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elisa

Italia, Toscana

5 cose da fare a Pistoia

Pistoia, una vera scoperta nel cuore della Toscana.
Forse non rientra fra le città italiane più famose o molto più semplicemente è un po’ offuscata dalla vicina (e stupenda) Firenze.
Contrastando le due teorie appena indicate, il mio consiglio è quello di aggiungere alla vosta lista Pistoia; ricca di monumenti, con una storia antichissima e un approccio rivolto alla modernità saprà accontentare – se non superare – le vostre aspettative.
Si è ben capito che ne sono rimasta affascinata, ma veniamo al dunque:
cosa vedere?

La cattedrale di San Zeno

Si tratta del principale luogo di culto cattolico di Pistoia e sembra risalire addirittura al 923; nel corso dei secoli ha subito varie modifiche e oggi accoglie i fedeli con la sua facciata in stile romanico. Imponente con le sue tre navate, ospita il prezioso altare argenteo, testimonianza dell’oreficeria gotica italiana.

Cattedrale di San Zeno

Ingresso gratuito ( biglietto a pagamento per l’altare argenteo).
Al suo fianco svetta l’alto campanile in stile gotico, dalla cui sommità è possibile ammirare tutta Pistoia dall’alto….dopo aver fatto circa 200 scalini. (ingresso a pagamento)
Il complesso della cattedrale, dedicato a San  Zeno e San Jacopo, include anche il Battistero.

Battistero

Proprio di fronte alla cattedrale sorge quest’altro monumento dalla forma ottagonale, molto più d’impatto esternamente -per via della scelta del marmo bicromo,secondo la tradizione pistoiese- che internamente a mio avviso.

Piazza della Sala

Immancabile una tappa in questa carinissima piazza, antico centro della città sotto il regno dei Longobardi e oggi sede del mercato cittadino, ma anche punto d’incontro.

Piazza della Sala

Circondata da enoteche,bar e botteghe, è il luogo giusto per la pausa pranzo.

Ospedale del Ceppo

Antico ospedale nel centro città, risalente alla fine del 1200 e rimasto attivo fino al 2013.
L’interno non è visitabile, ma vi consiglio di passarci davanti per ammirare il fregio e i medaglioni di terracotta invetriata raffigurante le Sette Opere di Misericordia.

Ospedale del Ceppo

Una volta arrivati qui, vi consiglio di prendere parte alla visita di Pistoia Sotterranea per compiere un viaggio nel labirinto della storia. Oltrepassato l’ingresso dell’ospedale, trovate la biglietteria. (Mi sarebbe piaciuto fare questa visita, ma come sapete la fortuna non mi accompagna spesso e quel giorno non effettuavano visite a causa di un concerto.Andateci e fatemi sapere cosa mi sono persa).

Basilica della Madonna dell’Umiltà

La città di Pistoia vanta tantissime chiese, questa merita una visita per l’emorme cupola alta 59 metri realizzata da Giorgio Vasari.

Per una giornata alla scoperta di Pistoia queste sono le attrazioni principali, ma non ponetevi troppi limiti e non fate troppi programmi; passeggiate liberamente per il centro storico, entrate ad ammirare gli interni delle tantissime chiese, fermatevi per un attimo in Piazza Duomo e guardatevi intorno;

Palazzo Comunale

 sporgetevi sull’uscio del Palazzo Comunale, gustate un buon piatto tipico e se avete ancora tempo chiedete informazioni sui vari musei disponibili.

Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

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Sunshine Blogger Award 2018

Un vero e proprio ringraziamento, ecco come definirei questo post.
Siamo a fine anno, è ora di tirare le somme e io devo essere sincera nel dirvi che sono davvero contenta di questo 2018  per quanto riguarda il mio blog.
Le cose da fare sono ancora tantissime e piano piano le porterò a termine,ma la soddisfazione legata a queste pagine virtuali lo è ancora di più.

Il mio grazie va a tutti voi che mi leggete e mi supportate e come ciligina sulla torta devo dirvi che sono stata nominata per il Sunshine Blogger Award 2018, ovvero un premio per i blogger che con i propri contenuti ispirano creatività e positività. Proprio per questo bellissimo riconoscimento devo ringraziare Ale e Kiki di Un Trolley per Due , che ho avuto il piacere di conoscere qualche mese fa.


CHE COS’E’ IL SUNSHINE BLOGGER AWARD 2018?

E’ un premio molto importante per chi come noi dedica molto tempo al blog cercando di trasmettere ai lettori informazioni, sensazioni ed emozioni. Esso infatti viene assegnato a coloro che vengono reputati creativi, addirittura fonte di ispirazione. Wow ragazzi sono davvero onorata!

