Amanti del trekking e delle cascate, oggi vi porto al Cascatone di Pianello di Cagli. Se cercate di realizzare il detto “minimo sforzo, massima resa” , questa passeggiata fa proprio per voi perché in pochissimo tempo raggiungerete l’obiettivo.
Come raggiungere il Cascatone
Non esagero quando dico che si tratta più di una passeggiata che di un trekking, la lunghezza è di circa 1,5 km. Lasciate l’auto nel parcheggio i centro a Pianello di Cagli, davanti ai principali bar e dirigetevi verso l’area pic-nic “La Chiusa”.
Quest’ultima è un’area davvero ben attrezzata, molto apprezzata dagli amanti del barbecue. Punto d’incontro anche dei giovani di Pianello che amano recarsi alla “Chiusa “per qualche ora di relax, trovandosi proprio sul torrente. Oltrepassate “La Chiusa” e proseguite sul sentiero che si immerge nel bosco, costeggiando il fiume e in 10-15 minuti vi troverete di fronte al Cascatone.
Il Cascatone
Ci troviamo ai piedi del Monte Nerone e la cascata di Pianello di Cagli viene chiamata “Il Cascatone” perché genera un salto di ben 6 metri d’altezza. Non si tratta di una cascata naturale, ma di uno sbarramento realizzato negli anni 20 circa, per impedire alle pietre di scendere a valle.
A livello paesaggistico è bellissima e sotto il grande salto, si crea una pozza naturale dai colori cristallini. L’acqua, come in tutte le cascate e ruscelli è davvero gelata, ma se cercate refrigerio nelle giornate afose, riuscirete anche ad azzardare un bagno.
Se avete voglia di camminare ancora e non volete dedicare la giornata totalmente al relax, vi consiglio di recarvi all’ Arco di Fondarca, raggiungibile anche da questa zona.
Esistono molti trekking che raggiungono le sorgenti dei fiumi, oggi vi porto alle sorgenti del fiume Esino.
Sorgenti del fiume Esino: dove sono
Il fiume Esino scorre nella provincia di Macerata e le sue sorgenti si trovano nel territorio del borgo di Esanatoglia. All’origine del toponimo del fiume Esino, sulle cui rive in epoca romana è sorto il primo insediamento Aesa, sembra esserci Esus, il dio celtico della guerra.
Il sentiero del trekking delle sorgenti
Dal centro di Esanatoglia partono diversi percorsi trekking, tutti ben segnalati; inoltre lungo la strada incontrerete dei pannelli illustrativi con la mappa dei vari sentieri, sotto ai quali è posta una cassettina che contiene le mappe cartacee che potrete prendere. Il sentiero per le sorgenti è il sentiero blu e parte dal centro di Esanatoglia. Percorrete tutto il Corso che attraversa completamente il borgo, una volta oltrepassata l’ultima porta, svoltate a sinistra e seguite la strada asfaltata, mantenendo sempre la direzione principale. Incontrerete vari spazi per le auto, in quanto è possibile arrivare con i mezzi anche molto vicino alla sorgente, a circa 30 minuti di camminata e diverse aree pic-nic attrezzate. Ad un certo punto la strada asfaltata si trasforma in una carrareccia bianca, proseguite sempre dritto. Volendo potreste anche attraversare una delle tante passerelle sull’Esino e passeggiare sull’altra sponda, attraversando prati e boschi. Il sentiero è abbastanza coperto dagli alberi, solo pochi tratti sono completamente esposti al sole ed è molto comodo e facile.
L’ultimo tratto è leggermente in salita, qui il fiume sul lato sinistro della strada diventa più pieno creando dei piccoli saltelli. Sulla destra incontrerete i ruderi della chiesa di San Pietro, al momento transennata perché pericolante; volendo potete fare una deviazione perché la struttura è davvero vicinissima al percorso per le sorgenti.
Ripresa la via principale, continuate sempre dritto fin quando la strada non sarà più così netta ma si trasformerà in un sentiero immersi nel bosco. La segnaletica è ottima, quindi non avrete problemi a trovare la direzione. Dopo l’ultimo tratto in salita fra vegetazione e roccia, troverete un’indicazione sulla sinistra per un faggio secolare, voi proseguite sulla destra e vi ritroverete di fronte alla bellissima forra, una spaccatura fra le rocce.
