In questi giorni vi sto aggiornando solamente sul Natale, forse sono un po’ monotematica, ma credo di fare la cosa giusta!
Vi lascio una vasta scelta di opportunità per le feste.
Conoscete l’Albero di Natale più grande del mondo?!
Per poterlo ammirare dovrete andare in Umbria, più precisamente a Gubbio.
Sulle pendici del monte Igino, vengono posizionati più di 750 corpi luminosi che compongono circa una lunghezza di 8,5 Km di cavi; essi sono collocati in modo tale da dare una forma di grande albero all’insieme di luci.
Quest’opera viene composta ogni anno da dei volontari chiamati “Alberaioli” e nel 1991 è entrata anche a far parte del Guinness dei primati come albero di Natale più grande del mondo.
Viene acceso il 7 dicembre e resta a dominare il monte fino al 8 gennaio.
Potrete ammirarlo illuminato dal tramonto (19)a notte inoltrata (24) di ogni giorno.
E’ così grande che la sua base di 450 m parte dalle mura della città medievale di Gubbio e si estende per oltre 750 m fino a raggiungere, con la sua stella cometa, la Basilica del patrono, Sant’Ubaldo sulla cima del monte.
E’ una creazione che vi farà sentire maggiormente il Natale… dedicate un giorno di queste feste per ammirarlo insieme al carinissimo paese sottostante di Gubbio.
Buon Natale amici viaggiatori.
Al prossimo viaggio,
viaggiatrice seriale.
In questo periodo i fiori inebriano l’aria e ci trasportano anche solo con la fantasia in luoghi suggestivi.
Pensando a questo non posso non citare i meravigliosi campi di lavanda della Provenza che in questo momento raggiungono l’apice della loro bellezza.
Dato che quest’anno non sono riuscita ad andarci, ho optato per una soluzione molto interessante e soprattutto molto più vicina a casa: La Festa della Lavanda ad Assisi.
Nel paese di Castelnuovo di Assisi si trova il “Lavandeto di Assisi“, un vivaio specializzato nella coltivazione e vendita della lavanda, che ogni anno abbellisce le zone vicino ai campi tinti di viola con graziosi stand che vendono piante e prodotti ottenuti dalla lavorazione della lavanda come sacchettini o saponi.
Se arrivate verso l’ora di pranzo, potrete gustare il vostro pasto al sacco nella campagna circostante o assaggiare qualche leccornia dello stand alimentare e gustare il tutto sotto un gazebo, su balle di fieno con vista sui campi di lavanda.
Il Lavandeto organizza inoltre diversi corsi, di cesteria, di macramè, di riconoscimento delle erbe spontanee e persino quello di tisane.
Quando arrivate potrete essere attratti da un buonissimo profumo provocato dalla distillazione della lavanda.
Per i più avventurieri sono possibili passeggiate a cavallo nei campi o una passeggiata in carrozza.
I più pigri invece potranno semplicemente rilassarsi e trascorrere una giornata diversa facendo una passeggiata tra i campi per ammirare la bellezza della fioritura di filari di lavanda rosa ,bianca, blu e viola.
Potrete anche raccogliere fiori guidati dal personale e farne poi un bouquet.
Inutile dire che il paesaggio è davvero suggestivo, e per immortalare tale bellezza potrete prendere parte al corso di fotografia.
Insomma, nel suo piccolo il Lavandeto di Assisi porta un soffio di Provenza anche in Italia….proprio per questo vi consiglio una visita; poi logicamente approfittatene per andare nella meravigliosa Assisi
Quest’anno l’appuntamento sarà per i giorni 17/18/24/25 giugno e 1/2/8/9 luglio 2023.
Per tutte le informazioni, la mappa e gli orari consultate il sito.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
In Italia abbiamo tantissime feste popolari e quando posso cerco di parteciparvi.
Domenica scorsa ho finalmente coronato un mio piccolo sogno, considerando che erano anni che ci voleva andare.
“Dove” vi starete chiedendo e la risposta è molto semplice: a Gubbio per la Festa dei Ceri.
Se non conoscete la città dovete assolutamente visitarla, è un vero gioiellino e se in primavera potete partecipare a questa festa, in inverno non potete assolutamente perdervi l’accensione dell’Albero di Natale più grande del mondo.
Tornando a noi, la Festa dei Ceri ha origini lontanissime, arriva ai nostri giorni dal 1160 anno di morte del vescovo degli eugubini Ubaldo.
