Gli appassionati di natura ormai sanno che inserisco sempre una tappa naturalistica nei miei tour e dopo avervi raccontato l’intero itinerario del mio Educational Tour in Basilicata, voglio soffermarmi proprio sulla parte di passeggiate e trekking. Andiamo a scoprire più nel dettaglio le Cascate di San Fele e la zona dei Monti li Foj e del Piano della Nevena.
Cascate di San Fele
Cascate di San Fele
Se c’è una cosa che non posso perdermi durante un viaggio è proprio una cascata. Non so spiegarvi il motivo, ma è uno di quegli elementi naturali che ha davvero effetto su di me. E in zona non c’è una sola cascata, ma ben 10. Le Cascate di San Fele si sono create per via di alcuni salti e dislivelli che ha dovuto compiere il fiume Bradano, il quale si unisce poi al fiume Ofanto.
Cascate di San Fele
Le cascate sono collocate in una zona abbastanza ristretta e sono raggiungibili grazie ad una rete di sentieri che alcuni anni fa, i volontari della zona hanno ripulito, facendo godere di questo meraviglioso paesaggio anche tutte le persone che non conoscevano la zona. I percorsi sono svariati e di differenti difficoltà, adatti quindi più o meno a tutti. Si trovano sentieri di poco più di 1 km e sentieri che richiedono più ore di cammino, dipende solamente dalle vostre capacità e dalla vostra voglia di camminare. La Cascata degli Innamorati è davvero suggestiva, quella della Gualchiera è visibile da più lontano, mentre quella del Paradiso cambia a seconda della stagione; in estate infatti quasi si prosciuga, dando vita solo ad un piccolo laghetto profondo circa 6 metri. La visuale poi sul paese di San Fele è davvero strepitosa. Proprio dal paese di San Fele partono alcuni dei percorsi trekking. La zona offre parti ombreggiate, perfette per un pic nic, quindi anche per trascorrere l’intera giornata a contatto cn la natura.
Cascata degli Innamorati San Fele
L’acqua da queste parti è un elemento fondamentale, lungo il corso del fiume sorgevano diversi mulini, utilizzati per la lavorazione della lana, oggi è possibile avvistare resti di alcuni di essi. La zona è talmente bella che sono sicura vi fermerete a scattare fotografie già alle briglie di contenimento, prima di raggiungere le cascate vere e proprie.
Monti Li Foj e Piano della Nevena
Un’altra zona naturalistica, in provincia di Potenza è quella dei Monti Li Foj; qui lo scenario è differente perché ci troviamo in una grande faggeta, dove gli alberi sembrano toccare il cielo e tra il manto di foglie a terra spuntano dei bellissimi ciclamini selvatici, gli unici fiori che riescono a crescere con queste condizioni. Passeggiate tra i faggi e salite il piccolo promontorio, fino ad arrivare al belvedere dal quale ammirare un panorama eccezionale, soprattutto nell’ora del tramonto. In passato questi territori erano di proprietà dei Borboni e in queste zone era possibile raccogliere la legna che necessitava alle singole famiglie.
Monti Li Foj
Oggi al cospetto dei faggi, si trova un ampio prato, dove sono stati posizionati dei barbecue e dove le persone amano trascorrere le giornate estive per rigenerarsi. A mio avviso si tratta di un ottimo posto in cui trascorrere una giornata in relax a contatto con la natura. Partendo sempre dal Piano della Nevena è possibile raggiungere il Lago Scuro di Ruoti, dalla forma quasi a cuore, in cui vivono rane e carpe. Con un percorso ad anello di circa 2 km sarete di nuovo al punto di partenza.
Lago Scuro Ruoti
Queste sono solo due delle tantissime zone naturali che offre questa parte di Basilicata e che io ho potuto visitare con l’aiuto delle guide naturalistiche Caterina e Nicola. Si tratta solamente di una piccola parte dell’Educational Tour organizzato da Marmo Melando Viaggi, Basilicata Turistica in collaborazione con Maria Francesca Milione.
Ogni regione italiana custodisce delle meraviglie, oggi vi porto alla scoperta di quelle della Basilicata con un itinerario di 4 giorni alla scoperta di borghi, tradizioni e natura in provincia di Potenza. Ho avuto il piacere di partecipare all’Educational Tour “Viaggio Esperienziale in Basilicata” organizzato da Marmo Melandro Viaggi e Basilicata Turistica, in collaborazione con Maria Francesca Milione e le guide Caterina e Nicola. Siete pronti a scoprire questa parte della Lucania? Andiamo!
Veduta di San Fele
Monti Li Foj e il Piano della Nevena
Il nostro punto di appoggio era a Picerno, al bellissimo Hotel Bouganville da dove siamo partiti il primo giorno per la nostra tappa naturalistica verso i Monti Li Foj e il Piano della Nevena. Si tratta di una meravigliosa faggeta in cui gli alberi sembrano toccare il cielo mentre sul manto di foglie a terra si vedono spuntare tantissimi ciclamini selvatici, gli unici fiori che riescono a crescere con queste condizioni.
Monti li Foj
Vi consiglio di passeggiare nella faggeta e di arrivare fino alla cima e godere del meraviglioso panorama. A poca distanza si trova anche il Lago Scuro di Ruoti, un’altra tappa da fare prima di riposarsi nel grande prato in cui sono predisposti diversi barbecue dove cucinare e poter così trascorrere una piacevole giornata a contatto con la natura. Se vi trattenete fino a tardi poi, non perdetevi il tramonto sull’intera vallata.
Lago Scuro Ruoti
In autunno sarà ancora più suggestivo con lo spettacolo del foliage. Dopo la tappa naturalistica è arrivato il momento di quella culturale con una visita al paese di Picerno: da non perdere la torre e la chiesa.
