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Emilia romagna, Italia

Longiano: cosa fare nel bellissimo borgo romagnolo

Longiano è un bellissimo borgo romagnolo, incastonato tra le verdi colline fra le province di Rimini e Cesena. Ne avete mai sentito parlare?
Pur essendo piccino, racchiude al suo interno diversi musei davvero interessanti, ottimi ristoranti e una veduta davvero fantastica. Che dite, inizio ad illustrarvi cosa vedere?

Cortile Castello Malatestiano
Cortile Castello Malatestiano

Museo del territorio

Se avete l’animo nostalgico o semplicemente siete curiosi di scoprire utensili, giochi o quant’altro appartenuti ad epoche precedenti alla vostra, questo è il luogo giusto per voi.
Due interi piani divisi per categoria colmi di ogni più svariato oggetto proveniente dal passato.
Iniziamo con la stanza dei giochi dove la vostra attenzione sarà catturata da un magnifico esemplare di calciobalilla per poi passare alla stanza degli attrezzi o a quella degli utensili e oggetti di vita quotidiana.
Non mancano collezioni, macchine fotografiche, monete e locandine.
Nel giardino esterno poi troverete gli attrezzi legati alla vita contadina.
Un vero tuffo nel passato.
Il museo è gratuito ed è aperto il sabato, la domenica e i giorni festivi.

Fondazione Tito Balestra

Sempre nella parte alta del borgo trovate la Fondazione Tito Balestra; questa esposizione di arte moderna e contemporanea è ospitata all’interno del castello Malatestiano.

Castello Malatestiano Longiano
Castello Malatestiano Longiano

Vi consiglio di salire e come prima cosa di ammirare sia il panorama che il cortile del castello con varie installazioni e una vasca monumentale.
La collezione esposta all’interno invece vanta più di 2000 opere fra oli, opere di grafica e di scultura, più ovviamente le poesie di Tito Balestra.
Troviamo opere di Chagall, Goya, Matisse, De Pisis e di tanti altri.
Il biglietto d’ingresso ha un costo di 7 euro.

Fondazione Tito Balestra
Fondazione Tito Balestra

Museo italiano della ghisa

Una vera chicca è il Museo italiano della ghisa ospitato all’interno della ex chiesa di Santa Maria delle Lacrime. Qui potrete ammirare alcuni degli esempi più significativi dell’intera collezione.
Enormi candelabri in ghisa provenienti da diverse città italiane ed europee, mascheroni e fontane dai quali sgorgava l’acqua e infine diversi picchiotti per porta vi faranno fare un tuffo nel passato, anche grazie alle fotografie d’epoca che accompagnano gli oggetti esposti.
L’ingresso è gratuito e il museo è aperto il sabato, la domenica e i giorni festivi.

Museo italiano della ghisa
Museo italiano della ghisa

Rifugio bellico

Una volta usciti da qui, vi consiglio di percorrere il rifugio bellico che attraversa il paese e che diede rifugio a tantissime persone durante la guerra.
Il passaggio è libero e devo ammettere che è tenuto molto bene e che fa davvero effetto percorrerlo. Al suo interno una piccola esposizione di cimeli di guerra.

Rifugio bellico Longiano
Rifugio bellico Longiano

Museo d’Arte Sacra

Passiamo adesso dalla parte bellica a quella sacra, varcando le porte dell’Oratorio di San Giuseppe Nuovo.
Qui troverete diversi oggetti sacri, importanti opere d’arte, reliquie ed ex-voto.
Anche in questo caso l’ingresso è gratuito il sabato, la domenica e i giorni festivi.

Museo d'Arte Sacra
Museo d’Arte Sacra

Galleria delle maschere

Lasciando alle vostre spalle il castello e dirigendovi verso il teatro, non perdetevi la Galleria delle maschere. All’interno dell’ex convento di San Girolamo potete ammirare 31 bronzi raffiguranti le maschere della commedia dell’arte realizzate dall’artista Domenico Neri.
Ingresso gratuito sabato, domenica e festivi.

Galleria delle maschere
Galleria delle maschere

Per effettuare una visita completa di Longiano non perdetevi il Teatro Petrella, splendido esempio di teatro ottocentesco all’italiana” e il Santuario del Ss. Crocifisso che custodisce una duecentesca immagine di Cristo Crocifisso.

Longiano, borgo bandiera arancione è uno dei borghi più belli della Romagna e merita sicuramente una visita.

Cosa vedere nei dintorni

Dopo aver curiosato fra i musei e le stradine di Longiano, potete approfittarne per fare un giro a Cesena o a Forlì, mentre se amate i borghi vi consiglio Savignano sul Rubicone con la sua storia millenaria.

Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.

Italia, Lombardia

Calcio e Covo: borghi dipinti fuori Bergamo

Amanti della street art, oggi vi parlo di due borghi dipinti a pochi km da Bergamo, in cui ammirare diverse opere.
Calcio e Covo offrono creazioni diverse fra loro, motivo per cui l’accoppiata dei due borghi a pochi km di distanza l’uno dall’altro mi sembra perfetta per una gita fuori porta.

Il Ratto di Europa a Covo
Il Ratto di Europa a Covo

Borghi dipinti: i murales di Calcio

Calcio, borgo bergamasco dalle origini rurali, di circa 5400 abitanti, ospita ben 47 muri dipinti con svariate tecniche.
Il tutto nasce nel 1995 dall’iniziativa “Narrano i muri” che ha portato ad una lenta trasformazioni del borgo in una sorta di museo a cielo aperto.

Muri dipinti a Calcio
Muri dipinti a Calcio

I dipinti rappresentano il forte legame con l’acqua dato dalla presenza del fiume Oglio e tanti mestieri del passato.
Trattano inoltre temi sociali, leggende o storie realmente accadute legate al territorio.
Vi consiglio di passeggiare liberamente per il paese e di consultare le schede con tutte le spiegazioni e i significati, così da coglierne la vera essenza.

Murale di Calcio

Borghi dipinti: i murales di Covo

E’ giunto il momento di scoprire un altro borgo dipinto e cioè quello di Covo.
Prima di partire però mi sembra giusto consigliarvi di fare una bella pausa pranzo a base di ravioli di Covo.

