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Casadei Sonora: alla scoperta di Secondo Casadei

Avete mai visitato la sede di un’edizione musicale? E se vi dicessi che è possibile farlo a Savignano sul Rubicone? Vi porto alla Casadei Edizioni Musicali Sonora, alla scoperta del creatore di “Romagna Mia”.

Casadei Sonora
Casadei Sonora

Casadei Sonora

A Savignano sul Rubicone, presso la sede di Casadei Sonora, è possibile partecipare ad una visita guidata, accompagnati dalla figlia e dalla nipote di Secondo Casadei.
La Signora Riccarda Casadei vi allieterà con i racconti legati alla figura di suo padre che ha letteralmente vissuto in simbiosi con la musica. Le due donne, di una gentilezza infinita, vi faranno scoprire il passato ma anche il presente di Casadei Sonora che oggi si occupa delle orchestre di liscio.
Oltre ai racconti orali, potrete fare anche un piccolo tour fra fotografie vintage e locandine storiche relative ai concerti di Secondo Casadei, il padre del “liscio”.
Nel piano inferiore troverete anche alcuni degli abiti di scena originali dell’Orchestra Casadei.

Interno della Casadei Edizioni Musicali Sonora
Interno della Casadei Edizioni Musicali Sonora

Abitazione Secondo Casadei

La visita continua nella storica abitazione di Secondo Casadei, dove potrete ammirare il suo studio, luogo in cui si ritirava e si immergeva totalmente nel suo mondo fatto di musica.
Potrete ammirare l’originale pianoforte che tutti i giorni veniva trasportato nelle balere in cui si tenevano i concerti. La cosa più emozionante però per me è uno spartito originale di “Romagna Mia”, visibilmente usurato dal tempo e utilizzato nei vari concerti.
Dal 2017 l’abitazione di Secondo Casadei e la sede di Casadei Sonora sono entrate a far parte delle Case della Memoria italiane.

Spartito originale Romagna Mia
Spartito originale Romagna Mia

Secondo Casadei: l’uomo

Ascoltare i racconti della vita di Secondo Casadei direttamente dalle parole della figlia Riccarda è stato davvero emozionante.
Come prima cosa devo dire che era una persona moto allegra e socievole, che amava fare un sacco di scherzi (non vi anticipo niente ma c’è da ridere).
Nato nel 1906 a Sant’Angelo di Gatteo, si avvicina sin da piccolo alla musica, grazie all’appoggio della madre (il padre non era proprio convinto di questa strada ma avrà modo di ricredersi) e nel 1928 fonda ufficialmente l’Orchestra Casadei dando così vita al fenomeno del “liscio”.
Ai classici strumenti d’orchestra come il clarinetto in do e il contrabbasso, affianca il saxofono e la batteria.
Secondo con la sua musica arriva al cuore della gente, cantando il suo amore per la sua terra.
Durante la guerra ritorna per un periodo al suo impiego da sarto, senza abbandonare mai la musica ma riuscendo anche nell’impresa di contrastare il boom della musica americana.
Con molta astuzia e intelligenza riesce ad inserire di nuovo, piano piano, pezzi di liscio nei suoi concerti, fino a farlo apprezzare nuovamente dal pubblico.
Alla fine degli anni ’50 collabora con suo nipote Raoul Casadei, con il quale firmerà diversi successi che li faranno conoscere in tutta Italia.
Possiamo però dire che il suo più gran successo è senza ombra di dubbio “Romagna Mia”.
Sapete che inizialmente non doveva chiamarsi così ma “Casetta Mia”?
Poi per una serie di coincidenze e consigli è diventata un vero successo mondiale, tradotta in più lingue e conosciuta in tutto il mondo.
Peccato che con la sua scomparsa prematura, avvenuta nel 1971, Secondo Casadei non abbia potuto vedere il reale successo stratosferico della sua musica.
Pensate che in tutta la sua vita incise più di 1000 brani fra polche, mazurche e valzer.
Chiamato lo Strauss della Romagna, fu sempre all’avanguardia e un grande innovatore, ad esempio introdusse la prima cantante donna in un’orchestra e introdusse anche le “uniformi” coordinate; sicuramente il suo animo da sarto ha giocato un ruolo fondamentale sulla cura del look.

Esterno della Casadei Edizioni Musicali Sonora
Esterno della Casadei Edizioni Musicali Sonora

Non voglio svelarvi altro perché la visita alla Casadei Sonora è davvero molto ma molto interessante, quindi non mi resta che invitarvi a partecipare.
Le signore Casadei vi accoglieranno nella sede di Sonora Casadei nei giorni feriali, previa prenotazione allo 0541945259; per ogni dettaglio consultate il sito (la visita è gratuita).
Nel muro esterno della facciata principale della sede troverete tantissime targhette con le affermazioni dei più grandi cantanti in merito alla musica.

Ancora un ringraziamento particolare alle signore Casadei per la loro ospitalità.
Buon viaggio alla scoperta della musica romagnola.

Alla prossima avventura,
viaggiatrice seriale.

Emilia romagna, Italia

Dove fare un ottimo brunch in Romagna

Quanti amanti del brunch come me?
Non dico di vere una fissa, ma la colazione e il brunch mi attirano molto in questo ultimo periodo, più di aperitivi e cene.
Se amate iniziare la giornata nel migliore dei modi, vi consiglio 3 posticini che ho provato in prima persona e che vi piaceranno di sicuro.

Oltreborgo

Già la sua posizione è un valore aggiunto, trovandosi a Santarcangelo di Romagna, dopo o prima di accomodarvi e gustare tutte le prelibatezze, potete approfittarne per fare un giretto in uno dei miei borghi preferiti.
Il locale è piccino, quindi prenotate per tempo, ma è davvero troppo carino.
Curato nei minimi dettagli, vi gusterete un brunch servito in un super vassoio che accoglierà tutte le pietanze: un piatto dolce, uno salato, una verdura e uno yogurt, bevanda e cookies sempre inclusi.
Il brunch vi aspetta il sabato e la domenica dalle 11 alle 14.

