Lo scorso fine settimana sono stata in Belgio e una giornata l’ho dedicata alla visita diAnversa.
Letteralmente il nome della città significa “lanciare la mano”o “mano tagliata” e sembra che derivi da un’antica leggenda.
Si narra che la città fosse controllata da un terribile gigante, Druoon Antigoon che tagliava le mani ai marinai che dovevano approdare al porto e si rifiutavano di pagare un salato pedaggio.
Un giorno un legionario romano, Silvius Brabo lo sfidò a duello e riuscì a vincere tagliando una mano all’enorme mostro e gettandola poi nel fiume Schelda.
Da questo episodio deriva il nome Hand-Werpen.
In città troverete diverse testimonianze di questa vicenda, a partire da una grande fontana con statua di un gigante con una sola mano al centro della piazza principale;la vera chicca però sono dei biscottini a forma di mano mozzata che troverete solamente in questa città e che sono davvero ottimi….non perdeteveli.
In un’altra zona invece potrete trovare una scultura di una mano mozzata ,così grande che è possibile sedersi sopra ed infine non mancano gli squisiti cioccolatini sempre a forma di mano.
Diciamo che la leggenda ha dato i suoi frutti!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Questi giorni sono per le notizie super utili! 🙂
Sono tornata da 4 giorni da Miami e dopo avervi parlato del noleggio bicicletta per percorrere le piccole distanze, oggi passiamo a tratti più lunghi.
Di sicuro qualcuno di voi già lo conosceva, ma per me è una novità e mi sono completamente innamorata!
Mi ha sicuramente migliorato la vacanza (in termini economici intendo).
Sto parlando di UBER ovvero un servizio di trasporto automobilistico privato.
Praticamente è cose se fosse un taxi ma con prezzi nettamente inferiori.
Il tutto avviene solamente tramite una APP da scaricare, in questo modo inserendo la propria posizione sullo schermo compaiono tutti gli Uber in zona e viene assegnato un autista.
Mette in contatto diretto passeggeri e autisti.
Confermando la corsa l’autista si dirigerà verso la vostra posizione e voi potrete tenere monitorati i suoi spostamenti in quanto sul display del vostro smartphone la macchinina si sposterà verso di voi,indicando i minuti rimanenti.
Comparirà anche il nome dell’autista, la foto con il modello della macchina e il colore,così da poterla riconoscere al volo.
La corsa può essere privata (e avrà un costo maggiore) o può anche essere condivisa con altre persone e in questo modo il prezzo scende ulteriormente.
Uber aspetterà nel punto da voi indicato per 2 minuti,se entro questo lasso di tempo non vi presenterete ripartirà addebitandovi la corsa.
Non vi ho ancora detto infatti che per registrarsi serve la carta di credito e tutti gli addebiti arriveranno direttamente lì,evitando quindi il passaggio di denaro e comunque la perdita di tempo relativa al pagamento.
Esistono varie tipologie di auto,tutte comunque sono nuovissime e tenute in ottime condizioni.
Se l’autista non vi trova vi chiamerà o vi invierà un sms per riconoscervi.
E’ un metodo molto utilizzato, e da come mi hanno detto sono già alcuni anni che esiste.Io come vi ho detto in precedenza non lo conoscevo e mi ha sicuramente migliorato la vacanza diminuendo il costo dei taxi. Facile ed economico,ve lo consiglio al 100%.
Buon viaggio! 🙂
Alla prossima news,
Viaggiatrice seriale.
Miami è nell’immaginario di tutti una città ricca di divertimento e di sole!
Risposta esatta,ma ha anche tanto altro.
Per vedere tutto e spostarsi come,dove e quando si vuole senza spendere una fortuna, io vi consiglio di noleggiare una bicicletta.
Il meccanismo non è lo stesso della macchina,non avrete la bici sempre con voi,adesso vi spiego come fare.
Per tutta la città ci sono disseminate delle stazioni di bici,dove vedrete parcheggiati diversi mezzi.
