Author

elisa

Africa

Mauritius: escursione alle terre colorate di Chamarel

Questa mattina una mia amica mi ha chiesto informazioni e consigli su Mauritius e così ho realizzato che ancora non ve ne ho parlato.
Come ho detto a lei, dico a voi la stessa cosa: la prima immagine che si è ricreata nella mia mente al pensiero di quest’isola nel cuore dell’Oceano Indiano è stato un turbinio di colori: le terre di sette colori.
Questa zona meravigliosa si trova a Chamarel, nella costa sud occidentale dell’isola e una volta che vi metterete piede non riuscirete a capacitarvi.

Terre colorate di Chamarel

La natura crea davvero cose eccezionali.
Immaginatevi una collina la cui terra (roccia e sabbia) però non ha le solite tonalità, bensì ha sfumature che vanno dal senape fino quasi al viola.
Questo è il risultato del differente raffreddamento della massa rocciosa fusa.
Per poter ammirare tutto ciò dovrete entrare in una zona privata e pagare un biglietto d’ingresso ma una volta dentro, oltre alle terre dai sette colori potrete osservare da vicinissimo le  tartarughe giganti che popolano la zona ed il maestoso salto delle cascate di Chamarel di oltre 100 m.

Cascate Tamarin

I colori risaltano maggiormente a fine giornata, verso l’ora del tramonto.
Alcuni ritengono che sia un sito divenuto ormai troppo turistico, sicuramente ogni giorno gli occhi di tantissime persone si soffermano su quelle sfumature di colori caldi, ma secondo me ne vale assolutamente la pena; si tratta di un luogo unico al mondo.

Tartaruga gigante a Chamarel

E così con tutti questi colori riaffiorano nella mia mente tanti altri ricordi legati a Mauritius… piano piano ve ne parlerò,
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Emilia romagna, Italia

Museo casa Pascoli

VIAGGIARE… quanti significati può assumere questa parola, e soprattutto quante emozioni crea.
Si può viaggiare anche nella storia, non occorre necessariamente percorrere km e km per raggiungere una nuova destinazione.
Molte volte guardiamo lontano senza nemmeno accorgerci delle bellezze che ci circondano.
Grazie alla domenica al museo ho scoperto realtà vicino a me molto interessanti e ieri ne ho visitata una.
Se vi cito questi versi, a chi pensate?!

“O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna”

Ebbene si, stiamo parlando del grandissimo Giovanni Pascoli.

Ieri mi sono recata a San Mauro Pascoli, suo paese natale e ho visitato la sua casa nativa.
La casa è stata trasformata nel Museo Casa Pascoli ed è accessibile dal martedì alla domenica dalle 09.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 18.00.
Il costo del biglietto è veramente irrisorio, è di soli 2 €.
Giovanni Pascoli nacque nel 1855 nella casa di San Mauro di Romagna, dove visse con i suoi 9 fratelli ed i genitori fino all’età di 7 anni, quando iniziò a frequentare il collegio di Urbino.
In molte sue poesie si ritrovano cenni relativi al periodo della sua spensierata infanzia vissuta in questa casa e si nota il forte attaccamento alla sua famiglia e alla sua terre d’origine.
Nel Museo Casa Pascoli è possibile ammirare la cucina che è rimasta completamente fedele a come era un tempo, in quanto è l’unica stanza che non ha subito danni causati dalla seconda guerra mondiale; la camera da letto dove è conservata l’antica culla in legno del poeta e lo studio che Pascoli aveva a Bologna quando era professore di Letteratura Italiana all’Università.

Camera da letto con culla del poeta

Oltre a queste stanze principali, vi è un’importante mostra fotografica che spiega i rapporti di parentela e le vite dei famigliari del poeta.
In particolar modo, al piano terra, di fronte alla cucina, la stanza – che una volta era la sala da pranzo della famiglia Pascoli- ospita un’esposizione dedicata ai fratelli Pascoli svelando, ad esempio, tramite le lettere che si scambiavano, lati nascosti delle loro personalità.
L’attenzione è catturata soprattutto dal fratello Giuseppe, definito non proprio come una brava persona, che durante la propria vita fu artefice di diverse invenzioni, come ad esempio il contatore dell’acqua.
Le pareti ospitano ritagli, articoli di giornale, vecchie fotografie, vecchi compiti in classe, lettere degli amici, schizzi e prime stesure delle famosissime opere e tanto altro ancora relativo al grande poeta.
Terminata la visita alla casa,recatevi nel bel giardino adiacente ed ammirate le varie specie botaniche a cui Pascoli dedicò i suoi versi.

