E’ quasi passato un mese dal mio ritorno e oggi il mio pensiero vola a quell’isola paradisiaca di Pom Pom Island.
Ci troviamo in Malesia, e durante il mio viaggio in questo bellissimo paese, ho potuto apprezzare sia il mare ( Perhentian Island),sia la giungla, sia la città.
Ne l mio itinerario era prevista una sosta in quest’isola, che definirla tale è già molto, infatti è così piccina che per fare un intero giro intorno ad essa ci si impiegano circa 45 minuti.
Io e il mio ragazzo abbiamo preso un aereo fino a Tawau nel Borneo, da qui siamo saliti su un taxi e dopo circa 1 ora avevamo raggiunto il porto da dove partiva la barca per raggiungere la nostra meta.
Nell’isola ci sono due resort, uno molto costoso e uno leggermente meno costoso, ma che per gli standard della Malesia ha prezzi esagerati. il collegamento con la terra ferma avviene solamente una volta al giorno (nel resort in cui pernottavo io), con una barca che porta le provviste e parte verso le 11:30.
Quest’isola è il paradiso per i sub, tanto che nel resort avevano ogni genere di attrezzatura e molte persone si recano lì per prendere il brevetto…. ma non era il mio caso! 🙂
Una volta sbrigate le formalità burocratiche, ci siamo subito gettati in quest’acqua cristallina, limpida, meravigliosa…. io non sono ancora stata alle Maldive, ma credo che si avvicina tantissimo a quella; la temperatura varia dai 25° ai 29° e la visibilità è sempre ottima.
Il mare era una tavola e immersa la testa sott’acqua si è aperto un nuovo mondo davanti ai miei occhi! Pesci di ogni genere, dai pesci roccia che si mimetizzavano con il colore del fondale ai simpaticissimi pesci pagliaccio, piccoli pesciolini come quello del cartone Nemo che si nascondevano fra le anemoni e altri di un viola fosforescente. Dopo poche bracciate si arriva ad un punto fatidico, una voragine di circa 100 metri si apre e l’acqua cristallina diventa una macchia nera! Inizialmente avevo il terrore anche solo di avvicinarmi, ma facendo “un passettino” alla volta ci sono arrivata e mi sono abituata velocemente, tanto che non facevo più caso alla profondità, ma ero intenta ad ammirare le specie viventi che si nascondevano là sotto. la linea di demarcazione infatti, è il posto preferito dalla tartarughe e io non potevo assolutamente perdermele. L’isola infatti, con la sua spiaggia corallina bianca è un importante sito di nidificazione per le tartarughe marine. Qualche giorno prima ne avevo vista una in un’altra zona, ma era molto in profondità e diciamo che avevo intravisto la sagoma, qui invece sembrava quasi di poterle toccare tanto erano vicine.
Bene, se non si è ancora capito, il mondo sottomarino è la maggiore attrazione dell’isola, ma oltre alle ore passate in acqua, le giornate trascorrevano fra relax e passeggiate. Uno dei momenti più suggestivi era senza dubbio l’ora del tramonto….è davvero difficile spiegare la bellezza di quegli istanti.
La mattina invece si facevano uscite in barca con tutti gli ospiti del resort nelle varie isolette e spiagge vicine, dopo aver scaricato noi, la barca prendeva il largo con i più temerari, i veri sub.
Pom Pom Island è una destinazione ricercata, chi si reca lì non deve aspettarsi nulla al di fuori delle meraviglie che possono offrire il mare e un’isola in mezzo al mare.
Dopo due notti e tre giorni trascorsi qui, siamo ritornati sulla terra ferma e il nostro tour della Malesia è continuato.
Siete curiosi?! Allora presto vi racconterò un’altra avventura.
Viaggiatrice seriale.
I viaggi condivisi con le amiche sono sempre fantastici!!
Prendi tre amiche che decidono di raggiungere la quarta amica che vive in Francia: partenza il giovedì mattina e rientro la domenica all’ora di pranzo.
Viaggio di andata in macchina dandoci il cambio alla guida, sosta tecnica ad Alessandria e poi di nuovo in cammino così da poter raggiungere la nostra meta per cena.
Ah giusto, ancora non vi ho svelato la destinazione: Cote d’Azur!! Ci trattiamo bene!!
Alle 19:30 bussiamo alla porta della nostra amica che vive a Cannes, giusto il tempo di una doccia e poi giù di gusto a mangiare le prelibatezze che ci attendevano.
Venerdì più che una giornata normale è stato un tour de force. Dopo 4 minuti di treno siamo scese alla stazione di Cannes che era letteralmente presa d’assalto visto che si stava svolgendo il Festival di Cannes.
Passeggiata e foto di rito di fronte alla scalinata rossa e al teatro, davanti al quale centinaia di persone cercavano disperatamente di accaparrarsi un biglietto, mentre altre, già dalle prime ore del mattino si erano posizionate sulle scale ( quando dico scale intendo quelle da imbianchino, per capirci) dove sarebbero rimaste per lungo tempo nella speranza di avvistare “dall’alto” qualche VIP.
Passeggiata lungo la Croisette e incontro quasi casuale con un amico di una delle 3 che vive a Bruxelles ma che lavora al festival.
La passeggiata è stata veramente differente, siamo passate dalla strada percorsa da Ferrari e Lamborghini, fino ad arrampicarci sulla parte più alta della città dove è collocata una chiesetta e da dove si ha una vista pazzesca.
Nel tragitto verso la stazione abbiamo preso la palla al balzo e con 2 euro ( 1 baguette lunghissima farcita costava 4 euro, così l’abbiamo smezzata) abbiamo pranzato.