Stazioni sparse per tutta la città
Prima di poterne usare una dovrete sottoscrivere un abbonamento, basta andare sulla Washington Avenue al numero 723 al Citi Bike (aperto tutti i giorni dalle 10 alle 18) e delle ragazze vi faranno subito registrare consegnandovi poi una piccola tesserina da utilizzare in ogni movimento relativo al mezzo a due ruote.
Tesserina
A seconda di quanto tempo resterete in città ci sono diversi abbonamenti, se ci state anche solo una settimana vi conviene fare quello da un mese che costa 35 dollari e potrete utilizzare la bici per 60 minuti consecutivi.
Se non ricordo male infatti il prezzo per mezz’ora o per una giornata è molto alto rispetto a quello che vi ho appena spiegato.
Beh, poi valuterete voi!
Occorre pagare con carta di credito e il gioco è fatto.
Ricevuta la tesserina recatevi nella stazione più vicina,spingete il bottone, avvicinate la tesserina, aspettate di vedere 3 volte la lucina verde,spingete in avanti e poi togliete dalla postazione la bici e…… pronti a pedalare!
Dove prendere e restituire la bici
In questo modo potrete spostarvi continuamente in città,cambiare spiaggia o anche solo allontanarvi di qualche via senza perdere troppo tempo a piedi.
Potrete arrivare anche a Downtown….le piste ciclabili sono ovunque,è davvero progettato bene!
Ciclabili ovunque
Allora buona pedalata e buon mare!!!!
Io sono arrivata anche alle isole dove vivono i vip! 😉
Il Sudafrica è tanta roba!
Passatemi la frase, ma è proprio così.
Se ripenso al mio viaggio, la prima immagine che mi ritorna agli occhi è senza dubbio quella dei pinguini di Boulders Beach, e poi l’immenso senso di libertà provato a Capo di Buona Speranza.
Ma oggi voglio raccontarvi un’altro aspetto di Cape Town, allontanandosi di circa 50km dalla città, si raggiunge la meravigliosa regione vinicola del Capo.
Per chi non lo sapesse, il Sudafrica è un gran produttore di vini.
A bordo di un pullman abbiamo raggiunto Stellenbosch, un piccolo gioiello di architettura Cape Duth, con uno stile aggraziato, dove il barocco nord europeo si fonde con materiali sudafricani, come canne e calce di conchiglie.
I primi a stabilirsi in queste zone furono gli olandesi e gli ugonotti e il nome della cittadina deriva proprio da Simon Van Der Stel, uno dei primi governatori della colonia olandese.
Facilitati dal clima mediterraneo, furono gli ugonotti a dare inizio alla viticultura nella valle: pensate che ancora oggi l’industria vinicola è una delle principali industrie del paese.
La giornata è iniziata con un giro alla scoperta della cittadina, passando di fronte a dimore storiche e alla chiesa principale, ma la vera punta di diamante sarebbe stata la degustazione di vini presso un’azienda locale.
Il paesaggio circostante è qualcosa di meraviglioso, colorati vigneti alle spalle dei quali troneggiano imponenti montagne riempivano i nostri occhi……davvero unico.
Accompagnati da una guida abbiamo visitato la cantina, facendoci un’idea generale di tutti i passaggi per la produzione di pregiati vini,fra cui il Pinotage, nato dall’unione fra altri due vini e prodotto tipico del Sudafrica.
Il tour è proseguito poi con una degustazione di 5 differenti vini della zona, il tutto in una cornice davvero suggestiva: all’ombra di un’immensa quercia, di fronte ad un prato curato nei minimi particolari, seduti ad un tavolo in ferro bianco……sembrava quasi finto da quanto era perfetto.
Siamo stati davvero fortunati, in quanto un noto enologo italiano (quindi perfetto per la lingua 😉 ) ha condiviso con noi il suo sapere e ci ha fatto apprezzare maggiormente tutta quella bellezza.