Ravioli di Covo
Ravioli di Covo

Si tratta infatti del piatto tipico di questo borgo bergamasco e la seconda domenica del mese di ottobre si tiene anche la Sagra del raviolo di Covo, un raviolo di forma quadrata ripieno di carne, spezie e verdura e condito con burro fuso.
Con la pancia piena si hanno più energie per andare alla scoperta dei murales, non è vero?!
Qui le opere sono inferiori numericamente rispetto a Calcio ma molto superiori per quanto riguarda le dimensioni.

Covo, murale dedicato a Giulio De Micheli
Covo, murale dedicato a Giulio De Micheli

Sono inoltre molto più recenti e lo si percepisce bene dai colori ancora vividi.
Non vi resta che passeggiare alla ricerca del “Ratto di Europa“, del “Caravaggio“, del murales dedicato al compositore Giulio De Micheli e di quello della veduta di Covo dall’alto con una donna affacciata alla finestra.

Muri dipinti a Covo
Muri dipinti a Covo

Un’ottima idea se cercate la meta perfetta per una gita fuori porta o se siete diretti a Bergamo o Brescia e volete fare una tappa intermedia.

Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.

P.S.: se siete amanti di street art non perdetevi i borghi di Santarcangelo di Romagna, Saludecio, San Giovanni in Persiceto e Braccano.

Italia, Lombardia

Brescia in un giorno: cosa vedere

Brescia la “Leonessa d’Italia”, quest’anno è stata nominata capitale italiana della cultura insieme a Bergamo, quindi quale occasione migliore di questa per andare alla scoperta dei tesori di questa città?
Dopo avervi suggerito cosa vedere a Bergamo in una giornata, passiamo all’itinerario per Brescia.

Brixia antica
Brixia antica

Piazza della Loggia: cosa vedere a Brescia

Piazza della Loggia è il fulcro della città, la piazza in cui si affacciano gli edifici principali.
Prende il nome dal Palazzo della Loggia oggi sede della giunta comunale che si affaccia proprio su di essa, mentre nel lato opposto si può ammirare la Torre dell’orologio con il bellissimo orologio astronomico, dipinto su entrambi i lati della torre.
Da qui poi partono gli affascinanti portici che ospitano i migliori negozi della città facendo di questa zona il viale dello shopping.

Palazzo della Loggia
Palazzo della Loggia

Piazza della Vittoria

A poca distanza troviamo Piazza della Vittoria, terza piazza per grandezza della città di Brescia dove si percepisce fin da subito lo stile fascista delle costruzioni.
Qui svetta uno dei primi grattacieli d’Italia contrapposto al Palazzo delle Poste.
Se dalla piazza vi dirigete verso il portico, vi troverete di fronte ad un’interessante opera d’arte intitolata “Il peso del tempo sospeso” rappresentante un rinoceronte appeso (da non perdere).

Piazza Paolo VI

Arriviamo alla terza piazza di Brescia, Piazza Paolo VI, davvero molto elegante e piana di fascino; vi consiglio di fermarvi per un caffè e ammirare tutta la bellezza che la circonda.
Sulla piazza infatti affacciano sia il Duomo Nuovo che il Duomo Vecchio.
Il Duomo Nuovo venne terminato solo nel 1825, vanta una facciata in marmo di Botticino e la 3° cupola più alta d’Italia.

Duomo Vecchio di Brescia
Duomo Vecchio di Brescia

Il Duomo Vecchio invece è davvero singolare, pensate che si tratta del maggior tempio romanico circolare ad oggi esistente.
Non perdetevi la visita al suo intero e fermatevi ad ammirare la cappella che custodisce il Tesoro delle Sante Croci.

Brixia Antica

Recatevi poi nella mia zona preferita di Brescia, ovvero al parco archeologico dell’antica Brixia.
Fra gli edifici moderni vedrete svettare i resti del Capitolium, un antico tempio capitolino che vi lasceranno senza parole.
Passeggiate per l’antico foro e ammirate l’antico teatro romano.
All’interno del complesso invece è custodito il simbolo della città di Bescia ovvero la Vittoria Alata.

Capitolium Brescia
Capitolium Brescia

Complesso di Santa Giulia

Dopo aver fatto un salto indietro nel tempo, recatevi al complesso di Santa Giulia, il museo della città dove ammirare i tesori di Brescia.
Santa Giulia insieme al Capitolium rientra fra i beni dell’UNESCO.

Castello di Brescia

Poteva forse Brescia essere priva di un castello? Ovviamente no e non è nemmeno modesto.
Si tratta di un’imponente fortezza costruita in una posizione strategica sulla cima del monte Cidneo, da dove avere una visuale completa della città.
Ospita diversi musei e le sue aree verdi sono le preferite dai cittadini per un po’ di relax o per fare una passeggiata.

Castello di Brescia
Castello di Brescia

Teatro Grande: cosa vedere a Brescia

Il Teatro Grande di Brescia è davvero imperdibile, considerato uno dei più importanti teatri d’Italia può essere visitato su richiesta.
Una volta lì approfittatene per una pausa al caffè del teatro ubicato all’interno del Ridotto.
Mi credete se vi dico che è uno dei luoghi più belli in cui abbia preso un caffè?! Farete un viaggio indietro nel tempo circondati da specchi e decorazioni.

Questo itinerario è perfetto per scoprire Brescia in una giornata, se invece avete più tempo a disposizione ricordatevi che nell’anno della città capitale della cultura 2023 le mostre e gli eventi si susseguono continuamente, non vi resta che controllare i vari programmi.
Io personalmente sono rimasta piacevolmente colpita da Brescia e ve la consiglio sicuramente.
Se volete portarvi avanti, vi lascio l’articolo su Pesaro città capitale della cultura 2024, così vi preparate per il prossimo anno.

Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.

Italia, Lombardia

Bergamo in un giorno: cosa vedere

Volevo vedere di persona le bellezze delle città capitali della cultura 2023 Bergamo e Brescia, essendo io pesarese mi sono incuriosita in attesa del prossimo anno.
Sapete che vi dico? Che ho trovato due città davvero molto belle, ben tenute e custodi di tesori davvero interessanti.
Il mio viaggio è iniziato da Bergamo e più precisamente da Bergamo Alta e qui di seguito vi indicherò cosa non perdervi in una giornata in questa città lombarda.