Dopo aver ammirato la natura incontaminata, sta a voi decidere se proseguire la camminata fino alle sorgenti dell’Esino o meno. L’ultimo tratto è più impegnativo, adatto solamente ai camminatori esperti in quanto più esposto e con l’ausilio delle corde per salire. La camminata fino alla forra è adatta anche ai bambini e dal centro di Esanatoglia è di circa 5 -5,5 km a tratta.
Sulla strada del ritorno potete fermarvi a sorseggiare una bibita fresca al bar del laghetto, rilassandovi nella pace del luogo, magari sotto ad un albero, cullati dal canto delle cicale (cosa che ho fatto io). Se avete ancora energie, una visita più approfondita di Esanatoglia non può mancare.
Oltre ai musei e ai palazzi nobiliari, cosa si può visitare durante la visita ad una città o ad un borgo? Avete mai pensato alle opere idriche? Oggi vi porto a Serravalle di Chienti, in provincia di Macerata, a fare un viaggio nel tempo grazie alle opere idriche della zona. Dopo aver ascoltato la storia dell’Acquedotto Romano di Pesaro, devo ammettere che sono sempre molto curiosa.
La Botte dei Varano
Nella seconda metà del XV secolo, Giulio Cesare Varano signore di Camerino, fece costruire da ingegneri idrici fiorentini, la Botte dei Varano a Serravalle di Chienti. Si tratta di un emissario artificiale avente lo scopo di bonificare l’altopiano di Colfiorito in modo tale da avere più terreno possibile da destinare all’agricoltura.
La lunghezza del condotto è di circa 500 metri e le acque raccolte, ancora oggi, formano il fiume Chienti. Per l’epoca si trattava di un’importantissima opera, pensate che è stata utilizzata per più di 500 anni, fino al 1997, quando a causa del terremoto che colpì la zona, vennero fatte altre scelte. Il nome “Botte dei Varano” è collegata alla forma a botte del condotto e ovviamente al cognome di colui che la fece costruire. Dopo alcuni lavori di restauro, questa meravigliosa struttura è stata resa visitabile, ma solo su prenotazione.
Impianto moderno
Come accennato in precedenza, il terremoto del 1997 “mandò in pensione” la Botte dei Varano che venne sostituita da un condotto parallelo, che scorre a pochi metri di distanza avente la stessa funzione.
Ovviamente il fascino e la bellezza non sono gli stessi, ma la cosa principale è la sua funzione, quindi ancora oggi le acque che scorrono al suo interno formano il fiume Chienti. Durante i lavori per la realizzazione della nuova opera idrica è stata fatta una bellissima scoperta: proprio nello stesso punto, sorge da millenni un antico condotto romano.
Il collettore romano
Come sempre, quando si parla di opere idriche, c’è quasi sempre lo zampino dei romani; furono proprio loro, nel I secolo a.C. a costruire nella medesima zona il primo condotto con la funzione di mantenere costante il livello delle acque del lago della città di Plestia.
Interamente costruito in travertino e lungo circa 800 metri, sembra che operò per circa 700 anni. E’ alto circa 2 metri ed ha un’inclinazione costante dello 0,2%. Venne scoperto durante i lavori per la realizzazione del nuovo impianto e infatti oltre alla parte d’ingresso, dove venivano convogliate le acque dalla palude, l’unica altra parte visibile è quella che incrocia la nuova opera idrica.
Un tuffo nel passato attraverso le opere idriche è un modo alternativo per scoprire una determinata zona. Per poter ammirare i 3 condotti, è possibile partecipare ad una visita guidata con l’Associazione GMP Gaia.
Se non volete ancora abbandonare la stagione estiva, vi svelo una piccola chicca. C’è un luogo nelle Marche in cui è possibile fare il bagno nelle acque termali calde anche in autunno. Vi porto a fare un giro a Lu Vurghe di Acquasanta Terme.
Le piscine di Lu Vurghe
In provincia di Ascoli Piceno, quasi al confine con l’Abruzzo, si trova un luogo immerso nella natura davvero suggestivo. Le piscine di acqua termale sono opera dell’uomo, ma pur essendo di origine artificiale, non noterete affatto la differenza. Se siete amanti dei bagni nelle piscine naturali in estate, quando appena ci si immerge il refrigerio è assicurato, potrete vivere la stessa esperienza in autunno, ma al contrario vi scalderete nelle acque sulfuree molto più calde rispetto alla temperatura esterna.
