Italia, Marche

Fiorenzuola di Focara:un bellissimo borgo italiano

Una piccola meraviglia incastonata in un paesaggio mozzafiato,questa è Fiorenzuola di Focara.
Ci troviamo sul Monte San Bartolo (in provincia di Pesaro-Urbino) e al confine fra Marche ed Emilia Romagna sorge questo piccolo borgo.
Percorrere le strade tortuose della riserva naturale in moto o con un’auto cabrio sarebbe proprio il top, si macinano chilometri ammirando un paesaggio davvero suggestivo: dall’alto del promontorio si può ammirare il meraviglioso mare che bagna questa parte di Italia ed un lungo tratto di costa a strapiombo sull’Adriatico.

Panorama dal monte San Bartolo

Con negli occhi ancora queste immagini spettacolari fermatevi ai piedi del piccolo borgo e addentratevi oltrepassando la porta d’ingresso, sopra la quale vi è esposta una lastra con un passaggio della Divina Commedia, affiancata dalle immagini del sommo poeta.

« Poi farà sì ch’al vento di Focara,
non farà lor mestier voto né preco »

Dovete infatti sapere che Dante citò questo gioiellino proprio ne XXVIII canto dell’Inferno.

Porta d’accesso al borgo di Fiorenzuola di Focara

Salite per il vicolo principale e raggiungete il punto di massima altezza, il campanile della vecchia chiesa di Sant’Andrea  che dalla sua altezza domina tutto il territorio: da qui la visuale è davvero pazzesca.

Campanile

Riuscirete a vedere anche la spiaggia proprio sotto di voi…e se volete raggiungerla,incamminatevi per il Sentiero dell’Amore.

Scattate qualche foto e fermatevi a contemplare l’orizzonte da una delle panchine posizionate sotto gli imponenti alberi.

Veduta dalle panchine

Il nome “Focara” deriva dagli innumerevoli fuochi che venivano accesi sul promontorio per segnalare la presenza dello sperone di roccia ai naviganti; sembra risalga ai tempi dei romani.
Se ci andate d’estate non potete assolutamente perdervi la spiaggia sottostante, anche se non sarà una passeggiata raggiungerla vi assicuro che ne vale la pena.
Se la stagione invece non è adatta per un bagno, continuate in direzione dell’Emilia Romagna e in soli 10 km vi ritroverete a Cattolica.
L’ultima opzione invece interessa (comunque tutti) gli amanti di storia, dopo Fiorenzuola potrete visitare le altre zone difensive limitrofe,come Casteldimezzo e Gradara; esse infatti facevano tutte parte del sistema difensivo per il controllo del confine fra ravennati e pesaresi.
Un altro scorcio da non perdere si trova girando a destra prima di oltrepassare la porta d’ingresso, passate sotto ad un piccolo arco e davanti ai vostri occhi vedrete il blu del mare; anche da qui partono sentieri per raggiungere la spiaggia.

Fiorenzuola vanta anche un museo interessante, al suo interno troverete la spiegazione dell’intera biodiversità che popola l’intera zona.
Sarà che io sono di parte perchè ci vivo vicino, ma ogni volta che ci metto piede me ne innamoro di nuovo…..quindi se siete in zona è una tappa obbligatoria!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Veneto

Venezia e non solo: alla scoperta della laguna veneta

Se vi parlo di laguna veneta, a cosa pensate?!
A Venezia, vero?!
Beh, fino a poche settimane fa commettevo anche io questo errore e oggi vi spiego il perché.
Logicamente è giusto pensare anche a Venezia, ma non solo a Venezia.
La laguna infatti è davvero grande, si parla di circa 550 chilometri quadrati e per questo interessa varie zone.
Ho avuto la possibilità di partecipare a Lagoon Sunsets, una bellissima giornata alla scoperta dei lati più nascosti della laguna organizzata dall’Assessorato al Turismo del Comune di Jesolo in collaborazione con l’agenzia Phil Fresh e mi si è aperto un mondo.
Azzerate la mente riguardo a questo argomento e preparatevi a viaggiare con me.
Siamo partiti dallo storico Hotel Bellevue di Jesolo, situato all’interno della pineta dove l’evento ha preso vita con un concerto di fisarmonica del bravissimo Paolo Forte per poi avvicinarci alla laguna a bordo di un pulmino.
Percorrendo per pochi chilometri una strada in mezzo al verde, ammirando il paesaggio circostante e attraversando campi di soia, abbiamo raggiunto in men che non si dica l’Agriturismo La Barena, situato in una posizione meravigliosa, proprio a ridosso della laguna dove
un graditissimo buffet ricco di prodotti tipici della zona ci attendeva.