Egli fu una figura molto importante per la popolazione, molto amato in vita ed eternamente riconosciuto e celebrato.
I tre Ceri rappresentano le tre arti: Arte dei Muratori, Arte dei Merciari ed Arte dei Vetturali e vengono tutt’oggi portati a spalla dai ceraioli per le vie della città disputando una corsa.
Sono pesantissimi e costituiti di legno, con delle statue di sant’Ubaldo, san Giorgio e sant’Antonio Abate in cima ad ognuno.
La fatica dei ceraioli è davvero non quantificabile e durante il percorso si cambiano, come in una staffetta. Le fasi più sentite della festa sono l’alzata e la corsa: la prima avviene alle 11:00 del 15 Maggio in Piazza Grande, mentre la corsa si svolge alle 18.00 e parte dopo la processione e la benedizione del Vescovo.
Quest’anno purtroppo pioveva e io (per mia fortuna) sono riuscita a prendere posto in Piazza Grande da dove ho potuto ammirare la parte più bella della corsa.
La gara infatti parte dalla “calata dei Neri”, nella parte più bassa della città e attraversando le principali vie raggiunge proprio la piazza, dove al segnale del sindaco i ceraioli iniziano la parte finale della corsa, eseguendo le tre “birate” (giri intorno alla piazza) acclamati e sostenuti da una grande folla composta dagli stessi ceraioli, dagli eugubini e dai tanti turisti che prendono parte a questa bellissima giornata.
La piazza si tinge dei tre colori principali: giallo, rosso e blu e l’aria di festa contagia tutti.
Ho atteso con tanta impazienza l’arrivo di queste immense sculture di legno che nel giro di pochi secondi sono sparite di nuovo dalla mia vista prendendo i tornanti per arrivare alla Basilica di sant’Ubaldo dove si conclude la corsa, ma vi assicuro che ne vale assolutamente la pena.
Il giorno della corsa dei Ceri è sempre il 15 Maggio, indipendentemente dal giorno della settimana.
La città ama e rispetta tantissimo questa tradizione popolare, considerate che è la più antica in Italia che non ha mai subito interruzioni.
Tutti gli edifici e le case si agghindano per l’occasione, appendendo alle finestre e ai balconi i vessilli colorati.
La festa in realtà è molto più lunga, nei giorni successivi si svolge la Fiera di sant’Ubaldo con oltre 250 espositori, la domenica dopo il 15 maggio si svolge la corsa dei Ceri mezzani che ripercorrono tutto il programma appena descritto; sono i Ceri dei giovani che aspirano un giorno a disputare la corsa principale.
L’ultima domenica di maggio si svolge il Palio della Balestra e il 2 giugno si concludono i festeggiamenti con la corsa dei Ceri piccoli, quelli dei bambini.
Segnatevelo in agenda per il prossimo anno, ne rimarrete affascinati.
Alla prossima festa,
Viaggiatrice seriale.
L’Umbria, la regione più verde d’Italia racchiude bellezze di ogni genere; oggi vi propongo un itinerario di 3 giorni nella provincia di Perugia.
Rasiglia
Parto dalla località più conosciuta e lasciatemelo dire, Rasiglia è presa d’assalto dai turisti. Il mio consiglio è quello di andarci (se potete) in una giornata infrasettimanale, così da godervi al massimo ogni scorcio di questo borgo attraversato dai ruscelli, dove l’acqua è parte integrante.
Foligno
Foligno è lo snodo per eccellenza dell’Umbria, il punto di partenza e di arrivo di quasi tutti i treni della regione. La sua piazza evoca giorni lontani e la sua cattedrale (Di San Feliciano) sulle tonalità del rosa è davvero bellissima. Per i più curiosi, la tappa immancabile è alla Calamita Cosmica all’interno della chiesa SS. Trinità in Annunziata… a me è piaciuta tantissimo e ve ne parlo qui. Poco fuori Foligno invece, sorge l’Abbazia di Santa Croce in Sassovivo, una delle abbazie più belle d’Italia. La sua posizione strategica, sullo sperone della roccia, permette al visitatore di ammirare Foligno dall’alto.
Bevagna
La vera scoperta dell’intero tour. Pensavo di dedicarle giusto un po’ di tempo e mi sono ritrovata ad ammirare meraviglie in ogni angolo e così sono passate ore.