Marsico Nuovo e Viggiano
Il secondo giorno è stato dedicato alla scoperta di Marsico Nuovo con le sue 13 chiese e la visita a due attività davvero imperdibili: il Pastificio e Biscottificio “Tre Spighe” e la “Farmacia Corleto”. Fate una tappa al biscottificio e assaggiate i taralli biscottati, così chiamati perché subiscono una doppia cottura e dato che ci siete assaggiate anche i grissini e le altre prelibatezze. Di tutt’altro genere la seconda visita, quella ad un’antica farmacia che la nipote dello storico farmacista ha trasformato in un museo… davvero meravigliosa. Se siete amanti delle cose insolite, chiamate per prenotare una visita. Per quanto riguarda le chiese invece, non perdetevi il Museo di Arte Sacra che ospita l’Ultima Cena di Giovanni Todisco, in una versione davvero interessante. Degna di nota per quanto riguarda la facciata esterna e le colonne interne, la chiesa di San Gianuario Vescovo e Martire (Patrono di Marsico Nuovo).
Chiesa san Gianuario Marsico Nuovo
Dopo un’ottima pausa pranzo abbiamo ripreso il nostro giro facendo una tappa a Viggiano. Viggiano è il paese di Maria e della musica; da non perdere la Piazza San Giovanni con delle bellissime statue raffiguranti le Muse della Musica intente a suonare strumenti differenti, circondate dagli zampilli della fontana.
Proprio di fronte alla piazza, un’altra statua che no passa inosservata e che rappresenta il momento della processione con cui una volta l’anno la statua della Madonna Nera (protettrice della Basilicata e delle genti lucane) viene trasportata sul sacro Monte dove resterà per quattro mesi prima di rientrare in chiesa. Ci siamo poi spostati nel centro vero e proprio del paese per visitare il bellissimo teatro “Francesco Miggiano” che inizialmente svolgeva la funzione di chiesa e di ospedale. Poco più avanti si trova la chiesa di Santa Maria alle Mura che ospita la statua della Madonna di cui vi ho parlato poco fa. Di fronte all’ingresso si apre una meravigliosa piazza con un panorama spettacolare e sulla ringhiera di protezione si possono ammirare gli stemmi dei 131 comuni della Basilicata.
Veduta panoramica Viggiano
Inizialmente vi avevo parlato anche di musica, vi ricordate? Già da qui si scorgono diversi indizi che rimandano al legame fra Viggiano e la musica, infatti sempre sulla ringhiera troverete la raffigurazione ripetuta di un suonatore di arpa, mentre sul portale antico posto davanti al belvedere, guardando con attenzione scorgerete raffigurata una piccola arpa. Dopo tutti questi indizi, non abbiamo potuto fare altro che recarci al Museo della Musica di Viggiano. In realtà si tratta del distaccamento del Conservatorio di Potenza dedicato solamente all’arpa. L’arpa viggianese è una vera e propria eccellenza e unicità del luogo, pensate che tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800 i musicanti viggianesi si recavano presso le edicole votive a suonare l’arpa; dovendola quindi trasportare non poteva essere troppo ingombrante ed è per questo che l’arpa viggianese ha dimensioni ridotte rispetto all’arpa classica ed è priva di pedali.
Cascate di San Fele e Palmenti di Pietragalla
Nella terza giornata abbiamo esplorato un’altra zona naturalistica, ovvero quella delle Cascate di San Fele. Le cascate sono 10 e sono collocate a poca distanza l’una dall’altra, così da poter ammirarne diverse durante un trekking da queste parti. In passato la zona era disseminata di mulini utilizzati per la cardatura della lana; lungo il sentiero infatti si possono notare i resti di alcuni di essi. Per quanto riguarda le cascate invece, noi abbiamo ammirato quella degli Innamorati, quella della Gualchiera e quella del Paradiso, il tutto in poche ore.
Cascate di San Fele – Cascata degli Innamorati
Se amate la natura vi consiglio di recuperare la mappa e di organizzare l’intera giornata alla scoperta di questo angolo di Basilicata davvero magnifico. Nel pomeriggio abbiamo visitato Pietragalla famosa per i suoi palmenti. Sapete cosa sono e per cosa venivano utilizzati? Si tratta di costruzioni scavate nel tufo utilizzate per la pigiatura e la fermentazione del vino. Ogni famiglia ne possedeva uno e faceva il proprio vino. All’interno della costruzione ci sono tre vasche: una di pigiatura, una per la fermentazione e una per la tiratura. I palmenti sono stati abbandonati dalle famiglie ed acquistati dal Comune e oggi è possibile visitare il Parco Urbano dei Palmenti.
Palmenti di Pietragalla
Finita la visita al parco siamo saliti in paese dove abbiamo visitato le Rutt ( le grotte nel centro cittadino) utilizzate per la conservazione del vino. Tappa alla chiesa Madre dedicata a San Nicola di Bari, al Palazzo Ducale e al Museo della Civiltà Contadina.
Avigliano e la Grancia
L’ultima giornata di questo itinerario alla scoperta della Basilicata l’abbiamo dedicato alla visita di Avigliano, il paese dell’artigianato. Abbiamo potuto ascoltare la storia della Balestra o coltello dell’amore e vedere da vicino qualche pezzo realizzato dagli artigiani della zona, per poi catapultarci indietro nel tempo grazie alle creazioni di Annangela , una bravissima ricamatrice che a mano ricrea abiti del passato. Oltre alla sua merceria, ha aperto un piccolo museo del ricamo in cui espone delle vere e proprie opere d’arte. Sapete che la Basilicata è stata terra di briganti?! Per affrontare questo argomento abbiamo assistito ad uno spettacolo davvero meraviglioso e unico nel suo genere; nel Parco della Grancia, il primo parco storico rurale e ambientale d’Italia, abbiamo assistito alla “Storia Bandita” , una kermesse di teatro popolare e multimediale unico in Italia con più di 100 comparse.
