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Italia, Marche

Pesaro: scoprire la città con le visite guidate teatralizzate

Pesaro, provincia della regione Marche ha vinto da pochi giorni il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2024, che dite, andiamo a conoscerla in anteprima?

Visite guidate teatralizzate a Pesaro

Il modo migliore per visitare una città è sempre quello di affidarsi ad una guida locale, così da non perdere nessuna attrazione importante ma allo stesso tempo recarsi negli angoli più nascosti e ascoltare storie locali.
La visita che voglio proporvi è molto coinvolgente, non aspettatevi un’infinità di date e rimandi storici, voglio proporvi una visita semiseria della città, grazie alle visite guidate teatralizzate.

Visita teatralizzata con Rossini
Visita teatralizzata a Pesaro con Rossini

Cosa sono le visite teatralizzate?

La formula della visita teatralizzata affianca una guida professionista ad un attore che vestirà i panni dei maggiori personaggi della città per raccontarvi in maniera più leggera gli aneddoti e la storia di Pesaro.
Questa tipologia di visita è rivolta ad un pubblico eterogeneo perché anche i bambini si divertiranno un mondo a seguire i racconti di un personaggio venuto dal passato, mentre gli adulti acquisiranno tutte le informazioni ma in maniera più gioiosa e meno pesante.
Le visite teatralizzate vengono effettuate ogni settimana da maggio a settembre, ed essendo gestite dall’Associazione albergatori di Pesaro, trovate tutte le info sul loro sito.
La loro durata è di circa due ore.

Pesaro: dove alloggiare

Venendo proprio al discorso degli alberghi, la città vanta decine di alberghi per ogni esigenza e per tutte le tasche.
Tutti però sono accomunati da alcuni fattori: si trovano principalmente sul lungomare e questo significa che si trovano a 10 minuti di camminata dal centro storico, vantano tutti un’ottima professionalità e offrono diverse tipologie di servizi.

Parete di libri Musei Civici Pesaro
Parete di libri Musei Civici Pesaro

Pesaro: cosa vedere

Pesaro, città dei motori, della musica, del mobile, della bicicletta e ora anche della cultura, offre tantissime opportunità al turista; ovviamente in estate il mare richiama la maggior parte dell’interesse, ma a pochissimi km di distanza si trovano alcuni dei borghi più belli d’Italia come Gradara, Fiorenzuola di Focara e Montefabbri.
Per quanto riguarda i musei avrete l’imbarazzo della scelta, dalla Casa natale di Gioachino Rossini ai Musei Civici, dal Museo Nazionale Rossini alla Domus romana dell’Abbondanza.
Un consiglio che mi sento di darvi però, è quello di ammirare la città anche all’esterno, passeggiando in centro storico con il naso all’insù: non perdetevi la fontana dei tritoni e il Palazzo Ducale in Piazza del Popolo, il meraviglioso Teatro Rossini e la famosissima Palla di Pomodoro.

Palla di Pomodoro
Palla di Pomodoro

La zona del lungomare e del porto merita una menzione a parte, non perdetevi una passeggiata su Viale Trieste.
Sapete che a Pesaro è possibile vedere sia l’alba che il tramonto sul mare in un particolare periodo dell’anno?
Le attrazioni non sono finite, vi invito a scoprirle in prima persona, ma non dimenticatevi le Officine Benelli per ripercorrere più di 100 anni di storia attraverso le moto.

Visita teatralizzata con Dante
Visita teatralizzata con Dante

Le visite teatralizzate sono veramente un modo perfetto per andare alla scoperta di Pesaro e Urbino, ogni tour tematico ha una partenza differente, per essere subito vicino ai luoghi più significativi di ciascun personaggio che si andrà ad approfondire.
Non vi resta che scegliere fra Rossini, Dante, Benelli, Ruggeri, Raffello o Federico da Montefeltro in base all’argomento che volete approfondire.
Per tutti i dettagli e le informazioni consultate il sito di APAhotels.

Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.

Si ringrazia APA Hotels per l’invito all’Educational tour “Ciao ti presento Rossini … e non solo!”

Italia, Piemonte

Zipline Lago Maggiore: esperienza adrenalinica

Avete mai provato l’esperienza della Zipline? Se siete dei viaggiatori avventurosi, che vogliono cimentarsi in esperienze particolari, non potete esimervi dal farlo.
Oggi vi porto sul Lago Maggiore ad Aurano dove sorge la Lago Maggiore Zipline.