Non a caso rientra tra i borghi più belli d’Italia. Si tratta di un borgo medievale e la sua particolarità è quella di vantare l’associazione e il Mercato delle Gaite. Di cosa si tratta? Le Gaite rappresentano i quartieri in cui è suddiviso il borgo che si sfidano a giugno per vincere il Mercato delle Gaite, ovvero il palio. Da non perdere gli antichi mestieri; io sono rimasta davvero colpita dalla cereria.
La zona ha accolto San Francesco, quindi non può mancare una chiesa a lui dedicata, ma la storia di Bevagna affonda le proprie radici molto più indietro nel tempo e i resti delle terme romane lo dimostrano. Vi consiglio di partecipare alla visita guidata organizzata dalla Pro Loco che include la visita alle terme romane e al bellissimo teatro (5 euro). Vi segnalo anche l’antico lavatoio e le molteplici chiese che affacciano sulla piazza. Bevagna racchiude davvero tantissimi tesori, ricordatevelo quando programmate la visita.
Campello sul Clitunno e Borgo Lizori
Ci sono luoghi che vediamo sempre e solo di passaggio, senza mai visitarli a dovere e per me uno di questi sono le Fonti del Clitunno. Ci sono passata davanti almeno quattro volte e quest’ultima ho deciso di ammirarle come si deve. Si tratta fondamentalmente di un bellissimo parco con un grande lago al centro alimentato dalle acque delle fonti. Anatre e cigni nuotano beati sulla superficie, donando al luogo un’atmosfera di tranquillità e relax. A circa 1 km di distanza dall’ingresso delle fonti si trova il Tempietto sul Clitunno. Una volta terminata la visita a queste attrazioni vi consiglio di risalire in auto e dirigervi a Borgo Lizori. Vi anticipo già che il bellissimo borgo è arroccato e occorre lasciare l’auto un po’ più in basso e partire per una bella passeggiata.
Questa tappa è stata una vera scoperta, il borgo è davvero carinissimo e la cosa particolare è il connubio fra le costruzioni in pietra e i cancelli, le finestre o le installazioni in ferro, molto più moderne. Tutto questo è dovuto al fatto che Borgo Lizori è stato scelto dall’artista Antonio Meneghetti per un progetto di riqualificazione a partire dagli anni 70. Lizori significa Lì dove la vita vede… e io vi invito ad andare a vedere con i vostri occhi.
Trevi
Altro borgo dall’atmosfera davvero piacevole è quello di Trevi, infatti anch’esso rientra tra i Borghi più belli d’Italia. Per raggiungerlo si deve percorrere una strada costeggiata da ulivi… segno che qui l’olio è davvero ottimo. Iniziate il giro da Piazza Mazzini, il luogo più frequentato dai cittadini e poi imboccate uno dei tanti vicoli che attraversano Trevi. Dovreste incontrare ( altrimenti cercateli appositamente) la torre civica e il Palazzo del Governatore ( questi affacciano sulla piazza quindi la ricerca è nulla), il disegno monocromo, ovvero un dipinto cinquecentesco raffigurante Atteone, la porta del morto ) già trovata in altri borghi, rappresenta un ingresso murato che veniva aperto solo in caso di un lutto all’interno dell’abitazione), la chiesa di San Francesco, la casa quattrocentesca e innumerevoli palazzi e chiese.
Montefalco
Concludo il racconto parlandovi di Montefalco, un bellissimo borgo medievale. Passeggiate per il corso fino ad arrivare alla piazza davvero splendida. Circondata da ristoranti, invoglia il visitatore a fermarsi per un pasto.
Sicuramente la cucina umbra è ottima ed essendo Montefalco il borgo del Sagrantino, non potete andarvene senza prima aver assaggiato gli gnocchi al Sagrantino o in alternativa gli strangozzi. Raggiungete il belvedere dal quale godere di una vista a 360° e poi perdetevi tra i vicoli fino ad arrivare alla chiesa di Santa Chiara nella parte bassa del borgo.
Queste sono le tappe del mio fine settimana umbro, ma in zona potete visitare anche Spoleto, Spello, Assisi e Todi… dipende solo cosa cercate. In ogni caso vi godrete le bellezze, la natura e il cibo di questa fantastica regione.
L’Umbria, regione verde d’Italia custodisce tantissimi tesori. Oggi voglio parlarvi dei meravigliosi borghi arricchiti da piscine naturali, fiumi e laghi.