Rappresentazione Storia Bandita al Parco della Grancia
Vi dico solamente che mi sono emozionata guardandolo e vi consiglio di cuore di vederlo; lo spettacolo viene ripetuto durante tutto il periodo estivo, se siete in zona è una di quelle cose che non potete assolutamente perdervi. Con questa chicca finisce il nostro tour alla scoperta di questa bellissima regione che personalmente spero di conoscere in modo più approfondito perché ha tanto da offrire.
Dove dormire e dove mangiare
Se indicativamente decidete di fare il mio stesso giro, vi consiglio di pernottare all’Hotel Bouganville di Picerno, ottimo punto di partenza per visitare le zone limitrofe. Per quanto riguarda il cibo, preparatevi ad assaporare tutti i piatti della tradizione da: Agriturismo il Cerro 1848 – Picerno Agriturismo Vignola – Marsico Nuovo La locanda del Re – Filiano
Un ringraziamento a Marmo Melandro Viaggi e Basilicata Turistica, organizzatori di questo Educational Tour in collaborazione con Maria Francesca Milione e con le bravissime guide Caterina e Nicola. Grazie anche a tutte le persone che ho incontrato e che mi hanno trasmesso l’amore per questa terra e a tutti i miei compagni di avventura senza i quali non sarebbe stata la stessa cosa.
Se siete amanti delle esperienze adrenaliniche, potete provare il Volo dell’Angelo.
L’entroterra marchigiano custodisce delle vere e proprie perle, come ad esempio Serrungarina. Siamo a Colli al Metauro, in provincia di Pesaro-Urbino. Pronti a scoprire i tesori di questa terra?
Cosa vedere a Serrungarina
Vi consiglio di inserire questo carinissimo borgo di 2500 abitanti all’interno di un itinerario alla scoperta dei borghi marchigiani. Iniziate salendo la bellissima scalinata, fiore all’occhiello di Serrungarina e una volta raggiunta la cima, vi ritroverete al cospetto del tiglio centenario, davvero maestoso e bellissimo. Spostatevi verso le mura e ammirate la visuale da quassù, davvero magnifica. Proprio in questa piazzetta si trova anche la chiesa di S. Antonio Abate che custodisce due tele di notevole importanza: dietro l’altare maggiore si può ammirare una tela del Guerrieri, pittore di Fossombrone della scuola del Caravaggio raffigurante la Visitazione mentre sulla navata laterale si può ammirare l’Immacolata Concezione del Presutti da Fano. Di fianco alla chiesa troviamo il Municipio che ospita una collezione di ceramiche donate dal maestro Bojani, direttore per oltre 20 anni del MIC di Faenza.
Profermo di Serrungarina
Curiosate tra i vicoli e cercate 2 targhe commemorative: a Serrungarina infatti nacquero due personaggi legati al mondo della Rai: Renata Cortiglioni che dedicò la sua vita al Coro di voci bianche e Massimo Pianforini, primo annunciatore Rai. Una chicca da non perdere ma che viene aperta solo in occasione di feste e sagre è l’osteria “Vecchia Cantina” al cui interno oltre ovviamente a gustare vino, troverete un vero e proprio museo della Civiltà Contadina. Prima di lasciare questo piccolo borgo con la forma di una torta, non potete non dirigervi verso il Profermo, una zona utilizzata in passato prima dell’ingresso in ospedale, una sorta di zona dedicata alla quarantena. Oltrepassato l’arco, prendetevi qualche minuto per ammirare il panorama.
La Feste della Pera Angelica
Serrungarina è famosissima per la sua Pera Angelica, un frutto delicato, dolce e davvero gustoso che cresce in queste zone. Essendo proprio una peculiarità, negli anni è nata la Festa della Pera Angelica per valorizzare e far conoscere questo prodotto di nicchia e quest’anno si svolgerà la XXVI edizione. Il periodo della festa è sempre la prima settimana di settembre, il momento di maturazione del frutto e quest’anno sarà il 2 e il 3 settembre. Troverete il borgo in festa, stand gastronomici, convegni, il mercato della Pera Angelica e tanta musica. Questo è un appuntamento da non perdere e potrebbe anche essere l’occasione per visitare il borgo.
Pera Angelica di Serrungarina
Cosa visitare nei dintorni di Serrungarina
Dopo avervi parlato del borgo e del prodotto gastronomico per eccellenza, non mi resta che darvi qualche spunto col quale completare la visita. A pochissimi km da Serrungarina trovate la frazione di Bargniche ospita un albergo diffuso e dopo esserci stata vi dico che è il posto perfetto se cercate pace e tranquillità.
Chiesa di Bargni
Sembra di essere isolati dal resto del mondo e se cercate un ristorante gourmet dovete assolutamente provare L’Antica Osteria da Gustin (prenotate perché ha pochi coperti).
Veduta dall’Antica Osteria da Gustin di Bargni
A pochissima distanza da qui trovate un altro paese davvero carinissimo che merita una visita; sto parlando di Pozzuolo, il borgo del silenzio con i suoi 30 abitanti che si godono la vita con un panorama da fare invidia e i ritmi lenti. La zona offre anche molti spunti a livello naturalistico e il gruppo “I camminatori di Pozzuolo” è sempre pronto a mostrarvi le proprie bellezze. Io sono rimasta affascinata dall’antico forno del paese ancora in funzione, che viene utilizzato per sfornare pizza e focaccia in occasioni di festa. Parlando di feste, durante quelle natalizie Pozzuolo si trasforma nel paese del Natale… segnatevi anche questo appuntamento.
Veduta da Pozzuolo
Come detto all’inizio, l’entroterra marchigiano custodisce dei piccoli tesori e se siete ancora curiosi di scoprire questa zona, potete proseguire il vostro tour con una visita a Saltara, al Beato Sante, al Museo del Balì o a Mombaroccio.
