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Cosa vedere in un giorno a Mons

Come tutti ben sapete, viaggiando a volte dobbiamo scendere a compromessi e fare delle soste solamente perché abbiamo una coincidenza da prendere, perché non approfittarne?!
La scorsa volta ho passato una mezza giornata a Nizza prima di salire sul mio volo, questa volta invece sono stata qualche ora a Mons.
Mons è la capitale europea della cultura 2015 e proprio grazie a questo, visitarla adesso è il momento migliore.
Ci troviamo in Belgio e più precisamente in Vallonia.
Questa cittadina non è troppo grande, ma racchiude in sé diversi tesori.
La sua impronta medievale si può notare in tantissimi particolari.

Avendo la compagnia della mia fidata valigia, diciamo che non ero proprio comodissima nel muovermi, così ho optato per l’itinerario breve per scoprire la città.
Tutto parte dalla Grand Place, luogo in cui è possibile ammirare l’evoluzione dell’architettura dal XV secolo ad oggi, le facciate degli edifici sono a dir poco meravigliose; al centro della piazza potrete ammirare un anello dal diametro di 12 m, simbolo dei 19 comuni di Mons, così come dell’arena dello scontro fra San Giorgio ed il drago.

Da qui andate alla scoperta dell’Hotel de Ville, interamente in stile gotico, sormontato da un elegante campanile barocco:impossibile non riconoscerlo.
Prima di entrare però cercate la Scimmia della Gran Guardia ed accarezzatela con la mano sinistra, sembra porti fortuna! 🙂

Oltrepassato il cortile arriverete ai giardini di Mayeur dove oltre a godervi la pace del luogo potrete ammirare una statua molto apprezzata dai cittadini di Mons: il Monello; da qui mantenete il lato sinistro e dopo aver attraversato il passaggio Victor Hugo seguite via Cesar.

Anche senza seguire un itinerario particolare, sarete rapiti dalla bellezza dei vicoli e degli edifici della cittadina.
Appena arrivati in città avrete sicuramente visto l’imponente torre civica barocca, quindi dopo aver visitato il Parco del castello e la Cappella di San Callisto date un’occhiata alla torre che con i suoi 87 metri è riconosciuta Patrimonio mondiale dell’Unesco.
Arrivati a questo punto entrate e visitate l’imponente Collegiata Santa Waudru che racchiude in sé ben 29 cappelle, diverse sculture, delle vetrate meravigliose risalenti al XVI secolo ed il Carro d’Oro che ogni anno viene portato in processione.

Vi assicuro che al suo interno vi sentirete piccolissimi, è un edificio enorme e ricco di particolari.
Mons ha però anche un lato commerciale, uscendo dalla Collegiata infatti, se salite verso la zona pedonale, potrete dare ampio sfogo alla vostra voglia di fare shopping o ritornare alla Grand-Place e gustarvi uno spuntino in uno dei tanti bar.
Essendo la capitale europea della cultura 2015, la città vanta tantissime iniziative,come per esempio la mostra “Van Gogh au Borinage” presso il Museo delle belle Arti; il pittore olandese visse infatti a Mons per qualche anno.
Se siete pigri o stanchi potrete girare la città a bordo di biciclette a noleggio e per qualsiasi informazione recatevi – come ho fatto io – all’Ufficio del Turismo situato nella Grand-Place.
Questo itinerario è un po’ “misero”, la città offre altro, ma se come me avete poco tempo a disposizione è veramente perfetto, vi farà ammirare le principali attrazioni di Mons.
Scendendo leggermente arriverete alla stazione ferroviaria dalla quale potrete raggiungere molteplici destinazioni, io per esempio ho raggiunto l’aeroporto Charleroi e sono tornata all’ovile! 🙂
Un saluto dalla capitale europea della cultura 2015.

Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Europa

Budapest in due giorni: cosa visitare nella perla del Danubio

Era una meta che avevo in testa già da un po’ di tempo, ma che per un motivo o per un altro non riuscivo mai a visitare, poi parlando una sera a cena con una mia amica mi sono sentita dire:”anche io vorrei tanto andarci” e così, dopo aver ricostituito il gruppo del viaggio in Costa Azzurra, abbiamo prenotato il volo per….. Budapest!!!!
Pensate, avevamo così voglia di andarci, che, anche se eravamo solo in 4 persone,siamo partite da tre nazioni differenti, tutte alla conquista della capitale ungherese.
Nell’animo mi sento ancora giovanissima e anche fisicamente non mi posso lamentare e così per riuscire a prendere il volo migliore ho passato la notte in aeroporto……così da essere operativa alle 10:30 del mattino!
Dopo aver lasciato i bagagli in hotel e aver avuto un  breve spiegazione della città da parte della ragazza alla receptionist con cartina annessa, siamo partite alla conquista della città.
Budapest è chiamata anche la Perla del Danubio  e non è altro che l’unione delle città di Buda ed Obuda situate sulla sponda occidentale con la città di Pest situata sulla sponda orientale.
Proprio per questo motivo la capitale ungherese possiede numerosi ponti, uno più bello dell’altro dal mio punto di vista.
Il più famoso senza dubbio è il Ponte delle Catene ed è anche il più vecchio, ha una parte riservata alle auto e su entrambi i lati invece si snoda la parte pedonale; all’entrata, in entrambi i lati è decorato con statue di leoni alle quali sono legate delle leggende in quanto sembra che non abbiano la lingua.

