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Italia, Marche

Villa Caprile e i sui giochi d’acqua

Viaggiatori, sono sicura che tra di voi si nasconde qualche appassionato di ville storiche che oggi sarà felice grazie al racconto di Villa Caprile.
Siamo nelle Marche, più precisamente a Pesaro e Villa Caprile insieme a Villa Imperiale e a Villa Miralfiore è uno dei gioielli della città.

Secondo giardino Villa Caprile
Secondo giardino Villa Caprile

Villa Caprile: la storia

La storia di Villa Caprile nasce nel 1500 circa, quando venne edificata come cascina di caccia, ma dobbiamo riconoscere alla famiglia Toschi-Mosca la realizzazione di una villa molto più imponente, destinata principalmente alla stagione estiva e allo svago.

Villa Caprile - Pesaro
Villa Caprile – Pesaro

Vennero quindi effettuati importanti lavori e venne costruita in stile neoclassico la villa che a grandi linee possiamo vedere oggi.
Gli interni vennero affrescati dal pittore Giulio Cesare Begni che cercò di riportare all’interno della costruzione gli stessi elementi che si potevano ammirare dalle finestre, creando così una continuità fra esterno ed interno.
Delle otto sale affrescate, sicuramente il salone è quello che provoca un impatto maggiore nel momento in cui si varca la porta d’ingresso.

Affreschi interni Villa Caprile

Una delle particolarità della villa è la perfetta simmetria; infatti è come se tutto fosse stato costruito su un asse che parte dalla chiesa (anche se questa è stata costruita successivamente), attraversa la finestra del salone e arriva fino al viale principale dal quale entravano i Marchesi Toschi- Mosca con la loro carrozza.
Alla fine del 1700 Villa Caprile subì un’importante restauro e gli affreschi di Begni vennero restaurati e sostituiti da quelli di Ubaldo Gaminiani.
Sempre in questa fase venne realizzata la bellissima galleria degli stucchi.
Alla fine del 1800 circa la villa venne venduta all’Accademia Agraria e in questi spazi venne fondata una scuola agraria.
Durante la guerra fu occupata dai tedeschi, proprio qui infatti passava la Linea Gotica e ancora oggi è possibile scorgere nel giardino di Villa Caprile diversi bunker.

Bunker Villa Caprile
Bunker Villa Caprile

Proprio durante questo periodo la villa venne inevitabilmente rovinata, soprattutto la parte della galleria degli stucchi.
Oggi Villa Caprile è sede dell’Istituto Tecnico Agrario Antonio Cecchi: non deve essere affatto male fare lezione in ambienti così belli.

Villa Caprile: i giardini

Uno degli aspetti più belli e suggestivi di questa villa pesarese sono sicuramente i suoi giardini, tre per l’esattezza.
Il primo giardino che si incontra uscendo dalla villa è quello all’italiana con busti e aiuole dalle forme geometriche, al centro delle quali svettano delle palme.
Al centro delle aiuole invece si trova la fontana, sempre perfettamente allineata su quell’asse immaginario.

Giardino all'italiana Villa Caprile
Giardino all’italiana Villa Caprile

Affacciandosi dal balcone si può ammirare il secondo giardino avente la funzione di frutteto, sempre con una fontana al centro e arricchito con bellissime serre in cui un tempo venivano spostate le piante di agrumi durante la stagione invernale.
La fontana del secondo giardino veniva utilizzata ai tempi dei Marchesi Toschi-Mosca come soggetto per giochi tra le famiglie nobili .
Il terzo giardino è in realtà il primo che attraversavano i Marchesi un tempo, arrivando in carrozza , ed è il Giardino di Atlante che un tempo ospitava piante aromatiche mentre oggi si può ammirare una bella distesa di lavanda.
Proprio qui di fronte, si riescono a vedere facilmente i tetti dei bunker presenti sul territorio e spostandosi di poco sulla destra, è possibile vedere il bunker Tobruk dissotterrato.
Oltre a questi tre giardini a terrazzamento, Villa Caprile ospita anche un teatro di verzura, il viale dei tassi (al quale è legata una leggenda), un roseto e un giardino segreto con delle voliere.

Villa Caprile: i giochi d’acqua

Veniamo ora alla particolarità di Villa Caprile, all’aspetto che la rende veramente unica nel suo genere: i giochi d’acqua.
Sembra che il marchese Giovanni Mosca fosse un tipo divertente che amava fare scherzi.
Pensate che fece costruire un vero e proprio sistema idrico predisposto per gli scherzi d’acqua; si trattava di veri e propri scherzi d’acqua perché l’ospite che passeggiava in giardino, non si rendeva assolutamente conto in anticipo di poter incappare in qualcosa del genere, gli spruzzi d’acqua escono da fessure impercettibili.
Ci sono poi le due grotte particolari, in stile rocaille: in una troviamo il dio Nettuno e una specie di carillon con figure marine, mentre nell’altra troviamo addirittura il diavolo che esce da una finestrella e che spruzza acqua, bagnando ovviamente il malcapitato.

