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Seychelles: cosa fare a La Digue

Ogni singola isola delle Seychelles è meravigliosa, basta sentir nominare questo arcipelago per iniziare a sognare ad occhi aperti.
La Digue però a mio avviso è davvero speciale, impossibile non innamorarsene.
Innanzitutto appena si attracca con l’aliscafo si vede un’acqua davvero limpida, cosa insolita per un porto…viene quasi voglia di tuffarsi.
In questa piccola isola si gira solamente in bicicletta, quindi noleggiarne una è una delle prime cose da fare per poter andare alla scoperta delle sue meraviglie.

Le bici di La Digue

Noi una volta sbarcati, ci siamo diretti a piedi al nostro alloggio (eravamo nel quartiere del porto) e già strada facendo si poteva notare questo clima di relax e di spensieratezza che si respira quì.
Come accennato in precedenza, il nostro alloggio era provvisto di cucina e di una veranda esterna con divanetto, in cui poter rilassarsi o addirittura fare colazione.
Sbrigate le pratiche di check-in abbiamo noleggiato le bici direttamente dalla nostra padrona di casa ( i costi sono indicativamente più o meno simili ovunque), e siamo partiti alla volta di Anse Source D’Argent.
Questa è una delle spiagge più belle in assoluto di tutte le Seychelles e si trova in un’area protetta, infatti per accedere dovrete pagare un biglietto. Immaginatevi di girare in bicicletta in una piccola isola dove tutti si spostano allo stesso modo, superare l’ingresso e dover pedalare ancora per un pò tra piantagioni di vaniglia, natura rigogliosissima e di raggiungere un grossissimo masso di granito che si intravvedeva già da molto lontano, per scoprire che intorno ad esso ci vivono delle immense tartarughe di terra.

Tartarughe di La Digue

Già così è piacevole, ma il bello deve ancora arrivare.Vi accorgerete di essere giunti all’ingresso della spiaggia perchè vi troverete davanti agli occhi una distesa di biciclette parcheggiate di diversi colori, lasciate il vostro mezzo e incamminatevi lungo il sentiero…dopo poco rimarrete letteralmente a bocca aperta.

Anse Source D’Argent

Massi di granito chiaro ovunque, in acqua, in spiaggia e anche immersi nel verde poco oltre la spiaggia, acqua talmente cristallina da riuscire a vedere già da fuori i grandi pescioni che si avvicinano a riva e non curanti degli uomini nuotano beati avvicinandosi senza problemi.

Pescioloni ad Anse Source D’Argent

Giusto il tempo di mettere la maschera ed eravamo in acqua; essendoci la barriera per un bel pezzetto è bassa, ma si vedono un sacco di pesci colorati.
Dopo circa una mezz’oretta sono riuscita a calmarmi, mi è scesa un po’ l’adrenalina e mi sono messa a contemplare quel paradiso terrestre e a scattare fotografie come se non ci fosse un domani.

Anse Source d’Argent

Abbiamo fatto una bella passeggiata per scoprire che a metà spiaggia circa, si trovano diversi baretti che vendono frutta fresca o preparano cocktail sempre di frutta, da poter gustare su tavolini creati con assi di legno, ciocchi di legno sempre rivolti verso il mare o comode amache.
Se non è questo il paradiso si avvicina di sicuro!!!
Per pranzo abbiamo raggiunto un piccolo ristorante sempre all’interno della riserva, ma volendo potete anche uscire e ritornare in seguito mostrando il biglietto del mattino. Dopo aver gustato dell’ottimo pesce, siamo tornati a Source d’Argent e questa volta ci siamo spinti parecchio più avanti, qui c’era meno confusione e il paesaggio era davvero magnifico.Oltre alla miriade di pesci (i miei preferiti sono i pesci pagliaccio), sono riuscita a vedere anche due tartarughe!!!
Il giorno successivo siamo andati alla scoperta di un’latra spiaggia: Grande Anse.
La strada per arrivarci è più impegnativa, si trova ad un’estremità dell’isola e bisogna pedalare un po’ sia in discesa che in salita, ma la sua bellezza ripaga senza ombra di dubbio tutta la fatica.
Grande Anse, come dice il nome, è una spiaggia molto grande con il mare leggermente mosso, sempre circondata dal verde delle natura.