Considerato molto importante proprio per la sua funzione di collegamento fra le due città, durante la seconda guerra mondiale venne fatto saltare dai tedeschi, per essere poi ricostruito pochi anni dopo.
Logicamente è stato la nostra prima meta, con una bella passeggiata dall’hotel l’abbiamo percorso e siamo arrivate sulla sponda opposta e abbiamo ammirato il castello in tutta la sua imponenza.
L’itinerario della prima giornata è poi proseguito con una passeggiata verso Piazza della Trinità che ospita al centro la colonna della trinità come dono per ringraziare la fine della pestilenza – strada facendo siamo anche passate davanti alla storica pasticceria Ruszurm frequentata in passato da Sissi- per poi raggiungere ed ammirare la chiesa di San Mattia.
La mia attenzione ed il mio cuore però sono stati catturati dal Bastione dei Pescatori, proprio di fianco alla chiesa; esso prende il nome dalla corporazione dei pescatori che era stata incaricata di difendere questo tratto di mura della città durante il Medioevo ed è composto da diverse torri e da una terrazza panoramica dalla quale si gode di una vista meravigliosa. Le sette torri rappresentano le sette tribù magiare.

Vi consiglio di fare il giro con calma perché è una costruzione che merita tanto.
Continuando la passeggiata siamo scese dalla collina e abbiamo continuato la nostra camminata sulla sponda del Danubio e ci siamo poi fermate in un localino per un pranzo veloce.
Dopo esserci rifocillate e riposate, ci siamo dedicate ad un’attività molto in voga a Budapest……. le terme!
Budapest possiede più di cento fonti termali naturali le cui acque hanno anche proprietà curative, conosciute già dai tempi dei romani e dei turchi; in ogni epoca vennero utilizzate e vennero inoltre costruite strutture termali e differenti bagni…….arrivati fino ai tempi nostri.
I complessi più conosciuti oggi sono quello di Szechenyi situato all’interno di un edificio in stile neo-barocco e considerato un complesso termale fra i più grandi d’Europa e quello di Gellert, ospitato in un edificio in stile liberty.

Io ho avuto il piacere di rilassarmi in quest’ultimo e vi assicuro che l’atmosfera che si respira già dal momento in cui vi s mette piede vale l’intera visita: vi sembrerà di tornare indietro negli anni, enormi spazi decorati con statue anticiperanno la vostra entrata agli spogliatoi e poi alle piscine. Troverete un’immensa vasca con acqua freschina e poi una vasca grande circa la metà della precedente dove invece l’acqua raggiunge la temperatura di 36°.
Una volta entrati non vorreste più uscire.
Logicamente non potete aspettarvi di trovare un centro benessere all’avanguardia, di ultimo grido, anzi dovrete apprezzare proprio il fatto di trovarvi all’interno di un edificio storico.
Ma l’esterno non è da meno, anche qui troverete un’immensa piscina con acqua a temperatura ambiente ed una più piccola con l’acqua che raggiunge sempre i 36° C; qui a fianco poi per i più temerari si trova anche una sauna.
Non voglio dilungarmi troppo, ma dovete assolutamente testare uno stabilimento termale….è una delle attrazioni di Budapest.
Belle rilassate abbiamo lasciato l’edifico, ma una volta fuori era scesa la notte e ci è quasi sembrato di essere state catapultate in un’altra città: Budapest in notturna è uno spettacolo meraviglioso, pura magia.
Tutti i maggiori monumenti e i bellissimi ponti sono illuminati, così noi ci siamo incamminate percorrendo questa volta il Liberty Bridge , un ponte in ferro dal colore verde in stile Art Nouveau che non ha niente da invidiare agli altri pur non essendo così famoso ….il mio preferito!!!

Non sapendolo in precedenza, ma accorgendoci solo al nostro arrivo, abbiamo constatato che durante il nostro soggiorno si svolgeva il Festival di Primavera, così la sera ci siamo recate in piazza dove erano presenti diverse casette in legno con differenti stand gastronomici e abbiamo cenato lì gustando piatti tipici ungheresi come il gulasch o il langos.
Il nostro secondo giorno in terra ungherese è iniziato con una buona colazione in hotel per poi proseguire alla scoperta di Pest questa volta.
Visita alla maestosa ed imponente cattedrale di Budapest, per poi proseguire verso l’Opera ed arrivare al Museo Casa del Terrore.
Servirebbe un’attenta e delicata spiegazione per parlarvi di questo luogo ma mi limito a dirvi che è stato il quartier generale della polizia politica sia nazista che comunista; testimonia i tragici effetti dei regimi che oppressero l’Ungheria attraverso musiche, luci e testimonianze dei superstiti.
Vi consiglio di visitarlo, racchiude tutta la storia dell’Ungheria.
Per stemperare la tensione, una volta uscite abbiamo percorso un viale alberato costeggiato da meravigliose villette antiche per poi raggiungere la piazza degli Eroi con il suo imponente obelisco.
Si tratta di una delle più belle ed importanti piazze ungheresi, al centro della quale si può ammirare il monumento del Millenario con le statue dei capi delle sette tribù magiare che fondarono l’Ungheria e altre statue rappresentanti personaggi storici (in questa piazza Michael Jackson girò un video per una sua canzone).
In un lato della piazza sorge il museo di belle arti e poco dietro si estende un grande parco cittadino, il parco Varosliget che ospita vari edifici di diversa provenienza storica e la famosa statua Anonymous.
Se avete tempo a disposizione rilassatevi in questa oasi verde nel centro della città….noi purtroppo ne avevamo poco! 🙁
Proprio perchè non potevamo perdere nemmeno un minuto, avevamo fatto la Budapest Sightseeing HOP-ON HOP-OF e in una decina di minuti, a bordo di un bus abbiamo raggiunto il molo da dove prendere il battello per fare il giro sul Danubio e raggiungere l’Isola Margherita.
Quest’ultima è un’isola situata al centro del fiume ed è raggiungibile anche percorrendo un ponte ed è la meta preferita degli ungheresi per praticare sport: è composta principalmente da un parco perfetto per praticare jogging o giri in bicicletta o semplicemente per riposarsi un pò, il suo nome deriva da Santa  Margherita d’Ungheria, figlia di Bela IV che visse in un convento sull’isola fino alla sua morte.
Il giro in battello è veramente suggestivo e secondo me raggiunge il suo apice nel momento in cui passa di fronte al parlamento e offre ai passeggeri la possibilità di ammirare l’edificio in tutto il suo splendore: quello di Budapest è infatti il parlamento più grande d’Europa.