Veduta da Bergamo Alta
Veduta da Bergamo Alta

Cappella Colleoni

Alcune delle principali attrazioni sono raggruppate nella stessa area e una di queste è la Cappella Colleoni.
Esternamente noterete che nel cancello d’ingresso si scorgono delle parti più lucide, tendenti al color oro, come tanti altri monumenti, anche lo stemma Colleoni viene considerato un portafortuna e quindi toccato dalla gente (un po’ di fortuna non fa mai male del resto).
Al suo interno è custodita la tomba della figlia Medea deceduta in tenera età e figlia prediletta del condottiero.
La facciata esterna è davvero un piacere per gli occhi.

Cappella Colleoni Bergamo
Cappella Colleoni

Basilica di Santa Maria Maggiore

Qui di fianco svetta anche la Basilica di Santa Maria Maggiore dove poter ammirare lavori di Lorenzo Lotto, oltre a capolavori in stile barocco. La particolarità di questa chiesa è il fatto di non avere un ingresso centrale e una facciata principale in quanto in passato era un’unica realtà insieme al palazzo vescovile. L’ingresso comunemente utilizzato però è quello in Piazza del Duomo, sorvegliato dai leoni rossi.

Soffitto Basilica Santa Maria Maggiore Bergamo
Soffitto Basilica Santa Maria Maggiore Bergamo

Viene considerata una delle più belle chiese di Bergamo.
Di fronte all’entrata della Basilica troviamo l’entrata del Duomo, edificio più moderno rispetto ai precedenti.

Palazzo della Ragione

Tutti questi edifici affacciano sul Palazzo della Ragione e sul suo grande portico. E’ possibile visitare la Sala delle Capriate, utilizzata per mostre e manifestazioni culturali, salendo la grande scala che affianca il Campanone.
Anche quest’ultimo è degno di nota, conosciuto con questo nome non è altro che la torre civica in cui tutte le sere alle 22:00 le campane eseguono 100 (ma sembra siano 135 circa) rintocchi.

Piazza Vecchia in notturna
Piazza Vecchia in notturna

Biblioteca civica e Piazza Vecchia

La biblioteca civica rientra pienamente nell’elenco delle cose da visitare. Trattandosi di una biblioteca storica, vanta degli ambienti notevoli. La sala Tassiana ospita la più grande raccolta di opere e di scritti su Bernardo e Torquato Tasso e due meravigliosi globi, uno terrestre e uno celeste.

Globi della sala Tassiana della biblioteca civica
Globi della sala Tassiana della biblioteca civica

Bergamo, il gusto di gelato alla stracciatella e altre curiosità

Sapete che il gusto di gelato alla stracciatella è stato creato a Bergamo? Quindi nel vostro giro dovete assolutamente inserire una tappa dalla “Marianna” per gustare una coppetta di gelato.
Una volta qui vi consiglio di fare una passeggiata sulle mura veneziane, entrate a far parte del Patrimonio dell’Unesco.
Recatevi poi davanti al Fontanone e ammirate quella che un tempo riforniva l’acqua all’intera città, spostatevi di lato e sbirciate dalla grata, riuscirete a vedere la storica cisterna.
Sempre parlando di acqua, io sono rimasta colpita dal lavatoio pubblico, di una bellezza d’altri tempi.

Funicolare e Rocca di Bergamo

Non si può andare a Bergamo e non fare una corsa in funicolare. La parte di Bergamo Alta e quella di Bergamo Bassa sono infatti collegate da una funicolare che tocca la pendenza del 52%.
Passeggiate nelle viuzze ricche di locali e ristoranti, assaggiate un piatto di polenta e salite fino alla Rocca di Bergamo che ospita il Museo Storico dell’Ottocento.
Scontato dirvi che da qui la veduta è davvero eccezionale.

Funicolare di Bergamo
Funicolare di Bergamo

In questo anno in cui la città di Bergamo è stata eletta capitale della cultura 2023, le mostre e gli eventi sono tantissimi e in continua evoluzione.
Una volta visitate tutte queste attrazioni, potrete dire di aver conosciuto Bergamo Alta e potrete passare a Bergamo Bassa, sempre a bordo della funicolare.

Bergamo Bassa: cosa vedere

La parte più caratteristica di Bergamo è sicuramente la parte Alta che racchiude i monumenti storici, ma anche a Bergamo Bassa ci sono delle attrazioni da non perdere.
Iniziamo dal Sentierone, uno dei viali più conosciuti della città bassa dove troviamo tanti negozi e il famoso Teatro Donizetti dedicato all’illustre compositore bergamasco.
Le chiese non possono mancare e vi consiglio la Chiesa delle Grazie e quella di San Bartolomeo.
Per gli appassionati d’arte (e non solo), una tappa all’ Accademia Carrara (pinacoteca della città) è d’obbligo.
Se cercate un angolo di verde per fare una pausa e rilassarvi un po’ vi coniglio il Parco Caprotti.

Cosa vedere nei dintorni di Bergamo

Se volete approfittarne per visitare anche qualcosa nei dintorni, vi consiglio il Castello di Malpaga e i due borghi con murales di Covo e Calcio.

Castello di Malpaga
Castello di Malpaga

Finisce così la mia visita a Bergamo, pronta per andare a scoprire l’altra metà della capitale della cultura 2023: Brescia.

Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.

Emilia romagna, Italia

Casadei Sonora: alla scoperta di Secondo Casadei

Avete mai visitato la sede di un’edizione musicale? E se vi dicessi che è possibile farlo a Savignano sul Rubicone? Vi porto alla Casadei Edizioni Musicali Sonora, alla scoperta del creatore di “Romagna Mia”.