La giornata era ancora lunga, così abbiamo ripreso il treno e siamo scese solo una volta arrivate a Monaco.
Ah giusto, dimenticavo di dirvi che è il weekend del Gran Premio di F1, ma ci siamo informate precedentemente e ci siamo recate al circuito solamente nell’orario in cui era aperto ( infatti fra prove libere e qualifiche è chiuso per quasi tutto il weekend).
Camminata fra i box e le tribune, sempre con uno sguardo sugli enormi yachts posteggiati pochi metri più in là, fino ad arrivare alla famosa galleria in cui le macchine sfrecciano a centinaio di km orari mentre noi ce la gustiamo a piedi piano piano.
Cammina e cammina siamo arrivate a Montecarlo, visita del Casinò, della chiesa che ospita le tombe del principe Ranieri e di Grace Kelly e di un meraviglioso giardino dedicato alla diva.
Visita veloce agli stands pubblicitari delle singole scuderie e via che è arrivata di nuovo l’ora di prendere il treno che ci riporta all’ovile.
Cena in casa, allietata dalla compagnia dell’amico belga che avevamo incontrato il mattino e poi visita notturna di Antibes, molto frequentata da ragazzi e ricca di localini.
Il sabato è giorno di festa, così abbiamo voluto esagerare e a bordo della nostra macchina abbiamo raggiunto l’esclusiva località di Saint Tropez.
Parcheggiando in un parcheggio sotterraneo ci siamo resi conto di essere circondati anche qui da Ferrari e Aston Martin!!!Mamma mia!!!
Visita del porto e dell’intera cittadina, con annesso pranzo in un ristorantino molto carino.
Nella strada di casa abbiamo fatto una sosta a Mandelieu, cittadina con un bellissimo castello che si affaccia proprio sul mare.
Cena in un meraviglioso paesino non molto distante da Cannes, St Paul de Vence.
Ristrutturato di recente è una vera delizia per gli occhi; le sue vie sono ricche di gallerie d’arte.
E’ arrivata la domenica, una delle 4 amiche parte in macchina per ritornare in Belgio, una resta nella sua casina a Cannes e le altre 2 prendono un volo per rientrare in Italia!! Ci sono infatti tanti voli economici che partono da Nizza.
Ebbene si, in 3 giorni ci siamo fatte il Festival di Cannes, abbiamo vissuto l’atmosfera del Gran Premio di Montecarlo e siamo andate a prendere la tintarella a Saint Tropez…. e tutto questo all’insegna del risparmio!! Pranzando con un panino e dormendo nel divano-letto della tua amica tutto è possibile!
Weekend meraviglioso…grazie amiche!!!!
Viaggiatrice seriale.
Se per via di uno scalo o se perché fa parte del vostro tour vi trovate a dover trascorrere una giornata nella capitale della Malesia, ho qualche consiglio per voi. Kuala Lumpur è la più grande città della Malesia, ma non lasciatevi spaventare, non ha dimensioni disarmanti e con qualche dritta si riesce a visitarla in lungo e in largo.
Al primo impatto sembra impossibile muoversi a piedi, ma non è così, le enormi strade sono tutte costeggiate da marciapiedi e in più è percorsa da una monorotaia che fa diverse fermate. Il biglietto, anzi il gettone, si acquista direttamente alle macchinette in ogni singola fermata; ma se siete dei comodoni c’è il rimedio giusto anche per voi, sicuramente molto più caro però: il vecchio caro taxi.
Appurato che spostarsi è molto semplice, vediamo cosa poter fare in un’intera giornata a K.L.
Io inizierei subito alla grande con la visita alle Petronas Towers, magari per arrivarci fate una bella passeggiata nel parco poco distante, così da poterle ammirare in tutto il loro splendore da più lontano. Esse sono il simbolo della città, sono due torri identiche collegate da un ponte sospeso e simboleggiano la forza nell’unità, in quanto devono essere visualizzate assieme, una complementare dell’altra.
Petronas Towers
A seconda della vostra curiosità ci trascorrerete più o meno tempo, ma una volta finito camminate un po’ e dirigetevi alla torre Menara o K.L. Tower. Prendete l’ascensore dopo aver fatto il biglietto e in men che non si dica vi ritroverete a guardare l’intera città dall’alto in basso. Con i suoi 421 metri d’altezza vanta la piattaforma di osservazione più elevata di K.L. ; è situata al centro di un parco e presenta diverse attrazioni, dall’acquario al simulatore di F1 (al suo interno ospita anche un ristorante, l’ Atmosphere 360 che compie una rotazione di 360° con movimenti impercettibili così mentre cenate avrete davanti ai vostri occhi un panorama sempre differente).
Rimettetevi in cammino e raggiungete la pizza dell’indipendenza dove svetta altissima la bandiera: questa zona è completamente differente dal resto, la piazza è circondata da meravigliosi palazzi ristrutturati recentemente.
Durante la visita non perdetevi il punto preciso in cui nacque la città nel 1857, la confluenza dei fiumi Gombak e Kelang, il suo nome infatti in malese significa confluenza fangosa.
Una tappa che non potete evitare è quella della Chinatown dove vi sembrerà di essere stati catapultati realmente in un’altra nazione; bancarelle con ogni genere di abbigliamento, ma soprattutto ogni genere di cibo, come ad esempio gli insetti fritti.
Lasciate le lanterne dirigetevi al triangolo d’oro e lasciatevi andare allo shopping più sfrenato!! Fra un acquisto e l’altro all’interno dei vari malls, potreste rilassarvi con un bel massaggio o una riflessologia plantare… è pieno di centri benessere. Io ho osato ancora un po’ e dopo la riflessologia mi sono sottoposta anche alla fish pedicure…. che solletico!! 🙂
Questo è un itinerario ipotetico per una giornata a K.L. , poi dipende da quante ore volete dedicare ai centri commerciali.
