I borghi che riprendono vita grazie ad opere di riqualificazione sono in aumento e a tal proposito oggi vi porto ad Aielli, il borgo murales dell’Abruzzo.
Aielli e i murales
Siamo nel 2017, quando per la prima volta nel piccolo borgo in provincia dell’Aquila si svolge Borgo Universo, un festival artistico che ha ottenuto ormai un riscontro internazionale, trasformando il piccolo paese nel Borgo dei murales d’Abruzzo.
Borgo Universo: di cosa si tratta
Borgo Universo è un festival di street art che si tiene ogni anno ad Aielli e grazie al quale il borgo si arricchisce di opere; oggi indicativamente si possono ammirare circa 40 murales, facilmente rintracciabili grazie alla mappa che trovate sui vari pannelli. La cosa bellissima è che ogni opera ha un legame stretto con il territorio e la sua storia, andando più in profondità scoprirete che in ogni murales c’è un pezzetto d’Abruzzo. Gli artisti che contribuiscono all’incremento dei murales di Aielli sono di fama internazionale.
Aielli e l’astronomia
Vi svelo una piccola curiosità: i primi murales che furono realizzati avevano tutti un tema comune e cioè l’astronomia, perché vi starete chiedendo?! La risposta è semplice, Aielli è legatissima a questo argomento, proprio qui infatti nacque nel 1856 Filippo Angelitti e il borgo possiede inoltre un osservatorio astronomico.
Se siete amanti di street art non potete perdervi una visita ad Aielli, il piccolo borgo della Marsica che ha raggiunto una notorietà internazionale.
Se anche voi siete amanti delle fioriture, ho questa domanda da farvi: avete mai visto un paese disseminato di ortensie in fiore? Segnatevi questo nome: Tresana.
Nel cuore dell’appennino bolognese sorge questo piccolo borgo che nei mesi estivi si trasforma totalmente grazie alla meravigliosa fioritura delle ortensie ; macchie blu, violetto, bianche e rosa colorano la base verde data dalla tanta vegetazione e le poche casette in sasso risaltano maggiormente al primo colpo d’occhio. I paese è davvero piccolissimo e potrete arrivarci sia in auto che con un bel trekking.
La storia di Tresana, il paese delle ortensie
Sembra che Tresana sia stata fondata nel 1531 da Francesco degli Antoni, attorno ad una fonte d’acqua ancora esistente. Egli costruì la prima abitazione e negli anni ne lasciò in eredità 2 ai propri figli e così si sviluppò il borgo. Trovandosi a ridosso di un castagneto e una faggeta, pare che furono proprio i castagni la fonte di sostentamento dei suoi abitanti. Il piccolo nucleo di case in sasso e dal tetto con lastra in pietra, tipico dell’appennino, rappresenta oggi la seconda casa per i suoi proprietari che però se ne prendono cura in maniera impeccabile, donando a Tresana un aspetto meraviglioso. L’idea di piantare le ortensie fu proprio di un proprietario di una casetta per cercare di non far finire nel dimenticatoio questo borgo alle pendici del Monte Tresca a 930 m s.l.m. Che dire, l’idea fu più che vincente, tanto che ormai nei mesi di luglio e agosto Tresana è super popolata di camminatori e di amanti dei fiori che non vogliono assolutamente perdersi questo spettacolo della natura.
Come raggiungere Tresana
Per raggiungere il paese delle ortensie dovrete recarvi in direzione Porretta Terme e da qui seguire le indicazioni per Tresana. La strada da un certo punto in poi non è più asfaltata e presenta un po’ di buche, ma si percorre tranquillamente. Potrete parcheggiare un po’ prima e finire il percorso a piedi immergendovi a 360° nella natura o potrete arrivare a ridosso del borgo. Per i camminatori invece i sentieri sono molteplici.
Nei dintorni non perdetevi il Santuario della Madonna del Faggio, Castelluccio e la via dei Mulini.
Nei mesi di luglio e agosto la fioritura delle ortensie regala a Tresana un’aria davvero romantica e fiabesca, ma anche nei restanti mesi dell’anno questo paese dell’appennino saprà stupirvi per la sua bellezza (mi sono ripromessa di tornarci in autunno e questa volta rigorosamente a piedi).
In un viaggio, la componente che non può mancare a mio avviso è quella legata alle tradizioni; è solo così che si inizia la vera e propria scoperta di un territorio. Ovviamente anche durante il mio viaggio in Basilicata non è mancato un incontro ravvicinato con la tradizione.
La Balestra di Avigliano
Avigliano, in provincia di Potenza è conosciuto come il paese degli artigiani e parlando proprio di artigianato, non possiamo non parlare della Balestra di Avigliano o “coltello dell’amore”. Tutto nasce da un’antica storia, quella del matrimonio tra un fabbro e una ragazza del paese. A quel tempo il paese era governato da un feudatario che pretendeva che la ragazza trascorresse la prima notte di nozze al castello con lui; usanza purtroppo popolare al tempo. Il fabbro non avrebbe mai potuto accettare una cosa del genere, così realizzò un coltello dalla lama sottile, con il quale la sua donna si sarebbe difesa dal feudatario.
Lo nascose tra le pieghe del tipico vestito aviglianese e quando l’uomo cercò di approfittare di lei, la donna lo colpì e il signorotto ferito si trascinò per strada fino ad arrivare all’odierno Cavalcavia del Riscatto, chiamato così proprio per testimoniare il coraggio e il riscatto della ragazza. Dopo questo evento, piano piano il fatto di regalare una balestra alla futura sposa divenne un’usanza aviglianese, arrivata fino ai giorni nostri. Il coltello dell’amore, così chiamato proprio a causa del suo utilizzo, è una vera opera di artigianato locale, non se ne trova uno uguale ad un altro.
