Europa

Visita al castello e ai giardini di Boutemont

Le Chateau de Boutemont si trova in Normandia ed è una delle scoperte più sensazionali del mio on the road in Francia.
Se siete amanti dei castelli non potete assolutamente perdervelo, anche perché non è una meta invasa dai turisti e si visita benissimo.

Chateau Boutemont
Chateau Boutemont

Visitare il castello di Boutemont

Non so spiegarvi esattamente il motivo, ma questo castello, insieme ai suoi giardini mi ha rubato il cuore.
Una volta varcata la biglietteria seguite il percorso indicato che vi porterà alla scoperta delle bellezze del giardino, dalla serra al giardino all’italiana, dallo specchio d’acqua all’Orangerie, passando ovviamente per il castello.
Vi consiglio assolutamente di fermarvi all’Orangerie dove potrete gustare delle bevande fresche e della piccola pasticceria, in una location da favola.
Avvolti dal silenzio di questo giardino, vi sembrerà di aver fatto un viaggio indietro nel tempo.

Orangerie Chateau Boutemont
Orangerie Chateau Boutemont

Storia dello Chateau de Boutemont

La storia del castello risale all’anno 1000 circa, con la costruzione di una “casa fortificata”, sormontata da una torre destinata a controllare la bassa valle del fiume Touques.
Inizialmente fu un forte militare e il Signore Boutemont fece costruire una casa signorile di fianco; questa fu l’origine del castello attuale.
L’edificio risale al XVI e XVII secolo e passò poi nelle mani di diversi proprietari, fra cui i Servain, i Borel e i Paisant.
Nel 1538 fu Philippe Paisant a dare al castello la sua forma attuale, ma alla fine del XVII secolo la proprietà passò nelle amni di Jean Baptiste Les Bas che intraprese diverse opere all’interno di Boutemont.

Veduta Chateau Boutemont
Veduta Chateau Boutemont

I proprietari continuarono a cambiare, fino ad arrivare ad Armand e Hélène Sarfati che essendo appassionati di Patrimonio Nazionale si impegnarono a restaurare e a creare un nuovo capitolo della storia di Boutemont con innumerevoli abbellimenti del castello e dei giardini, inserendo l’apertura ad un largo pubblico.

Info utili

E’ possibile visitare il castello di Boutemont e i suoi giardini da Aprile a Ottobre, consultando i diversi orari di apertura in base al periodo dell’anno sul loro sito.
L’ultimo ingresso è 30 minuti prima della chiusura e il biglietto d’ingresso ha un costo di 8,50 euro.
La arte visitabile è quella relativa ai giardini, della parte interna del castello si possono intravvedere solamente due stanze.
All’ingresso vi verrà fornita una mappa con il percorso consigliato da seguire, così da non perdere nessun punto d’interesse.
All’esterno del castello trovate un ampio parcheggio in cui lasciare l’auto.

Serra Chateau Boutemont
Serra Chateau Boutemont

Spero vi sia piaciuto il racconto, così da poter inserire questa tappa in un viaggio futuro.

Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.

Italia, Lazio

Sant’Angelo di Roccalvecce: il paese delle fiabe

In Lazio esiste il paese delle fiabe e il suo nome è Sant’Angelo di Roccalvecce.
Si tratta di un paese d circa 100 abitanti che da qualche anno è rinato grazie alla street art.
Siamo a circa 25 km da Viterbo e Sant’Angelo è una tappa imperdibile in un itinerario in Tuscia.

Cappuccetto Rosso - Sant'Angelo
Cappuccetto Rosso – Sant’Angelo

I murales di Sant’Angelo di Roccalvecce

Il paese stava lentamente morendo, così grazie ad un’idea dell’associazione ACAS, nel 2017 viene realizzato il 1° murales a tema fiabe, che farà ottenere a Sant’Angelo il nome di Paese delle fiabe.
Il primo ad essere stato realizzato è quello di Alice nel paese delle Meraviglie, la cui inaugurazione è stata il 27 novembre 2017… se ci fate caso l’orologio segna le 11:27.