Zipline Lago Maggiore: di cosa di tratta

La Zipline Lago Maggiore è adrenalina pura, se volete provare la sensazione di volare a 120 km/h per quasi 2 Km appesi ad un cavo d’acciaio, siete nel posto giusto.
Potete anche scegliere come volare, distesi simulerete maggiormente il volo, seduti avrete più margine di manovra, potrete ruotare a 360° e osservare il panorama da ogni angolazione.
In entrambi i casi la vista è eccezionale, nelle giornate limpide si vede benissimo il Lago Maggiore.
Inoltre è possibile volare sia singolarmente che in coppia.

In volo sulla zipline Lago Maggiore
In volo sulla zipline

Zipline Lago Maggiore: come funziona

Il punto di accoglienza e la biglietteria coincidono con il punto di arrivo della zipline, quindi recatevi ad Alpe Segletta, lasciate l’auto e andate in biglietteria a fare l’accettazione.

Biglietteria e ristorante Zipline Lago Maggiore
Biglietteria e ristorante Zipline Lago Maggiore

Svolte tutte le procedure burocratiche, verrete accompagnati con una navetta dalla parte opposta della valle dove vi verrà fornita tutta l’attrezzatura, verrete imbragati e spiccherete il volo!
Per circa 1 minuto e mezzo volerete a 350 metri d’altezza, ammirando gli alberi sotto di voi e poi come per magia sarete di nuovo alla biglietteria.

Zipline Lago Maggiore: ristorante

Di fianco alla biglietteria della zipline si trova un bellissimo ristorante, la Batua, con delle vetrate che affacciano su un panorama meraviglioso.
Vi consiglio quindi di fermarvi per mangiare qualcosa o anche solo per un caffè a fine esperienza, così da trasformare l’adrenalina che avrete in corpo in qualcosa di più rilassante.

Zipline: costi e orari

La zipline Lago Maggiore è aperta da Marzo a Novembre (in alcuni mesi solo nel fine settimana), il costo del biglietto per un adulto è di 38 €.
Vi consiglio di acquistare il biglietto online sul loro sito.

Zipline: come arrivare

Per raggiungere la zipline ci sono due strade, una abbastanza piccola (che vi calcolerà il navigatore in automatico) che si immerge completamente nella natura della valle e una un po’ più grande.
Vi consiglio di prendere questa se volete evitare una strada di montagna con tornanti, ovvero la provinciale che da Verbania porta a Piancavallo.
Una volta arrivati al belvedere di Piancavallo manca davvero poco, prendete per Alpe Segletta e seguite la segnaletica.

Vi ho convinto a volare come uccelli? sono sicura che mi ringrazierete perché l’esperienza è davvero bellissima.
Se volete completare la giornata con un’altra esperienza, i ragazzi della zipline noleggiano anche e-bike per esplorare la zona, chiedete in biglietteria.

Alla prossima avventura,
viaggiatrice seriale.

P.S.: se vi piacciono le zipline, leggete anche l’articolo sulla zipline nelle Filippine e il Volo dell’Angelo in Basilicata.

Emilia romagna, Italia

Votigno di Canossa e le terre di Matilde

Ci sono donne che hanno fatto la storia ma purtroppo non vengono ricordate. Matilde di Canossa per fortuna non è rimasta nella penombra, ma la sua forza e la sua storia sono arrivate fino ai giorni nostri.

Borgo di Votigno di Canossa
Borgo di Votigno di Canossa

Matilde di Canossa: la storia

Per ripercorrere la storia di Matilde di Canossa dobbiamo recarci a Mantova dove nacque nel 1046, figlia di Bonifacio III marchese di Toscana e Beatrice di Lorena. Fu il suo bisnonno Adalberto a dare il via alla dinastia dei Canossa che vide il suo massimo splendore proprio sotto la guida di Matilde e che purtroppo però durò solo per 4 generazioni e si interruppe con lei.
Ebbe due matrimoni, combinati e non celebrati per amore e una sola figlia che morì in tenera età.
Matilde passò alla storia come la “contessa guerriera”, infatti non si tirò mai indietro in nessuna circostanza.
In molti dipinti viene raffigurata con una bellissima chioma rossa e la cintura da guerriera.

Terre di Canossa: Castello di Canossa

Il mio itinerario alla scoperta delle terre di Canossa non poteva iniziare che dal Castello di Canossa, quello in cui Matilde si recava quando era fuori città.
Oggi del castello non rimane quasi nulla, solamente una parte del Tempio di Sant’Apollonio, ma nel museo adiacente potrete ripercorrere la storia di Matilde.

