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elisa

Asia, Mondo

Una giornata a Kuala Lumpur

Se per via di uno scalo o se perché fa parte del vostro tour vi trovate a dover trascorrere una giornata nella capitale della Malesia, ho qualche consiglio per voi.
Kuala Lumpur è la più grande città della Malesia, ma non lasciatevi spaventare, non ha dimensioni disarmanti e con qualche dritta si riesce a visitarla in lungo e in largo.
Al primo impatto sembra impossibile muoversi a piedi, ma non è così, le enormi strade sono tutte costeggiate da marciapiedi e in più è percorsa da una monorotaia che fa diverse fermate. Il biglietto, anzi il gettone, si acquista direttamente alle macchinette in ogni singola fermata; ma se siete dei comodoni c’è il rimedio giusto anche per voi, sicuramente molto più caro però: il vecchio caro taxi.
Appurato che spostarsi è molto semplice, vediamo cosa poter fare in un’intera giornata a K.L.
Io inizierei subito alla grande con la visita alle Petronas Towers, magari per arrivarci fate una bella passeggiata nel parco poco distante, così da poterle ammirare in tutto il loro splendore da più lontano. Esse sono il simbolo della città, sono due torri identiche collegate da un ponte sospeso e simboleggiano la forza nell’unità, in quanto devono essere visualizzate assieme, una complementare dell’altra.

Petronas Towers

A seconda della vostra curiosità ci trascorrerete più o meno tempo, ma una volta finito camminate un po’ e dirigetevi alla torre Menara o K.L. Tower. Prendete l’ascensore dopo aver fatto il biglietto e in men che non si dica vi ritroverete a guardare l’intera città dall’alto in basso. Con i suoi 421 metri d’altezza vanta la piattaforma di osservazione più elevata di K.L. ; è situata al centro di un parco e presenta diverse attrazioni, dall’acquario al simulatore di F1 (al suo interno ospita anche un ristorante, l’ Atmosphere 360 che compie una rotazione di 360° con movimenti impercettibili così mentre cenate avrete davanti ai vostri occhi un panorama sempre differente).
Rimettetevi in cammino e raggiungete la pizza dell’indipendenza dove svetta altissima la bandiera: questa zona è completamente differente dal resto, la piazza è circondata da meravigliosi palazzi ristrutturati recentemente.
Durante la visita non perdetevi il punto preciso in cui nacque la città nel 1857, la confluenza dei fiumi Gombak e Kelang, il suo nome infatti in malese significa confluenza fangosa.

Una tappa che non potete evitare è quella della Chinatown dove vi sembrerà di essere stati catapultati realmente in un’altra nazione; bancarelle con ogni genere di abbigliamento, ma soprattutto ogni genere di cibo, come ad esempio gli insetti fritti.
Lasciate le lanterne dirigetevi al triangolo d’oro e lasciatevi andare allo shopping più sfrenato!! Fra un acquisto e l’altro all’interno dei vari malls, potreste rilassarvi con un bel massaggio o una riflessologia plantare… è pieno di centri benessere. Io ho osato ancora un po’ e dopo la riflessologia mi sono sottoposta anche alla fish pedicure…. che solletico!! 🙂
Questo è un itinerario ipotetico per una giornata a K.L. , poi dipende da quante ore volete dedicare ai centri commerciali.
Secondo me vale assolutamente la pena di raggiungere le Batu Caves, grotte di formazione calcarea all’interno delle quali è stato creato un luogo di culto Hindù; per raggiungere “la vetta” è necessario affrontare 272 gradini, ma non è finita qui, occorre anche superare l’ostacolo scimmie: le scale infatti sono popolate da questi animaletti che tentano di impossessarsi di ogni cosa, soprattutto di cibo…. tenetevi stretti tutti gli oggetti che avete in mano!!
Buon divertimento e fate buoni acquisti!!!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

P.S.: mi raccomando in pausa pranzo assaggiate qualche piatto malese!
P.P.S.: durante il mio tour sono passata anche nella meravigliosa Pom Pom Island e alle isole Perhentian e non dimenticate la foresta di Taman Negara

America

Costa Rica… Pura Vida!

Amate la natura incondizionatamente?! Scegliete sempre per i vostri viaggi destinazioni con natura rigogliosa?! Allora se non ci siete ancora stati, dovete assolutamente andare in Costa Rica!!!!
Il Costa Rica si trova in America Centrale ed un tempo era quasi interamente coperto da foreste tropicali, oggigiorno il 25% della superficie è protetto sotto forma di parchi e di riserve naturali, perchè anche se sembra ancora uno stato completamente verde, gran parte del territorio è stato colpito da deforestazione.
La sua posizione strategica lo rende uno dei Paesi più ricchi di biodiversità nel mondo;qui troviamo infatti diverse catene montuose,vulcani, e poco distante le due coste.
Il clima è tropicale nelle regioni costiere e temperato nell’entroterra;se dovete programmare un viaggio considerate che la stagione delle piogge è tra aprile e dicembre.
Ma veniamo a noi, partiamo con il mio viaggio.
Ho volato da Milano a San Josè, la capitale,  con la compagnia aerea Iberia, il mio periodo di viaggio è stato dal 29 aprile al 7 maggio.
Essendo atterrati nel tardo pomeriggio, le prime ore sono servite per la sistemazione e il pernottamento.
Il giorno successivo, dopo una ricca colazione è iniziata la vera avventura: a bordo di una jeep 4×4 guidata da noi abbiamo raggiunto il Vulcano Poas; non distante dalla capitale, è uno dei siti naturalistici più visitati del Paese.