Veduta della casa dal giardino

Legato a tutto ciò, poco distante si trova un altro luogo molto caro al poeta: Villa Torlonia.
Il padre di Pascoli, Ruggero,amministrò per un periodo (fino alla sua morte, avvenuta per avvelenamento) la Torre ed i possedimenti dei Principi Torlonia e per questo motivo Giovanni trascorse giornate spensierate in questo meraviglioso luogo.

Villa Torlonia

Non mi voglio dilungare troppo sulla vita del poeta, ma vi assicuro che è una visita veramente interessante, se capitate in zona mettetelo in agenda! 🙂
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

P.S.: per tutti i dettagli consultate la pagina.

Asia, Mondo

Sorvolare le Maldive in idrovolante: un’esperienza unica.

Amate volare o per voi è una vera tortura e non vedete l’ora di appoggiare di nuovo i piedi a terra?!
A me piace molto, ma devo ammettere che il volo più bello in assoluto non è stato con un aereo di linea, ma facendo il giro in elicottero sul Grand Canyon.
Un’emozione indescrivibile!
Oggi però voglio parlarvi del mio secondo più bel volo e logicamente anche questo è avvenuto con un mezzo differente.
Sto parlando del volo in idrovolante…. l’avete mai fatto?

Idrovolante appena atterrato

Mi trovavo alle Maldive e già questo basta per immaginarsi la meraviglia che ho potuto ammirare in quei 15 minuti di volo.
Ma facciamo un passo alla volta.
Noi eravamo nella sala d’attesa – o meglio in una parte del pontile trasformata in sala d’attesa con tanto di divanetti- quando abbiamo sentito un rumore assordante avvicinarsi sempre più; il nostro idrovolante stava arrivando e così tutti curiosi ci siamo messi ad ammirare le varie manovre e in men che non si dica abbiamo visto solo spruzzi d’acqua bianchi crearsi sotto i dispositivi galleggianti del velivolo: era atterrato.
Il velivolo ha circa 12 posti a sedere, così è necessario lasciare ogni genere di bagaglio all’entrata, che gli addetti sistemeranno nella parte posteriore del velivolo.
La “cabina” è visibile a tutti i passeggeri, infatti i due posti riservati al pilota e al suo secondo sono separati dal resto dell’idrovolante da una piccola porticina che resta aperta, così per i più curiosi è possibile vedere tutti i pulsanti e  la strumentazione.
Una volta che tutti i passeggeri hanno preso posto e allacciato le cinture, un membro del personale sgancia la corda con la quale il velivolo era stato “ancorato” al pontile e il pilota inizia le manovre di decollo.
Fondamentalmente la prassi è come quella di un qualsiasi aereo, ma guardando fuori dai finestrini ci si rende conto che ci si sta muovendo sull’acqua, il rumore cresce a dismisura, i dispositivi galleggianti pattinano sull’acqua sempre più velocemente fino a staccarsi e a creare immensi spruzzi bianchi ed è così che si prende il volo.
Ecco che arriva la parte migliore, considerate che gli idrovolanti vengono utilizzati soprattutto per spostamenti fra isole, quindi una volta decollati si ha la fortuna di poter ammirare qualcosa di unico fuori dal finestrino.

Vista durante il volo

La vista delle isole delle Maldive dall’alto è qualcosa di indescrivibile, immaginate delle perle sparse, di un colore che varia dall’azzurro al trasparente: è quello che vedranno i vostri occhi.
Ogni isola è differente da un’altra, si riesce a distinguere l’inizio della barriera corallina, si possono ammirare le svariate forme che assumono i vari resort con le loro case sull’acqua, si  vede il reef e la sabbia sembra borotalco.
Si vedono isole deserte e con poca vegetazione, si sorvolano isole abitate e quindi si distinguono i vari edifici fino ad arrivare all’idroscalo, dove il panorama cambia, infatti si vedono solo tanti altri idrovolanti o parcheggiati o in partenza.

