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Italia, Marche

Trekking: Lame Rosse e lago di Fiastra

Camminare mi piace, se poi sono immersa nella natura è ancora meglio.
Ultimamente mi sto dedicando alla scoperta di luoghi raggiungibili dopo qualche km a piedi e ogni volta ne rimango sempre più affascinata.
La scorsa domenica è stata la volta del lago di Fiastra e delle Lame Rosse.
Ci troviamo in provincia di Macerata e vi assicuro che in zona potete trovare diversi luoghi molto interessanti, ma torniamo alla nostra camminata.

Raggiungete il paesino di Fiastra,se non vi siete organizzati già da casa fermatevi a fare qualche panino con un ottimo ciauscolo dalla signora dell’alimentari, salite di nuovo in macchina e continuate sulla strada principale; dopo poco troverete un’indicazione sulla sinistra per le Lame Rosse,svoltate lì e fiancheggiate la sponda del lago per un pezzetto fino ad arrivare al punto di partenza del sentiero.

Il lago è abbastanza grande e lungo e per questo regala degli scorci bellissimi che variano a seconda del riflesso della luce.
Pur essendo artificiale la sua bellezza richiama molti turisti – e non solo- :circondato da boschi e monti è un luogo ideale per trascorrere una piacevole giornata di relax sulle sue rive provviste di lettini e ombrelloni.

Si trova a 685 metri sul livello del mare ed è all’interno del Parco Naturale dei Monti Sibillini.
Se siete sportivi e non amate troppo crogiolarvi al sole, il lago offre tantissime possibilità: dalla canoa al parapendio, dal tiro con l’arco ai vari tipi di pesca…avrete l’imbarazzo della scelta.
Inutile dire che la zona offre tantissimi percorsi naturalistici, io mi sono avventurata fino alle Lame Rosse.
Il percorso non è difficile,ho visto tanti bambini quando ci sono andata io e indicativamente in poco più di un’ora di cammino si arriva di fronte al meraviglioso spettacolo delle Lame Rosse.

Si può partire sia dal belvedere della Ruffella  che dalla diga; il percorso è lungo circa 7 km.
Inizialmente è sterrato,poi si passa in un sentiero completamente all’ombra che attraversa il bosco fino ad arrivare all’ultimo tratto di salita sulla ghiaia.
L’ultimo tratto è quello che si accusa forse un po’ di più, ma la bellezza del paesaggio invoglia chiunque a raggiungere la “vetta”.

Le Lame Rosse sono formazioni composte di ghiaia e argilla, erose nei secoli dagli agenti atmosferici fino a modellarle a forma di pinnacoli.

Il loro colore rosso risalta tantissimo con l’azzurro del cielo, il bianco della ghiaia e il verde del bosco….vi assicuro che lo spettacolo è davvero unico.

La natura è capace di creare opere meravigliose e noi abbiamo l’obbligo di rispettarla, quindi è buon senso non fermarsi sotto a queste formazioni ma ammirarle dalla parte opposta e soprattutto non erodere maggiormente il suolo smuovendo e facendo precipitare a valle la ghiaia, sia nel rispetto degli altri escursionisti che della natura.

Concedetevi una ricompensa gustando i vostri panini mentre ammirate questa parte dei Monti Sibillini a dir poco fantastica.
Al prossimo trekking,
Viaggiatrice Seriale.

Italia, Marche, Umbria

Piana di Castelluccio e lago di Pilato

Ciao amici, siete pronti per trascorrere una giornata parecchio faticosa ma che vi regalerà panorami eccezionali??!!! Andiamo alla conquista del Lago di Pilato all’interno del Parco nazionale dei Sibillini. Io mi sono affidata ad una guida escursionistica perché il percorso  non è dei più facili, basta cercare on line escursioni in quella zona e vi appariranno diverse opzioni. Il punto di partenza fissato era a Castelluccio di Norcia, quindi come si suol dire “ho preso due piccioni con una fava” perché davanti ai miei occhi si è aperto uno scenario unico, che capita una volta all’anno: la fioritura delle lenticchie.