Grande Anse

Da questo tratto di spiaggia, è poi possibile raggiungere a piedi percorrendo un sentiero  che attraversa la fitta vegetazione, Petite Anse.Molto simile alla precedente, con il mare leggermente più calmo. Camminando ulteriormente poi, si raggiunge Anse Cocos.
Sull’isola la vita si svolge maggiormente di giorno, quindi non aspettatevi movida la sera, ma soprattutto vi consiglio di muovervi per tempo per cena o di acquistare il necessario per cenare nel vostro appartamento,altrimenti rischiate di restare a digiuno.
La formula del take-away è davvero diffusa e io vi consiglio senza ombra di dubbio il Gala: qui i prezzi sono bassi, la scelta è davvero vastissima e soprattutto i piatti sono molto buoni.Potete tranquillamente consumare il pasto nei tavolini all’aperto.
Vi consiglio assolutamente di fare almeno un’escursione in mare, noi abbiamo optato per quella di mezza giornata e a bordo di una barchetta da 15 persone circa, abbiamo raggiunto Felicitè Island e Coco Island, difficili da descrivere a parole , forse le foto semplificano il tutto.
Sono isolotti che sembrano finti da quanto sono belli, l’acqua assume tutte le sfumature possibili dal trasparente al blu scuro ed è popolata da un’infinità di pesci.

Isolotti raggiunti durante l’escursione in barca

Si viene come rapiti da quel mondo sottomarino, che il tempo a disposizione vola in un baleno e soprattutto l’acqua non è affatto fredda, ma è davvero piacevole (almeno a febbraio, poi dipende dai periodi).

Pesci che si scorgono dalla barca

Ci sono tantissime altre spiagge da esplorare, noi ci siamo spinti in bici fino alla punta più a sud,fino a dove non finisce le strada, alcune più selvagge,alcune con acqua bassa adatte alle famiglie, insomma di tutti i generi ma quelle che vi ho citato sono imperdibili.

Quest’isola mi ha davvero colpito, è impossibile andare alle Seychelles e non vedere la meravigliosa La Digue (io però non starei sempre e solo in quest’isola, è troppo piccina per i miei gusti 😉 ).
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

America

Isole delle Bahamas:un sogno chiamato Eleuthera

Tutti abbiamo desiderato visitare almeno una volta nella vita un’isola paradisiaca dove sentirsi quasi come Robinson Crusoe disperso in un’isola deserta, o comunque visitare il soggetto delle famose immagini del desktop con palme ed acqua cristallina: bene, è il momento di partire per Eleuthera.
Eleuthera è un’isola delle Bahamas, lunga circa 150 km e larga circa 4 km, percorsa da nord a sud da un’unica strada, dove si guida nella carreggiata di sinistra anche se il volante nelle auto è comunque a sinistra come da noi. L’aeroporto di partenza maggiormente utilizzato per giungere in questo paradiso è quello di Miami proprio a causa della sua vicinanza, ma credo che ci siano voli diretti anche da Londra.
Lo spettacolo inizia ancor prima di mettere i piedi a terra, infatti poco prima dell’atterraggio dai finestrini dell’aereo si può ammirare il mare cristallino intervallato da lembi di terra.
Non aspettatevi un aeroporto comune, o meglio è comune, ma la sua grandezza è pari a due stanze messe insieme; appena uscite da qui, se avete optato per una vacanza all’insegna dell’avventura chiedete subito di poter noleggiare un’auto ( non troverete i soliti desk con le compagnie di noleggio, ma ve le daranno direttamente i locali), in caso contrario invece, se avete prenotato in uno dei (pochi) resort extra lusso ci sarà già ad attendervi il pulmino per accompagnarvi a destinazione.
Devo ammettere che il costo del noleggio è alto, ma non c’è altro modo per poter esplorare l’isola….e cercate di farvi dare un fuoristrada, ne avrete bisogno.
La particolarità dell’isola è quella di non essere turistica, quindi se il vostro intento è quello di essere serviti e riveriti avete sbagliato destinazione, qui le spiagge non sono attrezzate e non ci sono nemmeno bar nei paraggi; dovete procurarvi bibite e pranzo al sacco in uno dei negozietti ( che vendono di tutto) sulla strada principale.
Essendo poco turistica anche la scelta per il pernottamento è limitata, io opterei per un appartamento o un B&B.

Accettano dollari americani ma poi vi daranno come resto i dollari delle Bahamas, ricordatevi di spenderli sull’isola mi raccomando.
L’attività principale per un turista è il dolce far niente: crogiolarsi al sole e fare bagni in un’acqua pazzesca.
Le spiagge non sono segnalate ottimamente, quindi dovrete chiedere informazioni strada facendo ai locali che dire che sono gentilissimi non basta ( non ho mai incontrato persone più disponibili). Per chi non si accontenta di una semplice abbronzatura c’è la possibilità di fare immersioni su vari relitti o fare shopping nelle eleganti boutique e nei bistrò di Harbour Island. Questa parte è senza dubbio quella più turistica e più chic, dove è possibile incontrare anche qualche celebrità, ma si tratta di un’ulteriore isoletta davanti a quella principale.
Il lato orientale di Eleuthera si affaccia sull’Oceano Atlantico mentre il alto ovest si affaccia sul mar dei Caraibi, quindi se per caso una delle due coste dovesse essere troppo ventosa, in un baleno sarete sull’altro versante.