Il pilota inizia le manovre di atterraggio e ancora una volta in men che non si dica ci si ritrova sul”acqua.
Il momento dell’impatto non è affatto brusco, non preoccupatevi.
Motori spenti, idrovolante “ancorato” al pontile con una corda, porte aperte e via che i passeggeri possono scendere.
I bagagli vengono portati dagli addetti direttamente sul pullman che accompagna i passeggeri dall’idroscalo all’aeroporto.
Per raggiungere le varie isole ed i vari resort delle Maldive le soluzioni sono due: o la barca ( o il traghetto a seconda della distanza dell’isola che dovete raggiungere) o l’idrovolante.
Quando fate una prenotazione i resort organizzano già per voi il trasporto, logicamente il costo dell’idrovolante è nettamente superiore al costo della barca, ma vi assicuro che è un’esperienza da provare, ne vale assolutamente la pena (magari potete fare l’andata con un mezzo ed il ritorno con l’altro).
Nella mia classifica personale questo tipo di volo si aggiudica la medaglia d’argento….vedremo quale sarà la prossima esperienza! 🙂
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Asia, Mondo

Nuotare con gli squali alle Maldive

Che sensazione vi evoca la parola “squalo”?

La associate a qualcosa di negativo, pauroso e pericoloso?!
Fino a poco tempo fa era così anche per me, ma oggi posso dire di aver nuotato con gli squali.
Non sto scherzando e non sono nemmeno un sub, stavo semplicemente facendo snorkelling quando ho visto davanti ai miei occhi -anzi alla mia maschera- uno di questi pesci.
Ero alle Maldive e logicamente la specie che si trova in alcune di queste isole non è affatto pericolosa e non attacca l’uomo.
Si tratta infatti di esemplari piccoli, che raggiungono al massimo  1 metro circa  e che si spingono fin quasi a riva, in determinati orari della giornata.
Mi trovavo sul pontile ad ammirare il tramonto la prima volta che ne ho avvistati alcuni nelle acque basse davanti a me e con mio stupore ho realizzato che nello stesso momento c’erano diverse persone in acqua.
Squalo avvistato dal pontile
Pur essendo a conoscenza del fatto che non si trattava di una specie pericolosa, fa sempre un certo effetto l’accoppiata uomo-squalo…… ma il giorno dopo non ho resistito e logicamente mi sono spinta in acqua alla ricerca sfrenata di questi pescioloni.
Il mio ragazzo è stato più fortunato e ne ha avvistati alcuni prima di me, ma io non mi sono persa d’animo e ho continuato ad ammirare il meraviglioso mondo sommerso stupendomi come una bambina davanti ad ogni nuovo pesce che vedevo finché è successo:eccolo lì, proprio davanti ai miei occhi il soggetto della mia lunga ricerca!
Sono subito riemersa, ho avvisato il mio ragazzo (dovevo condividerlo con qualcuno) e mi sono subito immersa di nuovo e per qualche secondo sono riuscita a guardarlo finché non si è dileguato!
Si sa che l’acqua inganna un po’ e la percezione visiva non è proprio quella effettiva, comunque l’esemplare che ho visto non era proprio piccolissimo!
Super contenta ho continuato il mio snorkelling ma per quella giornata mi sono dovuta accontentare di un unico incontro ravvicinato…. gli altri squali che ho visto infatti erano sempre quelli sotto al pontile.
Il mattino seguente invece ho vissuto un’altra esperienza, stavo passeggiando sul bagnasciuga quando ho notato un squaletto veramente piccino a pochi centimetri dai miei piedi…….. ed è stato così per un po’, infatti abbiamo continuato a muoverci l’una al fianco dell altro.
Squalo avvistato dal pontile
Questo è quello che accade nelle acque basse, spingendosi al largo invece e prendendo parte alle varie escursioni gli incontri sono completamente differenti: squali martello e addirittura squali balena potrebbero passarvi davanti agli occhi!
Beh, diciamo che in quel caso sono sicura che non riuscirei a mantenere una gran calma! 🙂
Anche se si trattava di piccoli esemplari, vi assicuro che è davvero emozionante realizzare di trovarsi in acqua con uno squalo!
Gli incontri sottomarini non sono affatto finiti in queste meravigliose isole, a breve vi parlerò di un altro bellissimo animale che ho avuto la fortuna di vedere……
Viaggiatrice seriale.
Europa