Dopo aver ingerito diverso vino, era il caso di mettere nello stomaco anche qualcosa di solido, così siamo andati a pranzo in un altro luogo da sogno, un ristorante con un’intera vetrata che spaziava sulla valle piena vi vigneti!
Se andate a Cape Town, Cape Winelands è una tappa obbligatoria, anche per chi non è troppo amante del vino perché la vista e il panorama valgono già da soli la visita.
Tantissime cantine organizzano visite guidate con degustazioni.
Alla vostra salute!!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Una piccola meraviglia incastonata in un paesaggio mozzafiato,questa è Fiorenzuola di Focara.
Ci troviamo sul Monte San Bartolo (in provincia di Pesaro-Urbino) e al confine fra Marche ed Emilia Romagna sorge questo piccolo borgo.
Percorrere le strade tortuose della riserva naturale in moto o con un’auto cabrio sarebbe proprio il top, si macinano chilometri ammirando un paesaggio davvero suggestivo: dall’alto del promontorio si può ammirare il meraviglioso mare che bagna questa parte di Italia ed un lungo tratto di costa a strapiombo sull’Adriatico.
Panorama dal monte San Bartolo
Con negli occhi ancora queste immagini spettacolari fermatevi ai piedi del piccolo borgo e addentratevi oltrepassando la porta d’ingresso, sopra la quale vi è esposta una lastra con un passaggio della Divina Commedia, affiancata dalle immagini del sommo poeta. « Poi farà sì ch’al vento di Focara, non farà lor mestier voto né preco »
Dovete infatti sapere che Dante citò questo gioiellino proprio ne XXVIII canto dell’Inferno.
Porta d’accesso al borgo di Fiorenzuola di Focara
Salite per il vicolo principale e raggiungete il punto di massima altezza, il campanile della vecchia chiesa di Sant’Andrea che dalla sua altezza domina tutto il territorio: da qui la visuale è davvero pazzesca.
Campanile
Riuscirete a vedere anche la spiaggia proprio sotto di voi…e se volete raggiungerla,incamminatevi per il Sentiero dell’Amore.
Scattate qualche foto e fermatevi a contemplare l’orizzonte da una delle panchine posizionate sotto gli imponenti alberi.
Veduta dalle panchine
Il nome “Focara” deriva dagli innumerevoli fuochi che venivano accesi sul promontorio per segnalare la presenza dello sperone di roccia ai naviganti; sembra risalga ai tempi dei romani.
Se ci andate d’estate non potete assolutamente perdervi la spiaggia sottostante, anche se non sarà una passeggiata raggiungerla vi assicuro che ne vale la pena.
Se la stagione invece non è adatta per un bagno, continuate in direzione dell’Emilia Romagna e in soli 10 km vi ritroverete a Cattolica.
L’ultima opzione invece interessa (comunque tutti) gli amanti di storia, dopo Fiorenzuola potrete visitare le altre zone difensive limitrofe,come Casteldimezzo e Gradara; esse infatti facevano tutte parte del sistema difensivo per il controllo del confine fra ravennati e pesaresi.
Un altro scorcio da non perdere si trova girando a destra prima di oltrepassare la porta d’ingresso, passate sotto ad un piccolo arco e davanti ai vostri occhi vedrete il blu del mare; anche da qui partono sentieri per raggiungere la spiaggia.
Fiorenzuola vanta anche un museo interessante, al suo interno troverete la spiegazione dell’intera biodiversità che popola l’intera zona.
Sarà che io sono di parte perchè ci vivo vicino, ma ogni volta che ci metto piede me ne innamoro di nuovo…..quindi se siete in zona è una tappa obbligatoria!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Se vi parlo di laguna veneta, a cosa pensate?!
A Venezia, vero?!
Beh, fino a poche settimane fa commettevo anche io questo errore e oggi vi spiego il perché.
Logicamente è giusto pensare anche a Venezia, ma non solo a Venezia.