Castello di Canossa
Castello di Canossa

Un grande arazzo raffigurante l’imperatore Enrico IV ricorda che proprio al Castello di Canossa si svolse l’episodio del “perdono di Canossa”.
Papa Gregorio VII aveva scomunicato l’imperatore e proprio qui, con Matilde come mediatrice ci fu la revoca della scomunica dopo che Enrico IV rimase tre giorni sulla neve, a piedi nudi, vestito di soli panni di lana.
La storia però non si concluse così, ma la “guerra” fra impero e papato continuò a lungo: l’imperatore riacquisì i suoi poteri, il Papa venne esiliato e fu proclamato un antipapa.
Il costo del biglietto è di 4 euro e il castello è aperto dal martedì al venerdì dalle 10:00 alle 16.00, il sabato e la domenica fio alle 17:00.

Terre di Canossa: Castello di Rossena

A soli 4 km da l castello di Canossa sorge il Castello di Rossena.
Vi anticipo che mi è piaciuto davvero tanto, ma dovete considerare che non è mai diventato un castello nobiliare con funzione abitativa, ma mantenne sempre una funzione bellica.
Grazie alla sua posizione strategica, da dove si riusciva a dominare e controllare un territorio davvero ampio, era uno dei castelli a difesa di quello di Canossa.

Castello di Rossena
Castello di Rossena

In tempi più recenti divenne di proprietà di una donna olandese, infatti visitandolo si ritrovano dei rimandi all’Olanda, come per esempio delle ceramiche.
Oggi ospita un ostello con circa 40 posti letto ed è utilizzato anche come location per matrimoni.
Leggenda narra che le stanze del castello siano abitate dal fantasma di Everelina, figlia di un vassallo di Matilde di Canossa, che per sottrarsi alle nozze con un uomo che non amava, scelse di morire gettandosi nel dirupo.
Il biglietto d’ingresso è di 5 euro, ( 4 se presentate il biglietto del castello di Canossa), le visite sono solo guidate e su prenotazione.

Terre di Canossa: Torre di Rossenella

Proprio di fronte al castello di Rossena, sorge la Torre di Rossenella che svolgeva una funzione segnalatrice.
Potete lasciare l’auto nel parcheggio del cimitero e prendere la stradina sulla destra che in pochi minuti vi condurrà sotto la torre. Visitabile solo esternamente, vanta una posizione strategica, offrendo scenari meravigliosi.

Torre di Rossenella
Torre di Rossenella

Terre di Canossa: Votigno di Canossa

Dopo aver fatto un tuffo nella storia, passiamo al lato più spirituale.
A Votigno di Canossa, famoso borgo medievale, sorge La Casa del Tibet con annesso museo (biglietto museo 3 €).
Nel 1999 il Dalai Lama in persona visitò questo luogo.

La casa del Tibet Votigno di Canossa
La casa del Tibet Votigno di Canossa

Qui si respira un’atmosfera di pace e tranquillità essendo completamente immerso nella natura.
Il borgo nacque sempre ai tempi di Matilde per dare rifugio ai soldati, mentre oggi è un luogo in cui vengono celebrati matrimoni.
Il piccolo agglomerato di case ospita al centro una grande scacchiera, immortalata da tutti i visitatori.
L’ingresso al borgo è limitato da un cancello in ferro, ma non vi è alcun biglietto d’ingresso.

Votigno di Canossa
Votigno di Canossa

Terre di Canossa: sentieri naturalistici

Come detto in precedenza, questi luoghi sono immersi nel verde e la zona offre tantissimi sentieri per trekking.
Lo scorso anno è stato anche inaugurato un nuovo sentiero: la Via Matildica del volto santo che collega Mantova a Lucca.
Sempre in zona una tappa imperdibile è la Pietra di Bismantova.
Se invece amate le città, on vi resta che fare un giro a Reggio Emilia.

Io sono rimasta affascinata dalla storia di Matilde di Canossa e spero di aver incuriosito anche voi.

Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.

Italia, Marche

Panchina gigante e altre opere vicino Montefabbri

Il piccolo e carinissimo borgo di Montefabbri rientra fra i Borghi più belli d’Italia e offre vedute eccezionali sul Montefeltro. Mi era così piaciuto che ne avevo già parlato in un articolo.
Oggi voglio invece accompagnarvi in un viaggio artistico poco fuori da Montefabbri, fra sculture di animali e panchine giganti.