Grotta giardini Villa Caprile
Grotta giardini Villa Caprile

Ci sono poi due sedute che danno sul secondo giardino e che sembrano posizionate in quel punto per ammirare il panorama e invece anche qui, azionando i giusti meccanismi, sgorga acqua.
La cosa a mio avviso davvero sorprendente è che questi giochi sono arrivati funzionanti fino ai nostri giorni, ovviamente con le giuste manutenzioni, ma il sistema idrico è quello originale che prendeva acqua dalle cisterne interrate sotto al giardino segreto.

L’azienda agricola

Come accennato in precedenza, oggi Villa Caprile ospita l’Istituto Tecnico Agrario Antonio Cecchi ma anche l’azienda agricola.
Qui infatti guardandovi attorno vedrete vigne a perdita d’occhio e diversi ulivi.
Si producono infatti vino, olio e confetture.
Una volta terminata la visita potrete approfittarne per acquistare prodotti a km zero proprio nel punto vendita poco distante dalla villa.

Info e costi

Nel periodo estivo è possibile partecipare alla visita dei giardini con gli scherzi d’acqua, mentre nel restante periodo dell’anno la visita sarà per ammirare i giardini.
La cosa interessante è che è il visitatore a poter decidere come comporre la visita: le attrazioni sono tre (villa, giardini e bunker) e il costo per la visita è di 5€ per un’attrazione, 7 € per due attrazioni e 10€ per tre attrazioni.
Sarete quindi voi a decidere cosa visitare.

Piccola curiosità: Villa Caprile fu frequentata da personaggi illustri come Giacomo Leopardi, Casanova, Stendhal e anche da Napoleone Bonaparte.
Per le prenotazioni inviare una mail all’indirizzo psis01300n@istruzione.it o consultare il sito.

Che dite, vi ho convinto a visitare una delle meraviglie di Pesaro?! Io lo ammetto, sono stata completamente ammaliata dal suo fascino e dalla sua particolarità.

Un ringraziamento alla Prof.ssa Gerbino, a Isabelle e a Ruben che mi hanno guidato in questo viaggio nel tempo.

Alla prossima avventura,
viaggiatrice seriale.

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La Stradomenica di Pesaro

Pesaro, prossima Capitale della Cultura 2024 si sta preparando per il grande anno che la vedrà protagonista, ma ha già tantissime attrazioni e attività di cui andare fiera.
Siete mai stati nella città marchigiana? Ecco cosa non perdere durante una visita alla città natale di Gioachino Rossini.
La 3° domenica del mese si svolge la Stradomenica.

Parete di libri Musei Civici di Pesaro
Parete di libri Musei Civici di Pesaro

Stradomenica: di cosa si tratta?

La Stradomenica è un evento che si svolge ogni 3° domenica del mese, dove oltre al mercato cittadino al mattino e al mercato dell’antiquariato al pomeriggio, prendono vita altri appuntamenti.
Si tratta della giornata perfetta per visitare le maggiori attrazioni della città, risparmiando un pochino, cosa che non guasta mai. Durante questa giornata infatti, acquistando la tessera Pesaro Cult al costo di 3 euro, si avrà accesso a diversi musei.

Tessera Pesaro Cult
Tessera Pesaro Cult

Quali musei rientrano nella Stradomenica?

Parlando dei musei compresi nella giornata della Stradomenica, non posso che partire da Casa Rossini, la casa natale del famoso compositore pesarese Gioachino Rossini. Fate poi un salto indietro nel tempo fino ad arrivare al tempo dei Romani con una visita alla Domus dell’Abbondanza; la Pesaro Cult permette l’accesso anche al Museo Nazionale Rossini in cui poter apprendere svariate informazioni sul compositore e ai Musei Civici in cui ammirare bellissimi quadri e ceramiche.

Domus dell'Abbondanza di Pesaro
Domus dell’Abbondanza di Pesaro

Per gli appassionati di motori è imperdibile la visita alle Officine Benelli, mentre personalmente vi consiglio la Sinagoga, una vera chicca di Pesaro.
Gli appassionati di bicicletta non possono perdersi il Museo della Bicicletta a Palazzo Gradari mentre gli appassionati d’arte apprezzeranno di sicuro il Centro Arti Visive Pescheria.
Lasciando il centro storico raggiungete in auto la località di Santa Maria dell’Arzilla, dove visitare la Casa-museo di Giovanni Gentiletti.