Le piscine sono due, una più grande che riesce ad ospitare più persone, alla fine della quale un piccolo sbarramento crea una seconda pozza che può ospitare circa quattro persone. Alle spalle di quella grande, troverete un’altra piscina più piccola. Il tutto è immerso in un contesto naturale, con il fiume che score poco distante.
Per arrivare alle pozze dovrete scendere delle scale che si mimetizzano benissimo con la natura e le rocce, il sentiero è semplice ma non percorribile con passeggini o carrozzine. Grazie ad un’opera di riqualificazione del territorio, questo sentiero di rilevanza storica è stato ripristinato e reso usufruibile da chiunque, infatti l’ingresso è gratuito. Sembra che queste acque curative siano conosciute sin dai tempi dei romani, quando consoli, re e legionari si recavano in queste zone per trarne beneficio.
Come arrivare a Lu Vurghe
Per raggiungere Lu Vurghe, dovete raggiungere Acquasanta Terme e impostare sul navigatore la località di Santa Maria di Maggese. I parcheggi a ridosso dell’ingresso non sono moltissimi, ma poco distante troverete dei posteggi liberi lungo le vie, lasciate l’auto e incamminatevi verso la sede dello Speleoclub dove troverete anche qualche ambulante che vende cibo.
Dopo aver fatto scorta di viveri, prendete il sentiero sulla destra e dopo nemmeno 10 minuti di cammino sarete arrivati alla Spa naturale. Ora non vi resta che godervi una bella giornata a contatto con la natura. Prima o dopo; non perdetevi le gole del Rio Garrafo.
Se amate questo genere di luoghi, vi consiglio anche Saturnia e Bagni San Filippo.
Un trekking che vi farà sentire Indiana Jones per un giorno è quello alle Gole del Rio Garrafo ad Acquasanta Terme. Dopo (o prima) aver fatto una tappa alle piscine di acqua sulfurea di Lu Vurghe, vi consiglio questo bellissimo trekking.
Come arrivare al sentiero del Rio Garrafo
Come detto precedentemente, questo trekking parte da Acquasanta Terme in provincia di Ascoli Piceno, quindi raggiungete il paese e prima di lasciarlo alle vostre spalle e percorrere il ponte, parcheggiate nel parcheggio di fronte al Municipio o svoltate poco dopo sulla sinistra seguendo i cartelli per Frazione Matera e Frazione Vallecchia. Poco dopo svoltate di nuovo sulla sinistra in una strada di ghiaia e lasciate l’auto dopo circa 500 m nella piazzola sulla destra.
Incamminatevi sul sentiero che indica Vallecchia M.A e dopo poco inizierà il vero e proprio trekking.
Trekking Rio Garrafo: il percorso
A mio avviso si tratta di uno dei trekking più belli che abbia mai fatto. Il percorso è breve, sono circa 2 km ma dire che è suggestivo non rende abbastanza l’idea. Vi anticipo che non è adatto a tutti e non è assolutamente percorribile con i passeggini. Il percorso si snoda fra le pareti di roccia della Gola del Rio Garrafo, separate proprio dallo scorrere di quest’ultimo. Gran parte del percorso prevede l’aiuto di corde per facilitare il camminatore ed è richiesto salire e scendere dai massi e dalle rocce.
E’ consigliabile percorrere questo sentiero con una guida; io personalmente ci sono andata in autonomia perché era piena estate e il torrente era completamente secco, così ho potuto camminare direttamente sul letto del fiume. Ovviamente quando qui è presente dell’acqua, è tutto più complicato ma di sicuro ancora più suggestivo. Sarà infatti richiesto di guadare il ruscello diverse volte. Vi assicuro che vi sentirete come Indiana Jones, la natura è rigogliosa e selvaggia, il grado di umidità è abbastanza elevato… tutto fa pensare di essere all’interno di una foresta.
Dopo diversi sali e scendi, si arriva alle bellissime piscine, dove in estate la voglia di fare un tuffo è difficile da contenere, mentre nelle altre stagioni la location si presta sicuramente per delle pause e delle meditazioni.
Portatevi il pranzo al sacco e dell’acqua, inutile dire che durante il percorso non incontrerete punti di ristoro. Incontrerete invece delle grotte, come per esempio la Grotta Fredda ma se siete in autonomia non addentratevi da soli, occorre tutta l’attrezzatura specifica.
Insomma, se avete lo spirito avventuriero e volete sentirvi Indiana Jones per un giorno, le Gole del Rio Garrafo vi attendono.