Alice nel paese delle Meraviglie - Sant'Angelo
Alice nel paese delle Meraviglie – Sant’Angelo

A questa opera ne sono seguite tantissime altre, circa 40, realizzate in ogni via del borgo.
Il paese è piccino, quindi dovrete semplicemente passeggiare con il naso all’insù, cercando di trovare quanti più murales possibile.

I tre porcellini - Sant'Angelo
I tre porcellini – Sant’Angelo

Le fiabe raffigurate sono quelle classiche, da Cenerentola ai tre porcellini, da Hansel e Gretel al Gatto con gli stivali, passando per Pinocchio, Mary Poppins e Biancaneve.
Il mio preferito però è quello di Cappuccetto Rosso, le rappresentazioni della nonna e della bimba sono davvero eccezionali.

Hansel e Gretel -Sant'Angelo
Hansel e Gretel -Sant’Angelo

Cosa vedere nei dintorni di Sant’Angelo

Sant’Angelo di Roccalvecce è una meta perfetta per una gita fuori porta, un mondo parallelo in cui trascorrere qualche ora.
I bambini impazziranno, ma vi garantisco che anche gli adulti apprezzeranno questo luogo magico.
In zona non perdetevi Civita di Bagnoregio, Orvieto, Viterbo e Calcata.

Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.

Italia, Marche, Trekking

Trekking alle sorgenti del fiume Esino

Esistono molti trekking che raggiungono le sorgenti dei fiumi, oggi vi porto alle sorgenti del fiume Esino.

Trekking sorgenti dell'Esino
Trekking sorgenti dell’Esino

Sorgenti del fiume Esino: dove sono

Il fiume Esino scorre nella provincia di Macerata e le sue sorgenti si trovano nel territorio del borgo di Esanatoglia.
All’origine del toponimo del fiume Esino, sulle cui rive in epoca romana è sorto il primo insediamento Aesa, sembra esserci Esus, il dio celtico della guerra
.

Fiume Esino
Fiume Esino

Il sentiero del trekking delle sorgenti

Dal centro di Esanatoglia partono diversi percorsi trekking, tutti ben segnalati; inoltre lungo la strada incontrerete dei pannelli illustrativi con la mappa dei vari sentieri, sotto ai quali è posta una cassettina che contiene le mappe cartacee che potrete prendere.
Il sentiero per le sorgenti è il sentiero blu e parte dal centro di Esanatoglia.
Percorrete tutto il Corso che attraversa completamente il borgo, una volta oltrepassata l’ultima porta, svoltate a sinistra e seguite la strada asfaltata, mantenendo sempre la direzione principale.
Incontrerete vari spazi per le auto, in quanto è possibile arrivare con i mezzi anche molto vicino alla sorgente, a circa 30 minuti di camminata e diverse aree pic-nic attrezzate.
Ad un certo punto la strada asfaltata si trasforma in una carrareccia bianca, proseguite sempre dritto.
Volendo potreste anche attraversare una delle tante passerelle sull’Esino e passeggiare sull’altra sponda, attraversando prati e boschi.
Il sentiero è abbastanza coperto dagli alberi, solo pochi tratti sono completamente esposti al sole ed è molto comodo e facile.

Sentiero sorgenti dell'Esino
Sentiero sorgenti dell’Esino

L’ultimo tratto è leggermente in salita, qui il fiume sul lato sinistro della strada diventa più pieno creando dei piccoli saltelli.
Sulla destra incontrerete i ruderi della chiesa di San Pietro, al momento transennata perché pericolante; volendo potete fare una deviazione perché la struttura è davvero vicinissima al percorso per le sorgenti.

Ruderi chiesa di San Pietro
Ruderi chiesa di San Pietro

Ripresa la via principale, continuate sempre dritto fin quando la strada non sarà più così netta ma si trasformerà in un sentiero immersi nel bosco.
La segnaletica è ottima, quindi non avrete problemi a trovare la direzione.
Dopo l’ultimo tratto in salita fra vegetazione e roccia, troverete un’indicazione sulla sinistra per un faggio secolare, voi proseguite sulla destra e vi ritroverete di fronte alla bellissima forra, una spaccatura fra le rocce.