Sinagoga di Pesaro
Sinagoga di Pesaro

Che ne dite? A me sembra l’occasione giusta per andare a scoprire i tesori di Pesaro.
Ricordate che la Stradomenica si svolge ogni 3° domenica del mese.

Alla prossima avventura,
viaggiatrice seriale.

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Casa Museo Giovanni Gentiletti

Pesaro vanta diversi musei, oggi voglio parlarvi della Casa – Museo di Giovanni Gentiletti.
Se amate i musei più particolari, questo fa al caso vostro.

Dove si trova il museo

La casa-museo di Giovanni Gentiletti si trova appena fuori Pesaro, a soli 4 km da Candelara, a Santa Maria dell’Arzilla; siamo indicativamente al centro tra le città di Pesaro e Fano.
Come si può ben capire dal nome, il museo sorge proprio nella fucina- studio dello scultore pesarese, nel luogo in cui prendevano vita le sue opere.

Casa Museo Giovanni Gentiletti
Casa Museo Giovanni Gentiletti

Giovanni Gentiletti: la storia

Giovanni Gentiletti fu uno scultore pesarese, nato a Candelara e conosciuto per le sue opere in rame e non solo.
Creatore di opere per la città di Pesaro, come per esempio “Nel vento del mito” presente nella rotonda di Via Cecchi al porto o il “Trittico-teca dei Santi Decenzio e Germano” donato dalla famiglia alla Cattedrale di Pesaro.
Collaborò anche con Arnaldo Pomodoro.

Opera di Giovanni Gentiletti
Opera di Giovanni Gentiletti

Casa – museo: cosa trovare

La casa- museo di Gentiletti è una vera meraviglia, forse perché proprio qui nascevano le sue opere e proprio qui sono esposte.
La sua famiglia infatti ha deciso di condividere i suo lavori con un pubblico più ampio, aprendo le porte della sua fucina-studio.
Qui troviamo 6 sale espositive che racchiudono indicativamente i differenti momenti dello scultore.
Appena si entra al piano terra si possono ammirare le sale Superfici, Frammenti e Trittici mentre al primo piano Forme Zoomorfe, Aironi e Calendari.
All’inizio della sua carriera, Gentiletti creava principalmente scarabei e rondini in volo (che si possono ammirare già dalla facciata dell’abitazione) per poi passare agli aironi dai lunghi becchi e lunghe zampe con occhi rotondi, spesso realizzati incastonando pietre.
La fase degli aironi non è stata breve e dall’esposizione di diverse opere si nota l’evoluzione dell’artista.
Le forme zoomorfe lasciano poi spazio ad elementi figurativi e a strani alfabeti custodi di antiche memorie.
Una delle figlie vi guiderà nella scoperta delle opere di Gentiletti, illustrando i passaggi chiave.
Prendetevi poi del tempo per ammirare queste particolari e bellissime opere.
Terminato il giro nella casa, è la volta del laboratorio, varcata la porta vi ritroverete nel mondo dello scultore, fra opere incompiute, attrezzi del mestiere e bozzetti.
Proprio qui potrete assistere alla proiezione di alcuni filmati in cui l’artista parla del suo percorso e delle sue creazioni.
Non dimenticate poi di fare un giro nel giardino, anche qui sono esposte delle opere.

Opere incompiute nel laboratori di Gentiletti
Opere incompiute nel laboratori di Gentiletti

Quando visitare la casa-museo

La casa-museo Giovanni Gentiletti fa parte del circuito Pesaro Musei ed è possibile visitarla ogni terza domenica del mese, in occasione della Stradomenica.

Per me è stata una scoperta davvero interessante e sono sicura che sarà lo stesso per voi.
Se siete a Pesaro, non perdetevi questi musei.

Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.

Italia, Marche

10 cose da fare a Pesaro

In questo ultimo periodo abbiamo sentito spesso parlare di Pesaro, la città marchigiana affacciata sul mare.
Ha vinto infatti il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2024 e tra le altre tantissime riconoscenze pochi giorni fa è stata scelta come città che ospiterà l’UlisseFest, la festa del viaggio.
Il fatto di ricevere tutti questi riconoscimenti ha un solo motivo: è meritevole custodendo diversi tesori da scoprire.

Cosa vedere a Pesaro

Iniziamo quindi subito con le tappe imperdibili durante una visita alla città marchigiana.
lo sapete che è chiamata la città delle 5M?
“Mare, Mobili, Musica, Maioliche e Motori”
.
Già questo è uno spunto per i vari approfondimenti, ma entriamo più nello specifico.

1. Palla di Pomodoro

La Sfera grande di Pomodoro, chiamata da tutti i pesaresi più comunemente la “Palla” è il luogo d’incontro per eccellenza della città.