Come comportarsi dopo aver ricevuto la nomination?! Molto semplicemente si scrivere un articolo sul proprio blog contribuendo così alla condivisione, rispettando queste semplici regole:

1. ringraziare la persona che ti ha nominato inserendo il link al sui sito eb
2. rispondere alle domande che ti ha posto
3. nominare altri 11 blogger e formulare loro 11 nuove domande
4. includere il logo del contest nell’articolo che puoi scegliere tra quelli reperibili in rete.

SUNSHINE BLOGGER AWARD 2018 – LE RISPOSTE ALLE DOMANDE DI ALE E KIKI

Chi sei e di cosa parla il tuo blog?
Sono esattamente una malata di viaggi che appena può ne approfitta e parte: che sia un viaggione o una gita fuori porta di un giorno.Ovviamente mio blog parla dei miei viaggi, delle avventure ma anche delle disavventure vissute.

Cosa significa per te viaggiare?
E’ una vera e propria necessità, per me significa veramente tutto.
 Avete presente la sensazione di affaticamento dopo una corsa? Per me il viaggio è quella boccata d’aria pulita presa a pieni polmoni che riequilibra tutto.

Dove trovi ispirazione per individuare la tua prossima meta?
Se escludo le mete che ho sempre sognato e volevo vedere fin da piccina, ora la mia scelta è condizionata molto spesso da un insieme di fattori: l’offerta migliore per il periodo in cui posso partire. Una volta vagliate le possibilità e scelta la meta inizia la fase di studio. Ovviamente ci sono delle destinazioni che monitoro continuamente! 🙂

Con chi ami viaggiare?
Con il mio ragazzo. Abbiamo gli stessi ritmi o meglio abbiamo imparato a farli conciliare e questo è davvero importante. Sappiamo organizzare il viaggio inserendo le priorità e gli interessi di entrambi.

Programmi tutto nei minimi dettagli o sei un viaggiatore last minute?
Programmo solo lo stretto necessario, amo cambiare i piani e andare alla scoperta di attrazioni meno turistiche di cui vengo a conoscenza quasi sempre quando sono già sul posto.

Organizzi da solo i tuoi viaggi?
Sì!!!! Ovviamente con l’auto del mio compagno di avventura!

Quali sono le tre cose che non possono mancare in valigia?
Carta di credito, passaporto e cellulare. Mi è capitato spesse volte – purtroppo – che non arrivasse la valigia o che arrivasse in ritardo. Beh, avendo queste tre cose sono serena e so che posso trovare sempre una soluzione!

La prima cosa che ti viene in mente se diciamo MARE
Aiuto, come devo interpretarla?!
Associo la parola a RELAX e VACANZA.
Se devo associarla ad una destinazione rimango vaga e dico CARAIBI

Qual è il luogo più romantico dove sei stata?
A cena a lume di candela direttamente sulla spiaggia di una piccola isola delle Maldive.


SUNSHINE BLOGGER AWARD 2018: LE MIE NOMINATION

1. Oltre le parole
2. Rivoglio la Barbie
3. Different Details
4. Stamping the world
5. Lemuri in viaggio
6. Voce del verbo partire
7. Piccoli Grandi Viaggiatori
8. PanAnna Blog di Viaggi
9. Viaggi che mangi
10. I viaggi di Monique
11. Destinazione mondo 20

Ora tocca a voi!!!

SUNSHINE BLOGGER AWARD 2018: LE MIE DOMANDE 

1. Hai mai fatto un viaggio da solo/a?
2. Ami partire anche per un solo fine settimana o credi non ne valga la pena?
3. Il viaggio che hai amato di più in assoluto
4. Zaino in spalla o valigia?
5. A quanti anni hai fatto il tuo primo viaggio?
6. In caso di imprevisto sei ansioso o la gestici bene?
7. Hai messo piede in tutti i continenti?
8. Voli sempre con le stesse compagnie o vai in base alle offerte?
9. Preferisci viaggi al caldo o al freddo?
10. Che rapporto hai con il cibo in giro per il mondo?
11. Dove ti porterà il 2019?

Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Marche

La Grotta Ipogeo di Piagge

La Grotta Ipogeo di Piagge : una meraviglia inaspettata.
Ci troviamo nelle Marche, in provincia di Pesaro-Urbino e più precisamente nel comune di Terre Roveresche.
Proprio nel centro storico, in prossimità dell’ingresso medievale del castello, è ubicato l’ingresso alla grotta.

