente nel vuoto con un’imbragatura attaccata ad una carrucola e si raggiungono velocità elevate, sorvolando a volte anche le punte degli alberi. A mio avviso è stato bellissimo, tanto che ogni volta che trovo una zip-line non me la posso perdere…ma la prima volta non la scorderò mai.

5. Safari in Africa

L’esperienza del safari è un qualcosa che consiglio veramente a tutti. In questa occasione ho avuto i brividi più di una volta.Addentrarsi nella savana a bordo di una jeep, aspettare e poi finalmente avvistare gli animali nel loro habitat naturale è qualcosa di veramente emozionante.
Ecco l’ articolo in cui ne parlo.

Adesso è il vostro turno, raccontatemi le vostre 5 destinazioni da brivido.

Regole per partecipare

1. Usare l’hashtag #5destinazionidabrivido
2. Nominare altri 5 blogger
3. Menzionare chi vi ha nominati (in questo caso Diario di una viaggiatrice seriale) e l’ideatrice del tagpost (Sandra di Passaporto e colori) taggandoli.
4. Emozionati!!

Nomine

A mia volta nomino

1. Destinazionemondo20
2. Trentadue perle
3. PiccoliGrandiViaggiatori
4. Stamping The World
5. I Viaggi di Monique

Alla prossima avventura,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Puglia

Puglia poco conosciuta: alla scoperta di Noicàttaro

Siete curiosi, cercate luoghi interessanti e autentici non invasi dal turismo di massa?
La vostra destinazione è la Puglia?
Allora questo articolo è proprio per voi.
In occasione della Pasqua, ho avuto la possibilità di scoprire un  comune del barese, che ad essere sincera, non avevo sentito nominare prima.
Grazie al press tour “I Riti della Settimana Santa ” sono andata alla scoperta di Noicàttaro.
Ci troviamo a circa 15 km da Bari e a 25 km da Polignano a Mare, in un territorio ricco di storia,arte, cultura  e tradizioni che merita senza ombra di dubbio di essere conosciuto.

Cosa fare?

Natura 

Indubbiamente il mare in questa regione è meraviglioso, ma qui potete immergervi nella natura attraverso una visita naturalistica in Lama Giotta.

Io l’ho testata personalmente e ne sono rimasta davvero affascinata;accompagnati dalle guide dell’Associazione Parco Paradiso, ci si inoltra alla scoperta della vegetazione spontanea della Lama,immergendosi letteralmente nel verde.Il percorso non è difficile e oltre a lecci e fitte zone boschive, potrete ammirare anche le orchidee.Sì avete capito bene, qui si trovano differenti specie di orchidee spontanee, una vera meraviglia.

Oltre a questa zona protetta, degni di nota sono gli antichissimi uliveti, con olivi centenari e gli immensi vigneti. Dovete sapere che in questa zona si coltiva ottima uva da tavola.

Arte/Cultura/Storia

Il centro storico di Noicàttaro offre spunti davvero interessanti.Sicuramente degne di nota sono le chiese, nei giorni della mia visita le vere protagoniste.

Dovete sapere che proprio qui nacque Nicola Pende, il padre dell’endocrinologia moderna; all’interno del Palazzo della Cultura si trova lo studio originale di questo illustre cittadino nojano.
Noicattàrò ospita anche un teatro all’italiana piccolissimo (non so dirvi se è il più piccolo del mondo o meno :-)) che ora è in fase di restauro: è un vero gioiellino e sono sicura che a lavori terminati sarà una meraviglia (informatevi, magari sarà già aperto durate la vostra visita).
Stemmi, simboli e incisioni…sulle pareti degli edifici di Noicattàro troverete tutto questo come testimonianza di fatti realmente accaduti.
Io ringrazio l’Assessore Vito Santamaria per tutte le sue spiegazioni, non potevamo chiedere di meglio per fare un viaggio attraverso i secoli.

Tradizioni

I nojani sono molto attaccati alle tradizioni, io ho avuto il privilegio di ascoltare i racconti della Sig.ra Rita Tagarelli e vi assicuro che sono volata con il pensiero in un’altra dimensione. Chiedete informazioni, tutti saranno ben contenti di condividere con voi la propria storia….una storia antichissima dalla quale, nonostante il tempo trascorso, sono arrivate fino ai nostri giorni le tradizioni più sentite. Sicuramente hanno un posto di riguardo tutti i riti legati al periodo pasquale, davvero suggestivi e sentiti da tutti il paese.