La laguna infatti è davvero grande, si parla di circa 550 chilometri quadrati e per questo interessa varie zone.
Ho avuto la possibilità di partecipare a Lagoon Sunsets, una bellissima giornata alla scoperta dei lati più nascosti della laguna organizzata dall’Assessorato al Turismo del Comune di Jesolo in collaborazione con l’agenzia Phil Fresh e mi si è aperto un mondo.
Azzerate la mente riguardo a questo argomento e preparatevi a viaggiare con me.
Siamo partiti dallo storico Hotel Bellevue di Jesolo, situato all’interno della pineta dove l’evento ha preso vita con un concerto di fisarmonica del bravissimo Paolo Forte per poi avvicinarci alla laguna a bordo di un pulmino.
Percorrendo per pochi chilometri una strada in mezzo al verde, ammirando il paesaggio circostante e attraversando campi di soia, abbiamo raggiunto in men che non si dica l’Agriturismo La Barena, situato in una posizione meravigliosa, proprio a ridosso della laguna dove
un graditissimo buffet ricco di prodotti tipici della zona ci attendeva.
Il luogo è davvero suggestivo, un ottimo soggetto per delle bellissime fotografie: prendendo un piccolo sentiero ci si ritrovava praticamente in mezzo all’acqua, completamente circondati dalla laguna e da una pace disarmante.
L’ecosistema della laguna rimane impresso negli occhi e nello spirito.
Pensate che nella Laguna Nord si trovano valli da pesca, soggiorni di fenicotteri e distese di salicornia.
Per scoprire le bellezze della laguna non c’è posto migliore che all’interno della laguna stessa, così ci siamo imbarcati su un’imbarcazione storica, costruita completamente in legno e abbiamo iniziato la navigazione in direzione dell’isola di Torcello.
Durante il tragitto si possono ammirare diverse barene, ovvero terre periodicamente sommerse, fondali, canali e le coloratissime casette dell’isola di Burano famose in tutto il mondo insieme alla lavorazione artigianale dei merletti.
Anche la navigazione è stata all’insegna del buon cibo e del buon vino (bhe in Veneto non poteva essere altrimenti), infatti abbiamo gustato anche qui prodotti della cucina locale, dai panini al cacao ripieni di formaggio fino ad arrivare ad alcuni dolci irresistibili: sento ancora il profumo di una pallina di cioccolato bianco accompagnata da una delicatissima resina….il tutto fornito dall’ agriturismo Bon Tajer.
Come detto in precedenza, la nostra meta era un’altra isola della laguna-nord, quindi dopo aver oltrepassato la casa della madre di Giacomo Casanova abbiamo messo piede sull’isola di Torcello.
Si tratta di una delle più importanti isole della laguna di Venezia che in passato ricoprì un ruolo davvero strategico :fu uno dei più antichi insediamenti che diedero vita alla Serenissima e anche dopo più di 1000 si respira il fascino indescrivibile.
Punto di forza dell’isola è senza ombra di dubbio la Basilica di Santa Maria Assunta che custodisce al suo interno un mosaico di notevole bellezza; è difficile spiegare a parole la maestosità di quell’opera. La spiegazione impeccabile della nostra guida mi ha portato indietro nel tempo, fino a condurmi ad una celebrazione con la compagnia di migliaia di persone che abitavano l’sola e lavoravano la lana.
Usciti dalla chiesa abbiamo visitato il Museo di Torcello ubicato proprio lì a fianco, che racchiude diverse testimonianze del passato.
L’isola è davvero carina, i suoi ponti sui canali che l’attraversano sono delle vere chicche….non perdetevi il “Ponte del Diavolo“, al quale inevitabilmente è legata una leggenda.
Come degna conclusione di un’ottima giornata ci siamo recati al Ristorante Villa ‘600, ricavato da un antico casolare del 1600 dove abbiamo gustato piatti della tradizione come il baccalà mantecato e il crosticcio di polenta da dove è possibile ammirare un meraviglioso tramonto.