Grotta Ipogeo di Piagge

Conservatasi in perfette condizioni fino ai giorni nostri, ha svolto la funzione di cantina e magazzino fino a pochi decenni fa: c’è chi ricorda che proprio qui venivano conservati prosciutti e lonze e chi invece ci veniva a giocare.
La sua storia però è molto più antica, sembra infatti risalire all’epoca romana (paleocristiana).
Si tratta di un esempio unico nel suo genere: di pianta basilicale ha sicuramente svolto la funzione di luogo di culto con la sua pianta cruciforme arricchita da nicchie e decorazioni geometrico-simboliche in rilievo.
Proprio queste ultime meritano un’attenzione particoalre a mio avviso perchè sono di una precisione estrema e hanno la particolarità di essere rappresentazioni simmetriche,altro rimando al luogo di culto.
Si tratta di simboli cristiani antichissimi.

Decorazioni simmetriche 

Non si è arrivati ancora ad una verità assoluta, è in fase di studio e la cosa davvero interessante è che continuamente vengono fatte delle nuove scoperte in merito al suo utilizzo e alla sua datazione: quelle che fino a poco tempo fa erano viste come delle semplici linee, potrebbero rappresentare delle lettere precise.
E’ un luogo piccino ma che racchiude in sè un fascino enorme.
La grotta è venuta alla luce grazie ad una ricerca storica effettuata dall’architetto Gabriele Polverari nel 1996 ma è stata aperta al pubblico dopo i vari lavori di restauro e di messa in sicurezza solo nel 2016.

Dettaglio decorazione

Io continuerò a seguire le notizie in merito in quanto l’ipogeo mi ha letteralmente affascinato, se siete curiosi di vedere questo piccolo capolavoro potete farlo il sabato dalle 17 alle 20.
Dimenticavo di dire che anche il punto di accesso è davvero interessante; si devono infatti scendere una ventina di gradini scavati nell’arenaria per raggiungere il sotterraneo.

Scala d’accesso

Il locale attiguo alla grotta invece è utilizzato come spazio espositivo, quindi oltre ad ammirare lo spettacolo antico dell’ipogeo, nella stessa occasione potrete ammirare anche un altro genere di arte.
Alla prossima scoperta,
Viaggiatrice seriale.

Feste e Sagre in Italia, Puglia

San Trifone: tra tradizione e innovazione ad Adelfia

Una volta l’anno, come fosse capodanno, il Comune di Adelfia (BA) si trasforma in qualcosa di veramente unico in onore della Festa di San Trifone.
Durante questa Festa Patronale – tra le più grandi (se non la più grande in assoluto) del sud Italia – si vivono giorni divisi tra la fede e le tradizioni popolari, il tutto a ritmo di fuochi d’artificio.
Grazie al press tour organizzato dal Comune di Adelfia in collaborazione con il GAL Sud Est Barese, ho avuto l’opportunità di vivere questo immenso spettacolo in prima persona e sono rimasta letteralmente senza parole.

La Festa Patronale

La festa in realtà dura 11 giorni (1-11 novembre) ma l’apice dei festeggiamenti si raggiunge nei tre giorni conclusivi.
Mi è stato chiesto quale fosse l’immagine riuassuntiva di tutta questa esperienza e a mio avviso la risposta può essere solo una: le luminarie.

Luminarie di San Trifone

La sera del 9 novembre infatti, tutta la folla si riunisce nel centro storico e con pazienza e curiosità attende – con il naso all’insù – il momento in cui la mega struttura posizionata nei giorni precedenti prende vita.
La vera e propria attesa finisce nell’istante in cui il quandro del Santo varca il primo arco di luci, da quel momento in poi le luminarie prendono vita, accendendosi una di seguito all’altra, solo dopo essere state oltrepassate…..questo crea uno spettacolo meraviglioso, un tripudio di colori che passo dopo passo crea l’opera definitiva.
Le luminarie sono un aspetto legato alla tradizione, la famiglia Faniuolo si è occupata quest’anno, per il 100esimo anno, dell’installazione e la cosa sorprendente è che ogni anno i motivi e i disegni cambiano.
Affascinati e ammutoliti davanti a tanta meraviglia, ci siamo goduti non solo lo spettacolo delle luminarie ma anche quello dei fuochi d’artificio come ciliegina sulla torta.

