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elisa

Italia

Girare l’Italia attraverso il cibo

Tutti sappiamo che il cibo è uno dei piaceri della vita e viaggiando abbiamo la fortuna di provare nuovi gusti, annusare nuovi profumi e gustare nuovi sapori. Vi farò venire l’acquolina in bocca!! 🙂
Prendiamo in considerazione la nostra carissima Italia, famosa in tutto il mondo per il suo ottimo cibo; non a caso infatti da nord a sud possiamo spaziare fra ottimi piatti!!
Partiamo dai succulenti canederli, piatto tipico trentino, si tratta di grossi gnocchi composti da un impasto a base di pane raffermo, sempre da queste parti non potete non assaggiare il Keiserschmarrn, una spessa crepe spaccata cosparsa di zucchero a velo e servita con marmellata di ribes, mirtilli o salsa di mele.Sempre qui è impensabile non assaggiare il famosissimo Strudel, un dolce a pasta arrotolata o ripiena, sia dolce che salato, ma il più conosciuto è a base di mele,pinoli,uvetta e cannella. Dall’estremo nord spostiamoci nell’estremo sud, in Sicilia, per gustare le fantastiche granite, un dolce freddo al cucchiaio (i gusti più famosi sono mandorla, pistacchio, caffè o cacao) accompagnato solitamente in questa regione dalla tipica brioscia siciliana. Sempre qui non potete non assaggiare il cous cous, a San Vito lo Capo (Trapani) si tiene addirittura un festival una volta l’anno, mentre ad Erice si trova una pasticceria con paste eccezionali. Dato che ci siete, una pasta alle sarde dovete assaggiarla.

Granita siciliana

Spostiamoci un pò più a nord, in Calabria per assaggiare l’nduja, un salume molto molto molto piccante; a Tropea invece regna sovrana la cipolla.
Arriviamo in Emilia, patria indiscussa dei tortellini, delle lasagne e della mortadella, mentre la Romagna è la regina della piadina.

Piadina

Non è possibile non andare in Puglia e non assaggiare le orecchiette alle cime di rapa o gli strepitosi taralli, uno tira l’altro!
Le Marche offrono diverse specialità culinarie, le olive ascolane, come dice il nome, tipiche della provincia di Ascoli Piceno. per gustare un ottimo brodetto di pesce occorre fermarsi a Fano, a Pesaro invece cucinano una pizza particolare chiamata Rossini: base margherita con uovo sodo e maionese.
In Toscana c’è l’imbarazzo della scelta, non andateci in un periodo in cui siete a dieta altrimenti dovrete rinunciare alla fiorentina, alla chianina, ai pici, al lardo di colonnata, alla panzanella e alla pappa al pomodoro; per non parlare poi degli ottimi affettati.
Il lazio è la patria dell’abbacchio a scottadito, piatto a base di costolette di agnello, dei carciofi alla romana, della coda alla vaccinara (coda di bue stufata) e dell’immancabile amatriciana.
Andando in Lombardia l’abbuffata sarà di risotto allo zafferano e cotolette alla milanese, mentre in Veneto è imperdibile il baccalà.

Baccalà

Se andate in campania assaggiate le mozzarelle in carrozza, la pastiera napoletana e logicamente sua maestà la pizza – beh lo so che si mangia ovunque, ma qui è un’altra cosa-.
In Liguria non potete perdervi un buon piatto di pasta al pesto e la focaccia alla genovese, mentre in Abruzzo abbuffatevi di arrosticini.
Cosa manca? Ah si, gli agnolotti e i gianduiotti del Piemonte e le costolette alla valdostana in Val d’Aosta.
Attraversando il mare e approdando in terra sarda non c’è che l’imbarazzo della scelta, dal porceddu al pane carasau, dalle panadas agli spaghetti alla bottarga.

Pane carasau

All’elenco mancano delle regioni, non mi sono dimenticata, ma ancora non ho avuto la fortuna di testare la cucina locale, provvederò il prima possibile.
Bene, ricordatevi che il cibo è un ottimo aspetto da scoprire in ogni viaggio.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Emilia romagna, Italia

Presepi…di sabbia

Non è detto che più ci si allontani da casa più la destinazione sia meritevole, a volte basta spostarsi di pochissimo e vedere cose eccezionali.
Dato che siamo ancora nel periodo natalizio, perché non andare alla ricerca di qualche presepe?!
Bene, ne ho trovato uno davvero alternativo, è fatto di sabbia e non rappresenta precisamente la classica scena della natività che siamo abituati ad ammirare.
Dobbiamo dirigerci a Torre Pedrera, una località della riviera a nord di Rimini. In riva al mare, custodita sotto una struttura coperta per proteggerla dagli agenti atmosferici si trova una vera e propria opera d’arte, costruita con 300 metri cubi di sabbia finemente lavorata dalle mani esperte di 4 artisti scultori di livello internazionale che in soli 23 giorni hanno realizzato un vero capolavoro lungo 24 metri e alto fino a 5 metri.
Il soggetto è ispirato al famosissimo regista riminese Federico Fellini, quindi vi troverete davanti ad un’enorme pellicola cinematografica con i soggetti dei suoi film più famosi, come ad esempio la Dolce Vita e Amarcord.