Ma le sorprese non sono finite qui, infatti il calare del sole è stato accompagnato da un concerto della pianista Rita Marcotulli e del sassofonista britannico Andy Sheppard.
E’ stata una giornata davvero interessante che mi ha permesso di conoscere meglio la laguna: da oggi in poi non la collegherò solamente a Venezia.
Vi consiglio di organizzare un tour alla scoperta delle bellezze nascoste di queste terre, cercando di vedere sotto un’altra ottica sia Venezia che Jesolo.
Le zone si prestano anche a itinerari in bicicletta, così da essere ancora più a contatto con la natura.
Io invece credo che ci tornerò a breve, devo assolutamente approfondire tutta la storia legata al fiume Piave, che cambiò il suo corso negli anni e che fu di vitale importanza per la nascita della Serenissima in quanto tutto il legname utilizzato per creare la città passò lungo il suo corso…..ma questo è un altro discorso.
Ah, come ultima cosa (ma non meno importante, anzi) volevo ricordavi che la Valle del Piave è candidata a Paesaggio Culturale Patrimonio dell’Umanità per l’UNESCO, a dimostrazione del fatto che è ricca di bellezze!
Fateci un pensierino.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Dimmi Grecia e io sarò felice!
E si, è proprio così! Questa nazione e soprattutto le sue meravigliose isolette mi riempiono il cuore.
Ogni volta che ci sono stata non ne sono mai rimasta delusa.
Questa volta non mi sono documentata affatto, ho semplicemente accettato con entusiasmo la proposta che mi è stata fatta di andare a Paxos!
Il volo più comodo per raggiungere quest’isola è quello su Corfù da dove poi si prende l’aliscafo (o il traghetto) che in un’oretta circa vi porterà a destinazione.
Il nostro viaggio è iniziato parecchio prima, infatti siamo partiti dall’aeroporto di Treviso.
Bene, al porto di Paxos c’era ad attenderci il proprietario del B&B che avevamo precedentemente prenotato su booking, ci ha prima accompagnati a noleggiare uno scooter e poi ci ha mostrato la strada per raggiungere l’alloggio.
Appartamento molto carino, spazioso e con cucina…..ma il pezzo forte era il terrazzino che dava proprio sul mare!
Che panorama mozzafiato ragazzi!
Vista dal nostro terrazzo
Partiti in motorino abbiamo raggiunto la piazzetta, abbiamo fatto un primo giro esplorativo e poi abbiamo preso la barca per raggiungere Antipaxos.
Antipaxos è un’isola più piccola, raggiungibile in 15 minuti circa, abitata da poche persone e frequentata durante le ore diurne dai turisti e dei proprietari delle taverne.
Acqua strepitosa, grazie anche alla presenza di sassi che fanno risaltare il fondale.
Spiaggia di Antipaxos
Abbiamo noleggiato ombrellone e due lettini per un prezzo più che passabile e abbiamo trascorso le successive ore godendoci quel mare da favola.
La barchetta per il rientro passa o alle 14.30 o alle 17:30….è indifferente quella che prendete: il costo del biglietto andata e ritorno è di 12:00 €.
Noi pernottavamo a Gaios, capitale e porto dell’isola di Paxos, così una volta rientrati dal mare siamo andati alla scoperta dei pittoreschi vicoli della cittadina, ammirando le abitazioni dall’architettura tradizionale e dai colori che variano dall’ocra al rosa.
Ho amato particolarmente il lungomare con tutti i suoi localini che offrono una vista meravigliosa sulle bellissime barche ormeggiate.
L’isola non è piccola (29 kmq) e quindi non offre solo mare.
Sempre a bordo del nostro scooter ci siamo avventurati nella parte sud di Paxos ammirando lungo la strada ulivi e cipressi a perdita d’occhio!