Un trekking molto soddisfacente ma allo stesso tempo non troppo impegnativo è quello al Monte Strega.
Dove partire per il trekking al Monte Strega
Il Monte Strega sorge fra le province di Perugia e Ancona, infatti è una montagna dell’Appennino umbro-marchigiano. Potete inserire come indirizzo di partenza Montelago (Parco dei Daini), una frazione di Sassoferrato. Arrivati qui potete lasciare l’auto nel parcheggio o lungo la strada che costeggia l’area pic nic (utile al ritorno se affrontate la salita al mattino).
Percorso per raggiungere la croce del Monte Strega
Come dicevo in precedenza, la conquista della croce del Monte Strega non è troppo difficile in quanto quasi tutto il percorso è su una strada di ghiaia abbastanza larga, percorribile anche dai fuoristrada. La strada parte proprio dal parcheggio e prosegue sempre dritto (non girate a sinistra), da asfaltata diventa di ghiaia per poi addentrarsi nel bosco.
Facendolo in estate vi garantisco che le parti coperte dagli alberi sono molto piacevoli. Salendo piano piano, oltre ad ammirare il bellissimo panorama e il vicinissimo Monte Catria, si arriva ad una sorta di pianura da dove la vista spazia a 360 gradi.
Dopo esservi riposati un attimo, continuate a salire, qui i percorsi si fanno molto più stretti, si sale sul alto della montagna fino ad arrivare sulla cresta e conquistare la croce alta 8 metri.
Se non volete percorrere la strada grande, potete prendere il sentiero che parte dal cancelletto e ad un certo punto si ricollega sempre alla stessa strada, passando in mezzo al bosco (seguite i cartelli del CAI).
Cosa vedere vicino al Monte Strega
La salita al Monte Strega non dovrebbe mettervi k.o, così vi consiglio cosa vedere nelle vicinanze. Dirigendovi verso Pascelupo, incontrerete tantissimi percorsi che questa volta si snodano lungo il fiume.
Io ho intrapreso quello della Forra del Rio Freddo, anche se non l’ho portato a termine perché l’ambiente circostante era così bello da farmi fermare. Ne ho approfittato come sempre per rinfrescarmi un po’ al fiume e godermi un momento di puro relax immersa nella natura, ma ho un conto in sospeso con la Forra e quindi tornerò a breve.
Con un altro percorso potete raggiungere invece l’Eremo di San Girolamo (chiuso però al pubblico). Che dire, in questa zona è pieno di sentieri, poi fatemi sapere quale scegliete. Al prossimo trekking, viaggiatrice seriale.
Ultimamente il pic nic sta davvero andando alla grande fra le proposte estive e visto che lo scorso anno avete apprezzato molto l’articolo sui luoghi insoliti in cui fare un aperitivo, quest’anno voglio consigliari due luoghi per un pic nic.
Il convivio di nonno Ciro
Partiamo dalla provincia di Pesaro Urbino e spostiamoci proprio ad Urbino, direzione Montefabbri dove sorge Il Convivio di nonno Ciro.
Immaginatevi la visuale dalla cima della collinetta , seduti comodi sui divanetti o sui cuscinoni, gustando affettati, focacce, olive ascolane e polpette. Se prenotate per tempo potreste riuscire ad accaparrarvi una tenda (sono solo 5) e godervi il tramonto comodamente seduti sui cuscini.
La particolarità di questo luogo è che potete gustare anche la carne alla brace, ma solo se avete voglia di cucinarvela. Sono a disposizione dei clienti infatti delle griglie in cui cuocere la propria cena. Il tutto sarà allietato dalle note del dj posizionato all’interno della bellissima mongolfiera.
Scamporella
Cambiamo regione e dirigiamoci a Cesena per vivere una super serata da Scamporella. Per me è una vera certezza, il luogo perfetto in cui trascorrere una serata cenando con un pic nic fra gli ulivi, gustando prodotti davvero ottimi.
La parte che preferisco è in assoluto l’allestimento, tutto sulle tonalità del bianco e del rosso, i colori perfetti per un pic nic.
Approfittate delle ultime serate estive per concludere questa stagione vivendo un’esperienza diversa. Al prossimo pic nic, viaggiatrice seriale.
Nell’entroterra marchigiano sorge il piccolo paese di Borgo Pace, conosciuto soprattutto dai centauri che si dirigono verso Bocca Trabaria. Io vi porto alla scoperta del lato naturalistico di Borgo Pace.