Palla di Pomodoro
Palla di Pomodoro

Posta sul lungomare, è il terzo ed ultimo esemplare di Pomodoro della Sfera grande dopo quella della Farnesina e quella di New York.
La città di Pesaro ha avuto per tantissimi anni il calco in gesso, fin quando l’autore nel 1998 decise di concedere alla città una vera e propria opera in bronzo, posizionandola sulla fontana.

2. Casa natale di Gioachino Rossini

Pesaro diede i natali al grande compositore Gioachino Rossini e ancora oggi è possibile visitare la casa dove nacque.
Va precisato però che non tutto lo stabile era di proprietà della famiglia Rossini, ma semplicemente un bilocale.
Durante una visita a Casa Rossini potrete ammirare le stanze e varie esposizioni.

Casa natale di Gioachino Rossini
Casa natale di Gioachino Rossini

3. Villino Ruggeri

Proprio di fronte alla fontana svetta un edificio che non passa assolutamente inosservato, in perfetto stile Liberty.
Si tratta del Villino Ruggeri appartenuto all’eccentrico farmacista Oreste Ruggeri divenuto famoso per i suoi glomeruli.

Villino Ruggeri
Villino Ruggeri

Essendo di proprietà privata non è visitabile, ma vale comunque la pena soffermarsi ad ammirarla dall’esterno.

4. Officine Benelli

Come anticipato in precedenza, Pesaro è la città dei motori ed ospita un bellissimo museo con centinaia di moto che vi faranno ripercorrere un secolo di storia.
Il museo sorge nell’unico stabilimento superstite dell’antica fabbrica Benelli che diede lavoro a gran parte della popolazione pesarese.

Officine Benelli Pesaro
Officine Benelli Pesaro

Nacque dal sogno dei fratelli Benelli grazie all’aiuto della madre che rimasta vedova, vendette i possedimenti terrieri per appoggiare i propri figli in questo progetto.
Il più famoso di tutti fu sicuramente il più piccolo, Tonino Benelli, 4 volte campione d’Italia
.

5. Cattedrale di Santa Maria Assunta o Duomo di Pesaro

Il Duomo di Pesaro, dedicato anche al patrono S. Terenzio, ospita al suo interno dei meravigliosi mosaici di differenti epoche.
Il più famoso è senza dubbio quello della sirena.

Duomo di Pesaro
Duomo di Pesaro

6. Domus dell’Abbondanza

In città è possibile visitare anche una bellissima Domus romana; al suo interno grazie ai ritrovamenti e al video interattivo, vi sembrerà di fare un salto nel passato e ritrovarvi nel patio di una villa romana.

7. Musei Civici

I Musei Civici, ubicati all’interno di Palazzo Mosca ospitano un’importante collezione di ceramiche, quadri e tele di prestigio e diverse opere preziose donate da Vittoria Mosca.

Medusa all'ingresso dei Musei Civici di Pesaro
Medusa all’ingresso dei Musei Civici di Pesaro

Da non perdere prima di entrare l’enorme Medusa di Mengaroni e l’ormai famosa parete di libri ( parte della scenografia di un’opera del Rossini Opera Festival).

8. Teatro e Conservatorio Rossini

Gioachino Rossini in punto di morte lasciò la sua eredità al comune di Pesaro e quindi grazie a questo la città vanta un importante conservatorio in cui si formano dei veri e propri talenti.

Conservatorio Gioachino Rossini
Conservatorio Gioachino Rossini

Il teatro invece ha origini molto più antiche, risale al 1637 e si chiamava Teatro del Sole; secoli dopo, fu Rossini in persona a dirigere la sua opera “La Gazza Ladra” in questo teatro e il successo fu davvero grande sia per l’opera che per lo stabile.
Fu così che nel 1855 venne intitolato al compositore.
Il teatro è davvero una vera chicca ed è possibile visitarlo.

9. La Bicipolitana

Pesaro è anche città della bicicletta (trovate proprio i cartelli ad indicarlo appena arrivate in zona), grazie soprattutto ai numerosi km di pista ciclabile che la percorrono.
E’ nata quindi la Bicipolitana, un insieme di piste ciclabili che si incrociano e grazie alle quali è possibile raggiungere ogni parte della città e arrivare anche a Fano.
I pesaresi amano molto spostarsi in bicicletta e i turisti imparano subito a farlo, per la grande comodità e grazie alle numerose possibilità di noleggio.

10. Pizza Rossini

Oltre al teatro, al conservatorio e al museo, Pesaro ha dedicato al compositore anche un’altra cosa: una pizza (di sicuro ne sarà felice visto il suo amore per la cucina).

Pizza Rossini
Pizza Rossini

Non potete andare a Pesaro e non assaggiarla: si tratta di una pizza margherita con uova sode e maionese… non giudicate prima di averla assaggiata, la amerete!

Pesaro è questo e tanto altro, di sicuro queste sono le tappe imperdibili, come anche Piazza del Popolo con la sua fontana e il Palazzo Ducale.