La panchina gigante di Montefabbri

Dopo aver visitato il borgo, scendete sulla strada principale a piedi e aguzzate la vista: appena intravedete una piccola piazzola di sosta all’altezza di una curva, volgete lo sguardo poco più in basso e vedrete una macchia fucsia, ovvero la panchina gigante posizionata poco dopo.
Essa fa parte del progetto delle Big Bench nato nelle Langhe e dona un fascino diverso alla zona.
E’ facile salirci e dalla sua seduta potrete ammirare un meraviglioso panorama; se siete appassionati di panchine giganti, trovate la lista sul sito.

Panchina gigante di Montefabbri
Panchina gigante di Montefabbri

Opere del Montefeltro: “Il pensiero è più veloce dell’azione”

Ripartendo da Montefabbri con direzione Urbino, dopo pochi km sulla destra incontrerete una bellissima scultura di Gianni Calcagnini intitolata “Il pensiero è più veloce dell’azione”.
L’opera è imponente e davvero molto bella, ma è il suo significato che apprezzo maggiormente.
Ritrae una cavalla araba nata da un vortice di vento, quindi impossibile da fermare e domare che salta il globo e vuole rappresentare la libertà senza confini.
La puledra guarda a nord e non avrà mai il sole negli occhi, perciò non si fermerà mai, guarderà sempre avanti. affinché il pensiero possa spingersi lontano alla ricerca di nuovi orizzonti.
Un inno alla libertà che solo un grande viaggiatore poteva interpretare in questo modo.
La scultura si trova all’interno della tenuta dei Santi Giacomo e Filippo.

Opera "Il pensiero è più veloce dell'azione"
Opera “Il pensiero è più veloce dell’azione”

Opere del Montefeltro: “Verso nuovi lidi”

Proseguendo sempre in direzione Urbino, sempre sul alto destro della strada, dopo pochi km incontrerete un’altra opera di Gianni Calcagnini intitolata “Verso nuovi lidi”.
Si tratta di un’opera realizzata per la maggior parte in ferro, raffigurante un’oca migratrice nel momento in cui apre le ali e raccoglie le energie per prendere il volo.
E’ consapevole che ci saranno difficoltà e ostacoli da superare, ma ha una meta da raggiungere e non si fermerà fino a quando non arriverà a destinazione.
Anche in questo caso il messaggio che lancia è davvero bellissimo.
Inoltre l’oca, come il avallo descritto in precedenza, hanno anche il ruolo di incuriosire il passante e farlo fermare. Una volta sceso dall’auto per ammirare le opere, si renderà conto della bellezza dei territori del Montefeltro.

Opera "Verso nuovi lidi"
Opera “Verso nuovi lidi”

Un breve itinerario da aggiungere alla visita di Urbino o alle zone limitrofe.
Quando l’arte si unisce alla natura, nascono composizioni eccezionali.

Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.

Emilia romagna, Italia

L’Isola dell’Amore di Goro

L’Isola dell’Amore, i viaggiatori più romantici la devono conoscere assolutamente.

Come raggiungere l’Isola dell’Amore di Goro

L’Isola dell’Amore di Goro si trova nel Parco del Delta del Po, proprio al confine fra Emilia Romagna e Veneto ed è raggiungibile con il traghetto partendo dalla località di Bacucco.
Raggiunto il punto di attracco – lo riconoscerete dalle macchine parcheggiate sull’argine del fiume – in 5 minuti di navigazione sarete sull’isola.

Traghetto per raggiungere l'Isola dell'Amore
Traghetto per raggiungere l’Isola dell’Amore

Il traghetto ha un costo di 5 euro andata e ritorno e potete prenotarlo chiamando il numero 0533778608 : effettua la traversata sia per i clienti del ristorante sia per chi vuole solo fare un giro sull’isola.

Il faro dell’Isola dell’Amore

Sull’Isola dell’Amore di Goro è presente anche un faro che rende l’atmosfera ancora più romantica.
Il faro risale al 1950, quando venne sostituita la “vecchia lanterna” del 1800.
Ristrutturato nel 2021, ospita sia un ristorante che un hotel.
Per ogni tipo di prenotazione potete consultare il sito.

