Eccomi finalmente approdata anche in Molise.
Era la prima volta che soggiornavo in questa regione.
Ero in un agriturismo in provincia di Campobasso ed il gestore, gentilissimo ci ha illustrato cosa potevamo visitare nei paraggi.
La nostra attenzione è stata totalmente catturata dal racconto di Civitacampomarano e così siamo andati a visitarla.
Si tratta di un paesino davvero piccolo che conta poco meno di 550 abitanti, la maggior parte dei quali non abbiamo incontrato perchè essendoci andati verso le 19.30 erano già tutti pronti per la cena.
Per essere sincera mi è sembrato quasi un paese fantasma alla prima impressione, poi però la sua particolarità mi ha catturato.
Praticamente i suoi cittadini hanno rivoluzionato i simboli dei mezzi di comunicazione: la classica cabina telefonica è diventata verde e sulla punta vanta un bel logo di Whatsapp, la buca delle lettere sfoggia una bella busta simbolo di Gmail, la bacheca per gli annunci del paese ha cambiato colore, adesso è blu con il logo di Facebook e la panchina degli anziani è diventata azzurra con un bel cartello di Twitter di fianco…….più cinguettii di lì si muore.
Punto di attrazione del paese è il castello Angioino che io per motivi di orario non sono riuscita a vedere.
Passeggiando per le stradine troverete anche diversi murales che ravvivano un pò l’atmosfera, molti della famosa artista Alice Pasquini.
Da questo progetto è nato anche un festival della street-art , il CVTA’.
Se siete in zona non perdetevi questo borgo carinissimo, la sua unicità vale una visita.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Buon sabato viaggiatori!
Vi è esplosa una gran voglia di mare in questi giorni?
Che ne pensate della Grecia?!
Se avevate in mente di trascorrere una bella vacanzina, l’offerta di Volotea fà al caso vostro.
La compagnia low cost spagnola ha messo in vendita biglietti a partire da 19,99 € a tratta per raggiungere le isole greche.
L’offerta è valida sulle prenotazioni effettuate entro il 29 maggio 2016.
Per tutti i dettagli consultate il sito.
Alla prossima offerta,
Viaggiatrice seriale.
Amate i musei ma non avete mai il tempo necessario da dedicargli?
E se ci fosse del tempo in più per godere di tanta bellezza?
La cosa è molto semplice, sabato 21 maggio 2016 si svolgerà la Notte Europea dei Musei.
Si tratta di un’iniziativa davvero interessante, dove per una notte saranno aperti al pubblico tantissimi musei oltre l’orario normale.
Infatti l’apertura straordinaria sarà dalle 20.00 alle 2 di notte e l’ingresso sarà gratuito o al prezzo simbolico di 1€.
Come citato appena sopra, l’iniziativa è a livello europeo, quindi potrete approfittarne anche se siete fuori.
Se amate l’arte, la storia o se volete trascorrere un sabato sera diverso dal solito ricordatevi di questa bellissima iniziativa.
Per vedere quali musei prenderanno parte all’iniziativa consultate il sito.
Buon divertimento.
Alla prossima,
Viaggiatrice seriale.
“L’aria, in Africa, ha un significato ignoto in Europa: piena di apparizioni e miraggi, è, in un certo senso, il vero palcoscenico di ogni evento.” – La Mia Africa-
Sono tornata due giorni fa da un viaggio meraviglioso in Africa, troppo concentrato e troppo veloce ma questo continente lascia sempre a bocca aperta.
Vi assicuro che il mal d’Africa esiste veramente, lo scoprirete fin dalla prima volta che vi metterete piede, anzi nel momento in cui rimetterete piede a casa vostra.
Il mio è stato un vero tour de force: 8 giorni, 3 stati, 6 voli, circa 30 ore di volo e tantissimo altro; non nego che sia stata dura, ma ne è valsa davvero la pena.
In seguito vi spiegherò dettagliatamente il tutto, adesso voglio solo farvi un piccolo riassunto, così da farvi immaginare il tutto.