Che ne dite di un giretto sulla cremagliera più ripida del mondo?!Andiamo in Svizzera!

Soffrite di vertigini?!
Spero proprio di no, altrimenti non potreste mai raggiungere il luogo di cui vi sto per parlare.
Siamo in Svizzera, nei pressi di Lucerna e precisamente a Alpnachstad per prendere posto nella cremagliera più ripida del mondo.
Si tratta infatti di un treno speciale, che viaggia su due ruote a cremagliera grazie alle quali riesce a muoversi anche in salita.
Venne costruito dall’Ing. Eduard Locher nel 1899 a causa del gran numero di persone che dovevano raggiungere Pilatus Kulm e che fino ad allora risalivano al cima a piedi o a dorso di mulo.
Logicamente l’Ingegnere venne considerato pazzo per questa idea folle….. ed invece ancora oggi la sua invenzione è funzionante, anche se dal vapore si è passati all’elettricità.
Recatevi ad Alpnachstad e una volta fatto il biglietto potrete accomodarvi in uno dei 10 vagoni rossi che raggiungono la cima.

La cremagliera

L’esperienza è unica nel suo genere, infatti ancora oggi è la cremagliera più ripida del mondo con il suo 48% di pendenza.
Durante il percorso potrete ammirare pascoli alpini in fiore, ruscelli e pareti rocciose… per non parlare della meravigliosa vista che si ha sul lago.

Scorci dal finestrino

Seduti in quei sedili non si può non essere travolti da un insieme di  domande, prima fra tutte: “Ma come avranno fatto?!” Soprattutto quando si attraversano le strettissime gallerie, dove dal finestrino del treno alla parete di roccia ci sono circa 10 cm!

Passaggio all’interno di una galleria

Sicuramente il tragitto in cremagliera vale l’intero viaggio, ma la Pilatus Kulm non vi lascerà indifferenti.
Arrivati in cima infatti potrete decidere di intraprendere uno dei 3 o 4 sentieri ed esplorare la cima, con le sue gallerie e i suoi percorsi.
Da un versante potrete ammirare il Lago dei Quattro Cantoni, mentre dall’altro potrete vedere con i vostri occhi la fatica nel volto dei turisti più temerari che decidono di raggiungere la cima sulle proprie gambe.

Il lago fra le nubi

Se volete vivere con più calma l’intera esperienza, potete pernottare al Pilatus Kulm Hotel a 2132 m situato proprio di fianco al punto di arrivo…. esso venne aperto nel 1890 ma fu completamente restaurato nel 2010, quindi avrete a disposizione ogni genere di comodità.
Potete anche solo fermarvi al ristorante o gustare una bevanda calda in uno dei tavoli esterni godendovi il panorama mozzafiato, con una calda coperta sulle gambe.
Uno dei percorsi di cui vi parlavo prima, invece, è pieno di mistero, parla dei vari draghi vissuti in zona…. ma non posso svelarvi altro, dovrete scoprirlo da soli!!
Se siete di passaggio in Svizzera o se la vostra vacanza si svolge proprio in quella zona, non potete perdervi questa esperienza!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

P.S.: la cremagliera è aperta da maggio a novembre, se capitate in un altro periodo potete sempre prendere la cabinovia panoramica  dal versante opposto.

voli

Pernottare in una Guest House

Oggigiorno non possiamo più considerare il viaggio come un vero e proprio bene di lusso, sicuramente viene dopo vari bisogni primari, me sempre più persone non possono o non vogliono farne a meno; c’è la necessità di staccare la spina, anche se per poco tempo (rinunciando ad altro logicamente).