Cosa mangiare

Sul mangiare potrei dilungarmi per ore, ho assaggiato un piatto più buono dell’altro.
Parlando di taralli pugliesi vi consiglio di recarvi al Tarallificio Santamaria, piccolino, autentico e con prodotti di altissima qualità.
Non potete non assaggiare le orecchiette e la burrata….ancora al solo pensiero mi ritornano in mente i profumi di queste prelibatezze.

Olio ovviamente eccellente.

Dove dormire

L’Agriturismo Lama San Giorgio è meraviglioso.; oltre a riposarvi nelle bellissime camere, potrete gustare i piatti della tradizione o addirittura acquistare direttamente a km zero i prodotti dell’azienda agricola come l’olio, il vino e tanto altro.

Si trova a Rutigliano, paese limitrofo di Noicàttaro, anch’esso meritevole di una visita. Questo alloggio è perfetto per un tour alla scoperta dei comuni circostanti, come ad esempio Polignano a Mare

Credo di avervi fornito dei buoni motivi per visitare Noicàttaro, inseritelo in un tour alla scoperta della Puglia autentica.

Un ringraziamento particolare al Sindaco, all’Assessore Germana Pignatelli e a tutta la giunta comunale per questa possibilità , a Francesco del Gal Sud Est Barese per l’organizzazione impeccabile. a Patrizia e a Vito per le spiegazioni curate e dettagliate, a Rossana e a Pino per averci accompagnato e alla Puglia in generale per le sue svariate bellezze.
Ultimo, ma non per importanza, un grande grazie a tutti i miei compagni di avventura.

A presto,
Viaggiatrice seriale.

Mondo

Cosa mettere in valigia

Partiamo da questo concetto: io ODIO PREPARARE LA VALIGIA.
Detto questo, è ovviamente il passaggio che precede ogni viaggio, breve o lungo che sia….quindi volente o nolente è una cosa che devo fare, per forza.
Diciamo che tra di noi c’è un rapporto di odio-amore, come appena detto non mi piace prepararla, ma allo stesso tempo quando lo faccio sono felice, perchè VALIGIA= VIAGGIO.

Ne ho preparate diverse, sono partita da quella gigante – ora quando vedo persone portarsi dietro “la casa” mi vengono i brividi – ,per passare poi al trolley come bagaglio a mano e ultimamente prediligo lo zainone,per quasi ogni tipo di viaggio…..ma ancora non ho imparato a farla.
Tutte le volte mi auto-impongo di togliere qualcosa dalla montagna di cose che preparo, lo faccio e categoricamente torno a casa dal viaggio con vestiti mai utilizzati.Devo perfezionarmi in questo.
Bene, non so voi che rapporto abbiate con il fedele compagno di ogni viaggiatore, ma ci sono sicuramente delle cose di cui non potete fare a meno… ecco le mie 5 cose indispensabili:

1. DOCUMENTI

Scontato ma senza ombra di dubbio fondamentali.Il passaporto è la prima cosa che preparo e l’ultima che controllo di avere prima di uscire di casa.

2.CARTA DI CREDITO

Insieme al passaporto è l’unica cosa che devo avere assolutamente prima di partire…..se ho entrambi sono tranquilla e il resto in qualche modo lo recupero.
In base a dove andate, fate alzare il massimale di prelievo dalla vostra banca se necessario.

3.MACCHINA FOTOGRAFICA/CELLULARE

Per me è inconcepibile un viaggio senza fotografie, impossibile non immortalare certi istanti. In base alla meta in cui vado, scelgo se portare anche la mia macchina fotografica Reflex o solamente il cellulare….in entrambi i casi controllo sempre di aver scaricato tutte le foto e di avere la memoria libera.

4.LENTI A CONTATTO 

Essendo “cecata”, avere le lenti a contatto in quantità superiore al necessario è una cosa fondamentale. Soprattutto perché spesso nei miei viaggi c’è la componente mare e sarebbe impossibile pensare di affrontare queste giornate con gli occhiali.