Amanti degli on the road, avete mai pensato ad un itinerario tra Germania e Repubblica Ceca?! Per questa volta lasciamo da parte la Germania più conosciuta, pur dovendo fare qualche tappa di avvicinamento, per andare alla scoperta della Svizzera Sassone e della Svizzera Boema. Tranquilli, non mi sono sbagliata, siamo in Germania, ma la zona che abbiamo scelto si chiama proprio Svizzera (Sassone e Boema, ma poi ci arriviamo). Vi avviso che sarà un itinerario principalmente naturalistico, quindi amanti dei trekking prendere nota.
Svizzera Sassone
Itinerario: le tappe
1 giorno: casa – Rovereto
Partendo dal centro Italia, il viaggio è parecchio lungo, quindi come prima tapa abbiamo deciso di fermarci in Italia e la scelta è ricaduta su Rovereto; non essendoci mai stata prima, vi dico che il viaggio è iniziato nel migliore dei modi perché questa città mi è davvero piaciuta. Non perdetevi Piazza Rosmini e i bellissimi palazzi storici e le antiche botteghe del centro. Prima di arrivare in città però abbiamo fatto una tappa al Santuario della Madonna della Corona, lasciando l’auto in località Spiazzi e percorrendo uno dei 3 possibili percorsi. Davvero bellissimo, merita una visita (e un articolo più dettagliato).
Santuario della Madonna della Corona
2 giorno: Rovereto –Monaco di Baviera
In auto presto per raggiungere la meta della seconda giornata: la famosissima Monaco di Baviera. Avendo poco più di mezza giornata per visitarla, le tappe imperdibili sono ovviamente Marienplatz con lo spettacolo alle 11-12-17 del Glockenspiel, il carillon dell’orologio (pensate che si tratta del più grande carillon d’Europa), il vecchio e il nuovo Municipio, il Duomo e il Giardino Inglese. Qui assisterete ad uno spettacolo davvero singolare: vedrete surfisti cavalcare le onde di un fiume.
Marienplatz Monaco di Baviera
Mentre passeggiate per il centro fate tappa alla Hofbrauhaus che definire solo un birrificio è forse riduttivo. La birra a Monaco è infatti molto più che una semplice bevanda, attorno ad essa gita un mondo intero. Ad ogni modo vi consiglio di fermarci a pranzo o a cena in una delle tantissime birrerie per respirare la tipica atmosfera bavarese. Il Residenz, il Palazzo Reale di Monaco è davvero meraviglioso e ospita al suo interno opere di differenti stili e periodi storici. Di sicuro prenderete la metropolitana, quindi vi consiglio di fare una sosta a Marienplatz ed ammirare questa fermata. Se avete più tempo a disposizione potete visitare il Museo della BMW e il castello di Nymphenburg.
3 giorno: Monaco – Lipsia
Come terza tappa abbiamo scelto la città di Lipsia che abbiamo raggiunto dopo diverse ore in auto tra temporali e cantieri stradali, ma per fortuna questa città è stata una vera e propria sorpresa. Personalmente non mi aspettavo tutta questa bellezza. Lipsia è la città della musica, oltre ad un itinerario della musica contrassegnato con un simbolo sul pavimento di fronte alle varie tappe, troverete rimandi continui al mondo musicale. Passeggiate per il centro storico ammirando Martkplatz, il vecchio Municipio, lo storico locale Auerbachs Keller che sembra aver ispirato l’opera di Goethe Faust, il commovente monumento in cui sorgeva la Sinagoga e la meravigliosa architettura dell’università di Lipsia in Augustusplatz. Le chiese di San Nicola e San Tommaso sono imperdibili e se avete ancora tempo fare un salto al Museo di Bach.
Università di Lipsia
4 giorno: Lipsia – Dresda
La quarta giornata è iniziata con una visita al paesino di Meissen, davvero caratteristico con le sue case colorate e il fiume che scorre poco fuori.
Meissen
Qui non potete perdervi una visita al castello, davvero magnifico e dopo una pausa pranzo alla storica birreria Schwerter Schankhaus, potreste fare come noi e partecipare ad una visita guidata alla fabbrica di porcellana, una vera e propria istituzione della zona. A pochi km di distanza abbiamo fatto un’altra tappa per ammirare un bellissimo faro, il Faro di Moritzburg. Dopo la semplice passeggiata per raggiungerlo, abbiamo deciso di fare tappa al Castello di Moritzburg e poi approfittarne per fare una pausa e rallentare un attimo prima di arrivare a Dresda.
Castello di Moritzburg
5-6-7 giorno: escursioni nei dintorni di Dresda
5 giorno: Malerweg e Ponte di Bastei
Per i tre giorni seguenti del nostro viaggio, abbiamo avuto una dimora stabile a pochi km da Dresda ( anche se alla fine non abbiamo fatto in tempo a visitarla). Abbiamo infatti raggiunto il punto più lontano del nostro viaggio arrivando nella Svizzera Sassone, la parte di Germania al confine con la Repubblica Ceca che ha dato il via all’intero viaggio. Sono stati tre giorni in natura, dedicati alla scoperta dei parchi nazionali, tra sentieri e monumenti. Ogni giorno ci spostavamo per raggiungere la meta prescelta, ma la sera rientravamo sempre in zona. Il primo giorno abbiamo percorso parte del Malerweg, descritto come il più bel trekking della Germania, un cammino che si sviluppa in 8 tappe; se vi recate all’ufficio turistico vi consegnano le credenziali da timbrare ad ogni tappa.
Ponte di Bastei Svizzera Sassone
Noi abbiamo prima ammirato il ponte di Bastei, il meraviglioso ponte di roccia alto 194 metri al confine con la Repubblica Ceca e poi abbiamo percorso parte del Malerweg al contrario, raggiungendo Pirna che solitamente è il punto di partenza. Visita alla cittadina, sosta merenda e da qui abbiamo preso il treno per rientrare.