Casadei Sonora
Casadei Sonora

Casadei Sonora

A Savignano sul Rubicone, presso la sede di Casadei Sonora, è possibile partecipare ad una visita guidata, accompagnati dalla figlia e dalla nipote di Secondo Casadei.
La Signora Riccarda Casadei vi allieterà con i racconti legati alla figura di suo padre che ha letteralmente vissuto in simbiosi con la musica. Le due donne, di una gentilezza infinita, vi faranno scoprire il passato ma anche il presente di Casadei Sonora che oggi si occupa delle orchestre di liscio.
Oltre ai racconti orali, potrete fare anche un piccolo tour fra fotografie vintage e locandine storiche relative ai concerti di Secondo Casadei, il padre del “liscio”.
Nel piano inferiore troverete anche alcuni degli abiti di scena originali dell’Orchestra Casadei.

Interno della Casadei Edizioni Musicali Sonora
Interno della Casadei Edizioni Musicali Sonora

Abitazione Secondo Casadei

La visita continua nella storica abitazione di Secondo Casadei, dove potrete ammirare il suo studio, luogo in cui si ritirava e si immergeva totalmente nel suo mondo fatto di musica.
Potrete ammirare l’originale pianoforte che tutti i giorni veniva trasportato nelle balere in cui si tenevano i concerti. La cosa più emozionante però per me è uno spartito originale di “Romagna Mia”, visibilmente usurato dal tempo e utilizzato nei vari concerti.
Dal 2017 l’abitazione di Secondo Casadei e la sede di Casadei Sonora sono entrate a far parte delle Case della Memoria italiane.

Spartito originale Romagna Mia
Spartito originale Romagna Mia

Secondo Casadei: l’uomo

Ascoltare i racconti della vita di Secondo Casadei direttamente dalle parole della figlia Riccarda è stato davvero emozionante.
Come prima cosa devo dire che era una persona moto allegra e socievole, che amava fare un sacco di scherzi (non vi anticipo niente ma c’è da ridere).
Nato nel 1906 a Sant’Angelo di Gatteo, si avvicina sin da piccolo alla musica, grazie all’appoggio della madre (il padre non era proprio convinto di questa strada ma avrà modo di ricredersi) e nel 1928 fonda ufficialmente l’Orchestra Casadei dando così vita al fenomeno del “liscio”.
Ai classici strumenti d’orchestra come il clarinetto in do e il contrabbasso, affianca il saxofono e la batteria.
Secondo con la sua musica arriva al cuore della gente, cantando il suo amore per la sua terra.
Durante la guerra ritorna per un periodo al suo impiego da sarto, senza abbandonare mai la musica ma riuscendo anche nell’impresa di contrastare il boom della musica americana.
Con molta astuzia e intelligenza riesce ad inserire di nuovo, piano piano, pezzi di liscio nei suoi concerti, fino a farlo apprezzare nuovamente dal pubblico.
Alla fine degli anni ’50 collabora con suo nipote Raoul Casadei, con il quale firmerà diversi successi che li faranno conoscere in tutta Italia.
Possiamo però dire che il suo più gran successo è senza ombra di dubbio “Romagna Mia”.
Sapete che inizialmente non doveva chiamarsi così ma “Casetta Mia”?
Poi per una serie di coincidenze e consigli è diventata un vero successo mondiale, tradotta in più lingue e conosciuta in tutto il mondo.
Peccato che con la sua scomparsa prematura, avvenuta nel 1971, Secondo Casadei non abbia potuto vedere il reale successo stratosferico della sua musica.
Pensate che in tutta la sua vita incise più di 1000 brani fra polche, mazurche e valzer.
Chiamato lo Strauss della Romagna, fu sempre all’avanguardia e un grande innovatore, ad esempio introdusse la prima cantante donna in un’orchestra e introdusse anche le “uniformi” coordinate; sicuramente il suo animo da sarto ha giocato un ruolo fondamentale sulla cura del look.

Esterno della Casadei Edizioni Musicali Sonora
Esterno della Casadei Edizioni Musicali Sonora

Non voglio svelarvi altro perché la visita alla Casadei Sonora è davvero molto ma molto interessante, quindi non mi resta che invitarvi a partecipare.
Le signore Casadei vi accoglieranno nella sede di Sonora Casadei nei giorni feriali, previa prenotazione allo 0541945259; per ogni dettaglio consultate il sito (la visita è gratuita).
Nel muro esterno della facciata principale della sede troverete tantissime targhette con le affermazioni dei più grandi cantanti in merito alla musica.

Ancora un ringraziamento particolare alle signore Casadei per la loro ospitalità.
Buon viaggio alla scoperta della musica romagnola.

Alla prossima avventura,
viaggiatrice seriale.

Emilia romagna, Italia

Dove fare un ottimo brunch in Romagna

Quanti amanti del brunch come me?
Non dico di vere una fissa, ma la colazione e il brunch mi attirano molto in questo ultimo periodo, più di aperitivi e cene.
Se amate iniziare la giornata nel migliore dei modi, vi consiglio 3 posticini che ho provato in prima persona e che vi piaceranno di sicuro.

Oltreborgo

Già la sua posizione è un valore aggiunto, trovandosi a Santarcangelo di Romagna, dopo o prima di accomodarvi e gustare tutte le prelibatezze, potete approfittarne per fare un giretto in uno dei miei borghi preferiti.
Il locale è piccino, quindi prenotate per tempo, ma è davvero troppo carino.
Curato nei minimi dettagli, vi gusterete un brunch servito in un super vassoio che accoglierà tutte le pietanze: un piatto dolce, uno salato, una verdura e uno yogurt, bevanda e cookies sempre inclusi.
Il brunch vi aspetta il sabato e la domenica dalle 11 alle 14.

Brunch da Oltreborgo
Brunch da Oltreborgo

Bar Giambellino

Ci spostiamo a Gambettola per gustare un brunch da mille e una notte.
Al Bar Giambellino, sulla via principale, vivrete una vera e propria esperienza, non solo culinaria.
Il locale infatti catturerà senza ombra di dubbio la vostra attenzione e i piatti fra cui scegliere vi metteranno a dura prova.
Questo locale infatti vi farà scegliere fra ben 3 tipologie differenti: lo Zdoura brunch, il Luvarià brungh e il Famona brunch.
L’appuntamento è per tutti i sabati e tutte le domeniche dalle 9 alle 12.