In effetti parlando di vacanze non dobbiamo necessariamente pensare a quelle di un mese, ma va bene anche un weekend.
Detto ciò però, qualsiasi tipo di viaggio comporta una spesa più o meno consistente.
A tal proposito voglio parlarvi di una tipologia di alloggio che vi farà risparmiare parecchio: la Guest House (letteralmente casa per ospiti).
Si tratta di strutture molto simili a bed & breakfast, dove quindi oltre al pernottamento vi verrà servita anche la colazione.
In alcuni casi si tratta di una parte di abitazioni private destinata alla sistemazione degli ospiti.
Molto utilizzate anche nelle isole come Maldive, Seychelles e Jamaica.
Perché preferirle alle altre strutture?
Perché semplicemente hanno un costo molto più basso rispetto ai resort ultra lussuosi e la qualità è molto buona.
Logicamente non sono adatte a tutti, si tratta si sistemazioni un po’ spartane (non in tutti i casi) ma molto pulite;  se volete essere serviti e riveriti dovete invece affidarvi ad un resort.
A voi amanti dell’avventura dico solo: provate le Guest House, grazie ad esse potreste visitare luoghi che fino a poco fa consideravate inaccessibili a causa dei prezzi proibitivi.
Lo dico per esperienza personale…..grazie a questo tipo di alloggio ho potuto scoprire le meravigliose Maldive.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Italia

Come rinnovare il passaporto

Posso iniziare a programmare viaggi per i prossimi 10 anni!!!! Ho appena ritirato il mio nuovo passaporto! Come sono contenta! 🙂
Pochi istanti prima di recarmi all’ufficio passaporti però ero un po’ triste, non volevo salutare per sempre quel compagno di tanti viaggi in giro per il mondo, così mi sono addirittura messa a scattare foto a qualche pagina.

Sapevo che si poteva richiedere di tenerlo ma non sapevo se all’ultimo me lo avrebbero concesso.
Una volta ritirato quello nuovo ( che tra le altre cose è anche più grande, quindi ci sono più pagine a disposizione e cioè più viaggi da fare 🙂 ) ho avuto la bellissima notizia che sarei uscita dall’ufficio anche con quello vecchio.
Infatti una volta annullato sia sui data base sia tagliando gli angoli non ha più valore, ma per me rimane un importante ricordo da custodire con cura.
Detto ciò, veniamo a cose più pratiche, basta sentimentalismi: come fare per rinnovare il passaporto?!
E’ una cosa semplicissima, occorrono solamente poche cose:
un documento di identità e una fotocopia
2 fototessere
la ricevuta del pagamento del bollettino di 42,50 €
una marca da bollo da 73,50 €
il modulo di richiesta compilato in ogni singola parte.

Con queste cose recatevi all’ufficio passaporti della vostra città dove vi verranno prese le impronte digitali e nel giro di circa 15 giorni lavorativi avrete quel bellissimo rettangolino rosso fra le mani….. e potrete programmare i vostri viaggi per i futuri 10 anni! 🙂

Buon viaggio! Viaggiatrice seriale.

Asia, Mondo

Malesia: visitare la foresta di Taman Negara

La Malesia mi è entrata nel cuore e credo che si sia capito dai miei post precedenti.
Per concludere il racconto del viaggio in questo paese dai mille aspetti, è rimasta la parte inerente alla giungla.
Anche se avevamo poco tempo a disposizione non volevamo rinunciare ad una “gita” nel verde pur essendo rientrati a K.L.
Abbiamo cercato un’agenzia che organizzasse escursioni, non è difficile trovarne, il problema era che noi volevamo stare solo due giorni ed una notte e questo era già più complicato.
Non ci siamo arresi e così una mattina alle 07.00 siamo partiti in pullman da K.L. alla volta di Jerantut.