Forra sorgenti fiume Esino
Forra sorgenti fiume Esino

Dopo aver ammirato la natura incontaminata, sta a voi decidere se proseguire la camminata fino alle sorgenti dell’Esino o meno.
L’ultimo tratto è più impegnativo, adatto solamente ai camminatori esperti in quanto più esposto e con l’ausilio delle corde per salire.
La camminata fino alla forra è adatta anche ai bambini e dal centro di Esanatoglia è di circa 5 -5,5 km a tratta.

Sulla strada del ritorno potete fermarvi a sorseggiare una bibita fresca al bar del laghetto, rilassandovi nella pace del luogo, magari sotto ad un albero, cullati dal canto delle cicale (cosa che ho fatto io).
Se avete ancora energie, una visita più approfondita di Esanatoglia non può mancare.

Alla prossima camminata,
viaggiatrice seriale.

Italia, Marche

La Quarto Savona 15: l’auto della scorta di Giovanni Falcone

MAI DIMENTICARE, è questo che dovremmo sempre ricordarci e non solo durante gli anniversari o le commemorazioni.
Ci sono uomini che hanno creduto così tanto in un ideale che sono finiti per perderci la vita ma non si sono mai arresi e noi dobbiamo onorarli combattendo quelle ingiustizie quotidianamente.

In questi giorni a Pesaro, al liceo Marconi, è esposta la teca con i resti della Quarto Savona 15, l’auto della scorta di Giovanni Falcone, fatta saltare in aria il 23 maggio 1992 a Capaci.
“Quarto Savona 15” è la sigla radio della Fiat Croma blindata della Questura di Palermo a bordo della quale viaggiavano: l’Assistente Antonio Montinaro, l’Agente Vito Schifani e l’Agente Rocco Dicillo che a causa dell’esplosione venne lanciata a 300 metri di distanza dalla detonazione di 500 kg di tritolo.
Il suo contachilometri è ancora visibile e si è fermato a 100.287.

Resti della Quarto Savona 15, l'auto di scorta di Giovanni Falcone
Resti della Quarto Savona 15, l’auto di scorta di Giovanni Falcone

Per diversi anni, i resti della Quarto Savona 15 rimasero quasi nascosti, ma dopo la donazione all’Associazione Quarto Savona 15, ripreso a “muoversi” e il 23 maggio 2014 la teca che li contiene venne collocata nel piazzale della Scuola Allievi Agenti della Polizia di Stato di Peschiera del Garda.
Nel 2017 la Quarto Savona 15 ritornò a Palermo, nel piazzale della “Caserma Lungaro” da dove partì la mattina del 23 maggio 1992.
Oggi la teca con i resti dell’auto della scorta, continua il suo viaggio, scortata dalla Polizia di Stato, per permettere alla memoria di vincere sull’oblio.

Mai dimenticare
Mai dimenticare

In questi giorni la Quarto Savona 15 si trova a Pesaro, al liceo Marconi dove viene messo in scena il musical “Io non ho paura” e ci resterà fino a domenica 10 luglio.
Prima di arrivare davanti alla teca, si assiste alla proiezione di un piccolo video molto toccante.
Lunedì 11 Luglio la teca sarà spostata in Prefettura e sarà esposta dalle 15 alle 23 nel cortile di Palazzo Ducale.

Se siete in zona non perdetevi questa grande opportunità.
Viaggiatrice seriale.

Emilia romagna, Italia

Giardino delle Erbe di Casola Valsenio

Appassionati di erbe e piante, conoscete il Giardino delle Erbe di Casola Valsenio?
Siamo in provincia di Ravenna e in zona un tempo passava “la strada della lavanda”.

Lavanda Giardino delle Erbe
Lavanda Giardino delle Erbe

Storia del Giardino delle Erbe

Se oggi possiamo ammirare il Giardino delle Erbe, il merito è tutto del suo fondatore Augusto Rinaldi Ceroni che dedicò tutta la sua vita allo studio e alla sperimentazione sulle piante officinali, soprattutto sulla lavanda.
Alla fine degli anni 30 sviluppò il primo orto di piante officinali e negli anni 70 diede vita al Giardino delle Erbe che oggi è di proprietà della Regione Emilia Romagna e gestito dal Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola.

Struttura del giardino

Il giardino vanta più di 480 specie di piante officinali utilizzate in cucina, nella medicina e in cosmesi fin dal Basso Medioevo.
L’intero complesso del Giardino delle Erbe ha come intento quello di far conoscere e divulgare l’utilizzo di tutte le piante.

