Chi non conosce Furia?!?
Impossibile vero?!
Se siete amanti dei cavalli non potete perdervi l’evento che si terrà a Cantiano, in provincia di Pesaro-Urbino i giorni 13-14 e 21 ottobre 2018.
Si svolgerà la Cantiano Fiera Cavalli, una manifestazione rivolta agli allevatori, agli appassionati, alle famiglie e ai curiosi.
Poterete ammirare centinaia di esemplari di cavallo.
Un momento molto bello sarà sicuramente l’arrivo di più di 100 cavalli che scendono dai pascoli di montagna, ovvero il rito della transumanza.
Oltre ai bellissimi animali il lato gastronomico non è affatto lasciato da parte; ci sarà infatti il salone delle tipicità e gastronomia locale dove potrete assaggiare il pane di Chiaserna, la birra del Catria o i tartufi del territorio.
Segnatelo in agenda, è di sicuro un’ottima tappa per il prossimo weekend.
Alla prossima sagra,
Viaggiatrice seriale.
Il Perù era un mio sogno da diversi anni e dopo aver rinunciato ad un viaggio organizzato nei minimi dettagli nel 2016, a Maggio di quest’anno sono finalemnte riuscita a raggiungere la terra di Pachamama.
Si tratta di una nazione ricchissima di microclimi, ci vorrebbe davvero molto tempo per visitarla nel modo migliore, ma noi abbiamo fatto delle scelte per vedere il più possibile in 15 giorni.
Il costo del volo è già il primo scoglio da dover affrontare; noi abbiamo trovato un’ottima offerta con Air Canada partendo da Venezia con scalo a Toronto.
Una volta arrivati a Lima, abbiamo trascorso nella capitale solo la notte (vi consiglio l’hotel proprio di fronte all’aeroporto, giusto il tempo di attraversare la strada) e la mattina successiva abbiamo preso un altro volo per raggiungere Cusco.
Ecco arrivare il problema temuto da molti: il mal di montagna (soroche).
Non lasciatevi scoraggiare da questo, gran parte delle persone ne soffre e vi troverete in buona compagnia! 🙂
Sto scherzando ovviamente, ma non è un buon motivo per rinunciare; basta prendere i giusti accorgimenti, ovvero dare al proprio corpo il tempo per acclimatarsi, rilassarsi almeno il primo giorno che si raggiungono altezze elevate e bere tanto.
Tutti gli alloggi vi offriranno il mate de coca o le foglie di coca da masticare, non siate scettici e ricorrete a queste soluzioni.
Nel nostro caso ad esempio io non sono stata male, mentre l’altra persona è stata parecchio male, tanto che abbiamo addirittura deciso di cambiare il nostro itinerario iniziale, ma nonostante questo vi dico di non rinunciare al Perù per paura.
Ci sono medicine che si possono prendere in caso di bisogno e se dopo circa 3 giorni non vi passa il mal di testa, allora scendete di quota.
Archiviato il discorso salute, passiamo al nostro itinerario.
Lima – Cusco
Abbiamo trascorso a Cusco 5 giorni pieni.
Il 1° giorno ci è servito per acclimatarci e non abbiamo fatto granchè, giusto una passeggiata in centro e in qualche negozietto visto che non ci sono arrivati i bagagli (!!!!) più una visita al Qorikancha.
Il 2° giorno l’abbiamo dedicato alla scoperta della Valle Sacra, abbiamo noleggiato un taxi per l’intera giornata che ci ha condotto a Chinchero, Maras, Moray e finalmente ho ralizzato di essere in Perù.
Una rovina più bella dell’altra,una meraviglia unica.
Il 3° giorno era quello tanto atteso, direzione Machu Picchu.
Al mattino presto abbiamo raggiunto la stazione di Poroy e siamo saliti sul Peru Rail che ci ha poi condotto ad Aguas Calientes, punto di partenza per raggiungere le rovine più famose del Perù.
Il viaggio in treno è stato meraviglioso, sembrava di essere tornati indietro nel tempo.