Brunch al Bar Giambellino
Brunch al Bar Giambellino

Qcorner

Ci spostiamo a Faenza per gustare qualcosa di strepitoso.
Il Qcorner è un laboratorio che utilizza materie prime bio a km0 per creare delle vere prelibatezze.
Essendo aperto tutti i giorni dalle 7 alle 21, avete un’ampia scelta sull’orario in cui andare, non siete vincolati all’ora del brunch, ma potete comunque andare in quell’orario e comporvi il vostro piatto ideale.
Anche qui la cura al dettaglio fa la differenza.

Brunch al Qcorner Faenza
Brunch al Qcorner Faenza

Non vi resta che testarli e farmi sapere cosa ne pensate, io intanto vado alla scoperta di qualche altro bel posticino.

Se invece cercate una colazione imperdibile, guardate qui.

Alla prossima mangiata,
viaggiatrice seriale.

Emilia romagna, Italia, Toscana, Trekking

La Via degli Dei Bologna Firenze

La Via degli Dei, il percorso escursionistico che collega Bologna a Firenze (ma è fattibile in entrambi i sensi e anche in bicicletta), è un’esperienza che consiglio a tutti di fare almeno una volta nella vita e se vi è possibile e ve la sentite, vi consiglio di partire da soli e di vivere questa avventura solo a contatto con voi stessi.
In realtà non sarete mai soli, ma vi circonderete di persone sconosciute che stanno vivendo la vostra stessa esperienza e che come per magia diventeranno parte integrante del percorso.
Io ho fatto parecchi viaggi e tanti altri spero di farne, ma vi assicuro che la Via degli Dei è stata una delle esperienze più forti che abbia mai fatto e che non dimenticherò mai.

Via degli Dei
Via degli Dei

Via degli Dei: come fare lo zaino

L’argomento zaino è sempre un po’ spinoso e fin quando non l’ho provato sulla mia pelle, non ho compreso fino in fondo tutte le raccomandazioni che leggevo prima di partire.
Quindi oggi mi ritrovo anche io a dirvi: partite con uno zaino che sia il più leggero possibile, indicativamente pari al 15% del vostro peso corporeo (se ci riuscite siete davvero bravi, io sono arrivata a circa un 18%).
Io ricordo di aver ridotto al massimo le cose da portare per poi accorgermi alla fine di aver avuto sulle spalle per tutto quel tempo, il peso di qualche oggetto superfluo.
Solo voi potete sapere le vostre esigenze, ma per fare un trekking (perché io non lo chiamo cammino, poi ne parlerò) del genere, non possono di sicuro mancare:
– magliette tecniche di ricambio (2/3)
– pantaloni di ricambio (1/2)
– cappello, occhiali da sole e crema solare
– cerotti per le vesciche e kit primo soccorso
– k-way o mantella antipioggia e copri zaino per la pioggia
– una felpa più pesante
– borraccia
– carica batteria e powerbank
– torcia frontale
– beauty con prodotti per l’igiene personale
– ottimi calzini (su questi non siate approssimativi ma prendete calzini buoni per camminare)

Forma fisica e allenamento

Come vi ho accennato in precedenza, io non lo reputo un cammino ma bensì un trekking perché si svalica letteralmente l’Appennino e i dislivelli sono sempre importanti, le superfici in cui si cammina cambiano continuamente (asfalto, terra, roccia, sentieri, campi) e il corpo comunque ne risente.
Detto questo non voglio spaventare nessuno perché per esperienza personale sono convinta che occorra essere dei buoni camminatori, abituati a percorrere diversi km e in buona salute, oltre a questo non occorre nessun tipo di allenamento particolare, se non la determinazione, la capacità di affrontare gli imprevisti e una buona dose di spirito d’adattamento. Certo è che non potete decidere oggi di partire domani se non siete un po’ allenati (io vi consiglio di camminare per qualche km tutti i giorni prima di partire, anche se in pianura vi aiuterà a prendere il ritmo). E’ fattibile ma non prendetela alla leggera.

Via degli Dei panorami
Via degli Dei panorami

Via degli Dei: le tappe

In un classico cammino (tipo Santiago), pur decidendo le tappe in anticipo, si può anche improvvisare e decidere di fermarsi quando si vuole o quando si è stanchi, perché si attraversano zone abitate e gli alloggi si trovano ovunque. Per la Via degli Dei non è così, le tappe sono più o meno obbligate dai centri abitati che si incontrano lungo il percorso; sta a voi decidere se percorrerlo in 5 giorni e 4 notti o in 6 giorni e 5 notti.
Io personalmente vi consiglio di farlo in 6 giorni perché comunque è impegnativo e così riuscirete a godervi di più l’esperienza, ma ovviamente dipende tutto dalle possibilità personali.
Veniamo all’argomento più importante per un camminatore: le tappe.

Bologna – Sasso Marconi

Il punto di inizio effettivo della Via degli Dei è Piazza Maggiore, se arrivate in treno aggiungeteci il percorso dalla stazione alla piazza, se invece pernottate a Bologna la notte prima, la vostra avventura inizia da qui.
Imboccate via d’Azeglio che vi farà passare di fronte alla casa di Lucio Dalla e proseguite fino a raggiungere via Saragozza (qui vi consiglio di acquistare il pranzo perché poi non troverete altri negozi). Passate sotto l’Arco del Meloncello e preparatevi psicologicamente a salire un’infinità di gradini (300), visto che state percorrendo il portico più lungo del mondo che vi condurrà fino al Santuario della Beata Vergine di San Luca.

Santuario della Beata Vergine di San Luca
Santuario della Beata Vergine di San Luca

Se non l’avete già acquistata online, qui potete prendere la credenziale del pellegrino e la guida.
Mentre la cupola di San Luca si rimpicciolisce alle vostre spalle, percorrete un piccolo tratto di asfalto fino ad arrivare a Via De’ Bregoli (alla vostra destra) ed imboccate il sentiero CAI 112A. Da qui in poi, per altri 5/6 giorni quel simbolo bianco e rosso con scritto VD sarà la vostra guida.
E’ il momento di attraversare il bosco, quindi in base alle condizioni del terreno scegliete una delle due strade al bivio (se ha piovuto non prendete il sentiero di destra).
Costeggiate il fiume Reno e raggiungete l’Oasi Naturalistica di San Gherardo dove troverete una fontanella d’acqua per riempire la borraccia.
Seguite le indicazioni per Sasso Marconi o semplicemente per il vostro alloggio che potrebbe essere anche a Badolo. Per questa tappa considerate circa 23 km e un dislivello di 817 m, – 515 m (tutto dipende da dove partite e dove alloggiate).