Serra Giardino delle Erbe
Serra Giardino delle Erbe


Lo spazio è diviso in delle macro aree, troverete la zona dell’orto botanico del prof. Augusto Rinaldi Ceroni, la zona delle erbe officinali per la ristorazione, la zona delle piante di interesse mellifero, l’arboreto con alcuni frutti dimenticati, un piccolo labirinto didattico, il sentiero del tatto con la collezione di lavande, la galleria dei profumi, la serra, il vivaio e il giardino gessoso, ovvero un angolo dedicato alle essenze botaniche presenti nel Parco della Vena del Gesso Romagnola.

Labirinto didattico Giadino delle Erbe
Labirinto didattico Giardino delle Erbe

Tutte le zone sono visitabili utilizzando i percorsi esterni alle zone coltivate, evitando di danneggiare la flora.
Nel complesso è presente anche un piccolo emporio dove poter fare acquisti e una bella area pic-nic (all’ombra) dove poter fare una pausa.

Info e costi

Il Giardino delle Erbe è visitabile liberamente nelle ore diurne e in ogni periodo dell’anno; se invece siete interessati ad una visita guidata il costo è di 8 euro.
Molteplici sono le iniziative organizzate durante l’anno, io per esempio ho partecipato alla visita guidata e al pic-nic; sul loro sito trovate tutti gli eventi aggiornati.

Giardino delle Erbe Casola Valsenio
Giardino delle Erbe Casola Valsenio

Il Giardino di Casola Valsenio è la soluzione perfetta per chi vuole trascorrere una giornata a contatto con la natura, imparando qualcosa di nuovo.

Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.

P.S.: in centro a Casola, presso la gelateria “La Cremeria” potete assaggiare il gelato alle erbe e ai fiori… squisito!

Italia, Umbria

Stifone e le Mole di Narni: piscine naturali umbre

L’Umbria, regione verde d’Italia custodisce tantissimi tesori.
Oggi voglio parlarvi dei meravigliosi borghi arricchiti da piscine naturali, fiumi e laghi.

Stifone

Stifone sorge sulla riva sinistra del fiume Nera ed è una vera e propria chicca.
Il mio itinerario alla scoperta dei borghi umbri è iniziata qui; poco dopo aver oltrepassato il cartello del paese, troverete una piccola rientranza in cui lasciare l’auto ( i posti sono pochi).
Attraversate la strada e in pochissimi minuti sarete nel centro abitato, a pochi passi dal ponte che attraversa il fiume Nera.

Stifone
Stifone

Quest’ultimo è di un azzurro acceso e il colore è dato da una forte presenza di minerali nell’acqua.
Vi garantisco che il contrasto con il verde della natura circostante è davvero meraviglioso.
Oltrepassando il ponte si giunge sull’altro lato del fiume, affiancato da una pista ciclabile.
Il mio consiglio è di ritornare dall’altra parte del ponte e proseguire la camminata sulla strada che attraversa il paese; ad un certo punto scorgerete una centralina elettrica che vi farà capire di aver raggiunto il luogo immortalato in tutte le fotografie che ritraggono Stifone: l’antico porto romano.
La trasparenza delle acque del fiume Nera permette di scorgere sul fondo i resti dell’antico edificio e la voglia di tuffarsi è sempre tanta ma purtroppo la zona non è balneabile e dovrete accontentarvi di ammirarla da fuori.

Antico porto romano di Stifone
Antico porto romano di Stifone

Le Mole di Narni

A poca distanza da Stifone non perdetevi le Mole di Narni.
Si tratta di un lago dal colore cristallino e anche qui la tentazione di tuffarsi si fa sempre più grande ma anche qui la zona non è balneabile a causa delle possibili inondazioni causate dall’apertura improvvisa delle paratie della diga che dovrebbero comunque essere anticipate dal suono di alcune sirene per avvertire le persone a ridosso del lago.
La zona è davvero bellissima e c’è chi dice anche che questo lago ispirò C.S. Lewis per il suo racconto “Le cronache di Narnia”, mentre c’è chi afferma che lo scrittore non si recò mai in Umbria ma si ispirò al racconto di un suo collaboratore che visitò questi luoghi.
In un caso o nell’altro, le Mole di Narni meritano assolutamente una visita.