Secondo me vale assolutamente la pena di raggiungere le Batu Caves, grotte di formazione calcarea all’interno delle quali è stato creato un luogo di culto Hindù; per raggiungere “la vetta” è necessario affrontare 272 gradini, ma non è finita qui, occorre anche superare l’ostacolo scimmie: le scale infatti sono popolate da questi animaletti che tentano di impossessarsi di ogni cosa, soprattutto di cibo…. tenetevi stretti tutti gli oggetti che avete in mano!!
Buon divertimento e fate buoni acquisti!!!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
P.S.: mi raccomando in pausa pranzo assaggiate qualche piatto malese!
P.P.S.: durante il mio tour sono passata anche nella meravigliosa Pom Pom Island e alle isole Perhentian e non dimenticate la foresta di Taman Negara
Amate la natura incondizionatamente?! Scegliete sempre per i vostri viaggi destinazioni con natura rigogliosa?! Allora se non ci siete ancora stati, dovete assolutamente andare in Costa Rica!!!!
Il Costa Rica si trova in America Centrale ed un tempo era quasi interamente coperto da foreste tropicali, oggigiorno il 25% della superficie è protetto sotto forma di parchi e di riserve naturali, perchè anche se sembra ancora uno stato completamente verde, gran parte del territorio è stato colpito da deforestazione.
La sua posizione strategica lo rende uno dei Paesi più ricchi di biodiversità nel mondo;qui troviamo infatti diverse catene montuose,vulcani, e poco distante le due coste.
Il clima è tropicale nelle regioni costiere e temperato nell’entroterra;se dovete programmare un viaggio considerate che la stagione delle piogge è tra aprile e dicembre.
Ma veniamo a noi, partiamo con il mio viaggio.
Ho volato da Milano a San Josè, la capitale, con la compagnia aerea Iberia, il mio periodo di viaggio è stato dal 29 aprile al 7 maggio.
Essendo atterrati nel tardo pomeriggio, le prime ore sono servite per la sistemazione e il pernottamento.
Il giorno successivo, dopo una ricca colazione è iniziata la vera avventura: a bordo di una jeep 4×4 guidata da noi abbiamo raggiunto il Vulcano Poas; non distante dalla capitale, è uno dei siti naturalistici più visitati del Paese.
Vulcano Poas
Si tratta di uno strato vulcanico che raggiunge i 2708 metri ed è composto da più crateri: il maggiore ha un diametro di 1,5 km e una profondità di 300 m, in fondo alla quale si può ammirare un lago dal quale si levano gas solforosi, nell’alto cratere invece è presente un lago con acque fredde, che si ricollega a dei fiumi.
Ultimamente l’attività vulcanica sembra in calo, ma non si sa mai!!
Ammirare questo gigante è veramente entusiasmante, dopo una camminata immersi nella natura si può godere finalmente dello spettacolo del lago:davvero suggestivo.
Dopo la fatica della camminata, è arrivato il momento di recuperare le forze e abbiamo sfruttato la pausa pranzo per scoprire una piantagione di caffè.
Subito dopo pranzo infatti, guidati da una bravissima ragazza abbiamo fatto il giro della piantagione… abbiamo visto tutto il processo di produzione, dalla piantina di caffè appena cresciuta ai chicchi messi ad essiccare al sole, fino ad arrivare al punto vendita dove c’era veramente l’imbarazzo della scelta.
Il caffè infatti è l’oro nero del Costa Rica, moltissima produzione mondiale viene fatta in questo stato!
Dopo averne gustate diverse qualità ci siamo rimessi in marcia sulla nostra jeep e abbiamo raggiunto l’hotel dove avremmo trascorso la notte.
Beh che dire, una vera oasi di pace immersa nel verde assoluto, progettata in modo da poter offrire una visita panoramica del Vulcano Arenal da qualsiasi punto dell’hotel.
Fuori dal nostro bungalow non avevamo un giardinetto, ma giardini immensi a perdita d’occhio e poco lontano pascoli per varie specie di animali….per non parlare dei fiori!!Mi sembrava di essere in un giardino botanico! Insomma la sistemazione ideale per riposarsi e rilassarsi visto che la giornata successiva sarebbe stata impegnativa!
Il giorno seguente infatti è stato all’insegna dell’adrenalina, abbiamo sfidato le acque del Rio Sarapiqui facendo rafting!!!
Per me non era la prima volta, ma l’emozione è sempre unica,sopratutto perchè ti rendi conto di poterlo fare in un fiume di un paese “verde”, il panorama è completamente diverso.
Dopo le spiegazioni del caso, siamo saliti sul nostro gommone ed è “filato” tutto liscio, il fiume non era troppo pieno e ci siamo goduti questa esperienza al massimo!
Per compensare le energie utilizzate, nel tardo pomeriggio fino a sera inoltrata ci siamo rilassati alle terme, la zona infatti è ricca di acque termali e di conseguenza diverse strutture le utilizzano per crearci zone relax.
Non dovete però immaginarvi le nostre terme, che per quanto belle possano essere sono sempre all’interno di strutture: qui era tutto all’aria aperta, camminavi su vialetti e poi ti tuffavi nella vasca che preferivi, tutto circondato da una foltissima vegetazione: uno spettacolo!
Dato che questa accoppiata adrenalina/relax ci era piaciuta parecchio, il giorno successivo abbiamo provato un’emozione unica, mai provata fino a quel momento: SKY TRAM e SKY TREK!