Luminarie di Adelfia

Oltre al lato religioso, la festa di San Trifone ha un lato anche commerciale, infatti si può parlare di una vera e propria fiera, in cui persone da ogni parte d’Italia si ritrovano per stipulare contratti.
I fuochi d’artificio e i meccanismi per poterli sparare rappresentano uno dei maggiori interessi.
Sulla circonvallazione infatti si possono trovare tantissime bancarelle con gli ultimi dispositivi usciti sul mercato.
Per quanto riguarda i fuochi poi, questo è il luogo in cui mostrare la propria bravura e le proprie capacità e ricevere ingaggi per altre feste patronali o meno.
Il sabato mattina, abbiamo raggiunto lo stesso luogo della sera precedente e strada facendo, abbiamo assistituo ad un altro tipo di “compravendita”: questa volta erano i direttori d’orchestra a firmare contratti per suonare con le proprie bande in tante altre feste.

Banda musicale a san Trifone

Le bande che si intravedono ad Adelfia sono davvero molteplici e si danno il cambio nell’esibirsi sotto il gazzebo, allietando i pellegrini e i turisti in attesa della “Riffa“.
Il 10 novembre, giorno di San Trifone, ,la statua del Santo viene portata in processione e la mattina si disputa una vera e propria asta per aggiudicarsi l’onore di portare San Trifone sulle proprie spalle.
Chiudete gli occhi e immaginatevi questa scena: migliaia di persone che riempono la piazza e le vie laterali, il Presidente del Comitato che dà il via all’asta e in men che non si dica si sentono offerte da capogiro…ecco, questa è la Riffa.

La Riffa di san Trifone

Quest’anno i vincitori si sono aggiudicati l’asta con ben 23.300 € (giusto o sbagliato non lo so, so solo che possiamo considerare il tutto una vera e propria tradizione).
Le offerte però arrivano da ogni parte del mondo, non solo dai cittadini di Adelfia e dalle realtà limitrofe, ma anche da oltreoceano. Si tratta di una festa talmente sentita anche da cittadini emigrati all’estero, che non potendo partecipare a questo evento fisicamente, vogliono almeno farlo con un contributo.
Credenti,turisti, pellegrini,scettici, curiosi, appassionati di folklore…..San Trifone richiama davvero ogni tipo di persona.
Siamo giunti al momento della processione; la statua del Santo viene fatta uscire dalla Chiesa di San Nicola e i vincitori dell’asta la portano sulle spalle per le vie del paese, attraversando un vero e proprio mare di persone in attesa di poter venerare San Trifone.

La Statua di San Trifone

Davanti alla porta di Adelfia avviene la consegna simbolica delle chiavi della città al Santo.
Ma chi era San Trifone e perchè è il Patrono?
San Trifone è un martire cristiano vissuto nell’attuale Turchia e condannato a morte dai romani per non aver rinnegato la propria cristianità; arrivò in Puglia grazie ad un prete greco ortodosso che ne diffuse il culto a partire dall’anno 982 data in cui fu fondato il paese di Monte Roni (Montrone) ma fu in seguito alla peste del 1770 che la devozione degli abitanti divenne ancora più importante.

Tradizioni e folklore


Come ogni festa, anche quella di San Trifone ha le proprie tradizioni al di fuori della religione.
Affrontiamo subito il lato enogastronomico: immense tavolate vengono imbandite per le strade del centro storico, dalla mattina all’alba si cucina carne d’agnello che si consumerà poi durante tutto l’arco della giornata accompagnata da vino rosso.

Carne di agnello alla brace

Grandi braci vengono sistemate all’esterno e i vari macellai cuociono kg e kg di carne.
Tende da campeggio vengono montate nelle vie più centrali e i più temerari ci trascorrono la notte in modo tale da avere una posizione privilegiata il mattino seguente.
In passato nei giorni di festa non ci si poteva permettere nessun tipo di leccornia, così venne preso il sedano come simbolo….. tutt’oggi troverete delle intere bancarelle di sedano per le vie del centro e vi assicuro che sono davvero caratteristiche.

Bancarella di sedano

I fuochi d’artificio tornano ad essere i protagonisti della giornata e tutte le persone che al mattino hanno partecipato alla processione e poi hanno banchettato con l’agnello, si scelgono una posizione privilegiata per ammirare i fuochi d’artificio diurni.
Non mi sono sbagliata, avete letto bene i fuochi vengono sparati di giorno (è stata la prima volta anche per me, non ne avevo mai sentito parlare).