Il luogo è davvero suggestivo, un ottimo soggetto per delle bellissime fotografie: prendendo un piccolo sentiero ci si ritrovava praticamente in mezzo all’acqua, completamente circondati dalla laguna e da una pace disarmante.

L’ecosistema della laguna rimane impresso negli occhi e nello spirito.
Pensate che nella Laguna Nord si trovano valli da pesca, soggiorni di fenicotteri e distese di salicornia.

Per scoprire le bellezze della laguna non c’è posto migliore che all’interno della laguna stessa, così ci siamo imbarcati su un’imbarcazione storica, costruita completamente in legno e abbiamo iniziato la navigazione in direzione dell’isola di Torcello.
Durante il tragitto si possono ammirare diverse barene, ovvero terre periodicamente sommerse, fondali, canali e le coloratissime casette dell’isola di Burano famose in tutto il mondo insieme alla lavorazione artigianale dei merletti.

Anche la navigazione è stata all’insegna del buon cibo e del buon vino (bhe in Veneto non poteva essere altrimenti), infatti abbiamo gustato anche qui prodotti della cucina locale, dai panini al cacao ripieni di formaggio fino ad arrivare ad alcuni dolci irresistibili: sento ancora il profumo di una pallina di cioccolato bianco accompagnata da una delicatissima resina….il tutto fornito dall’ agriturismo Bon Tajer.

Come detto in precedenza, la nostra meta era un’altra isola della laguna-nord, quindi dopo aver oltrepassato la casa della madre di Giacomo Casanova abbiamo messo piede sull’isola di Torcello.
Si tratta  di una delle più importanti isole della laguna di Venezia che in passato ricoprì un ruolo davvero strategico :fu uno dei più antichi insediamenti che  diedero vita alla Serenissima e anche dopo più di 1000 si respira il fascino indescrivibile.
Punto di forza dell’isola è senza ombra di dubbio la Basilica di Santa Maria Assunta che custodisce al suo interno un mosaico di notevole bellezza; è difficile spiegare a parole la maestosità di quell’opera. La spiegazione impeccabile della nostra guida mi ha portato indietro nel tempo, fino a condurmi ad una celebrazione con la compagnia di migliaia di persone che abitavano l’sola e lavoravano la lana.

Usciti dalla chiesa abbiamo visitato il Museo di Torcello ubicato proprio lì a fianco, che racchiude diverse testimonianze del passato.

L’isola è davvero carina, i suoi ponti sui canali che l’attraversano sono delle vere chicche….non perdetevi il “Ponte del Diavolo“, al quale inevitabilmente è legata una leggenda.

Come degna conclusione di un’ottima giornata ci siamo recati al Ristorante Villa ‘600, ricavato da un antico casolare del 1600 dove abbiamo gustato piatti della tradizione come il baccalà mantecato e il crosticcio di polenta da dove è possibile ammirare un meraviglioso tramonto.