Il nostro obiettivo era quello di raggiungere via terra il famoso arco di Tripitos che si può ammirare benissimo con un giro in barca, ma non siamo proprio riusciti nel nostro intento: l’abbiamo intravisto ma non siamo riusciti a raggiungere un buon punto panoramico da dove osservarlo pur seguendo le indicazioni ( con annessa avventura in mezzo ad un gruppo di oche 🙂 ).
Scorcio dell’arco di Tripitos
Per consolarci dal nostro piccolo fallimento siamo andati a fare un aperitivo super.
Il locale si chiama Eremitis e la vista da lì è davvero impagabile.
Sorseggiare un drink (vi consiglio solo un aperitivo perché non è un locale molto economico) ammirando il sole che scende fra le pareti di roccia bianca,illuminandole di arancione è un vero spettacolo della natura.
Tramonto da Eremitis
Cena tipica in un ristorantino sul mare,gustando il loro antipasto tipico: un mix di frittura partendo dalle verdure fino ad arrivare ai formaggi.
Secondo giorno sempre trasferimento ad Antipaxos, ma questa volta nell’altra bellissima spiaggia con pranzo annesso in una taverna deliziosa: ho mangiato dell’ottimo polipo che fino a pochi minuti prima di essere sul mio piatto stava appeso ad un filo per essiccarsi al sole.
Il mio pranzo ad Antipaxos
Scene tipicamente greche! 🙂
Di ritorno dal mare, siamo andati alla scoperta di un’altra parte dell’isola; questa volta ci siamo diretti verso nord fino a raggiungere Lakka.
Sembra quasi di trovarsi davanti ad un lago, la baia sulla quale è nato questo paesino infatti è chiusa.
Le acque limpidissime ospitano le più differenti imbarcazioni, creando come la sensazione di farle volare a pelo dell’acqua tanto è limpida.
Veduta della baia di Lakka
Abbiamo scelto una spiaggia raggiungibile solo con un piccolo sentiero a piedi e ci siamo gustati questo mare meraviglioso.
Prima di lasciare Lakka definitivamente abbiamo fatto un giretto sul piccolo porticciolo e ci siamo accorti di una miriade di localini proprio sull’acqua: se avete voglia di staccare la spina e cercate calma e serenità,questo è il posto per voi.
Sono da sempre una sostenitrice delle bellezze scoperte per caso, e anche a Paxos è stato così.
A bordo del nostro scooter, dalla parte più a nord dell’isola abbiamo deciso di raggiungere Loggos, un paesino a metà strada prima di ritornare a Gaios e durante la strada, percorrendo la strada panoramica abbiamo incontrato delle calette strepitose,l’acqua era di un azzurro/verde quasi inspiegabile.
La voglia di fare un tuffo era troppa,così siamo scesi alla spiaggia di Marmàri: ragazzi non potete capire che meraviglia.
Spiaggia di Marmàri
Questa volta il fondale non era sabbioso, ma c’erano dei sassi di media grandezza grazie ai quali l’acqua assumeva delle tonalità che definire cristalline non renderebbe l’idea.
Una buona mezzoretta a sguazzare in questa baia dove regna la pace, non c’è nessuna costruzione e gli unici rumori sono le voci delle persone e il rumore dell’acqua che si infrange sotto ad un tuffo.
Segnatevi questo nome, perché ne vale davvero la pena.
Essendo l’ultimo giorno ci siamo fermati in un baretto che dava proprio sull’entrata del canale gustandoci un aperitivo mentre guardavamo le barche fare il loro arrivo lentamente fino a prendere posizione e gettare l’ancora.
Cena in una taverna in centro,rigorosamente a base di pita questa volta e ultimo giretto notturno fra i carinissimi vicoli pieni di negozi.
L’isola è piccola,ma offre tante possibilità quindi da me è stata promossa a pieni voti e ve la consiglio senza ombra di dubbio.
La nostra mini vacanzina è volata come sempre, ma siamo tornati a casa con dei ricordi bellissimi.
La Grecia mi riempie sempre il cuore.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Quest’estate ho avuto la fortuna di visitare Paxos (o Paxoi) e ne sono rimasta letteralmente colpita.