All’interno di un parco avventura, dopo diverse spiegazioni e dopo essere stati imbragati per bene, siamo saliti su una funivia, la Sky Tram che ci ha portato fino alla montagna più alta della zona, lungo il percorso abbiamo avuto una vista mozzafiato della flora e della fauna, ma che altezza!!!! Se soffrite di vertigini non potete assolutamente farlo!
La Sky Trek invece è la modalità di discesa, con carrucole,cavi di acciaio si “vola” sopra una vegetazione infinita,non scherzo nel dirvi che vedevamo gli uccelli volare sotto di noi!
Ogni tot ci sono delle piattaforme in acciaio in cui fermarsi per poi ripartire poco dopo. Adrenalina allo stato puro!!
Una volta tornati con i piedi a terra siamo ripartiti: destinazione Oceano Pacifico!
E si, dopo tutte queste giornate a contatto con la natura meravigliosa, volevamo concludere la vacanza con un pò di mare.
Ci siamo diretti a Playa Conchal dove abbiamo pernottato 3 notti.
Qui è stato relax puro, mare cristallino e tanto sole.
Un giorno abbiamo fatto un’escursione organizzata in barca e abbiamo raggiunto un’isola poco distante.
Nel nostro resort giravano libere un sacco di iguane, spostavi i lettini e ti ritrovavi un’iguana sotto:che strani animali! 🙂
Dopo aver ricaricato le pile siamo ripartiti per la strada di casa, abbiamo prima preso un volo (piccolo aereo) interno per raggiungere l’aeroporto di San Josè e da qui dritti verso Milano.
E così è finito un altro bellissimo viaggio, raccontare l’immenso spettacolo offerto dalla natura è davvero difficile, ma vi assicuro che è stato indimenticabile.
Pura Vida è l’espressione che sintetizza nella sua essenza lo spirito del Costa Rica, esprime la gioia, la vitalità, il senso del bello, la gentilezza e la saggezza dei suoi abitanti…ma è anche una filosofia di vita!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
PS: in Costa Rica crescono 1300 specie di orchidee, una di esse, la Guaria Morada è il fiore nazionale mentre un animale simbolo è la rana verde dalle zampette rosse.
PPS: è il maggiore esportatore di ananas al mondo, preparatevi per grandi abbuffate.
Forse qualcuno di voi è già lì, oggi infatti inizia la Semana Santa e se vi trovate in Andalusia dovete assolutamente calarvi nell’atmosfera mistica che si respira.
Io purtroppo ci sono stata quasi dieci anni fa e il ricordo non è proprio nitido, ma ricordo bene invece di essere rimasta completamente affascinata, perchè è una tradizione abbastanza diversa dalla nostra.
La prima immagine che mi viene in mente infatti è una lunga processione di sera, al buio, con tantissime persone incappucciate.
Ma facciamo un passo indietro, è meglio prima spiegare di cosa si tratta.
La Semana Santa inizia la Domenica delle Palme e si protrae fino alla Domenica di Pasqua; in questa settimana ogni giorno sfilano immagini rappresentative della Passione di Cristo, tranne il Venerdì Santo.
E’ la celebrazione annuale cristiana della Passione, Morte e Resurrezione di Gesù; rappresenta un fenomeno socio-culturale, tutti i cittadini partecipano, ma attira anche un gran numero di turisti.
Ogni città dell’Andalusia vive questo periodo in modo personale, non vi è una celebrazione più bella dell’altra.
Se siete in zona potete assistere a questa festa a Siviglia, Granada, Malaga e in tante altre città.
Vi troverete davanti ad un corteo di penitenti che portano candele e croci, vestiti con tradizionali abiti, tuniche, mantelli e con un grande cappuccio appuntito; ogni singola città ha diverse confraternite che sfilano.
I festeggiamenti di Siviglia però sembrano essere quelli più conosciuti, le confraternite portano in processione statue raffiguranti Cristo chiamata i “Misteri” e una raffigurante la Madonna chiamata Palio.
Io ricordo proprio quest’ultima, un’immensa statua adornata e completamente ricoperta di fiori.
Il tragitto classico della statua è dalla chiesa di appartenenza alla Cattedrale cittadina e viceversa.
E’ un momento veramente mistico, di profonda fede, da non perdersi assolutamente se si è in zona in questo periodo.
Non fatevi spaventare dalle “uniformi” indossate, è uno degli eventi più folkloristici dell’anno.
Buon viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Cari amici, come promesso vi parlerò dei Carnevali di Mezza Quaresima.
Il carnevale tradizionale logicamente termina con il martedì grasso, 40 giorni dopo il quale si festeggia la Santa Pasqua.
Queste celebrazioni invece si svolgono proprio al centro di questo periodo di attesa e per questo motivo si chiamano i Carnevali di Mezza Quaresima.
Nelle Marche, a Lucrezia e a Cartoceto sono ormai appuntamenti storici, che si ripetono da diversi anni.
Lo svolgimento è identico a quello di qualsiasi carnevale, carri e maschere sfileranno per le vie del paese, ma il tanto atteso getto sarà solamente di cioccolato!
Migliaia di uova di Pasqua verranno lanciate dai carri insieme a quintali di cioccolatini.
L’ingresso è a pagamento e il biglietto costa 2,50 €, ma state tranquilli che vi rifarete con tutte le uova che porterete a casa.
Vi verrà inoltre rilasciato un biglietto della lotteria per partecipare all’estrazione di un maxi uovo da 7 kg, olio e vino della zona.