Ma le sorprese non sono finite qui, infatti il calare del sole è stato  accompagnato da un concerto della pianista Rita Marcotulli e del sassofonista britannico Andy Sheppard.
E’ stata una giornata davvero interessante che mi ha permesso di conoscere meglio la laguna: da oggi in poi non la collegherò solamente a Venezia.
Vi consiglio di organizzare un tour alla scoperta delle bellezze nascoste di queste terre, cercando di vedere sotto un’altra ottica sia Venezia che Jesolo.
Le zone si prestano anche a itinerari in bicicletta, così da essere ancora più a contatto con la natura.
Io invece credo che ci tornerò a breve, devo assolutamente approfondire tutta la storia legata al fiume Piave, che cambiò il suo corso negli anni e che fu di vitale importanza per la nascita della Serenissima in quanto tutto il legname utilizzato per creare la città passò lungo il suo corso…..ma questo è un altro discorso.
Ah, come ultima cosa (ma non meno importante, anzi) volevo ricordavi che la Valle del Piave è candidata a Paesaggio Culturale Patrimonio dell’Umanità per l’UNESCO, a dimostrazione del fatto che è ricca di bellezze!
Fateci un pensierino.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Europa

La Grecia che amo: Paxos

Dimmi Grecia e io sarò felice!
E si, è  proprio così! Questa nazione e soprattutto le sue meravigliose isolette mi riempiono il cuore.
Ogni volta che ci sono stata non ne sono mai rimasta delusa.
Questa volta non mi sono documentata affatto, ho semplicemente accettato con entusiasmo la proposta che mi è stata fatta di andare a Paxos!
Il volo più comodo per raggiungere quest’isola è quello su Corfù da dove poi si prende l’aliscafo (o il traghetto) che in un’oretta circa vi porterà a destinazione.
Il nostro viaggio è iniziato parecchio prima, infatti siamo partiti dall’aeroporto di Treviso.
Bene, al porto di Paxos c’era ad attenderci il proprietario del B&B che avevamo precedentemente prenotato su booking, ci ha prima accompagnati a noleggiare uno scooter e poi ci ha mostrato la strada per raggiungere l’alloggio.
Appartamento molto carino, spazioso e con cucina…..ma il pezzo forte era il terrazzino che dava proprio sul mare!
Che panorama mozzafiato ragazzi!

Vista dal nostro terrazzo

Partiti in motorino abbiamo raggiunto la piazzetta, abbiamo fatto un primo giro esplorativo e poi abbiamo preso la barca per raggiungere Antipaxos.
Antipaxos è un’isola più piccola, raggiungibile in 15 minuti circa, abitata da poche persone e frequentata durante le ore diurne dai turisti e dei proprietari delle taverne.
Acqua strepitosa, grazie anche alla presenza di sassi che fanno risaltare il fondale.

Spiaggia di Antipaxos

Abbiamo noleggiato ombrellone e due lettini per un prezzo più che passabile e abbiamo trascorso le successive ore godendoci quel mare da favola.
La barchetta per il rientro passa o alle 14.30 o alle 17:30….è indifferente quella che prendete: il costo del biglietto andata e ritorno è di 12:00 €.
Noi pernottavamo a Gaios, capitale e porto dell’isola di Paxos, così una volta rientrati dal mare siamo andati alla scoperta dei pittoreschi vicoli della cittadina, ammirando le abitazioni dall’architettura tradizionale e dai colori che variano dall’ocra al rosa.

Ho amato particolarmente il lungomare con tutti i suoi localini che offrono una vista meravigliosa sulle bellissime barche ormeggiate.
L’isola non è piccola (29 kmq) e quindi non offre solo mare.
Sempre a bordo del nostro scooter ci siamo avventurati nella parte sud di Paxos ammirando lungo la strada ulivi e cipressi a perdita d’occhio!
Il nostro obiettivo era quello di raggiungere via terra il famoso arco di Tripitos  che si può ammirare benissimo con un giro in barca, ma non siamo proprio riusciti nel nostro intento: l’abbiamo intravisto ma non siamo riusciti a raggiungere un buon punto panoramico da dove osservarlo pur seguendo le indicazioni ( con annessa avventura in mezzo ad un gruppo di oche 🙂 ).

Scorcio dell’arco di Tripitos

Per consolarci dal nostro piccolo fallimento siamo andati a fare un aperitivo super.
Il locale si chiama Eremitis  e la vista da lì è davvero impagabile.
Sorseggiare un drink (vi consiglio solo un aperitivo perché non è un locale molto economico) ammirando il sole che scende fra le pareti di roccia bianca,illuminandole di arancione è un vero spettacolo della natura.