Da dove sarà emersa tale bellezza?
Per rispondere a questa domanda, essendo in Grecia, dobbiamo attingere per forza di cose alle leggende e alla mitologia! 🙂
Si dice che Nettuno, dominatore dei mari, volendo creare un’isola bella e pacifica, lontano dagli altri dei e uomini per dimorare insieme alla sua amante Amfitrite batté il suo tridente con forza sull’estremo punto di Corfù e si formò Paxos.
Con la botta però perse il suo tridente, che fu ritrovato più tardi dai paxani i quali lo trasformarono nel loro emblema.
Tutte le isole dello Ionio infatti hanno un emblema distinto.
Una volta creata l’isola di Paxos, si radunarono nelle vicinanze delfini,gabbiani e altri uccelli del mare e la regione si riempì di vita. Molto più tardi si accolsero pochi pastori e si formò il primo nucleo edilizio dell’isola.
La leggenda tramanda questa storia,ma resta il fatto che l’isola è qualcosa di meraviglioso, le sue acque sono così cristalline da potersi specchiare….quindi forse Nettuno ci ha realmente messo lo zampino! 🙂
Non mi resta che invitarvi a vedere tale bellezza con i vostri occhi.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Il titolo mi sembra già abbastanza chiaro, vero?!
Quando ci vuole ci vuole, perché in effetti è stata una figata pazzesca!
Il pretesto è stato un addio al nubilato, ma il risultato è stato nettamente superiore alle mie aspettative.
Abbiamo deciso di fare un’escursione in barca a vela, ma solamente una volta salite a bordo abbiamo capito che non si sarebbe trattato di un weekend di puro relax, ma anche di duro lavoro.
Eravamo 11 donne più un solo skipper e per forza di cose abbiamo dovuto aiutarlo.
Tutte nettamente ignoranti in materia ci siamo date da fare (chi più, chi meno 🙂 ) e in due giorni abbiamo imparato un sacco di cose e termini nuovi: cazzare la randa, poggiare,orzare, veleggiare, fiocco, genoa e tanto altro.
E’ stato inaspettato ma davvero interessante.
La barca a vela è sinonimo di libertà e di adrenalina.
Che equipaggio!!!
Beh, adesso non voglio spaventarvi perché ad essere sinceri non sono mancati nemmeno i momenti di relax e di ozio totale, tintarella e aperitivi con musica in sottofondo.
Siamo partite il sabato mattina dal porto di Ancona, direzione sud.
Ci siamo fermate al largo della meravigliosa spiaggia delle Due Sorelle, così da poterla ammirare da un’altra angolazione.
Proseguendo la navigazione ci siamo fermate a Portonovo per un bellissimo bagno e in tante altre calette.
Beh, logicamente i tuffi non sono mancati!!!
La barca davvero bella, un 15 metri con 2 bagni e 4 cabine ci ha ospitato alla grande, così all’ora di pranzo abbiamo gustato un primo con un sughetto di pesce squisito, tutte rigorosamente incastrate nel tavolinetto allo scoperto.
Ancora bagni e ancora tuffi fino ad arrivare per il tramonto a Civitanova Marche.
Qui siamo scese a terra, abbiamo festeggiato a dovere la futura sposa e poco prima dell’alba siamo risalite a bordo, giusto in tempo per ripartire e goderci uno spettacolo unico: l’alba in mezzo al mare.
Ragazzi che bellezza, è difficile esprimere a parole un tale spettacolo della natura.
Alba in mezzo al mare
Arrivato il giorno ci siamo concesse qualche ora di sonno (chi sotto coperta e chi all’aria aperta) mentre il nostro capitano aveva già iniziato il viaggio di ritorno.
Veleggiare è davvero bello, rendersi conto di spostarsi sul pelo dell’acqua senza sentire nessun rumore è davvero rilassante…molto meglio che andare a motore; logicamente per poterlo fare abbiamo dovuto contribuire con una serie di manovre (ormai eravamo diventate esperte).