Il Ricamo di Avigliano
Come vi ho anticipato prima, Avigliano è il paese dell’artigianato, quindi non mi resta che parlarvi di un’altra figura aviglianese: Annangela Lovallo. Annangela acquisisce la passione per il ricamo da sua madre e negli anni l’amore per quest’arte cresce sempre più fino a portare Annangela a creare a sue spese un piccolo Museo del Ricamo. Questo posto è una vera e propria chicca, racchiude tutte le riproduzioni degli abiti tradizionali aviglianesi che Annangela ha riprodotto fedelmente e totalmente a mano. Guardando con attenzione e da vicino i vari capi, rimane quasi impossibile credere che siano stati confezionati a mano, tanto sono precisi, bellissimi, direi perfetti. All’interno del piccolo locale la padrona di casa vi farà uno spaccato di storia del vestito tradizionale, fornendovi diverse informazioni. Per esempio le donne portavano la balestra ( il coltello dell’amore di cui vi ho parlato prima) nascosto tra le pieghe del vestito, gli abiti da sposa potevano essere di qualsiasi colore, il copricapo veniva fissato con una spilla e le donne sposate portavano un fazzoletto rosso in vita. Queste sono solo alcune delle informazioni che riceverete dalla Sig.ra Annangela durante una visita al suo museo.
Oltre a questo, la Sig.ra Lovallo lavora nella sua bottega “Il filo di Arianna“, dove dà vita a creazioni davvero meravigliose e molto differenti tra loro. Se per caso aveste bisogno di qualche ricamo, vi invito a consultare il suo sito. Grazie a persone come lei, l’antica arte del ricamo non finirà nel dimenticatoio, ma continuerà a vivere e a far sognare tantissime donne.
Biscottificio Tre Spighe di Marsico Nuovo
Quando si parla di tradizione, può forse mancare il lato enogastronomico?! Ovviamente no! Per fare questa esperienza e tuffarci nei gusti della tradizione, dobbiamo spostarci a Marsico Nuovo e più precisamente al Pastificio e Biscottificio Tre Spighe. La padrona di casa, la Sig.ra Angela da più di 30 anni produce quotidianamente pasta e prodotti da forno fatti in casa utilizzando le materie prime lucane come le farine tradizionali, il finocchietto selvatico, il peperone crusco e la curcuma. L’esperienza e la tradizione danno vita a prodotti davvero imperdibili. Noi abbiamo assistito alla preparazione del tarallo lucano o tarallo biscottato, così chiamato perché cotto due volte, prima in acqua bollente e poi al forno. Ogni tarallo è lavorato a mano, quindi non ne troverete mai uno uguale ad un altro anche se la forma è sempre la stessa, allungata.
Poter vedere il “dietro le quinte” di un laboratorio è stato davvero interessante ed è stato impossibile andarsene a mani vuote: una bella scorta di taralli e di grissini è venuta a casa con me. Sul sito del Pastificio e Biscottificio Tre Spighe trovate anche la parte dello shop, quindi se volete assaggiare questi fantastici prodotti, potrete riceverli comodamente a casa vostra.
Arpa di Viggiano
Dopo avervi parlato di artigianato e di gastronomia, ora passiamo alla musica. Viggiano è famosa per la sua Arpa Viggianese, utilizzata dai musicanti che si recavano a suonare presso le edicole votive sin dalla fine del 1700. Al Museo della Musica di Viggiano potrete fare un “viaggio immersivo” nella storia di questo strumento che ha fatto conoscere la città di Viggiano anche molto lontano.
Con questo ultimo racconto della tradizione lucana vi invito a visitare questa parte di Basilicata, davvero ricca di storia e di tradizioni. Se anche voi come me amate conoscere più da vicino le tradizioni del luogo che visitate, segnatevi queste tappe imperdibili. Se state programmando un viaggio in Basilicata, vi lascio il mio itinerario completo fra natura e borghi dal quale prendere spunto.
Educational Tourin collaborazione con Marmo Melandro Viaggi, Basilicata Turistica, Francesca Milione, Caterina Corleto e Nicola Masi.
Ogni regione italiana custodisce delle meraviglie, oggi vi porto alla scoperta di quelle della Basilicata con un itinerario di 4 giorni alla scoperta di borghi, tradizioni e natura in provincia di Potenza. Ho avuto il piacere di partecipare all’Educational Tour “Viaggio Esperienziale in Basilicata” organizzato da Marmo Melandro Viaggi e Basilicata Turistica, in collaborazione con Maria Francesca Milione e le guide Caterina e Nicola. Siete pronti a scoprire questa parte della Lucania? Andiamo!
Monti Li Foj e il Piano della Nevena
Il nostro punto di appoggio era a Picerno, al bellissimo Hotel Bouganville da dove siamo partiti il primo giorno per la nostra tappa naturalistica verso i Monti Li Foj e il Piano della Nevena. Si tratta di una meravigliosa faggeta in cui gli alberi sembrano toccare il cielo mentre sul manto di foglie a terra si vedono spuntare tantissimi ciclamini selvatici, gli unici fiori che riescono a crescere con queste condizioni.
Vi consiglio di passeggiare nella faggeta e di arrivare fino alla cima e godere del meraviglioso panorama. A poca distanza si trova anche il Lago Scuro di Ruoti, un’altra tappa da fare prima di riposarsi nel grande prato in cui sono predisposti diversi barbecue dove cucinare e poter così trascorrere una piacevole giornata a contatto con la natura. Se vi trattenete fino a tardi poi, non perdetevi il tramonto sull’intera vallata.