Tramonto da Eremitis

Cena tipica in un ristorantino sul mare,gustando il loro antipasto tipico: un mix di frittura partendo dalle verdure fino ad arrivare ai formaggi.
Secondo giorno sempre trasferimento ad Antipaxos, ma questa volta nell’altra bellissima spiaggia con pranzo annesso in una taverna deliziosa: ho mangiato dell’ottimo polipo che fino a pochi minuti prima di essere sul mio piatto stava appeso ad un filo per essiccarsi al sole.

Il mio pranzo ad Antipaxos

Scene tipicamente greche! 🙂
Di ritorno dal mare, siamo andati alla scoperta di un’altra parte dell’isola; questa volta ci siamo diretti verso nord fino a raggiungere Lakka.
Sembra quasi di trovarsi davanti ad un lago, la baia  sulla quale è nato questo paesino infatti è chiusa.
Le acque limpidissime ospitano le più differenti imbarcazioni, creando come la sensazione di farle volare a pelo dell’acqua tanto è limpida.

Veduta della baia di Lakka

Abbiamo scelto una spiaggia raggiungibile solo con un piccolo sentiero a piedi e ci siamo gustati questo mare meraviglioso.
Prima di lasciare Lakka definitivamente abbiamo fatto un giretto sul piccolo porticciolo e ci siamo accorti di una miriade di localini proprio sull’acqua: se avete voglia di staccare la spina e cercate calma e serenità,questo è il posto per voi.
Sono da sempre una sostenitrice delle bellezze scoperte per caso, e anche a Paxos è stato così.
A bordo del nostro scooter, dalla parte più a nord dell’isola abbiamo deciso di raggiungere Loggos, un paesino a metà strada prima di ritornare a Gaios e durante la strada, percorrendo la strada panoramica abbiamo incontrato delle calette strepitose,l’acqua era di un azzurro/verde quasi inspiegabile.
La voglia di fare un tuffo era troppa,così siamo scesi alla spiaggia di Marmàri: ragazzi non potete capire che meraviglia.

Spiaggia di Marmàri

Questa volta il fondale non era sabbioso, ma c’erano dei sassi di media grandezza grazie ai quali l’acqua assumeva delle tonalità che definire cristalline non renderebbe l’idea.
Una buona mezzoretta a sguazzare in questa baia dove regna la pace, non c’è nessuna costruzione e gli unici rumori sono le voci delle persone e il rumore dell’acqua che si infrange sotto ad un tuffo.
Segnatevi questo nome, perché ne vale davvero la pena.

Essendo l’ultimo giorno ci siamo fermati in un baretto che dava proprio sull’entrata del canale gustandoci un aperitivo mentre guardavamo le barche fare il loro arrivo lentamente fino a prendere posizione e gettare l’ancora.
Cena in una taverna in centro,rigorosamente a base di pita questa volta e ultimo giretto notturno fra i carinissimi vicoli pieni di negozi.
L’isola è piccola,ma offre tante possibilità quindi da me è stata promossa a pieni voti e ve la consiglio senza ombra di dubbio.
La nostra mini vacanzina è volata come sempre, ma siamo tornati a casa con dei ricordi bellissimi.
La Grecia mi riempie sempre il cuore.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Europa

La leggenda sulla nascita di Paxos

Quest’estate ho avuto la fortuna di visitare Paxos (o Paxoi) e ne sono rimasta letteralmente colpita.
Da dove sarà emersa tale bellezza?
Per rispondere a questa domanda, essendo in Grecia, dobbiamo attingere per forza di cose alle leggende e alla mitologia! 🙂
Si dice che Nettuno, dominatore dei mari, volendo creare un’isola bella e pacifica, lontano dagli altri dei e uomini per dimorare insieme alla sua amante Amfitrite batté il suo tridente con forza sull’estremo punto di Corfù e si formò Paxos.
Con la botta però perse il suo tridente, che fu ritrovato più tardi dai paxani i quali lo trasformarono nel loro emblema.