Rimessi i piedi a terra abbiamo trascorso l’ultima ora prima di cena facendo un giretto in centro e gustando un dolce tipico: il kurtoskalacs.
Dopo aver gustato dell’ottimo gulasch abbiamo deciso di ritornare dalla parte di Buda per ammirare il parlamento tutto illuminato nella sua totale imponenza e bellezza.
Sarò ripetitiva ma il fascino che questa città sprigiona di notte è unico nel suo genere.
Purtroppo i nostri due giorni a disposizione sono volati, infatti il mattino siamo ripartite subito dopo colazione, ma non posso dimenticarmi di dirvi che Budapest vanta la sinagoga più grande d’Europa e terza nel mondo ed un mercato al coperto veramente interessante.
Le attrazioni sono veramente tante….ci ritornerò e vedrò di recuperare! 🙂
Il costo della vita è basso, forse è proprio per questo che è una meta molto gettonata negli ultimi anni.
Un saluto alla perla del Danubio.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

P.S.: se potete, fate una passeggiata sulla riva di Pest , dal ponte delle Catene in direzione del Parlamento e vedrete 60 paia di scarpe in bronzo, un memoriale dedicato a quegli ungheresi uccisi, solo perché ebrei. Un monumento che tocca veramente il cuore, mai dimenticare.

Asia, Mondo

Fare il bagno con le mante alle Maldive

Pur non sapendo nuotare (bene), non  mi tiro indietro di fronte ad un bagno con qualche animale diverso da quelli che incontro di solito.
Dopo avervi raccontato la mia esperienza con gli squali , con le tartarughe e la camminata subacquea, è arrivato il momento di parlarvi dell’escursione che mi ha permesso di fare il bagno con le mante!
Mi trovavo nel paradisiaco mondo delle Maldive e quando mi è stata proposta questa escursione non ci ho pensato un attimo, perché il mondo sommerso di queste isole è unico al mondo e di conseguenza anche questa esperienza lo sarebbe stata.
La “gita” è iniziata a bordo di una piccola barchetta che ci ha condotto al largo rispetto alla nostra spiaggia di partenza, raggiunto il luogo per il possibile avvistamento, il pilota si è spostato ulteriormente fino ad avvistarne alcune da sopra la barca.
A quel punto si è fermato, ha gettato l’ancora e noi, dopo aver indossato lo stretto necessario come maschera e pinne ci siamo tuffati insieme ad un ragazzo della nostra guest house che fungeva principalmente da guida.
Non è così immediato l’avvistamento, così il pilota della barchetta appena ne intravvedeva una dall’esterno, ci indicava la direzione e noi cercavamo di nuotarle incontro….ad un certo punto ho sentito delle esclamazioni di gioia da parte degli altri, e logicamente io non ho visto nulla! 🙁
Poco dopo per fortuna ne ho vista una, ma molto molto lontana, così non mi sono realmente resa conto di ciò che avevo davanti.
Ed eccola lì per fortuna, poco dopo, una grossa manta era proprio di fronte a me, ho cercato di non lasciarmi impressionare, ma non è stato facile: sono animali mansueti, ma immaginatevi di avere di fronte a voi un paio di ali che arrivano circa a 3 metri di apertura!!!

Superata la meraviglia e lo stupore per il mio primo avvistamento, mi sono messa d’impegno inseme agli altri e per fortuna ne ho avvistate altre.
Girando la testa questa volta sono riuscita a vedere due macchie viola, mentre poco dopo ne ho ammirata un’altra in tutta la sua apertura alare.
Vi garantisco che è qualcosa di unico!Animali così grandi e così vicini!!!

Non a caso ho saputo che sono fra le creature preferite dai subacquei.
Le mante appartengono alla famiglia delle razze, ma sono decisamente più grandi.
Logicamente pur essendo concentrata sull’avvistamento di questi enormi esemplari, non mi sono dimenticata delle meraviglie che offrono i fondali, così nel frattempo ho avvistato diversi pesciolini colorati e ammirato bellissimi coralli.
Che dire??!!Proprio una bella esperienza….se avete modo, vi consiglio proprio di farla!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

America

Las Vegas: cosa fare nella città più folle del mondo

Oggi vi porto a conoscere la città più folle del pianeta, siete contenti??!!!
Andiamo a Las Vegas!!!

Si è scritto e detto di tutto in merito a questo incredibile luogo, perso nel deserto del Nevada in cui le convinzioni, le proporzioni e le certezze vacillano ad ogni passo.
E’ stata una delle mete del mio viaggio in California, insieme a San Francisco e Los Angeles.
Il momento dell’arrivo è già di per se qualcosa di unico: io sono arrivata in aereo che era ancora giorno e guardando dal finestrino, dopo aver visto solo deserto per un po’, mi si è presentata davanti agli occhi una città intera, come per magia! Ma credo che arrivare di notte e poter subito realizzare l’unicità di questo posto sia ancora più devastante.
Come già saprete, questa folle città è praticamente l’insieme di molti hotel stravaganti che ospitano al proprio interno differenti casinò in cui la gente spera e sogna di cambiare la propria vita.
La via principale sui cui si affacciano tutti questi edifici è la Strip ed è lunga precisamente 6,75 km… lo so perché l’ho percorsa tutta dall’inizio alla fine in un’unica sera!
Neon, neon e ancora neon… è questo che vedrete in qualsiasi direzione vi giriate: queste luci sono un segno distintivo della città del peccato.
Si sa, chi viene qui non può esimersi dal sedersi ad un tavolo da gioco o di fronte ad una slot machine, ma Vegas non è solo questo, è la replica del mondo.
Qui infatti potrete andare da Parigi a Venezia in un battibaleno, facendo un salto anche in Egitto se vi va.