Brunch da Oltreborgo
Brunch da Oltreborgo

Bar Giambellino

Ci spostiamo a Gambettola per gustare un brunch da mille e una notte.
Al Bar Giambellino, sulla via principale, vivrete una vera e propria esperienza, non solo culinaria.
Il locale infatti catturerà senza ombra di dubbio la vostra attenzione e i piatti fra cui scegliere vi metteranno a dura prova.
Questo locale infatti vi farà scegliere fra ben 3 tipologie differenti: lo Zdoura brunch, il Luvarià brungh e il Famona brunch.
L’appuntamento è per tutti i sabati e tutte le domeniche dalle 9 alle 12.

Brunch al Bar Giambellino
Brunch al Bar Giambellino

Qcorner

Ci spostiamo a Faenza per gustare qualcosa di strepitoso.
Il Qcorner è un laboratorio che utilizza materie prime bio a km0 per creare delle vere prelibatezze.
Essendo aperto tutti i giorni dalle 7 alle 21, avete un’ampia scelta sull’orario in cui andare, non siete vincolati all’ora del brunch, ma potete comunque andare in quell’orario e comporvi il vostro piatto ideale.
Anche qui la cura al dettaglio fa la differenza.

Brunch al Qcorner Faenza
Brunch al Qcorner Faenza

Non vi resta che testarli e farmi sapere cosa ne pensate, io intanto vado alla scoperta di qualche altro bel posticino.

Se invece cercate una colazione imperdibile, guardate qui.

Alla prossima mangiata,
viaggiatrice seriale.

Emilia romagna, Italia, Toscana, Trekking

La Via degli Dei Bologna Firenze

La Via degli Dei, il percorso escursionistico che collega Bologna a Firenze (ma è fattibile in entrambi i sensi e anche in bicicletta), è un’esperienza che consiglio a tutti di fare almeno una volta nella vita e se vi è possibile e ve la sentite, vi consiglio di partire da soli e di vivere questa avventura solo a contatto con voi stessi.
In realtà non sarete mai soli, ma vi circonderete di persone sconosciute che stanno vivendo la vostra stessa esperienza e che come per magia diventeranno parte integrante del percorso.
Io ho fatto parecchi viaggi e tanti altri spero di farne, ma vi assicuro che la Via degli Dei è stata una delle esperienze più forti che abbia mai fatto e che non dimenticherò mai.

Via degli Dei
Via degli Dei

Via degli Dei: come fare lo zaino

L’argomento zaino è sempre un po’ spinoso e fin quando non l’ho provato sulla mia pelle, non ho compreso fino in fondo tutte le raccomandazioni che leggevo prima di partire.
Quindi oggi mi ritrovo anche io a dirvi: partite con uno zaino che sia il più leggero possibile, indicativamente pari al 15% del vostro peso corporeo (se ci riuscite siete davvero bravi, io sono arrivata a circa un 18%).
Io ricordo di aver ridotto al massimo le cose da portare per poi accorgermi alla fine di aver avuto sulle spalle per tutto quel tempo, il peso di qualche oggetto superfluo.
Solo voi potete sapere le vostre esigenze, ma per fare un trekking (perché io non lo chiamo cammino, poi ne parlerò) del genere, non possono di sicuro mancare:
– magliette tecniche di ricambio (2/3)
– pantaloni di ricambio (1/2)
– cappello, occhiali da sole e crema solare
– cerotti per le vesciche e kit primo soccorso
– k-way o mantella antipioggia e copri zaino per la pioggia
– una felpa più pesante
– borraccia
– carica batteria e powerbank
– torcia frontale
– beauty con prodotti per l’igiene personale
– ottimi calzini (su questi non siate approssimativi ma prendete calzini buoni per camminare)

Forma fisica e allenamento

Come vi ho accennato in precedenza, io non lo reputo un cammino ma bensì un trekking perché si svalica letteralmente l’Appennino e i dislivelli sono sempre importanti, le superfici in cui si cammina cambiano continuamente (asfalto, terra, roccia, sentieri, campi) e il corpo comunque ne risente.
Detto questo non voglio spaventare nessuno perché per esperienza personale sono convinta che occorra essere dei buoni camminatori, abituati a percorrere diversi km e in buona salute, oltre a questo non occorre nessun tipo di allenamento particolare, se non la determinazione, la capacità di affrontare gli imprevisti e una buona dose di spirito d’adattamento. Certo è che non potete decidere oggi di partire domani se non siete un po’ allenati (io vi consiglio di camminare per qualche km tutti i giorni prima di partire, anche se in pianura vi aiuterà a prendere il ritmo). E’ fattibile ma non prendetela alla leggera.

Via degli Dei panorami
Via degli Dei panorami

Via degli Dei: le tappe

In un classico cammino (tipo Santiago), pur decidendo le tappe in anticipo, si può anche improvvisare e decidere di fermarsi quando si vuole o quando si è stanchi, perché si attraversano zone abitate e gli alloggi si trovano ovunque. Per la Via degli Dei non è così, le tappe sono più o meno obbligate dai centri abitati che si incontrano lungo il percorso; sta a voi decidere se percorrerlo in 5 giorni e 4 notti o in 6 giorni e 5 notti.
Io personalmente vi consiglio di farlo in 6 giorni perché comunque è impegnativo e così riuscirete a godervi di più l’esperienza, ma ovviamente dipende tutto dalle possibilità personali.
Veniamo all’argomento più importante per un camminatore: le tappe.