Dalla stazione abbiamo poi raggiunto la fermata degli autobus e con uno di questi siamo finalmente arrivati all’ingresso di Machu Picchu. Vi dico solo che ho realizzato un sogno, poi approfondirò questa visita con un articolo dedicato. Vi consiglio di prendere una guida locale per la visita, sono soldi spesi bene in quanto da soli non potrete cogliere tutti gli aspetti dell’intero sito.
Pernottamento ad Aguas Calientes.
Il 4° giorno abbiamo raggiunto Ollantaytambo sempre in treno e abbiamo dedicato qualche ora alla visita di questa caratteristica cittadina, includendo anche un piccolo trekking fino alle rovine.
Con un taxi abbiamo poi fatto tappa a Pisac (famosa per il suo mercato) e siamo tornati di nuovo a Cusco.
Il 5° giorno, nel programma iniziale, doveva essere dedicato alle montagne arcobaleno ma la persona che mi accompagnava non stava bene ed era impensabile salire fino a 5000 m (però se volete andarci trovate un sacco di agenzie che organizzano le escursioni) così l’abbiamo dedicato alla scoperta della città di Cusco.
Pensate che era la capitale dell’intero Impero Inca ed aveva un’importanza grandissima.
Abbiamo fatto un tour in pullman che ci ha permesso di vedere anche delle zone fuori dal centro, pranzo in un locale che affacciava su Plaza de Armas e nel pomeriggio tour a piedi del centro storico con guida (i walking tour sono gratuiti, vi basta lasciare una mancia alla fine del giro). Al ritorno in hotel abbiamo ricevuto una bella sorpresa, dopo 6 giorni ci hanno recapitato i bagagli!!!!
Cusco – Lago Titicaca Altra tappa imperdibile in un tour del Perù è il Lago Titicaca, il lago navigabile più alto al mondo che raggiunge quasi i 4000 m di quota.
Noi abbiamo preso un volo interno da Cusco a Juliaca e poi in pullman fino a Puno e abbiamo dedicato la seconda parte della giornata al relax e al reperimento del materiale per la visita alle Isole galleggianti degli Uros del giorno seguente.
Come si suol dire, i piani sono fatti per essere stravolti e così è stato.
Il secondo giorno a Puno non ve lo racconto nemmeno, ho solo discusso in tutte le lingue che conosco con quelli della reception dell’hotel perchè il mio accompagnatore stava male: avevo bisogno di un medico.
Praticamente mentre lui stava attaccato alla bombola dell’ossigeno, io sono andata alla stazione degli autobus, mi sono fatta cambiare il biglietto che avevamo per il giorno successivo, sono tornata a recuperarlo e siamo saliti su un pullman che dopo 5 ore circa ci ha scaricato ad Arequipa.
Vi consiglio la compagnia La Cruz De Sur, i loro pullman sono comodi ( sedile reclinabile di 140°) , servono il pasto e raggiungono ogni zona del Perù.
Arequipa Arequipa è la seconda città per grandezza del Perù ed è la capitale gastronomica dell’intera nazione.
Ho mangiato divinamente: io un filetto di alpaca e lui il piatto tipico ovvero il cuy.
L’attrazione principale è il Monastero de Santa Catalina, costruito in pietra sillar che con il suo colore rosso , crea dei contrasti meravigliosi con l’azzurro del cielo.
Da non perdere una visita alla maestosa cattedrale e un giro nella parte alta della città dalla quale ammirare più da vicino i due vulcani che la sovrastano. Arequipa – Lima
Sempre a bordo dei bus Cruz Del Sur siamo tornati a Lima, base di appoggio per la parte finale del tour.
Il traffico di Lima è difficile da immaginare, lo si può vivere solo di persona per rendersi conto di cosa si tratta e durante l’oretta che abbiamo trascorso in taxi per raggiungere il nostro hotel, siamo stati ancora più convinti della scelta che avevamo fatto: non visitare la capitale.
Di sicuro merita una visita,non ve lo so dire, ma avendo poco tempo non potevamo perderne nemmeno pochissimo restando imbottigliati nel traffico. Lima – Paracas
Avendo scelto un hotel attaccato alla stazione degli autobus, la mattina ci siamo recati in pochi minuti al nostro punto di partenza e a bordo dell’ennesimo bus abbiamo raggiunto Paracas e quindi il deserto!!