Vulcano Poas

Si tratta di uno strato vulcanico che raggiunge i 2708 metri ed è composto da più crateri: il maggiore ha un diametro di 1,5 km e una profondità di 300 m, in fondo alla quale si può ammirare un lago dal quale si levano gas solforosi, nell’alto cratere invece è presente un lago con acque fredde, che si ricollega a dei fiumi.
Ultimamente l’attività vulcanica sembra in calo, ma non si sa mai!!
Ammirare questo gigante è veramente entusiasmante, dopo una camminata immersi nella natura si può godere finalmente dello spettacolo del lago:davvero suggestivo.
Dopo la fatica della camminata, è arrivato il momento di recuperare le forze e abbiamo sfruttato la pausa pranzo per scoprire una piantagione di caffè.
Subito dopo pranzo infatti, guidati da una bravissima ragazza abbiamo fatto il giro della piantagione… abbiamo visto tutto il processo di produzione, dalla piantina di caffè appena cresciuta ai chicchi messi ad essiccare al sole, fino ad arrivare al punto vendita dove c’era veramente l’imbarazzo della scelta.
Il caffè infatti è l’oro nero del Costa Rica, moltissima produzione mondiale viene fatta in questo stato!
Dopo averne gustate diverse qualità ci siamo rimessi in marcia sulla nostra jeep e abbiamo raggiunto l’hotel dove avremmo trascorso la notte.
Beh che dire, una vera oasi di pace immersa nel verde assoluto, progettata in modo da poter offrire una visita panoramica del Vulcano Arenal da qualsiasi punto dell’hotel.
Fuori dal nostro bungalow non avevamo un giardinetto, ma giardini immensi a perdita d’occhio e poco lontano pascoli per varie specie di animali….per non parlare dei fiori!!Mi sembrava di essere in un giardino botanico! Insomma la sistemazione ideale per riposarsi e rilassarsi visto che la giornata successiva sarebbe stata impegnativa!

Il giorno seguente infatti è stato all’insegna dell’adrenalina, abbiamo sfidato le acque del Rio Sarapiqui facendo rafting!!!
Per me non era la prima volta, ma l’emozione è sempre unica,sopratutto perchè ti rendi conto di poterlo fare in un fiume di un paese “verde”, il panorama è completamente diverso.
Dopo le spiegazioni del caso, siamo saliti sul nostro gommone ed è “filato” tutto liscio, il fiume non era troppo pieno e ci siamo goduti questa esperienza al massimo!
Per compensare le energie utilizzate, nel tardo pomeriggio fino a sera inoltrata ci siamo rilassati alle terme, la zona infatti è ricca di acque termali e di conseguenza diverse strutture le utilizzano per crearci zone relax.
Non dovete però immaginarvi le nostre terme, che per quanto belle possano essere sono sempre all’interno di strutture: qui era tutto all’aria aperta, camminavi su vialetti e poi ti tuffavi nella vasca che preferivi, tutto circondato da una foltissima vegetazione: uno spettacolo!
Dato che questa accoppiata adrenalina/relax ci era piaciuta parecchio, il giorno successivo abbiamo provato un’emozione unica, mai provata fino a quel momento: SKY TRAM e SKY TREK!
All’interno di un parco avventura, dopo diverse spiegazioni e dopo essere stati imbragati per bene, siamo saliti su una funivia, la Sky Tram che ci ha portato fino alla montagna più alta della zona, lungo il percorso abbiamo avuto una vista mozzafiato della flora e della fauna, ma che altezza!!!! Se soffrite di vertigini non potete assolutamente farlo!
La Sky Trek invece è la modalità di discesa, con carrucole,cavi di acciaio si “vola” sopra una vegetazione infinita,non scherzo nel dirvi che vedevamo gli uccelli volare sotto di noi!
Ogni tot ci sono delle piattaforme in acciaio in cui fermarsi per poi ripartire poco dopo. Adrenalina allo stato puro!!

Una volta tornati con i piedi a terra siamo ripartiti: destinazione Oceano Pacifico!
E si, dopo tutte queste giornate a contatto con la natura meravigliosa, volevamo concludere la vacanza con un pò di mare.
Ci siamo diretti a Playa Conchal dove abbiamo pernottato 3 notti.
Qui è stato relax puro, mare cristallino e tanto sole.
Un giorno abbiamo fatto un’escursione organizzata in barca e abbiamo raggiunto un’isola poco distante.
Nel nostro resort giravano libere un sacco di iguane, spostavi i lettini e ti ritrovavi un’iguana sotto:che strani animali! 🙂
Dopo aver ricaricato le pile siamo ripartiti per la strada di casa, abbiamo prima preso un volo (piccolo aereo) interno per raggiungere l’aeroporto di San Josè e da qui dritti verso Milano.
E così è finito un altro bellissimo viaggio, raccontare l’immenso spettacolo offerto dalla natura è davvero difficile, ma vi assicuro che è stato indimenticabile.
Pura Vida è l’espressione che sintetizza nella sua essenza lo spirito del Costa Rica, esprime la gioia, la vitalità, il senso del bello, la gentilezza e la saggezza dei suoi abitanti…ma è anche una filosofia di vita!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

PS: in Costa Rica crescono 1300 specie di orchidee, una di esse, la Guaria Morada è il fiore nazionale mentre un animale simbolo è la rana verde dalle zampette rosse.
PPS: è il maggiore esportatore di ananas al mondo, preparatevi per grandi abbuffate.