Sentiero del Carbonaio
Partendo proprio dal centro, lascate piazza de Pino alle vostre spalle, girate a sinistra e poi subito a destra dove troverete diversi segnali del CAI. Prendendo la salita sulla sinistra, intraprenderete il Sentiero del Carbonaio, illustrato strada facendo da diversi pannelli esplicativi sulla raccolta del legno e su tutto il processo fino ad arrivare alla produzione del carbone. Il sentiero non è troppo impegnativo, ma dipende dal periodo in cui decidete di farlo. Io ad inizio estate, in una giornata assolata ho patito parecchio il caldo, ve lo consiglio per la primavera o l’autunno.
Piccoli tratti sono riparati dal bosco, ma la gran parte del sentiero è aperto. Le salite non mancano, ma i panorami ripagano di tutta la fatica. Dopo qualche km incontrerete anche dei bivi con altri sentieri. Io ho optato per scendere verso Case di Sant’Andrea, avvistando lungo il percorso i ruderi dell’omonima Torre. A fine sentiero si arriva in uno spiazzo dove viene accatastata la legna e finalmente si trasforma in carbone.
Oltrepassate l’agglomerato di vecchie case e proseguite sulla strada asfaltata alla vostra destra. Dopo poco arriverete di fronte ad un ponte , non oltrepassatelo ma prendete il sentiero sulla destra per arrivare alla cascata e rinfrescarvi un po’.
Le cascate di Borgo Pace
Nei pressi di Borgo Pace, il fiume Auro genera diverse cascate . La mia preferita è proprio quella che si raggiunge dal sentiero di fianco al ponte, la strada è brevissima e costeggia il fiume. Se siete fortunati e trovate poca gente, potete posizionarvi sui sassi sopra alla cascata, grandi e relativamente comodi. Da qui sarà semplice scendere per fare un ottimo bagno nella piscina naturale che crea la cascata.
Le piscine naturali più frequentate sono invece poco più avanti nella direzione opposta. Le trovate molto facilmente perché sul ciglio della strada vedrete diverse auto parcheggiate. Qui il fiume Auro, lungo il suo corso crea piscine e piccole cascatelle, ottime per rinfrescarsi in una giornata estiva. Non manca però nemmeno una sorgente termale, indicata da un cartello proprio sul ciglio della strada. Se non siete ancora stanchi di cascate, andando verso Sant’Angelo in Vado troverete quella del Sasso.
Il Parco del Conero è conosciuto soprattutto per la bellezza delle sue spiagge ma non sono da dimenticare i numerosi sentieri per il trekking che lo attraversano. Essendo marchigiana, amo molto questa zona della mia regione e questa volta ho voluto vivere il lato sentieristico del Conero. Questi sono 3 sentieri facili che dal centro di Sirolo conducono a 3 spiagge meravigliose. Iniziamo a camminare!
Sentiero 302 “Delle due Sorelle”
Partendo dal Municipio di Sirolo, dove potete lasciare l’auto, dirigetevi verso sinistra, prendendo la 1° uscita della rotonda e percorrendo per poco la strada asfaltata (ci sono delle parti delimitate per i pedoni). Dopo poco incontrerete alla vostra destra una strada percorribile anche in auto, ma in cui vengono segnalati i sentieri CAI. Girate e iniziate la salita, proseguite sempre dritto fino ad arrivare ad uno spiazzo con le auto parcheggiate, oltrepassate il cimitero e proseguite sul sentiero sulla destra. Dopo poco inizierete a scorgere vedute meravigliose sul mare. Questo sentiero si snoda ai bordi della falesia per poi inoltrarsi nel fitto della macchia mediterranea; infatti inizialmente si cammina in una strada grande circondati dalla ginestre in fiore per poi proseguire in sentieri sempre più stretti immersi nel verde fino ad arrivare al Passo del Lupo.
Da qui la visuale è eccezionale. si vedono benissimo le Due Sorelle e anche la spiaggetta, mentre sul lato opposto si possono ammirare le spiagge di Numana. Il sentiero è così chiamato perché teoricamente conduce fino alla spiaggia delle Due Sorelle, ma ora è possibile percorrerlo solo fino al Passo del Lupo ( o punta della Croce) come previsto dall’ordinanza sindacale del Comune di Sirolo che stabilisce il divieto assoluto di transito. Quindi potrete arrivare solo fin qui, ammirare il panorama eccezionale per poi tornare indietro. Questo sentiero è percorribile a piedi e il tempo di percorrenza per la sola andata è di circa un’ora.