Insomma se siete fanatici del carnevale, se amate il cioccolato, se volete trascorrere una giornata all’insegna dell’allegria o se amate mascherarvi non vi resta che recarvi ai Carnevali di mezza quaresima!
Buon divertimento,
Viaggiatrice seriale.
Amici golosoni, visto che l’eurochocolate di Perugia è passato da un pò, ho un evento da segnalarvi se quando siete circondati da cioccolato vi sentite in paradiso; è più piccolina della manifestazione umbra, ma i prodotti sono eccezionali.
Dovete recarvi nelle Marche, nel centro storico della città di Pesaro, dal 28 al 30 Marzo per gustarvi queste prelibatezze.
In quei giorni in Piazza del popolo si svolgerà ART & CIOCC, il tour dei cioccolatieri e la grande festa del cioccolato.
Non c’è bisogno nemmeno di organizzarsi più di tanto, infatti avrà un orario continuato dalle 9:00 alle 21:00, quindi qualsiasi momento della giornata è quello giusto per gustare un pezzetto di cioccolata.
Il tour tocca diverse regioni d’Italia e approva anche all’estero e ciascun maestro cioccolatiere che vi partecipa è specializzato in una particolare produzione, legata anche alla tradizione della propria regione d’origine.
In questo modo dalla piazza di Pesaro, soltanto assaggiando dei capolavori di cioccolato potrete compiere un viaggio in Veneto, Lombardia, Sicilia…
I cioccolatieri armati di fantasia e inventiva si “sfideranno” per creare soggetti e accostamenti sempre più particolari, si parla di cioccolato all’olio extravergine, peperoncino, Amarone, ma anche gusti più classici come gianduia e nocciola.
Di certo non vi voglio tutti ciccia e brufoli, ma una tappa è d’obbligo, soprattutto se siete in zona.
Vi auguro un dolcissimo weekend, Around The World.
Come ogni anno il FAI, Fondo Ambiente Italiano decreta delle giornate in cui vengono aperti al pubblico diversi luoghi in cui generalmente è vietato l’accesso.
Quest’anno le giornate Fai Di Primavera sono state il 22 e il 23 Marzo ed i luoghi interessati più di 750 in tutta Italia fra musei, parchi, chiese e luoghi di interesse culturale.
Logicamente è un’occasione da non perdere, così anche io ne ho approfittato; non mi sono spostata ma ho scelto di scoprire “i tesori nascosti” della mia città, così ho potuto ammirare l’interno dell’edificio della Banca d’Italia – Filiale di Pesaro.
L’accoglienza è stata attraverso un riepilogo storico di tutti gli edifici in cui è stata ospitata prima di arrivare nella sede attuale, infatti la prima sede istituita nel 1864 fu severamente danneggiata dai bombardamenti durante la II Guerra Mondiale.
Banconote esposte alla Banca d’Italia di Pesaro
La cosa maggiormente interessante a mio avviso è stata l’esposizione di biglietti in lire emessi negli oltre 100 anni di attività della Banca, dalle prime banconote che riportavano la scritta “Banca Nazionale del Regno d’Italia” alle ultime lire fino ad arrivare agli euro e in anteprima ci hanno mostrato anche come sarà la nuova banconota da 10 euro. Una vera chicca però è stata l’esposizione delle lire utilizzate nel nord Africa al tempo delle colonie, veramente belle.
Oltre al fatto di vederle fisicamente in esposizione, il valore aggiunto è stato dato dalla storia e dalla contestualizzazione di ogni singola banconota.
Al piano superiore invece avevano allestito una mostra e una proiezione delle più famose opere dell’artista ceramista Bruno Baratti.
Una curiosità: l’edificio che ospita la Banca d’Italia a Pesaro è stato costruito con 18 tipi differenti di marmo.
Le giornate Fai di Primavera hanno riscosso un grandissimo successo, i dati parlano di 600.000 visitatori, segno che la popolazione è interessata al patrimonio artistico e naturalistico italiano… speriamo che venga valorizzato e rispettato sempre più.
Al prossimo anno, per la XXIII edizione,
Viaggiatrice seriale.
Cari amici viaggiatori, oggi raggiungiamo una destinazione che molti di voi sognano, un paese ricco di storia e mistero: voliamo in Messico!!! (Per essere precisi nello Yucatan)
Io ci sono stata proprio un anno fa, nell’ultima settimana di febbraio e ho preso il tempo sempre bello.
Da casa avevamo prenotato solamente il volo e la prima notte, perché avevamo deciso di vivere questo viaggio all’avventura, decidere giorno dopo giorno cosa fare.
Volo Milano-Cancun, una volta arrivati là essendo sera tardi abbiamo preso un taxi e ci siamo diretti subito al nostro hotel, una buona dormita e al mattino successivo dopo una sostanziosa colazione abbiamo raggiunto il molo da cui partire per raggiungere Isla Mujeres.
Le limpide acque di Isla Mujeres
Arrivati qui ci sembrava di sognare, un mare così bello non lo abbiamo mai più rivisto per tutta la vacanza, non perché nelle altre zone non fosse bello, ma perché qui era una tavola, calmissimo, con dei colori mozzafiato, colori caraibici. Appena scesi abbiamo raggiunto un negozietto che noleggiava scooter, abbiamo depositato i nostri bagagli e siamo partiti alla scoperta dell’isola. Devo aprire una piccola parentesi sui bagagli, vi consiglio vivamente di portare uno zaino capiente, tipo quelli da campeggio al posto della valigia, sarà molto più pratico in questo tipo di viaggio pieno di spostamenti.