Badolo – Madonna dei Fornelli

Se avete pernottato a Sasso Marconi, la mattina inizia in salita con la “scalata” del Monte Adone, se invece l’avete fatto il giorno precedente, la partenza sarà un po’ più tranquilla e arriverete al paese di Brento. Qui vi attende un bel pezzetto di asfalto per raggiungere Monzuno dove potrete fare una tappa per riposarvi un po’ prima di riprendere il percorso CAI019 con una bella salita che vi condurrà alla località Le Croci. Percorso piacevole nel bosco fin quando non raggiungerete il Parco Eolico di Monte Galletto, da qui in poi vi attende la discesa fino alla tappa di Madonna dei Fornelli.
Sempre considerando i vostri alloggi, questa tappa è lunga circa 28 km, con un dislivello di 1460 m, – 1038 m.

Parco Eolico di Monte Galletto
Parco Eolico di Monte Galletto

Madonna dei Fornelli – Passo della Futa

Non lasciatevi ingannare dalla lunghezza di questa tappa, sulla carta infatti è una delle più brevi ma non è così semplice. Si inizia con una bella salita che vi permetterà di ammirare subito dei bellissimi paesaggi fino a condurvi all’interno del bosco.
La particolarità di questo tratto è che incontrerete resti della Flaminia Militare, l’antico percorso romano del 187 a.C. e oltrepassato un piccolo cancello, vi ritroverete poi in un grande spazio aperto che ospita una casa in pietra. Momento saliente dell’esperienza perché attraverserete il confine fra Emilia Romagna e Toscana.
Proseguendo poi sul sentiero indicato, ho raggiunto il punto più alto della Via degli Dei, ovvero la Radura delle Banditacce. A 1204 m d’altezza, suonate la campanella per sancire il vostro passaggio. proseguite poi in discesa seguendo le indicazioni per La Futa, facendo una breve tappa al Cimitero Germanico, uno tra i più grandi d’Italia. Breve tratto di asfalto per raggiungere Barberino del Mugello e conquistare la tappa di giornata, Monte di Fo‘.
La 3° tappa prevedere circa 18 km e un dislivello di 783 m, – 753m.

Panorama Via degli Dei
Panorama Via degli Dei

Passo della Futa – San Piero a Sieve

Partenza fra gli ombreggiati boschi di Barberino del Mugello seguendo le indicazioni per Monte Gazzaro, si sale sul crinale fino a raggiungere un grade spiazzo dove un tempo sorgeva una locanda “particolare”: ben arrivati al Passo dell’Osteria Bruciata.

Passo dell'Osteria Bruciata
Passo dell’Osteria Bruciata

Qui le indicazioni sono precise e vi condurranno a San’Agata dove volendo potrete approfittarne per la pausa pranzo o per una semplice pausa rigenerante. Una lunga strada bianca vi condurrà poi a San Piero a Sieve, la destinazione della giornata.
Tappa di circa 23/24 Km con un dislivello di 641 m, -1197 m.

San Piero a Sieve – Vetta le Croci

La giornata parte in salita, infatti dal paese di San Piero a Sieve si prende la direzione verso la Fortezza Medicea ma senza raggiungerla perché il sentiero VD svolta a sinistra su una forestale che porta a Trebbio. Qui di nuovo una salita tenendo la sinistra al bivio e proseguendo verso Bivigliano.
Questa tappa ha parecchi sali e scendi, quindi mi raccomando non demoralizzatevi. Incontrerete tabernacoli e tanti ulivi incastonati in paesaggi meravigliosi. Oltrepasserete Tagliaferro ed ecco di nuovo una salita, quella al Monte Senario (il cartello che indica di aver superato il Purgatorio e di essere a ridosso del Paradiso è troppo simpatico). Con il fiato corto arriverete al Convento di Monte Senario dove potrete approfittarne per la pausa pranzo visto che troverete anche un punto di ristoro dei frati. Dopo il meritato riposo ripartite seguendo le indicazioni e attraversando una bellissima abetaia raggiungerete la meta della vostra tappa. Anche qui come sempre dipende da dove alloggiate, infatti se siete a Bivigliano considerate di dover uscire di poco dal sentiero principale, cosa diversa se alloggiate ad Olmo.
Tappa di circa 18/19 km con un dislivello di 750 m, -430 m.

Incontri sulla Via degli Dei
Incontri sulla Via degli Dei

Vetta Le Croci – Firenze

Eccoci arrivati all’ultima tappa, ormai l’adrenalina è alle stelle e le gambe chiedono pietà, ma resta l’ultimo sforzo e poi la soddisfazione sarà immensa. Solita salita per raggiungere Poggio Pratone da dove inizierete finalmente a vedere la vostra meta e più precisamente la meravigliosa cupola del Brunelleschi.
Qui trovate anche uno dei punti più famosi del percorso, il tavolo e le sedie nel bel mezzo del nulla con veduta su Firenze.

Via degli Dei vista su Firenze
Via degli Dei vista su Firenze

Ultimo tratto immerso nella natura è la discesa che vi condurrà a Fiesole da dove percorrerete solo strada asfaltata.
La “vera” Via degli Dei arrivava a Fiesole, quindi in realtà avreste completato l’impresa… ma mi sembra un po’ sciocco fermarsi qui, che dite? Per arrivare a Firenze avete addirittura 3 opzioni, infatti se siete stremati o soddisfatti della strada fatta, potete raggiungere Piazza della Signoria con l’autobus nr. 7.
Se volete continuare seguendo i sentieri CAI potete prendere il sentiero nr. 7, ma ci sarà della salita, mentre se volete la “cosa più semplice” potete seguire la strada asfaltata ma panoramica Via Vecchia Fiesolana.
Qualsiasi sia la vostra scelta, arriverete finalmente in Piazza della Signoria e la gioia e la soddisfazione di aver portato a termine questa avventura potrebbero anche farvi piangere!
Non dimenticate di entrare a Palazzo Vecchio per farvi timbrare per l’ultima volta la credenziale del pellegrino che testimonierà per sempre questo viaggio.