Stifone
Stifone sorge sulla riva sinistra del fiume Nera ed è una vera e propria chicca. Il mio itinerario alla scoperta dei borghi umbri è iniziata qui; poco dopo aver oltrepassato il cartello del paese, troverete una piccola rientranza in cui lasciare l’auto ( i posti sono pochi). Attraversate la strada e in pochissimi minuti sarete nel centro abitato, a pochi passi dal ponte che attraversa il fiume Nera.
Quest’ultimo è di un azzurro acceso e il colore è dato da una forte presenza di minerali nell’acqua. Vi garantisco che il contrasto con il verde della natura circostante è davvero meraviglioso. Oltrepassando il ponte si giunge sull’altro lato del fiume, affiancato da una pista ciclabile. Il mio consiglio è di ritornare dall’altra parte del ponte e proseguire la camminata sulla strada che attraversa il paese; ad un certo punto scorgerete una centralina elettrica che vi farà capire di aver raggiunto il luogo immortalato in tutte le fotografie che ritraggono Stifone: l’antico porto romano. La trasparenza delle acque del fiume Nera permette di scorgere sul fondo i resti dell’antico edificio e la voglia di tuffarsi è sempre tanta ma purtroppo la zona non è balneabile e dovrete accontentarvi di ammirarla da fuori.
Le Mole di Narni
A poca distanza da Stifone non perdetevi le Mole di Narni. Si tratta di un lago dal colore cristallino e anche qui la tentazione di tuffarsi si fa sempre più grande ma anche qui la zona non è balneabile a causa delle possibili inondazioni causate dall’apertura improvvisa delle paratie della diga che dovrebbero comunque essere anticipate dal suono di alcune sirene per avvertire le persone a ridosso del lago. La zona è davvero bellissima e c’è chi dice anche che questo lago ispirò C.S. Lewis per il suo racconto “Le cronache di Narnia”, mentre c’è chi afferma che lo scrittore non si recò mai in Umbria ma si ispirò al racconto di un suo collaboratore che visitò questi luoghi. In un caso o nell’altro, le Mole di Narni meritano assolutamente una visita.
Nei mesi estivi troverete anche un piccolo food truck dove acquistare panini e bibite fresche da gustare con la vista sul lago. Se volete trascorrere in zona un’intera giornata, troverete diversi sentieri e percorsi sia per fare trekking che per un giro in bicicletta. Potreste prendere in considerazione il lago per la pausa pranzo. Ovviamente a pochissimi chilometri di distanza troverete Narni che merita assolutamente una visita (e un racconto a parte).
Rasiglia
Se apprezzate i borghi umbri con fiumi e piscine naturali non potete perdervi Rasiglia. Divenuta molto famosa negli ultimi anni per al sua bellezza, attira sempre molti turisti. Questa volta però siamo in provincia di Perugia.
Amate i luoghi e le attrazioni insoliti e fuori dal comune? Io sono alla ricerca continua di nuove chicche e oggi vi consiglio la Calamita Cosmica.
La Calamita Cosmica: di cosa si tratta
La Calamita Cosmica dell’artista Gino De Dominicis è considerata una delle più importanti testimonianze della scultura italiana del XX secolo. Dal titolo dell’opera, il visitatore se non si documenta, non sa esattamente cosa aspettarsi. Beh, vi dico che anche chi ha una vaga idea di cosa ritrovarsi davanti, rimarrà senza parole.
La Calamita Cosmica è un’opera realizzata nel più assoluto segreto intorno al 1988 e rappresenta uno scheletro umano con un lungo naso a becco di uccello, uno dei temi ricorrenti delle opere di De Dominicis. E’ lunga 24 metri, larga 9 metri e alta quasi 4 metri e si può ammirare sia dal piano terra che dall’alto, così da avere la visuale completa, Ma da dove prende il nome? La Calamita Cosmica è un’asta dorata che parte da una delle falangi della mano, una sorta di magnete indirizzato all’universo. E’ stato rappresentato il profondo collegamento tra terra e cielo.
Dopo essere stata esposta nei principali musei italiani ed europei, dal 2011 l’opera è esposta permanentemente a Foligno presso la ex chiesa della Santissima Trinità dell’Annunziata. Se siete in zona non perdetevela perché vi garantisco che è davvero insolita e molto affascinante.
Dove vedere la Calamita Cosmica
Ci troviamo a Foligno e l’opera è custodita all’interno della ex chiesa della Santissima Trinità in Annunziata. Gli orari di apertura variano fra estate ed inverno, per ogni informazione contattare i numeri 0742-621022 o 3408678214.