In autunno sarà ancora più suggestivo con lo spettacolo del foliage. Dopo la tappa naturalistica è arrivato il momento di quella culturale con una visita al paese di Picerno: da non perdere la torre e la chiesa.
Marsico Nuovo e Viggiano
Il secondo giorno è stato dedicato alla scoperta di Marsico Nuovo con le sue 13 chiese e la visita a due attività davvero imperdibili: il Pastificio e Biscottificio “Tre Spighe” e la “Farmacia Corleto”. Fate una tappa al biscottificio e assaggiate i taralli biscottati, così chiamati perché subiscono una doppia cottura e dato che ci siete assaggiate anche i grissini e le altre prelibatezze. Di tutt’altro genere la seconda visita, quella ad un’antica farmacia che la nipote dello storico farmacista ha trasformato in un museo… davvero meravigliosa. Se siete amanti delle cose insolite, chiamate per prenotare una visita. Per quanto riguarda le chiese invece, non perdetevi il Museo di Arte Sacra che ospita l’Ultima Cena di Giovanni Todisco, in una versione davvero interessante. Degna di nota per quanto riguarda la facciata esterna e le colonne interne, la chiesa di San Gianuario Vescovo e Martire (Patrono di Marsico Nuovo).
Dopo un’ottima pausa pranzo abbiamo ripreso il nostro giro facendo una tappa a Viggiano. Viggiano è il paese di Maria e della musica; da non perdere la Piazza San Giovanni con delle bellissime statue raffiguranti le Muse della Musica intente a suonare strumenti differenti, circondate dagli zampilli della fontana.
Proprio di fronte alla piazza, un’altra statua che no passa inosservata e che rappresenta il momento della processione con cui una volta l’anno la statua della Madonna Nera (protettrice della Basilicata e delle genti lucane) viene trasportata sul sacro Monte dove resterà per quattro mesi prima di rientrare in chiesa. Ci siamo poi spostati nel centro vero e proprio del paese per visitare il bellissimo teatro “Francesco Miggiano” che inizialmente svolgeva la funzione di chiesa e di ospedale. Poco più avanti si trova la chiesa di Santa Maria alle Mura che ospita la statua della Madonna di cui vi ho parlato poco fa. Di fronte all’ingresso si apre una meravigliosa piazza con un panorama spettacolare e sulla ringhiera di protezione si possono ammirare gli stemmi dei 131 comuni della Basilicata.
Inizialmente vi avevo parlato anche di musica, vi ricordate? Già da qui si scorgono diversi indizi che rimandano al legame fra Viggiano e la musica, infatti sempre sulla ringhiera troverete la raffigurazione ripetuta di un suonatore di arpa, mentre sul portale antico posto davanti al belvedere, guardando con attenzione scorgerete raffigurata una piccola arpa. Dopo tutti questi indizi, non abbiamo potuto fare altro che recarci al Museo della Musica di Viggiano. In realtà si tratta del distaccamento del Conservatorio di Potenza dedicato solamente all’arpa. L’arpa viggianese è una vera e propria eccellenza e unicità del luogo, pensate che tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800 i musicanti viggianesi si recavano presso le edicole votive a suonare l’arpa; dovendola quindi trasportare non poteva essere troppo ingombrante ed è per questo che l’arpa viggianese ha dimensioni ridotte rispetto all’arpa classica ed è priva di pedali.
Cascate di San Fele e Palmenti di Pietragalla
Nella terza giornata abbiamo esplorato un’altra zona naturalistica, ovvero quella delle Cascate di San Fele. Le cascate sono 10 e sono collocate a poca distanza l’una dall’altra, così da poter ammirarne diverse durante un trekking da queste parti. In passato la zona era disseminata di mulini utilizzati per la cardatura della lana; lungo il sentiero infatti si possono notare i resti di alcuni di essi. Per quanto riguarda le cascate invece, noi abbiamo ammirato quella degli Innamorati, quella della Gualchiera e quella del Paradiso, il tutto in poche ore.
Se amate la natura vi consiglio di recuperare la mappa e di organizzare l’intera giornata alla scoperta di questo angolo di Basilicata davvero magnifico. Nel pomeriggio abbiamo visitato Pietragalla famosa per i suoi palmenti. Sapete cosa sono e per cosa venivano utilizzati? Si tratta di costruzioni scavate nel tufo utilizzate per la pigiatura e la fermentazione del vino. Ogni famiglia ne possedeva uno e faceva il proprio vino. All’interno della costruzione ci sono tre vasche: una di pigiatura, una per la fermentazione e una per la tiratura. I palmenti sono stati abbandonati dalle famiglie ed acquistati dal Comune e oggi è possibile visitare il Parco Urbano dei Palmenti.
Finita la visita al parco siamo saliti in paese dove abbiamo visitato le Rutt ( le grotte nel centro cittadino) utilizzate per la conservazione del vino. Tappa alla chiesa Madre dedicata a San Nicola di Bari, al Palazzo Ducale e al Museo della Civiltà Contadina.
Avigliano e la Grancia
L’ultima giornata di questo itinerario alla scoperta della Basilicata l’abbiamo dedicato alla visita di Avigliano, il paese dell’artigianato. Abbiamo potuto ascoltare la storia della Balestra o coltello dell’amore e vedere da vicino qualche pezzo realizzato dagli artigiani della zona, per poi catapultarci indietro nel tempo grazie alle creazioni di Annangela , una bravissima ricamatrice che a mano ricrea abiti del passato. Oltre alla sua merceria, ha aperto un piccolo museo del ricamo in cui espone delle vere e proprie opere d’arte. Sapete che la Basilicata è stata terra di briganti?! Per affrontare questo argomento abbiamo assistito ad uno spettacolo davvero meraviglioso e unico nel suo genere; nel Parco della Grancia, il primo parco storico rurale e ambientale d’Italia, abbiamo assistito alla “Storia Bandita” , una kermesse di teatro popolare e multimediale unico in Italia con più di 100 comparse.