Europa

La Semana Santa in Andalusia

Forse qualcuno di voi è già lì, oggi infatti inizia la Semana Santa e se vi trovate in Andalusia dovete assolutamente calarvi nell’atmosfera mistica che si respira.
Io purtroppo ci sono stata quasi dieci anni fa e il ricordo non è proprio nitido, ma ricordo bene invece di essere rimasta completamente affascinata, perchè è una tradizione abbastanza diversa dalla nostra.
La prima immagine che mi viene in mente infatti è una lunga processione di sera, al buio, con tantissime persone incappucciate.
Ma facciamo un passo indietro, è meglio prima spiegare di cosa si tratta.
La Semana Santa  inizia la Domenica delle Palme e si protrae fino alla Domenica di Pasqua; in questa settimana ogni giorno sfilano immagini rappresentative della Passione di Cristo, tranne il Venerdì Santo.
E’ la celebrazione annuale cristiana della Passione, Morte e Resurrezione di Gesù; rappresenta un fenomeno socio-culturale, tutti i cittadini partecipano, ma attira anche un gran numero di turisti.
Ogni città dell’Andalusia vive questo periodo in modo personale, non vi è una celebrazione più bella dell’altra.

Se siete in zona potete assistere a questa festa a Siviglia, Granada, Malaga e in tante altre città.
Vi troverete davanti ad un corteo di penitenti che portano candele e croci, vestiti con tradizionali abiti, tuniche, mantelli e con un grande cappuccio appuntito; ogni singola città ha diverse confraternite che sfilano.
I festeggiamenti di Siviglia però sembrano essere quelli più conosciuti, le confraternite portano in processione statue raffiguranti Cristo chiamata i “Misteri” e una raffigurante la Madonna chiamata Palio.
Io ricordo proprio quest’ultima, un’immensa statua adornata e completamente ricoperta di fiori.
Il tragitto classico della statua è dalla chiesa di appartenenza alla Cattedrale cittadina e viceversa.
E’ un momento veramente mistico, di profonda fede, da non perdersi assolutamente se si è in zona in questo periodo.
Non fatevi spaventare dalle “uniformi” indossate, è uno degli eventi più folkloristici dell’anno.
Buon viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Feste e Sagre in Italia, Italia, Marche

Carnevali di mezza Quaresima

Cari amici, come promesso vi parlerò dei Carnevali di Mezza Quaresima.
Il carnevale tradizionale logicamente termina con il martedì grasso, 40 giorni dopo il quale si festeggia la Santa Pasqua.
Queste celebrazioni invece si svolgono proprio al centro di questo periodo di attesa e per questo motivo si chiamano i Carnevali di Mezza Quaresima.
Nelle Marche, a Lucrezia e a Cartoceto sono ormai appuntamenti storici, che si ripetono da diversi anni.

Lo svolgimento è identico a quello di qualsiasi carnevale, carri e maschere sfileranno per le vie del paese, ma il tanto atteso getto sarà solamente di cioccolato!
Migliaia di uova di Pasqua verranno lanciate dai carri insieme a quintali di cioccolatini.
L’ingresso è a pagamento e il biglietto costa 2,50 €, ma state tranquilli che vi rifarete con tutte le uova che porterete a casa.
Vi verrà inoltre rilasciato un biglietto della lotteria per partecipare all’estrazione  di un maxi uovo da 7 kg, olio e vino della zona.
Insomma se siete fanatici del carnevale, se amate il cioccolato, se volete trascorrere una giornata all’insegna dell’allegria o se amate mascherarvi non vi resta che recarvi ai Carnevali di mezza quaresima!
Buon divertimento,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Marche

Art & Ciocc a Pesaro

Amici golosoni, visto che l’eurochocolate di Perugia è passato da un pò, ho un evento da segnalarvi se quando siete circondati da cioccolato vi sentite in paradiso; è più piccolina della manifestazione umbra, ma i prodotti sono eccezionali.
Dovete recarvi nelle Marche, nel centro storico della città di Pesaro, dal 28 al 30 Marzo per gustarvi queste prelibatezze.
In quei giorni in Piazza del popolo si svolgerà ART & CIOCC, il tour dei cioccolatieri e la grande festa del cioccolato.

Non c’è bisogno nemmeno di organizzarsi più di tanto, infatti avrà un orario continuato dalle 9:00 alle 21:00, quindi qualsiasi momento della giornata è quello giusto per gustare un pezzetto di cioccolata.
Il tour tocca diverse regioni d’Italia e approva anche all’estero e ciascun maestro cioccolatiere che vi partecipa è specializzato in una particolare produzione, legata anche alla tradizione della propria regione d’origine.
In questo modo dalla piazza di Pesaro, soltanto assaggiando dei capolavori di cioccolato potrete compiere un viaggio in Veneto, Lombardia, Sicilia…
I cioccolatieri armati di fantasia e inventiva si “sfideranno” per creare soggetti e accostamenti sempre più particolari, si parla di cioccolato all’olio extravergine, peperoncino, Amarone, ma anche gusti più classici come gianduia e nocciola.
Di certo non vi voglio tutti ciccia e brufoli, ma una tappa è d’obbligo, soprattutto se siete in zona.
Vi auguro un dolcissimo weekend, Around The World.

Italia, Marche

Banca d’Italia filiale di Pesaro: visita grazie alle giornate FAI

Come ogni anno il FAI, Fondo Ambiente Italiano decreta delle giornate in cui vengono aperti al pubblico diversi luoghi in cui generalmente è vietato l’accesso.
Quest’anno le giornate Fai Di Primavera sono state il 22 e il 23 Marzo ed i luoghi interessati più di 750 in tutta Italia fra musei, parchi, chiese e luoghi di interesse culturale.
Logicamente è un’occasione da non perdere, così anche io ne ho approfittato; non mi sono spostata ma ho scelto di scoprire “i tesori nascosti” della mia città, così ho potuto ammirare l’interno dell’edificio della Banca d’Italia – Filiale di Pesaro.
L’accoglienza è stata attraverso un riepilogo storico di tutti gli edifici in cui è stata ospitata prima di arrivare nella sede attuale, infatti la prima sede istituita nel 1864 fu severamente danneggiata dai bombardamenti durante la II Guerra Mondiale.

