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Alla scoperta di Parigi: La Ville Lumière

La mia migliore amica sta per partire per Parigi, così ho iniziato a pensare se c’era qualcosa che potevo consigliarle, ma come per altre città tipo Londra faccio un’immensa fatica: ci sono così tante cose da vedere che non saprei da dove iniziare.
Solo a sentire la parola “Parigi” vado tra le nuvole, tutto nella mia mente diventa romantico, bello in modo esagerato, inimitabile.
Come primo consiglio -sia per la mia amica che per voi- direi di prendervi del tempo per “perdervi” tra le vie della città dell’amore, di girare senza cartina, ma seguendo il vostro istinto e di ammirare ogni piccolo angolo, ogni scorcio, perché a Parigi tutto è magico.
L’itinerario e le cose da vedere variano a seconda dei giorni che avete a disposizione…..mi limiterò ad indicarvi quello che ho visto e che secondo me è imperdibile.
Siete pronti per viaggiare con la fantasia?!
Iniziamo da uno dei miei luoghi preferiti: Montmartre e la Basilica del Sacro Cuore.
Immaginate un grande monumento di marmo bianco che sovrasta tutta la città dalla sommità di una collinetta:una meraviglia!

Basilica del Sacro Cuore

Arrivarci non è affatto comodo, lo ammetto….ma la vista da lassù ripaga tutta la fatica fatta.
In contrapposizione, una bella camminata molto piacevole e anche rilassante è quella sugli Champs Elysees, o Campi Elisi, da la Place de la Concorde con il suo obelisco, fino a raggiungere Place Charles de Gaulle con il famosissimo Arco di Trionfo.

Arco di Trionfo

Si tratta di uno dei più maestosi viali di Parigi, camminando incontrerete negozi con grandi firme, cinema, teatri e tanti spazi verdi; sotto all’Arc de Triomphe visitate la Tomba al Milite Ignoto.
E’ veramente buffo pensare che uno dei monumenti più conosciuti al mondo, nei progetti iniziali sarebbe dovuto sparire dopo poco: la Tour Eiffel infatti venne costruita per l’esposizione universale del 1889 e sarebbe dovuta essere rismontata poco dopo.

Tour Eiffel

E’ considerato il monumento per eccellenza di Parigi, per visitarla ci  sono due modi: i 1665 scalini oppure due ascensori trasparenti….anche se molto faticosa io vi consiglio la prima possibilità, una volta arrivati in cima sarete veramente soddisfatti.
Essendo stata per alcuni anni l’edificio più alto del mondo, ancora oggi dalla sua cima si può ammirare l’intera città.

Tour Eiffel in notturna

L’abbiamo vista in tanti film, sentito tanti racconti che la riguardano….ma la meraviglia che si prova una volta arrivati ai suoi piedi è davvero unica!
La città dell’amore ha molti, anzi troppi monumenti importanti….. un luogo divenuto ormai un’istituzione è il Moulin Rouge, un locale situato nel quartiere a luci rosse di Pigalle, dove ancora oggi è possibile assistere a spettacoli di can-can.

Moulin Rouge

Parlando di arte la tappa insostituibile è quella al Louvre: non potete perdervi la Gioconda, la Vergine delle Rocce, Amore e Psiche e la Venere di Milo.
Al suo interno sono racchiusi così tanti tesori che amanti e appassionati di arte dovrebbero rimanerci interi giorni per poterli ammirare tutti con calma; anche i più “profani” ci trascorrono un’intera giornata al suo interno.

Louvre

Se siete appassionati di Dan Brown non perdetevi il punto in cui la piramide rovesciata “incontra” la piccola piramide!
La città è piena di chiese e cattedrali, ma nessuna arriverà mai ai livelli di sua maestà Notre-Dame de Paris.

Notre Dame

Bella, elegante ed imponente rappresenta una delle costruzioni gotiche più famose al mondo.
Non fatevi mancare una passeggiata lungo la Senna, popolata dai pittori che con i loro cavalletti si posizionano lungo il letto del fiume e ritraggono le meraviglie della città.
Per gli amanti del contemporaneo e dell’arte moderna è d’obbligo una visita al Centre Pompidou.
Le bellezze ed i tesori di questa città sono infiniti, non posso non citare il Museo d’Orsay,il Pantheon, il cimitero del Pere-Lachaise (dove sono sepolti tanti personaggi illustri, da Edith Piaf a Jim Morrison), l’Operà e le catacombe di Parigi.

Pantheon

Un pensiero a parte poi per la cucina francese;mentre scrivo sto sognando ad occhi aperti crepe, baguette e omelette…..che bontà! 😉
La Ville Lumière è questo e tantissimo altro….se è la vostra prima visita iniziate da qui,poi piano piano scoprirete le meraviglie più nascoste.
Bon voyage!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

P.S.: da non perdere anche la reggia di Versailles e Disneyland Paris….ve ne parlerò a breve!