Faro sull'Isola dell'Amore
Faro sull’Isola dell’Amore

L’Isola dell’Amore

L’isola prende questo nome grazie alla poesia e alla magia che si respira, infatti è l’ultimo lembo di terra che separa il fiume dal mare.
In questa zona del Parco Naturale del Delta del Po gli scenari sono davvero tutti molto suggestivi.
L’isola nel 2007 è stata inserita da Legambiente fra le 13 migliori spiagge italiane, infatti questo luogo così tranquillo in inverno, in estate si popola di persone.
Un altro aspetto romantico è quello delle minicrociere, infatti delle motonavi percorrono la costa fino ad arrivare all’Isola dell’Amore per poi proseguire in altre zone della laguna.

Tramonto sull'Isola dell'Amore
Tramonto sull’Isola dell’Amore

Se siete in zona e volete fare un’escursione alternativa o trascorrere una serata romantica non vi resta che organizzare il tutto.

P.S: Goro è famosissima per le sue vongole, non dimenticate di mangiarvi uno spaghettino.


Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.

Italia, Marche

Visita di Ancona particolare: alla scoperta di Ancona sotterranea

L’escursione che vi sto per raccontare unisce la storia allo spirito d’avventura. Avete ma i fatto una visita ai sotterranei di una città? Andiamo alla scoperta di Ancona sotterranea.

Escursione: Ancona sotterranea

Questa suggestiva escursione si effettua solo accompagnati dalle guide e previa prenotazione, ha un costo di 10 euro e dura circa due ore. La visita si divide in due parti: la prima è introduttiva e spiega tutta la storia degli acquedotti e dei sotterranei con l’aiuto di pannelli esplicativi mentre la seconda parte è quella più avventurosa: muniti di caschetto, pila frontale e stivali, si scende ad un livello sotterraneo, percorrendo a piedi la zona sotto Piazza Stamira.

Cunicoli di Ancona sotterranea
Cunicoli di Ancona sotterranea

E’ davvero tutto molto affascinante e suggestivo, gli stivali servono perché l’acqua è sempre presente, può solo variare il livello a seconda delle piogge.
Seguendo la guida si possono osservare cisterne, pozzi, cunicoli e persino una cascata.

Cascata sotterranea di Ancona
Cascata sotterranea di Ancona

Storia dell’acquedotto di Ancona

La visita con l’associazione Ancona Sotterranea si effettua in alcune parti dell’acquedotto che è stato – dove possibile – esplorato e mappato dagli speleologi.
Oggi purtroppo non è possibile percorrere l’intera rete originale perché in alcuni tratti è crollata.
L’acquedotto di Ancona è interamente scavato nella roccia e il suo fine principale era quello di portare acqua al porto della città, molto utilizzato sin dal passato.
Una figura importantissima dell’acquedotto era il fontaniere, anzi i fontanieri, perché erano due, uno per la parte alta e uno per la parte bassa. Essi erano i manutentori dell’acquedotto, gli unici a conoscere ogni cosa di questa opera, infatti tenevano proprio il segreto. Non esistevano documenti scritti e l’uno non conosceva i segreti dell’altro. Le informazioni si tramandavano solo di padre in figlio, come si tramandava allo stesso modo il mestiere.
L’ultimo fontaniere, il Sig. Ugo Menghini, negli anni ’80 dietro autorizzazione del sindaco della città, svelò i segreti che custodiva sull’acquedotto e grazie ad alcune ricerche scoprì la “Chioccia “, una grossa cisterna nella quale arrivano più rami e dalla quale ne ripartono altri, uno smistatore praticamente. Il nome che venne dato alla cisterna, venne preso da un’antica leggenda locale.
Studi più recenti ipotizzano che possano esserci tre “Chiocce”, considerando la differente capienza d’acqua dal punto di partenza a quello di arrivo. L’acquedotto rispecchia la forma del 1870 circa, tranne l’ultima parte che è stata ricostruita dopo la guerra, mentre la cisterna potrebbe risalire al periodo romano o addirittura a quello precedente.
La città di Ancona ha sempre utilizzato un’importante quantità di acqua, in passato infatti veniva svolta qui la lavorazione della porpora, processo che richiedeva persino diverse vasche di decantazione.

Punto di ritrovo per la visita di Ancona sotterranea
Punto di ritrovo per la visita di Ancona sotterranea

Non voglio svelarvi altre curiosità, le scoprirete durante la visita ad Ancona Sotterranea.
Dopo aver partecipato a questa bellissima escursione, potete dare un’occhiata a qualche altro scorcio di Ancona.
Se invece siete appassionati di opere idriche, vi consiglio una visita alla Botte dei Varano o all’acquedotto romano di Pesaro.

Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.

Italia, Marche

La Botte dei Varano e le altre opere idriche di Serravalle di Chienti

Oltre ai musei e ai palazzi nobiliari, cosa si può visitare durante la visita ad una città o ad un borgo? Avete mai pensato alle opere idriche?
Oggi vi porto a Serravalle di Chienti, in provincia di Macerata, a fare un viaggio nel tempo grazie alle opere idriche della zona.
Dopo aver ascoltato la storia dell’Acquedotto Romano di Pesaro, devo ammettere che sono sempre molto curiosa.

La Botte dei Varano

Nella seconda metà del XV secolo, Giulio Cesare Varano signore di Camerino, fece costruire da ingegneri idrici fiorentini, la Botte dei Varano a Serravalle di Chienti.
Si tratta di un emissario artificiale avente lo scopo di bonificare l’altopiano di Colfiorito in modo tale da avere più terreno possibile da destinare all’agricoltura.

La Botte dei Varano
La Botte dei Varano


La lunghezza del condotto è di circa 500 metri e le acque raccolte, ancora oggi, formano il fiume Chienti. Per l’epoca si trattava di un’importantissima opera, pensate che è stata utilizzata per più di 500 anni, fino al 1997, quando a causa del terremoto che colpì la zona, vennero fatte altre scelte.
Il nome “Botte dei Varano” è collegata alla forma a botte del condotto e ovviamente al cognome di colui che la fece costruire.
Dopo alcuni lavori di restauro, questa meravigliosa struttura è stata resa visitabile, ma solo su prenotazione.

Esterno de la Botte dei Varano
Esterno de la Botte dei Varano

Impianto moderno

Come accennato in precedenza, il terremoto del 1997 “mandò in pensione” la Botte dei Varano che venne sostituita da un condotto parallelo, che scorre a pochi metri di distanza avente la stessa funzione.

Nuovo condotto
Nuovo condotto

Ovviamente il fascino e la bellezza non sono gli stessi, ma la cosa principale è la sua funzione, quindi ancora oggi le acque che scorrono al suo interno formano il fiume Chienti.
Durante i lavori per la realizzazione della nuova opera idrica è stata fatta una bellissima scoperta: proprio nello stesso punto, sorge da millenni un antico condotto romano.

Il collettore romano

Come sempre, quando si parla di opere idriche, c’è quasi sempre lo zampino dei romani; furono proprio loro, nel I secolo a.C. a costruire nella medesima zona il primo condotto con la funzione di mantenere costante il livello delle acque del lago della città di Plestia.

Collettore romano di Serravalle di Chienti
Collettore romano di Serravalle di Chienti

Interamente costruito in travertino e lungo circa 800 metri, sembra che operò per circa 700 anni. E’ alto circa 2 metri ed ha un’inclinazione costante dello 0,2%.
Venne scoperto durante i lavori per la realizzazione del nuovo impianto e infatti oltre alla parte d’ingresso, dove venivano convogliate le acque dalla palude, l’unica altra parte visibile è quella che incrocia la nuova opera idrica.

Collettore romano
Collettore romano

Un tuffo nel passato attraverso le opere idriche è un modo alternativo per scoprire una determinata zona.
Per poter ammirare i 3 condotti, è possibile partecipare ad una visita guidata con l’Associazione GMP Gaia.

Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.

Italia, Umbria

La Calamita Cosmica di Foligno

Amate i luoghi e le attrazioni insoliti e fuori dal comune? Io sono alla ricerca continua di nuove chicche e oggi vi consiglio la Calamita Cosmica.

Calamita Cosmica Foligno
Calamita Cosmica Foligno

La Calamita Cosmica: di cosa si tratta

La Calamita Cosmica dell’artista Gino De Dominicis è considerata una delle più importanti testimonianze della scultura italiana del XX secolo.
Dal titolo dell’opera, il visitatore se non si documenta, non sa esattamente cosa aspettarsi.
Beh, vi dico che anche chi ha una vaga idea di cosa ritrovarsi davanti, rimarrà senza parole.