5.MEDICINE

Tranquilli, non mi porto kg di medicine, ma sempre lo stretto necessario.Può essere molto utile esserne già forniti….per esempio due anni fa mi è salita la febbre in volo e per fortuna avevo già tutto l’occorrente con me e sono subito corsa ai ripari già sul volo,senza dover aspettare di toccare terra.

Per questo articolo devo ringraziare Martina del blog  Trentadue Perle  e chiedo a

Selene di Viaggi che mangi
Giorgia e Giulia di La Doppia G
Simona di Oltre le parole blog
Paola di Partyepartenze
Gloria di Vagabondainside

…e voi cosa mettete in valigia?Le 5 cose per voi indispensabili.

Questo post nasce dalla curiosità di alcuni travel blogger, viene chiesto di rispondere a questa semplice domanda e coinvolgere altri 5 blogger. Nessun obbligo ma solo la voglia, se c’è, di dire la propria! 

E voi, di cosa non potete assolutamente fare a meno?

Viaggiatrice seriale.

Feste e Sagre in Italia, Italia, Marche

Palio della Rana a Fermignano

Se anche voi amate i borghi italiani e soprattutto le feste con un’origine storica ad essi collegate, dovete assolutamente vedere il Palio della Rana.
Direzione Marche, e più precisamente andiamo a Fermignano.
In passato ( vi parlo del 1600, quindi diverso tempo fa) Fermignano apparteneva al ducato di Urbino e dopo diverse richieste di indipendenza, finalmente il 28 settembre 1607, l’ultimo Duca di Urbino, Francesco Maria II Della Rovere concesse la tanto desiderata indipendenza.
Al primo Consiglio, tutti gli abitanti del Castello di Fermignano, si abbandonarono spontaneamente a festeggiamenti popolari per celebrare l’evento.
La festa prevedeva banchetti, canti e giochi come la corsa coi sacchi, la rottura delle pignatte, l’albero della cuccagna e l’originale corsa con le rane in carriola.
Era la prima domenica dopo la Pasqua e come allora, anche oggi, il Palio della Rana si svolge sempre una settimana dopo la Pasqua.

Bandiere sulla torre

Il palio prevede 3 giorni di festeggiamenti, dal venerdì alla domenica, anche se l’evento più atteso è senza ombra di dubbio la corsa delle rane.
Il borgo – già adorabile normalmente – si veste a festa, indossando i panni di quel lontano 1607.
Per le viuzze troverete le locande dove poter consumare un buon pasto, bandiere raffiguranti i diversi stemmi delle 7 contrade sventolano fiere dai balconi e dalla torre, da dove, nella serata finale prende vita lo spettacolo pirotecnico.

Spettacolo dei musicanti

La giornata della domenica è davvero  suggestiva, avviene la rievocazione dell’arrivo della Corte Ducale di Urbino accompagnata dai musicanti e dagli sbandieratori, è poi la volta del corteo storico con tutti i partecipanti che indossano abiti d’epoca e infine sfilano gli scarriolanti, i veri protagonisti della gara.

Sfilata degli scarriolanti

La competizione si svolge in un percorso di 170 metri, lungo il quale gli scarriolanti di ogni singola batteria devono cercare di tagliare il traguardo con la rana sana, integra e in posizione di salto sulla carriola; se la rana decide di saltare, il concorrente si ferma, la recupera, la riposiziona sulla carriola e riparte.

Uno scarriolante durante la corsa, mentre la rana sta saltando a terra

Molti dicono che vincere il Palio sia una questione di sola fortuna, perché tutto dipende dalle intenzioni della rana di saltare dalla carriola in cerca di libertà….
A mio avviso si tratta di una festa molto carina, curata nei minimi particolari, sicuramente da vedere….se poi ci si aggiunge ottimo cibo, un borgo interessante circondato da altre bellezze di notevole importanza e una super accoglienza, diciamo che il gioco è fatto!
Segnatevi questo appuntamento per la domenica dopo Pasqua.
Alla prossima festa,
Viaggiatrice seriale.

P.S.: tutto si svolge nel completo rispetto degli animali, le rane non subiscono alcun maltrattamento e vengono visitate da un veterinario.

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Non smettere mai di viaggiare, anche quando….