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L’ispirazione di Monet: Giverny

Avete per caso letto il libro “Il giardino segreto”?!
Io sì, ai tempi delle elementari e non so per quale preciso motivo, negli ultimi anni mi sento attratta dai giardini!
Dopo aver ammirato una moltitudine di tulipani al Keukenhof ed essere rimasta colpita dall’ordine e dalla precisione con cui erano stati piantati, questa volta ho deciso di visitare un giardino totalmente differente.
Qui non si parla di ordine, ma di intrecci, differenze,colori e profumi che si mescolano tra loro creando un’atmosfera davvero suggestiva:andiamo a Giverny.

Questo villaggio si trova a metà strada fra Parigi e Rouen e di sicuro vi risulterà famigliare: proprio qui infatti visse il famoso pittore Claude Monet.
Giverny è una sorta di città-museo, vi ritroverete a camminare in piccole stradine circondate da caffè, gites campestri, gallerie d’arte e piccoli negozi di souvenir e già, solamente camminando qui inizierete a respirare l’atmosfera magica del giardino.

Una volta varcata la porta d’ingresso vi troverete davanti ad un immenso giardino,diviso indicativamente in settori, intervallati da piccoli stradini sui quali camminare e sentirsi parte integrante di quella meraviglia: rose rampicanti, glicini, iris e tante altre varietà di fiori allieteranno la vostra vista ed il vostro olfatto.

Il giardino si trova davanti alla grande casa rosa, dove visse il pittore per più di quaranta anni.
Egli, trovandosi in gravi difficoltà finanziare dovette trasferirsi dalla sua precedente abitazione e venne in affitto proprio a Giverny dove coltivò sempre più la sua passione per il giardinaggio, grazie alla quale poi approfondì gli studi sul cambiamento della luce sul verde, sui fiori e sull’acqua raggiungendo sempre maggiore successo, riuscendo poi ad acquistare la casa e l’appezzamento di terra circostante.

L’edificio è imponente ed al suo interno ospita ancora oggi l’atelier del pittore con tantissimi suoi quadri(riproduzioni), la grande cucina, la camera da letto e la sala da pranzo; su molte pareti potrete poi ammirare diverse stampe giapponesi molto amate dall’artista.

Monet amava il suo giardino e ne traeva ispirazione, ma non era solo il proprietario, bensì il capo giardiniere, infatti amava occuparsi personalmente della cura del suo appezzamento.
Dopo alcuni anni acquistò un appezzamento di terra adiacente e lo trasformò in un giardino giapponese.
Tutti abbiamo in mente i suoi bellissimi quadri raffiguranti le ninfee; beh, l’artista non faceva altro che trasportare su tela il mondo che lo circondava.

Dopo aver ammirato le rose che si arrampicano sulle arcate, passate a visitare l’altra ala del giardino, al centro della quale si estende lo stagno ricco di ninfee, attraversate i piccoli ponti che fino ad ora avevate solamente visto raffigurati e lasciatevi trasportare dall’immaginazione: vi trovate a casa, ma soprattutto nel luogo che diede ispirazione al famoso artista….. vi sembrerà di essere dentro ad un quadro.

Giverny e la casa di Claude Monet sono una meta d’obbligo per i tanti impressionisti e per gli amanti dell’arte…..secondo me è davvero magico ritrovarsi fisicamente in un luogo in cui è stata scritta una pagina di storia ed il giardino lo è davvero.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

PS: parlando di fiori non posso non citarvi la fioritura della lavanda in Provenza.

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Alta Normandia: a casa di Arsenio Lupin!

Oggi parliamo del ladro gentiluomo, del suo ideatore e della casa in cui ha preso vita questo favoloso personaggio!
Avete capito bene, sto parlando proprio di Arsenio Lupin!!!!
Durante il mio viaggetto in Alta Normandia non potevo assolutamente perdermi la casa-museo di Maurice Leblanc e così ho fatto tappa ad Etretat!

Ci troviamo nel nord estremo della Francia, proprio a ridosso della Manica dove il paesaggio è qualcosa di unico:altissime scogliere si gettano a picco sul mare regalando una spettacolo indescrivibile.
Proprio in questa cittadina stabilì la propria residenza lo scrittore dal 1915 al 1941 anno della sua morte, vivendo in una bella dimora in stile balneare circondata da un notevole giardino.

Oggi , per volere della nipote, la casa è divenuta una sorte di museo dove, seguendo un percorso accompagnati dall’audio guida sembra quasi di potersi relazionare con il ladro gentiluomo.
Il nastro infatti è strutturato sotto forma di dialogo fra Lupin e Leblanc ed accompagna il visitatore durante tutta la visita: si passa dallo studio dello scrittore al “salotto” di Lupin abbellito con preziosi quadri “rubati”, per arrivare poi allo studio di Lupin, dove aiutato da varie mappe geografiche e attrezzi studiava e architettava i suoi colpi.
Un stanza veramente interessante è quella dei travestimenti, ispirato da diverse personalità illustri Lupin ricopriva i panni di altre persone…..ma la mia stanza preferita è un’altra….non voglio svelarvi troppo, altrimenti vi rovinerei la visita! 🙂

Immaginate una specie di sala di controllo da dove Arsenio manipolava tutti e organizzava le sue mosse, da dove con due linee telefoniche raggiungeva i maggiori poli: Parigi e Londra……