Jerantut

Questa era la tappa intermedia, il luogo in cui si trovava effettivamente la compagnia che organizzava l’escursione (in città trovate solo qualche negozietto e la stazione dell’autobus).
Dopo una lunga attesa in una stanza trasformata in ufficio siamo di nuovo partiti in pullman col quale siamo poi arrivati al punto di imbarco sul fiume.
Avevamo scelto infatti l’attraversata sul fiume…. impossibile esimersi.
Bagaglio piccolo, crema solare e tanto repellente per zanzare e via che è iniziato il nostro viaggio a bordo di una lancia, una barca in legno, tipica della zona, in cui è solamente possibile sedersi sul fondo, sopra una specie di cuscini di fortuna…. ma faceva parte dell’avventura.

La nostra barchetta

Le acque del fiume erano di un marrone chiaro e durante la navigazione (di circa 2 ore) abbiamo incontrato qualche animale e tantissime barche identiche alla nostra, che tornavano indietro a recuperare altre persone.
Diciamo che la comodità è molto differente, ma ne è valsa la pena.
Arrivati a destinazione, la guida ha fatto una piccola spiegazione e ha distribuito delle cartine.
Infatti il punto di arrivo era un bar su una sponda del fiume, ma la foresta ( e il nostro hotel) si trovava sull’altra sponda del fiume, quindi per spostarsi occorreva prendere un taxi (una barchetta che trasportava passeggeri da una sponda all’altra in continuazione).
Ed ecco posato il piede sull’altra sponda del fiume e quindi ufficialmente arrivati al Taman Negara.

Natura allo stato puro

La sera abbiamo cenato nel bar/ristorante galleggiante che era stata la nostra prima tappa e siamo partiti per il safari notturno in un palmeto.
Eravamo a sedere se delle panche ricavate nel cassone di una jeep e da lì abbiamo ammirato la vita notturna degli abitanti del palmeto, scorgendo, aiutati dalla guida, diversi tipi di uccelli che dormivano e qualche rettile.
Pensate che l’avvistamento più significativo è stato fatto lungo la strada principale, sui tralicci della luce, dove ci è apparso una specie di roditore.
La nostra stanza, o meglio la nostra casetta in legno era veramente suggestiva e abbiamo potuto ammirarla meglio il mattino seguente quando siamo usciti e siamo partiti alla “conquista” della foresta!

Il nostro alloggio

All’interno del resort si trova la biglietteria e l’ingresso effettivo al parco, dove consegnano ai turisti oltre al biglietto, anche una mappa per orientarsi.
Il Taman Negara infatti con i suoi 4343 km quadrati è il maggiore parco della Malesia Peninsulare che ospita e difende tantissime specie di animali e vegetali.

Al suo interno sono previste diverse attività, il canopy, il rafting con annesso bagno nelle rapide, la visita alle grotte e la scalata del monte Gunung Tahan; con noi sono partiti tanti escursionisti che avrebbero poi camminato per giorni interi all’interno del parco, dormendo nelle tende che trasportavano nei loro zaini.
Il percorso all’interno della foresta è tutto rialzato, si cammina infatti su delle travi di legno rialzate da terra, ma è bene avere la cartina perchè il paesaggio è quasi sempre lo stesso ed è molto  facile perdersi.
Dopo circa 45  minuti di camminata si raggiunge il punto di partenza dei vari ponti sospesi a diversi metri d’altezza…. se non soffrite di vertigini è un percorso da fare.

Ponte sospeso

All’interno del parco vivono rari mammiferi come la tigre malese, il rinoceronte di Sumatra e l’elefante asiatico.
Logicamente noi eravamo proprio all’inizio della  riserva e gli animali se ne stanno decisamente molto all’interno, ma vi consiglio comunque una visita, poter ammirare una vegetazione del genere non è  da tutti.
Siccome avevamo finito la nostra visita e l’orario del mezzo di trasporto (via terra questa volta) per il ritorno sarebbe stato dopo diverse ore e lì in zona non c’è niente, ci siamo avventurati in città e abbiamo trovato un ragazzo gentilissimo che aveva appena accompagnato un gruppo di turisti e doveva tornare a K.L. che ci ha offerto un passaggio.
Con una spesa poco più alta rispetto al biglietto dell’autobus, ma con una comodità decisamente maggiore abbiamo accettato il passaggio e siamo tornati a K.L. in serata, acquisendo anche delle informazioni dal nostro amico autista.
E’ stata proprio un’ottima esperienza.
Non a tutti piace il Taman Negara… se credete di fare un safari come in Africa ed avvistare grossi mammiferi vi sbagliate di grosso e ne rimarrete delusi…. ma se vi avventurate con le giuste aspettative ne rimarrete di sicuro affascinati: stiamo comunque parlando di una foresta.
Ciao Malesia….spero di rivederti un giorno!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice Seriale.