Vi dico solamente che mi sono emozionata guardandolo e vi consiglio di cuore di vederlo; lo spettacolo viene ripetuto durante tutto il periodo estivo, se siete in zona è una di quelle cose che non potete assolutamente perdervi. Con questa chicca finisce il nostro tour alla scoperta di questa bellissima regione che personalmente spero di conoscere in modo più approfondito perché ha tanto da offrire.
Dove dormire e dove mangiare
Se indicativamente decidete di fare il mio stesso giro, vi consiglio di pernottare all’Hotel Bouganville di Picerno, ottimo punto di partenza per visitare le zone limitrofe. Per quanto riguarda il cibo, preparatevi ad assaporare tutti i piatti della tradizione da: Agriturismo il Cerro 1848 – Picerno Agriturismo Vignola – Marsico Nuovo La locanda del Re – Filiano
Un ringraziamento a Marmo Melandro Viaggi e Basilicata Turistica, organizzatori di questo Educational Tour in collaborazione con Maria Francesca Milione e con le bravissime guide Caterina e Nicola. Grazie anche a tutte le persone che ho incontrato e che mi hanno trasmesso l’amore per questa terra e a tutti i miei compagni di avventura senza i quali non sarebbe stata la stessa cosa.
Se siete amanti delle esperienze adrenaliniche, potete provare il Volo dell’Angelo.
L’entroterra marchigiano custodisce delle vere e proprie perle, come ad esempio Serrungarina. Siamo a Colli al Metauro, in provincia di Pesaro-Urbino. Pronti a scoprire i tesori di questa terra?
Cosa vedere a Serrungarina
Vi consiglio di inserire questo carinissimo borgo di 2500 abitanti all’interno di un itinerario alla scoperta dei borghi marchigiani. Iniziate salendo la bellissima scalinata, fiore all’occhiello di Serrungarina e una volta raggiunta la cima, vi ritroverete al cospetto del tiglio centenario, davvero maestoso e bellissimo. Spostatevi verso le mura e ammirate la visuale da quassù, davvero magnifica. Proprio in questa piazzetta si trova anche la chiesa di S. Antonio Abate che custodisce due tele di notevole importanza: dietro l’altare maggiore si può ammirare una tela del Guerrieri, pittore di Fossombrone della scuola del Caravaggio raffigurante la Visitazione mentre sulla navata laterale si può ammirare l’Immacolata Concezione del Presutti da Fano. Di fianco alla chiesa troviamo il Municipio che ospita una collezione di ceramiche donate dal maestro Bojani, direttore per oltre 20 anni del MIC di Faenza.
Curiosate tra i vicoli e cercate 2 targhe commemorative: a Serrungarina infatti nacquero due personaggi legati al mondo della Rai: Renata Cortiglioni che dedicò la sua vita al Coro di voci bianche e Massimo Pianforini, primo annunciatore Rai. Una chicca da non perdere ma che viene aperta solo in occasione di feste e sagre è l’osteria “Vecchia Cantina” al cui interno oltre ovviamente a gustare vino, troverete un vero e proprio museo della Civiltà Contadina. Prima di lasciare questo piccolo borgo con la forma di una torta, non potete non dirigervi verso il Profermo, una zona utilizzata in passato prima dell’ingresso in ospedale, una sorta di zona dedicata alla quarantena. Oltrepassato l’arco, prendetevi qualche minuto per ammirare il panorama.
La Feste della Pera Angelica
Serrungarina è famosissima per la sua Pera Angelica, un frutto delicato, dolce e davvero gustoso che cresce in queste zone. Essendo proprio una peculiarità, negli anni è nata la Festa della Pera Angelica per valorizzare e far conoscere questo prodotto di nicchia e quest’anno si svolgerà la XXVI edizione. Il periodo della festa è sempre la prima settimana di settembre, il momento di maturazione del frutto e quest’anno sarà il 2 e il 3 settembre. Troverete il borgo in festa, stand gastronomici, convegni, il mercato della Pera Angelica e tanta musica. Questo è un appuntamento da non perdere e potrebbe anche essere l’occasione per visitare il borgo.
Cosa visitare nei dintorni di Serrungarina
Dopo avervi parlato del borgo e del prodotto gastronomico per eccellenza, non mi resta che darvi qualche spunto col quale completare la visita. A pochissimi km da Serrungarina trovate la frazione di Bargniche ospita un albergo diffuso e dopo esserci stata vi dico che è il posto perfetto se cercate pace e tranquillità.
Sembra di essere isolati dal resto del mondo e se cercate un ristorante gourmet dovete assolutamente provare L’Antica Osteria da Gustin (prenotate perché ha pochi coperti).
A pochissima distanza da qui trovate un altro paese davvero carinissimo che merita una visita; sto parlando di Pozzuolo, il borgo del silenzio con i suoi 30 abitanti che si godono la vita con un panorama da fare invidia e i ritmi lenti. La zona offre anche molti spunti a livello naturalistico e il gruppo “I camminatori di Pozzuolo” è sempre pronto a mostrarvi le proprie bellezze. Io sono rimasta affascinata dall’antico forno del paese ancora in funzione, che viene utilizzato per sfornare pizza e focaccia in occasioni di festa. Parlando di feste, durante quelle natalizie Pozzuolo si trasforma nel paese del Natale… segnatevi anche questo appuntamento.