Vi ho già detto troppo, ma ne sono rimasta completamente affascinata; se anche voi come me amate le avventure del ladro gentiluomo, non potete assolutamente perdervi la visita.
L’ingresso è a pagamento e prima o dopo la visita andate ad ammirare le meravigliose falesie che si gettano sulla Manica.
Un piccolo angolo di mistero,divertimento e suspance che ci avvicina ad un mito!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

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Visita a Courtrai e concerto della Glenn Miller Orchestra

Il viaggio è qualcosa di misterioso, di sorprendente, di non controllabile pur avendo cercato di organizzare tutto ancor prima di partire.
Ma è proprio questo il bello, la sorpresa, l’incognita, il mistero…chiamatelo come preferite.
Durante il mio ultimo weekend ho partecipato senza averlo programmato ad un concerto veramente particolare e devo ammettere che se all’inizio ero un po’ titubante, alla fine dell’esibizione sono davvero rimasta molto contenta di averlo visto.
Ero in viaggio tra la Francia ed il Belgio e la mia amica da cui ero ospite aveva 2 biglietti per il concerto della Glenn Miller Orchestra e così abbiamo fatto una tappa a Courtrai.
Glenn Miller fu un compositore statunitense, direttore d’orchestra e trombonista che passò alla storia come uno dei più noti musicisti swing dell’epoca e dopo essersi arruolato volontario nell’aviazione fu messo a capo di un’orchestra militare, la Army Air Force Band.
Io logicamente ero allo scuro di tutto ciò, mi sono documentata strada facendo.
Appena si sono abbassate le luci, una schiera di 18 musicisti (trombettisti,trombonisti e sassofonisti) che vestivano i panni di soldati dell’esercito americano della seconda guerra mondiale si è impossessata del palco e diretta dal direttore d’orchestra ha iniziato a riproporre i brani storici della Glenn Miller Orchestra.

Vi assicuro che è stata un’esibizione davvero caratteristica e pur non conoscendo i titoli di diverse canzoni, le ho riconosciute ugualmente in quanto sono note a tutti, sono state utilizzate come colonne sonore di molti film.
Considerate che stiamo parlando di uno dei maggiori musicisti swing.
L’intero contesto era davvero divertente, praticamente il 99% dei partecipanti aveva superato da un po’ la settantina e guardava me e la mia amica come se fossimo degli alieni! 🙂
Sono rimasta colpita dalla bravura dei musicisti, ma non posso negare di essere affascinata anche dalla storia di Glenn Miller, egli infatti fu dichiarato disperso il 15 dicembre 1944 durante un volo sulla Manica con il quale avrebbe dovuto raggiungere Parigi per suonare insieme alla sua orchestra per i soldati che avevano da poco liberato la capitale francese.Vi ho raccontato tutto ciò perché come detto in precedenza non possiamo mai sapere cosa ci attende dietro l’angolo durante un viaggio, e molto spesso sono sorprese positive.
Finito il concerto abbiamo approfittato della sosta per visitare la cittadina di Courtrai, il suo Begynhof, la chiesa di Notre Dame, il Belfort ed il municipio.

Interno del Begynhof

E così anche la parte della Fiandre è stata esplorata! 🙂
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

P.S.:se siete curiosi cercate le date della Glenn Miller Orchestra…..verranno anche in Italia!

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Cosa vedere in un giorno a Mons

Come tutti ben sapete, viaggiando a volte dobbiamo scendere a compromessi e fare delle soste solamente perché abbiamo una coincidenza da prendere, perché non approfittarne?!
La scorsa volta ho passato una mezza giornata a Nizza prima di salire sul mio volo, questa volta invece sono stata qualche ora a Mons.
Mons è la capitale europea della cultura 2015 e proprio grazie a questo, visitarla adesso è il momento migliore.
Ci troviamo in Belgio e più precisamente in Vallonia.
Questa cittadina non è troppo grande, ma racchiude in sé diversi tesori.
La sua impronta medievale si può notare in tantissimi particolari.

Avendo la compagnia della mia fidata valigia, diciamo che non ero proprio comodissima nel muovermi, così ho optato per l’itinerario breve per scoprire la città.
Tutto parte dalla Grand Place, luogo in cui è possibile ammirare l’evoluzione dell’architettura dal XV secolo ad oggi, le facciate degli edifici sono a dir poco meravigliose; al centro della piazza potrete ammirare un anello dal diametro di 12 m, simbolo dei 19 comuni di Mons, così come dell’arena dello scontro fra San Giorgio ed il drago.

Da qui andate alla scoperta dell’Hotel de Ville, interamente in stile gotico, sormontato da un elegante campanile barocco:impossibile non riconoscerlo.
Prima di entrare però cercate la Scimmia della Gran Guardia ed accarezzatela con la mano sinistra, sembra porti fortuna! 🙂

Oltrepassato il cortile arriverete ai giardini di Mayeur dove oltre a godervi la pace del luogo potrete ammirare una statua molto apprezzata dai cittadini di Mons: il Monello; da qui mantenete il lato sinistro e dopo aver attraversato il passaggio Victor Hugo seguite via Cesar.