La giornata è trascorsa fra “bagni di sole” e di mare, relax in spiaggia, giro in motorino con scoperta di vari aspetti dell’isola fino ad arrivare al momento del nostro primo e vero incontro con la cucina messicana. Abbiamo scelto un ristorantino rustico in una via vicino al centro e lì c’è stato un faccia a faccia con tortillas, taco, ecc…
Ancora bellissimo mare e poi di nuovo in barca per tornare a Cancun.
Un mezzo di trasporto molto utilizzato è il collettivo, si tratta di un piccolo pulmino che ha la stessa funzione di un taxi, ma avendo un numero di passeggeri superiore al precedente il costo di ogni singola corsa è decisamente inferiore. Sono organizzati benissimo, hanno le scritte relative alla destinazione che raggiungono e al percorso che fanno, è molto semplice capire il funzionamento e soprattutto non bisogna attendere determinati orari, ogni volta che si riempie “lui” parte.
In questo modo abbiamo raggiunto Play del Carmen e ci siamo poi spostati per tutta la vacanza.
Playa del Carmen è forse il luogo più turistico, affollato, ricco di negozi, ristoranti e da cui partono diverse escursioni.
Principalmente si sviluppa su un’unica via che la sera soprattutto pullula di gente. Dal mio punto di vista non è così bella, ma è un ottimo punto di partenza, infatti noi abbiamo pernottato qui per due notti e ogni mattina ci siamo spostati e abbiamo raggiunto i luoghi che ci interessavano, per poi tornare la sera ed avere un’ampia scelta su dove e cosa mangiare, senza preoccuparsi dell’orario.
Il giorno successivo abbiamo di nuovo preso un traghetto e siamo andati a Cozumel.
Qui (questa volta senza l’ingombro dei bagagli) abbiamo di nuovo noleggiato uno scooter e girato per l’isola. In realtà l’abbiamo girata tutta, volevamo capire quale fosse la costa più calma e di conseguenza la spiaggia giusta in cui fermarci. Strada facendo abbiamo visto onde veramente alte che si infrangevano sulle scogliere e tratti di spiaggia forse irraggiungibili, ma datti sicuramente agli amanti del surf.
La spiaggia da noi scelta era più calma, ma non siamo stati con le mani in mano come il giorno precedente, bensì abbiamo fatto snorkeling e avuto la fortuna di ammirare diversi tipi di pesci. Dopo il mare abbiamo fatto un giro nel centro dell’isola dove si respirava effettivamente l’atmosfera messicana e così è finita un’altra giornata.
L’indomani mattina, questa volta a bordo di un collettivo, abbiamo raggiunto la zona di Akumal perché dopo aver letto diverse guide volevamo assolutamente fare il bagno con le tartarughe. Sfortunatamente per noi il mare era troppo mosso e non è stato possibile, ma vi assicuro che è una certezza trovarle, tutti quelli che conosco hanno visto tante tartarughe quindi è una tappa obbligatoria.
Per forza di cose abbiamo dovuto cambiare programma e abbiamo raggiunto la riserva di Yal-Ku, una grande laguna in cui è possibile fare snorkeling molto suggestivo perché l’acqua è limpidissima e sul fondale si possono ammirare “reperti messicani”, non so se messi appositamente o meno, ma che rendono il tutto diverso dal solito.
Laguna di Yal-Ku
La riserva poi oltre alla laguna ha una fitta vegetazione e offre anche punti di ristoro. Arrivati ad una certa ora ce ne siamo andati perché avevamo preso appuntamento per la visita di un cenote.
I cenoti sono tipi di grotte con presenza di acqua dolce, molto presenti in Messico ed America Centrale; il nome infatti deriva dalla parola maya Dz’onot.
Siccome noi non amiamo molto “seguire la massa” non volevamo andare in un cenote “turistico” se così possiamo definirlo, così accompagnati in macchina dal nostro amico con il quale avevamo appuntamento, abbiamo percorso diversi km di strada sterrata e abbiamo raggiunto una sorta di foresta. Qui c’era ad attenderci la guida (anche proprietario e ideatore del percorso) e una coppia di messicani ( di Città del Messico) che come noi doveva fare l’escursione.
Vestiti a puntino (semplicemente costume, scarpe vecchie e una torcia) abbiamo iniziato l’avventura. Una breve camminata per raggiungere l’entrata della grotta, e da qui è stata tutta un’improvvisata. Scale da scendere, grotte con acqua da attraversare, cunicoli da oltrepassare, il tutto guidati dal nostro amico che nel frattempo ci dava tutte le spiegazioni possibili. Dopo un po’ di cammino abbiamo raggiunto l’obiettivo prefissato, ossia il vero e proprio cenote che prima avevamo visto solo dall’esterno sottoforma di una specie di lago situato diversi metri sotto la superficie terrestre, che si poteva ammirare da una sorta di grande foro.
Vista del cenote dall’alto
Qui ci attendevano una piattaforma e una liana, così è uscito il bambino interiore in ognuno di noi e via a fare tuffi con la liana per poi risalire sulla piattaforma e farne un altro. Logicamente poi è scattata anche la competizione su chi riusciva a saltare all’ultimo momento!!!
Insomma, dopo una ventina di minuti di puro divertimento e giochi abbiamo ripreso il nostro cammino all’interno delle grotte, ammirando anche stalattiti e stalagmiti e dopo poco siamo riemersi sulla superficie della terra e abbiamo ammirato di nuovo da sopra il “lago” in cui fino a poco prima sguazzavamo. Il percorso infatti è circolare, non si ritorna indietro per la strada dell’andata. Devo dire che è stata una bellissima esperienza, sicuramente fuori dalla massa. Una volta rivestiti i nostri compagni di Città del Messico, che erano con la loro auto, ci hanno gentilmente riaccompagnato alla fermata del collettivo, raccontandoci nel frattempo alcune curiosità del posto.