6 giorno: Gorlitz e il ponte fra due nazioni
La seconda giornata alla scoperta della Svizzera Sassone ha visto come protagonista non solo la Germania ma anche la Polonia. Avete capito bene, c’è infatti una cittadina divisa in due da un ponte. Gorlitz, la parte tedesca e Zgorzelec la parte polacca. Dopo una passeggiata tra le carinissime viuzze tedesche e una visita alla Cattedrale di San Giacomo dove abbiamo avuto la fortuna di sentire suonare l’organo, abbiamo attraversato il ponte pedonale e messo piede in suolo polacco. Diciamo che questa è la peculiarità della città, su una sponda del fiume infatti vedrete le bandiere tedesche e sull’altra quelle polacche.
Ponte di Gorlitz
Dopo una piacevole pausa pranzo abbiamo ripreso la strada del ritorno facendo però una tappa nella cittadina di Bautzen.
7 giorno: trekking da Mezni Loukatra Svizzera Sassone e Svizzera Boema
Ed eccoci di nuovo in partenza per una giornata naturalistica lasciamo il nostro alloggio nei pressi di Dresda e varchiamo il confine con la Repubblica Ceca. A pochissimi km dal confine ci fermiamo, la località è Mezni Louka e da qui iniziamo il nostro trekking attraverso il parco nazionale alla scoperta della Svizzera Boema (anche in questo caso non mi sono sbagliata, è il nome della località). Si parte subito in 4 o in 5 perché dopo aver sceso innumerevoli gradini, ci ritroviamo al punto d’imbarco delle barchette che portano all’interno delle gole di Gole di Kamenice.
Gole di Kamenice
Paesaggio davvero incredibile e a tratti surreale; si è completamente immersi nella natura. Poi arriva il momento più faticoso, quello di risalire gli innumerevoli gradini e raggiungere a fatica la cima dove ci concediamo una pausa pranzo per riprenderci un po’. Nel pomeriggio ci aspetta un altro trekking per raggiungere l’imponente e meraviglioso arco di pietra diPravcicka Brana; lungo il tragitto attraversiamo anche punti di parco bruciati (lo scorso anno c’è stato un grosso incendio), ma la cosa che infonde la speranza è vedere la natura che riprende possesso dei suoi luoghi e in mezzo a tanto nero spuntano germogli e piantine di un verde brillante.
Arco di Pravcicka Brana
Rientro in hotel dove abbiamo cenato e poi ammirato il cielo stellato, perché essendo a ridosso del parco, l’inquinamento luminoso è praticamente nullo.
8 giorno: Mezni Louka -Ratisbona
Questa zona ci è piaciuta così tanto che abbiamo cambiato un po’ i piani e abbiamo deciso di dedicarle anche la mattinata, avventurandoci sul sentiero per raggiungere il Belvedere di Marina Skala. Diciamo che abbiamo iniziato anche questa giornata alla grande, la salita alla fine si fa sentire ma il panorama che si ammira da questa piccola costruzione è davvero indescrivibile ed è a 360°.
Belvedere di Marina Skala
Se volete dedicare l’intera giornata alla natura, una volta scesi da qui potrete imboccare il sentiero sul alto opposto e raggiungere un altro belvedere. Per noi purtroppo i tempi erano stretti ed era ora di ripartire. La sosta del pomeriggio è stata strepitosa, forse una delle mie preferite dell’intero viaggio. Siamo sempre in Repubblica Ceca e la cittadina di Karlovy Vary è davvero qualcosa di unico. Città termale, con fontane sparse su tutto il centro storico, completamente in stile liberty. Un colpo d’occhio pazzesco che mi ha fatto inevitabilmente pensare a come deve essere stata la vita qui nei primi del 1900. Questa tappa mi rimarrà per sempre scolpita nelle mente.
Karlovy Vary
Di nuovo in auto abbiamo ripreso la discesa e lasciato la Repubblica Ceca per rientrare in Germania e fermarci per la notte a Ratisbona.
9 giorno: Ratisbona – Innsbruck
La 9° giornata è stata dedicata alla scoperta della città tedesca di Ratisbona, che se devo essere sincera mi ha stupito positivamente. Curata, ordinata, con un sacco di storia attira sicuramente l’attenzione del turista, Si visita tranquillamente a piedi e il fatto di essere sulle sponde del Danubio le conferisce un’amosfera ancora più magica. Fate una passeggiata fino al ponte di pietra (Steinerne Brucke) che per circa 800 anni è stato l’unico ponte sul Danubio, fate un giro sull’isola di fronte e poi rientrate nel centro storico della città dove non potete assolutamente perdervi il Duomo, la Porta Praetoria, il Vecchio Municipio, la casa in cui visse Oskar Schindler e quella di Kepler che ospita il museo a lui dedicato. Ammirate gli scorci e magari gustatevi un hot dog alla Historiche Wurstkuchl, lo storico locale sul fiume in cui pranzavano i costruttori del ponte; sembra essere il più antico ristorante pubblico continuamente aperto al mondo.
Veduta di Ratisbona dal ponte di pietra
Dopo aver ammirato tutta questa bellezza (Ratisbona è una delle poche città tedesche originale, che ha subito pochi danni durante le guerre) è arrivato per noi il momento di ripartire perché la strada verso casa è ancora lunga e così abbiamo trascorso le successive ore in auto fino a raggiungere Innsbruck. Giusto il tempo di scendere dall’auto e arrivare in hotel e un super temporale ci ha accolto in città. L’imprevisto è alla base del viaggio, lo sa bene chi viaggia spesso e deve cambiare i piani, così a malincuore abbiamo dovuto abbandonare l’idea di visitare la carinissima città austriaca (che per fortuna avevamo già visto) e abbiamo ripiegato su un po’ di meritato relax in spa.