Asia, Mondo

Batu Caves: un santuario all’interno delle grotte in Malesia

Il mio racconto della Malesia non poteva ritenersi concluso senza prima aver parlato di Batu Caves.
Dopo aver trascorso dei piacevolissimi giorni in un mare stupendo, prima alle Isole Perhentian e poi a Pom Pom Island e dopo aver attraversato un piccolo pezzetto di giungla, il viaggio ha preso un’altra piega.
Abbiamo visitato la città di Kuala Lumpur e una mezza giornata l’abbiamo dedicata alla visita di queste particolarissime grotte.
Batu Caves non è altro che una serie di grotte di origine calcarea all’interno delle quali sorge il più popolare santuario indù al di fuori dell’India.

Raffigurazioni all’interno della grotta

Questo complesso è situato a meno di 15 km a nord di K.L. ed è facilmente raggiungibile con un treno.
Al vostro arrivo la prima cosa che vedrete è un’imponente statua color oro raffigurante Murugan, una divinità hindù che con i suoi 42,7 metri d’altezza sembra voler proteggere l’intero luogo di culto.

Statua di Murugan

Varcando la soglia invece si entra completamente nel mondo indù, tutte le raffigurazioni e le immagini sono ispirate alle divinità venerate, colori accesi decorano le varie statue.
L’intero santuario è composto da tre grotte principali e per raggiungerle occorre percorrere 272 gradini.

Panoramica dei 272 gradini

Durante la salita verrete avvicinati da parecchi macachi (scimmiette) che a prima vista possono sembrare simpatici e mansueti, ma non fatevi ingannare, anzi prestate attenzione perché si impossessano molto velocemente di ogni oggetto.
Per fortuna la loro attenzione è catturata dalle varie offerte di frutta che i fedeli portano al santuario.

Macaco intento a mangiare

E’ sicuramente un luogo suggestivo e vale assolutamente la pena vederlo.
E così anche l’aspetto spirituale è stato affrontato in questo viaggio nella meravigliosa Malesia.
Al prossimi viaggio,
Viaggiatrice seriale.

America

San Francisco: visita alla più europea della città americane

Se vi dico California che ne pensate??!!
E’ arrivato il momento di raccontarvi la mia fantastica esperienza in questa terra unica, ma facciamo un passo alla volta, vi racconterò piano piano il mio viaggio che è stato breve ma molto molto intenso, a dimostrazione che anche in poco tempo si riescono a vedere tantissime cose!
La prima tappa è stata la bellissima San Francisco.
Questa città piace anche alle persone che non amano particolarmente gli Stati Uniti, infatti viene definita  la più europea delle città americane….. e devo dire che non poteva esserci definizione più azzeccata, non sembra nemmeno di trovarsi negli USA.
Siamo arrivati nel tardo pomeriggio, quindi la vera e propria visita è iniziata il mattino seguente.
Già appena messo piede fuori dall’hotel si poteva respirare l’atmosfera della città, ma abbiamo iniziato subito alla  grande la giornata recandoci nella zona delle famosissime case vittoriane ad Haight-Ashbury.