Fuochi d’artificio di giorno

Praticamente si svolge una sorta di gara tra i fuochisti di maggiore prestigio e al contrario di quelli notturni non saranno i colori ad essere valutati, ma il suono e il ritmo.
Esatto, i fuochi d’artificio hanno un ritmo ben preciso secondo il quale devono essere sparati e vi assicuro che gli attimi finali di ogni esibizione sono stati davvero “ritmati”….. diciamo quasi delle esplosioni! Delle strisce di colore poi hanno portato allegria sulla tavolozza azzurra del cielo.

Adelfia


Ma dove ci troviamo esattamente?!
Tutta questa meravigliosa e imponente festa si svolge ad Adelfia, comune della città metropolitana di Bari ma una precisazione è d’obbligo.
Adelfia ha una particolarità molto importante, forse è addirittura l’unica nel suo genere: ha due centri storici, due chiese madri, due feste patronali, due poste….tutto questo perchè è il frutto dell’unione di Montrone e di Canneto voluta da Mussolini.
La dualità culturale è molto forte, pur essendo praticamente sullo stesso suolo – non c’è infatti un vero e priprio confine tra i due rioni ma solo una colonna sormontata da una croce – gli abitanti delle due realtà si sentono molto diversi e guai a voi a confondere uno di Canneto con uno di Montrone!

Dove Mangiare


Se capitate ad Adelfia e siete alla ricerca di un buon posticino in cui fermarvi a pranzo o cena, vi consiglio il ristorante tipico “I Fuochi” in cui gustare piatti della tradizione.

Cucina tipica

Se siete invece più tipi da hamburger, non potete assolutamente perdervi il ristorante Officina aperto da un giovane ragazzo proprio dove una volta sorgeva una vecchia officina.
La scelta delle birre è notevole e i panini sono strepitosi, rielaborati con prodotti prettamente locali ( non fa solo panini ma ogni tipo di piatto, però se mi posso permettere un panino assaggiatelo).

Con ancora in mente le immagini delle luminarie, i botti dei fuochi d’artificio, il fiume di persone per la processione e l’odore di carne di agnello vi saluto e vi consiglio di appuntarvi in agenda questa festa perchè ne vale assolutamente la pena.
Un connubio perfetto tra tradizione e innovazione.
Grazie ai miei compagni di avventura, alla prossima festa
Viaggiatrice Seriale.

Italia, Marche

Alla scoperta di Montecassiano grazie al photowalk

Marche, le scoprirai all’infinito” come diceva il famoso Dustin Offman nello spot di qualche anno fa.
In effetti sono una scoperta continua, un innamoramento continuo da parte di una marchigiana doc che non perde occasione di visitare qualche chicca sconosciuta e che spera di trasmettervi almeno un po’ di curiosità,così da toccare con mano in prima persona quello che leggete su uno schermo.
Grazie ai photowalk organizzati dalla Regione Marche e Fondazione Marche Cultura attraverso il suo Social Media Team, quest’anno ho scoperto dei veri tesori marchigiani, e oggi vi parlo di Montecassiano.

Scorci di Montecassiano

Ci troviamo in provincia di Macerata, più precisamente tra le sue colline e per introdurvi in punta di piedi in questo gioiellino, vi dico che vanta diversi riconoscimenti: fa parte dei Borghi più belli d’Italia, è Bandiera Arancione e vanta anche la Spiga Verde.
Le premesse ci sono tutte, ora andiamo a perderci tra i suoi vicoli.
Di impronta medievale, il borgo è circondato da una cinta muraria e ha la particolarità di avere tutte le vie concentriche tra loro; come primo consiglio vi suggerisco di passeggiare tra i vicoli senza una meta precisa, ma ammirando la bellezza dei diversi scorci.

COSA VEDERE

Dopo un’idea iniziale che vi permette di teletrasportarvi indietro nel tempo, è arrivato il momento di visitare le attrazioni principali.

Piazza Unità d’Italia
E’ la piazza principale di Montecassiano, su di essa di affacciano importanti e maestosi edifici come il Palazzo dei Priori (il mio preferito), oggi sede del Comune, che negli anni subì diversi restauri che ne cambiarono il disegno originale.

Piazza della Libertà

Su un altro lato troviamo la Chiesa di San Marco che non ebbe – come si tenderebbe a pensare – solamente una funzione religiosa, ma per un periodo fu la sala del consiglio.

Chiesa di San Marco

Per ovvie ragioni serviva una buona illuminazione e ancora oggi trovate al suo interno tanti lampadari,ma la vera attrazione della chiesa è il dipinto della Madonna che allatta,luogo di preghiera per le donne che desideravano avere un figlio.