Sentiero 303 dei Sassi Neri
La parte iniziale è identica al sentiero 302, infatti troverete i cartelli che indicano la stessa direzione, però questa volta prima di arrivare al cimitero, dovete svoltare a destra su una grande strada asfaltata e una volta che vi trovate con il mare di fronte, prendete il sentiero a sinistra. Non potete sbagliare e poi durante il percorso ci sono sempre i cartelloni ad indicare la direzione.
La ricompensa a fine sentiero sarà la bellissima spiaggia dei Sassi Neri con area attrezzata e area di spiaggia libera.
Se volete premiarvi per la fatica, prima di scendere in spiaggia trovate un ottimo ristorante in cui recuperare le forze, Il sentiero è considerato facile, i tempi di percorrenza sono di circa 45 minuti per la sola andata.
Sentiero 304 San Michele
Il sentiero 304 è quello che parte ancora più vicino al borgo di Sirolo, la direzione da prendere è la medesima dei precedenti ma a ridosso della rotonda, svoltate a destra su Via Piave. Potrete ammirare subito un ottimo panorama per poi prendere il sentiero sulla destra che con una discreta pendenza vi condurrà fino alla spiaggia di San Michele attraversando il bosco. Da qui potete proseguire sulla destra fino a raggiungere la Spiaggia Urbani e l’omonima grotta.
Dateci un’occhiata perché merita davvero, non è così frequente trovare grotte proprio in riva al mare. Dopo esservi riposati, senza tornare indietro, potete risalire verso il centro di Sirolo dalla strada dietro il ristorante Paranza, che sempre con una discreta pendenza vi condurrà a Sirolo attraverso passaggi pedonali e scalinate che costeggiano la strada. Questo sentiero è considerato facile con un tempo di percorrenza di circa 30 minuti a tratta.
Finalmente sono riuscita a vivermi anche questo lato del Parco del Conero e sono sicura che questi 3 sentieri per il trekking sul Conero saranno i primi di una lunga serie. Prima o dopo la camminata, concedetevi una sosta nella piazzetta di Sirolo che ha una veduta così meravigliosa da togliere il fiato.
Per le informazioni sui sentieri o sul Parco potete rivolgervi al Centro Visite Parco del Conero, Via Peschiera 30 Sirolo (0719330490 info@parcodelconero.eu).
Il Monte San Bartolo nella città di Pesaro è una vera meraviglia in ogni stagione dell’anno: si tratta di una Riserva Naturale formata da un falesia che si getta a strapiombo nel mare, tra Pesaro e Fiorenzuola di Focara.
Guardare il tramonto sul Tetto del Mondo
Itinerari naturalistici, sentieri CAI e percorsi per le biciclette, in questo piccolo paradiso non manca proprio nulla. Vi svelo un segreto: è il mio posto del cuore e oggi mi sento altruista, voglio condividere tutte queste bellezze anche con voi. Tra Maggio e Giugno il San Bartolo si dipinge di giallo grazie alla fioritura delle ginestre: inutile dire che è una gioia per gli occhi.
Noi pesaresi lo conosciamo da sempre, ma ultimamente ci sono anche tanti turisti che inseriscono una tappa da queste parti. Mettete in macchina anche un telo o una tovaglia e dopo aver praticato attività sportiva o esservi rilassati con una camminata, fermatevi per un pranzo, una cena o un aperitivo…. rigorosamente fai da te. Il Tetto del Mondo, uno spiazzo pianeggiante dal quale ammirare la costa da Pesaro a Cesenatico – nelle giornate limpide – è il luogo perfetto per riempirsi gli occhi di tanta bellezza. Circondati dal giallo delle ginestre, comodi sui vostri teli, gustatevi un aperitivo ammirando il tramonto in questo luogo speciale.
Come raggiungere il tetto del mondo
Il Tetto del Mondo si raggiunge sempre attraverso dei sentieri, ma una volta lasciata l’auto, la strada da percorrere è pochissima…. ovviamente è un sentiero sterrato, magari delle calzature chiuse e un abbigliamento comodo sono più indicati. Come punto di riferimento potete prendere il camping Paradiso, venendo da Pesaro, poco dopo sulla destra vedrete uno spiazzo un po’ più grande in cui parcheggiare. Percorrete il sentiero e in men che non si dica sarete circondati dal giallo delle ginestre in fiore.
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