Non smettere mai di viaggiare, anche quando…..
gli imprevisti diventano più difficili da superare.
Chi viaggia spesso, si è sicuramente trovato di fronte a diversi tipi di problemi, oggi vi racconto le mie esperienze, a tratti tragicomiche.
Il primo volo oltreoceano della mia vita è stato battezzato con un bel overbooking; praticamente hanno venduto più biglietti dei posti effettivi del velivolo e arrivati a due persone prima di noi, la signorina al check-in ci ha gentilmente comunicato che non saremmo partiti quel giorno. Tranquilli, il giorno successivo eravamo sul volo per Miami.
Diciamo che il mio rapporto con questa città non è dei più fortunati, la seconda volta che ci sono stata ho ritirato il bagaglio completamente distrutto.
Questi però sono episodi di poco conto, di quelli che capitano a tutti continuamente.
Passiamo al viaggio alle Maldive, meta sognata da tanti che però non era nei miei piani, ma grazie ad una super offerta ci è entrata di diritto.
Ecco, quella volta sono partita con un pò di raffreddore- sai quante altre volte mi è successo – che però si è trasformato in febbre alta durante il volo.
Ragazzi, praticamente deliravo in aereo, in più avevo anche uno scalo da fare e vi assicuro che lo ricordo come uno dei voli più brutti in assoluto.
Praticamente mi sono fatta il primo giorno alle Maldive  a letto.

Che mi dite dello smarrimento bagagli?!
A me è capitato nel volo di ritorno da Londra, ma essendo il viaggio terminato, diciamo che gli inconvenienti sono stati pochi.
Un’altra volta invece è andata molto peggio: viaggio itinerante di gruppo in Sud Africa…. il bagaglio non è stato mai imbarcato ed è rimasto a Bologna.
All’arrivo, quando ce ne siamo accorti e siamo andati al desk lost and found, dopo varie ricerche ci hanno comunicato proprio questa cosa.
Il bagaglio sarebbe ripartito il giorno seguente con lo stesso nostro volo, ma il piccolissimo problema era il fatto di essere un viaggio itinerante e quindi viaggiando un giorno in ritardo, il bagaglio ci avrebbe sempre inseguiti, non raggiungendoci mai.
Per farla breve,  ho acquistato lo stretto necessario nei vari aeroporti e mi sono fatta prestare qualcosa…il bagaglio è arrivato due giorni prima della partenza!
Aumentiamo il grado di gravità.
Viaggio nelle Filippine, il sogno di una vita.
Io vengo morsa da una medusa – che sarà mai direte voi -, e invece no, perché lì ci sono anche quelle velenose e tutti erano super allarmati, per fortuna non era nulla di grave ma ho avuto più paura degli sguardi preoccupati degli altri che del morso stesso.
Per due giorni profumavo di aceto visto che mi hanno fatto tenere sui tentacoli tatuati sulla mia gamba, una garza imbevuta di aceto…che per fortuna è stato successivamente sostituito dall’aloe.
Ma le Filippine ci hanno riservato tantoooooo altro.
Giorno di escursione in motorino per raggiungere una zona naturalistica. Partiamo con i soldi che avevamo, convinti di prelevare strada facendo.Acquazzone immenso subito dopo la partenza, che ci ha fatto fare una sosta non prevista sotto la tettoia di una casa, tanto era forte.
Il primo ATM non mi erogava denaro, il secondo nell’altro paese nemmeno, al terzo mi si avvicina la guardia della banca spiegandomi che tutti gli ATM riconoscevano solo carte filippine e che l’unico che facesse al mio caso era nella capitale ….ovviamente dalla parte opposta rispetto ala nostra direzione.
Tentiamo nel paese ancora dopo, in un ATM diverso da quelli visti in precedenza, che ha la brillante idea di mangiarci la carta di credito (per fortuna non viaggiamo mai con una sola carta).
Riprendiamo il viaggio e arrivati all’interno della foresta cosa succede?!Buchiamo la gomma posteriore del motorino.
Vedendoci in difficoltà, ci affianca un ragazzo in motorino a sua volta, che è stato la nostra salvezza.
Ci ha scortato fino al primo meccanico (non si riconoscono facilmente, sono praticamente uomini che maneggiano con motorini ma che io personalmente avrei scambiato per persone nelle proprie abitazioni che lavoravano sui propri mezzi).
La cosa fondamentale è stata la traduzione, il nostro amico salvatore parlava inglese, ma gli abitanti di questi paesini rurali assolutamente no. Praticamente a corto di soldi abbiamo dovuto comprare  la camera d’aria da uno e pagare poi il lavoro del meccanico.
Ringraziamo e ripartiamo, dopo 5 minuti di orologio – non sto esagerando – buchiamo di nuovo. Mi sarei messa a piangere, vi giuro.
Come un’apparizione ritorna il nostro amico che stava facendo il nostro stesso percorso, questa volta lascia a noi la sua moto e lui spinge a mano il nostro motorino fino al prossimo meccanico. Stessa procedura di prima, spendendo addirittura qualcosa in più – a loro dire la camera d’aria precedente era di bassissima qualità – e io come facevo a capirlo?- quindi si è subito bucata e questa, essendo di buona qualità costava maggiormente.
Riprendiamo il cammino, arriviamo finalmente a destinazione e ci rilassiamo un po’…anche se un altro bel temporale decide di farci compagnia.
Ci dirigiamo al ristorante, nell’attesa che tornasse il sole e ovviamente studiamo benissimo il menù ordinando senza ombra di dubbio il piatto più economico, ma almeno riusciamo a pranzare.
Il nostro itinerario prevedeva un’altra sosta poco più avanti ma il mio compagno di viaggio non ha voluto sentire ragioni e abbiamo ripreso la via del ritorno. Strada facendo avremmo dovuto fare una bella zip-line sul fiume, ci dirigiamo verso la cassa e come gradita sorpresa ci comunicano che non accettano carte di credito (luogo frequentato solo da turisti, perché accettarle mi chiedo io?) e così restiamo lì a roderci il fegato guardando tutti gli altri volare nel vuoto.
Abbiamo fatto bene i conti e i soldi ci bastano per fare benzina, raggiungiamo la capitale e assaliamo letteralmente l’ATM. Nonostante tutto non ci siamo abbattuti, abbiamo toccato con mano la generosità dei filippini e io -solo io- il giorno successivo mi sono rifatta 60 km in motorino per andare a fare la zip-line!!!!
Mai abbattersi, cercate sempre la soluzione e andate avanti.
Come ultimo regalino dalle Filippine il mio compagno di viaggio si è riportato a casa un’infezione all’orecchio, che fortuna eh!!!!?’La vera fortuna è stata averla contratta l’ultimo giorno di viaggio e aver rinunciato solo ad un’uscita per avvistare i delfini, se l’avesse presa i primi giorni sarebbe stato un vero disastro.
Ovviamente questa è solo la prima parte del racconto delle disavventure in viaggio, a breve le altre!
E voi cosa avete dovuto affrontare?
Al prossimo racconto,
Viaggiatrice seriale.