Piazza del Popolo di Pesaro
Piazza del Popolo di Pesaro

Da non dimenticare il bellissimo lungomare e il fatto che in un determinato periodo dell’anno a Pesaro è possibile vedere sia l’alba che il tramonto sul mare.
Ha circa 10 km di spiaggia che si sviluppano dal Monte San Bartolo al Monte Ardizio, quindi la possibilità di godervi il mare non mancherà.

Nelle immediate vicinanze poi sorgono tantissimi borghi da visitare come Gradara con il suo castello, Fiorenzuola di Focara, Montefabbri, Candelara, Novilara e tanti altri.
Da non perdere una visita a Villa Imperiale e a Villa Caprile.

Testate in prima persona le attrazioni di Pesaro, sono sicura che le amerete così tanto che deciderete di ritornarci ancora.
Se amate visitare la città in un modo particolare, provate le visite guidate teatralizzate.

Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.

Italia, Marche

Pesaro: scoprire la città con le visite guidate teatralizzate

Pesaro, provincia della regione Marche ha vinto da pochi giorni il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2024, che dite, andiamo a conoscerla in anteprima?

Visite guidate teatralizzate a Pesaro

Il modo migliore per visitare una città è sempre quello di affidarsi ad una guida locale, così da non perdere nessuna attrazione importante ma allo stesso tempo recarsi negli angoli più nascosti e ascoltare storie locali.
La visita che voglio proporvi è molto coinvolgente, non aspettatevi un’infinità di date e rimandi storici, voglio proporvi una visita semiseria della città, grazie alle visite guidate teatralizzate.

Visita teatralizzata con Rossini
Visita teatralizzata a Pesaro con Rossini

Cosa sono le visite teatralizzate?

La formula della visita teatralizzata affianca una guida professionista ad un attore che vestirà i panni dei maggiori personaggi della città per raccontarvi in maniera più leggera gli aneddoti e la storia di Pesaro.
Questa tipologia di visita è rivolta ad un pubblico eterogeneo perché anche i bambini si divertiranno un mondo a seguire i racconti di un personaggio venuto dal passato, mentre gli adulti acquisiranno tutte le informazioni ma in maniera più gioiosa e meno pesante.
Le visite teatralizzate vengono effettuate ogni settimana da maggio a settembre, ed essendo gestite dall’Associazione albergatori di Pesaro, trovate tutte le info sul loro sito.
La loro durata è di circa due ore.

Pesaro: dove alloggiare

Venendo proprio al discorso degli alberghi, la città vanta decine di alberghi per ogni esigenza e per tutte le tasche.
Tutti però sono accomunati da alcuni fattori: si trovano principalmente sul lungomare e questo significa che si trovano a 10 minuti di camminata dal centro storico, vantano tutti un’ottima professionalità e offrono diverse tipologie di servizi.

Parete di libri Musei Civici Pesaro
Parete di libri Musei Civici Pesaro

Pesaro: cosa vedere

Pesaro, città dei motori, della musica, del mobile, della bicicletta e ora anche della cultura, offre tantissime opportunità al turista; ovviamente in estate il mare richiama la maggior parte dell’interesse, ma a pochissimi km di distanza si trovano alcuni dei borghi più belli d’Italia come Gradara, Fiorenzuola di Focara e Montefabbri.
Per quanto riguarda i musei avrete l’imbarazzo della scelta, dalla Casa natale di Gioachino Rossini ai Musei Civici, dal Museo Nazionale Rossini alla Domus romana dell’Abbondanza.
Un consiglio che mi sento di darvi però, è quello di ammirare la città anche all’esterno, passeggiando in centro storico con il naso all’insù: non perdetevi la fontana dei tritoni e il Palazzo Ducale in Piazza del Popolo, il meraviglioso Teatro Rossini e la famosissima Palla di Pomodoro.

Palla di Pomodoro
Palla di Pomodoro

La zona del lungomare e del porto merita una menzione a parte, non perdetevi una passeggiata su Viale Trieste.
Sapete che a Pesaro è possibile vedere sia l’alba che il tramonto sul mare in un particolare periodo dell’anno?
Le attrazioni non sono finite, vi invito a scoprirle in prima persona, ma non dimenticatevi le Officine Benelli per ripercorrere più di 100 anni di storia attraverso le moto.

Visita teatralizzata con Dante
Visita teatralizzata con Dante

Le visite teatralizzate sono veramente un modo perfetto per andare alla scoperta di Pesaro e Urbino, ogni tour tematico ha una partenza differente, per essere subito vicino ai luoghi più significativi di ciascun personaggio che si andrà ad approfondire.
Non vi resta che scegliere fra Rossini, Dante, Benelli, Ruggeri, Raffello o Federico da Montefeltro in base all’argomento che volete approfondire.
Per tutti i dettagli e le informazioni consultate il sito di APAhotels.

Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.

Si ringrazia APA Hotels per l’invito all’Educational tour “Ciao ti presento Rossini … e non solo!”

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Passeggiata dal fiume Foglia al lago Penserini

Siete alla ricerca di una bella passeggiata nel verde? Oggi gioco in casa, siamo a Pesaro e più precisamente nel quartiere di Villa Fastiggi.

Percorso fino al lago

Si tratta di un percorso ad anello di circa 6 km totali, ma volendo potete anche ritornare indietro sulla strada già percorsa. Lasciate l’auto nel parcheggio del campo sportivo di Villa Fastiggi, costeggiate il campo da calcio (che avrete sulla sinistra) e proseguite sempre dritto fino alla fine della strada dove incontrerete il Fiume Foglia . Arrivati sull’argine del fiume, prendete il sentiero sulla vostra sinistra. Inizialmente la camminata sarà lungo un sentiero battuto in mezzo all’erba ma completamente all’aperto per poi proseguire all’interno della vegetazione, vi ritroverete quindi riparati dalle piante e ogni tanto dovrete scavalcare qualche tronco (niente di difficile). Troverete un segnale che vi indica il sentiero del tasso e il lago.

Indicazioni sentiero del tasso
Indicazioni sentiero del tasso

Proseguite avendo sempre il letto del fiume sulla vostra destra e se volete avvicinarvi ulteriormente vi confermo che ogni tanto si trova una piccola “deviazione” per raggiungere il fiume. Io per esempio sono scesa su dei gradini scavati nella terra e mi sono ritrovata in una sorta di “spiaggetta” di sassi, con annessa altalena. Proseguendo sul sentiero, troverete ogni tanto un po’ di pendenza, ma potrete aiutarvi con le corde fissate agli alberi.

Corde per aiutarsi durante il sentiero
Corde per aiutarsi durante il sentiero

Continuate ancora un po’ all’interno della vegetazione e sarete finalmente arrivati al ponte!! Si tratta di un ponte di legno che attraversa il fiume, finito di percorrerlo non vi resta che l’ultimo sforzo:una salita sempre con l’aiuto della corda.

Ponte di legno sul Fiume Foglia
Ponte di legno sul Fiume Foglia

Il gioco è fatto, perché proprio dopo il campo che vi ritroverete di fronte, si trova il lago Penserini. Qui non avrete che l’imbarazzo della scelta su dove posizionare la vostra coperta per il picnic o il vostro telo per la pennichella. Il lago è di proprietà privata ma i proprietari consentono l’accesso, quindi l’educazione e il rispetto per il luogo mi sembrano il minimo. Se vi fermate per una sosta, riportate via con voi i rifiuti.

Lago Penserini
Lago Penserini

Se invece siete dei super camminatori potrete percorrere tutto il perimetro del lago. Il luogo è davvero tranquillo e si presta sicuramente per una bella scampagnata e se siete con i vostri bimbi, sono sicura che apprezzeranno. Il sentiero non è difficile ma nemmeno tutto pianeggiante quindi adatto ai bimbi più grandi e non adatto ai passeggini.

Quale strada scegliere per il ritorno

Una volta raggiunto il lago le opzioni sono due: se amate l’avventura potete percorrere la strada al contrario, se invece amate i percorsi ad anello potete proseguire. Dovete superare la balza e portarvi sul sentiero superiore, seguite il percorso battuto e arriverete ad una catena dopo la quale dovrete scendere a sinistra e lasciare il fiume alle vostre spalle. Ora inizia la strada asfaltata, ma sempre immersa nel verde. Proseguite fino alla fine della strada e poi svoltate a sinistra, dopo poco troverete la strada imbrecciata affiancata da alberi che vi condurrà al Campo Base, oltrepassate il gattile e proseguire sempre sulla strada principale fino all’incrocio. Una volta qui svoltate a sinistra e prestate maggiore attenzione perché passano diverse macchine e sarete tornati di nuovo alla vostra auto. Spero di esservi stata utile e ricordate che l’avventura è sempre dietro l’angolo! Viaggiatrice seriale.

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Un caffè con Gioachino Rossini: visita alla casa natale del compositore

Domenica scorsa ho fatto visita a Gioachino Rossini! 🙂
Bando alle ciance, sono una concittadina del grande compositore italiano e ancora non ero mai stata a casa sua: una cosa imperdonabile.
Nel centro storico di Pesaro è possibile visitare la casa natale di Rossini.