Le Mole di Narni
Le Mole di Narni

Nei mesi estivi troverete anche un piccolo food truck dove acquistare panini e bibite fresche da gustare con la vista sul lago.
Se volete trascorrere in zona un’intera giornata, troverete diversi sentieri e percorsi sia per fare trekking che per un giro in bicicletta.
Potreste prendere in considerazione il lago per la pausa pranzo.
Ovviamente a pochissimi chilometri di distanza troverete Narni che merita assolutamente una visita (e un racconto a parte).

Rasiglia

Se apprezzate i borghi umbri con fiumi e piscine naturali non potete perdervi Rasiglia.
Divenuta molto famosa negli ultimi anni per al sua bellezza, attira sempre molti turisti.
Questa volta però siamo in provincia di Perugia.

Al prossimo viaggio,
viaggiatrice seriale.

Emilia romagna, Italia

La Casa delle Farfalle di Milano Marittima

Sapete che a Milano Marittima c’è una Casa delle Farfalle?
Si tratta di un originale e innovativo centro di educazione ambientale che copre uno spazio di oltre 500 mq.

La Casa delle Farfalle: di cosa si tratta?

Il centro di educazione ambientale vanta anche altri ambienti oltre alla Casa delle Farfalle, ma ve ne parlerò dopo: ora siete pronti ad essere circondati da questi magnifici esseri colorati?
La Casa delle Farfalle è forse l’ambiente più amato dell’intero spazio, di sicuro è il mio preferito.

Casa delle Farfalle
Casa delle Farfalle


Alla cassa vi verrà consegnato un gettone con il quale poter accedere alla grande serra climatizzata, oltrepassate le due porte vi ritroverete in questo paradiso.
Il clima al suo interno è differente dalle nostre solite temperature, per riprodurre il clima delle foreste pluviali infatti la temperatura è compresa fra i 26° e i 30° e il grado di umidità è abbastanza alto.
Avete varcato la porta e di fronte ai vostri occhi si stagliano differenti tipologie di piante, sulle quali volano magnifiche farfalle.

Esemplare di farfalla alla Casa delle Farfalle
Esemplare di farfalla alla Casa delle Farfalle


Ad un primo colpo d’occhio non ci farete caso, dovete un momento abituare la vista e ricordarvi che troverete anche molte farfalle appoggiate e non solo in volo.
Inizia la “caccia” a chi ne scova di più! Controllate nelle zone in cui ci sono i fiori, sono le loro preferite, come anche le zone in cui è stata posta della frutta.
Passeggiate liberamente sulle passerelle, leggete i pannelli esplicativi così da avere un quadro completo della serra.
Due bei ponti consentono di ammirare dall’alto il laghetto abitato da carpe koi e pesci rossi, mentre una specie di teca funge da nursery, dove le crisalidi si trasformeranno poi in vere e proprie farfalle.
Si tratta di un’esperienza davvero particolare, apprezzata da grandi e piccini.

Farfalla alla Casa delle Farfalle di Milano Marittima
Farfalla alla Casa delle Farfalle di Milano Marittima

La Casa degli Insetti: di cosa si tratta?

Parallela alla serra delle farfalle, troverete un altro grande spazio che sopita differenti specie di insetti e offre anche tante informazioni sul loro mondo.
Sono presenti insetti che vivono nel suolo, in acqua e in aria, le teche che li contengono sono alternate a plastici, postazioni interattive e ricostruzioni che favoriscono una totale immersione nel mondo degli insetti.
Il percorso inizia con la storia degli insetti, dove alcuni pannelli illustrano la loro evoluzione.

La Casa degli Insetti
La Casa degli Insetti

Il Bruco

Fra la Casa delle Farfalle e la Casa degli Insetti, in giardino si trova un’altra serra chiamata “Il Bruco” che ospita specie di piante e di farfalle delle nostre zone e segna anche l’inizio del percorso botanico.

Il Bruco
Il Bruco

Info utili

Il biglietto di ingresso ha un costo di 12€, il ridotto di 10€ invece è per i bambini da un metro di altezza fino ai 12 anni e per gli over 65, mentre per i bambini di altezza inferiore ad un metro l’ingresso è gratuito.