Tutte le isole dello Ionio infatti hanno un emblema distinto.
Una volta creata l’isola di Paxos, si radunarono nelle vicinanze delfini,gabbiani e altri uccelli del mare e la regione si riempì di vita. Molto più tardi si accolsero pochi pastori e si formò il primo nucleo edilizio dell’isola.
La leggenda tramanda questa storia,ma resta il fatto che l’isola è qualcosa di meraviglioso, le sue acque sono così cristalline da potersi specchiare….quindi forse Nettuno ci ha realmente messo lo zampino! 🙂
Non mi resta che invitarvi a vedere tale bellezza con i vostri occhi.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Marche

Marche: in barca a vela alla Riviera del Conero

Il titolo mi sembra già abbastanza chiaro, vero?!
Quando ci vuole ci vuole, perché in effetti è stata una figata pazzesca!
Il pretesto è stato un addio al nubilato, ma il risultato è stato nettamente superiore alle mie aspettative.
Abbiamo deciso di fare un’escursione in barca a vela, ma solamente una volta salite a bordo abbiamo capito che non si sarebbe trattato di un weekend di puro relax, ma anche di duro lavoro.
Eravamo 11 donne più un solo skipper e per forza di cose abbiamo dovuto aiutarlo.
Tutte nettamente ignoranti in materia ci siamo date da fare (chi più, chi meno 🙂 ) e in due giorni abbiamo imparato un sacco di cose e termini nuovi: cazzare la randa, poggiare,orzare, veleggiare, fiocco, genoa e tanto altro.
E’ stato inaspettato ma davvero interessante.
La barca a vela è sinonimo di libertà e di adrenalina.

Che equipaggio!!!

Beh, adesso non voglio spaventarvi perché ad essere sinceri non sono mancati nemmeno i momenti di relax e di ozio totale, tintarella e aperitivi con musica in sottofondo.
Siamo partite il sabato mattina dal porto di Ancona, direzione sud.
Ci siamo fermate al largo della meravigliosa spiaggia delle Due Sorelle, così da poterla ammirare da un’altra angolazione.
Proseguendo la navigazione ci siamo fermate a Portonovo per un bellissimo bagno e in tante altre calette.
Beh, logicamente i tuffi non sono mancati!!!
La barca davvero bella, un 15 metri con 2 bagni e 4 cabine ci ha ospitato alla grande, così all’ora di pranzo abbiamo gustato un primo con un sughetto di pesce squisito, tutte rigorosamente incastrate nel tavolinetto allo scoperto.
Ancora bagni e ancora tuffi fino ad arrivare  per il  tramonto a Civitanova Marche.
Qui siamo scese a terra, abbiamo festeggiato  a dovere la futura sposa e poco prima dell’alba siamo risalite a bordo, giusto in tempo per ripartire e goderci uno spettacolo unico: l’alba in mezzo al mare.
Ragazzi che bellezza, è difficile esprimere a parole un tale spettacolo della natura.

Alba in mezzo al mare

Arrivato il giorno ci siamo concesse qualche ora di sonno (chi sotto coperta e chi all’aria aperta) mentre il nostro capitano aveva già iniziato il viaggio di ritorno.
Veleggiare è davvero bello, rendersi conto di spostarsi sul pelo dell’acqua senza sentire nessun rumore è davvero rilassante…molto meglio che andare a motore; logicamente per poterlo fare abbiamo dovuto contribuire con una serie di manovre (ormai eravamo diventate esperte).

Donna di mare! 🙂

Il sole picchiava,così abbiamo preso il largo e il pranzo della domenica è avvenuto in mare aperto.
La Riviera del Conero è meravigliosa, ha delle spiagge bellissime e un’acqua cristallina così la scelta per i bagni è praticamente indifferente.
Ci siamo avvicinati alla Spiaggia dei Sassi Neri,a Numana e a Sirolo e in men che non si dica è finito anche il secondo giorno di navigazione.
Per me è stata un’esperienza super, anche se ho realizzato che la vita in barca non fa per me (bastano 2 o 3 giorni e non di più).
Ci siamo divertite un  sacco e abbiamo fatto bagni in un luogo meraviglioso e non per ultimo abbiamo festeggiato a dovere la futura sposina!
Il Conero offre dei luoghi indescrivibili,arrivare in spiaggia dopo una lunga camminata è davvero soddisfacente, ma ammirare tutto il contesto dal mare è ancora meglio.
Il mio consiglio quindi è di farsi almeno un’escursione in barca…..non necessariamente con una barca a vela di 15 metri! 🙂
Alla prossima avventura,
Viaggiatrice seriale.