Feste e Sagre in Italia, Italia, Puglia

I Riti della Settimana Santa di Noicàttaro

La Puglia è una regione che ho visitato in più di un’occasione, una regione che amo molto e soprattutto il luogo a cui sono legati i miei più lontani ricordi di una vacanza in famiglia.
Questa volta però l’incontro con la Puglia è stato diverso, ovvero in occasione dei Riti della Settimana Santa.
Quando ho ricevuto l’invito dal comune di Noicàttaro, in provincia di Bari, non ho esitato un istante e ho confermato subito la mia presenza, troppo curiosa di assistere ad un momento così particolare vissuto da tutta la comunità.
Avevo un vago ricordo di questi riti visti anni fa in Spagna e sembra che quelli di Noicàttaro siano strettamente legati a quelli della penisola iberica: infatti la leggenda narra di un uomo spagnolo che, non volendo abbandonare le tradizioni della sua terra, continuò a praticarle anche in questo paese pugliese.
Sono riti veramente sentiti da tutta la popolazione, tutto il paese è partecipe e si percepisce nei gesti e nelle parole degli abitanti il grande senso di appartenenza e di devozione.
Sono riti legati ovviamente alla religione, ma che fondano le proprie radici in una tradizione molto antica, tramandata nei secoli di padre in figlio. Penso che, anche per un non credente sia una bellissima esperienza, l’atmosfera che si respira è quasi mistica e senza ombra di dubbio porta tutti ad un momento di riflessione.

Le processioni sono diverse e il tutto inizia il Giovedì Santo, con l’accensione del Falò sul Sagrato della Chiesa della Madonna della Lama.