Orari

Dal 1 Giugno al 10 Settembre la Casa delle Farfalle è aperta tutti i giorni dalle 9:30 alle 19:00, dal 11 al 30 settembre l’orario è 9:30-18:00 con chiusura il lunedì e dal 1 Aprile al 31 Maggio sarà aperta solo dal venerdì alla domenica dalle 9:30 alle 18:00.

Spero di avervi dato uno spunto per la vostra vacanza in Riviera Romagnola, presto ve ne darò altri.

Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.

Italia, Liguria

3 borghi medievali liguri: itinerario nel Ponente

Avete mai pensato ad un tour alla scoperta dei borghi liguri del Ponente? La Liguria regala panorami mozzafiato, spiagge cristalline ma anche bellissimi borghi.
Oggi voglio proprio proporvi un itinerario alla scoperta dei borghi del ponente.

Borghi liguri: Dolceacqua

Siamo in provincia di Imperia e il borgo di Dolceacqua è una vera chicca. Borgo tipicamente medievale, conservato davvero benissimo.
Camminando per i vicoli, mi sono chiesta più di una volta se avessi utilizzato la macchina del tempo e fossi tornata indietro nel Medioevo.
Da non perdere il castello dei Doria dal quale ammirare il panorama circostante.

Ponte a schiena d'asino di Dolceacqua
Ponte a schiena d’asino di Dolceacqua


Un tocco di colore è creato dalle molteplici botteghe artistiche e dalle installazioni di ombrelli colorati (e bianchi) con proverbi e aforismi.
Per i camminatori ricordo che a Dolceacqua passa il “Sentiero Liguria”, magari potreste prenderla in considerazione come tappa.
Dolceacqua è stata apprezzata tantissimo anche da Claude Monet che ci tornò più di una volta e definì il suo ponte “Un gioiello di leggerezza” e lo ritrasse anche nei suoi dipinti.
Proprio il ponte a schiena d’asino che venne costruito per collegare le due parti di Dolceacqua è la mia parte preferita.
Un borgo davvero caratteristico da inserire in un itinerario.

Chiesa di Dolceacqua
Chiesa di Dolceacqua

Borghi liguri: Bussana vecchia

Rimanendo sempre in provincia di Imperia, nel comune di Sanremo, un borgo da non perdere assolutamente è quello di Bussana Vecchia.
Risalente all’epoca romana ha subito tanti cambiamenti; quello di maggiore impatto fu senza dubbio il violento terremoto alla fine del 1800 che provocò ingenti danni e portò piano piano all’abbandono di Bussana.

Bussana Vecchia
Bussana Vecchia

Per diversi anni rimase disabitato e chiamato “borgo fantasma”.
Fu negli anno ’50 circa che il borgo si ripopolò gradualmente grazie ad un gruppo di artisti che decisero di stabilirsi proprio qui.
Nacquero quindi le prime mostre e i primi atelier che diedero vita all’attuale villaggio degli artisti.
La visita di Bussana Vecchia è davvero suggestiva, vi ritroverete a passeggiare fra rovine di chiese e abitazioni, trasformate dal tocco degli artisti.
Lasciatevi guidare dall’istinto e passeggiate liberamente nel borgo, facendo caso alla chiesa di Sant’Egidio davvero particolare priva del tetto.
Ammirate il panorama davvero meraviglioso e poi fermatevi per pranzo o anche solo per un caffè in uno dei coloratissimi ristorantini e prima di ripartire acquistate un souvenir in una bottega di qualche artista.

Chiesa di Sant'Egidio a Bussana Vecchia
Chiesa di Sant’Egidio a Bussana Vecchia

Borghi liguri: Triora

Ho lasciato per ultimo in questo itinerario fra borghi medievali, il borgo di Triora, conosciuto come “Il Paese delle Streghe”.
Questo soprannome deriva purtroppo da un evento molto spiacevole avvenuto alla fine del 1500, quando diverse donne furono accusate di stregoneria e qui si verificò uno dei più grandi processi del nostro paese.
Fu addirittura ribattezzata “la Salem d’Italia”.