Anche senza seguire un itinerario particolare, sarete rapiti dalla bellezza dei vicoli e degli edifici della cittadina.
Appena arrivati in città avrete sicuramente visto l’imponente torre civica barocca, quindi dopo aver visitato il Parco del castello e la Cappella di San Callisto date un’occhiata alla torre che con i suoi 87 metri è riconosciuta Patrimonio mondiale dell’Unesco.
Arrivati a questo punto entrate e visitate l’imponente Collegiata Santa Waudru che racchiude in sé ben 29 cappelle, diverse sculture, delle vetrate meravigliose risalenti al XVI secolo ed il Carro d’Oro che ogni anno viene portato in processione.

Vi assicuro che al suo interno vi sentirete piccolissimi, è un edificio enorme e ricco di particolari.
Mons ha però anche un lato commerciale, uscendo dalla Collegiata infatti, se salite verso la zona pedonale, potrete dare ampio sfogo alla vostra voglia di fare shopping o ritornare alla Grand-Place e gustarvi uno spuntino in uno dei tanti bar.
Essendo la capitale europea della cultura 2015, la città vanta tantissime iniziative,come per esempio la mostra “Van Gogh au Borinage” presso il Museo delle belle Arti; il pittore olandese visse infatti a Mons per qualche anno.
Se siete pigri o stanchi potrete girare la città a bordo di biciclette a noleggio e per qualsiasi informazione recatevi – come ho fatto io – all’Ufficio del Turismo situato nella Grand-Place.
Questo itinerario è un po’ “misero”, la città offre altro, ma se come me avete poco tempo a disposizione è veramente perfetto, vi farà ammirare le principali attrazioni di Mons.
Scendendo leggermente arriverete alla stazione ferroviaria dalla quale potrete raggiungere molteplici destinazioni, io per esempio ho raggiunto l’aeroporto Charleroi e sono tornata all’ovile! 🙂
Un saluto dalla capitale europea della cultura 2015.

Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

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Budapest in due giorni: cosa visitare nella perla del Danubio

Era una meta che avevo in testa già da un po’ di tempo, ma che per un motivo o per un altro non riuscivo mai a visitare, poi parlando una sera a cena con una mia amica mi sono sentita dire:”anche io vorrei tanto andarci” e così, dopo aver ricostituito il gruppo del viaggio in Costa Azzurra, abbiamo prenotato il volo per….. Budapest!!!!
Pensate, avevamo così voglia di andarci, che, anche se eravamo solo in 4 persone,siamo partite da tre nazioni differenti, tutte alla conquista della capitale ungherese.
Nell’animo mi sento ancora giovanissima e anche fisicamente non mi posso lamentare e così per riuscire a prendere il volo migliore ho passato la notte in aeroporto……così da essere operativa alle 10:30 del mattino!
Dopo aver lasciato i bagagli in hotel e aver avuto un  breve spiegazione della città da parte della ragazza alla receptionist con cartina annessa, siamo partite alla conquista della città.
Budapest è chiamata anche la Perla del Danubio  e non è altro che l’unione delle città di Buda ed Obuda situate sulla sponda occidentale con la città di Pest situata sulla sponda orientale.
Proprio per questo motivo la capitale ungherese possiede numerosi ponti, uno più bello dell’altro dal mio punto di vista.
Il più famoso senza dubbio è il Ponte delle Catene ed è anche il più vecchio, ha una parte riservata alle auto e su entrambi i lati invece si snoda la parte pedonale; all’entrata, in entrambi i lati è decorato con statue di leoni alle quali sono legate delle leggende in quanto sembra che non abbiano la lingua.

Considerato molto importante proprio per la sua funzione di collegamento fra le due città, durante la seconda guerra mondiale venne fatto saltare dai tedeschi, per essere poi ricostruito pochi anni dopo.
Logicamente è stato la nostra prima meta, con una bella passeggiata dall’hotel l’abbiamo percorso e siamo arrivate sulla sponda opposta e abbiamo ammirato il castello in tutta la sua imponenza.
L’itinerario della prima giornata è poi proseguito con una passeggiata verso Piazza della Trinità che ospita al centro la colonna della trinità come dono per ringraziare la fine della pestilenza – strada facendo siamo anche passate davanti alla storica pasticceria Ruszurm frequentata in passato da Sissi- per poi raggiungere ed ammirare la chiesa di San Mattia.
La mia attenzione ed il mio cuore però sono stati catturati dal Bastione dei Pescatori, proprio di fianco alla chiesa; esso prende il nome dalla corporazione dei pescatori che era stata incaricata di difendere questo tratto di mura della città durante il Medioevo ed è composto da diverse torri e da una terrazza panoramica dalla quale si gode di una vista meravigliosa. Le sette torri rappresentano le sette tribù magiare.