Sulle colline umbre, a più di 600 metri slm sorge il borgo di Rasiglia, un luogo in cui il tempo si è fermato. Si tratta di un borgo di origine medievale che ha da sempre improntato la sua esistenza in relazione all’acqua. Conosciuto anche come la piccola Venezia o il borgo dei ruscelli, regala scorci davvero suggestivi grazie ai ruscelli che scorrono fra le case.
Come raggiungere Rasiglia
Trovandosi in provincia di Perugia e sotto il comune di Foligno è davvero facile da raggiungere, Trattandosi di un piccolo borgo non aveva la capacità necessaria ad ospitare tutte le auto che circolano oggi, ma troverete dei nuovi parcheggi segnalati proprio alle porte d’ingresso,
Cosa fare a Rasiglia
Vi consiglio di fare una passeggiata nel borgo guidati solo dal vostro istinto, ammirate le case affiancante dai ruscelli, disposte ad anfiteatro, raggiungete il mulino e osservate il lavatoio. Sulle pareti sono affisse vecchie fotografie delle donne del borgo che aiutano ad immaginare i frammenti di vita quotidiana degli anni passati.
Proseguite la passeggiata fino ad incontrare le cascatelle e poi fermatevi in uno dei locali per gustare qualche prodotto tipico. Dopo esservi riposati potete fare una bella passeggiata per raggiungere i resti del Castello dei Trinci, famiglia proprietaria di alcune abitazioni e di diverse attività che grazie allo sfruttamento dell’acqua hanno garantito la vita di tutta la comunità.
Oggigiorno è possibile ammirare solo i resti delle mura del castello e delle due torri difensive minori, oltre al rudere del mastio. Nel 1997 Rasiglia fu colpita dal terremoto e solo grazie al lavoro dei suoi abitanti oggi possiamo ammirarla curata in tutti i particolari, è proprio per la sua bellezza che negli ultimi anni è diventata una tappa imperdibile da includere in un itinerario in Umbria.
Cosa vedere nei dintorni
Nelle vicinanze potete visitare Foligno, Spello, Spoleto, Assisi e Perugia.
Dormire all’interno di un bosco in una tenda sospesa tra gli alberi non è più un sogno di grandi e piccini… è diventata una bellissima realtà e per trasformarlo da desiderio a qualcosa di concreto, non vi resta che partecipare ad un Tree Tents Trekking.
La Forestalp è la prima in tutta Italia che propone questo tipo di campeggio;io ho avuto il piacere di prendere parte alla “data zero” e ne sono rimasta completamente affascinata
Praticamente si dorme in particolari tende, un incrocio con delle amache possiamo dire, concepite per essere letteralmente appese agli alberi.
Potenzialmente la tenda potrebbe essere montata a qualsiasi altezza, ma c’è da considerare che poi in qualche modo bisogna salirci! 🙂
Le tende sono sia doppie che triple e il pernottamento è legato ad una escursione di trekking di due giorni.
Immaginatevi un bosco di faggi, nessun rumore oltre al canto degli uccelli e allo scricchiolare delle foglie sotto i piedi che in piena notte si trasformano in completo silenzio.
Si sente solo il vento, ci si sdraia all’interno del proprio alloggio e con gli occhi puntati al cielo, nelle serate limpide, si riescono a scorgere anche le stelle.
Lo scorso fine settimana avevamo anche la compagnia di tante lucciole che si aggiravano indisturbate tra le nostre casette volanti, creando un’atmosfera magica.
Ovviamente il pernottamento in queste speciali tende è davvero accattivante, ma ricordate che anche le attività collaterali non sono da meno; io ho trascorso due giorni bellissimi, a contatto con la natura, ammirando paesaggi meravigliosi, scoprendo piante e fiori a me sconosciuti, grazie all’aiuto degli accompagnatori e gustando ottimo cibo……perchè diciamocelo, dopo diversi km di camminata, una bella mangiata è proprio quello che ci vuole.
Potete prendere parte agli eventi in calendario che prevedono la mia stessa tipologia di weekend ma in luoghi diversi, oppure se siete già un bel gruppetto, potete prenotare un’escursione privata, che sia per festeggiare un compleanno, un addio al celibato o solo per stare in compagnia.
Per tutte le informazioni consultate il sito.
Io riguardo le foto , pensando già al prossimo incontro con le “tende volanti”.