Ingresso di Triora
Ingresso di Triora

Chiudiamo la parentesi più spiacevole e andiamo alla scoperta di questo borgo, sempre in provincia di Imperia, ma molto più arroccato rispetto ai precedenti che deve la sua fama agli eventi accaduti.
Infatti proprio per ricordare quanto successo, nacque a Triora una vera e propria festa legata alle streghe e al loro mondo, chiamata “Strigòra” che si svolge normalmente a metà agosto.
Triora sembra essersi fermata nel tempo, passeggiando per i suoi vicoli vi sentirete nel Medioevo.

Borgo di Triora
Borgo di Triora


Tutti gli edifici sono in pietra e conferiscono all’abitato un’aria davvero misteriosa.
Di tanto in tanto vedrete raffigurate delle streghe o qualcosa legato al loro mondo, segno dell’ultima edizione di Strigòra.
Arrivate fino in cima ai ruderi del vecchio castello ed ammirate il panorama.
La parte più affascinante però è la Cabotina, l’antico luogo di incontro delle streghe; qui troverete dei pannelli esplicativi e una “riproduzione” di una strega.
All’inizio del paese invece potrete visitate il Museo etnografico e della stregoneria.
Non perdetevi la statua della strega, mi raccomando.

La Cabotina a Triora
La Cabotina a Triora

Con Triora termina il mio itinerario alla scoperta dei borghi medievali del Ponente, ma si tratta solo di un arrivederci perché la Liguria vanta tantissime eccellenze.

Alla prossima scoperta.
viaggiatrice seriale.

Emilia romagna, Italia

Brescello: il paese di Don Camillo e Peppone

Brescello, il paesino emiliano portato alla ribalta grazie alle simpatiche vicende di Don Camillo e Peppone.
L’avete mai sentito nominare? Avete mai visto un fil di Don Camillo e l’onorevole Peppone?

Legame fra Brescello e Guareschi

Giovannino Guareschi, noto scrittore e giornalista italiano, divenne molto famoso per la sua opera “Don Camillo”, che racconta le vicende di un parroco di un piccolo paese e del suo sindaco.
Brescello rappresentava perfettamente il clima di “Una mondo piccolo” fatto di gente genuina, buon cibo e paesaggi suggestivi e per questo venne scelto come luogo delle riprese della saga ventennale di Don Camillo e Peppone.

Don Camillo e Peppone
Don Camillo e Peppone

L’aria che si respira passeggiando per Brescello è proprio quella di una realtà raccolta, una piccola comunità “divisa” tra la politica e la chiesa.
Oggi Brescello è conosciuto come “Il paese di Don Camillo” ed è meta di tantissimi turisti che vogliono visitare i luoghi delle riprese.

Cosa vedere a Brescello: i luoghi delle riprese

Il paese è davvero piccino e si sviluppa tutto su una piazza che ospita da una parte la chiesa e dall’altra parte il municipio.
Troverete due belle statue ai lati opposti che raffigurano Don Camillo e Peppone.
Anche i bar ormai hanno preso le “parti” dei due protagonisti e si chiamano come loro.

Locomotiva del film Don Camillo e Peppone
Locomotiva del film Don Camillo e Peppone

Passeggiando per Brescello incontrerete la casa di Peppone, la locomotiva con la quale Don Camillo partì in esilio, la campana del popolo e il famoso crocifisso con cui parlava Don Camillo che è custodito nella chiesa del paese.

Musei di Brescello

Brescello, pur essendo piccino, vanta ben tre musei, tutti accessibili con un unico biglietto di ingresso dal costo di 6 euro.

Museo Peppone e Don Camillo

Ovviamente non posso che partire dal Museo Peppone e Don Camillo, una raccolta di fotografie, locandine e oggetti del set cinematografico.

Museo Peppone e Don Camillo Brescello
Museo Peppone e Don Camillo Brescello

Troverete per esempio l’abito di Don Camillo, le biciclette di entrambi i protagonisti e la scrivania di Peppone.
Prendetevi del tempo per approfondire ed entrare nel vivo della storia… a mio avviso ci sono delle fotografie di una bellezza unica.

Museo Archeologico

Per accedere al Museo di Peppone e Don Camillo, passerete prima (attraverso un percorso obbligato) nel Museo Archeologico di Brescello.