Vi consiglio di fare il giro con calma perché è una costruzione che merita tanto.
Continuando la passeggiata siamo scese dalla collina e abbiamo continuato la nostra camminata sulla sponda del Danubio e ci siamo poi fermate in un localino per un pranzo veloce.
Dopo esserci rifocillate e riposate, ci siamo dedicate ad un’attività molto in voga a Budapest……. le terme!
Budapest possiede più di cento fonti termali naturali le cui acque hanno anche proprietà curative, conosciute già dai tempi dei romani e dei turchi; in ogni epoca vennero utilizzate e vennero inoltre costruite strutture termali e differenti bagni…….arrivati fino ai tempi nostri.
I complessi più conosciuti oggi sono quello di Szechenyi situato all’interno di un edificio in stile neo-barocco e considerato un complesso termale fra i più grandi d’Europa e quello di Gellert, ospitato in un edificio in stile liberty.

Io ho avuto il piacere di rilassarmi in quest’ultimo e vi assicuro che l’atmosfera che si respira già dal momento in cui vi s mette piede vale l’intera visita: vi sembrerà di tornare indietro negli anni, enormi spazi decorati con statue anticiperanno la vostra entrata agli spogliatoi e poi alle piscine. Troverete un’immensa vasca con acqua freschina e poi una vasca grande circa la metà della precedente dove invece l’acqua raggiunge la temperatura di 36°.
Una volta entrati non vorreste più uscire.
Logicamente non potete aspettarvi di trovare un centro benessere all’avanguardia, di ultimo grido, anzi dovrete apprezzare proprio il fatto di trovarvi all’interno di un edificio storico.
Ma l’esterno non è da meno, anche qui troverete un’immensa piscina con acqua a temperatura ambiente ed una più piccola con l’acqua che raggiunge sempre i 36° C; qui a fianco poi per i più temerari si trova anche una sauna.
Non voglio dilungarmi troppo, ma dovete assolutamente testare uno stabilimento termale….è una delle attrazioni di Budapest.
Belle rilassate abbiamo lasciato l’edifico, ma una volta fuori era scesa la notte e ci è quasi sembrato di essere state catapultate in un’altra città: Budapest in notturna è uno spettacolo meraviglioso, pura magia.
Tutti i maggiori monumenti e i bellissimi ponti sono illuminati, così noi ci siamo incamminate percorrendo questa volta il Liberty Bridge , un ponte in ferro dal colore verde in stile Art Nouveau che non ha niente da invidiare agli altri pur non essendo così famoso ….il mio preferito!!!

Non sapendolo in precedenza, ma accorgendoci solo al nostro arrivo, abbiamo constatato che durante il nostro soggiorno si svolgeva il Festival di Primavera, così la sera ci siamo recate in piazza dove erano presenti diverse casette in legno con differenti stand gastronomici e abbiamo cenato lì gustando piatti tipici ungheresi come il gulasch o il langos.
Il nostro secondo giorno in terra ungherese è iniziato con una buona colazione in hotel per poi proseguire alla scoperta di Pest questa volta.
Visita alla maestosa ed imponente cattedrale di Budapest, per poi proseguire verso l’Opera ed arrivare al Museo Casa del Terrore.
Servirebbe un’attenta e delicata spiegazione per parlarvi di questo luogo ma mi limito a dirvi che è stato il quartier generale della polizia politica sia nazista che comunista; testimonia i tragici effetti dei regimi che oppressero l’Ungheria attraverso musiche, luci e testimonianze dei superstiti.
Vi consiglio di visitarlo, racchiude tutta la storia dell’Ungheria.
Per stemperare la tensione, una volta uscite abbiamo percorso un viale alberato costeggiato da meravigliose villette antiche per poi raggiungere la piazza degli Eroi con il suo imponente obelisco.
Si tratta di una delle più belle ed importanti piazze ungheresi, al centro della quale si può ammirare il monumento del Millenario con le statue dei capi delle sette tribù magiare che fondarono l’Ungheria e altre statue rappresentanti personaggi storici (in questa piazza Michael Jackson girò un video per una sua canzone).
In un lato della piazza sorge il museo di belle arti e poco dietro si estende un grande parco cittadino, il parco Varosliget che ospita vari edifici di diversa provenienza storica e la famosa statua Anonymous.
Se avete tempo a disposizione rilassatevi in questa oasi verde nel centro della città….noi purtroppo ne avevamo poco! 🙁
Proprio perchè non potevamo perdere nemmeno un minuto, avevamo fatto la Budapest Sightseeing HOP-ON HOP-OF e in una decina di minuti, a bordo di un bus abbiamo raggiunto il molo da dove prendere il battello per fare il giro sul Danubio e raggiungere l’Isola Margherita.
Quest’ultima è un’isola situata al centro del fiume ed è raggiungibile anche percorrendo un ponte ed è la meta preferita degli ungheresi per praticare sport: è composta principalmente da un parco perfetto per praticare jogging o giri in bicicletta o semplicemente per riposarsi un pò, il suo nome deriva da Santa  Margherita d’Ungheria, figlia di Bela IV che visse in un convento sull’isola fino alla sua morte.
Il giro in battello è veramente suggestivo e secondo me raggiunge il suo apice nel momento in cui passa di fronte al parlamento e offre ai passeggeri la possibilità di ammirare l’edificio in tutto il suo splendore: quello di Budapest è infatti il parlamento più grande d’Europa.