10 giorno: Innsbruck – Trento
Al nostro risveglio il temporale era solo un lontano ricordo, le temperature si erano rialzate nettamene e il sole splendeva su di noi… condizioni perfette per rimettersi in viaggio. Volendo spezzare un po’ la lunga tratta, abbiamo deciso di fermarci a Trento e concludere questo on the road di 10 giorni con una città italiana. Premetto che è stata davvero una toccata e fuga, il tempo necessario per poter ammirare il bellissimo Castello del Buonconsiglio (solo da fuori) e i suoi giardini, Piazza Duomo e il Duomo, le vie principali del centro e i suoi bellissimi palazzi.
Castello del Buonconsiglio di Trento
Il giusto tempo per farmi capire che dovrò tornarci con calma e scoprire ogni angolo di questa città. Una bella pausa pranzo e poi di nuovo in auto per la nostra ultima tappa di questo viaggetto di circa 3000 km ( tra Svizzera Sassone e Svizzera Boema) che ci ha riportato a casa.
Considerazioni finalisul viaggio tra Svizzera Sassone e Svizzera Boema
Questo viaggio è stato una vera scoperta, per me che non amo particolarmente documentarmi in modo minuzioso prima della partenza (ma per fortuna ho chi lo fa al posto mio e anche in modo egregio, grazie!) è stato una vera e propria sorpresa. La natura incontaminata, i castelli sfarzosi, l’unicità dei ponti (quello pedonale al confine e quello di pietra), la bellezza delle città e anche le molteplici problematiche (non pensate che sia sempre filato tutto liscio, non sarebbe un viaggio che si rispetti) che abbiamo saputo affrontare e risolvere, fanno di questo viaggio un’avventura indimenticabile.
Svizzera Sassone
Questo è un articolo riepilogativo per darvi un’idea dell’itinerario dell’on the road tra Svizzera Sassone e Svizzera Boema, ne seguiranno altri mirati e dettagliati. Se amate gli on the road, potrebbe interessarvi questo in Friuli Venezia Giulia.
Conoscete la capitale del Verdicchio?!
La risposta è Cupramontana! Ci troviamo nelle Marche, in provincia di Ancona e l’intera zona circostante è dedicata alla produzione del prelibato vino.
Si tratta di una vera e propria eccellenza, pensate che lo si omaggia anche con la bellissima Sagra dell’Uva.
Sagra dell’Uva di Cupramontana
Questa festa ha origini antiche, siamo arrivati alla 86° edizione.
Carri allegorici
Non trovo parole migliori per descrivere il tutto che tradizione e amore per le proprie radici.
La Sagra ha una durata di 4 giorni, dal giovedì alla domenica (28 settembre 1 ottobre) ed è stato sempre così, sin dalla prima edizione durante la quale sfilavano i carri trainati dai buoi addobbati con grappoli d’uva, alcuni dei quali venivano poi lanciati alla folla.
Questa tradizione è sopravvissuta con il passare degli anni, ovviamente si è adeguata ai nostri giorni e si è trasformata nella sfilata dei carri allegorici della domenica pomeriggio.
Per i cuprensi è forse il momento più atteso dell’intera manifestazione in quanto le 5 contrade di Cupramontana si sfidano andando in scena ognuna sul proprio carro, rigorosamente a tema Verdicchio, creato dal nulla dalle sapienti mani dei cittadini.
Dettaglio di un carro allegorico
Ho potuto ammirare insieme ad altri blogger i carri in anteprima e oltre alla bellezza e all’imponenza, la cosa che ho percepito maggiormente è stata la passione e la dedizione dei cuprensi. Sono tutti volontari che dedicano gran parte del proprio tempo libero (da fine agosto circa fino a poche ore prima della sfilata) alla realizzazione della propria opera, coinvolgendo anche i ragazzi più giovani e trasmettendo loro questa tradizione.
Palio della pigiatura
Il sabato invece si svolge la gara della pigiatura dell’uva tra i borghi limitrofi ed è un momento davvero particolare a cui assistere: immaginatevi uomini all’interno di grosse vasche contenenti quintali d’uva che fanno del loro meglio per pigiarne il più possibile nel tempo prestabilito.
Degustazioni e stand
Essendo il Verdicchio il re della festa, in tutte le giornate è stra-presente, potrete acquistarlo nei vari stand o partecipare alle Degustazioni in Piazzetta dove diverse cantine propongono i propri prodotti….insomma vi assicuro che c’è l’imbarazzo della scelta.
Degustazioni in Piazzetta
MIG -Musei in Grotta
Vi consiglio di non perdere una visita al Mig – Musei in Grotta che personalmente ho trovato davvero interessante. La location è bellissima e ospita al suo interno il Museo dell’Etichetta, con esposizione di circa 1000 etichette di vino provenienti da tutto il mondo (l’intera collezione ne vanta circa 10000); pensate che in Europa sono solo due i musei di questo tipo. Finita l’esposizione delle etichette, si passa alla zona che racconta la storia della Sagra dell’Uva attraverso i manifesti pubblicitari di ogni singola edizione: un tuffo nel passato meraviglioso.
Vecchio manifesto della sagra dell’uva di Cupramontana
Le sale adiacenti ospitano La strada del gusto, illustrando un percorso fra eccellenze, prodotti, sapori e trazioni. Infine troverete l’Infopoint dove poter richiedere materiale informativo o acquistare prodotti locali. Subito fuori è stato allestito l’Horto dei Semplici, uno spazio in cui vengono coltivate le vecchie erbe medicinali….proprio nel punto in cui sorgeva l’orto monastico. Vi ho solo detto che la location è fantastica, ma non vi ho detto che era un antico monastero…..non vi resta che visitarlo di persona.
Un ringraziamento ad Erik per tutte le informazioni dettagliate.
Concerti
La Sagra dell’Uva negli anni ha acquisito molta popolarità, arrivano infatti tantissimi pullman da tutta Italia per partecipare ad una festa con radici antiche ma nettamente attuale e uno dei motivi sono anche i concerti. In tutte le edizioni infatti si esibiscono cantanti di fama nazionale ,per allietare con il canto una serata già abbondantemente piacevole grazie al Verdicchio e a tutta l’atmosfera che si respira.