Pinacoteca 
All’interno del Palazzo Compagnucci  – che si affaccia sempre sulla piazza – si trova la pinacoteca civica che vi consiglio di non perdere; le opere al suo interno sono interessanti ma il piano nobiliare a mio avviso è esso stesso un’opera….tutte le sale sono affrescate rendendo omaggio a temi differenti.

Piano nobiliare di Palazzo Compagnucci


Collegiata di Santa Maria Assunta
A pochissimi metri di distanza dall’ingresso del palazzo sopracitato, sorge la Collegiata di Santa Maria Assunta.

Pala di Mattia della Robbia

La chiesa è abbastanza imponente ma la vera attrazione si trova sulla sinistra dell’altare e stiamo parlando della pala policroma di Mattia della Robbia raffigurante la Madonna col Bambino e i Santi Sebastiano e Rocco.

ESPERIENZE DA NON PERDERE 

Montecassiano è la patria dei sughitti, pensate che in loro onore si svolge anche la sagra dei sughitti il primo fine settimana di ottobre.
Non li conoscete? Si tratta di un dolce composto dal mosto avanzato dalla vendemmia,farina di granoturco e noci.

Sagra dei sughitti

Proprio parlando di vendemmia, il periodo era perfetto, così nella bella piazza abbiamo fatto un salto indietro nel tempo ammirando una ragazza pigiare l’uva a piedi scalzi.

La pigiatura dell’uva

Il borgo di Montecassiano vanta anche un’altra tradizione da non perdere ovvero il saltarello.

Ballo tradizionale: il saltarello

Accompagnati dalla musica del gruppo folkloristico “La Cocolla de Mojia” e guidati passo a passo dai veri ballerini, ci siamo cimentati anche noi in questo ballo tradizionale e ci siamo proprio divertiti.

Le Marche racchiudono tantissimi tesori e grazie ai photowalk, anche quest’anno, ne abbiamo scoperti altri (photowalk Acqualagna), ma vi invito a continaure l’esplorazione…..ve ne innamorerete.
Alla prossima scoperta,
Viaggiatrice seriale.

Feste e Sagre in Italia

23° Fiera Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato di Pergola

L’autunno è arrivato sia guardando il calendario che guardando fuori dalla finestra,dove i colori stanno mutando giorno dopo giorno.
Questa stagione è strettamente legata a dei prodotti unici,fra cui il tartufo.
Se siete appassionati non perdetevi la festa del tartufo di Pergola.
Quest’anno si celebra la 23° edizione della sagra, con ben 2 km di espositori di prodotti tipici di alta qualità,una mostra mercato, degustazioni e visite guidate.

La cittadina in provincia di Pesaro-Urbino è famosa per il suo Tartufo Bianco Pregiato.
Nel centro storico potrete ammirare anche la casa del tartufo.
Gli appuntamenti per gustare l’oro di Pergola sono i giorni 7-14-21 ottobre 2018, dalle 10:00 fino a dopo cena.
Una volta lì ricordatevi di andare al museo ad ammirare il gruppo bronzeo ricoperto d’oro.
Alla prossima sagra,
Viaggiatrice seriale.

Feste e Sagre in Italia, Italia, Marche

Festival della Pizza Rossini a Pesaro

La pizza sta all’Italia come la Pizza Rossini sta a Pesaro.
Si tratta della pizza che prende il nome dal celebre compositore pesarese, simbolo indiscusso della città marchigiana.
Tale pizza viene preparata solamente qui, se vi spostate nella prima città a nord o a sud, non ve la serviranno….e se vi spostate di qualche altro km è probabile che non sappiano nemmeno di cosa si tratta.
Ma veniamo al dunque e cioè alla composizione della pizza rossini: base margherita ,uovo sodo e maionese.



Ok, so già che leggendo gli ingredienti qualcuno potrà storcere il naso, è quello che fanno tutti i forestieri prima di assaggiarla, per poi ricredersi totalmente ed innamorarsene.
Noi la mangiamo a qualsiasi ora: per colazione, per merenda,per cena e anche come spuntino notturno….non si dice mai no ad una pizza rossini.
In questi giorni a Pesaro si svolge un festival dedicato a tale prelibatezza con votazione delle migliori pizze, assaggi, spettacoli e tanto altro.
Fate un salto in Piazza del Popolo entro domenica sera 30 settembre e vi si aprirà un mondo!
Alla prossima sagra,
Viaggiatrice seriale!