Stavo dimenticando di dirvi una delle cose più importanti a mio avviso e cioè che l’intero progetto è volto a far rivivere i piccoli borghi dell’Appennino e a creare il minor impatto ambientale possibile.
Un grazie agli organizzatori ( e ottime guide) e ai miei compagni di “viaggio” … è stato un piacere!
Alla prossima avventura,
Viaggiatrice seriale.
La mia scoperta dell’Umbria che non ti aspetti continua.
Dopo avervi raccontato la prima giornata, è arrivato il momento di svelarvi cosa abbiamo fatto nella seconda.
E’ sempre stata ricca di scoperte e di bellezze ed è iniziata con la vista di un’alba meravigliosa dal Podere Umbro,un’ottima sistemazione immersa nella natura ma allo stesso tempo a pochi chilometri da Città della Pieve.
Oltre ad ammirare il cielo dipinto di rosa, sono passata anche a fare qualche coccola ai due tenerissimi cavalli sempre di proprietà del podere.
I cavalli del Podere Umbro
Eccoci di nuovo in auto per raggiungere l’altra parte dei blogger all’Agriturismo Cornieto.
Ragazzi questa è una vera osasi di pace, Rita cura con amore e dedizione il suo oliveto e il suo orto biologico e tale passione si ritrova gustando le tre tipologie di olio da lei prodotte: Frantonio, Leccino e Moraiolo.La sua storia mi ha colpito molto, lei conta quasi solo sulle sue forze e riesce ad avere una gestione quasi impeccabile di tutta la proprietà.Da non dimenticare però l’aiuto di Marisa che sforna sempre degli ottimi manicaretti.Silenzio, contatto con la natura,prodotti biologici e panorama mozzafiato sono gli elementi che troverete se deciderete di alloggiare qui.
Agriturismo Cornieto
Dalla natura sconfinata ci siamo spostati in uno dei borghi più belli d’Italia:Allerona.
Ragazzi non stento a credere che rientri fra i migliori perché è di una bellezza infinita, ci ho lasciato gli occhi.
Perdersi fra le viuzze,ammirare i vasi di fiori che adornano le finestre, sporgersi dal balcone naturale dal quale godere di un’ottimo panorama e ascoltare le storie dei suoi abitanti – curiosi e allo stesso tempo orgogliosi di farci conoscere qualcosa in più del loro bellissimo borgo – è stato davvero suggestivo.
Scorcio di Allerona
Abbiamo avuto anche il piacere di incontrare la signora Irma Zaganella che ci ha mostrato come lavorare il vimini e creare cestini utilizzando solo le materie prime recuperabili vicino al fiume…..insomma abbiamo riscoperto l’autenticità e le tradizioni di Allerona.
I cestini della signora Irma
Abbiamo visitato il carinissimo borgo di Ficulle per poi dirigerci in località Piegaro all’ Azienda Agricola Pomario.
A Ficulle anche i fiori raccontano storie
Pomario è un’azienda agricola di proprietà dei Conti Spalletti Trivelli incentrata sula produzione di vino e olio.
La sua posizione strategica, isolata dal resto del territorio essendo circondata da un bosco,conferisce al terreno e ai prodotti particolari proprietà. L’oliveto e il vigneto abbandonati da un po’, vennero poi recuperati dai conti Spalletti Trivelli, che scegliendo un’agricoltura biologica-dinamica hanno creato nel corso di qualche anno l’azienda agricola.
Dopo una visita della cantina con annessa spiegazione tecnica, ci siamo concessi un momento di relax gustando le prelibatezze del luogo e degustando gli ottimi vini.
La serra di Pomario
Da una cantina all’altra, il passo è stato breve.
Nel Castello di Montegiove, località Montegabbione, il conte Lorenzo Misciatelli Mocenico Soranzo gestisce insieme ad altre poche persone la tenuta di circa 1200 ettari.Il castello è meraviglioso, svetta sulle proprietà limitrofe e crea una sorta di mistero;arrivato fino ai nostri giorni in ottime condizioni, racchiude nelle sue mura secoli di storia.
Veduta del Castello di Montegiove
Qui viene prodotto dell’ottimo vino, dopo una breve spiegazione e una visita alle cantine, abbiamo avuto il piacere di assaggiarlo;non so se per il nome o per la bontà,mi è rimasto impresso il Gatto Gatto...dietro questo nome si cela una storia/leggenda, sembra sia un grido di battaglia! 🙂
Prodotti del Castello di Montegiove
Ultima tappa della giornata, -peccato averlo visto solo di notte- è stato il borgo di Parrano: qui abbiamo ricevuto un’ottima accoglienza e addirittura il sindaco in persona ci ha fatto da guida durante il nostro tour.