Partita da Bologna ho fatto scalo a Londra e poi sempre con la British Airways ho raggiunto Johannesburg ma i voli non erano ancora finiti,dopo uno scalo siamo ripartiti per l’aeroporto di Livingstone in Zambia.
Stremati ma con una gran voglia di iniziare a viverci questa esperienza abbiamo raggiunto il nostro hotel, proprio di fianco alle meravigliose Cascate Vittoria.
Pensate che potevamo raggiungerle a piedi ed il primo rumore che abbiamo sentito è stato proprio il rombo dell’acqua, che non ci ha più abbandonato come del resto non ci ha più abbandonato la nuvoletta di vapore che si creava sopra il grande tuffo.
Il nostro benvenuto è stato davvero speciale, oltre ad un gruppo di ragazzi che ci ha accolto con i canti tipici dello Zambia, avevamo come compagne delle zebre che passeggiavano tranquillamente per il resort:una vera meraviglia che ci ha fatto calare subito nell’atmosfera giusta!
Nel tardo pomeriggio abbiamo fatto una minicrocera nel maestoso fiume Zambesi (il quarto fiume più lungo dell’Africa) cercando di avvistare qualche animale e godendo di un tramonto mozzafiato.
Ecco, i tramonti sono una cosa davvero meravigliosa che vi riempirà il cuore.
Il giorno successivo è stato quello all’insegna dell’avventura, iniziato con un altro confine varcato via terra: quello fra Zambia e Botswana.
Dopo i vari controlli e i numerosi timbri sul passaporto abbiamo messo piede in un altro stato, abbiamo raggiunto l’altra sponda del fiume a bordo di una barchetta (il ponte che collega i due stati è in costruzione) e una volta raggiunta la terraferma siamo partiti a bordo di una jeep 4×4 per un emozionante fotosafari nel Parco Nazionale del Chobe.
Avevo già avuto la fortuna di fare un safari, ma ogni volta è come se fosse la prima;l’attesa, le aspettative, la curiosità e l’emozione crescono a dismisura.
E così appena i nostri occhi si sono ambientati abbiamo iniziato a scorgere animali fra la vegetazione: antilopi,elefanti,zebre,giraffe,bufali,ippopotami e coccodrilli.
Un vero e proprio spettacolo della natura in tutti i sensi.
Oltre alla numerosa fauna, io sono stata completamente rapita dal paesaggio che mi circondava,sembrava un quadro di un bravissimo pittore.
L’azzurro del fiume si mescolava con il verde della vegetazione, qualche macchia di rosso/marrone dava un tocco caldo alla “tela” e gli alberi sembravano disposti nel punto preciso.
Al pomeriggio abbiamo continuato la nostra esperienza di fotosafari a bordo di una barca, ammirando gli animali dall’acqua.
Il tragitto del ritorno è stato identico a quello dell’andata, quindi altre file e altri timbri sul passaporto.
Le cene nel resort sono state tutte molto suggestive,i tavoli erano disposti sul meraviglioso prato, il silenzio regnava ovunque,”disturbato” solamente dal rumore delle cascate poco lontane da noi, la luna illuminava un cielo talmente limpido che mostrava un’infinità di stelle.
L’indomani siamo partiti a piedi per raggiungere le maestose Victoria Falls.
Uno spettacolo davvero emozionante.
Più ci avvicinavamo più venivamo completamente inglobati nel rumore assordante dell’acqua che scendeva precipitosamente.
Lo spettacolo indescrivibile è stato la visione di un arcobaleno completo proprio sopra il tuffo dell’acqua.
Ci sono diversi sentieri e diversi punti di osservazione per ammirare la meravigliosa scoperta fatta dall’esploratore David Livingstone a metà dell’800.
Dopo aver potuto ammirare una bellezza del genere abbiamo salutato lo Zambia e a bordo di un volo abbiamo raggiunto Cape Town.
Il Sudafrica vanta una produzione di vino davvero notevole,così la nostra giornata è stata dedicata alla visita della regione vinicola del Capo, di Franschhoek e di Stellenbosch con degustazione di vini in un’azienda locale e visita ai due paesini.
Finalmente era arrivato il momento tanto atteso da me in Sudafrica, la visita alla colonia di pinguini.