Banconote esposte alla Banca d’Italia di Pesaro

La cosa maggiormente interessante a mio avviso è stata l’esposizione di biglietti in lire emessi negli oltre 100 anni di attività della Banca, dalle prime banconote che riportavano la scritta “Banca Nazionale del Regno d’Italia” alle ultime lire fino ad arrivare agli euro e in anteprima ci hanno mostrato anche come sarà la nuova banconota da 10 euro. Una vera chicca però è stata l’esposizione delle lire utilizzate nel nord Africa al tempo delle colonie, veramente belle.
Oltre al fatto di vederle fisicamente in esposizione, il valore aggiunto è stato dato dalla storia e dalla contestualizzazione di ogni singola banconota.
Al piano superiore invece avevano allestito una mostra e una proiezione  delle più famose opere dell’artista ceramista Bruno Baratti.
Una curiosità: l’edificio che ospita la Banca d’Italia a Pesaro è stato costruito con 18 tipi differenti di marmo.
Le giornate Fai di Primavera hanno riscosso un grandissimo successo, i dati parlano di 600.000 visitatori, segno che la popolazione è interessata al patrimonio artistico e naturalistico italiano… speriamo che venga valorizzato e rispettato sempre più.
Al prossimo anno, per la XXIII edizione,
Viaggiatrice seriale.

America

Messico: mare e civiltà Maya!

Cari amici viaggiatori, oggi raggiungiamo una destinazione che molti di voi sognano, un paese ricco di storia e mistero: voliamo in Messico!!! (Per essere precisi nello Yucatan)
Io ci sono stata proprio un anno fa, nell’ultima settimana di febbraio e ho preso il tempo sempre bello.
Da casa avevamo prenotato solamente il volo e la prima notte, perché avevamo deciso di vivere questo viaggio all’avventura, decidere giorno dopo giorno cosa fare.
Volo Milano-Cancun, una volta arrivati là essendo sera tardi abbiamo preso un taxi e ci siamo diretti subito al nostro hotel, una buona dormita e al mattino successivo dopo una sostanziosa colazione abbiamo raggiunto il molo da cui partire per raggiungere Isla Mujeres.

Le limpide acque di Isla Mujeres

Arrivati qui ci sembrava di sognare, un mare così bello non lo abbiamo mai più rivisto per tutta la vacanza, non perché nelle altre zone non fosse bello, ma perché qui era una tavola, calmissimo, con dei colori mozzafiato, colori caraibici. Appena scesi abbiamo raggiunto un negozietto che noleggiava scooter, abbiamo depositato i nostri bagagli e siamo partiti alla scoperta dell’isola. Devo aprire una piccola parentesi sui bagagli, vi consiglio vivamente di portare uno zaino capiente, tipo quelli da campeggio al posto della valigia, sarà molto più pratico in questo tipo di viaggio pieno di spostamenti.
La giornata è trascorsa fra “bagni di sole” e di mare, relax in spiaggia, giro in motorino con scoperta  di vari aspetti dell’isola fino ad arrivare al momento del nostro primo e vero incontro con la cucina messicana. Abbiamo scelto un ristorantino rustico in una via vicino al centro e lì c’è stato un faccia  a faccia con tortillas, taco, ecc…
Ancora bellissimo mare e poi di nuovo in barca per tornare a Cancun.
Un mezzo di trasporto molto utilizzato è il collettivo, si tratta di un piccolo pulmino che ha la stessa funzione di un taxi, ma avendo un numero di passeggeri superiore al precedente il costo di ogni singola corsa è decisamente inferiore. Sono organizzati benissimo, hanno le scritte relative alla destinazione che raggiungono e al percorso che fanno, è molto semplice capire il funzionamento e soprattutto non bisogna attendere determinati orari, ogni volta che si riempie “lui” parte.
In questo modo abbiamo raggiunto Play del Carmen e ci siamo poi spostati per tutta la vacanza.
Playa del Carmen è forse il luogo più turistico, affollato, ricco di negozi, ristoranti e da cui partono diverse escursioni.
Principalmente si sviluppa su un’unica via che la sera soprattutto pullula di gente. Dal mio punto di vista non è così bella, ma è un ottimo punto di partenza, infatti noi abbiamo pernottato qui per due notti e ogni mattina ci siamo spostati e abbiamo raggiunto i luoghi che ci interessavano, per poi tornare la sera ed avere un’ampia scelta su dove e cosa mangiare, senza preoccuparsi dell’orario.
Il giorno successivo abbiamo di nuovo preso un traghetto e siamo andati a Cozumel.
Qui (questa volta senza l’ingombro dei bagagli) abbiamo di nuovo noleggiato uno scooter e girato per l’isola. In realtà l’abbiamo girata tutta, volevamo capire quale fosse la costa più calma e di conseguenza la spiaggia giusta in cui fermarci. Strada facendo abbiamo visto onde veramente alte che si infrangevano sulle scogliere e tratti di spiaggia forse irraggiungibili, ma datti sicuramente agli amanti del surf.
La spiaggia da noi scelta era più calma, ma non siamo stati con le mani in mano come il giorno precedente, bensì abbiamo fatto snorkeling e avuto la fortuna di ammirare diversi tipi di pesci. Dopo il mare abbiamo fatto un giro nel centro dell’isola dove si respirava effettivamente l’atmosfera messicana e così è finita un’altra giornata.
L’indomani mattina, questa volta a bordo di un collettivo, abbiamo raggiunto la zona di Akumal perché dopo aver letto diverse guide volevamo assolutamente fare il bagno con le tartarughe. Sfortunatamente per noi il mare era troppo mosso e non è stato possibile, ma vi assicuro che è una certezza trovarle, tutti quelli che conosco hanno visto tante tartarughe quindi è una tappa obbligatoria.
Per forza di cose abbiamo dovuto cambiare programma e abbiamo raggiunto la riserva di Yal-Ku, una grande laguna in cui è possibile fare snorkeling molto suggestivo perché l’acqua è limpidissima e sul fondale si possono ammirare “reperti messicani”, non so se messi appositamente o meno, ma che rendono il tutto diverso dal solito.