Opera Calamita Cosmica
Opera Calamita Cosmica


La Calamita Cosmica è un’opera realizzata nel più assoluto segreto intorno al 1988 e rappresenta uno scheletro umano con un lungo naso a becco di uccello, uno dei temi ricorrenti delle opere di De Dominicis.
E’ lunga 24 metri, larga 9 metri e alta quasi 4 metri e si può ammirare sia dal piano terra che dall’alto, così da avere la visuale completa,
Ma da dove prende il nome?
La Calamita Cosmica è un’asta dorata che parte da una delle falangi della mano, una sorta di magnete indirizzato all’universo.
E’ stato rappresentato il profondo collegamento tra terra e cielo.

Calamita Cosmica
Calamita Cosmica


Dopo essere stata esposta nei principali musei italiani ed europei, dal 2011 l’opera è esposta permanentemente a Foligno presso la ex chiesa della Santissima Trinità dell’Annunziata.
Se siete in zona non perdetevela perché vi garantisco che è davvero insolita e molto affascinante.

Dove vedere la Calamita Cosmica

Ci troviamo a Foligno e l’opera è custodita all’interno della ex chiesa della Santissima Trinità in Annunziata. Gli orari di apertura variano fra estate ed inverno, per ogni informazione contattare i numeri 0742-621022 o 3408678214.

Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.

Italia, Marche, Trekking

La Valle dei Tufi di Modolfo

La Valle dei Tufi, fra Mondolfo, San Costanzo e Stacciola rappresenta la destinazione perfetta per una passeggiata diversa dal solito.
Come anticipa il nome, infatti, lungo il percorso si incontrano zone tufacee.

La Valle dei Tufi: il percorso

Se volete fare una bella camminata, vi consiglio di partire dalla chiesa della Madonna delle Grotte, dove potete lasciare ance l’auto.

Chiesa della Madonna delle Grotte
Chiesa della Madonna delle Grotte


Prendete la stradina alla sinistra della chiesetta e iniziate il percorso.
Dopo poco, sulla destra, troverete la prima parete di tufo che ospita ancora delle grotte scavate in questo materiale.
Camminate lungo la strada principale fino ad arrivare al lago della Grottaccia, dove incontrerete diverse persone che si dilettano nella pesca, al posto dei briganti che un tempo si rifugiavano qui.

Grotte nel tufo
Grotte nel tufo


Costeggiate il lago e salite per il sentiero.
Il percorso non è complicato, ma le salite non mancano.
A fine salita arriverete al piccolo abitato di Stacciola, feudo dei Mauruzi da Tolentino dal 1412.
Fermatevi qualche minuto per una breve sosta e per ammirare la bianca chiesa attorno alla quale è sorto tutto l’abitato.
Lungo il percorso della Valle dei Tufi, si incontrano panorami mozzafiato, case coloniche e natura a 360° .
Pensate che siamo a soli 4 km dal mare, che ovviamente è visibile nelle giornate terse.

Panorami
Panorami


Nella zona sorgono anche diverse aree pic nic in cui fermarsi per pranzo o solo per ammirare i panorami circostanti.
Ci sono anche due fonti, quella piccola di Stacciola e quella più grande di Mondolfo.
Proseguendo sul percorso, a volte segnalato da frecce, si incontra una grossa parete di tufo con iscrizioni e disegni, fra cui di sicuro un cavallo, un cuore e un alieno.

Parete di tufo
Parete di tufo


Ancora qualche centinaio di metri e si raggiunge il bellissimo borgo di San Costanzo, con il suo Teatro della Concordia.

San Costanzo
San Costanzo


Questo è uno degli itinerari che potete fare, di sicuro il più completo, ma volendo c’è la possibilità di fare un anello senza raggiungere San Costanzo o di raggiungerlo da un’altra strada.
Io ho deciso di ritornare indietro per la stessa strada dopo aver fatto un giretto a San Costanzo.

Il sentiero “La Valle dei Tufi” vi catapulterà a stretto contatto con la natura, i più esperti potranno scorgere anche diverse specie vegetali e animali, come il famoso gruccione.
Ci troviamo nelle Marche, in provincia di Pesaro-Urbino e la camminata totale è lunga circa 12 km.
Alla prossima camminata,
viaggiatrice seriale.

Italia, Puglia

Valle d’Itria: Locorotondo

Nel cuore della Puglia, più precisamente in Valle d’Itria, sorge un borgo da mille e una notte.
Sto parlando di Locorotondo, dove ho lasciato un pezzetto di cuore.