A Boulders Beach dopo aver fatto il biglietto di ingresso, percorrerete una lunga passerella in legno fino ad arrivare ad una specie di piazzola dalla quale ammirare i buffi uccelli che si rilassano in spiaggia.
Sono davvero tenerissimi e piccini, con una macchia rosa vicino all’occhio.
C’erano i cuccioli coccolati dai genitori, c’erano quelli che covavano e chi si tuffava nelle gelide acqua dell’oceano.
E’ una tappa da non perdere.
La mattinata è continuata nel migliore dei modi, con la visita al Capo di Buona Speranza, fino a raggiungere Cape Point, punto di incontro tra l’Oceano Atlantico e quello Indiano.
Davanti ad una vista del genere si può solamente contemplare l’enorme maestosità e bellezza della natura, è un luogo stupendo, il punto più a sud-ovest dell’Africa (non solo sud,non sbagliatevi).
Nella strada del ritorno abbiamo visitato una fattoria di allevamento di struzzi; dovete sapere che sono molto diffuse in Sudafrica.
La cena serale è stata un po’ diversa dalle precedenti,siamo andati al ristorante Gold, unico nel suo genere, dove vengono servite 14 portate differenti provenienti da tutta l’Africa….una scoperta di sapori unici.
L’intenso ma bellissimo viaggio stava giungendo al termine, infatti era l’ultimo giorno e l’abbiamo sfruttato al massimo.
Siamo andati a visitare una delle 7 meraviglie naturali del mondo: Table Mountain che avevamo sempre e solo visto dal basso.
La veduta dall’alto è impressionante, si vede tutta la baia di Cape Town e nelle giornate limpide lo sguardo può arrivare molto più lontano.
Si sale con una funicolare rotonda, che ruota durante la salita così da mostrare i diversi scorci; c’è però anche chi scala la montagna a piedi.
La nostra avventura non poteva concludersi in modo migliore,così con tantissimi ricordi e immagini meravigliose impresse nella mente abbiamo salutato questo continente stupendo e siamo tornati alle nostre vite…..con un po’ di mal d’Africa che si stava già impossessando di noi.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
E anche questa settimana lavorativa è quasi finita, quindi possiamo concentrarci su quello che amiamo alla follia: viaggiare!
Quando è gratis o a basso prezzo poi è anche meglio.
Quello che vi sto per proporre è un’offerta con la O maiuscola!
Il 27 Maggio tornerà il Riccione Day, la grande festa dell’ospitalità della città romagnola.
Come lo scorso anno, troverete tantissime attività gratuite, ingressi alle spiagge, merende, caffè, spuntini e anche un pernottamento in hotel.
Non sto affatto scherzando, la giornata del 27 sarà un vero sballo arricchita da tanti eventi, spettacoli pirotecnici, ingresso alla terme, eventi per i più piccoli e tanto altro.
Collegatevi al sito e scaricate l’intero programma.
L’iniziativa è gratuita, ma il buon senso non guasta mai, quindi pubblicizzatela sui vostri canali e sui vari social.
Speriamo di incontrarci là! 🙂
Alla prossima offerta,
Viaggiatrice seriale.
Parto subito col dirvi che non è una leggenda, ma una storia realmente accaduta.
La scorsa settimana ho fatto una visita guidata della città di Fano e ne sono rimasta davvero affascinata.
Non che sia nuova per me, per metà sono fanese….ma l’ho guardata con altri occhi scoprendo delle vere e proprie meraviglie (che presto vi racconterò).
Arriviamo al punto: la Pinacoteca civica di Fano custodisce diversi dipinti, ma noi dobbiamo prendere in considerazione solamente l’Angelo custode del Guercino.
Il poeta inglese Robert Browning, appassionato di angeli venne a Fano e quando vide l’opera del Guercino se ne innamorò letteralmente, tanto che ci tornò per ben tre volte e in seguito dedicò ad essa una delle sue più famose poesie che cita” ho bevuto la bellezza dell’angelo per tre volte” (…Venuti a Fano, per tre volte andammo A sederci per vederlo là nella sua cappella, E bere la sua bellezza fino alla soddisfazione del nostro spirito….)