Qui passarono sia i romani che gli etruschi e fu un feudo di proprietà dello Stato Pontificio, per cui il castello aveva dei locali che ospitavano il Papa quando era di passaggio:sembra addirittura che avessero un sistema di accesso che permetteva al Papa di raggiungere le stanze direttamente a cavallo.
Anche questo borgo, come quelli citati in precedenza è una vera chicca umbra, vi consiglio di perdervi fra le vie e di chiedere agli abitanti di raccontarvi la loro storia, ne scoprirete delle belle.
E’ arrivata l’ora di cena e abbiamo concluso la giornata dove l’avevamo iniziata e cioè all’ Agriturismo Cornieto dove abbiamo potuto gustare l’ottimo olio prodotto da Rita direttamente sulle succulente pietanze.
E così è terminata anche la seconda giornata in cui abbiamo scoperto un altro pezzettino dell’ Umbria che non ti aspetti rimanendo piacevolmente stupiti.
In questa piccola area si concentrano tante realtà differenti, accomunate però dall’amore per la propria terra,da prodotti d’eccellenza e da panorami disarmanti.
Venite a scoprirla con i vostri occhi e prendete spunto da questo breve itinerario.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Non occorre necessariamente andare dall’altra parte del mondo per riempirsi gli occhi di bellezza, bastano anche pochi km.
Come sapete, da un po’ sto cercando di dedicare più attenzione alle mie Marche, andando alla ricerca di chicche poco conosciute.
La scorsa settimana ho preso la mia macchina e ho fatto giusto qualche km in più, per raggiungere una “vicina di casa” della mia regione e ho trascorso due giorni in Umbria.
Premetto che essendo per me a portata di mano, da sempre l’ho frequentata e da sempre ha un posticino speciale nel mio cuore.
Siamo abituati a sentir parlare di Perugia, Assisi, Orvieto, Spello, Gubbio…ma dovete sapere che qui ogni singolo borgo è un gioiellino che merita di essere visto,anche se il suo nome non vi dice granché.
Io sono stata invitata da Città della Pieve and Friends insieme ad altri 14 blogger e siamo andati alla scoperta del territorio, rimanendo letteralmente a bocca aperta.
Panorama da una delle tante terrazze
In realtà il raggio d’azione non è stato così ampio, abbiamo visitato i borghi compresi tra Orvieto e il Trasimeno,ma nell’area di pochi km le scoperte sono state infinite.
Ma adesso veniamo a noi, pronti a conoscerle insieme a me?
Cosa vedere
Il primo borgo che abbiamo visitato è stato Paciano, abitato già dagli etruschi è arrivato ai nostri giorni mantenendo intatta la sua bellezza.Affacciato sul Trasimeno e circondato da distese sconfinate di ulivi, custodisce gelosamente le proprie tradizioni.
Paciano dall’alto
All’interno di Palazzo Baldeschi, troverete Trasi-Memo, ovvero la banca della memoria del Trasimeno dove vengono effettuati laboratori di lavorazioni del ferro, del tessile, del cotto e del legno. Guidati da Bianca di Sistema Museo, abbiamo intrapreso un viaggio attraverso questi antichi mestieri e sono rimasta incantata da una stanza in particolare che racchiude in poco spazio una memoria tattile e visiva:aprendo i cassettini di un mobile, potrete toccare con mano le differenti consistenze del passato.
Vicoli di Paciano
Leggermente fuori dal borgo,merita una visita il Santuario della Madonna della Stella.
Santuario della Madonna della Stella
Giusto qualche km e abbiamo raggiunto Panicale. Questo borgo ha una forma a chiocciola, appena oltrepassata la porta d’ingresso, vi ritroverete in una pizza, percorsa una piccola salita vi ritroverete in un’altra piazza e di nuovo un’altra volta.Le tre piazze si sovrastano l’un l’altra.Era scesa la notte, ma il fascino di quest’altro borgo umbro l’abbiamo percepito ugualmente.In lontananza si vedevano le luci riflesse sul lago, segno che di giorno, dalla terrazza si ha una veduta eccezionale del paesaggio. Questo stesso paesaggio è stato raffigurato dal più grande pittore della zona, Pietro Vannucci detto il Perugino nel dipinto “Il Martirio di San Sebastiano” custodito nella chiesa di San Sebastiano.