Eravamo operativi subito dopo pranzo e come a Cusco, anche quì ci siamo fatti prenotare un taxi che ci ha condotto fino a Ica.
Paesaggio lunare e davvero tanto suggestivo.
All’Oasi di Huacachina c’era ad attenderci il pilota della buggy che ci ha fatto salite sulle altissime dune di sabbia senza tralasciare manovre da urlo!!! Che adrenalina ragazzi!
Ci siamo fermati e ci siamo lanciati giù dalle dune sdraiati su una tavola da snow! Che figata!!
Il secondo giorno nel deserto l’abbiamo utilizzato per la visita alle Isole Ballestas e quindi dal nostro resort siamo partiti in barca per avventurarci tra questi scogli abitati da differenti specie di uccelli, leoni marini e pinguini.
Durante l’attraversata poi si può ammirare anche l’enorme Candelabro sulla parete della montagna.
Pomeriggio sempre in taxi, alla scoperta della Riserva di Paracas e cenetta in un localino sul mare. Paracas – Lima
Ultimo trasferimento in bus per tornate a Lima in tempo per prendere il nostro aereo che ci avrebbe ricondotti a Venezia dopo uno scalo a Montreal.
E’ stato un viaggio impegnativo, pieno di problematiche , che però abbiamo risolto egregiamente e che quindi non hanno compromesso nulla. La realizzazione di un sogno.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Le Marche sono una scoperta continua.
Offrono una moltitudine di attrazioni, da quelle storiche a quelle naturalistiche, dal meraviglioso mare della Riviera del Conero alla bellezza degli appennini.
Ieri, grazie al photowalk facente parte delle attività del social media team della Regione Marche, ho avuto la possibilità di andare alla scoperta di una zona ricca di cose interessanti in provincia di Pesaro-Urbino.
Ci siamo incontrati ad Acqualagna, famosa in tutto il mondo per il suo squisito tartufo; pensate che in questo luogo specifico, grazie ai microclimi presenti, si possono trovare tutte le qualità di tartufo esistenti.
Scorci del centro di Acqualagna
E’ una ricchezza davvero notevole e per i golosoni, ricordo la fiera nazionale del tartufo che si svolgerà in ottobre.
Abbiamo avuto il piacere di visitare l’Osteria Braceria da Plinc (di sicuro l’avrete vista in una puntata di 4 ristoranti) dove la proprietaria ci ha introdotti nel meraviglioso mondo dei tartufi.
Osteria Braceria da Plinc
Dopo aver acquisito giusto le nozioni base, abbiamo assistito alla preparazione dei passatelli al tartufo….non vi viene l’acquolina in bocca al solo pensiero?
Se siete in zona, non perdetevi un pranzo o una cena qui!!
Sempre per rimanere nel mondo dei tartufi, “padroni indiscussi” di questa terra, siamo stati accolti dal Sig. Osvaldo nella sua tartufaia e abbiamo potuto ammirare Gloria (il suo cane) intenta nella ricerca dei tartufi.
Tartufaia del Sig. Osvaldo
Non so voi, ma io non avevo mai visto trovare e dissotterrare un tartufo ed è stata davvero una bella esperienza.
Sig. Osvaldo e Gloria che ha appena trovato un tartufo
Per concludere la nostra camminata abbiamo raggiunto la Gola del Furlo e vi assicuro che qui un appassionato di fotografie potrebbe perderci la testa.
Io adoro questo posto e ogni volta che ci torno è come se fosse la prima., lo guardo sempre con gli occhi a cuore.
Gola del Furlo
Immaginatevi il fiume Candigliano che “taglia in due” la montagna, creando uno specchio d’acqua verde smeraldo in cui si riflette tutta la vegetazione del parco.
Pensate che qui vivono anche le aquile reali, si tratta di un ambiente ed un ecosistema unici.
Interessantissima poi la storia della galleria del Furlo: “la vecchia”galleria in cui è possibile transitare è addirittura il frutto del terzo tentativo di oltrepassare la montagna; ci dobbiamo spostare indietro negli anni fino ai tempi dei romani e degli etruschi per immaginare i primi tentativi….vi dico solo che è stata scavata a mano dagli scalpellini ed è lunga 30 m per un’altezza di 5 m, immaginatevi il lavoro!