Laguna di Yal-Ku

La riserva poi oltre alla laguna ha una fitta vegetazione e offre anche punti di ristoro. Arrivati ad una certa ora ce ne siamo andati perché avevamo preso appuntamento per la visita di un cenote.
I cenoti sono tipi di grotte con presenza di acqua dolce, molto presenti in Messico ed America Centrale; il nome infatti deriva dalla parola maya Dz’onot.
Siccome noi non amiamo molto “seguire la massa” non volevamo andare in un cenote “turistico” se così possiamo definirlo, così accompagnati in macchina dal nostro amico con il quale avevamo appuntamento, abbiamo percorso diversi km di strada sterrata e abbiamo raggiunto una sorta di foresta. Qui c’era ad attenderci la guida (anche  proprietario e ideatore del percorso) e una coppia di messicani ( di Città del Messico) che come noi doveva fare l’escursione.
Vestiti a puntino (semplicemente costume, scarpe vecchie e una torcia) abbiamo iniziato l’avventura. Una breve camminata per raggiungere l’entrata della grotta, e da qui è stata tutta un’improvvisata. Scale da scendere, grotte con acqua da attraversare, cunicoli da oltrepassare, il tutto guidati dal nostro amico che nel frattempo ci dava tutte le spiegazioni possibili. Dopo un po’ di cammino abbiamo raggiunto l’obiettivo prefissato, ossia il vero e proprio cenote che prima avevamo visto solo dall’esterno sottoforma  di una specie di lago situato diversi metri sotto la superficie terrestre, che si poteva ammirare da una sorta di grande foro.

Vista del cenote dall’alto

Qui ci attendevano una piattaforma e una liana, così è uscito il bambino interiore in ognuno di noi e via a fare tuffi con la liana per poi risalire sulla piattaforma e farne un altro. Logicamente poi è scattata anche la competizione su chi riusciva a saltare all’ultimo momento!!!
Insomma, dopo una ventina di minuti di puro divertimento e giochi abbiamo ripreso il nostro cammino all’interno delle grotte, ammirando anche stalattiti e stalagmiti e dopo poco siamo riemersi sulla superficie della terra e abbiamo ammirato di nuovo da sopra il “lago” in cui fino a poco prima sguazzavamo. Il percorso infatti è circolare, non si ritorna indietro per la strada dell’andata. Devo dire che è stata una bellissima esperienza, sicuramente fuori dalla massa. Una volta rivestiti i nostri compagni di Città del Messico, che erano con la loro auto, ci hanno gentilmente riaccompagnato alla fermata del collettivo, raccontandoci nel frattempo alcune curiosità del posto.
Zaino in spalla e di nuovo a bordo di un altro collettivo abbiamo raggiunto la nostra nuova sistemazione a Tulum e il giorno successivo abbiamo iniziato la giornata proprio con la visita alle famose rovine. Esse sono l’attrattiva principale della zona, il nome Tulum in lingua maya significa “Muraglia” e si riferisce alle mura che la circondano. Tutti conoscono anche solo per sentito dire le bellezze del sito di Tulum, quindi non  mi dilungo oltre sulla descrizione. Dopo la visita culturale veramente interessante ci siamo concessi del sano relax nella spiaggia adiacente, Playa Paraiso e così abbiamo terminato la giornata.

L’incantevole Tulum
Abbiamo raggiunto il nostro hotel, o meglio il luogo in cui pernottavamo in quanto non era un vero e proprio hotel all’occidentale, ma era tipicamente in stile messicano, veramente caratteristico e logicamente non poteva mancare l’amaca fuori dalla porta, dalla quale avevi la visuale su tutto il cortile interno in cui al mattino si faceva colazione: una vera delizia questo posticino!

Cercando sempre di calarsi nei panni degli abitanti del luogo che stiamo visitando, dietro consiglio di una persona locale, per cena ci siamo diretti nel ristorante che ci aveva detto e che a suo dire era imperdibile. Vagabondando a piedi all’imbrunire, sul ciglio della strada, abbiamo finalmente raggiunto la nostra destinazione ma appena arrivati volevamo letteralmente darcela a gambe. Questo posto di giorno è una pescheria che vende al dettaglio, mentre alla sera diventa un ristorante di pesce. Evidentemente è il top, non c’era nemmeno posto e abbiamo dovuto aspettare, ma ne è valsa la pena, pesce ottimo. E’ stata la dimostrazione del detto “l’abito non fa il monaco” perché altrimenti vedendo tavoli e sedie di plastica della coca cola, senza nemmeno la tovaglia avremmo  dovuto darcela a gambe!
Invece se capitate in zona per cena, dovete assolutamente provarlo, si chiama “El Camello Jr”.
Altro giorno altra avventura, in carrozza sul collettivo direzione Cobà.
Non so se lo sapete, ma fino a pochi anni fa si poteva salire sulle enormi  piramidi, come ad esempio quello famosissima di Chichen Itza, ma a causa di alcuni decessi causati dalla caduta da  queste costruzioni, oggi purtroppo è proibito , ma ci sono delle eccezioni e una di queste è Cobà.
Cobà è un sito archeologico costruito dalla civiltà Maya, ricco di rovine e piramidi, la più grande delle quali è alta 42 m e sulla quale è permesso salire….e noi logicamente non ce lo siamo fatti sfuggire!