In seguito venne fondato un Fan club e per potersi ritenere iscritte le persone dovevano recarsi almeno una volta nella vita a Fano ad ammirare dal vivo l’angelo custode, acquistare una cartolina e spedirla in America alla sede principale.
Sembra che nei primi anni del secolo scorso arrivò un gruppo di americani per poter ammirare dal vivo l’opera tanto decantata da Browning che seguì tutte le richieste alla lettera, ma quando i componenti tornarono in America si resero conto di essere arrivati prima delle cartoline ed il fatto apparve piuttosto strano.
Vi siete già fatti un’idea di quello che accadde?!
Le cartoline non arrivarono mai e sapete perchè?! Viaggiavano sul Titanic.
Io sono rimasta veramente a bocca aperta ascoltando questa storia….è il mio punto di contatto con l’immensa storia del Titanic.
Forse non vi farà lo stesso effetto che ha fatto a me, ma mi sembrava giusto raccontarvela.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Al confine fra Marche ed Emilia Romagna ci sono tanti bellissimi borghi che c’è veramente l’imbarazzo della scelta.
Essendo proprio di strada, ho deciso di scoprirne uno dopo l’altro.
L’ultima è stata la volta di Saludecio.
Si tratta di un borgo davvero carino e tenuto benissimo, in provincia di Rimini (anche se dista pochi km dalle Marche).
Vi si accede attraversando una grande porta che mostra la grandezza del passato, soprattutto durante il regno dei Malatesta.
All’interno del borgo medievale si possono ammirare bellissimi edifici, ma la cosa che ha completamente catturato la mia attenzione sono stati i murales su diverse facciate delle abitazioni.
Ho scoperto infatti che girovagando per le viuzze si possono ammirare più di 40 murales eseguiti in occasione della famosa festa del borgo “800Festival” che rappresentano le più curiose invenzioni dell’Ottocento.
Lasciatevi guidare dal vostro istinto per fare un giro davvero suggestivo.
Saludecio ha inoltre diversi palazzi importanti, una bella piazza, la torre civica e degna di nota è senza dubbio la chiesa parrocchiale di San Biagio Santuario del Beato Amato di cui si conserva intatto il corpo all’interno di una teca.
Il panorama che si può ammirare dalle mura è davvero eccezionale, un colpo d’occhio meraviglioso.
Questo piccolo borgo ospita diverse sagre come la già citata 800Festival e SalusErbe, una manifestazione dedicata all’erboristeria, all’alimentazione naturale e alle medicine alternative.
Io ci sono stata proprio in occasione di quest’ultima, dove Saludecio era arricchito da un delizioso mercatino allestito per le sue viette.
Se siete in zona appuntatevelo in agenda perchè una visita è d’obbligo.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Buona domenica viaggiatori!!!!
Una settimana fa mi trovavo a Budapest e oggi mi trovo davanti al mio pc ad indicarvi un modo per risparmiare qualche cosa durante un soggiorno in questa città.
Prima di partire mi sono documentata un po’ insieme alle mie amiche e alla fine abbiamo scartato l’idea di acquistare la Budapest card in quanto non ci sembrava un grande affare, l’ingresso ai musei era solo scontato e non gratuito e sicuramente non avremmo utilizzato i trasporti così tanto da coprire la spesa iniziale.
Una volta arrivate a destinazione, ci siamo fatte consigliare dal ragazzo alla reception del nostro hotel e abbiamo optato per la Budapest Sightseeing HOP-ON HOP-OF….. il solito bus che fa il giro della città con l’audio guida e si è liberi di scendere e salire tutte le volte che si vuole.
La durata minima è di 48h ed ha un costo di circa 20 euro.
Ma oltre al fatto di utilizzarlo per spostarsi nella città e di usufruire della spiegazione dei vari monumenti, si è rivelato un vero affare.
La prima volta che si sale a bordo di uno degli autobus, viene attivato il biglietto e si riceve un piccolo carnet di “biglietti” ed è proprio questo “l’affare”.
Al suo interno ci sono tanti sconti per quanti fogli presenti e si spazia da birre completamente gratuite a sconti per alcuni musei.