Appena la scintilla si trasforma in fiamma e inizia a bruciare  l’enorme montagna di legna accumulata dai cittadini,come segno propiziatorio per un buon raccolto nei campi, il primo crocifero inizia la processione.

Falò sul sagrato della Chiesa della Madonna della Lama 

Il primo crocifero rappresenta il Cristo che inizia a vagare per i tribunali, fino alla condanna di Pilato e tutti i crociferi sognano di portare la prima croce prima o poi.

Il primo crocifero prima della partenza 

Questo momento in particolare, è vissuto con molta partecipazione, una gran folla si raduna attorno al falò e dentro la chiesa,aspettando di intravvedere il primo crocifero, che rimanendo anonimo grazie ad un cappuccio sulla testa, esce dalla chiesa scalzo, con una catena alla caviglia,un saio nero e una corona di spine sulla testa, portando da solo il peso di una grande croce di legno. Da questo momento in poi, per tutta la notte, nel centro di Noicàttaro è possibile incontrare crociferi, che sotto il peso della propria croce si spostano da una chiesa all’altra e ogni volta che raggiungono la successiva, lasciano per un momento la croce, si inginocchiano fino a raggiungere il sepolcro e si flagellano…..questo è il rito completo che circa un centinaio di crociferi compiono la notte del Giovedì Santo per chiedere perdono dei propri peccati.

Un crocifero per le strade del centro di Noicàttaro 

Ci tengo a precisare che tutti restano anonimi grazie al cappuccio che indossano, quindi non si tratta di azioni compiute per essere al centro dell’attenzione, ma di gesti molto forti,intimi e personali.

Il Venerdì Santo è caratterizzato da ben due distinte processioni.

Prima di assistere a questi momenti importanti, abbiamo avuto il piacere e l’onore di ascoltare i racconti della Signora Rita Tagarelli in merito ai Riti Sacri.

La Signora Rita Tagarelli che ci racconta le tradizioni di Noicàttaro

E’ stata un’esperienza davvero emozionante, le parole della signora Rita, storica locale e primo sindaco donna di Noicàttaro mi sono arrivate dritte al cuore, si sentiva tutta la passione e il trasporto nei sui racconti.
Alle 21:00 poi inizia la Processione della Naca durante la quale quattro crociferi trasportano la statua del Cristo morto e deposto dalla Croce nel letto di morte a forma di culla (naca).
La statua ha un peso enorme e proprio per questo motivo i crociferi sono costretti ad avanzare molto lentamente e a fermarsi ogni pochi metri; devono mantenere anche un passo ondulatorio, proprio per creare l’effetto “dondolante” tipico di una culla.
L’atmosfera è davvero suggestiva,tutte le luci vengono spente al passare della Naca e si percepisce solo una luce bluastra che illumina il corpo di Cristo che giace senza vita.

La Processione della Naca

La processione della Naca dura diverse ore e le statua è preceduta da tanti crociferi, che come il Giovedì Santo portano la croce.
Regna un silenzio assoluto, interrotto solo dalle preghiere e dalla musica.
Nel cuore della notte tra il Venerdì Santo e il Sabato Santo si svolge poi la Processione dell’Addolorata.
In questo caso viene portata in processione la statua della Madonna che vaga per le chiese di Noicàttaro in cerca del suo figlio crocifisso.
E’ accompagnata da 33 crociferi  e tocca le principali chiese, fin quando alle prime luci del mattino non arriva alla chiesa Madre e finalmente termina la ricerca, trovando il corpo del figlio.
Anche questo è un momento di grande commozione, coinvolgimento e dolore, dolore di una madre che perde il proprio figlio.
Questi sono stati i momenti che ho potuto vivere in prima persona e che mi hanno fatto emozionare e riflettere.
Negli ultimi anni la Settimana Santa nojana è diventata un appuntamento imperdibile per molti pugliesi ma anche per molti turisti e dopo averla vissuta personalmente vi consiglio di farci un pensierino per l’anno prossimo perchè ne vale veramente la pena.
Ci si immerge in un’atmosfera fatta di ricordi, tradizioni, fede ed emozioni, un mix perfetto per vivere appieno la Pasqua.
Oltre ai Riti Sacri, Noicàttaro offre tanto altro e presto ve ne parlerò.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Emilia romagna, Italia