Scorci di Locorotondo
Scorci di Locorotondo


La Valle d’Itria comprende i comuni di Locorotondo, Martina Franca e Cisternino, anche se negli ultimi anni, citandola, si comprendono anche altre località limitrofe come Alberobello ad esempio, ma le tre località originarie sono quelle sopra citate. Il nome Valle d’Itria deriva dalla Madonna Odigitria, protettrice dei viandanti.

Locorotondo: cosa vedere

Locorotondo ha origini medievali e il primo documento storico ritrovato risale al 1195.
Inizialmente era chiamato Casale San Giorgio e sorgeva in un “luogo rotondo”, da qui il nome Locorotondo.
La prima cosa che noterete durante una visita qui, è il bianco quasi accecante delle case dato dal latte di calce. In passato, nel 1600, questa operazione di allattamento veniva effettuata soprattutto per disinfettare, negli ultimi tempi la funzione è quella di rinfrescare il colore.
Come prima cosa vi consiglio di fare un giro per i vicoli senza seguire un itinerario preciso, ma ammirando solamente tutta la bellezza di Locorotondo.
Fatto questo giro, è arrivato il momento di ammirare le principali attrazioni.

Le chiese di Locorotondo

La chiesetta di San Nicola di Myra, risalente al 1600 ha catturato la mia attenzione. Si tratta di un vero e proprio gioiellino che a volte non viene notato perché la chiesetta è inglobata da altre case.
Il suo interno racchiude i due simboli della Valle d’Itria: la volta a botte e il timpano del trullo; nasceva come cappella privata e i suoi dipinti a secco risalgono al 1700. Ancora oggi è consacrata e fino ad un paio di anni fa era frequentata da una comunità ortodossa.

Interno della chiesetta di San Nicola di Myra
Interno della chiesetta di San Nicola di Myra


Poco distante troviamo il Palazzo Morelli in stile barocco con un enorme stemma raffigurante un elefante che testimonia le origini catanesi del primo proprietario.
Oggi non è visitabile essendo di privati, ma vale comunque la pena ammirarlo d fuori.

Palazzo Morelli
Palazzo Morelli


La chiesa madre di Locorotondo è la Chiesa di San Giorgio, patrono del paese.
Già dalle dimensioni si percepisce l’importanza di questa chiesa che ospita al suo interno un bel dipinto di San Giorgio che rappresenta la vittoria del bene contro il male.

Chiesa Madre di San Giorgio
Chiesa Madre di San Giorgio


Di fianco alla chiesa di San Giorgio sorge la chiesa dell’Annunziata che nasce nel 1560 come ospedale. fino a diventare la chiesa di supporto di San Giorgio.
Al suo interno vengono conservate le statue della processione dei misteri, fra cui quella di San Rocco, venerato per aver salvato il paese dalla peste nel 1600. La grande devozione fece in modo che divenne compatrono della città insieme alla Madonna della Greca.
Anche quest’ultima ha una chiesa tutta sua, nel cui timpano sono raffigurati i simboli dei pellegrinaggi. Il magnifico rosone invece è molto recente, è del 1981 ed è opera di un artista locale.
All’interno della chiesa della Madonna della Greca è degno di nota un dipinto della Madonna anche se non è in ottime condizioni.
Come avrete potuto notare, le chiese non mancano, ma durante una visita a Locorotondo vi invio a scovare le case cummerse, abitazioni tipiche della zona con il tetto molto spiovente che avevano la funzione di raccogliere l’acqua piovana.

Tipica casa cummersa
Tipica casa cummersa


Vi consiglio anche ma passeggiata su via Nardelli, chiamata il lungomare di Locorotondo anche se ovviamente Locorotondo non affaccia sul mare.

Via Nardelli, detta il Lungomare di Locorotondo
Via Nardelli, detta il Lungomare di Locorotondo


Tale appellativo venne dato perché dalla lunga camminata affiancata dalla tipica ringhiera del lungomare, si può ammirare un panorama eccezionale che spazia su tutta la Valle d’Itria.

Escursioni da Locorotondo

Le distanze sono davvero minime, quindi una volta visitato questo gioiellino della Valle d’Itria, non perdetevi Cisternino, Martina Franca e Alberobello.
Negli ultimi anni Locorotondo è diventato famosissimo per le sue luminarie natalizie e avendole viste in prima persona vi assicuro che sono un vero e proprio spettacolo.
Appuntatevi questa meta, perfetta in ogni stagione.
Un grazie particolare a Franca dell’Info Point Locorotondo che mi ha accompagnata durante la visita.

Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.