Come detto all’inizio, l’entroterra marchigiano custodisce dei piccoli tesori e se siete ancora curiosi di scoprire questa zona, potete proseguire il vostro tour con una visita a Saltara, al Beato Sante, al Museo del Balì o a Mombaroccio.
Longiano è un bellissimo borgo romagnolo, incastonato tra le verdi colline fra le province di Rimini e Cesena. Ne avete mai sentito parlare? Pur essendo piccino, racchiude al suo interno diversi musei davvero interessanti, ottimi ristoranti e una veduta davvero fantastica. Che dite, inizio ad illustrarvi cosa vedere?
Museo del territorio
Se avete l’animo nostalgico o semplicemente siete curiosi di scoprire utensili, giochi o quant’altro appartenuti ad epoche precedenti alla vostra, questo è il luogo giusto per voi. Due interi piani divisi per categoria colmi di ogni più svariato oggetto proveniente dal passato. Iniziamo con la stanza dei giochi dove la vostra attenzione sarà catturata da un magnifico esemplare di calciobalilla per poi passare alla stanza degli attrezzi o a quella degli utensili e oggetti di vita quotidiana. Non mancano collezioni, macchine fotografiche, monete e locandine. Nel giardino esterno poi troverete gli attrezzi legati alla vita contadina. Un vero tuffo nel passato. Il museo è gratuito ed è aperto il sabato, la domenica e i giorni festivi.
Fondazione Tito Balestra
Sempre nella parte alta del borgo trovate la Fondazione Tito Balestra; questa esposizione di arte moderna e contemporanea è ospitata all’interno del castello Malatestiano.
Vi consiglio di salire e come prima cosa di ammirare sia il panorama che il cortile del castello con varie installazioni e una vasca monumentale. La collezione esposta all’interno invece vanta più di 2000 opere fra oli, opere di grafica e di scultura, più ovviamente le poesie di Tito Balestra. Troviamo opere di Chagall, Goya, Matisse, De Pisis e di tanti altri. Il biglietto d’ingresso ha un costo di 7 euro.
Museo italiano della ghisa
Una vera chicca è il Museo italiano della ghisa ospitato all’interno della ex chiesa di Santa Maria delle Lacrime. Qui potrete ammirare alcuni degli esempi più significativi dell’intera collezione. Enormi candelabri in ghisa provenienti da diverse città italiane ed europee, mascheroni e fontane dai quali sgorgava l’acqua e infine diversi picchiotti per porta vi faranno fare un tuffo nel passato, anche grazie alle fotografie d’epoca che accompagnano gli oggetti esposti. L’ingresso è gratuito e il museo è aperto il sabato, la domenica e i giorni festivi.
Rifugio bellico
Una volta usciti da qui, vi consiglio di percorrere il rifugio bellico che attraversa il paese e che diede rifugio a tantissime persone durante la guerra. Il passaggio è libero e devo ammettere che è tenuto molto bene e che fa davvero effetto percorrerlo. Al suo interno una piccola esposizione di cimeli di guerra.
Museo d’Arte Sacra
Passiamo adesso dalla parte bellica a quella sacra, varcando le porte dell’Oratorio di San Giuseppe Nuovo. Qui troverete diversi oggetti sacri, importanti opere d’arte, reliquie ed ex-voto. Anche in questo caso l’ingresso è gratuito il sabato, la domenica e i giorni festivi.
Galleria delle maschere
Lasciando alle vostre spalle il castello e dirigendovi verso il teatro, non perdetevi la Galleria delle maschere. All’interno dell’ex convento di San Girolamo potete ammirare 31 bronzi raffiguranti le maschere della commedia dell’arte realizzate dall’artista Domenico Neri. Ingresso gratuito sabato, domenica e festivi.
Per effettuare una visita completa di Longiano non perdetevi il Teatro Petrella, splendido esempio di teatro ottocentesco all’italiana” e il Santuario del Ss. Crocifisso che custodisce una duecentesca immagine di Cristo Crocifisso.
Longiano, borgo bandiera arancione è uno dei borghi più belli della Romagna e merita sicuramente una visita.
Cosa vedere nei dintorni
Dopo aver curiosato fra i musei e le stradine di Longiano, potete approfittarne per fare un giro a Cesena o a Forlì, mentre se amate i borghi vi consiglio Savignano sul Rubicone con la sua storia millenaria.
L’Umbria, la regione più verde d’Italia racchiude bellezze di ogni genere; oggi vi propongo un itinerario di 3 giorni nella provincia di Perugia.
Rasiglia
Parto dalla località più conosciuta e lasciatemelo dire, Rasiglia è presa d’assalto dai turisti. Il mio consiglio è quello di andarci (se potete) in una giornata infrasettimanale, così da godervi al massimo ogni scorcio di questo borgo attraversato dai ruscelli, dove l’acqua è parte integrante.
Foligno
Foligno è lo snodo per eccellenza dell’Umbria, il punto di partenza e di arrivo di quasi tutti i treni della regione. La sua piazza evoca giorni lontani e la sua cattedrale (Di San Feliciano) sulle tonalità del rosa è davvero bellissima. Per i più curiosi, la tappa immancabile è alla Calamita Cosmica all’interno della chiesa SS. Trinità in Annunziata… a me è piaciuta tantissimo e ve ne parlo qui. Poco fuori Foligno invece, sorge l’Abbazia di Santa Croce in Sassovivo, una delle abbazie più belle d’Italia. La sua posizione strategica, sullo sperone della roccia, permette al visitatore di ammirare Foligno dall’alto.