Anfore al Museo Archeologico di Brescello
Anfore al Museo Archeologico di Brescello

Sembra infatti che la sua storia sia molto più antica e risalga a ben 26 secoli fa.
Trovandosi lungo una delle vie commerciali più importanti della Pianura Padana, controllava i traffici lungo il fiume Po.
Tra i reperti ritrovati, molto interessanti sono le anfore.

Museo Brescello e Guareschi, il territorio e il cinema

L’ex Casa della Musica ospita il Museo Brescello e Guareschi, suddiviso in più piani.
Al piano terra si trovano mostre temporanee mentre al primo piano si può ammirare la ricostruzione di un set cinematografico dei film di Don Camillo e Peppone circondato da numerose fotografie scattate nei momenti di pausa dalle riprese.
Il secondo piano invece ospita un piccolo museo della civiltà contadina.

Museo Brescello e Guareschi
Museo Brescello e Guareschi

Curiosità

Visitando il museo ho scoperto che i film di “Don Camillo e Peppone” sarebbero 6, ma il sesto è rimasto incompiuto per la morte di Fernandel, ovvero Don Camillo.
Pensate quanto successo ebbero questi film per far si che la saga durasse per ben 20 anni.

Cibo

Questa parte di Emilia è fortemente legata alle tradizioni gastronomiche, quindi prima o dopo la visita ai musei, vi consiglio una sosta per gustare le eccellenze del territorio.
Io mi sono fermata a “La locomotiva” e ho gustato gnocco fritto con affettati locali … una squisitezza. Se fossi in voi ci abbinerei anche un calice di Lambrusco.

Orari musei

I musei seguono tutti il medesimo orari: dal lunedì al venerdì 10-13 15-18, il sabato, la domenica e i festivi 10-13 15-19.

Spero di avervi incuriosito almeno un po’ con il racconto dei luoghi di Don Camillo e Peppone, io ho deciso che mi riguarderò almeno un film per godermelo con più consapevolezza.
Inserite Brescello in un tour in Emilia Romagna, non ve ne pentirete.
Una volta in zona potreste andare anche al Labirinto della Masone, a Votigno di Canossa o a San Giovanni in Persiceto.

Alla prossima avventura,
viaggiatrice seriale.


Feste e Sagre in Italia, Marche

L’infiorata artistica di Fermignano

Sessanta  giorni dopo la Pasqua ricade la festa religiosa del Corpus Domini e in tale occasione si svolgono delle bellissime infiorate artistiche.
Si tratta di feste popolari arrivate ai nostri giorni dal passato.
Quest’anno la domenica ricca di colori e odori sarà quella del 19 giugno.
Sono tantissime le feste famose, una fra tante quella di Spello (da vedere una volta nella vita…forse il prossimo anno sarà quello giusto per me).
Io invece ho assistito personalmente lo scorso anno all‘infiorata di Fermignano in provincia di Pesaro Urbino e ne sono rimasta davvero colpita.

Come si svolge questa festa vi starete chiedendo.
Praticamente il sabato che precede il giorno del Corpus Domini vengono preparati i fiori e tutto il materiale necessario.

La mattina all’alba – o forse anche prima- i maestri infioratori iniziano il loro lavoro disponendo fiori, petali, foglie e semi, precedentemente scelti con cura, sui teli disegnati fino a realizzare magnifici tappeti floreali con diversi soggetti.

A Fermignano l’infiorata si svolge nelle vie del centro e domenica mattina, finita la messa, la processione del Corpus Domini passerà sui tappeti floreali.

Si tratta di una giornata unica nel suo genere, le raffigurazioni create sono delle vere e proprie opere d’arte curate nei minimi dettagli.

Per me è stata davvero una bellissima esperienza poter partecipare lo scorso anno, quindi se siete in zona approfittatene e poi fate un giro per il borgo che è davvero molto carino.
Non perdetevi il suo famoso ponte.
Come detto in precedenza le infiorate sono davvero tantissime, in ogni parte d’Italia, quindi se siete curiosi cercate quella più vicina a voi e non ve ne pentirete.
Più che le parole sono le foto a parlare…..non credete?
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.