L’intera riserva offre tanto altro,dalle aree di ristoro ai percorsi trekking, di sicuro troverete qualcosa di vostro gusto.
Gola del Furlo
Ritornando ad Acqualagna, non perdetevi una visita alla casa natale di Enrico Mattei, il cittadino più illustre dell’intero comune.
Questi sono giusto degli spunti per andare alla scoperta di questo territorio marchigiano, approfonditeli e ne rimarrete di sicuro soddisfatti.
Vi lascio le date dei prossimi photowalk.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Ehi ehi ehi, ieri sono stata in un luogo particolare, fuori dal comune e devo assolutamente parlarvene in quanto è possibile visitarlo solo fino a settembre.
Non si tratta di un viaggio e nemmeno di un weekend, ma di una serata o di un pomeriggio per chi vive in zona o può rappresentare la scusa per una visita alla città un po’ più lunga.
Avete voglia di perdervi?! Allora venite con me al labirinto di mais a Senigallia.
Si tratta di un vero e proprio labirinto realizzato in un campo di mais di circa 5 ettari ( se non ricordo male), che ogni anno riproduce scenari diversi. Nel 2018 è dedicato al compositore Gioacchino Rossini e nel 2019 al tema della fotografica. Quest’anno è dedicato a Raffaello Sanzio. Avete tutto il tempo che volete per percorrerlo senza fretta, abbandonandovi al piacere di perdersi e poi ritrovarsi.
Inizialmente le piante di mais non sono molto alte, ma appena vi addentrerete maggiormente arriveranno anche a 3 metri d’altezza, così da farvi perdere completamente l’orientamento.
Durante le giornate di apertura vengono poi realizzati degli eventi speciali, serate a tema,labirinti di paura, ovvero un’imperdibile serata da incubo con animazione horror lungo i percorsi del labirinto di mais.
In effetti non vi avevo ancora detto che è possibile fare la visita anche in notturna in quanto gli orari di apertura sono dalle 18:00 alle 22:30 dal mercoledì alla domenica.
Io e i miei amici per non farci mancare nulla siamo entrati con la luce e siamo usciti che era buio, così da provare il percorso in differenti condizioni.
Se decidete di farlo in serata ricordatevi di portarvi almeno una torcia, per il resto non si richiede nulla di particolare, tranne logicamente un abbigliamento comodo e magari una bottiglietta d’acqua.
Raggiungerlo è molto facile, si trova vicino al casello autostradale e anche vicino al centro di Senigallia…che potete visitare prima o dopo aver fatto il labirinto di mais.
Senigallia è una città molto viva, soprattutto nella parte del lungomare, ma anche il centro storico è molto carino e ospita spesso eventi e manifestazioni particolari.
Non mi resta che augurarvi di perdervi e poi ritrovarvi nel bellissimo labirinto….un’idea per trascorrere una serata diversa.
Alla prossima,
Viaggiatrice seriale.
PS: il costo del biglietto d’entrata è di 5 euro e all’ingresso vi verrà consegnata una piantina del labirinto, da utilizzare nel caso in cui non ritroviate l’uscita.
PPS: per ulteriori informazioni potete consultare il sito.
PPPS: è aperto dal 11 luglio al 13 settembre 2020.
Dormire all’interno di un bosco in una tenda sospesa tra gli alberi non è più un sogno di grandi e piccini… è diventata una bellissima realtà e per trasformarlo da desiderio a qualcosa di concreto, non vi resta che partecipare ad un Tree Tents Trekking.
La Forestalp è la prima in tutta Italia che propone questo tipo di campeggio;io ho avuto il piacere di prendere parte alla “data zero” e ne sono rimasta completamente affascinata
Praticamente si dorme in particolari tende, un incrocio con delle amache possiamo dire, concepite per essere letteralmente appese agli alberi.
Potenzialmente la tenda potrebbe essere montata a qualsiasi altezza, ma c’è da considerare che poi in qualche modo bisogna salirci! 🙂
Le tende sono sia doppie che triple e il pernottamento è legato ad una escursione di trekking di due giorni.