Bologna – Sasso Marconi

Il punto di inizio effettivo della Via degli Dei è Piazza Maggiore, se arrivate in treno aggiungeteci il percorso dalla stazione alla piazza, se invece pernottate a Bologna la notte prima, la vostra avventura inizia da qui.
Imboccate via d’Azeglio che vi farà passare di fronte alla casa di Lucio Dalla e proseguite fino a raggiungere via Saragozza (qui vi consiglio di acquistare il pranzo perché poi non troverete altri negozi). Passate sotto l’Arco del Meloncello e preparatevi psicologicamente a salire un’infinità di gradini (300), visto che state percorrendo il portico più lungo del mondo che vi condurrà fino al Santuario della Beata Vergine di San Luca.

Santuario della Beata Vergine di San Luca
Santuario della Beata Vergine di San Luca

Se non l’avete già acquistata online, qui potete prendere la credenziale del pellegrino e la guida.
Mentre la cupola di San Luca si rimpicciolisce alle vostre spalle, percorrete un piccolo tratto di asfalto fino ad arrivare a Via De’ Bregoli (alla vostra destra) ed imboccate il sentiero CAI 112A. Da qui in poi, per altri 5/6 giorni quel simbolo bianco e rosso con scritto VD sarà la vostra guida.
E’ il momento di attraversare il bosco, quindi in base alle condizioni del terreno scegliete una delle due strade al bivio (se ha piovuto non prendete il sentiero di destra).
Costeggiate il fiume Reno e raggiungete l’Oasi Naturalistica di San Gherardo dove troverete una fontanella d’acqua per riempire la borraccia.
Seguite le indicazioni per Sasso Marconi o semplicemente per il vostro alloggio che potrebbe essere anche a Badolo. Per questa tappa considerate circa 23 km e un dislivello di 817 m, – 515 m (tutto dipende da dove partite e dove alloggiate).

Badolo – Madonna dei Fornelli

Se avete pernottato a Sasso Marconi, la mattina inizia in salita con la “scalata” del Monte Adone, se invece l’avete fatto il giorno precedente, la partenza sarà un po’ più tranquilla e arriverete al paese di Brento. Qui vi attende un bel pezzetto di asfalto per raggiungere Monzuno dove potrete fare una tappa per riposarvi un po’ prima di riprendere il percorso CAI019 con una bella salita che vi condurrà alla località Le Croci. Percorso piacevole nel bosco fin quando non raggiungerete il Parco Eolico di Monte Galletto, da qui in poi vi attende la discesa fino alla tappa di Madonna dei Fornelli.
Sempre considerando i vostri alloggi, questa tappa è lunga circa 28 km, con un dislivello di 1460 m, – 1038 m.

Parco Eolico di Monte Galletto
Parco Eolico di Monte Galletto

Madonna dei Fornelli – Passo della Futa

Non lasciatevi ingannare dalla lunghezza di questa tappa, sulla carta infatti è una delle più brevi ma non è così semplice. Si inizia con una bella salita che vi permetterà di ammirare subito dei bellissimi paesaggi fino a condurvi all’interno del bosco.
La particolarità di questo tratto è che incontrerete resti della Flaminia Militare, l’antico percorso romano del 187 a.C. e oltrepassato un piccolo cancello, vi ritroverete poi in un grande spazio aperto che ospita una casa in pietra. Momento saliente dell’esperienza perché attraverserete il confine fra Emilia Romagna e Toscana.
Proseguendo poi sul sentiero indicato, ho raggiunto il punto più alto della Via degli Dei, ovvero la Radura delle Banditacce. A 1204 m d’altezza, suonate la campanella per sancire il vostro passaggio. proseguite poi in discesa seguendo le indicazioni per La Futa, facendo una breve tappa al Cimitero Germanico, uno tra i più grandi d’Italia. Breve tratto di asfalto per raggiungere Barberino del Mugello e conquistare la tappa di giornata, Monte di Fo‘.
La 3° tappa prevedere circa 18 km e un dislivello di 783 m, – 753m.

Panorama Via degli Dei
Panorama Via degli Dei

Passo della Futa – San Piero a Sieve

Partenza fra gli ombreggiati boschi di Barberino del Mugello seguendo le indicazioni per Monte Gazzaro, si sale sul crinale fino a raggiungere un grade spiazzo dove un tempo sorgeva una locanda “particolare”: ben arrivati al Passo dell’Osteria Bruciata.

Passo dell'Osteria Bruciata
Passo dell’Osteria Bruciata

Qui le indicazioni sono precise e vi condurranno a San’Agata dove volendo potrete approfittarne per la pausa pranzo o per una semplice pausa rigenerante. Una lunga strada bianca vi condurrà poi a San Piero a Sieve, la destinazione della giornata.
Tappa di circa 23/24 Km con un dislivello di 641 m, -1197 m.

San Piero a Sieve – Vetta le Croci

La giornata parte in salita, infatti dal paese di San Piero a Sieve si prende la direzione verso la Fortezza Medicea ma senza raggiungerla perché il sentiero VD svolta a sinistra su una forestale che porta a Trebbio. Qui di nuovo una salita tenendo la sinistra al bivio e proseguendo verso Bivigliano.
Questa tappa ha parecchi sali e scendi, quindi mi raccomando non demoralizzatevi. Incontrerete tabernacoli e tanti ulivi incastonati in paesaggi meravigliosi. Oltrepasserete Tagliaferro ed ecco di nuovo una salita, quella al Monte Senario (il cartello che indica di aver superato il Purgatorio e di essere a ridosso del Paradiso è troppo simpatico). Con il fiato corto arriverete al Convento di Monte Senario dove potrete approfittarne per la pausa pranzo visto che troverete anche un punto di ristoro dei frati. Dopo il meritato riposo ripartite seguendo le indicazioni e attraversando una bellissima abetaia raggiungerete la meta della vostra tappa. Anche qui come sempre dipende da dove alloggiate, infatti se siete a Bivigliano considerate di dover uscire di poco dal sentiero principale, cosa diversa se alloggiate ad Olmo.
Tappa di circa 18/19 km con un dislivello di 750 m, -430 m.