Gli hotel sono vere e proprie opere d’arte da visitare ed ammirare con attenzione; al loro interno potrete trovare esposizioni temporanee di elevata qualità.

In un luogo dove tutto è effimero, la storia è rappresentata dal primo hotel-casinò che venne costruito nel 1946 dal gangster Bugsy Siegel: il Flamingo.
Las Vegas diventò ufficialmente una città il 16 marzo del 1911.
Se avete paura del caldo o semplicemente non avete voglia di esporvi al sole, state tranquilli perché potete anche non uscire mai ( o quasi) allo scoperto, in quanto quasi tutti gli hotel sono collegati fra loro…dove finisce uno ne inizia un altro e proprio per questo si perde anche la cognizione del tempo, perché, per esempio, al Venetian c’è un limpidissimo cielo azzurro che sovrasta la laguna…. anche alle 4 del mattino!
Parlando di clima però, devo avvertirvi che è veramente molto ma molto caldo, quindi fate scorta di cappellini e creme solari,così potrete uscire anche di giorno.
Non potendo illustrarvi i musei, mi limiterò a fare la stessa cosa degli hotel! 🙂
Io sono stata al The Venetian e devo dire che sono rimasta effettivamente sconvolta: è uguale alla realtà… ma si tratta di un’unica struttura con 7000 camere!!!!

Al Caesars Palace potrete immedesimarvi negli antichi romani, mentre al Luxor potrete fare due parole con la sfinge o aggirarvi all’interno di una piramide moderna.

Che dire del Bellagio?! Magnifico come la sua fontana esterna con gli spettacoli degli spruzzi d’acqua (dovete prendere gli orari e assistere almeno ad uno di essi).
Se amate la ville lumiere dovete soggiornare al  Paris Hotel, se invece preferite la natura andate al Mirage che ospita anche un giardino segreto.

E’ veramente difficile spiegare a parole la grandezza di questo luogo…. mi viene in mente solo una canzone che fa : “soldi, soldi, soldi, tanti soldi…..”
Las Vegas è la città del peccato, del divertimento, del gioco d’azzardo….delle follie.
Salite sulla Stratosphere Tower a 350 metri d’altezza, così potrete dominare tutta la città….e se siete dei veri temerari potrete anche salire sulla giostra sporta nel vuoto o fare bungee jumping.
Volete fare una pazzia e sposarvi a Las Vegas?!? Riuscirete ad organizzare tutto in pochissimo tempo, gli hotel hanno al loro interno una cappella e organizzano matrimoni a tema, ma se preferite le piccole cappelle sparse per la città (come quelle che vediamo nei film per intenderci)  ed Elvis come testimone non preoccupatevi, ne troverete a dismisura! Ricordatevi però che poi siete effettivamente sposati, il matrimonio vale anche in Italia, anche se dovrà essere trascritto.
La città offre tutto questo e tantissimo altro, come meravigliosi spettacoli del Cirque du Soleil o una via completamente pedonale ricoperta da un “soffitto” formato esclusivamente da luci a led.

I dintorni di Las Vegas offrono la possibilità di ammirare alcuni tra i più bei paesaggi di tutto il Southwest, ve lo assicuro personalmente, visto che ho avuto la fortuna di fare un’escursione in elicottero su una valle meravigliosa…. ma questa è un’altra storia.
Ragazzi Las Vegas deve essere vista e soprattutto vissuta almeno una volta nella vita!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

America

Una visita al Guggenheim di New York

Il telefono suona, è arrivata una mail……del Guggenheim Museum di New York.
Eh si, ho avuto la fortuna di visitarlo e adesso periodicamente vengo informata sulle varie mostre temporanee.
Ci siete mai stati?! Se l’avete visitato mi capirete sicuramente, se invece non ci avete mai messo piede, potete farlo ora insieme a me!
Sono stata a N.Y. due volte e la prima volta non mi sono concentrata troppo sui musei, ma la seconda volta – complice anche il tempo non sempre troppo bello – è stata all’insegna dell’arte.
Il Solomon R. Guggenheim fa innamorare qualsiasi persona già dall’esterno, perché è impossibile non essere attratti da quell’immensa struttura bianca, dalla forma strana che sovrasta il civico 89 della 5h Avenue.
Sembra un immenso rotolo di nastro bianco avvolto, più grande in cima rispetto alla base ed è considerato uno dei capolavori dell’architettura moderna.

Guggenheim visto da fuori

Fu creato per ospitare le opere più all’avanguardia del momento e tutt’oggi è un museo di arte moderna e arte contemporanea.
La sua struttura è a spirale, si può iniziare la visita dalla base e risalire piano piano la “chiocciola” ammirando le varie opere esposte oppure si può salire direttamente in cima con un ascensore e fare la visita completamente opposta scendendo la spirale.
In entrambi i casi vi garantisco che è molto suggestivo….sicuramente diverso da tutti gli altri musei.
Oltre alle opere esposte lungo i muri della spirale, vi sono anche alcune stanze al di fuori della chiocciola che ospitano le varie mostre.

Spirale interna

Sicuramente si trovano dipinti e invenzioni che guardano al futuro.
Una cosa che amo molto di questo edificio, è la sua visuale da Central Park……camminando in un lato del grande giardino infatti, è possibile ammirare la grande chiocciola bianca in tutto il suo splendore; è uno scorcio che amo molto.
Non mi soffermo troppo sulle varie esposizioni, secondo me la struttura del museo è già abbastanza….per saperne di più non vi resta che visitarle personalmente!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Asia, Mondo

Maldive: perle nell’oceano

Immaginate una collana di perle rotta, con le singole sfere sparse qua e là.
Immaginate le perle di un colore che varia fra l’azzurro ed il blu….è questo lo spettacolo che vi troverete ad ammirare da un aereo o da un idrovolante sorvolando le Maldive.