Rimessi i piedi a terra abbiamo trascorso l’ultima ora prima di cena facendo un giretto in centro e gustando un dolce tipico: il kurtoskalacs.
Dopo aver gustato dell’ottimo gulasch abbiamo deciso di ritornare dalla parte di Buda per ammirare il parlamento tutto illuminato nella sua totale imponenza e bellezza.
Sarò ripetitiva ma il fascino che questa città sprigiona di notte è unico nel suo genere.
Purtroppo i nostri due giorni a disposizione sono volati, infatti il mattino siamo ripartite subito dopo colazione, ma non posso dimenticarmi di dirvi che Budapest vanta la sinagoga più grande d’Europa e terza nel mondo ed un mercato al coperto veramente interessante.
Le attrazioni sono veramente tante….ci ritornerò e vedrò di recuperare! 🙂
Il costo della vita è basso, forse è proprio per questo che è una meta molto gettonata negli ultimi anni.
Un saluto alla perla del Danubio.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

P.S.: se potete, fate una passeggiata sulla riva di Pest , dal ponte delle Catene in direzione del Parlamento e vedrete 60 paia di scarpe in bronzo, un memoriale dedicato a quegli ungheresi uccisi, solo perché ebrei. Un monumento che tocca veramente il cuore, mai dimenticare.

Europa

Che ne dite di un giretto sulla cremagliera più ripida del mondo?!Andiamo in Svizzera!

Soffrite di vertigini?!
Spero proprio di no, altrimenti non potreste mai raggiungere il luogo di cui vi sto per parlare.
Siamo in Svizzera, nei pressi di Lucerna e precisamente a Alpnachstad per prendere posto nella cremagliera più ripida del mondo.
Si tratta infatti di un treno speciale, che viaggia su due ruote a cremagliera grazie alle quali riesce a muoversi anche in salita.
Venne costruito dall’Ing. Eduard Locher nel 1899 a causa del gran numero di persone che dovevano raggiungere Pilatus Kulm e che fino ad allora risalivano al cima a piedi o a dorso di mulo.
Logicamente l’Ingegnere venne considerato pazzo per questa idea folle….. ed invece ancora oggi la sua invenzione è funzionante, anche se dal vapore si è passati all’elettricità.
Recatevi ad Alpnachstad e una volta fatto il biglietto potrete accomodarvi in uno dei 10 vagoni rossi che raggiungono la cima.

La cremagliera

L’esperienza è unica nel suo genere, infatti ancora oggi è la cremagliera più ripida del mondo con il suo 48% di pendenza.
Durante il percorso potrete ammirare pascoli alpini in fiore, ruscelli e pareti rocciose… per non parlare della meravigliosa vista che si ha sul lago.

Scorci dal finestrino

Seduti in quei sedili non si può non essere travolti da un insieme di  domande, prima fra tutte: “Ma come avranno fatto?!” Soprattutto quando si attraversano le strettissime gallerie, dove dal finestrino del treno alla parete di roccia ci sono circa 10 cm!

Passaggio all’interno di una galleria

Sicuramente il tragitto in cremagliera vale l’intero viaggio, ma la Pilatus Kulm non vi lascerà indifferenti.
Arrivati in cima infatti potrete decidere di intraprendere uno dei 3 o 4 sentieri ed esplorare la cima, con le sue gallerie e i suoi percorsi.
Da un versante potrete ammirare il Lago dei Quattro Cantoni, mentre dall’altro potrete vedere con i vostri occhi la fatica nel volto dei turisti più temerari che decidono di raggiungere la cima sulle proprie gambe.

Il lago fra le nubi

Se volete vivere con più calma l’intera esperienza, potete pernottare al Pilatus Kulm Hotel a 2132 m situato proprio di fianco al punto di arrivo…. esso venne aperto nel 1890 ma fu completamente restaurato nel 2010, quindi avrete a disposizione ogni genere di comodità.
Potete anche solo fermarvi al ristorante o gustare una bevanda calda in uno dei tavoli esterni godendovi il panorama mozzafiato, con una calda coperta sulle gambe.
Uno dei percorsi di cui vi parlavo prima, invece, è pieno di mistero, parla dei vari draghi vissuti in zona…. ma non posso svelarvi altro, dovrete scoprirlo da soli!!
Se siete di passaggio in Svizzera o se la vostra vacanza si svolge proprio in quella zona, non potete perdervi questa esperienza!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

P.S.: la cremagliera è aperta da maggio a novembre, se capitate in un altro periodo potete sempre prendere la cabinovia panoramica  dal versante opposto.

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Un ritratto del Moulin Rouge nel 150° compleanno di Henri De Toulouse Lautrec

Se vi chiedo di dirmi la città dell’amore per eccellenza, che rispondete??!! Parigi naturalmente!!
Su questa meravigliosa città devo ancora scrivere pur essendoci stata già tre volte, ma devo ammettere che mi rimane molto difficile, è “una macchina” di emozioni e ancora non ho trovato le parole giuste per raccontarvela.