Ora non resta che pensare alla 84° edizione …fatelo anche voi, segnatevi questo appuntamento in agenda perché ne vale assolutamente la pena.
Un grazie di cuore a Sara e a Giorgia per averci accompagnato in questa scoperta.
Alla prossima sagra,
Viaggiatrice seriale.
P.S.: la zona è perfetta per staccare la spina, per una vacanza a contatto con la natura e per un turismo enogastronomico e sportivo, se cercate un alloggio vi consiglio Cupramontana Accoglie.
Dopo avervi parlato della Fiera del Tartufo Bianco Pregiato di Pergola non posso non ricordarvi l’appuntamento annuale della Fiera Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato che si tiene a Sant’Angelo in Vado.
Ci troviamo in un paese in provincia di Pesaro e le giornate per gustarvi questa vera prelibatezza del territorio sono quelle di tutti i fine settimana dal 7 ottobre al 22 ottobre 2023.
Anche in questo caso troverete tantissime stuzzicherie e ristorantini dove fare svariate degustazioni e oltre alla gastronomia potrete apprezzare i manufatti creati dalle abilissime mani degli artigiani del posto.
La fiera è un evento davvero importante per Sant’Angelo in Vado, pensate che quest’anno si è giunti alle 60° edizione.
Mostra nazionale tartufo bianco Sant’Angelo in Vado
Gli eventi e spettacoli in programma sono veramente tanti.
Questa sagra è un’ottima occasione per gustare qualcosa di veramente buono e tipico, per trascorrere una giornata diversa dal solito e per ammirare un territorio con una natura incontaminata e antichi borghi medievali ancora integri e ben conservati.
Fateci un pensierino!
Alla prossima sagra,
Viaggiatrice seriale.
La colazione è un momento importante della giornata, quante volte l’avete sentito dire?! Se anche voi come me, durante la settimana fate una normalissima colazione a casa e volete concedervi una coccola, magari durante il fine settimana, ecco 3 colazioni imperdibili tra Pesaro e Riccione.
Bistrò dell’Hotel Excelsior di Pesaro
Che ne dite di una colazione a 5 stelle? Non capita mica tuti i giorni!! E invece potrebbe diventare la vostra nuova routine, perché la colazione al Bistrò dell’Hotel Excelsior, il 5 stelle di Pesaro, è aperta anche ai non ospiti. Immaginatevi in una location super esclusiva a gustare le prelibatezze preparate dallo chef del Rossini Bistrot (locale assolutamente da provare). Avrete solo l’imbarazzo della scelta fra dolci e salati, la giusta carica per affrontare poi una giornata di mare. La colazione è a buffet (oltre qualche piatto caldo da poter ordinare) e ha un costo fisso.
Colazione al Bistrò dell’Hotel Excelsior di Pesaro
Sac à Poche
Ora ci spostiamo a Riccione, anche se vi sembrerà di essere arrivati in un angolino di Francia quando metterete piede al Sac à Poche, una vera e propria chicca riccionese in cui gustare una pasticceria davvero superlativa. Accomodatevi sotto un ombrellone all’esterno o in uno dei tavolini in veranda e concedetevi una giusta e meritata pausa. La colazione è alla carta.
Sac à Poche Riccione
Botanic
Per concludere questa lista delle 3 colazioni imperdibili, ritorno a Pesaro, al Botanic, un nuovo locale in Viale Trieste in cui poter ritagliarsi un momento di relax gustando pancake, croissant dolci e salati, maritozzi e tantissime altre cosine. Adoro la cura dei dettagli e il croissant crema e fragole non me lo toglierò più dalla mente. La colazione è alla carta.
Il Parco del Conero offre tantissimi sentieri per i trekking panoramici, oltre ovviamente a spiagge meravigliose. Ho già testato qualche percorso un po’ di tempo fa, oggi ve ne faccio scoprire un altro, non troppo lungo ma che vi metterà alla prova. Andiamo alla Scalaccia.
Veduta dal sentiero della Scalaccia
La Scalaccia: percorso trekking
Il percorso della Scalaccia, o sentiero 313, insieme alle varianti 313a e 313b costituisce il Sentiero delle Tre Valli. Si tratta di un sentiero ad anello di circa 5 km, ma molto spesso viene utilizzato per raggiungere la spiaggia della Scalaccia. Siamo a Pietralacroce (AN) e il punto di partenza è nei pressi del ristorante Osteria del Baffo, dove vi consiglio di fermarvi al ritorno.
Sentiero CAI 313
Leggermente più avanti del ristorante, sulla sinistra incontrerete il cartello che indica l’inizio del sentiero; la prima parte è immersa nel verde e parecchio ombreggiata, mentre la seconda parte prevede la discesa di parecchie scale. Prima di scendere le scale, troverete un bivio; se non siete interessati alla spiaggia ma volete percorrere l’intero sentiero, girate a sinistra per Santa Margherita. Il percorso fino alla spiaggia non è troppo impegnativo, in 40 minuti raggiungerete la vostra meta, ma vi consiglio di indossare scarpe da trekking o calzature comunque chiuse. Dopo un po’ di sana fatica, verrete ricompensati dalla bellezza della spiaggia.
Primo tratto sentiero della Scalaccia
La Scalaccia: la spiaggia
La spiaggia della Scalaccia è selvaggia, non attrezzata e non vi è nemmeno la possibilità di piantare l’ombrellone perché si tratta di roccia marnosa e scogli; è sicuramente una delle spiagge più selvagge e meno frequentate del Conero, adatta a chi ama la tranquillità e l’avventura. Arrivati in fondo potrete ammirare le caratteristiche grotte tipiche della zona anconetana e rilassarvi con un bel bagno. L’acqua è davvero pulita e la zona è adatta alle immersioni. Trovandosi proprio a ridosso della falesia, il sole scompare presto, quindi vi consiglio di andarci al mattino. Vi lascio anche una bella scusa per poter fare delle soste durante la risalita: fermatevi ad ammirare il panorama, da qui la vista sulle grotte del Passetto fino all’Ascensore regala scorci indescrivibili. Non dimenticatevi di portare acqua a sufficienza, giù non ci sono punti di ristoro. Una volta risalita la parte di scalini, potrete decidere se scendere a destra al bivio e continuare il sentiero o proseguire dritto e dirigervi all’Osteria del Baffo per un bel pranzetto a base di pesce, con vista.