Il mare di queste isole è considerato il più bello del mondo, e dopo averlo visto capisco il perchè.
Le Maldive sono più di 1000 isole, molte delle quali disabitate, raggruppate in diversi atolli.
In molti casi una singola isola è occupata da un solo villaggio.

Da circa due anni a questa parte, il turismo ha subito un grandissimo cambiamento.
Il governo locale infatti ha concesso l’entrata dei turisti anche nelle isole abitate dalla popolazione locale e questo aspetto ha creato una fonte di reddito per gli abitanti;  si è notato un forte incremento del numero delle Guest House nelle varie isole.
Prima di questa riforma infatti, se una persona andava in vacanza alle Maldive doveva necessariamente andare in un villaggio.
Ho voluto approfondire questo discorso, e ho chiesto ad un gestore della nostra guest house cosa ne pensassero gli abitanti di questa “invasione” di turisti e lui mi ha detto che è vista di buon occhio in quanto è tutta una questione di business e quindi per loro è lavoro.
Logicamente  rispetto ad un villaggio ci sono delle restrizioni e un buon viaggiatore dovrebbe sempre rispettare gli usi ed i costumi del luogo che visita: qui sono vietati gli alcolici e le donne è bene che abbiano le gambe e le spalle sempre coperte (diciamo che con il caldo si girerebbe molto volentieri abbastanza leggeri, ma basta semplicemente tenersi un pareo in borsa e legarselo in vita nel momento in cui si esce della spiaggia).
Parlando di spiagge dovete sapere che ci sono quelle riservate ai turisti, in cui le donne possono indossare il bikini e poi ci sono quelle destinate alla popolazione.
Pur avendo sempre sentito solo  commenti positivi sulle Maldive, non ne sono mai stata particolarmente attratta in quanto amo il mare, ma devo sempre avere anche un’alternativa, qualcosa da visitare .
Per questo motivo non ho mai preso in considerazione questa meta, ma quando si presenta  una super offerta,  capisci che è l’ occasione “della vita” ed è impossibile non approfittarne.
Prenotato il volo  non restava altro che decidere in quale atollo andare.
Beh, devo dire che se non si vuole andare solo in un villaggio, l’organizzazione del viaggio può risultare un po’ complicata.
Dopo diverse ricerche io ed il mio ragazzo abbiamo deciso di andare  alla scoperta delle isole abitate e di non rinchiuderci in un villaggio.
Una volta arrivati in aeroporto abbiamo raggiunto l’isola di Malè (che è di fronte a quella in cui si trova lì aeroporto) su un traghetto e  da qui abbiamo preso la barca veloce che ci aveva precedentemente prenotato la guest house e dopo circa un’ora e mezza di viaggio abbiamo raggiunto la nostra prima meta: l’isola di Thoddoo nell’arcipelago di Ari Nord.
Ad attenderci  al porto c’erano  i ragazzi della guest house che ci hanno accompagnato a destinazione a bordo di 2 scooter.
Ed eccoci arrivati nel nostro primo alloggio dove abbiamo trascorso le prime tre notti.
Devo ammettere che l’accoglienza dei ragazzi della guest house è stata veramente eccellente, hanno cercato in ogni modo di soddisfare ogni nostra richiesta.
Dopo un viaggio lunghissimo  siamo andati finalmente  a salutare questo mare meraviglioso che avevamo solo visto in fotografia e abbiamo subito constatato che dal vivo era ancora più bello.
Le giornate sono trascorse fra lunghi bagni, tintarella ed un’escursione  al largo per fare il bagno con le mante: un’esperienza unica.
Nella tarda mattinata del terzo giorno abbiamo lasciato l’isola e a bordo di un traghetto locale abbiamo raggiunto l’isola di Ukulhas.
Quest’isola è piccolissima , circa 1 km x 2 km e anche questa volta abbiamo optato per un’isola abitata e quindi ci siamo sistemati in un’altra guest house per due notti.
Il giorno del nostro arrivo l’abbiamo trascorso in relax in spiaggia e abbiamo concluso la giornata con un meraviglioso tramonto sul mare..
Il giorno successivo è stato quello più bello in assoluto dell’intera vacanza.
Come da accordi presi il giorno precedente, al mattino siamo partiti a bordo di una barchetta di legno insieme a due ragazzi della guest house che si sono presi cura di noi per tutto la giornata.
L’escursione infatti era in un’ isola deserta, dove i due ragazzi ci hanno piantato l’ombrellone e ci hanno preparato il pranzo a base di pesce cotto alla brace…. Non prima di averci offerto il latte di due belle noci di cocco.
In tutta la giornata abbiamo incontrato circa 8 persone, che come noi erano state accompagnate  sull’isola per godere di tanta bellezza.
Posso affermare che il mare che ho visto in quella giornata non l’ho mai visto in vita mia: il mare delle Maldive è il più bello del mondo ( almeno per me, per il momento).
La sera siamo andati a cena in uno dei due ristoranti dell’isola e il mattino successivo ci siamo spostati di nuovo……direzione villaggio!
Si, avete capito bene, abbiamo deciso di provare anche l’esperienza del villaggio, almeno per una notte!!!
Il trasporto per il villaggio è stato organizzato dalla guest  house in cui  abbiamo pernottato i giorni precedenti, in quanto non esistono collegamenti diretti, così in motoscafo nel giro di una mezzoretta abbiamo raggiunto il resort.
Ecco, da questo momento in poi  la vacanza ha cambiato stile…… la nostra casina vista  mare con i suoi lettini e la sua amaca ci stava aspettando.
Abbiamo trascorso due giorni ed una notte come dei pascià, ombrelloni di paglia, piscina con vista mare, pasti con dei buffet immensi  e puro relax.
L’attrattiva principale e la fonte di emozioni  meravigliose è senza dubbio il mondo sommerso delle Maldive.
Ho visto pesci di ogni genere, dai colori sgargianti, murene, delfini, mante e squali.
Dovevo auto-impormi di uscire dall’acqua dopo un tot di tempo, perché se seguivo il mio istinto ci sarei rimasta per intere ore.
Oltre alle bellezze del mondo marino, l’altra cosa indescrivibile sono i tramonti: ogni sera quella palla rossastra-arancione regalava emozioni uniche.
E’ risaputo che anche le cose belle finiscono, così dal resort abbiamo raggiunto Malè in idrovolante e anche questa è stata un’esperienza che mi porterò sempre nel cuore….sorvolare i vari atolli e le varie isole è a dir poco stupendo.
Avendo l’aereo il mattino presto, abbiamo trascorso l’ultima notte in un hotel vicino l’aeroporto e con circa 12 ore di volo siamo tornati nel nostro pezzettino di mondo….. con il cuore pieno di emozioni e ricordi.
Al prossimo viaggio,