Incontri sulla Via degli Dei
Incontri sulla Via degli Dei

Vetta Le Croci – Firenze

Eccoci arrivati all’ultima tappa, ormai l’adrenalina è alle stelle e le gambe chiedono pietà, ma resta l’ultimo sforzo e poi la soddisfazione sarà immensa. Solita salita per raggiungere Poggio Pratone da dove inizierete finalmente a vedere la vostra meta e più precisamente la meravigliosa cupola del Brunelleschi.
Qui trovate anche uno dei punti più famosi del percorso, il tavolo e le sedie nel bel mezzo del nulla con veduta su Firenze.

Via degli Dei vista su Firenze
Via degli Dei vista su Firenze

Ultimo tratto immerso nella natura è la discesa che vi condurrà a Fiesole da dove percorrerete solo strada asfaltata.
La “vera” Via degli Dei arrivava a Fiesole, quindi in realtà avreste completato l’impresa… ma mi sembra un po’ sciocco fermarsi qui, che dite? Per arrivare a Firenze avete addirittura 3 opzioni, infatti se siete stremati o soddisfatti della strada fatta, potete raggiungere Piazza della Signoria con l’autobus nr. 7.
Se volete continuare seguendo i sentieri CAI potete prendere il sentiero nr. 7, ma ci sarà della salita, mentre se volete la “cosa più semplice” potete seguire la strada asfaltata ma panoramica Via Vecchia Fiesolana.
Qualsiasi sia la vostra scelta, arriverete finalmente in Piazza della Signoria e la gioia e la soddisfazione di aver portato a termine questa avventura potrebbero anche farvi piangere!
Non dimenticate di entrare a Palazzo Vecchio per farvi timbrare per l’ultima volta la credenziale del pellegrino che testimonierà per sempre questo viaggio.

L'arrivo in Piazza della Signoria
L’arrivo in Piazza della Signoria

Alloggi

Sul sito o sulla guida trovate tutti gli alloggi convenzionati, io però vi lascio quelli che ho testato in prima persona e dove mi sono trovata benissimo.
1 tappa: Agriturismo Piccola Raieda a Brento, dove Luca, il proprietario vi darà le giuste dritte per i giorni successivi e dove vi cucinerà delle ottime prelibatezze per cena. Qui trovate sia camere che tende.
2 tappa: Albergo Ristorante Poli a Madonna dei Fornelli, dove il simpaticissimo proprietario Michele, oltre ai vari racconti sulla zona, saprà aiutarvi per ogni vostra esigenza e poi essendo un ristorante, avrete la possibilità di ricaricare per bene le batterie senza preoccuparvi delle calorie.
3 tappa: La Casa di Giotto a Barberino del Mugello, una vera e propria oasi immersa nel verde. Essendo fuori dal percorso, la gentilissima Giovanna vi recupererà in auto al vostro arrivo e vi riporterà il mattino seguente sul sentiero.
4tappa: B&B La Pieve Locanda per Viandanti a San Piero a Sieve, dove l’accoglienza e la premura di Marta e della sua famiglia vi scalderanno il cuore. Se state facendo la Via degli Dei in bici, loro hanno tutto l’occorrente per i bikers visto che macinando km la manutenzione dei mezzi è d’obbligo.

Cosa vedere durante il percorso

Durante il percorso è possibile anche dedicarsi alla scoperta del territorio, dipende sempre dal vostro grado di stanchezza.
Le cose principali sono il Santuario della Beata Vergine di San Luca, la Flaminia Militare, la Pieve di San Piero con il fonte battesimale di Giovanni della Robbia, il Convento di Monte Senario e ovviamente la bellissima Fiesole.

Flaminia Militare
Flaminia Militare

Impressioni finali

Ho cercato di ridurre al massimo il racconto, ma l’esperienza è stata talmente piena ed intensa che non sono riuscita a stringere più di così.
Come vi ho detto inizialmente, consiglio di fare la Via degli Dei veramente a tutti, vi metterà alla prova, vi farà stare in compagnia di voi stessi e vi farà conoscere tante belle persone.
A proposito di questo, un pensiero ed un ringraziamento a tutti i miei compagni di viaggio (incontrati strada facendo) senza i quali non sarebbe stata la stessa cosa.

Poteva essere un viaggio culinario dalla mortadella alla fiorentina ma si è rivelata una delle esperienze più pazze, faticose e arricchenti della mia vita.
Sono partita da sola per la Via degli Dei, ma sola non lo sono mai stata, anzi.
Un cammino di 150 km (il cammino è di circa 128 ma con i km dalla stazione di Bologna e con qualche errore durante il percorso ho fatto cifra tonda) a piedi che attraversa tutto l’appennino tosco- emiliano, un’esperienza unica che mi ha fatto capire che nella vita, come nel cammino, se il tuo zaino pesa troppo, devi liberarti del superfluo, che durante il percorso i tuoi piedi dorranno a causa dello sforzo e delle vesciche, ma con il giusto approccio imparerai a curarli e riprenderai la strada, come succede sempre nella vita.
Ho capito che cenare con degli sconosciuti in un contesto del genere è una delle cose più belle che ti possa capitare.
Ho sempre avuto spirito di adattamento, ma ho imparato che posso alzare l’asticella quando mi viene richiesto.

Che dire, semplicemente GRAZIE VIA DEGLI DEI, ti sei fatta attendere per anni ma hai saputo ricompensarmi!

Buon cammino viaggiatori!

Alla prossima avventura,
viaggiatrice seriale.