Oggi però non potevo non rivolgerle almeno un pensiero, in quanto proprio oggi 24 novembre 2014 sarebbe stato il 150° compleanno dell’artista bohemien Henri De Toulouse Lautrec, noto pittore francese che creò anche i famosi manifesti pubblicitari per l’inimitabile Club Moulin Rouge di Parigi.
Sembra anche che avesse qui un posto riservato durante i cabaret e gli spettacoli.

Vorrei focalizzare l’attenzione proprio su questo luogo che ha fatto parlare di se per anni e anni ( ancora se ne parla), le cui pareti hanno visto talmente tante cose che noi non possiamo nemmeno immaginare.
Costruito del 1885, si trasformò in locale da ballo solo nel 1889, quando aprì i battenti il Bal du Moulin Rouge, lanciando in tutta Parigi e in seguito in tutto il mondo il mito delle sue ballerine di can-can vestite con colori sgargianti particolarmente snodate.
Erano gli anni della Belle Epoque e la bravura del pittore Toulouse Laurec ingrandì il mito.
Nel corso degli anni il quartiere di Pigalle e lo stesso mulino persero entusiasmo e lucentezza, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Logicamente ritrovarsi davanti al ” Mulino Rosso” non regala più le stesse emozioni di una volta e forse le aspettative sono molto alte (soprattutto se si arriva da una recente visione del film che ne descrive gli anni di maggiore sfarzo) e potrebbero essere deluse…. ma io vi consiglio di provarlo personalmente, vale la pena di essere visto con i propri occhi e poi trarrete le somme.

Io tendenzialmente non amo tornare in città già visitate, ma a Parigi è impossibile resistere, così quando ci sono tornata per la terza volta ho voluto vedere qualche aspetto nuovo….. e sono andata ad uno spettacolo al Moulin Rouge.
Tanti dicono che è solamente il fantasma di se stesso, io non sono d’accordo.
Dopo aver cenato in un delizioso ristorante lì vicino, io e il mio ragazzo ci siamo messi in coda per entrare in questo storico edificio e devo dire che l’affluenza non mancava (sicuramente erano tutti turisti come me, ma che c’è di male??!!).
La cosa negativa è che non si possono scattare fotografie all’interno, ma io ho memorizzato tutto ciò che ho visto! 🙂

Già all’ingresso si possono ammirare le locandine dei vecchi spettacoli, poi una scalinata porta all’ingresso principale, sormontato da un enorme lampadario luccicoso e dopo aver mostrato i biglietti, si aprono delle enormi tende e si torna indietro di più di 100 anni.
Tavolini e sedie disposti tutt’intorno al palco ( anche troppo ammassati per i miei gusti, ma d’altronde ai giorni d’oggi è solamente una macchina per fare soldi) ospitano i clienti del club tutti emozionati ed impazienti di assistere ad un meraviglioso spettacolo.
Calano le luci, si apre il sipario e bravissimi ballerini ( non solo donne) si alternano in svariate coreografie…. tutte molto belle, anche se il momento più atteso, è inutile dirlo, è quello del tipico can-can con abiti colorati come la bandiera  francese.

Come detto in precedenza si è sicuramente trasformato in un business, ma entrando lì, si riesce realmente ad immaginare il fasto e la grandezza dei tempi della Belle Epoque…quindi ( se trovate un biglietto non troppo costoso) vi consiglio di andarci.
Al prossimo viaggio,
viaggiatrice seriale.

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Londra sconosciuta o quasi: 3 tappe insolite

Londra si sa, offre una miriade di attrazioni da visitare (prima o poi ve ne parlerò, non l’ho ancora fatto lo so, forse perché è una delle prime mete visitate e quasi tutti hanno il piacere dia ammirarla di persona), proprio per questo oggi voglio parlarvi di tre luoghi che ho ammirato nell’ultima mia visita alla capitale, ma non sono monumenti, bensì molto turistici, quei luoghi che diventano famosi così, quasi per caso.
Se siete appassionati di Harry Potter mi capirete se vi dico che una mattina ho preso la metro solo per raggiungere la fermata di King’s Cross.
Qui, dopo il grandissimo successo della saga fantasy, hanno collocato semplicemente un carrellino su una parete. Vi pare poco??!!
Non scherziamo, eh! 🙂 Si tratta infatti della raffigurazione del momento della partenza dei maghetti per la scuola di Hogwarts, un carrellino che attraversa un muro per poi raggiungere la scuola di magia, su di esso è collocata Edvige (la civetta di Harry), sul muro è attaccata la scritta Platform 9 3/4 e due persone lavorano continuamente in questo posto, una ragazza  fa scegliere la sciarpa preferita fra quelle della scuola ed un fotografo scatta ininterrottamente fotografie che verranno poi vendute nel negozio adiacente.

Io non potevo credere ai miei occhi, c’è addirittura una transenna per creare dei tornelli quando c’è molta fila….. pensate un anonimo pezzo di muro quanto è diventato famoso!!! 🙂
La cosa bella però è che non necessariamente occorre acquistare la foto, quindi se volete un ricordo potete farvi immortalare con la vostra macchina fotografica.
Il secondo luogo che negli anni ha visto letteralmente il passaggio di migliaia di persone è ABBEY ROAD, o meglio il piccolo tratto di strada con le strisce pedonali.
Cosa avranno di così interessante vi starete chiedendo…..
Beh, sono le famosissime strisce immortalate nella copertina dell’album intitolato proprio ABBEY ROAD degli inimitabili Beatles.