Bevagna
La vera scoperta dell’intero tour. Pensavo di dedicarle giusto un po’ di tempo e mi sono ritrovata ad ammirare meraviglie in ogni angolo e così sono passate ore.
Non a caso rientra tra i borghi più belli d’Italia. Si tratta di un borgo medievale e la sua particolarità è quella di vantare l’associazione e il Mercato delle Gaite. Di cosa si tratta? Le Gaite rappresentano i quartieri in cui è suddiviso il borgo che si sfidano a giugno per vincere il Mercato delle Gaite, ovvero il palio. Da non perdere gli antichi mestieri; io sono rimasta davvero colpita dalla cereria.
La zona ha accolto San Francesco, quindi non può mancare una chiesa a lui dedicata, ma la storia di Bevagna affonda le proprie radici molto più indietro nel tempo e i resti delle terme romane lo dimostrano. Vi consiglio di partecipare alla visita guidata organizzata dalla Pro Loco che include la visita alle terme romane e al bellissimo teatro (5 euro). Vi segnalo anche l’antico lavatoio e le molteplici chiese che affacciano sulla piazza. Bevagna racchiude davvero tantissimi tesori, ricordatevelo quando programmate la visita.
Campello sul Clitunno e Borgo Lizori
Ci sono luoghi che vediamo sempre e solo di passaggio, senza mai visitarli a dovere e per me uno di questi sono le Fonti del Clitunno. Ci sono passata davanti almeno quattro volte e quest’ultima ho deciso di ammirarle come si deve. Si tratta fondamentalmente di un bellissimo parco con un grande lago al centro alimentato dalle acque delle fonti. Anatre e cigni nuotano beati sulla superficie, donando al luogo un’atmosfera di tranquillità e relax. A circa 1 km di distanza dall’ingresso delle fonti si trova il Tempietto sul Clitunno. Una volta terminata la visita a queste attrazioni vi consiglio di risalire in auto e dirigervi a Borgo Lizori. Vi anticipo già che il bellissimo borgo è arroccato e occorre lasciare l’auto un po’ più in basso e partire per una bella passeggiata.
Questa tappa è stata una vera scoperta, il borgo è davvero carinissimo e la cosa particolare è il connubio fra le costruzioni in pietra e i cancelli, le finestre o le installazioni in ferro, molto più moderne. Tutto questo è dovuto al fatto che Borgo Lizori è stato scelto dall’artista Antonio Meneghetti per un progetto di riqualificazione a partire dagli anni 70. Lizori significa Lì dove la vita vede… e io vi invito ad andare a vedere con i vostri occhi.
Trevi
Altro borgo dall’atmosfera davvero piacevole è quello di Trevi, infatti anch’esso rientra tra i Borghi più belli d’Italia. Per raggiungerlo si deve percorrere una strada costeggiata da ulivi… segno che qui l’olio è davvero ottimo. Iniziate il giro da Piazza Mazzini, il luogo più frequentato dai cittadini e poi imboccate uno dei tanti vicoli che attraversano Trevi. Dovreste incontrare ( altrimenti cercateli appositamente) la torre civica e il Palazzo del Governatore ( questi affacciano sulla piazza quindi la ricerca è nulla), il disegno monocromo, ovvero un dipinto cinquecentesco raffigurante Atteone, la porta del morto ) già trovata in altri borghi, rappresenta un ingresso murato che veniva aperto solo in caso di un lutto all’interno dell’abitazione), la chiesa di San Francesco, la casa quattrocentesca e innumerevoli palazzi e chiese.
Montefalco
Concludo il racconto parlandovi di Montefalco, un bellissimo borgo medievale. Passeggiate per il corso fino ad arrivare alla piazza davvero splendida. Circondata da ristoranti, invoglia il visitatore a fermarsi per un pasto.
Sicuramente la cucina umbra è ottima ed essendo Montefalco il borgo del Sagrantino, non potete andarvene senza prima aver assaggiato gli gnocchi al Sagrantino o in alternativa gli strangozzi. Raggiungete il belvedere dal quale godere di una vista a 360° e poi perdetevi tra i vicoli fino ad arrivare alla chiesa di Santa Chiara nella parte bassa del borgo.
Queste sono le tappe del mio fine settimana umbro, ma in zona potete visitare anche Spoleto, Spello, Assisi e Todi… dipende solo cosa cercate. In ogni caso vi godrete le bellezze, la natura e il cibo di questa fantastica regione.
Amanti della Vespa ho appena vissuto un’esperienza favolosa che devo assolutamente condividere con voi. Che ne dite di andare alla scoperta delle Marche in sella ad una Vespa rosso fiammante?
Vespa Tour Marche
Il progetto si chiama Vespa tour Marche ed è il connubio perfetto fra il noleggio del bolide e le informazioni sugli itinerari e le zone da visitare. Vespa Tour Marche nasce a Porto San Giorgio, ma ora potete trovare un altro punto di ritiro anche a Numana.
La forza di questo format sono i road book, infatti potrete scegliere fra diversi itinerari e i ragazzi al momento del noleggio del mezzo, vi consegneranno un road book cartaceo con l’itinerario scelto, le distanze, le direzioni, i punti di ristoro e le attrazioni principali. Ovviamente si tratta di un valore aggiunto, se voi volete noleggiare la Vespa per raggiungere una determinata meta o per effettuare il vostro personale itinerario, siete liberissimi di farlo.