Italia, Marche

La Stradomenica di Pesaro

Pesaro, prossima Capitale della Cultura 2024 si sta preparando per il grande anno che la vedrà protagonista, ma ha già tantissime attrazioni e attività di cui andare fiera.
Siete mai stati nella città marchigiana? Ecco cosa non perdere durante una visita alla città natale di Gioachino Rossini.
La 3° domenica del mese si svolge la Stradomenica.

Parete di libri Musei Civici di Pesaro
Parete di libri Musei Civici di Pesaro

Stradomenica: di cosa si tratta?

La Stradomenica è un evento che si svolge ogni 3° domenica del mese, dove oltre al mercato cittadino al mattino e al mercato dell’antiquariato al pomeriggio, prendono vita altri appuntamenti.
Si tratta della giornata perfetta per visitare le maggiori attrazioni della città, risparmiando un pochino, cosa che non guasta mai. Durante questa giornata infatti, acquistando la tessera Pesaro Cult al costo di 3 euro, si avrà accesso a diversi musei.

Tessera Pesaro Cult
Tessera Pesaro Cult

Quali musei rientrano nella Stradomenica?

Parlando dei musei compresi nella giornata della Stradomenica, non posso che partire da Casa Rossini, la casa natale del famoso compositore pesarese Gioachino Rossini. Fate poi un salto indietro nel tempo fino ad arrivare al tempo dei Romani con una visita alla Domus dell’Abbondanza; la Pesaro Cult permette l’accesso anche al Museo Nazionale Rossini in cui poter apprendere svariate informazioni sul compositore e ai Musei Civici in cui ammirare bellissimi quadri e ceramiche.

Domus dell'Abbondanza di Pesaro
Domus dell’Abbondanza di Pesaro

Per gli appassionati di motori è imperdibile la visita alle Officine Benelli, mentre personalmente vi consiglio la Sinagoga, una vera chicca di Pesaro.
Gli appassionati di bicicletta non possono perdersi il Museo della Bicicletta a Palazzo Gradari mentre gli appassionati d’arte apprezzeranno di sicuro il Centro Arti Visive Pescheria.
Lasciando il centro storico raggiungete in auto la località di Santa Maria dell’Arzilla, dove visitare la Casa-museo di Giovanni Gentiletti.

Sinagoga di Pesaro
Sinagoga di Pesaro

Che ne dite? A me sembra l’occasione giusta per andare a scoprire i tesori di Pesaro.
Ricordate che la Stradomenica si svolge ogni 3° domenica del mese.

Alla prossima avventura,
viaggiatrice seriale.

Italia, Marche

Casa Museo Giovanni Gentiletti

Pesaro vanta diversi musei, oggi voglio parlarvi della Casa – Museo di Giovanni Gentiletti.
Se amate i musei più particolari, questo fa al caso vostro.

Dove si trova il museo

La casa-museo di Giovanni Gentiletti si trova appena fuori Pesaro, a soli 4 km da Candelara, a Santa Maria dell’Arzilla; siamo indicativamente al centro tra le città di Pesaro e Fano.
Come si può ben capire dal nome, il museo sorge proprio nella fucina- studio dello scultore pesarese, nel luogo in cui prendevano vita le sue opere.

Casa Museo Giovanni Gentiletti
Casa Museo Giovanni Gentiletti

Giovanni Gentiletti: la storia

Giovanni Gentiletti fu uno scultore pesarese, nato a Candelara e conosciuto per le sue opere in rame e non solo.
Creatore di opere per la città di Pesaro, come per esempio “Nel vento del mito” presente nella rotonda di Via Cecchi al porto o il “Trittico-teca dei Santi Decenzio e Germano” donato dalla famiglia alla Cattedrale di Pesaro.
Collaborò anche con Arnaldo Pomodoro.

Opera di Giovanni Gentiletti
Opera di Giovanni Gentiletti

Casa – museo: cosa trovare

La casa- museo di Gentiletti è una vera meraviglia, forse perché proprio qui nascevano le sue opere e proprio qui sono esposte.
La sua famiglia infatti ha deciso di condividere i suo lavori con un pubblico più ampio, aprendo le porte della sua fucina-studio.
Qui troviamo 6 sale espositive che racchiudono indicativamente i differenti momenti dello scultore.
Appena si entra al piano terra si possono ammirare le sale Superfici, Frammenti e Trittici mentre al primo piano Forme Zoomorfe, Aironi e Calendari.
All’inizio della sua carriera, Gentiletti creava principalmente scarabei e rondini in volo (che si possono ammirare già dalla facciata dell’abitazione) per poi passare agli aironi dai lunghi becchi e lunghe zampe con occhi rotondi, spesso realizzati incastonando pietre.
La fase degli aironi non è stata breve e dall’esposizione di diverse opere si nota l’evoluzione dell’artista.
Le forme zoomorfe lasciano poi spazio ad elementi figurativi e a strani alfabeti custodi di antiche memorie.
Una delle figlie vi guiderà nella scoperta delle opere di Gentiletti, illustrando i passaggi chiave.
Prendetevi poi del tempo per ammirare queste particolari e bellissime opere.
Terminato il giro nella casa, è la volta del laboratorio, varcata la porta vi ritroverete nel mondo dello scultore, fra opere incompiute, attrezzi del mestiere e bozzetti.
Proprio qui potrete assistere alla proiezione di alcuni filmati in cui l’artista parla del suo percorso e delle sue creazioni.
Non dimenticate poi di fare un giro nel giardino, anche qui sono esposte delle opere.

Opere incompiute nel laboratori di Gentiletti
Opere incompiute nel laboratori di Gentiletti

Quando visitare la casa-museo

La casa-museo Giovanni Gentiletti fa parte del circuito Pesaro Musei ed è possibile visitarla ogni terza domenica del mese, in occasione della Stradomenica.

Per me è stata una scoperta davvero interessante e sono sicura che sarà lo stesso per voi.
Se siete a Pesaro, non perdetevi questi musei.

Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.

Italia, Marche

Grand Tour Cultura: MettiamoCi in gioco!

Amanti dei musei è tornato il Grand Tour Cultura Marche, lo conoscete già, vero?
Se così non fosse, vi spiego in breve di cosa si tratta così da poterne approfittare al meglio.

Grand Tour Cultura: di cosa si tratta

Il Grand Tour Cultura è sostanzialmente un insieme di eventi che vengono organizzati per mesi mettendo a disposizione del visitatore musei e non solo.
Quest’anno il tema è “MettiamoCi in gioco! Reti culturali di solidarietà a sostegno delle comunità” e l’obiettivo è quello di far scoprire i luoghi della cultura sotto un altro aspetto.
Musei, archivi e biblioteche vestiranno panni diversi dal solito, ospitando cacce al tesoro, visite notturne, concerti, laboratori didattici, spettacoli e tante altre iniziative.
L’evento intero vuole invitare alla riflessione su tematiche importanti come il paesaggio, la solidarietà e la creatività in un modo leggero.

Grand Tour Cultura Marche
Grand Tour Cultura Marche

Chi organizza il GTC

Il GTC è promosso dall’Assessorato alla Cultura della Regione Marche in collaborazione con il MAB Marche e la Fondazione Marche Cultura.
Questa è l’VIII edizione e ogni anno il tema degli eventi cambia.

Quando e come partecipare

Il Grand Tour Cultura Marche è iniziato il 25 Novembre e terminerà il 26 Febbraio 2023, alcuni eventi sono gratuiti e altri a pagamento. Vi segnalo anche tantissime iniziative rivolte ai più piccoli.
Qui potete trovare l’elenco degli eventi in programmazione, ma vi avviso che è in continuo aggiornamento.
Io ho partecipato qualche anno fa ad una splendida visita alla Chiesa e Confraternita di Santa Maria del Suffragio e alla Pinacoteca civica di Fano.
Ovviamente anche quest’anno non sarò da meno e a breve vi racconterò la mia esperienza.

Non mi resta che invitarvi ad andare alla scoperta di questi meravigliosi luoghi della cultura italiana, sicuramente meno conosciuti … proprio per questo non possiamo perderci questa occasione.

Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.

Feste e Sagre in Italia, Italia, Lazio

Incanto di Luci a Roma

Volete immergervi nelle luminarie natalizie e vivere un paio di ore circondati dalla magia? Non vi resta che recarvi a Incanto di Luci Roma.

Incanto di Luci
Incanto di Luci

Incanto di Luci: di cosa si tratta?

All’interno del bellissimo Orto Botanico di Roma, è stato allestito uno spettacolo di luminarie davvero bellissime che accompagnano il visitatore in una fantastica passeggiata tra il verde.
Spettacolo di luci proiettate fra la vegetazione, la fontana illuminata e le luci che cambiano a ritmo di musica.
Un intero prato di luci che simulano una distesa di fiori, fino ad arrivare alla mia attrazione preferita: le lucciole nella foresta di bambù.
Si prosegue oltrepassando una piccola strettoia e si arriva al giardino dei fiori di loto, luminosi e a pelo sull’acqua portano il visitatore in terre orientali.
E poi un “cubo” di luci a cascata, set perfetto per scattare una foto ricordo.
Ma nn è finita qui, vi attenderanno anche alberi parlanti, una mongolfiera illuminata, tante stelle, una scala per raggiungere la luna e le immancabili renne.
Alla fine del percorso troverete dei food track dove poter acquistare la cena o uno stuzzichino.

Incanto di Luci Roma
Bosco di bambù

Info utili

Incanto di Luci si trova all’interno dell’Orto Botanico di Roma, al Gianicolo e sarà presente fino all’8 gennaio.
Non è prevista la biglietteria in loco ma occorre acquistare i biglietti qui.

Il costo varia dal giorno di accesso.
Gli ingressi sono scaglionati ogni 30 minuti per agevolare gli accessi.
Il percorso ha una durata di circa 90 minuti.

Buona passeggiata in questo Incanto di Luci viaggiatori.

Fiori di Loto
Fiori di Loto


Alla prossima avventura,
viaggiatrice seriale.

Emilia romagna, Feste e Sagre in Italia, Italia

Il Natale a Riccione

Il Natale è alle porte e siamo tutti alla ricerca di mercatini di Natale dove assaporare la magia di questo periodo dell’anno.
Dopo avervi portato a Candelara, Mombaroccio, e Arezzo, oggi vi porto in Romagna.
La città di Riccione viene – giustamente- sempre accostata all’estate e alle attività legate al mare, ma dovete sapere che per gli eventi natalizi non è da meno e quest’anno lo spettacolo si preannuncia davvero meraviglioso.
Dal 3 dicembre all’8 gennaio, la città di Riccione sarà avvolta dalla magia del Natale.
Ma cosa aspettarsi nello specifico?

Il bosco d’inverno

La famosa passeggiata fra i negozi di Viale Ceccarini si trasformerà nella bellissima passeggiata nel bosco d’inverno, il viale infatti sarà addobbato da grandi archi di luce (led bianco caldo a bassissimo consumo) avvolti in una coltre di verde boschivo fra cui rami di pino, bacche, vischio e mirto. Si punta sul Natale Verde, il Natale ecologico.

Credit: Daniele Casalboni

Il giardino sul mare

L’iconica fontana di Tonino Guerra alla fine del viale e affacciata sul mare sarà circondata dal “Giardino sul mare”.
I creatori di Giardini d’Autore abbelliranno il piazzale Roma con alberi, piante e rami, trasformandolo per l’occasione in un luogo incantato dove il tempo sembra essersi fermato fra i suoni della natura e le luci.
Proprio in questa zona, ogni weekend verranno effettuate delle attività ludiche e dei workshop per i più piccoli da La Bottega Culturale.
Letture animate, racconti di Natale e musiche a tema lasceranno i vostri bimbi senza parole.
Ciliegina sulla torta è la serra illuminata da luci soffuse al centro del piazzale. Dal tardo pomeriggio, nel weekend, il bosco apre le porte ai più grandi, con l’animazione e il dj set.