Noi in due giorni abbiamo sfruttato lo sconto di 500 HUF per l’ingresso alle terme di Gellert, abbiamo noleggiato gratuitamente una bicicletta all’isola Margherita, abbiamo raggiunto proprio questa meta grazie ad un giro in battello sul Danubio, abbiamo fatto merenda con un Kurtoskalacs (tipico dolce ungherese) scontato del 20%, abbiamo consumato un piatto di gulasch gratuito a pranzo e ci siamo gustate una buona birra (sempre gratuita) una sera dopo cena.
Ma i vantaggi e gli sconti sono tanti altri: massaggi, tour guidati della città, ingressi scontati ad alcuni musei e allo zoo, sconto per le terme di Szechenyi, sconti in diversi ristoranti e 2X1 sui cocktail.
Il risparmio è garantito…..vi consiglio proprio di scegliere questa soluzione!
A breve vi racconterò anche la mia esperienza!! 🙂
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Ci sono luoghi che non tutti possono vedere, per svariati motivi e quindi è giusto raccontarli e farli conoscere a quanta più gente possibile.
Questo è il caso di Villa Guerrini, di proprietà privata che però ha aderito alla campagna del FAI e in due giornate si è mostrata in tutta la sua bellezza.
Ci troviamo a Pesaro e più precisamente nel quartiere di Muraglia.
Un tempo la zona era agricola e l’edificio venne costruito come casino di villeggiatura in una posizione ben precisa – che oggi non riusciamo nemmeno lontanamente ad immaginare in quanto è stata inglobata completamente nel nucleo cittadino – su un asse che comprendeva anche altre ville del colle Ardizio ed in un punto dal quale si riusciva a controllare gran parte dei possedimenti.
Oggi l’unica cosa che riusciamo a cogliere è una linea immaginaria sulla quale si affacciano simmetricamente le cancellate rimaste.
La costruzione risale al 1787 e venne attribuita al nobile abate Vincenzo Giordani.
Proprio perché di proprietà di un religioso la villa non presentava nemmeno all’epoca grandi fasti ma era piuttosto sobria, ad esempio non ci furono mai giochi d’acqua e cose del genere ma si creò un ambiente tranquillo e sereno.
La sua posizione era strategica, proprio sulla via Flaminia dove si muoveva l’intero mondo circostante.
Oggi dall’esterno nulla tradisce la bellezza che si può godere varcato il portale d’ingresso.
Un grande giardino diviso in due parti si estende subito dopo l’entrata; la prima parte è di semplice prato verde cinto da cipressi – che incorniciano perfettamente il portone principale – mentre la seconda parte è la vera punta di diamante della struttura: le limonaie.
Quest’ultima parte si può intendere come un giardino suddiviso in aiuole quadrate perimetrate da siepi di bosso con al centro una fontana.
Due lati a prima vista possono sembrare un loggiato ma in realtà sono ben altro: si tratta di una serra per il ricovero invernale delle piante di limoni.
In passato i limoni rappresentavano un ornamento e stavano a significare che la famiglia era benestante; i frutti non venivano mangiati ma servivano solo come elementi decorativi.
Non si tratta di comuni serre,hanno la struttura in legno e sono ricoperte di tegole e non vi è assolutamente il cemento ma il “collante” è costituito da un impasto di terra e paglia…tutto questo perché sono completamente smontabili e due volte all’anno persone qualificate smontano e rimontano l’intera costruzione.
Tutto questo per esporre i vasi di limoni al sole in primavera e per ripararli dalle intemperie in autunno.
Come in origine gli enormi vasi sono 80 ed in primavera solo le piante più piccine vengono spostate ed utilizzate come decoro all’interno delle quattro aiuole.
Non avevo mai visto qualcosa di simile e vi assicuro che è stupefacente!
Vicino alle piante vi sono dei termometri che consentono di verificare che la temperatura sia effettivamente quella giusta, pensate che in inverno vengono addirittura riscaldate da alcune stufette.