“Tour dei borghi antichi”: il mio itinerario in Vespa
Non so se lo sapete, io sono un’amante della Vespa, quindi non potevo non provare questa super esperienza e ho scelto il “tour dei borghi antichi” perché si avvicinava maggiormente ai miei gusti. Visitare dei borghi storici sulle due ruote è davvero il top, ci si può inoltrare fra le stradine e ammirare il borgo da un’altra prospettiva e poi gli spostamenti fra un borgo e un altro sono ancora più piacevoli, ci si gode il panorama a 360° spaziando dalle vigne al mare. Questo tour inizia da Porto San Giorgio con il ritiro del mezzo e prosegue con Torre di Palme. In linea d’aria questo è il primo borgo che si incontra, io vi consiglio di lasciarlo per ultimo per il ritorno, magari per un aperitivo al tramonto.
Secondo me vivere questa esperienza in due è ancora più bello perché ci si alterna alla guida, lasciando al passeggero la possibilità di godersi tutto al 100% per poi invertire i ruoli e godersela alla guida della Vespa rosso fiammante. Abbiamo così visitato Lapedona, Altidona, Moresco, Monterubbiano, Petritoli, Ortezzano e Carassai. A questi potrete aggiungere Montefiore dell’Aso, fare una tappa al mare o addirittura sceglierne solamente alcuni. Il bello è che nessuno vi farà fretta, non ci sono cartellini da timbrare o mete da spuntare, dovrete solamente divertirvi e godervela.
Info utili
Il noleggio delle Vespe può avvenire a Porto San Giorgio ( 3423988593) o a Numana (3534396038), può durare per l’intera giornata, vi verrà fornito ovviamente il casco per ogni passeggero e un road book in base all’itinerario scelto. Se volete alte info consultate il sito o inviate una mail all’indirizzo info@vespatourmarche.it .
Un ringraziamento speciale a Fabio, Sara e Andrea per la gentilezza e la professionalità.
Avete mai pensato ad un tour alla scoperta dei borghi liguri del Ponente? La Liguria regala panorami mozzafiato, spiagge cristalline ma anche bellissimi borghi. Oggi voglio proprio proporvi un itinerario alla scoperta dei borghi del ponente.
Borghi liguri:Dolceacqua
Siamo in provincia di Imperia e il borgo di Dolceacqua è una vera chicca. Borgo tipicamente medievale, conservato davvero benissimo. Camminando per i vicoli, mi sono chiesta più di una volta se avessi utilizzato la macchina del tempo e fossi tornata indietro nel Medioevo. Da non perdere il castello dei Doria dal quale ammirare il panorama circostante.
Un tocco di colore è creato dalle molteplici botteghe artistiche e dalle installazioni di ombrelli colorati (e bianchi) con proverbi e aforismi. Per i camminatori ricordo che a Dolceacqua passa il “Sentiero Liguria”, magari potreste prenderla in considerazione come tappa. Dolceacqua è stata apprezzata tantissimo anche da Claude Monet che ci tornò più di una volta e definì il suo ponte “Un gioiello di leggerezza” e lo ritrasse anche nei suoi dipinti. Proprio il ponte a schiena d’asino che venne costruito per collegare le due parti di Dolceacqua è la mia parte preferita. Un borgo davvero caratteristico da inserire in un itinerario.
Borghi liguri:Bussana vecchia
Rimanendo sempre in provincia di Imperia, nel comune di Sanremo, un borgo da non perdere assolutamente è quello di Bussana Vecchia. Risalente all’epoca romana ha subito tanti cambiamenti; quello di maggiore impatto fu senza dubbio il violento terremoto alla fine del 1800 che provocò ingenti danni e portò piano piano all’abbandono di Bussana.
Per diversi anni rimase disabitato e chiamato “borgo fantasma”. Fu negli anno ’50 circa che il borgo si ripopolò gradualmente grazie ad un gruppo di artisti che decisero di stabilirsi proprio qui. Nacquero quindi le prime mostre e i primi atelier che diedero vita all’attuale villaggio degli artisti. La visita di Bussana Vecchia è davvero suggestiva, vi ritroverete a passeggiare fra rovine di chiese e abitazioni, trasformate dal tocco degli artisti. Lasciatevi guidare dall’istinto e passeggiate liberamente nel borgo, facendo caso alla chiesa di Sant’Egidio davvero particolare priva del tetto. Ammirate il panorama davvero meraviglioso e poi fermatevi per pranzo o anche solo per un caffè in uno dei coloratissimi ristorantini e prima di ripartire acquistate un souvenir in una bottega di qualche artista.
Borghi liguri:Triora
Ho lasciato per ultimo in questo itinerario fra borghi medievali, il borgo di Triora, conosciuto come “Il Paese delle Streghe”. Questo soprannome deriva purtroppo da un evento molto spiacevole avvenuto alla fine del 1500, quando diverse donne furono accusate di stregoneria e qui si verificò uno dei più grandi processi del nostro paese. Fu addirittura ribattezzata “la Salem d’Italia”.
Chiudiamo la parentesi più spiacevole e andiamo alla scoperta di questo borgo, sempre in provincia di Imperia, ma molto più arroccato rispetto ai precedenti che deve la sua fama agli eventi accaduti. Infatti proprio per ricordare quanto successo, nacque a Triora una vera e propria festa legata alle streghe e al loro mondo, chiamata “Strigòra” che si svolge normalmente a metà agosto. Triora sembra essersi fermata nel tempo, passeggiando per i suoi vicoli vi sentirete nel Medioevo.