L'arrivo in Piazza della Signoria
L’arrivo in Piazza della Signoria

Alloggi

Sul sito o sulla guida trovate tutti gli alloggi convenzionati, io però vi lascio quelli che ho testato in prima persona e dove mi sono trovata benissimo.
1 tappa: Agriturismo Piccola Raieda a Brento, dove Luca, il proprietario vi darà le giuste dritte per i giorni successivi e dove vi cucinerà delle ottime prelibatezze per cena. Qui trovate sia camere che tende.
2 tappa: Albergo Ristorante Poli a Madonna dei Fornelli, dove il simpaticissimo proprietario Michele, oltre ai vari racconti sulla zona, saprà aiutarvi per ogni vostra esigenza e poi essendo un ristorante, avrete la possibilità di ricaricare per bene le batterie senza preoccuparvi delle calorie.
3 tappa: La Casa di Giotto a Barberino del Mugello, una vera e propria oasi immersa nel verde. Essendo fuori dal percorso, la gentilissima Giovanna vi recupererà in auto al vostro arrivo e vi riporterà il mattino seguente sul sentiero.
4tappa: B&B La Pieve Locanda per Viandanti a San Piero a Sieve, dove l’accoglienza e la premura di Marta e della sua famiglia vi scalderanno il cuore. Se state facendo la Via degli Dei in bici, loro hanno tutto l’occorrente per i bikers visto che macinando km la manutenzione dei mezzi è d’obbligo.

Cosa vedere durante il percorso

Durante il percorso è possibile anche dedicarsi alla scoperta del territorio, dipende sempre dal vostro grado di stanchezza.
Le cose principali sono il Santuario della Beata Vergine di San Luca, la Flaminia Militare, la Pieve di San Piero con il fonte battesimale di Giovanni della Robbia, il Convento di Monte Senario e ovviamente la bellissima Fiesole.

Flaminia Militare
Flaminia Militare

Impressioni finali

Ho cercato di ridurre al massimo il racconto, ma l’esperienza è stata talmente piena ed intensa che non sono riuscita a stringere più di così.
Come vi ho detto inizialmente, consiglio di fare la Via degli Dei veramente a tutti, vi metterà alla prova, vi farà stare in compagnia di voi stessi e vi farà conoscere tante belle persone.
A proposito di questo, un pensiero ed un ringraziamento a tutti i miei compagni di viaggio (incontrati strada facendo) senza i quali non sarebbe stata la stessa cosa.

Poteva essere un viaggio culinario dalla mortadella alla fiorentina ma si è rivelata una delle esperienze più pazze, faticose e arricchenti della mia vita.
Sono partita da sola per la Via degli Dei, ma sola non lo sono mai stata, anzi.
Un cammino di 150 km (il cammino è di circa 128 ma con i km dalla stazione di Bologna e con qualche errore durante il percorso ho fatto cifra tonda) a piedi che attraversa tutto l’appennino tosco- emiliano, un’esperienza unica che mi ha fatto capire che nella vita, come nel cammino, se il tuo zaino pesa troppo, devi liberarti del superfluo, che durante il percorso i tuoi piedi dorranno a causa dello sforzo e delle vesciche, ma con il giusto approccio imparerai a curarli e riprenderai la strada, come succede sempre nella vita.
Ho capito che cenare con degli sconosciuti in un contesto del genere è una delle cose più belle che ti possa capitare.
Ho sempre avuto spirito di adattamento, ma ho imparato che posso alzare l’asticella quando mi viene richiesto.

Che dire, semplicemente GRAZIE VIA DEGLI DEI, ti sei fatta attendere per anni ma hai saputo ricompensarmi!

Buon cammino viaggiatori!

Alla prossima avventura,
viaggiatrice seriale.

Italia, Marche

La Stradomenica di Pesaro

Pesaro, prossima Capitale della Cultura 2024 si sta preparando per il grande anno che la vedrà protagonista, ma ha già tantissime attrazioni e attività di cui andare fiera.
Siete mai stati nella città marchigiana? Ecco cosa non perdere durante una visita alla città natale di Gioachino Rossini.
La 3° domenica del mese si svolge la Stradomenica.

Parete di libri Musei Civici di Pesaro
Parete di libri Musei Civici di Pesaro

Stradomenica: di cosa si tratta?

La Stradomenica è un evento che si svolge ogni 3° domenica del mese, dove oltre al mercato cittadino al mattino e al mercato dell’antiquariato al pomeriggio, prendono vita altri appuntamenti.
Si tratta della giornata perfetta per visitare le maggiori attrazioni della città, risparmiando un pochino, cosa che non guasta mai. Durante questa giornata infatti, acquistando la tessera Pesaro Cult al costo di 3 euro, si avrà accesso a diversi musei.

Tessera Pesaro Cult
Tessera Pesaro Cult

Quali musei rientrano nella Stradomenica?

Parlando dei musei compresi nella giornata della Stradomenica, non posso che partire da Casa Rossini, la casa natale del famoso compositore pesarese Gioachino Rossini. Fate poi un salto indietro nel tempo fino ad arrivare al tempo dei Romani con una visita alla Domus dell’Abbondanza; la Pesaro Cult permette l’accesso anche al Museo Nazionale Rossini in cui poter apprendere svariate informazioni sul compositore e ai Musei Civici in cui ammirare bellissimi quadri e ceramiche.

Domus dell'Abbondanza di Pesaro
Domus dell’Abbondanza di Pesaro

Per gli appassionati di motori è imperdibile la visita alle Officine Benelli, mentre personalmente vi consiglio la Sinagoga, una vera chicca di Pesaro.
Gli appassionati di bicicletta non possono perdersi il Museo della Bicicletta a Palazzo Gradari mentre gli appassionati d’arte apprezzeranno di sicuro il Centro Arti Visive Pescheria.
Lasciando il centro storico raggiungete in auto la località di Santa Maria dell’Arzilla, dove visitare la Casa-museo di Giovanni Gentiletti.