Casa natale di Gioacchino Rossini

In effetti tutta la città ha zone a lui dedicate, perché oltre a riconoscere la sua grandezza, è anche un modo per ringraziarlo.
Dovete sapere infatti che il testamento di Gioachino prevedeva che una gran parte della sua ricchezza andasse proprio alla città di Pesaro.
Figlio di musicisti, padre musicista e madre cantante nacque nella città marchigiana il 29 febbraio del 1792 e dedicò tutta la sua vita alla musica.
Nell’edificio potrete fare una visita su tre piani distinti, ammirando le varie stanze che racchiudono cimeli e effetti personali del compositore.
Si può ammirare la stanza dove realmente nacque, dove viene narrata a grandi linee la sua vita.
Un’altra stanza è dedicata ai ritratti di Rossini, dalla giovinezza alla vecchiaia passando per delle carinissime caricature.

Caricatura del compositore

Un luogo è dedicato ai suoi ultimi giorni (anche se furono a Parigi e non a Pesaro dove morì il 13 novembre 1868) attraverso un dipinto di un suo caro amico che lo ritrae sul letto di morte e attraverso il testamento in cui nomina la sua città natale erede universale dei suoi beni.
Un’altra stanza ospita la sua spinetta da viaggio ossia una specie di piccolo pianoforte che il maestro portava sempre con se, per potersi dedicare ai suoi studi da compositore; la stanza è abbellita con lettere e autografi musicali rappresentativi di tutta la sua carriera.

Spinetta da viaggio

La mia preferita è senza dubbio la sala in cui sono esposte alcune delle sue più celebri opere come la Gazza Ladra e il Barbiere di Siviglia.

Ricollegandoci proprio a quest’ultimo, all’ingresso dell’edificio potrete ammirare una vecchia sedia da barbiere.

La casa ospita anche uno store interamente dedicato al compositore e una sala audio con punti di ascolto di opere rossiniane.

Postazioni audio con rappresentazione del Teatro Rossini di Pesaro  sullo sfondo

Se capitate a Pesaro è una tappa che dovete assolutamente fare, ne vale la pena (ingresso a pagamento).
Con ancora la musica di Rossini che mi gira in testa vi saluto.
Chissà quale sarà la prossima colonna sonora…..al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

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Le limonaie di Villa Guerrini

Ci sono luoghi che non tutti possono vedere, per svariati motivi e quindi è giusto raccontarli e farli conoscere a quanta più gente possibile.

Questo è il caso di Villa Guerrini, di proprietà privata che però ha aderito alla campagna del FAI e in due giornate si è mostrata in tutta la sua bellezza.
Ci troviamo a Pesaro e più precisamente nel quartiere di Muraglia.
Un tempo la zona era agricola e l’edificio venne costruito come casino di villeggiatura in una posizione ben precisa – che oggi non riusciamo nemmeno lontanamente ad  immaginare in quanto è stata inglobata completamente nel nucleo cittadino – su un asse che comprendeva anche altre ville del colle Ardizio ed in un punto dal quale si riusciva a controllare gran parte dei possedimenti.
Oggi l’unica cosa che riusciamo a cogliere è una linea immaginaria sulla quale si affacciano simmetricamente le cancellate rimaste.
La costruzione risale al 1787 e venne attribuita al nobile abate Vincenzo Giordani.
Proprio perché di proprietà di un religioso la villa non presentava nemmeno all’epoca grandi fasti ma era piuttosto sobria, ad esempio non ci furono mai giochi d’acqua e cose del genere ma si creò un ambiente tranquillo e sereno.
La sua posizione era strategica, proprio sulla via Flaminia dove si muoveva l’intero mondo circostante.
Oggi dall’esterno nulla tradisce la bellezza che si può godere varcato il portale d’ingresso.
Un grande giardino diviso in due parti si estende subito dopo l’entrata; la prima parte è di semplice prato verde cinto da cipressi – che incorniciano perfettamente il portone principale – mentre la seconda parte è la vera punta di diamante della struttura: le limonaie.
Quest’ultima parte si può intendere come un giardino suddiviso in aiuole quadrate perimetrate da siepi di bosso con al centro una fontana.
Due lati a prima vista possono sembrare un loggiato ma in realtà sono ben altro: si tratta di una serra per il ricovero invernale delle piante di limoni.
In passato i limoni rappresentavano un ornamento e stavano a significare che la famiglia era benestante; i frutti non venivano mangiati ma servivano solo come elementi decorativi.
Non si tratta di comuni serre,hanno la struttura in legno e sono ricoperte di tegole e non vi è assolutamente il cemento ma il “collante” è costituito da un impasto di terra e paglia…tutto questo perché sono completamente smontabili e due volte all’anno persone qualificate smontano e rimontano l’intera costruzione.
Tutto questo per esporre i vasi di limoni al sole in primavera e per ripararli dalle intemperie in autunno.
Come in origine gli enormi vasi sono 80 ed in primavera solo le piante più piccine vengono spostate ed utilizzate come decoro all’interno delle quattro aiuole.
Non avevo mai visto qualcosa di simile e vi assicuro che è stupefacente!
Vicino alle piante vi sono dei termometri che consentono di verificare che la temperatura sia effettivamente quella giusta, pensate che in inverno vengono addirittura riscaldate da alcune stufette.
Sulla destra dell’intero edificio si trova un Oratorio dedicato a Sant’Emidio (che proteggeva  dai terremoti) che in passato era aperto al culto pubblico; sulla parete sinistra rispetto all’altare si può notare una grata dalla quale i nobili assistevano alle funzioni senza scendere dalle proprie stanze e mischiarsi al popolo.
La pianta dell’oratorio è di forma ottagonale anche se non è facilmente intuibile.
Dal primo proprietario, l’abate Giordani, la villa passò in diverse mani fin quando non venne acquistata da Guerrino Guerrini, ai cui eredi ancora appartiene,
Secondo me le limonaie sono qualcosa di meraviglioso e credo che a parole non si riesca ad esprimere la loro bellezza reale ma ci ho voluto provare, così da farvi scoprire un luogo che altrimenti molto probabilmente non avreste mai visto.
Immaginatevi a passeggiare fra delle aiuole curatissime, arricchite dai alcuni fiori violetti e immersi nella totale pace,dove l’unico rumore è quello dell’acqua della fontana e dove l’aria assume il profumo dei limoni che brillano con il loro giallo sulle 80 enormi piante custodite gelosamente.
Alla prossima scoperta,
Viaggiatrice seriale.
Italia, Marche