All’ingresso del sito abbiamo deciso di affidarci ad una guida del posto perché così si riesce a capire molto meglio la storia  di ogni singola pietra rispetto a quello che si può percepire leggendo una guida cartacea, quindi abbiamo optato per il tour più breve, così abbiamo noleggiato delle bici (per noi e per la guida) e ci siamo inoltrati nella giungla, sorpassando di tanto in tanto qualche resto che poi il nostro amico ci illustrava. Imperdibile il “campo della pelota”, uno spazio in cui si tenevano gare sporti ve di una specie del nostro calcio. Come detto in precedenza la grande piramide è il maggiore punto di interesse, così una volta parcheggiata la bici abbiamo iniziato la nostra salita, che poco dopo è diventata bagnata in quanto uno scrullone d’acqua si è abbattuto su di noi per cinque minuti, tanto che qualche istante dopo aver raggiunto la sommità è ritornato il sole.
Logicamente se soffrite di vertigini non fa per voi, ma chiunque deve prestare tantissima attenzione, soprattutto per scendere in quanto l’unico aiuto è una lunga fune che spenzola per tutta l’altezza in cui potersi reggere.
Non è semplice, ma è assolutamente da fare, una volta in cima si domina tutta la giungla dall’alto….è bellissimo!!
Finita la visita abbiamo recuperato i bagagli e a bordo del collettivo abbiamo raggiunto il sito archeologico per eccellenza, Chichen Itza.

El Castillo di Chichen Itza

Abbiamo pernottato nella struttura proprio all’interno dell’area archeologica, la sera siamo arrivati verso l’ora del tramonto e già solo questo ci ha lasciato senza parole: dalle finestre ai piani più alti si riuscivano  a scorgere le costruzioni  maya più alte, contornate dal colore rossastro del tramonto: una meraviglia unica!!
Ed ecco arrivato il giorno tanto atteso, la visita “a casa” dei  Maya.
Devo ammettere che sono sempre stata affascinata da questa civiltà e trovarmi lì per me è stata la realizzazione di un sogno. Anche in questo caso, a maggior ragione, ci siamo affidati ad una guida del posto ( che però per nostra fortuna parlava italiano), così da poter acquisire quante più notizie e curiosità  possibili. Non fidatevi però del primo che vi propone di accompagnarvi, chiedetegli di mostrarvi il tesserino di guida e pattuite una cifra prima di iniziare la visita, ci sono tante “guide improvvisate”.
Lupito, questo era il suo nome, è stato bravissimo e ci ha svelato tante cose che da una semplice guida cartacea non potevamo assolutamente cogliere: appena arrivati di fronte alla grande piramide, ha battuto le mani in un modo particolare e il suono ha creato una eco per tutta la piazza, tanto che  noi credevamo fosse una presa in giro, invece poi abbiamo provato anche noi ed è successa la stessa cosa: semplicemente  creare un  suono in determinati punti crea questa  “magia” grazie al perfetto allineamento e alla precisa costruzione dei monumenti. Insomma avevamo appena iniziato la visita e già eravamo completamente rapiti da tutto ciò.
Il sito archeologico è affascinante e misterioso,è stato dichiarato patrimonio dell’UNESCO nel 1988 e rappresenta una delle sette meraviglie del mondo; tutto ciò che è possibile ammirare oggi è stato portato alla luce grazie a diverse spedizioni e in differenti epoche storiche.
Gli edifici di maggiore interesse ed importanza sono senza dubbio il tempio di Kukulkan chiamato anche il Castillo (l’enorme piramide). Negli equinozi di primavera ed autunno, al calare e al sorgere del sole, gli angoli della piramide proiettano un’ombra a forma di serpente piumato lungo la scalinata nord, Kukulkan appunto. Durante queste giornate il sito è letteralmente preso d’assolto da turisti che vogliono vedere di persona questo fantastico fenomeno. Altri edifici importanti sono il Tempio dei guerrieri, el Caracol (un osservatorio astronomico) e il campo del gioco della pelota…molto più pericoloso del nostro calcio visto che prevedeva la morta di qualche componente delle squadre.
Non mi soffermo a descrivervi la grande bellezza che ho trovato in questo luogo, sarebbe un racconto troppo lungo e sicuramente non renderebbe giustizia alle emozioni che ho provato….deve essere visto assolutamente una volta nella vita!  Finita la visita abbiamo raggiunto un altro cenote poco distante e anche qui abbiamo fatto il bagno in questa “pozza” mistica, ma non sono mancati i tuffi dato che era provvisto di 2 trampolini posizionati in altezza differenti.
L’ultima notte l’abbiamo trascorsa a Cancun, la sera abbiamo potuto prendere parte alla vita notturna del posto e l’ultimo giorno l’abbiamo trascorso oziando in spiaggia prima di recarci all’aeroporto per riprendere la strada verso casa.
Il Messico è un paese meraviglioso e affascinante, noi abbiamo visto solamente una piccola parte che ha confermato senza dubbio le nostre aspettative, il mio consiglio è uno solo: ANDATECI!!!!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

P.S.: questa zona è molto turistica, quindi poco pericolosa ed è fattibile girare soli.