Africa

Ammirare i pinguini in spiaggia: è possibile a Boulders Beach!

Vedere da vicino i pinguini nel loro habitat è sempre stato un mio sogno, così quando ho scoperto di poter andare in Sudafrica mi si è riempito il cuore di gioia.
Avevo visto tantissime foto di questi simpatici animali,ma non avrei mai pensato di riuscire a vederli con i miei occhi.
Ebbene si, i sogni si avverano!
In una viaggio in Sudafrica, più precisamente a Cape Town è una tappa obbligatoria.
La spiaggia in cui circolano liberi questi piccoli pinguini – che non sono pinguini imperatori,ma i pinguini africani e cioè più piccini- si chiama Boulders Beach e si trova nei pressi di Simons Town.

Una volta acquistato il biglietto, alla cifra indicativa di poco meno di 3€ vi ritroverete a percorrere una passerella di legno che attraversa la spiaggia.

E’ infatti vietato toccare o avvicinarsi troppo ai pinguini, ma è possibile ammirarli da un punto panoramico.
La spiaggia si trova all’interno del  Parco Nazionale di Touble Mountain, quindi tutta la zona regala degli scorci meravigliosi.
Arrivati in fondo alla passerella vedrete una moltitudine di pinguini intenti a giocare, tuffarsi in acqua dopo una corsa un pò instabile,covare o accudire i piccoli.

Credo di essere letteralmente impazzita per almeno 10 minuti, scattavo fotografie a destra e a manca, non sapevo cosa (o quale pinguino) guardare prima per non perdermi niente.

E’ un’esperienza davvero unica nel suo genere,non capita a tanti in effetti di ritrovarsi faccia a faccia con un animaletto buffo e anche un pò goffo ma che sprigiona una simpatia innata.
Ad Aprile c’erano diversi cuccioli, che si differenziano dagli esemplari adulti perchè hanno ancora tutte le piume scure e perchè venivano coccolati dai genitori.
Sapevate che i pinguini sono monogami?! Scelto un compagno, resterà quello per tutta la vita.

Come detto in precedenza è possibile ammirarli dalla passerella, ma a volte alcuni esemplari si allontanano,quindi può capitare di trovarseli in spiaggia.
Al solo ricordo mi vengono gli occhi a cuoricino, quindi non mi resta che consigliarvi di andare a fare visita agli uccelli in smoking! 🙂

Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Emilia romagna, Italia

Oleoteca: cosa sarà mai?!Un luogo dove degustare dell’ottimo olio!

Avete mai sentito parlare di un’oleoteca?!
Io fino a pochi giorni fa ne ignoravo l’esistenza, poi sono capitata nel carinissimo borgo di Verucchio – che vi consiglio assolutamente di visitare- e me la sono trovata di fronte.
Oleoteca il Bello e il Buono.

Davanti al cartello ingresso libero non ci ho pensato due volte e sono andata alla scoperta di questa “sconosciuta”.
Il posto è carinissimo, appena entrate vi troverete essenzialmente lo shop, il negozio che vende l’olio prodotto in zona, le confetture, le marmellate,il miele e tante altre cosine buone del territorio.

Varcata un’altra porta l’ambiente cambia, la vostra attenzione verrà catturata dai tavolini disposti per la degustazione: un banco frigo espone i migliori affettati della zona e in totale relax potrete gustare uno spuntino ammirando quella che una volta era la ghiacciaia dei Malatesta.
Continuando la scoperta infatti, a pochi passi dai tavolini vi ritroverete in un altro ambiente ancora, fondamentalmente in delle grotte dove per tutto l’anno la temperatura si aggira intorno ai 14 gradi.