Il Grand Hotel di Rimini: storia del turismo balneare dal Kursaal ad oggi

Chi non ha mai sentito nominare il Grand Hotel di Rimini?!
Nessuno credo, eppure in pochi ci sono stati.
Effettivamente diciamo che non è per tutte le tasche e proprio per questo motivo, io ho approfittato delle Giornate Fai di primavera per vederlo dal vivo.
L’ho sempre e solo associato al grandissimo regista Fellini, ma facciamo un passo indietro.
Dovete sapere che verso la seconda metà del 1800 venne edificato, poco distante da dove oggi sorge questo famoso hotel, il Kursaal.
Ovvero? Vi starete chiedendo.
Ho scoperto essere un maestoso edificio, -costruito seguendo le caratteristiche dei Kursaal già edificati nelle grandi città – prettamente legato al turismo balneare:letteralmente significa “sala di cure”.
In quegli anni infatti si sviluppò il turismo marittimo, nobili austroungarici si recavano in queste zone proprio per beneficiare del clima costiero.
La clientela era ovviamente composta solo da persone molto facoltose, nobili clienti del famoso Kursaal, edificio in stile Liberty.
Oltre alla struttura principale vi erano anche una palafitta che dava direttamente sul mare,l’idroterapico e un capanna svizzera, ovvero una sorta di rimessa utilizzata in inverno come magazzino per le attrezzature marine e in estate come parcheggio delle carrozze degli ospiti.
Con il tempo quest’ultima cambiò utilizzo,divenne una sorta di ristorante dove si gustavano piatti poco pretenziosi ma di ottimo gusto,molto apprezzati dai turisti che la preferivano alla cucina chic – se così possiamo dire-.
L’atmosfera era molto diversa, al suo interno la luce era soffusa, forse perchè utilizzavano candele.
Immaginatevi che meraviglia: le signore con ampi vestiti, gli edifici tutti in stile liberty,il Kursaal poco distante dal mare, dove le dame usavano fare il bagno in una sorta di cabina di legno trainata in acqua da cavalli,un parco ricco di alberi e zone riparate in cui riposarsi e passeggiare….tutto questo apprezzato e amato soprattutto dalle popolazioni del nord europa.
E’ proprio da quei tempi e grazie alle proprietà curative dell’acqua di mare, che iniziò il turismo nella costa romagnola, arrivato fino ai giorni nostri seppur modificandosi drasticamente nel corso degli anni.
Il Kursaal offriva ogni genere di servizio ai suoi ospiti, ma questo non fu sufficiente a mantenerlo in vita.
Dove era ubicata la capanna svizzera,tanto apprezzata dai turisti,oggi sorge il famosissimo Grand Hotel.
Edificato nel primo decennio del 1900,con una facciata ricca di elementi in stile Liberty,è arrivato fino a noi in tutta la sua magnificenza.

Grazie alle Giornate del Fai sono riuscita ad entrare ed è stato come sentirsi dentro ad un film.
La hall è meravigliosa, immensi lampadari brillantinosi illuminano tutti gli ambienti, un piccolo corridoio sull’ala sinistra ricorda i tempi passati grazie alle vecchie foto in bianco e nero appese alle pareti, una vecchia cabina telefonica – anch’essa di un’eleganza unica – troneggia imponente davanti ad una parete.
La sala Federico Fellini sfoggia un immenso divano rosso sormontato da un grandissimo specchio, il bar rievoca tempi passati con il suo stile antico e la sala – utilizzata come sala da pranzo ai giorni nostri – è davvero un sogno.

La terrazza esterna con i tavolini e le sedie in ferro bianco mi trasmette romanticismo, mentre il giardino,seppur molto più piccolo di quello originale, è davvero una chicca.

Sembra che il periodo di maggior splendore del Grand Hotel di Rimini sia finito nel 1914 all’incirca, durante la prima Guerra Mondiale rimase chiuso per due anni, mentre durante la Seconda Guerra Mondiale divenne il quartier generale degli alleati.

Ritornata la calma, tornò ad essere il fiore all’occhiello della città di Rimini,anche se non raggiunse mai più i livelli iniziali, sembra neppure ai tempi di Federico Fellini.
Resta il fatto -secondo me- che rimane uno degli edifici più spettacolari della zona e merita di sicuro di essere visto…..nel 1984 è stato addirittura eletto patrimonio nazionale.
Alla prossima scoperta,
Viaggiatrice Seriale.