Viaggiatrice seriale.

Asia, Mondo

Sorvolare le Maldive in idrovolante: un’esperienza unica.

Amate volare o per voi è una vera tortura e non vedete l’ora di appoggiare di nuovo i piedi a terra?!
A me piace molto, ma devo ammettere che il volo più bello in assoluto non è stato con un aereo di linea, ma facendo il giro in elicottero sul Grand Canyon.
Un’emozione indescrivibile!
Oggi però voglio parlarvi del mio secondo più bel volo e logicamente anche questo è avvenuto con un mezzo differente.
Sto parlando del volo in idrovolante…. l’avete mai fatto?

Idrovolante appena atterrato

Mi trovavo alle Maldive e già questo basta per immaginarsi la meraviglia che ho potuto ammirare in quei 15 minuti di volo.
Ma facciamo un passo alla volta.
Noi eravamo nella sala d’attesa – o meglio in una parte del pontile trasformata in sala d’attesa con tanto di divanetti- quando abbiamo sentito un rumore assordante avvicinarsi sempre più; il nostro idrovolante stava arrivando e così tutti curiosi ci siamo messi ad ammirare le varie manovre e in men che non si dica abbiamo visto solo spruzzi d’acqua bianchi crearsi sotto i dispositivi galleggianti del velivolo: era atterrato.
Il velivolo ha circa 12 posti a sedere, così è necessario lasciare ogni genere di bagaglio all’entrata, che gli addetti sistemeranno nella parte posteriore del velivolo.
La “cabina” è visibile a tutti i passeggeri, infatti i due posti riservati al pilota e al suo secondo sono separati dal resto dell’idrovolante da una piccola porticina che resta aperta, così per i più curiosi è possibile vedere tutti i pulsanti e  la strumentazione.
Una volta che tutti i passeggeri hanno preso posto e allacciato le cinture, un membro del personale sgancia la corda con la quale il velivolo era stato “ancorato” al pontile e il pilota inizia le manovre di decollo.
Fondamentalmente la prassi è come quella di un qualsiasi aereo, ma guardando fuori dai finestrini ci si rende conto che ci si sta muovendo sull’acqua, il rumore cresce a dismisura, i dispositivi galleggianti pattinano sull’acqua sempre più velocemente fino a staccarsi e a creare immensi spruzzi bianchi ed è così che si prende il volo.
Ecco che arriva la parte migliore, considerate che gli idrovolanti vengono utilizzati soprattutto per spostamenti fra isole, quindi una volta decollati si ha la fortuna di poter ammirare qualcosa di unico fuori dal finestrino.

Vista durante il volo

La vista delle isole delle Maldive dall’alto è qualcosa di indescrivibile, immaginate delle perle sparse, di un colore che varia dall’azzurro al trasparente: è quello che vedranno i vostri occhi.
Ogni isola è differente da un’altra, si riesce a distinguere l’inizio della barriera corallina, si possono ammirare le svariate forme che assumono i vari resort con le loro case sull’acqua, si  vede il reef e la sabbia sembra borotalco.
Si vedono isole deserte e con poca vegetazione, si sorvolano isole abitate e quindi si distinguono i vari edifici fino ad arrivare all’idroscalo, dove il panorama cambia, infatti si vedono solo tanti altri idrovolanti o parcheggiati o in partenza.

Il pilota inizia le manovre di atterraggio e ancora una volta in men che non si dica ci si ritrova sul”acqua.
Il momento dell’impatto non è affatto brusco, non preoccupatevi.
Motori spenti, idrovolante “ancorato” al pontile con una corda, porte aperte e via che i passeggeri possono scendere.
I bagagli vengono portati dagli addetti direttamente sul pullman che accompagna i passeggeri dall’idroscalo all’aeroporto.
Per raggiungere le varie isole ed i vari resort delle Maldive le soluzioni sono due: o la barca ( o il traghetto a seconda della distanza dell’isola che dovete raggiungere) o l’idrovolante.
Quando fate una prenotazione i resort organizzano già per voi il trasporto, logicamente il costo dell’idrovolante è nettamente superiore al costo della barca, ma vi assicuro che è un’esperienza da provare, ne vale assolutamente la pena (magari potete fare l’andata con un mezzo ed il ritorno con l’altro).
Nella mia classifica personale questo tipo di volo si aggiudica la medaglia d’argento….vedremo quale sarà la prossima esperienza! 🙂
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Asia, Mondo

Nuotare con gli squali alle Maldive

Che sensazione vi evoca la parola “squalo”?