Zaino in spalla e di nuovo a bordo di un altro collettivo abbiamo raggiunto la nostra nuova sistemazione a Tulum e il giorno successivo abbiamo iniziato la giornata proprio con la visita alle famose rovine. Esse sono l’attrattiva principale della zona, il nome Tulum in lingua maya significa “Muraglia” e si riferisce alle mura che la circondano. Tutti conoscono anche solo per sentito dire le bellezze del sito di Tulum, quindi non mi dilungo oltre sulla descrizione. Dopo la visita culturale veramente interessante ci siamo concessi del sano relax nella spiaggia adiacente, Playa Paraiso e così abbiamo terminato la giornata.
L’incantevole Tulum
Abbiamo raggiunto il nostro hotel, o meglio il luogo in cui pernottavamo in quanto non era un vero e proprio hotel all’occidentale, ma era tipicamente in stile messicano, veramente caratteristico e logicamente non poteva mancare l’amaca fuori dalla porta, dalla quale avevi la visuale su tutto il cortile interno in cui al mattino si faceva colazione: una vera delizia questo posticino!
Cercando sempre di calarsi nei panni degli abitanti del luogo che stiamo visitando, dietro consiglio di una persona locale, per cena ci siamo diretti nel ristorante che ci aveva detto e che a suo dire era imperdibile. Vagabondando a piedi all’imbrunire, sul ciglio della strada, abbiamo finalmente raggiunto la nostra destinazione ma appena arrivati volevamo letteralmente darcela a gambe. Questo posto di giorno è una pescheria che vende al dettaglio, mentre alla sera diventa un ristorante di pesce. Evidentemente è il top, non c’era nemmeno posto e abbiamo dovuto aspettare, ma ne è valsa la pena, pesce ottimo. E’ stata la dimostrazione del detto “l’abito non fa il monaco” perché altrimenti vedendo tavoli e sedie di plastica della coca cola, senza nemmeno la tovaglia avremmo dovuto darcela a gambe!
Invece se capitate in zona per cena, dovete assolutamente provarlo, si chiama “El Camello Jr”.
Altro giorno altra avventura, in carrozza sul collettivo direzione Cobà.
Non so se lo sapete, ma fino a pochi anni fa si poteva salire sulle enormi piramidi, come ad esempio quello famosissima di Chichen Itza, ma a causa di alcuni decessi causati dalla caduta da queste costruzioni, oggi purtroppo è proibito , ma ci sono delle eccezioni e una di queste è Cobà.
Cobà è un sito archeologico costruito dalla civiltà Maya, ricco di rovine e piramidi, la più grande delle quali è alta 42 m e sulla quale è permesso salire….e noi logicamente non ce lo siamo fatti sfuggire!
All’ingresso del sito abbiamo deciso di affidarci ad una guida del posto perché così si riesce a capire molto meglio la storia di ogni singola pietra rispetto a quello che si può percepire leggendo una guida cartacea, quindi abbiamo optato per il tour più breve, così abbiamo noleggiato delle bici (per noi e per la guida) e ci siamo inoltrati nella giungla, sorpassando di tanto in tanto qualche resto che poi il nostro amico ci illustrava. Imperdibile il “campo della pelota”, uno spazio in cui si tenevano gare sporti ve di una specie del nostro calcio. Come detto in precedenza la grande piramide è il maggiore punto di interesse, così una volta parcheggiata la bici abbiamo iniziato la nostra salita, che poco dopo è diventata bagnata in quanto uno scrullone d’acqua si è abbattuto su di noi per cinque minuti, tanto che qualche istante dopo aver raggiunto la sommità è ritornato il sole.
Logicamente se soffrite di vertigini non fa per voi, ma chiunque deve prestare tantissima attenzione, soprattutto per scendere in quanto l’unico aiuto è una lunga fune che spenzola per tutta l’altezza in cui potersi reggere.
Non è semplice, ma è assolutamente da fare, una volta in cima si domina tutta la giungla dall’alto….è bellissimo!!
Finita la visita abbiamo recuperato i bagagli e a bordo del collettivo abbiamo raggiunto il sito archeologico per eccellenza, Chichen Itza.
El Castillo di Chichen Itza
Abbiamo pernottato nella struttura proprio all’interno dell’area archeologica, la sera siamo arrivati verso l’ora del tramonto e già solo questo ci ha lasciato senza parole: dalle finestre ai piani più alti si riuscivano a scorgere le costruzioni maya più alte, contornate dal colore rossastro del tramonto: una meraviglia unica!!
Ed ecco arrivato il giorno tanto atteso, la visita “a casa” dei Maya.
Devo ammettere che sono sempre stata affascinata da questa civiltà e trovarmi lì per me è stata la realizzazione di un sogno. Anche in questo caso, a maggior ragione, ci siamo affidati ad una guida del posto ( che però per nostra fortuna parlava italiano), così da poter acquisire quante più notizie e curiosità possibili. Non fidatevi però del primo che vi propone di accompagnarvi, chiedetegli di mostrarvi il tesserino di guida e pattuite una cifra prima di iniziare la visita, ci sono tante “guide improvvisate”.
Lupito, questo era il suo nome, è stato bravissimo e ci ha svelato tante cose che da una semplice guida cartacea non potevamo assolutamente cogliere: appena arrivati di fronte alla grande piramide, ha battuto le mani in un modo particolare e il suono ha creato una eco per tutta la piazza, tanto che noi credevamo fosse una presa in giro, invece poi abbiamo provato anche noi ed è successa la stessa cosa: semplicemente creare un suono in determinati punti crea questa “magia” grazie al perfetto allineamento e alla precisa costruzione dei monumenti. Insomma avevamo appena iniziato la visita e già eravamo completamente rapiti da tutto ciò.