Il Martirio di San Sebastiano
Se devo dare una sola preferenza riguardo alle bellezze di Panicale, il mio voto va senza ombra di dubbio al piccolo teatro C. Caporali, uno dei più piccoli d’Italia ma con un’anima davvero grande.E’ davvero suggestivo e utilizzato ancora oggi.
Il piccolo teatro Caporali
Piegaro ha il suo punto di forza nel Museo del Vetro,collocato alla base di un’imponente ciminiera in mattoni nella vecchia sede della vetreria che venne dismessa nel 1968, spostandosi poi fuori dal centro del paese.
Antica fornace
In linea di massima non amo troppo i musei, qui invece non mi sono distratta un secondo.Sarà stata la bravura della nostra guida, saranno state le storie interessanti o gli oggetti presenti in loco….non so dirvi di preciso cosa sia stato ma è una visita che consiglio. Dovete sapere che l’arte della lavorazione del vetro era prettamente legata a Venezia, non si sa come, ma alcuni vetrai riuscirono a fuggire e si stabilirono proprio in queste zone.L’arte del vetro a Piegaro ha radici molto lontane. All’interno dell’edificio è possibile ammirare la vecchia fornace -o meglio la parte non distrutta dal crollo del tetto- che ha un impatto così immediato sul visitatore, da teletrasportarlo indietro nel tempo.
Colata solidificata
Qui i vari componenti del vetro venivano fusi a più di 1000 gradi e scendevano in una colata incandescente nella parte inferiore dell’edificio;oggi possiamo ammirare l’ultima colata solidificata.
Questa parte di Umbria che va dal Trasimeno a Orvieto è forse la meno conosciuta della regione,ma come detto in precedenza è un vero tesoro che merita di essere scoperto….insieme alle bellezze paesaggistiche e architettoniche però, la differenza la fanno sempre le persone.
Siamo venuti a contatto con persone di cuore,gentili e amanti della propria terra; questo amore si percepisce in ogni gesto e in ogni parola,quando parlano del loro “tesoro” hanno gli occhi che brillano.
Oltre a tutto questo poi ci sono i sapori e gli odori, una parte davvero fondamentale di ogni territorio.
Al nostro arrivo siamo stati accolti da Cesare e Maria di Casa Antheia ,che ci avevano preparato un pranzo a base di prodotti tipici.Loro hanno origini torinesi e hanno lasciato la loro vecchia vita per trasferirsi qui e iniziarne una nuova. Hanno aperto Antheia Azienda Agricola dove coltivano zafferano e ulivi biologici e mettono tanto amore e passione in quello che fanno.
Prodotti tipici dell’azienda agricola Antheia
A mio avviso la punta di diamante dei loro prodotti è sicuramente lo sciroppo allo zafferano, ottimo da gustare con i formaggi.Non ne avevate mai sentito parlare,vero?!Giustamente,perché lo hanno creato proprio loro.Vi invito a venire a gustare le loro prelibatezze e a soggiornare presso il loro agriturismo che è di una bellezza unica e curato nei minimi particolari.Al mattino, affacciandovi dalla finestra, avrete una visuale pazzesca.
Esterno di Casa Antheia
Parlando ancora di sapori, a cena abbiamo gustato l’ottima cucina di Franco a Casa Rondini: ancora ricordo il profumo del dolce con la crema allo zafferano.
Dolce alle noci con crema allo zafferano
Per un tour dell’Umbria che non ti aspetti, anche Casa Rondini è un ottimo punto di appoggio.
Stanchi ma felici e con lo stomaco pieno ci siamo coricati, sapendo che il giorno successivo sarebbe stato altrettanto pieno di cose da fare, di persone da incontrare e di sensazioni da provare.
Come si suol dire: “domani è un altro giorno”, e di conseguenza arriverà un altro racconto….tenetevi pronti.
Alla prossima scoperta,
Viaggiatrice seriale.
Gestisci Consenso Cookie
Utilizziamo cookie tecnici, anche di terze parti, per il corretto funzionamento del sito, per fini statistici e, previo consenso, funzionali e di profilazione. Puoi attivare tutte le funzionalità del sito cliccando su "Accetta tutto" o gestire i consensi cliccando su "Gestisci preferenze". Se chiudi il banner cliccando sulla X in alto a destra, i cookie non tecnici non saranno installati.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.