Sono le gemelle, le uniche nel loro genere rimaste nell’intera città; le avrete di sicuro viste in tantissimi film.
Questo quartiere è stato il centro del movimento hippie degli anni sessanta ed ancora oggi si possono notare elementi che lo dimostrano.
Un altro quartiere molto conosciuto è quello di Castro, considerato il cuore della comunità gay; qui fate una visita al Castro Theater, esempio di architettura coloniale.
Passeggiano ed ammirando le varie zone della città è arrivata l’ora di pranzo, così ci siamo diretti a Fisherman’s Wharf che ospita il famosissimo Pier 39: un centro commerciale costruito su un molo.
La zona è molto turistica, piena di gente ,di ristoranti e di chioschi che vendono frutti di mare e l’immancabile polpa di granchio.
La vera attrazione della zona però è rappresentata dai leoni marini della California spiaggiati sui pontili tutt’intorno al Pier 39; è una sosta da fare, ma se avete con voi una mascherina non è affatto una cattiva idea, diciamo che non emanano proprio un buonissimo odore!:-)

Qui vi sono diversi musei fra cui quello della Marina Militare ed è un ottimo punto per ammirare nelle giornate serene Alcatraz ed il Golden Gate Bridge.
Una volta ripartiti dalla pausa pranzo abbiamo raggiunto una meta davvero molto turistica: Lombard Street. 



Magari il nome non vi dice niente, ma se vedete la foto capirete subito di cosa sto parlando: si tratta della strada più tortuosa del mondo grazie ai suoi 8 ripidi tornanti in cui la velocità massima consentita è di 8 km/h
E’ possibile percorrerla sia in automobile (solo in discesa)sia a piedi.
Dopo questa celebre tappa abbiamo percorso le strade della città senza seguire un filo logico e strada facendo abbiamo potuto ammirare il Transamerica Pyramid, il più alto grattacielo di San Francisco con la sua forma a piramide e poi varcando la porta d’accesso alla Chinatown siamo entrati nel più antico quartiere cinese americano.
Il nostro hotel si trovava vicinissimo ad Union Square dove abbiamo cenato e trascorso la serata.
Il giorno successivo è stato altrettanto ricco di visite: dopo colazione siamo subito partiti in pullman per l’escursione alla foresta Muir Woods, ma prima di arrivare abbiamo percorso il famosissimo Golden Gate Bridge.

Va specificato che San Francisco è quasi sempre avvolta da una coltre di nebbia, quindi è difficile poter ammirare il ponte in tutto il suo splendore, ma già solamente uno scorcio regala emozioni uniche.
Ha una tonalità arancione, chiamata arancione internazionale, scelta proprio perché lo rende più visibile nella nebbia.
Percorrerlo su un mezzo di trasporto è bello, ma poterlo ammirare da una certa distanza è tutta un’altra cosa.
E’ imponente e domina tutta la scena.
Dopo le varie foto di rito a questo famoso monumento abbiamo continuato il viaggio e siamo arrivati alla foresta di “Muir Woods” , il più grande bosco di sequoie sempreverdi  nella zona di San Francisco.

L’impatto è veramente forte, considerate che sono alte in media una settantina di metri pur non essendo le sequoie giganti.
La foresta fa parte del Golden Gate National Recreational Aerea e la storia dice che nel 1905 un certo William Kent comprò la valle per 45.000 $ per preservarla al suo stato naturale e la donò al governo nel 1908.
Un percorso guidato attraversa l’intero parco e vi assicuro che ci si sente come delle minuscole formichine a cospetto di veri e propri giganti!
Dopo questa sosta naturalistica siamo tornati in un ambiente di mare e abbiamo visitato Sausalito, una famosa cittadina situata nella contea di Marin County.
San Francisco ci ha accolto di nuovo a braccia aperte e noi non potevamo assolutamente snobbare uno dei simboli della città : Il Cable Car e così siamo saliti quasi al volo e abbiamo ammirato la città da un’altra prospettiva.

Si tratta infatti del famosissimo trenino che percorre le varie strade della città, il quale molto spesso viene mostrato nelle  fotografie con passeggeri in piedi nella parte esterna del mezzo: beh, un giro qui non si può non fare.
Union Square ed i vari negozi in zona sono stati i nostri compagni per la fine della giornata e per il saluto a questa meravigliosa città che regala magnifici scorci sulla Baia e sul famoso ponte, perchè il giorno successivo abbiamo visitato Alcatraz…. ma questa è un’altra storia.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.