Campi in fiore

Vedrete campi completamente colorati, dalle tonalità del viola, al rosso fino ad arrivare al giallo.
Sembrano delle pezze di stoffa adagiate una di fianco all’altra da quanto sono nitidi i confini.
L’atmosfera è resa ancora più suggestiva da balle di fieno e campi di papaveri. Tantissimi visitatori accorrono ogni anno in questo posto per ammirare questa meraviglia della natura. A Castelluccio di Norcia si trova inoltre il bosco a forma di Italia.
Ma torniamo al vero obiettivo della giornata: il trekking al Lago di Pilato.
Le vie di accesso sono diverse, ma noi abbiamo fatto la più semplice o comunque una delle più semplici anche se il percorso è stato molto lungo, ma il dislivello era minore rispetto agli altri percorsi e le salite più graduali. Dopo esserci muniti di tutta l’attrezzatura necessaria, indispensabili gli scarponi da trekking, almeno due litri d’acqua a testa e la macchina fotografica ( pranzo al sacco, crema solare, cappello, occhiali da sole, giubbino anti- vento e anti-pioggia e una maglia termica) siamo partiti da un sentiero proprio di fronte alla piana in fiore e abbiamo iniziato il nostro cammino. Dal punto di partenza al lago sono circa 9,5 km e ci abbiamo impiegato circa 3,5 h con un passo non troppo veloce. Si cammina sul sentiero battuto in terra e su diverse pietraie ma non ci sono punti troppo difficili. Durante il cammino incontrerete greggi di pecore, stelle alpine e tanti altri fiori di montagna. In questo periodo il sentiero è parecchio battuto quindi incontrerete  diversi gruppi con lo stesso vostro obiettivo.
Dopo l’ultima fatica e cioè l’ultimo tratto in salita i vostri occhi saranno appagati da uno spettacolo magnifico, il lago con gli occhiali; si tratta infatti di due specchi d’acqua adiacenti, separati da una piccola striscia di terra. E’ un lago di origine glaciale a 1940 m di altitudine ed ha una straordinaria particolarità: è l’unico luogo sul pianeta in cui vive un piccolo crostaceo di colore rosso chiamato Chirocefalo del Marchesani. Anche se non indicato a dovere, c’è il divieto di avvicinarsi a più di 5 m dal lago proprio per non contaminare l’ambiente e non mettere a rischio la procreazione di questo crostaceo che depone le proprie uova sotto le rocce dove invece spesso le persone si appoggiano per scattare fotografie.

Lago di Pilato

E’ un luogo veramente affascinante e suggestivo di suo, ma questa magia aumenta ulteriormente in relazione alla leggenda che sopravvive da centinaia di anni.
Il nome Il Lago di Pilato deriva infatti dalla tradizione locale che racconta che in questo luogo sia precipitato il carro trainato da buoi che trasportava il corpo di Ponzio Pilato, per suo stesso volere. Proprio per questa leggenda-madre, che ne faceva un luogo maledetto, Il Lago di Pilato divenne dal medioevo un crocevia di maghi e negromanti.
In realtà, come spesso accade la funzione delle leggende è proprio quella di spaventare glia abitanti del posto, ed anche in questo caso era così, era un mezzo per impedire alla popolazione di avventurarsi in un luogo così pericoloso.
Tra leggende e campi in fiore è finita questa  bellissima giornata, vi consiglio di andare a visitare questo luogo incantevole. Da fine giugno fino a metà luglio circa potreste abbinare il trekking alla fioritura, ma in tutti gli altri periodi dell’anno potrete poi visitare i caratteristici paesini limitrofi come Visso, Norcia, Cascia o spingervi oltre fino a Spoleto o Terni.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.