Sembra che in passato fosse un passaggio segreto del castello di Verucchio, trasformatosi negli anni in varie  cantine appartenenti a diverse abitazioni per essere infine murato in modo tale da delineare in modo preciso i confini.
Beh, all’interno dell’oleoteca potrete ammirare un piccolo tratto di queste grotte ancora agibile.
Come se non bastasse tutto ciò, devo aggiungere che i proprietari sono davvero carinissimi e gentilissimi,quindi un altro punto a favore di questo locale che è un mix fra un negozio e un ristorantino.
Prima di andare è inevitabile acquistare qualche prelibatezza a km 0…..io ho provato oltre all’olio la marmellata mela sambuco e la crema di cipolla!

E’ un luogo in cui si respira l’amore per la propria terra e se volete portare a casa un piccolo souvenir della Valmarecchia potrete apprezzare anche tele stampate a mano, ceramiche e cesti artigianali.
Se andate alla scoperta di questa zona tenetelo a mente, ne vale davvero la pena!

Alla prossima scoperta,
Viaggiatrice seriale.

Emilia romagna, Italia

Valmarecchia: alla scoperta di Verucchio!

Conoscete Verucchio?!
Forse sì, forse no…forse l’avete sentito nominare per il famoso Festival che si tiene ogni anno in questo periodo, che richiama tantissimi appassionati.
Ma io voglio parlarvi solo del paese questa sera.
La scorsa domenica sono partita in motorino per una piccola gita fuori porta e indovinate un po’ dove sono andata a finire? 🙂
Ci troviamo nella provincia di Rimini, nell’entroterra, precisamente in Valmarecchia.
Questa zona prende il nome proprio dal fiume Marecchia, importante sin dal passato.
Non amando le cose semplici, al posto di arrivare alla mia meta come tutte le persone seguendo le indicazioni e parcheggiando praticamente al centro del borgo, ho preferito fermarmi un po’ prima, scendere a Borgo Sant’Antonio e fare una bella camminata fra il verde prima di mettere piede nel borgo medievale.
Pensate che ho persino visto una parete di roccia per fare “palestra”!

Così facendo ho incontrato come prima cosa il Museo Civico Archeologico, ubicato nel Monastero dei Padri Agostiniani che ospita gioielli,contenitori e stoffe provenienti addirittura dall’epoca etrusca.
Non amando troppo i musei (come sapete), ho preferito gironzolare per il borgo alla cieca, scoprendo di tanto in tanto qualche angolo suggestivo.

E’ tutto restaurato ed impeccabile, la vista che si ha dalle mura di cinta è qualcosa di emozionante: campi di grano battuto, balle di fieno a perdita d’occhio.

Dovete sapere che Verucchio fu la culla dei Malatesta, la famigerata famiglia che si assicurò il controllo dell’intero territorio.
Fulcro dell’intero abitato è senza ombra di dubbio la Rocca Malatestiana, detta anche Rocca del Sasso per la sua posizione all’apice dello sperone di roccia che domina tutto il territorio.

La mia passeggiata fra le viuzze ha avuto una vera e propria colonna sonora, infatti sin dal pomeriggio si tenevano le prove per l’esibizione del Festival di Verucchio di quella sera.

Ad un certo punto la mia attenzione è stata catturata da un’insegna insolita (almeno per me ) : OLEOTECA!
Conoscete questa parola? Io fino a domenica scorsa non l’avevo mai sentita.
Si tratta praticamente di un mix fra un negozio ed un ristorantino in cui è possibile sia acquistare che degustare olio prodotto proprio in zona,insieme a tanti prodotti del territorio.