America, Mondo

Come richiedere il visto per il Canada (ETA)

Avete in programma un viaggio in Canada o un semplice scalo?!
Prima di partire dovete procurarvi  l‘ETA (il visto per il Canada)  necessario in entrambi i casi.
Si tratta del visto per entrare in Canada, l’operazione è facilissima e occorre davvero poco tempo per effettuarla.
Potete fare tutto online e nel giro di circa 15 minuti vi arriverà la conferma immediata (ovviamente se è tutto ok).
Avrete bisogno di un passaporto valido, di un indirizzo mail valido e di una carta di credito per il pagamento.
Nella fase di compilazione dovete inserire i soliti dati relativi alla vostra persona, al passaporto, il motivo del viaggio e rispondere ad una serie di domande.

In teoria non occorre stamparlo, ma io l’ho fatto giusto per essere più tranquilla nel caso ci fosse stato qualche intoppo (la ricevuta invece deve essere stampata immediatamente in quanto non è possibile farlo successivamente).
Ha un costo di 7 dollari canadesi ,vale 5 anni e la richiesta può solo essere unica (una richiesta alla volta anche se siete in più persone a doverla fare).
Ecco il link per procedere con la richiesta.
Se avete in mente di visitare le Cascate del Niagara dal lato canadese quindi dovete procurarvi l’ETA.
Non mi resta che augurarvi buon viaggio!!!
Viaggiatrice seriale.

Europa

Cosa vedere a Siviglia in 3 giorni

Vamos!!! Volete qualche consiglio per visitare Siviglia?? Partiamo insieme!!!
Da affezionata cliente non potevo prendere altra compagnia aerea che la Ryan Air logicamente! 🙂
Una volta arrivata là insieme alla mia amica mi sono diretta al B&B prenotato già da casa e visto che ancora era mattina e avevamo l’intera giornata a nostra disposizione, dopo aver fatto un’abbondante colazione siamo partite alla conquista della città.

Come primo impatto però abbiamo vagato senza meta, proprio per goderci il clima spagnolo, percorrendo vicoli con negozi pieni di ventagli e di vestiti da ballerina di flamenco….il simbolo per eccellenza!
Poi finalmente abbiamo iniziato la visita più dettagliata e siamo entrate nella Cattedrale di Santa Maria della Sede di Siviglia che è la più grande cattedrale gotica del mondo e il suo interno merita senza dubbio una visita, anche perché custodisce la tomba di Cristoforo Colombo.

Ma in realtà la parte più conosciuta è senza dubbio la Giralda che pur avendo un’entrata autonoma che consente di salire fino al punto più alto da dove ammirare tutta la città, esercita la funzione di campanile della cattedrale.

Una curiosità su di essa è che venne costruita cercando di imitare il minareto della moschea di Marrakech e fa parte del patrimonio dell’umanità.
Devo ammettere che non vedevo l’ora che arrivasse il momento dei pasti, le tapas di Siviglia sono la fine del mondo. La prima sera siamo andate a la Bodega El Patio, Taberna Sevillana dove abbiamo assaggiato dei panini strepitosi.

La sera la vita si concentra solamente nella piazza principale che pullula di ragazzi, essendo una città universitaria, altrimenti girando nelle altre zone non si incontrano tante persone; anche la visita notturna della città merita tantissimo: i bellissimi palazzi illuminati assumono un’aria stupenda.
La mattina seguente abbiamo iniziato la giornata facendo colazione nella pasticceria più antica della città : La Campana fondata nel 1885.
Andando alla scoperta di una nuova zona, abbiamo potuto ammirare il Metropol Parasol, che a prima vista sembra un’ enorme famiglia di funghi; esso è stato costruito come copertura per un’area archeologica scoperta casualmente e come copertura per il mercato della frutta e della verdura. Ha una piazza sopraelevata con diversi bar e una terrazza panoramica e in estate, quando la temperatura è veramente elevata, offre un po’ d’ombra ai passanti.

Continuando la nostra passeggiata abbiamo raggiunto il famoso ponte di Calatrava…pausa pranzo e poi visita guidata alla Plaza de Toros.

Oggigiorno ci si batte per l’abolizione della corrida, ma  per tantissimi anni ha fatto parte del folclore della città e della nazione intera, quindi secondo me è una visita interessante; si capiscono tutti i passaggi ed i vari meccanismi che da semplici spettatori non si possono nemmeno immaginare, vi spiegano le postazioni della famiglia reale, vi raccontano anche la storia dei più famosi toreri di sempre e dei tori più forti.

Uscite da qui, abbiamo raggiunto la Torre dell’Oro, così chiamata perché quando venne costruita era completamente ricoperta di maioliche; essa si trova sulla sponda del fiume Guadalquivir.