Donna di mare! 🙂
Il sole picchiava,così abbiamo preso il largo e il pranzo della domenica è avvenuto in mare aperto.
LaRiviera del Conero è meravigliosa, ha delle spiagge bellissime e un’acqua cristallina così la scelta per i bagni è praticamente indifferente.
Ci siamo avvicinati alla Spiaggia dei Sassi Neri,a Numana e a Sirolo e in men che non si dica è finito anche il secondo giorno di navigazione.
Per me è stata un’esperienza super, anche se ho realizzato che la vita in barca non fa per me (bastano 2 o 3 giorni e non di più).
Ci siamo divertite un sacco e abbiamo fatto bagni in un luogo meraviglioso e non per ultimo abbiamo festeggiato a dovere la futura sposina!
Il Conero offre dei luoghi indescrivibili,arrivare in spiaggia dopo una lunga camminata è davvero soddisfacente, ma ammirare tutto il contesto dal mare è ancora meglio.
Il mio consiglio quindi è di farsi almeno un’escursione in barca…..non necessariamente con una barca a vela di 15 metri! 🙂
Alla prossima avventura,
Viaggiatrice seriale.
Vedere da vicino i pinguini nel loro habitat è sempre stato un mio sogno, così quando ho scoperto di poter andare inSudafrica mi si è riempito il cuore di gioia.
Avevo visto tantissime foto di questi simpatici animali,ma non avrei mai pensato di riuscire a vederli con i miei occhi.
Ebbene si, i sogni si avverano!
In una viaggio in Sudafrica, più precisamente a Cape Town è una tappa obbligatoria.
La spiaggia in cui circolano liberi questi piccoli pinguini – che non sono pinguini imperatori,ma i pinguini africani e cioè più piccini- si chiama Boulders Beach e si trova nei pressi di Simons Town.
Una volta acquistato il biglietto, alla cifra indicativa di poco meno di 3€ vi ritroverete a percorrere una passerella di legno che attraversa la spiaggia.
E’ infatti vietato toccare o avvicinarsi troppo ai pinguini, ma è possibile ammirarli da un punto panoramico.
La spiaggia si trova all’interno del Parco Nazionale di Touble Mountain, quindi tutta la zona regala degli scorci meravigliosi.
Arrivati in fondo alla passerella vedrete una moltitudine di pinguini intenti a giocare, tuffarsi in acqua dopo una corsa un pò instabile,covare o accudire i piccoli.
Credo di essere letteralmente impazzita per almeno 10 minuti, scattavo fotografie a destra e a manca, non sapevo cosa (o quale pinguino) guardare prima per non perdermi niente.
E’ un’esperienza davvero unica nel suo genere,non capita a tanti in effetti di ritrovarsi faccia a faccia con un animaletto buffo e anche un pò goffo ma che sprigiona una simpatia innata.
Ad Aprile c’erano diversi cuccioli, che si differenziano dagli esemplari adulti perchè hanno ancora tutte le piume scure e perchè venivano coccolati dai genitori.
Sapevate che i pinguini sono monogami?! Scelto un compagno, resterà quello per tutta la vita.
Come detto in precedenza è possibile ammirarli dalla passerella, ma a volte alcuni esemplari si allontanano,quindi può capitare di trovarseli in spiaggia.
Al solo ricordo mi vengono gli occhi a cuoricino, quindi non mi resta che consigliarvi di andare a fare visita agli uccelli in smoking! 🙂
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Gestisci Consenso Cookie
Utilizziamo cookie tecnici, anche di terze parti, per il corretto funzionamento del sito, per fini statistici e, previo consenso, funzionali e di profilazione. Puoi attivare tutte le funzionalità del sito cliccando su "Accetta tutto" o gestire i consensi cliccando su "Gestisci preferenze". Se chiudi il banner cliccando sulla X in alto a destra, i cookie non tecnici non saranno installati.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.