Museo Morbidelli: la più grande collezione privata di moto in Europa

Appassionati delle due ruote, questo post è tutto per voi.
In occasione della giornate Fai di primavera ho potuto visitare il Museo Morbidelli a Pesaro e sono rimasta completamente sbalordita.
Mi auto rimprovero per il fatto di non aver approfondito in precedenza questa eccellenza della mia città.
Il Museo Morbidelli è la prima collezione privata di moto in Europa e la seconda nel mondo,non so se rendo l’idea.
Tutto il merito è di Giancarlo Morbidelli.
Appassionato di meccanica fece della sua passione la sua professione, lavorando prima in una fabbrica meccanica e aprendo poi una piccola fabbrica di macchine speciali per la lavorazione del legno che divenne negli anni una delle più note al mondo.

La storia del museo va di pari passo con quella del suo fondatore che iniziò a collezionare moto fin dai primi anni dalla nascita della sua azienda, facilitato anche  dalle relazioni con altre realtà industriali in tutta Europa per recuperare diversi esemplari a due ruote.

La grande passione di Morbidelli fu proprio la motocicletta e parallelamente al suo lavoro di costruttore di macchine per la lavorazione del legno, iniziò anche a costruire motociclette aiutato solamente da altre 4 persone: un ingegnere e 3 tecnici; finito il lavoro in fabbrica si recava al reparto corse dove portava tutto il suo sapere e la sua abilità.

Fu così che motocicletta dopo motocicletta, migliorando di volta in volta riuscì a conquistare 4 Titoli Mondiali Piloti e 4 Titoli Mondiali Costruttori.
Come si suol dire “buon sangue non mente” e infatti suo figlio Gianni iniziò a correre, partendo dai Go-Kart fino ad arrivare alla Formula Uno sempre supportato dal padre Giancarlo.
Nei primi anni 90 il grande imprenditore decise di cedere la sua attività e dedicarsi alla sua grande passione, le motociclette appunto.

Il vecchio stabilimento industriale, con una superficie di 3.200 metri quadri  si è trasformato in un vero e proprio museo ospitando 350 motociclette, 50 delle quali sono pezzi unici al mondo.
Ammetto di non essere una patita delle due ruote ma vi assicuro che sono uscita da lì veramente soddisfatta perché dietro a quello che apparentemente può sembrare un insieme di mezzi c’è una storia con la S maiuscola.
Troverete dei modelli davvero singolari, come l’antenato dello scooter che veniva utilizzato in Francia dalle ballerine per fare pubblicità o diverse motociclette da guerra, passando per le  moto da corsa dalle più datate fino ad arrivare ad un esemplare utilizzato anche da Valentino Rossi all’inizio della sua carriera.

All’interno del museo troverete poi una sala dedicata interamente a Dorino Serafini, grande campione del passato.

Ho scoperto che da molto prima di Vale la storia della provincia di Pesaro è legata alla storia delle due ruote.
Amanti delle moto dovete assolutamente visitare questo museo, ne sono rimasta affascinata io che non ne capisco niente, non oso immaginare che effetto possa avere su di voi.
E dato che ci siete fate un salto anche alle Officine Benelli…ma questa è un’altra storia.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.