Il sito archeologico è affascinante e misterioso,è stato dichiarato patrimonio dell’UNESCO nel 1988 e rappresenta una delle sette meraviglie del mondo; tutto ciò che è possibile ammirare oggi è stato portato alla luce grazie a diverse spedizioni e in differenti epoche storiche.
Gli edifici di maggiore interesse ed importanza sono senza dubbio il tempio di Kukulkan chiamato anche il Castillo (l’enorme piramide). Negli equinozi di primavera ed autunno, al calare e al sorgere del sole, gli angoli della piramide proiettano un’ombra a forma di serpente piumato lungo la scalinata nord, Kukulkan appunto. Durante queste giornate il sito è letteralmente preso d’assolto da turisti che vogliono vedere di persona questo fantastico fenomeno. Altri edifici importanti sono il Tempio dei guerrieri, el Caracol (un osservatorio astronomico) e il campo del gioco della pelota…molto più pericoloso del nostro calcio visto che prevedeva la morta di qualche componente delle squadre.
Non mi soffermo a descrivervi la grande bellezza che ho trovato in questo luogo, sarebbe un racconto troppo lungo e sicuramente non renderebbe giustizia alle emozioni che ho provato….deve essere visto assolutamente una volta nella vita! Finita la visita abbiamo raggiunto un altro cenote poco distante e anche qui abbiamo fatto il bagno in questa “pozza” mistica, ma non sono mancati i tuffi dato che era provvisto di 2 trampolini posizionati in altezza differenti.
L’ultima notte l’abbiamo trascorsa a Cancun, la sera abbiamo potuto prendere parte alla vita notturna del posto e l’ultimo giorno l’abbiamo trascorso oziando in spiaggia prima di recarci all’aeroporto per riprendere la strada verso casa.
Il Messico è un paese meraviglioso e affascinante, noi abbiamo visto solamente una piccola parte che ha confermato senza dubbio le nostre aspettative, il mio consiglio è uno solo: ANDATECI!!!!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
P.S.: questa zona è molto turistica, quindi poco pericolosa ed è fattibile girare soli.
Per il viaggetto di oggi mettetevi ben comodi in macchina che dobbiamo percorrere parecchi km per arrivare a destinazione ( sempre che voi non siate di quelle parti).
Attraverseremo anche il confine per poi ritornare in territorio italiano.
Oggi andiamo alla scoperta di Innsbruck!
Per raggiungerla dall’Italia è abbastanza semplice, si percorre l’autostrada italiana fino al confine e poi si paga un pedaggio di € 8,50, si percorrono pochi km di strada ed eccoci a destinazione.
Il suo nome significa letteralmente Ponte sull’Inn, che è il fiume che l’attraversa.
Arrivando nel centro storico si è subito rapiti dal fascino della città, edifici dai molteplici colori si intervallano fra loro, regalando un’atmosfera unica.
Uno dei simboli di Innsbruck è il Tettuccio d’oro, il balcone del Palazzo residenziale di Massimiliano I contraddistinto da un tetto realizzato con tegole a scaglie di rame dorato e parapetti riccamente affrescati; non da meno sono il castello imperiale (Hofburg) ed il castello di Ambras.
Girovagando per la zona pedonale si può poi ammirare l’antico municipio con la Torre Civica e il Duomo di San Giacomo.
Innsbruck
Uscendo leggermente dal centro si raggiunge il ponte che attraversa il fiume dietro al quale si innalzano edifici dai tanti colori, sormontati da cime innevate.
Dopo aver visitato i luoghi d’interesse e aver gustato un’ottima fetta di torta sacher in uno dei bellissimi bar, abbiamo lasciato l’Austria e ci siamo diretti al nostro hotel a Vipiteno.
Il giorno successivo l’abbiamo dedicato allo sci utilizzando il comprensorio sciistico di Racines-Giovo con circa 25 km di piste facili e di media difficoltà; per chi non scia c’è una pista per lo slittino di 5 km con risalita tramite cabinovia. Sempre qui ci sono una pista per sci di fondo di 16 km e almeno 2 percorsi per passeggiate con le ciaspole, uno dei quali conduce alla malga.
Per pranzo ci si ferma in un rifugio e via che si riparte con la pancia piena.
Ad una certa ora ci siamo diretti al nostro hotel (diverso dalla sera precedente) dove abbiamo potuto godere per diverse ore di una immensa spa di circa 6000m quadrati con piscina e idromassaggio esterni veramente suggestivi.
Abbiamo cenato nella sala della Stube gustando piatti della cucina locale e siamo andati in camera….o meglio in igloo.
Igloo
Sì, avete capito bene, avevamo prenotato la notte in igloo (l’hotel dispone di 3 igloo), un’esperienza alternativa. Se volete provarla dovete essere fortemente motivati e non troppo comodoni; in realtà il freddo non dovrebbe essere un problema in quanto forniscono un sacco a pelo veramente caldo, ma quando siamo andati noi nevicava fortissimo, forse è stato per questo che ci è risultato il tutto un po’ freschino!! 🙂
Io comunque consiglio di provarlo, magari verso fine febbraio inizio marzo!
Il giorno successivo abbiamo visitato il centro storico di Vipiteno, molto carino e dopo pranzo siamo ripartiti verso casa.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
P.S.: per informarvi meglio sul comprensorio sciistico visitate il sito.
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