Immaginatevi un bosco di faggi, nessun rumore oltre al canto degli uccelli e allo scricchiolare delle foglie sotto i piedi che in piena notte si trasformano in completo silenzio.
Si sente solo il vento, ci si sdraia all’interno del proprio alloggio e con gli occhi puntati al cielo, nelle serate limpide, si riescono a scorgere anche le stelle.
Lo scorso fine settimana avevamo anche la compagnia di tante lucciole che si aggiravano indisturbate tra le nostre casette volanti, creando un’atmosfera magica.
Ovviamente il pernottamento in queste speciali tende è davvero accattivante, ma ricordate che anche le attività collaterali non sono da meno; io ho trascorso due giorni bellissimi, a contatto con la natura, ammirando paesaggi meravigliosi, scoprendo piante e fiori a me sconosciuti, grazie all’aiuto degli accompagnatori e gustando ottimo cibo……perchè diciamocelo, dopo diversi km di camminata, una bella mangiata è proprio quello che ci vuole.
Potete prendere parte agli eventi in calendario che prevedono la mia stessa tipologia di weekend ma in luoghi diversi, oppure se siete già un bel gruppetto, potete prenotare un’escursione privata, che sia per festeggiare un compleanno, un addio al celibato o solo per stare in compagnia.
Per tutte le informazioni consultate il sito.
Io riguardo le foto , pensando già al prossimo incontro con le “tende volanti”.
Stavo dimenticando di dirvi una delle cose più importanti a mio avviso e cioè che l’intero progetto è volto a far rivivere i piccoli borghi dell’Appennino e a creare il minor impatto ambientale possibile.
Un grazie agli organizzatori ( e ottime guide) e ai miei compagni di “viaggio” … è stato un piacere!
Alla prossima avventura,
Viaggiatrice seriale.
Buongiorno viaggiatori,
la voglia di mare ha preso il sopravvento?!
E se vi dicessi Grecia?!
Se avevate intenzione di trascorrere una bella vacanzina in qualche isola greca, l’offerta Volotea fa proprio al caso vostro.
La compagnia low cost spagnola ha messo in vendita biglietti a partire da 19,00 € a tratta per raggiungere tante destinazioni, fra cui le meravigliose isole greche.
Per maggiori dettagli consultate il sito.
Alla prossima offerta,
Viaggiatrice seriale.
In quanti di noi hanno provato un brivido durante una visita o vivendo un’esperienza?!
Credo proprio che la risposta sia “tutti”.
Partendo da questo concetto, oggi vi parlerò di 5 destinazioni da brivido a mio avviso e ringrazio Lemurinviaggio per la nomination e Sandra di Passaporto e colori la vera ideatrice.
Questa iniziativa mi piace molto, si ha la possibilità di vedere la diversa percezione del brivido.
Ma i brividi vengono anche di fronte ad un panorama mozzafiato, dove rimaniamo senza parole.
Partiamo con i miei, che sono un mix di brividi di paura e brividi di stupore.
1. Sorvolare il Grand Canyon in elicottero
E’ stata un’esperienza che non dimenticherò mai, avevo letteralmente la pelle d’oca.
Ci si sente minuscoli davanti a tanta imponenza e bellezza, ma allo stesso tempo sembra quasi di poter controllare tutto dall’alto. E poi ci sono anche i brividi per il volo in elicottero, da non sottovalutare!
2. Visita al Castello di Azzurrina Passiamo ad uno scenario un po’ più tetro e ci spostiamo al castello di Montebello in provincia di Rimini. La leggenda narra che durante il solstizio di primavera si senta ancora il pianto di Azzurrina che scomparve nelle segrete inseguendo la sua palla. Oltre a questa storia, io ho fatto la visita notturna e vi assicuro che tutto il contesto rende il tutto da brividi.
Ecco l’ articolo in cui ne ho parlato.