Spiaggia della Scalaccia
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La città di Riccione ospita sempre delle bellissime mostre e in questo periodo non potete perdervi “Un Certain – Robert Doisneau” a Villa Mussolini. Abbiamo tutti bisogno di un po’ di romanticismo in quest’epoca che sembra non conoscere più questo concetto e la mostra a Villa Mussolini ci aiuta sicuramente a ritrovarne un po’.
Bacio all’Hotel de Ville
Robert Doisneau: l’uomo
Perché vi parlo di romanticismo?! Perché Robert Doisneau è l’autore del famosissimo “Bacio all’Hotel de Ville” che tutti almeno una volta nella vita hanno visto. Egli fu uno dei più grandi fotografi del XX secolo, che attraverso la fotografia si avvicinò a mondi completamente opposti fra loro. Pensate che per un periodo della sua vita fu il fotografo di Vogue, documentando quindi la vita dell’aristocrazia, della nobiltà e della Parigi che contava. Ma abbandonato questo contesto e finite le ore di lavoro, amava vivere la periferia di Parigi, i luoghi dei più poveri e degli ultimi. Un uomo pieno di contrasti che ha saputo cogliere ogni aspetto della città di Parigi.
Mostra “Un Certain – Robert Doisneau”
La mostra: cosa aspettarsi
La mostra a Villa Mussolini è suddivisa in tre piani, si inizia con un video esplicativo della vita dell’artista per poi ammirare le fotografie recuperate dalla collezione privata, che ritraggono Doisneau insieme alla propria famiglia. Al primo piano si incontra invece le parte dedicata alle botteghe e ai piccoli negozi, passando per la vita quotidiana dei parigini e del loro amore. Qui infatti troverete la famosissima fotografia del Bacio all’Hotel de Ville e di altre scene romantiche. Passiamo poi ai parigini, il soggetto prediletto di Robert Doisneau e ai bambini, che ha sempre amato immortalare. Al piano superiore invece si possono ammirare le fotografie del periodo in cui lavorò per Vogue e quindi immortalò la mondanità in tutte le sue sfaccettature per finire con la sezione dedicata ai personaggi famosi, molti dei quali erano suoi amici. Giusto per citarne qualcuno, Doisneau frequentava Jacques Prevert, Simone de Beauvoir, Pablo Picasso e Jean Cocteau.
Mostra Robert Doisneau a Riccione
La mostra: informazioni utili
La mostra Un Certain è curata dall’Atelier Robert Doisneau e realizzata a partire dalle stampe originali della sua collezione. Un progetto voluto dalle figlie di Doisneau che hanno selezionato 143 fotografie in bianco e nero e a colori, realizzate nei 60 anni di attività dell’artista. La mostra è ospitata a Villa Mussolini, è possibile acquistare i biglietti direttamente in villa, online sul sito e presso l’ufficio Iat a Riccione (Piazzale Ceccarini 11). Fino al 10/9 la mostra sarà aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 23. Dal 12/9 al 12/11 dal martedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 20. Il costo del biglietto è di 12 euro.
Mostra “Un certain”
Una mostra davvero bellissima che vi consiglio di vedere, grazia alla quale vi teletrasporterete nella bellissima Parigi del secolo scorso.
Appassionati, amanti e fanatici degli anni 40 e 50, questo post è tutto per voi! E’ in arrivo il Summer Jamboree a Senigallia! Non credo, ma se non ne avete mai sentito parlare, si tratta di un festival incentrato sulla musica Rock e Rockabilly degli anni 40 e 50, il più importante di questo genere musicale. La cittadina marchigiana in questi giorni pullula di persone, molte delle quali anche straniere. Ogni giorno si svolgono dei concerti (gratuiti) in varie zone della città, mentre all’interno delle mura della rocca vengono collocati diversi stand, da quelli gastronomici a quelli che vendono cimeli o accessori provenienti proprio dai mitici anni 50!
Summer Jamboree Senigallia
Sembra di tornare indietro nel tempo, molte persone infatti si presentano indossando gli abiti tipici di quegli anni, vedrete bretelle, capelli brillantinati, bananoni, maglie a righe, tatuaggi e fasce sui capelli. Logicamente io non potevo sottrarmi al fascino di vivere la festa indossando i “costumi di scena” !
Bancarelle al Summer Jamboree
Un altro aspetto davvero meraviglioso dal mio punto di vista è quello relativo alle automobili, in una zona precisa della città infatti vedrete esposti dei bellissimi esemplari di auto tenute perfettamente, come dei veri gioiellini.
Auto d’epoca
La festa si sviluppa nel centro storico della città, ma il mercoledì sera (di solito) il tutto si sposta sul lungomare, dove si tiene la festa hawaiiana : “Big hawaiian party on the beach“, una festa con colonna sonora beach boys.
Senigallia durante il Summer Jamboree
Se siete dei ballerini o se semplicemente volete provare il brivido, ogni giorno troverete delle lezioni gratuite di ballo. Gli eventi in calendario sono davvero tanti, se volete arrivare organizzati date pure un’occhiata qui. Dal mio punto di vista si tratta di un evento davvero suggestivo, vale sicuramente la pena viverlo almeno una volta. Quest’anno la manifestazione sarà dal 29 luglio al giorno 6 agosto 2023. Buon divertimento al Summer Jamboree. Alla prossima festa, Viaggiatrice seriale.
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