Italia, Trentino

Dormire in un igloo

Per il viaggetto di oggi mettetevi ben comodi in macchina che dobbiamo percorrere parecchi km per arrivare a destinazione ( sempre che voi non siate di quelle parti).

Attraverseremo anche il confine per poi ritornare in territorio italiano.
Oggi andiamo alla scoperta di Innsbruck!
Per raggiungerla dall’Italia è abbastanza semplice, si percorre l’autostrada italiana fino al confine e poi si paga un pedaggio di € 8,50, si percorrono pochi km di strada ed eccoci a destinazione.
Il suo nome significa letteralmente Ponte sull’Inn, che è il fiume che l’attraversa.
Arrivando nel centro storico si è subito rapiti dal fascino della città, edifici dai molteplici colori si intervallano fra loro, regalando un’atmosfera unica.
Uno dei simboli di Innsbruck è il Tettuccio d’oro, il balcone del Palazzo residenziale di Massimiliano I contraddistinto da un tetto realizzato con tegole a scaglie di rame dorato e parapetti riccamente affrescati; non da meno sono il castello imperiale (Hofburg) ed il castello di Ambras.
Girovagando per la zona pedonale si può poi ammirare l’antico municipio con la Torre Civica e il Duomo di San Giacomo.

Innsbruck
Uscendo leggermente dal centro si raggiunge il ponte che attraversa il fiume dietro al quale si innalzano edifici dai tanti colori, sormontati da cime innevate.
Dopo aver visitato i luoghi d’interesse e aver gustato un’ottima fetta di torta sacher in uno dei bellissimi bar, abbiamo lasciato l’Austria e ci siamo diretti al nostro hotel a Vipiteno.
Il giorno successivo l’abbiamo dedicato allo sci utilizzando il comprensorio sciistico di Racines-Giovo con circa 25 km di piste facili e di media difficoltà; per chi non scia c’è una pista per lo slittino di 5 km con risalita tramite cabinovia. Sempre qui ci sono una pista per sci di fondo di 16 km e almeno 2 percorsi per passeggiate con le ciaspole, uno dei quali conduce alla malga.
Per pranzo ci si ferma in un rifugio e via che si riparte con la pancia piena.
Ad una certa ora ci siamo diretti al nostro hotel (diverso dalla sera precedente) dove abbiamo potuto godere per diverse ore di una immensa spa di circa 6000m quadrati con piscina e idromassaggio esterni veramente suggestivi.
Abbiamo cenato nella sala della Stube gustando piatti della cucina locale e siamo andati in camera….o meglio in igloo.

Igloo
Sì, avete capito bene, avevamo prenotato la notte in igloo (l’hotel dispone di 3 igloo), un’esperienza alternativa. Se volete provarla dovete essere fortemente motivati e non troppo comodoni; in realtà il freddo non dovrebbe essere un problema in quanto forniscono un sacco a pelo veramente caldo, ma quando siamo andati noi nevicava fortissimo, forse è stato per questo che ci è risultato il tutto un po’ freschino!! 🙂
Io comunque consiglio di provarlo, magari verso fine febbraio inizio marzo!
Il giorno successivo abbiamo visitato il centro storico di Vipiteno, molto carino e dopo pranzo siamo ripartiti verso casa.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
P.S.: per informarvi meglio sul comprensorio sciistico visitate il sito.
voli

Piccole dritte per risparmiare sulla prenotazione di un volo

Condividiamo tutti la stessa passione: viaggiare, ma come farlo in modo economico, se così possiamo dire?
Io personalmente investo ogni centesimo sulla scoperta di nuovi luoghi, ma meno costa più cose si possono fare, non credete?!
Ogni volta cerco di ingegnarmi in qualche modo, al momento i consigli che posso darvi sono questi.
Il massimo sarebbe avere a disposizione le ferie in periodi di bassa stagione, quando si possono trovare voli ad un costo addirittura dimezzato rispetto all’alta stagione e un’altra cosa fondamentale è quella di fare le ricerche selezionando le date flessibili, un solo giorno può fare la differenza.
Utilizzate motori di ricerca voli tipo skyscanner o volagratis, oppure curiosate direttamente nella pagine delle compagnie aeree.
Se il volo in questione è di breve durata io mi affiderei a compagnie low cost come Ryanair, Easyjet o Wizzair a seconda della vostra destinazione.
In questo periodo storico tutti noi siamo aiutati dai vari social network, oggi quasi non siamo più noi a fare la ricerca, ma entrando sui nostri profili ci passano davanti agli occhi decine di offerte o combinazioni al giorno, basta solo scegliere.