3. Camminata subacquea alle Mauritius
Questa volta il brivido è legato ad un’esperienza davvero adrenalinica. Durante il mio viaggio alle Mauritius ho voluto a tutti i costi provare la camminata subacquea e non me ne sono affatto pentita, ma dopo averla testata, non so se avrò mai il coraggio di ripeterla. Niente di pericoloso, ci mancherebbe, la fanno anche i bambini, ma la sensazione che si prova a camminare sott’acqua con uno scafandro, a dover respirare normalmente anche se di normale non c’è nulla, è davvero forte.
Ecco l’ articolo in cui ne ho parlato.
4. Canopy in Costa Rica
Altri brividi provati in seguito ad un’esperienza avventurosa. In Costa Rica ci si può lanciare letteralmente nel vuoto con un’imbragatura attaccata ad una carrucola e si raggiungono velocità elevate, sorvolando a volte anche le punte degli alberi. A mio avviso è stato bellissimo, tanto che ogni volta che trovo una zip-line non me la posso perdere…ma la prima volta non la scorderò mai.
5. Safari in Africa
L’esperienza del safari è un qualcosa che consiglio veramente a tutti. In questa occasione ho avuto i brividi più di una volta.Addentrarsi nella savana a bordo di una jeep, aspettare e poi finalmente avvistare gli animali nel loro habitat naturale è qualcosa di veramente emozionante.
Ecco l’ articolo in cui ne parlo.
Adesso è il vostro turno, raccontatemi le vostre 5 destinazioni da brivido. Regole per partecipare
1. Usare l’hashtag #5destinazionidabrivido
2. Nominare altri 5 blogger
3. Menzionare chi vi ha nominati (in questo caso Diario di una viaggiatrice seriale) e l’ideatrice del tagpost (Sandra di Passaporto e colori) taggandoli.
4. Emozionati!!
Siete curiosi, cercate luoghi interessanti e autentici non invasi dal turismo di massa?
La vostra destinazione è la Puglia?
Allora questo articolo è proprio per voi.
In occasione della Pasqua, ho avuto la possibilità di scoprire un comune del barese, che ad essere sincera, non avevo sentito nominare prima.
Grazie al press tour “I Riti della Settimana Santa ” sono andata alla scoperta di Noicàttaro.
Ci troviamo a circa 15 km da Bari e a 25 km da Polignano a Mare, in un territorio ricco di storia,arte, cultura e tradizioni che merita senza ombra di dubbio di essere conosciuto. Cosa fare?
Natura
Indubbiamente il mare in questa regione è meraviglioso, ma qui potete immergervi nella natura attraverso una visita naturalistica in Lama Giotta.
Io l’ho testata personalmente e ne sono rimasta davvero affascinata;accompagnati dalle guide dell’Associazione Parco Paradiso, ci si inoltra alla scoperta della vegetazione spontanea della Lama,immergendosi letteralmente nel verde.Il percorso non è difficile e oltre a lecci e fitte zone boschive, potrete ammirare anche le orchidee.Sì avete capito bene, qui si trovano differenti specie di orchidee spontanee, una vera meraviglia.
Oltre a questa zona protetta, degni di nota sono gli antichissimi uliveti, con olivi centenari e gli immensi vigneti. Dovete sapere che in questa zona si coltiva ottima uva da tavola.
Arte/Cultura/Storia
Il centro storico di Noicàttaro offre spunti davvero interessanti.Sicuramente degne di nota sono le chiese, nei giorni della mia visita le vere protagoniste.
Dovete sapere che proprio qui nacque Nicola Pende, il padre dell’endocrinologia moderna; all’interno del Palazzo della Cultura si trova lo studio originale di questo illustre cittadino nojano.
Noicattàrò ospita anche un teatro all’italiana piccolissimo (non so dirvi se è il più piccolo del mondo o meno :-)) che ora è in fase di restauro: è un vero gioiellino e sono sicura che a lavori terminati sarà una meraviglia (informatevi, magari sarà già aperto durate la vostra visita).
Stemmi, simboli e incisioni…sulle pareti degli edifici di Noicattàro troverete tutto questo come testimonianza di fatti realmente accaduti.
Io ringrazio l’Assessore Vito Santamaria per tutte le sue spiegazioni, non potevamo chiedere di meglio per fare un viaggio attraverso i secoli.