La associate a qualcosa di negativo, pauroso e pericoloso?!
Fino a poco tempo fa era così anche per me, ma oggi posso dire di aver nuotato con gli squali.
Non sto scherzando e non sono nemmeno un sub, stavo semplicemente facendo snorkelling quando ho visto davanti ai miei occhi -anzi alla mia maschera- uno di questi pesci.
Ero alle Maldive e logicamente la specie che si trova in alcune di queste isole non è affatto pericolosa e non attacca l’uomo.
Si tratta infatti di esemplari piccoli, che raggiungono al massimo  1 metro circa  e che si spingono fin quasi a riva, in determinati orari della giornata.
Mi trovavo sul pontile ad ammirare il tramonto la prima volta che ne ho avvistati alcuni nelle acque basse davanti a me e con mio stupore ho realizzato che nello stesso momento c’erano diverse persone in acqua.
Squalo avvistato dal pontile
Pur essendo a conoscenza del fatto che non si trattava di una specie pericolosa, fa sempre un certo effetto l’accoppiata uomo-squalo…… ma il giorno dopo non ho resistito e logicamente mi sono spinta in acqua alla ricerca sfrenata di questi pescioloni.
Il mio ragazzo è stato più fortunato e ne ha avvistati alcuni prima di me, ma io non mi sono persa d’animo e ho continuato ad ammirare il meraviglioso mondo sommerso stupendomi come una bambina davanti ad ogni nuovo pesce che vedevo finché è successo:eccolo lì, proprio davanti ai miei occhi il soggetto della mia lunga ricerca!
Sono subito riemersa, ho avvisato il mio ragazzo (dovevo condividerlo con qualcuno) e mi sono subito immersa di nuovo e per qualche secondo sono riuscita a guardarlo finché non si è dileguato!
Si sa che l’acqua inganna un po’ e la percezione visiva non è proprio quella effettiva, comunque l’esemplare che ho visto non era proprio piccolissimo!
Super contenta ho continuato il mio snorkelling ma per quella giornata mi sono dovuta accontentare di un unico incontro ravvicinato…. gli altri squali che ho visto infatti erano sempre quelli sotto al pontile.
Il mattino seguente invece ho vissuto un’altra esperienza, stavo passeggiando sul bagnasciuga quando ho notato un squaletto veramente piccino a pochi centimetri dai miei piedi…….. ed è stato così per un po’, infatti abbiamo continuato a muoverci l’una al fianco dell altro.
Squalo avvistato dal pontile
Questo è quello che accade nelle acque basse, spingendosi al largo invece e prendendo parte alle varie escursioni gli incontri sono completamente differenti: squali martello e addirittura squali balena potrebbero passarvi davanti agli occhi!
Beh, diciamo che in quel caso sono sicura che non riuscirei a mantenere una gran calma! 🙂
Anche se si trattava di piccoli esemplari, vi assicuro che è davvero emozionante realizzare di trovarsi in acqua con uno squalo!
Gli incontri sottomarini non sono affatto finiti in queste meravigliose isole, a breve vi parlerò di un altro bellissimo animale che ho avuto la fortuna di vedere……
Viaggiatrice seriale.
Europa

Che ne dite di un giretto sulla cremagliera più ripida del mondo?!Andiamo in Svizzera!

Soffrite di vertigini?!
Spero proprio di no, altrimenti non potreste mai raggiungere il luogo di cui vi sto per parlare.
Siamo in Svizzera, nei pressi di Lucerna e precisamente a Alpnachstad per prendere posto nella cremagliera più ripida del mondo.
Si tratta infatti di un treno speciale, che viaggia su due ruote a cremagliera grazie alle quali riesce a muoversi anche in salita.
Venne costruito dall’Ing. Eduard Locher nel 1899 a causa del gran numero di persone che dovevano raggiungere Pilatus Kulm e che fino ad allora risalivano al cima a piedi o a dorso di mulo.
Logicamente l’Ingegnere venne considerato pazzo per questa idea folle….. ed invece ancora oggi la sua invenzione è funzionante, anche se dal vapore si è passati all’elettricità.
Recatevi ad Alpnachstad e una volta fatto il biglietto potrete accomodarvi in uno dei 10 vagoni rossi che raggiungono la cima.

La cremagliera

L’esperienza è unica nel suo genere, infatti ancora oggi è la cremagliera più ripida del mondo con il suo 48% di pendenza.
Durante il percorso potrete ammirare pascoli alpini in fiore, ruscelli e pareti rocciose… per non parlare della meravigliosa vista che si ha sul lago.

Scorci dal finestrino

Seduti in quei sedili non si può non essere travolti da un insieme di  domande, prima fra tutte: “Ma come avranno fatto?!” Soprattutto quando si attraversano le strettissime gallerie, dove dal finestrino del treno alla parete di roccia ci sono circa 10 cm!

Passaggio all’interno di una galleria

Sicuramente il tragitto in cremagliera vale l’intero viaggio, ma la Pilatus Kulm non vi lascerà indifferenti.
Arrivati in cima infatti potrete decidere di intraprendere uno dei 3 o 4 sentieri ed esplorare la cima, con le sue gallerie e i suoi percorsi.
Da un versante potrete ammirare il Lago dei Quattro Cantoni, mentre dall’altro potrete vedere con i vostri occhi la fatica nel volto dei turisti più temerari che decidono di raggiungere la cima sulle proprie gambe.

Il lago fra le nubi

Se volete vivere con più calma l’intera esperienza, potete pernottare al Pilatus Kulm Hotel a 2132 m situato proprio di fianco al punto di arrivo…. esso venne aperto nel 1890 ma fu completamente restaurato nel 2010, quindi avrete a disposizione ogni genere di comodità.
Potete anche solo fermarvi al ristorante o gustare una bevanda calda in uno dei tavoli esterni godendovi il panorama mozzafiato, con una calda coperta sulle gambe.
Uno dei percorsi di cui vi parlavo prima, invece, è pieno di mistero, parla dei vari draghi vissuti in zona…. ma non posso svelarvi altro, dovrete scoprirlo da soli!!
Se siete di passaggio in Svizzera o se la vostra vacanza si svolge proprio in quella zona, non potete perdervi questa esperienza!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

P.S.: la cremagliera è aperta da maggio a novembre, se capitate in un altro periodo potete sempre prendere la cabinovia panoramica  dal versante opposto.