Se non avete in mente una destinazione precisa, ma avete solo voglia di partire, vi si spalancano le porte, la super offerta la troverete sicuramente. Il segreto è quello di cercare, cercare e cercare ancora e di non prenotare alla prima combinazione ( a meno che non sia un’offerta eccezionale).
Molte volte anche l’aeroporto di partenza fa la differenza, provate a cercare voli anche da aeroporti che non utilizzate di solito, potreste rimanere felicemente sorpresi.
Per le lunghe tratte è inutile dire che più scali fate e meno spenderete, ma in questo caso un altro segreto è quello di cercare un volo che parta direttamente da un’altra nazione ( quella della compagnia aerea con la quale viaggiate) e raggiungere questo aeroporto con una compagnia low cost.
Solitamente i prezzi dei voli per il weekend sono sempre più alti di quelli infrasettimanali, già tornando il lunedì mattina il costo potrebbe essere parecchio più basso.
Navigando in rete è facile reperire codici sconto che faranno scendere il prezzo del vostro biglietto.
C’è una parolina che dovete conoscere che è ERROR-FARE, esso si verifica quando la compagnia aerea per un qualsiasi motivo commette un errore nel formulare il prezzo finale di un volo, magari non aggiungendo il costo dell’adeguamento del carburante; qui c’è solo una parola da dire: velocità! Essendo veri e propri errori, appena la compagnia si accorge corregge i prezzi e così tornano immediatamente le solite tariffe. Provate a digitare su google questa parola, vi uscirà una bella lista.
L’ultimo piccolo consiglio che vi posso dare è quello di non cercare ripetutamente dallo stesso pc lo stesso volo, esiste infatti l’IP TRACKING, ossia il tracciamento delle abitudini di navigazione degli utenti attraverso il quale ci si rende conto del grado di interessamento dell’utente, così alla terza/quarta volta che effettuate la stessa ricerca ( con gli stessi dati), il prezzo del biglietto lievita.
Questi sono pochi e semplici segreti che ho scoperto strada facendo, spero vi possano risultare utili per la vostra prossima ricerca…..non mi resta che augurarvi buon viaggio!
Alla prossima,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Lazio, Umbria

Fra Umbria e Lazio….da Orvieto a Bolsena passando per Civita

Cari amici, tutti sappiamo che l’Italia offre bellezze uniche e quindi bastano poche ore di macchina (per noi italiani) per raggiungere luoghi ricchi di storia e straordinariamente belli.
Avevo un weekend a disposizione, così nel giro di due giorni, insieme ad una mia amica ho vagliato le varie possibilità e alla fine ho scelto la zona fra l’Umbria e il Lazio.
Siamo partite in macchina il sabato mattina ( non esageratamente presto) e ci siamo dirette ad Orvieto, situata su una fragile rupe di tufo che sin dall’antichità le ha garantito isolamento e protezione. Man mano che ci si avvicina alla cittadina, si può ammirare l’imponenza di questa rupe di colore giallognolo che domina su tutta la vallata.
Il centro storico è collegato ad un gran parcheggio ( a pagamento) da una serie di ascensori e scale mobili.
Una volta in centro ci siamo recate al b&b che avevamo prenotato da casa, abbiamo lascito le nostre cose poi via, subito a mangiare. Siamo state fortunatissime, poco distante dalla nostra palazzina c’era un’osteria carinissima, “L’Oste del re“, dove abbiamo gustato bruschette e una bella focaccia ripiena di porchetta…uno spettacolo!!!
Con la pancia piena abbiamo iniziato a visitare la città, simbolo del posto è senza dubbio il Pozzo di San Patrizio, un esempio unico di audacia ingegneristica costruito nel XVI secolo per raggiungere una vena d’acqua sottostante la rupe d’Orvieto; ha la forma di un largo cilindro con due scalinate a spirale formate da 248 bassi scalini che permettevano la discesa e la risalita di intere colonne di muli carichi d’acqua senza che si intralciassero durante il percorso. E’ un luogo molto suggestivo ed affascinante, anche una volta giunti nel punto più basso non si riesce a capire perfettamente il meccanismo.
Altra tappa fondamentale è il Duomo, capolavoro dell’architettura gotica che con la sua enorme facciata ricca di bassorilievi domina la piazza antistante.

Duomo di Orvieto

Dopo queste visite d’obbligo e dopo aver bighellonato un pò per il centro storico,molto molto carino,  abbiamo deciso di fare una visita un pò più insolita, Orvieto Underground. Si tratta di un tour guidato alla scoperta del circuito di grotte presenti nei sotterranei della città. Quasi ogni casa ne possiede una, sono creazioni dell’uomo in quanto sono state tutte scavate a mano e non create naturalmente, proprio perchè il materiale della rupe è facilmente sgretolabile.
Queste grotte fungevano da botteghe, da frantoi, da colombaie e negli anni più recenti anche come rifugi durante la II guerra mondiale.
Il giorno successivo siamo partite alla volta del Lago di Bolsena, ma abbiamo fatto una sosta intermedia a Civita di Bagnoregio, famosa per essere denominata “La città che muore”; è situata in posizione isolata ed è raggiungibile solo attraverso u ponte pedonale. La causa del suo isolamento è la progressiva erosione della collina e della vallata circostante, che ha dato vita alle tipiche forme dei calanchi. Essa venne fondata dagli Etruschi, ma l’architettura risulta medioevale e rinascimentale. All’interno si trovano solo enoteche, trattorie, un bar, negozi di souvenir e pochissimi b&b; ad oggi credo che gli abitanti siano circa una decina.
E’ veramente una chicca, uno scenario fuori dal solito e dalla sua altezza si può ammirare il paesaggio sottostante.

Civita di Bagnoregio

Risalite in macchina abbiamo raggiunto Bolsena, fatto un giro nel borgo e poi ci siamo spinte fino alla riva del lago, che grazie alla bellissima giornata di sole abbiamo potuto apprezzare in tutto il suo splendore.
Nel tragitto verso casa abbiamo poi fatto un’altra sosta, giusto per ottimizzare il tempo a nostra disposizione e abbiamo visitato Todi, la sua piazza ed il Tempio di Santa Maria della Consolazione che sorge fuori dalle mura cittadine, ma grazie alla sua imponenza e alla sua bellezza è una tappa imperdibile.
Questo è tutto ciò che siamo riuscite a fare in due giorni, non male vero??
Viaggiare non significa per forza fare grandi distanze, a volte basta solo documentarsi sulle bellezze che abbiamo vicino a noi e riuscire ad organizzare un bel weekend, tornando a casa più ricchi di prima… e poi quando si viaggia con un’amica quasi tutto va bene! 🙂
Grazie Dani!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.