Sulla destra dell’intero edificio si trova un Oratorio dedicato a Sant’Emidio (che proteggeva dai terremoti) che in passato era aperto al culto pubblico; sulla parete sinistra rispetto all’altare si può notare una grata dalla quale i nobili assistevano alle funzioni senza scendere dalle proprie stanze e mischiarsi al popolo.
La pianta dell’oratorio è di forma ottagonale anche se non è facilmente intuibile.
Dal primo proprietario, l’abate Giordani, la villa passò in diverse mani fin quando non venne acquistata da Guerrino Guerrini, ai cui eredi ancora appartiene,
Secondo me le limonaie sono qualcosa di meraviglioso e credo che a parole non si riesca ad esprimere la loro bellezza reale ma ci ho voluto provare, così da farvi scoprire un luogo che altrimenti molto probabilmente non avreste mai visto.
Immaginatevi a passeggiare fra delle aiuole curatissime, arricchite dai alcuni fiori violetti e immersi nella totale pace,dove l’unico rumore è quello dell’acqua della fontana e dove l’aria assume il profumo dei limoni che brillano con il loro giallo sulle 80 enormi piante custodite gelosamente.
Appassionati delle due ruote, questo post è tutto per voi.
In occasione della giornate Fai di primavera ho potuto visitare il Museo Morbidelli a Pesaro e sono rimasta completamente sbalordita.
Mi auto rimprovero per il fatto di non aver approfondito in precedenza questa eccellenza della mia città.
Il Museo Morbidelli è la prima collezione privata di moto in Europa e la seconda nel mondo,non so se rendo l’idea.
Tutto il merito è di Giancarlo Morbidelli.
Appassionato di meccanica fece della sua passione la sua professione, lavorando prima in una fabbrica meccanica e aprendo poi una piccola fabbrica di macchine speciali per la lavorazione del legno che divenne negli anni una delle più note al mondo.
La storia del museo va di pari passo con quella del suo fondatore che iniziò a collezionare moto fin dai primi anni dalla nascita della sua azienda, facilitato anche dalle relazioni con altre realtà industriali in tutta Europa per recuperare diversi esemplari a due ruote.
La grande passione di Morbidelli fu proprio la motocicletta e parallelamente al suo lavoro di costruttore di macchine per la lavorazione del legno, iniziò anche a costruire motociclette aiutato solamente da altre 4 persone: un ingegnere e 3 tecnici; finito il lavoro in fabbrica si recava al reparto corse dove portava tutto il suo sapere e la sua abilità.
Fu così che motocicletta dopo motocicletta, migliorando di volta in volta riuscì a conquistare 4 Titoli Mondiali Piloti e 4 Titoli Mondiali Costruttori.
Come si suol dire “buon sangue non mente” e infatti suo figlio Gianni iniziò a correre, partendo dai Go-Kart fino ad arrivare alla Formula Uno sempre supportato dal padre Giancarlo.
Nei primi anni 90 il grande imprenditore decise di cedere la sua attività e dedicarsi alla sua grande passione, le motociclette appunto.
Il vecchio stabilimento industriale, con una superficie di 3.200 metri quadri si è trasformato in un vero e proprio museo ospitando 350 motociclette, 50 delle quali sono pezzi unici al mondo.
Ammetto di non essere una patita delle due ruote ma vi assicuro che sono uscita da lì veramente soddisfatta perché dietro a quello che apparentemente può sembrare un insieme di mezzi c’è una storia con la S maiuscola.
Troverete dei modelli davvero singolari, come l’antenato dello scooter che veniva utilizzato in Francia dalle ballerine per fare pubblicità o diverse motociclette da guerra, passando per le moto da corsa dalle più datate fino ad arrivare ad un esemplare utilizzato anche da Valentino Rossi all’inizio della sua carriera.
All’interno del museo troverete poi una sala dedicata interamente a Dorino Serafini, grande campione del passato.
Ho scoperto che da molto prima di Vale la storia della provincia di Pesaro è legata alla storia delle due ruote.
Amanti delle moto dovete assolutamente visitare questo museo, ne sono rimasta affascinata io che non ne capisco niente, non oso immaginare che effetto possa avere su di voi.
E dato che ci siete fate un salto anche alle Officine Benelli…ma questa è un’altra storia.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
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