A distanza di 45 anni ancora le persone si recano in questo minuscolo pezzetto di strada!!!
Il terzo luogo invece non lo conoscevo, mi ci ha portato la mia amica che vive a Londra ed effettivamente è quello più serio.
Si tratta di un’isola sul Tamigi in cui parecchi anni fa sorgeva il EEL PIE ISLAND HOTEL, un edificio signorile del XIX secolo nel quale si  sono esibiti grandissimi artisti, di tutti i generi musicali.
Negli anni 20-30 spopolava il liscio, poi è stato il momento del jazz e del blues fino ad arrivare agli anni 70 , quando nel locale hanno suonato musicisti del calibro dei Led Zeppelin, i Deep Purple, i Rolling Stones e i Pink Floyd. Il locale è stato chiuso e poi è stato distrutto da un grande incendio ed è stato riaperto in un’altra zona, ma quest’isola a Twickenham è davvero affascinante, nel 1970 era diventata la Comune Hippie più grande del Regno Unito.
Sulla terraferma, non lontano sorgeva Eel Pie Studios, luogo di alcune significative sale di registrazione.

Oggi vi si  accede solamente a piedi o in barca e l’intera isola è di proprietà privata e ospita circa 50 case, molto molto particolari.

Vi consiglio un giro in zona, per osservare un luogo lontano dal turismo di massa in cui sono passati personaggi illustri; se questo non vi interessa, vale anche solamente per una gustosa passeggiata lungo il Tamigi, magari in una meravigliosa giornata soleggiata come la mia ( un po’ di fortuna ogni tanto ci vuole)!
Il mondo è pieno di luoghi affascinanti, o comunque di luoghi che vuoi o non vuoi hanno avuto una certa importanza e di cui oggi si è persa traccia….a me piace scovare anche questi!

Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Europa

Una gita fuori porta da Londra: visita al Castello di Windsor

Hi guys!!! Siete mai stati a Londra?! Io ci sono tornata per la terza volta, così ho deciso di “lasciar perdere” il solito giro turistico e di dedicarmi a qualcosa di alternativo.
Oggi vi parlerò proprio di questo, di una giornata fuori porta a Londra, una giornata per visitare il Castello di Windsor , ossia la meta in cui la regina Elisabetta II trascorre la maggior parte dei weekend e gran parte dei mesi di aprile e giugno.
La costruzione ha l’aspetto del tipico castello delle fiabe, quasi perfetto con le sue torri e le merlature sorvegliate dai soldati in uniforme.
Raggiungerlo è molto semplice, il treno da Londra arriva proprio a Windsor, nemmeno dieci minuti di camminata e vi troverete all’entrata, sorvegliata da una statua della regina Vittoria.
Windsor è il castello abitato più grande del mondo e risale al 1080 ai tempi di Guglielmo il Conquistatore.
Negli anni ha subito parecchi cambiamenti dovuti sia ai gusti sia alle esigenze dei sovrani che lo abitavano.

La visita si svolge seguendo un percorso obbligato e tocca diverse ali della costruzione.
Da non perdere la Queen Mary’s Dolls’ House, un’intera casa costruita in scala che riproduce anche i più minuscoli dettagli che si possono immaginare.
Ma a mio avviso la stanza più stupefacente è la St George Hall; è la più ampia sala del castello con un soffitto di travi di legno di quercia, busti, stemmi ed armature.
Entrando si percepisce subito l’imponenza del luogo e uno schermo mostra il suo utilizzo da parte dei reali: un’immensa tavolata per tutta la lunghezza della stanza con a capotavola la sovrana che accoglie i propri ospiti; Windsor infatti viene spesso utilizzato per incontri di stato e anche  privati.
Un’altra zona molto suggestiva è quella del parco all’esterno – non serve dire che è curato a livelli maniacali – ( non si può nemmeno camminare sull’erba).
Quando visito un palazzo reale penso che si assomiglino tutti e spesso è così, ma questa volta ho provato qualcosa di diverso, forse perché ero consapevole che è tuttora abitato ( anche se sporadicamente) da una sovrana che ha fatto la storia, forse perché al suo interno si respira un’aria regale, ….. non so il motivo preciso ma mi sono emozionata.
Una volta fuori dalle mura si può continuare la visita al paese, magari fate come noi, gustatevi una buona tazza di tè inglese.
In 15 minuti di cammino si raggiunge l’Eton College, una delle più antiche e prestigiose scuole britanniche private.
Questa meravigliosa residenza ( e paese) si trova a soli 34 km da Londra ed è una buona alternativa ( o un valore aggiunto) al classico tour londinese, ve lo consiglio proprio.
Salutatemi la famiglia reale quando ci andate.

Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

P.S.: poco distante se volete rendere felici i vostri bambini sorge il parco a tema Legoland.