Sinagoga di Pesaro
Sinagoga di Pesaro

Che ne dite? A me sembra l’occasione giusta per andare a scoprire i tesori di Pesaro.
Ricordate che la Stradomenica si svolge ogni 3° domenica del mese.

Alla prossima avventura,
viaggiatrice seriale.

Italia, Marche

Casa Museo Giovanni Gentiletti

Pesaro vanta diversi musei, oggi voglio parlarvi della Casa – Museo di Giovanni Gentiletti.
Se amate i musei più particolari, questo fa al caso vostro.

Dove si trova il museo

La casa-museo di Giovanni Gentiletti si trova appena fuori Pesaro, a soli 4 km da Candelara, a Santa Maria dell’Arzilla; siamo indicativamente al centro tra le città di Pesaro e Fano.
Come si può ben capire dal nome, il museo sorge proprio nella fucina- studio dello scultore pesarese, nel luogo in cui prendevano vita le sue opere.

Casa Museo Giovanni Gentiletti
Casa Museo Giovanni Gentiletti

Giovanni Gentiletti: la storia

Giovanni Gentiletti fu uno scultore pesarese, nato a Candelara e conosciuto per le sue opere in rame e non solo.
Creatore di opere per la città di Pesaro, come per esempio “Nel vento del mito” presente nella rotonda di Via Cecchi al porto o il “Trittico-teca dei Santi Decenzio e Germano” donato dalla famiglia alla Cattedrale di Pesaro.
Collaborò anche con Arnaldo Pomodoro.

Opera di Giovanni Gentiletti
Opera di Giovanni Gentiletti

Casa – museo: cosa trovare

La casa- museo di Gentiletti è una vera meraviglia, forse perché proprio qui nascevano le sue opere e proprio qui sono esposte.
La sua famiglia infatti ha deciso di condividere i suo lavori con un pubblico più ampio, aprendo le porte della sua fucina-studio.
Qui troviamo 6 sale espositive che racchiudono indicativamente i differenti momenti dello scultore.
Appena si entra al piano terra si possono ammirare le sale Superfici, Frammenti e Trittici mentre al primo piano Forme Zoomorfe, Aironi e Calendari.
All’inizio della sua carriera, Gentiletti creava principalmente scarabei e rondini in volo (che si possono ammirare già dalla facciata dell’abitazione) per poi passare agli aironi dai lunghi becchi e lunghe zampe con occhi rotondi, spesso realizzati incastonando pietre.
La fase degli aironi non è stata breve e dall’esposizione di diverse opere si nota l’evoluzione dell’artista.
Le forme zoomorfe lasciano poi spazio ad elementi figurativi e a strani alfabeti custodi di antiche memorie.
Una delle figlie vi guiderà nella scoperta delle opere di Gentiletti, illustrando i passaggi chiave.
Prendetevi poi del tempo per ammirare queste particolari e bellissime opere.
Terminato il giro nella casa, è la volta del laboratorio, varcata la porta vi ritroverete nel mondo dello scultore, fra opere incompiute, attrezzi del mestiere e bozzetti.
Proprio qui potrete assistere alla proiezione di alcuni filmati in cui l’artista parla del suo percorso e delle sue creazioni.
Non dimenticate poi di fare un giro nel giardino, anche qui sono esposte delle opere.

Opere incompiute nel laboratori di Gentiletti
Opere incompiute nel laboratori di Gentiletti

Quando visitare la casa-museo

La casa-museo Giovanni Gentiletti fa parte del circuito Pesaro Musei ed è possibile visitarla ogni terza domenica del mese, in occasione della Stradomenica.

Per me è stata una scoperta davvero interessante e sono sicura che sarà lo stesso per voi.
Se siete a Pesaro, non perdetevi questi musei.

Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.

Italia, Marche

Grand Tour Cultura: MettiamoCi in gioco!

Amanti dei musei è tornato il Grand Tour Cultura Marche, lo conoscete già, vero?
Se così non fosse, vi spiego in breve di cosa si tratta così da poterne approfittare al meglio.

Grand Tour Cultura: di cosa si tratta

Il Grand Tour Cultura è sostanzialmente un insieme di eventi che vengono organizzati per mesi mettendo a disposizione del visitatore musei e non solo.
Quest’anno il tema è “MettiamoCi in gioco! Reti culturali di solidarietà a sostegno delle comunità” e l’obiettivo è quello di far scoprire i luoghi della cultura sotto un altro aspetto.
Musei, archivi e biblioteche vestiranno panni diversi dal solito, ospitando cacce al tesoro, visite notturne, concerti, laboratori didattici, spettacoli e tante altre iniziative.
L’evento intero vuole invitare alla riflessione su tematiche importanti come il paesaggio, la solidarietà e la creatività in un modo leggero.

Grand Tour Cultura Marche
Grand Tour Cultura Marche

Chi organizza il GTC

Il GTC è promosso dall’Assessorato alla Cultura della Regione Marche in collaborazione con il MAB Marche e la Fondazione Marche Cultura.
Questa è l’VIII edizione e ogni anno il tema degli eventi cambia.

Quando e come partecipare

Il Grand Tour Cultura Marche è iniziato il 25 Novembre e terminerà il 26 Febbraio 2023, alcuni eventi sono gratuiti e altri a pagamento. Vi segnalo anche tantissime iniziative rivolte ai più piccoli.
Qui potete trovare l’elenco degli eventi in programmazione, ma vi avviso che è in continuo aggiornamento.
Io ho partecipato qualche anno fa ad una splendida visita alla Chiesa e Confraternita di Santa Maria del Suffragio e alla Pinacoteca civica di Fano.
Ovviamente anche quest’anno non sarò da meno e a breve vi racconterò la mia esperienza.

Non mi resta che invitarvi ad andare alla scoperta di questi meravigliosi luoghi della cultura italiana, sicuramente meno conosciuti … proprio per questo non possiamo perderci questa occasione.

Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.