Credit: Daniele Casalboni

The Show – Christmas Dream

Poteva forse mancare uno spettacolo natalizio? A Riccione la musica delle feste è diffusa per la città grazie ad uno spettacolo itinerante che incontra il pubblico nei diversi quartieri della città: The Show.
Il tutto si svolge a bordo di un trenino che ospita un teatro in movimento
.
Gli spettacoli saranno nelle giornate del 3, 17, 24, 27 e 30 dicembre.

Credit: Daniele Casalboni

Il villaggio di Natale

Non possiamo calarci completamente nell’atmosfera natalizia senza un villaggio di Natale e a Riccione le casette sono ispirate all’antica tradizione delle cabine da spiaggia dove poter trovare prodotti a km zero e made in Italy.

Din don dan, quartieri in festa

Ogni quartiere della città sprigionerà l’atmosfera natalizia con esibizioni musicali.
Le performance sono due, alle 20:30 w alle 21:30 nei giorni 5, 7, 9, 11, 13, 15, 17, 19, 21 e 23 dicembre.

Musical “Permette signora!”

Sabato 10 e domenica 11 dicembre si svolgerà anche il bellissimo musical “Permette signora!” ambientato nella Riccione balneare degli anni 60 dove si ascoltava la musica al jukebox e si incontravano i latin lover riccionesi.
Un’occasione perfetta per fare un salto nel passato.
Per tutte le info e per acquistare i biglietti cliccate qui.

I concerti

Non mancheranno di certo i concerti a far da cornice alla città addobbata a festa.
Si inizia lunedì 12 dicembre con il premio “San Martino d’oro” che porterà a Riccione il concerto di Ron e Mirko Casadei.
Il Concerto di Santo Stefano, alle 21 presso la Sala della Concordia del Palazzo dei Congressi, vedrà protagonisti Morgan e Federico Mecozzi con una profonda devozione per il grande Franco Battiato.
Il 28 dicembre ci sarà il tradizionale Concerto degli Auguri affidato al grande musicista Mario Marzi.
Concludiamo poi in bellezza con il Concerto di San Silvestro che vede protagonisti Aria e gli Extraliscio.
Non mancheranno cori e spettacoli itineranti, come la rassegna “Dai cori al cuore” che prevede concerti fino all’8 gennaio nelle chiese e negli spazi culturali di Riccione.
Il Concerto di Capodanno è ad ingresso libero, quello di Santo Stefano e quello degli Auguri hanno un biglietto-invito che potrà essere ritirato, fino a esaurimento, presso l’ufficio Iat del Palazzo del Turismo a partire dalle 9 del 17 dicembre.

Riccione quest’anno ha festeggiato i suoi primi 100 anni e gli eventi e le manifestazioni continuano fino all’8 gennaio.
Dopo aver fatto una full immersion di Natale, vi consiglio una visita alle mostre “Tessere i Sogni” di Luca Barberini a Villa Franceschi e “Frida Kahlo. Una vita per immagini” a Villa Mussolini.

Buon Natale romagnolo viaggiatori!


Alla prossima avventura,
viaggiatrice seriale.

Emilia romagna, Italia

Mostra Luca Barberini: “Tessere i sogni”.

Il viaggio che vi propongo oggi è diverso dal solito, non occorre prendere un aereo o un treno e fare tanti km; oggi vi faccio viaggiare attraverso una mostra d’arte.

Dove si trova la mostra

La mostra di cui vi parlo è di Luca Barberini e si intitola “Tessere i sogni”.
E’ visitabile a Riccione presso Villa Franceschi. L’ambientazione liberty della villa accoglie perfettamente queste bellissime opere.

Mostra "Tessere i sogni"
Mostra “Tessere i sogni”

Chi è Luca Barberini e di cosa parla la mostra

L’artista, Luca Barberini ha saputo reinventare i codici linguistici ed espressivi di un’arte antica, quella del mosaico, fino a renderli in grado di esprimere le caratteristiche e le contraddizioni del nostro vivere.
Sensibile alle tematiche ambientali e amante del mare, riporta spesso questo ambiente nelle sue opere.
Questa mostra vuole essere un viaggio onirico, ogni opera infatti nasce dal ricordo di un sogno dell’artista che è stato poi rielaborato.
Mi piace molto questa visione, infatti vedrete che la mostra non segue un percorso preciso, ogni creazione può essere vista in qualsiasi momento, senza un ordine cronologico.
La sala finale poi racchiude un vero e proprio omaggio alla città di Riccione che quest’anno compie 100 anni.

Mostra a Riccione
Mostra a Riccione

Info utili

La mostra sarà visitabile a Villa Franceschi fiano all’8 gennaio 2023 e l’ingresso è libero.
Dal martedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.

Mostra a Villa Franceschi
Mostra a Villa Franceschi

Vi ricordo che in occasione del centenario della città, a Riccione si terranno tantissimi eventi.
Non perdetevi quelli natalizi.
Alla prossima mostra,

viaggiatrice seriale.

Italia, Umbria

Itinerario di 3 giorni: quali borghi umbri vedere

L’Umbria, la regione più verde d’Italia racchiude bellezze di ogni genere; oggi vi propongo un itinerario di 3 giorni nella provincia di Perugia.