Solito pranzo con le tipiche e squisite prelibatezze del posto e poi visita al famoso quartiere del Barrio di Santa Cruz. Si tratta del quartiere più storico di Siviglia, vicino al centro, le cui viette strette e pittoresche, le piante e i fiori dei cortili portano in un’altra epoca. Trascorrete un po’ di tempo qui e magari datevi allo shopping prima di cenare in un ristorantino del posto e magari cambiando piatto, potete provare la paella.

L’ultimo giorno l’abbiamo dedicato alla visita dell’Alcazar, ovvero un palazzo reale che venne costruito per la prima volta dai mori, ma subì negli anni varie modifiche e vari ampliamenti.

Rappresenta uno dei migliori esempi di architettura Mudejar, sviluppatasi durante il regno cristiano, ma che utilizzò influenze islamiche.

Al suo interno troverete infatti una fortissima tendenza arabeggiante. Le sezioni più famose sono ” Il cortile delle fanciulle” e “La Casa de contratacion” dove veniva regolato il commercio.

Essendo l’ultimo giorno abbiamo approfittato per fare delle compere e per ritornare nei nostri luoghi preferiti per poi concludere la serata nel migliore dei modi. Anche voi dovete assolutamente andarci, sto parlando di El Reconcillo, un luogo storico in cui assaggiare vari tipi di tapas, imperdibili gli spinaci con i ceci e il baccalà..tutto circondato da un’atmosfera unica, non ci sono tavoli ma vecchie botti utilizzate come tali…lo consiglio vivamente e fosse per me, ci tornerei subito.

Con la pancia piena ci siamo poi dirette in un teatro della città per assistere ad uno spettacolo di flamenco…..valutate bene le proposte, perché spesso sono solo eventi per turisti. ma noi siamo state consigliate dal proprietario del nostro B&B e siamo andate sul sicuro: Ottimo spettacolo autentico!
E così è finita l’avventura spagnola, perché il giorno dopo il solito aereo Ryan Air ci attendeva in aeroporto!
Buona Spagna!!!
Al prossimo weekend,
Viaggiatrice seriale.

P.S.: vacanza adatta anche a sole donne, non è una città pericolosa.

Italia, Marche

Villa Imperiale di Pesaro: un tesoro del Rinascimento italiano

Durante una visita alla città di Pesaro, da non perdere assolutamente è Villa Imperiale.
Si tratta di una villa di delizia collocata sul Monte San Bartolo a pochi km dal centro della città; venne costruita tra la seconda metà e la fine del 1400 per volere della famiglia Sforza.
Verso la metà del 1500 diventò un casino di caccia e raggiunse il suo massimo splendore sotto la famiglia Della Rovere; in questo periodo infatti la villa venne ampliata ed affrescata.

La Villa Imperiale di Pesaro è considerata una della opere più sorprendenti del Rinascimento italiano tanto che i suoi affreschi sono riportati anche su libri di testo d’arte e vengono organizzati incontri con studenti provenienti da tutto il mondo.
Al suo interno si trovano otto sale affrescate, di una bellezza disarmante.
Molte di esse raffigurano momenti importanti della vita di Francesco Maria I Della Rovere.
A mio avviso la più bella è senza ombra di dubbio la sala delle Cariatidi.
Vennero coinvolti diversi artisti come Raffaellino del Colle, i fratelli Dossi e Agnolo Bronzino.
Nel corso degli anni purtroppo però la villa subì notevoli danni soprattutto nel periodo in cui diede riparo ai Gesuiti, i quali distrussero e deturparono diversi affreschi.

Un aspetto davvero interessante è quello paesaggistico e l’intero merito è dell’architetto Gerolamo Genga il quale riuscì ad integrare la struttura preesistente al territorio circostante creando dei giardini su più livelli.
Camminando fra le corti, i giardini e le terrazze, è impossibile non immaginare come fosse la vita ai tempi dei Della Rovere.
Un’iscrizione sulle pareti del cortile esterno ci indica che la villa fosse un dono di Eleonora Gonzaga nei confronti del Duca, come luogo in cui riposarsi dopo le fatiche delle varie battaglie: giusto un pensierino direi!
Vi consiglio veramente una visita, ne vale assolutamente la pena.

Info utili
Essendo di proprietà privata, non è possibile visitare la villa tutti i giorni, ma solo il mercoledì da giugno a settembre previa prenotazione. Il costo del biglietto è di 13 euro e comprende anche il trasporto in autobus.
Per tutte le info consultate il sito.

Se amate le ville storiche, poco distante non perdetevi Villa Caprile.

Alla prossima scoperta,
Viaggiatrice seriale.