Tradizioni
I nojani sono molto attaccati alle tradizioni, io ho avuto il privilegio di ascoltare i racconti della Sig.ra Rita Tagarelli e vi assicuro che sono volata con il pensiero in un’altra dimensione. Chiedete informazioni, tutti saranno ben contenti di condividere con voi la propria storia….una storia antichissima dalla quale, nonostante il tempo trascorso, sono arrivate fino ai nostri giorni le tradizioni più sentite. Sicuramente hanno un posto di riguardo tutti i riti legati al periodo pasquale, davvero suggestivi e sentiti da tutti il paese.
Cosa mangiare
Sul mangiare potrei dilungarmi per ore, ho assaggiato un piatto più buono dell’altro.
Parlando di taralli pugliesi vi consiglio di recarvi al Tarallificio Santamaria, piccolino, autentico e con prodotti di altissima qualità.
Non potete non assaggiare le orecchiette e la burrata….ancora al solo pensiero mi ritornano in mente i profumi di queste prelibatezze.
Olio ovviamente eccellente.
Dove dormire
L’Agriturismo Lama San Giorgio è meraviglioso.; oltre a riposarvi nelle bellissime camere, potrete gustare i piatti della tradizione o addirittura acquistare direttamente a km zero i prodotti dell’azienda agricola come l’olio, il vino e tanto altro.
Si trova a Rutigliano, paese limitrofo di Noicàttaro, anch’esso meritevole di una visita. Questo alloggio è perfetto per un tour alla scoperta dei comuni circostanti, come ad esempio Polignano a Mare
Credo di avervi fornito dei buoni motivi per visitare Noicàttaro, inseritelo in un tour alla scoperta della Puglia autentica.
Un ringraziamento particolare al Sindaco, all’Assessore Germana Pignatelli e a tutta la giunta comunale per questa possibilità , a Francesco del Gal Sud Est Barese per l’organizzazione impeccabile. a Patrizia e a Vito per le spiegazioni curate e dettagliate, a Rossana e a Pino per averci accompagnato e alla Puglia in generale per le sue svariate bellezze.
Ultimo, ma non per importanza, un grande grazie a tutti i miei compagni di avventura.
Partiamo da questo concetto: io ODIO PREPARARE LA VALIGIA.
Detto questo, è ovviamente il passaggio che precede ogni viaggio, breve o lungo che sia….quindi volente o nolente è una cosa che devo fare, per forza.
Diciamo che tra di noi c’è un rapporto di odio-amore, come appena detto non mi piace prepararla, ma allo stesso tempo quando lo faccio sono felice, perchè VALIGIA= VIAGGIO.
Ne ho preparate diverse, sono partita da quella gigante – ora quando vedo persone portarsi dietro “la casa” mi vengono i brividi – ,per passare poi al trolley come bagaglio a mano e ultimamente prediligo lo zainone,per quasi ogni tipo di viaggio…..ma ancora non ho imparato a farla.
Tutte le volte mi auto-impongo di togliere qualcosa dalla montagna di cose che preparo, lo faccio e categoricamente torno a casa dal viaggio con vestiti mai utilizzati.Devo perfezionarmi in questo.
Bene, non so voi che rapporto abbiate con il fedele compagno di ogni viaggiatore, ma ci sono sicuramente delle cose di cui non potete fare a meno… ecco le mie 5 cose indispensabili:
1. DOCUMENTI
Scontato ma senza ombra di dubbio fondamentali.Il passaporto è la prima cosa che preparo e l’ultima che controllo di avere prima di uscire di casa.
2.CARTA DI CREDITO
Insieme al passaporto è l’unica cosa che devo avere assolutamente prima di partire…..se ho entrambi sono tranquilla e il resto in qualche modo lo recupero.
In base a dove andate, fate alzare il massimale di prelievo dalla vostra banca se necessario.
3.MACCHINA FOTOGRAFICA/CELLULARE
Per me è inconcepibile un viaggio senza fotografie, impossibile non immortalare certi istanti. In base alla meta in cui vado, scelgo se portare anche la mia macchina fotografica Reflex o solamente il cellulare….in entrambi i casi controllo sempre di aver scaricato tutte le foto e di avere la memoria libera.