Asia, Mondo

Malesia: visitare la foresta di Taman Negara

La Malesia mi è entrata nel cuore e credo che si sia capito dai miei post precedenti.
Per concludere il racconto del viaggio in questo paese dai mille aspetti, è rimasta la parte inerente alla giungla.
Anche se avevamo poco tempo a disposizione non volevamo rinunciare ad una “gita” nel verde pur essendo rientrati a K.L.
Abbiamo cercato un’agenzia che organizzasse escursioni, non è difficile trovarne, il problema era che noi volevamo stare solo due giorni ed una notte e questo era già più complicato.
Non ci siamo arresi e così una mattina alle 07.00 siamo partiti in pullman da K.L. alla volta di Jerantut.

Jerantut

Questa era la tappa intermedia, il luogo in cui si trovava effettivamente la compagnia che organizzava l’escursione (in città trovate solo qualche negozietto e la stazione dell’autobus).
Dopo una lunga attesa in una stanza trasformata in ufficio siamo di nuovo partiti in pullman col quale siamo poi arrivati al punto di imbarco sul fiume.
Avevamo scelto infatti l’attraversata sul fiume…. impossibile esimersi.
Bagaglio piccolo, crema solare e tanto repellente per zanzare e via che è iniziato il nostro viaggio a bordo di una lancia, una barca in legno, tipica della zona, in cui è solamente possibile sedersi sul fondo, sopra una specie di cuscini di fortuna…. ma faceva parte dell’avventura.

La nostra barchetta

Le acque del fiume erano di un marrone chiaro e durante la navigazione (di circa 2 ore) abbiamo incontrato qualche animale e tantissime barche identiche alla nostra, che tornavano indietro a recuperare altre persone.
Diciamo che la comodità è molto differente, ma ne è valsa la pena.
Arrivati a destinazione, la guida ha fatto una piccola spiegazione e ha distribuito delle cartine.
Infatti il punto di arrivo era un bar su una sponda del fiume, ma la foresta ( e il nostro hotel) si trovava sull’altra sponda del fiume, quindi per spostarsi occorreva prendere un taxi (una barchetta che trasportava passeggeri da una sponda all’altra in continuazione).
Ed ecco posato il piede sull’altra sponda del fiume e quindi ufficialmente arrivati al Taman Negara.

Natura allo stato puro

La sera abbiamo cenato nel bar/ristorante galleggiante che era stata la nostra prima tappa e siamo partiti per il safari notturno in un palmeto.
Eravamo a sedere se delle panche ricavate nel cassone di una jeep e da lì abbiamo ammirato la vita notturna degli abitanti del palmeto, scorgendo, aiutati dalla guida, diversi tipi di uccelli che dormivano e qualche rettile.
Pensate che l’avvistamento più significativo è stato fatto lungo la strada principale, sui tralicci della luce, dove ci è apparso una specie di roditore.
La nostra stanza, o meglio la nostra casetta in legno era veramente suggestiva e abbiamo potuto ammirarla meglio il mattino seguente quando siamo usciti e siamo partiti alla “conquista” della foresta!

Il nostro alloggio

All’interno del resort si trova la biglietteria e l’ingresso effettivo al parco, dove consegnano ai turisti oltre al biglietto, anche una mappa per orientarsi.
Il Taman Negara infatti con i suoi 4343 km quadrati è il maggiore parco della Malesia Peninsulare che ospita e difende tantissime specie di animali e vegetali.

Al suo interno sono previste diverse attività, il canopy, il rafting con annesso bagno nelle rapide, la visita alle grotte e la scalata del monte Gunung Tahan; con noi sono partiti tanti escursionisti che avrebbero poi camminato per giorni interi all’interno del parco, dormendo nelle tende che trasportavano nei loro zaini.
Il percorso all’interno della foresta è tutto rialzato, si cammina infatti su delle travi di legno rialzate da terra, ma è bene avere la cartina perchè il paesaggio è quasi sempre lo stesso ed è molto  facile perdersi.
Dopo circa 45  minuti di camminata si raggiunge il punto di partenza dei vari ponti sospesi a diversi metri d’altezza…. se non soffrite di vertigini è un percorso da fare.

Ponte sospeso

All’interno del parco vivono rari mammiferi come la tigre malese, il rinoceronte di Sumatra e l’elefante asiatico.
Logicamente noi eravamo proprio all’inizio della  riserva e gli animali se ne stanno decisamente molto all’interno, ma vi consiglio comunque una visita, poter ammirare una vegetazione del genere non è  da tutti.
Siccome avevamo finito la nostra visita e l’orario del mezzo di trasporto (via terra questa volta) per il ritorno sarebbe stato dopo diverse ore e lì in zona non c’è niente, ci siamo avventurati in città e abbiamo trovato un ragazzo gentilissimo che aveva appena accompagnato un gruppo di turisti e doveva tornare a K.L. che ci ha offerto un passaggio.
Con una spesa poco più alta rispetto al biglietto dell’autobus, ma con una comodità decisamente maggiore abbiamo accettato il passaggio e siamo tornati a K.L. in serata, acquisendo anche delle informazioni dal nostro amico autista.
E’ stata proprio un’ottima esperienza.
Non a tutti piace il Taman Negara… se credete di fare un safari come in Africa ed avvistare grossi mammiferi vi sbagliate di grosso e ne rimarrete delusi…. ma se vi avventurate con le giuste aspettative ne rimarrete di sicuro affascinati: stiamo comunque parlando di una foresta.
Ciao Malesia….spero di rivederti un giorno!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice Seriale.