Tutti gli edifici sono in pietra e conferiscono all’abitato un’aria davvero misteriosa. Di tanto in tanto vedrete raffigurate delle streghe o qualcosa legato al loro mondo, segno dell’ultima edizione di Strigòra. Arrivate fino in cima ai ruderi del vecchio castello ed ammirate il panorama. La parte più affascinante però è la Cabotina, l’antico luogo di incontro delle streghe; qui troverete dei pannelli esplicativi e una “riproduzione” di una strega. All’inizio del paese invece potrete visitate il Museo etnografico e della stregoneria. Non perdetevi la statua della strega, mi raccomando.
Con Triora termina il mio itinerario alla scoperta dei borghi medievali del Ponente, ma si tratta solo di un arrivederci perché la Liguria vanta tantissime eccellenze.
Ci sono donne che hanno fatto la storia ma purtroppo non vengono ricordate. Matilde di Canossa per fortuna non è rimasta nella penombra, ma la sua forza e la sua storia sono arrivate fino ai giorni nostri.
Matilde di Canossa: la storia
Per ripercorrere la storia di Matilde di Canossa dobbiamo recarci a Mantova dove nacque nel 1046, figlia di Bonifacio III marchese di Toscana e Beatrice di Lorena. Fu il suo bisnonno Adalberto a dare il via alla dinastia dei Canossa che vide il suo massimo splendore proprio sotto la guida di Matilde e che purtroppo però durò solo per 4 generazioni e si interruppe con lei. Ebbe due matrimoni, combinati e non celebrati per amore e una sola figlia che morì in tenera età. Matilde passò alla storia come la “contessa guerriera”, infatti non si tirò mai indietro in nessuna circostanza. In molti dipinti viene raffigurata con una bellissima chioma rossa e la cintura da guerriera.
Terre di Canossa: Castello di Canossa
Il mio itinerario alla scoperta delle terre di Canossa non poteva iniziare che dal Castello di Canossa, quello in cui Matilde si recava quando era fuori città. Oggi del castello non rimane quasi nulla, solamente una parte del Tempio di Sant’Apollonio, ma nel museo adiacente potrete ripercorrere la storia di Matilde.
Un grande arazzo raffigurante l’imperatore Enrico IV ricorda che proprio al Castello di Canossa si svolse l’episodio del “perdono di Canossa”. Papa Gregorio VII aveva scomunicato l’imperatore e proprio qui, con Matilde come mediatrice ci fu la revoca della scomunica dopo che Enrico IV rimase tre giorni sulla neve, a piedi nudi, vestito di soli panni di lana. La storia però non si concluse così, ma la “guerra” fra impero e papato continuò a lungo: l’imperatore riacquisì i suoi poteri, il Papa venne esiliato e fu proclamato un antipapa. Il costo del biglietto è di 4 euro e il castello è aperto dal martedì al venerdì dalle 10:00 alle 16.00, il sabato e la domenica fio alle 17:00.
Terre di Canossa: Castello di Rossena
A soli 4 km da l castello di Canossa sorge il Castello di Rossena. Vi anticipo che mi è piaciuto davvero tanto, ma dovete considerare che non è mai diventato un castello nobiliare con funzione abitativa, ma mantenne sempre una funzione bellica. Grazie alla sua posizione strategica, da dove si riusciva a dominare e controllare un territorio davvero ampio, era uno dei castelli a difesa di quello di Canossa.
In tempi più recenti divenne di proprietà di una donna olandese, infatti visitandolo si ritrovano dei rimandi all’Olanda, come per esempio delle ceramiche. Oggi ospita un ostello con circa 40 posti letto ed è utilizzato anche come location per matrimoni. Leggenda narra che le stanze del castello siano abitate dal fantasma di Everelina, figlia di un vassallo di Matilde di Canossa, che per sottrarsi alle nozze con un uomo che non amava, scelse di morire gettandosi nel dirupo. Il biglietto d’ingresso è di 5 euro, ( 4 se presentate il biglietto del castello di Canossa), le visite sono solo guidate e su prenotazione.
Terre di Canossa: Torre di Rossenella
Proprio di fronte al castello di Rossena, sorge la Torre di Rossenella che svolgeva una funzione segnalatrice. Potete lasciare l’auto nel parcheggio del cimitero e prendere la stradina sulla destra che in pochi minuti vi condurrà sotto la torre. Visitabile solo esternamente, vanta una posizione strategica, offrendo scenari meravigliosi.
Terre di Canossa: Votigno di Canossa
Dopo aver fatto un tuffo nella storia, passiamo al lato più spirituale. A Votigno di Canossa, famoso borgo medievale, sorge La Casa del Tibet con annesso museo (biglietto museo 3 €). Nel 1999 il Dalai Lama in persona visitò questo luogo.
Qui si respira un’atmosfera di pace e tranquillità essendo completamente immerso nella natura. Il borgo nacque sempre ai tempi di Matilde per dare rifugio ai soldati, mentre oggi è un luogo in cui vengono celebrati matrimoni. Il piccolo agglomerato di case ospita al centro una grande scacchiera, immortalata da tutti i visitatori. L’ingresso al borgo è limitato da un cancello in ferro, ma non vi è alcun biglietto d’ingresso.
Terre di Canossa: sentieri naturalistici
Come detto in precedenza, questi luoghi sono immersi nel verde e la zona offre tantissimi sentieri per trekking. Lo scorso anno è stato anche inaugurato un nuovo sentiero: la Via Matildica del volto santo che collega Mantova a Lucca. Sempre in zona una tappa imperdibile è la Pietra di Bismantova. Se invece amate le città, on vi resta che fare un giro a Reggio Emilia.
Io sono rimasta affascinata dalla storia di Matilde di Canossa e spero di aver incuriosito anche voi.
Alla prossima scoperta, viaggiatrice seriale.
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