4.LENTI A CONTATTO
Essendo “cecata”, avere le lenti a contatto in quantità superiore al necessario è una cosa fondamentale. Soprattutto perché spesso nei miei viaggi c’è la componente mare e sarebbe impossibile pensare di affrontare queste giornate con gli occhiali.
5.MEDICINE
Tranquilli, non mi porto kg di medicine, ma sempre lo stretto necessario.Può essere molto utile esserne già forniti….per esempio due anni fa mi è salita la febbre in volo e per fortuna avevo già tutto l’occorrente con me e sono subito corsa ai ripari già sul volo,senza dover aspettare di toccare terra.
Per questo articolo devo ringraziare Martina del blog Trentadue Perle e chiedo a
…e voi cosa mettete in valigia?Le 5 cose per voi indispensabili.
Questo post nasce dalla curiosità di alcuni travel blogger, viene chiesto di rispondere a questa semplice domanda e coinvolgere altri 5 blogger. Nessun obbligo ma solo la voglia, se c’è, di dire la propria! E voi, di cosa non potete assolutamente fare a meno?
Se anche voi amate i borghi italiani e soprattutto le feste con un’origine storica ad essi collegate, dovete assolutamente vedere il Palio della Rana.
Direzione Marche, e più precisamente andiamo a Fermignano.
In passato ( vi parlo del 1600, quindi diverso tempo fa) Fermignano apparteneva al ducato di Urbino e dopo diverse richieste di indipendenza, finalmente il 28 settembre 1607, l’ultimo Duca di Urbino, Francesco Maria II Della Rovere concesse la tanto desiderata indipendenza.
Al primo Consiglio, tutti gli abitanti del Castello di Fermignano, si abbandonarono spontaneamente a festeggiamenti popolari per celebrare l’evento.
La festa prevedeva banchetti, canti e giochi come la corsa coi sacchi, la rottura delle pignatte, l’albero della cuccagna e l’originale corsa con le rane in carriola.
Era la prima domenica dopo la Pasqua e come allora, anche oggi, il Palio della Rana si svolge sempre una settimana dopo la Pasqua.
Bandiere sulla torre
Il palio prevede 3 giorni di festeggiamenti, dal venerdì alla domenica, anche se l’evento più atteso è senza ombra di dubbio la corsa delle rane.
Il borgo – già adorabile normalmente – si veste a festa, indossando i panni di quel lontano 1607.
Per le viuzze troverete le locande dove poter consumare un buon pasto, bandiere raffiguranti i diversi stemmi delle 7 contrade sventolano fiere dai balconi e dalla torre, da dove, nella serata finale prende vita lo spettacolo pirotecnico.
Spettacolo dei musicanti
La giornata della domenica è davvero suggestiva, avviene la rievocazione dell’arrivo della Corte Ducale di Urbino accompagnata dai musicanti e dagli sbandieratori, è poi la volta del corteo storico con tutti i partecipanti che indossano abiti d’epoca e infine sfilano gli scarriolanti, i veri protagonisti della gara.
Sfilata degli scarriolanti
La competizione si svolge in un percorso di 170 metri, lungo il quale gli scarriolanti di ogni singola batteria devono cercare di tagliare il traguardo con la rana sana, integra e in posizione di salto sulla carriola; se la rana decide di saltare, il concorrente si ferma, la recupera, la riposiziona sulla carriola e riparte.
Uno scarriolante durante la corsa, mentre la rana sta saltando a terra
Molti dicono che vincere il Palio sia una questione di sola fortuna, perché tutto dipende dalle intenzioni della rana di saltare dalla carriola in cerca di libertà….
A mio avviso si tratta di una festa molto carina, curata nei minimi particolari, sicuramente da vedere….se poi ci si aggiunge ottimo cibo, un borgo interessante circondato da altre bellezze di notevole importanza e una super accoglienza, diciamo che il gioco è fatto!
Segnatevi questo appuntamento per la domenica dopo Pasqua.
Alla prossima festa,
Viaggiatrice seriale.
P.S.: tutto si svolge nel completo rispetto degli animali, le rane non subiscono alcun maltrattamento e vengono visitate da un veterinario.
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