Fonti del Clitunno
Fonti del Clitunno

Rasiglia

Parto dalla località più conosciuta e lasciatemelo dire, Rasiglia è presa d’assalto dai turisti. Il mio consiglio è quello di andarci (se potete) in una giornata infrasettimanale, così da godervi al massimo ogni scorcio di questo borgo attraversato dai ruscelli, dove l’acqua è parte integrante.

Rasiglia
Rasiglia

Foligno

Foligno è lo snodo per eccellenza dell’Umbria, il punto di partenza e di arrivo di quasi tutti i treni della regione.
La sua piazza evoca giorni lontani e la sua cattedrale (Di San Feliciano) sulle tonalità del rosa è davvero bellissima. Per i più curiosi, la tappa immancabile è alla Calamita Cosmica all’interno della chiesa SS. Trinità in Annunziata… a me è piaciuta tantissimo e ve ne parlo qui.
Poco fuori Foligno invece, sorge l’Abbazia di Santa Croce in Sassovivo, una delle abbazie più belle d’Italia.
La sua posizione strategica, sullo sperone della roccia, permette al visitatore di ammirare Foligno dall’alto.

Abbazia di Santa Croce in Sassovivo
Abbazia di Santa Croce in Sassovivo

Bevagna

La vera scoperta dell’intero tour. Pensavo di dedicarle giusto un po’ di tempo e mi sono ritrovata ad ammirare meraviglie in ogni angolo e così sono passate ore.

Bevagna
Bevagna

Non a caso rientra tra i borghi più belli d’Italia. Si tratta di un borgo medievale e la sua particolarità è quella di vantare l’associazione e il Mercato delle Gaite. Di cosa si tratta? Le Gaite rappresentano i quartieri in cui è suddiviso il borgo che si sfidano a giugno per vincere il Mercato delle Gaite, ovvero il palio. Da non perdere gli antichi mestieri; io sono rimasta davvero colpita dalla cereria.

Cereria di Bevagna
Cereria di Bevagna

La zona ha accolto San Francesco, quindi non può mancare una chiesa a lui dedicata, ma la storia di Bevagna affonda le proprie radici molto più indietro nel tempo e i resti delle terme romane lo dimostrano.
Vi consiglio di partecipare alla visita guidata organizzata dalla Pro Loco che include la visita alle terme romane e al bellissimo teatro (5 euro). Vi segnalo anche l’antico lavatoio e le molteplici chiese che affacciano sulla piazza.
Bevagna racchiude davvero tantissimi tesori, ricordatevelo quando programmate la visita.

Campello sul Clitunno e Borgo Lizori

Ci sono luoghi che vediamo sempre e solo di passaggio, senza mai visitarli a dovere e per me uno di questi sono le Fonti del Clitunno.
Ci sono passata davanti almeno quattro volte e quest’ultima ho deciso di ammirarle come si deve.
Si tratta fondamentalmente di un bellissimo parco con un grande lago al centro alimentato dalle acque delle fonti.
Anatre e cigni nuotano beati sulla superficie, donando al luogo un’atmosfera di tranquillità e relax.
A circa 1 km di distanza dall’ingresso delle fonti si trova il Tempietto sul Clitunno.
Una volta terminata la visita a queste attrazioni vi consiglio di risalire in auto e dirigervi a Borgo Lizori.
Vi anticipo già che il bellissimo borgo è arroccato e occorre lasciare l’auto un po’ più in basso e partire per una bella passeggiata.

Borgo Lizori
Borgo Lizori

Questa tappa è stata una vera scoperta, il borgo è davvero carinissimo e la cosa particolare è il connubio fra le costruzioni in pietra e i cancelli, le finestre o le installazioni in ferro, molto più moderne.
Tutto questo è dovuto al fatto che Borgo Lizori è stato scelto dall’artista Antonio Meneghetti per un progetto di riqualificazione a partire dagli anni 70.
Lizori significa Lì dove la vita vede… e io vi invito ad andare a vedere con i vostri occhi.

Torre di Borgo Lizori
Torre di Borgo Lizori

Trevi

Altro borgo dall’atmosfera davvero piacevole è quello di Trevi, infatti anch’esso rientra tra i Borghi più belli d’Italia. Per raggiungerlo si deve percorrere una strada costeggiata da ulivi… segno che qui l’olio è davvero ottimo.
Iniziate il giro da Piazza Mazzini, il luogo più frequentato dai cittadini e poi imboccate uno dei tanti vicoli che attraversano Trevi.
Dovreste incontrare ( altrimenti cercateli appositamente) la torre civica e il Palazzo del Governatore ( questi affacciano sulla piazza quindi la ricerca è nulla), il disegno monocromo, ovvero un dipinto cinquecentesco raffigurante Atteone, la porta del morto ) già trovata in altri borghi, rappresenta un ingresso murato che veniva aperto solo in caso di un lutto all’interno dell’abitazione), la chiesa di San Francesco, la casa quattrocentesca e innumerevoli palazzi e chiese.

Montefalco

Concludo il racconto parlandovi di Montefalco, un bellissimo borgo medievale.
Passeggiate per il corso fino ad arrivare alla piazza davvero splendida. Circondata da ristoranti, invoglia il visitatore a fermarsi per un pasto.

Montefalco
Montefalco

Sicuramente la cucina umbra è ottima ed essendo Montefalco il borgo del Sagrantino, non potete andarvene senza prima aver assaggiato gli gnocchi al Sagrantino o in alternativa gli strangozzi.
Raggiungete il belvedere dal quale godere di una vista a 360° e poi perdetevi tra i vicoli fino ad arrivare alla chiesa di Santa Chiara nella parte bassa del borgo.

Montefalco
Montefalco

Queste sono le tappe del mio fine settimana umbro, ma in zona potete visitare anche Spoleto, Spello, Assisi e Todi… dipende solo cosa cercate.
In ogni caso vi godrete le bellezze, la natura e il cibo di questa fantastica regione.

Alla prossima avventura,
viaggiatrice seriale.