In men che non si dica mi sono ritrovata a trascorrere qualche ora fra il verde,la storia, la musica e dell’ottimo cibo.
Verucchio sei stata proprio una bella scoperta…a due passi da casa.
Se siete in zona, magari a San Marino o a Rimini fate una piccola deviazione perché ne vale la pena!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Veneto

Dove parcheggiare all’aeroporto di Treviso

Viaggiando in aereo, spesso capita di dover partire da aeroporti differenti e a volte anche “sconosciuti”.
Di sicuro quelli “di casa” avranno i propri posti segreti per parcheggiare, ma per chi viene da fuori le scelte sono obbligate.
Proprio per questo volevo dirvi 2 parole sul parcheggio all’aeroporto di Treviso.

L’aeroporto si trova proprio sulla strada, vicinissimo all’uscita dell’autostrada.
I parcheggi attigui all’entrata sono il parcheggio A e B e hanno un costo più elevato.
Superata l’entrata dell’aeroporto, se svoltate a sinistra vi troverete delle indicazioni per i parcheggi C e D molto più economici.
Dovrete percorrere solamente poche centinaia di metri e sarete arrivati a destinazione.
Nella stessa zona si trovano anche gli autonoleggi.

Una volta parcheggiata l’auto non avrete bisogno di nessuna navetta, il terminal dista pochissimo e seguendo un passaggio pedonale, prima attiguo alla strada per poi trasformarsi in una specie di tunnel in 5 minuti sarete all’interno dell’aeroporto.

Molto molto comodo.
I parcheggi A e B vi chiedono più di 20,00€ al giorno, nei parcheggi   C e D ve la caverete con circa 8 o addirittura 6 € al giorno.
Direi che vale davvero la pena farsi una piccola camminata!
E ora non mi resta che auguravi buon volo! 🙂
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Marche

Pesaro: visita alla casa natale di Gioachino Rossini

Domenica scorsa ho fatto visita a Gioachino Rossini!
Bando alle ciance, sono una concittadina del grande compositore italiano e ancora non ero mai stata a casa sua: una cosa imperdonabile.
Nel centro storico di Pesaro è possibile visitare la casa natale di Rossini.

Casa natale di Gioacchino Rossini

In effetti tutta la città ha zone a lui dedicate, perché oltre a riconoscere la sua grandezza, è anche un modo per ringraziarlo.
Dovete sapere infatti che il testamento di Gioachino prevedeva che una gran parte della sua ricchezza andasse proprio alla città di Pesaro.
Figlio di musicisti, padre musicista e madre cantante nacque nella città marchigiana il 29 febbraio del 1792 e dedicò tutta la sua vita alla musica.
Nell’edificio potrete fare una visita su tre piani distinti, ammirando le varie stanze che racchiudono cimeli e effetti personali del compositore.
Si può ammirare la stanza dove realmente nacque, dove viene narrata a grandi linee la sua vita.
Un’altra stanza è dedicata ai ritratti di Rossini, dalla giovinezza alla vecchiaia passando per delle carinissime caricature.

Caricatura del compositore

Un luogo è dedicato ai suoi ultimi giorni (anche se furono a Parigi e non a Pesaro dove morì il 13 novembre 1868) attraverso un dipinto di un suo caro amico che lo ritrae sul letto di morte e attraverso il testamento in cui nomina la sua città natale erede universale dei suoi beni.
Un’altra stanza ospita la sua spinetta da viaggio ossia una specie di piccolo pianoforte che il maestro portava sempre con se, per potersi dedicare ai suoi studi da compositore; la stanza è abbellita con lettere e autografi musicali rappresentativi di tutta la sua carriera.

Spinetta da viaggio

La mia preferita è senza dubbio la sala in cui sono esposte alcune delle sue più celebri opere come la Gazza Ladra e il Barbiere di Siviglia.

Ricollegandoci proprio a quest’ultimo, all’ingresso dell’edificio potrete ammirare una vecchia sedia da barbiere.

La casa ospita anche uno store interamente dedicato al compositore e una sala audio con punti di ascolto di opere rossiniane.

Postazioni audio con rappresentazione del Teatro Rossini di Pesaro  sullo sfondo

Se capitate a Pesaro è una tappa che dovete assolutamente fare, ne vale la pena (ingresso a pagamento).
Con ancora la musica di Rossini che mi gira in testa vi saluto.
Chissà quale sarà la prossima colonna sonora…..al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.