Rainbow Beach

La capitale è Governor’s Harbour ed è fondamentalmente la cittadina più rifornita e si trova indicativamente a metà dell’isola.
Lungo la strada principale i paesini si susseguono uno all’altro, ma se vi spostate di notte dovete stare molto attenti perchè non c’è traccia di illuminazione ( lampioni della luce).
Passiamo quindi all’argomento principale: le spiagge.
Ten Bay Beach si trova a metà isola a sud di Palmeto Point ed è caratterizzata da fondali bassi e palme che riparano dal sole.
Scendendo ulteriormente fermatevi a Winding Bay: eccezionale. Ha una forma a C che la protegge dalla violenza dell’oceano, per cui troverete mare con acqua calmissima e tante mangrovie.

Winding Bay

Se siete dei veri avventurieri arrivate fino al punto più a sud dell’isola dove si trova Lighthouse Beach, una grande spiaggia ai piedi di una collina sormontata da un faro in disuso. La sabbia tende al rosa e sullo sfondo troverete bianche scogliere e una fitta foresta. Se ne avete voglia arrampicatevi sulla collina, così da avere una visuale sulla lunga spiaggia.

Vi devo avvertire però che per raggiungere questo posto paradisiaco dovrete percorrere un tortuoso tragitto in auto di circa 5 km su una strada piena di buche e solchi, ma ne vale sicuramente la pena.

Lighthouse Beach

Anche in questa spiaggia, come nelle precedenti io non ho incontrato nessuno e qui a maggior ragione vi sembrerà di essere completamente fuori dal mondo; secondo me questa sensazione di pace e tranquillità è un ulteriore valore aggiunto alla bellezza del posto.
Se siete sull’isola il venerdì non perdetevi l’appuntamento con il Fish Fry a Governor’s Harbour, si tratta di una serata in cui viene arrostito pollo e pesce in un grande barbecue e in una piccola capannina in legno si lasciano le ordinazioni e mentre si aspetta il proprio turno ci si gusta un drink guardando le stelle e ascoltando musica. E’ una serata proprio caratteristica, in fondo basta davvero poco per rendere speciale un evento.
Ritornando alle spiagge e salendo verso nord non potete perdervi Rainbow Beach, forse la mia preferita, anche se è davvero difficile sceglierne una. Qui troverete anche ombrelloni di paglia e piccoli tavoli in legno, il tutto contornato da palme e acqua cristallina.
Un’attrazione dell’isola è il Glass Window Bridge, il punto più stretto dell’isola, formato da un ponte ad una sola carreggiata che ha da un lato l’Oceano Atlantico e dall’altro il mare dei Caraibi; fermatevi ad ammirare lo spettacolo del netto contrasto del colore delle acque.
Un’altra attrazione è l’Ocean Hal, una strana formazione simile ad un cratere a Rock Sound che si dice non abbia fondo. E’ una dolina collegata al mare, larga circa 90 m e popolata da tantissime specie di pesci, i nuotatori più coraggiosi possono scendere dalla scaletta e tuffarsi nelle acque, mentre i più timorosi possono semplicemente gettare pezzetti di pane e vedranno affiorare tantissimi pesci.
Dirigendosi ulteriormente a nord, si può prendere un taxi boat per raggiungere Harbour Island ( considerata una delle isole più belle dei Caraibi), una piccola isola con un’affascinante mescolanza di rustico e chic, dove ci si sposta solamente a bordo di golf cart.
Molto celebre è la Pink Sands Beach, una lunghissima distesa di sabbia finissima dalle tonalità rosa per la presenza di coralli polverizzati.

Pink Sands Beach

Eleuthera è tutto questo e molto altro, io sinceramente ci ho lasciato il cuore… e ora sul mio desktop avrò un’immagine reale al posto di quelle prestabilite, ma di pari bellezza.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

PS: per pernottare potete fermarvi al Rainbow Inn, veramente delizioso o se preferite un appartamento andate da Sammy e da sua moglie Rose al Tropical Dreams Motel Resort e troverete delle persone fantastiche.
PPS: procuratevi sempre qualcosa da mangiare prima di addentrarvi nelle spiagge o fate un’abbondante colazione americana prima di partire.
PPPS: l’isola ha tre aeroporti, sceglietelo in base alla vostra sistemazione o al contrario cercate alloggio in base al vostro aeroporto.