La cura dei dettagli fa rimanere veramente a bocca aperta. Al centro del percorso si può trovare logicamente la scena della natività affiancata da un lato dai Re Magi e dall’altro da Fellini.
Prima di entrare nella struttura coperta, potete ammirare un’altra scultura raffigurante un imponente faro realizzato direttamente sulla spiaggia e lasciato solo alle intemperie.
Vi consiglio vivamente di andare ad ammirare questa meraviglia che fra pochi giorni sarà distrutta.
Nella stessa giornata potete visitare anche il presepe – sempre di sabbia- di Rimini, collocato sul lungo mare nella zona del porto. Anche questo è sempre ispirato a Fellini, ma non ritrae scene dei suoi celebri film, bensì colloca la scena della natività in un luogo in cui “convivono” alcuni dei più famosi monumenti del mondo, dal Ponte di Rialto al Chrysler, da una chiesa turca al più antico cinema di Rimini, il tutto sempre sotto l’occhio attento del regista riminese.
In una sala adiacente è stata allestita una pista di pattinaggio sul ghiaccio, mentre uscendo vi troverete di fronte ad una grande ruota panoramica.
Questa è un’ottima idea per trascorrere una giornata sotto le feste.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

America

Isole delle Bahamas:un sogno chiamato Eleuthera

Tutti abbiamo desiderato visitare almeno una volta nella vita un’isola paradisiaca dove sentirsi quasi come Robinson Crusoe disperso in un’isola deserta, o comunque visitare il soggetto delle famose immagini del desktop con palme ed acqua cristallina: bene, è il momento di partire per Eleuthera.
Eleuthera è un’isola delle Bahamas, lunga circa 150 km e larga circa 4 km, percorsa da nord a sud da un’unica strada, dove si guida nella carreggiata di sinistra anche se il volante nelle auto è comunque a sinistra come da noi. L’aeroporto di partenza maggiormente utilizzato per giungere in questo paradiso è quello di Miami proprio a causa della sua vicinanza, ma credo che ci siano voli diretti anche da Londra.
Lo spettacolo inizia ancor prima di mettere i piedi a terra, infatti poco prima dell’atterraggio dai finestrini dell’aereo si può ammirare il mare cristallino intervallato da lembi di terra.
Non aspettatevi un aeroporto comune, o meglio è comune, ma la sua grandezza è pari a due stanze messe insieme; appena uscite da qui, se avete optato per una vacanza all’insegna dell’avventura chiedete subito di poter noleggiare un’auto ( non troverete i soliti desk con le compagnie di noleggio, ma ve le daranno direttamente i locali), in caso contrario invece, se avete prenotato in uno dei (pochi) resort extra lusso ci sarà già ad attendervi il pulmino per accompagnarvi a destinazione.
Devo ammettere che il costo del noleggio è alto, ma non c’è altro modo per poter esplorare l’isola….e cercate di farvi dare un fuoristrada, ne avrete bisogno.
La particolarità dell’isola è quella di non essere turistica, quindi se il vostro intento è quello di essere serviti e riveriti avete sbagliato destinazione, qui le spiagge non sono attrezzate e non ci sono nemmeno bar nei paraggi; dovete procurarvi bibite e pranzo al sacco in uno dei negozietti ( che vendono di tutto) sulla strada principale.
Essendo poco turistica anche la scelta per il pernottamento è limitata, io opterei per un appartamento o un B&B.

Accettano dollari americani ma poi vi daranno come resto i dollari delle Bahamas, ricordatevi di spenderli sull’isola mi raccomando.
L’attività principale per un turista è il dolce far niente: crogiolarsi al sole e fare bagni in un’acqua pazzesca.
Le spiagge non sono segnalate ottimamente, quindi dovrete chiedere informazioni strada facendo ai locali che dire che sono gentilissimi non basta ( non ho mai incontrato persone più disponibili). Per chi non si accontenta di una semplice abbronzatura c’è la possibilità di fare immersioni su vari relitti o fare shopping nelle eleganti boutique e nei bistrò di Harbour Island. Questa parte è senza dubbio quella più turistica e più chic, dove è possibile incontrare anche qualche celebrità, ma si tratta di un’ulteriore isoletta davanti a quella principale.
Il lato orientale di Eleuthera si affaccia sull’Oceano Atlantico mentre il alto ovest si affaccia sul mar dei Caraibi, quindi se per caso una delle due coste dovesse essere troppo ventosa, in un baleno sarete sull’altro versante.

Rainbow Beach

La capitale è Governor’s Harbour ed è fondamentalmente la cittadina più rifornita e si trova indicativamente a metà dell’isola.
Lungo la strada principale i paesini si susseguono uno all’altro, ma se vi spostate di notte dovete stare molto attenti perchè non c’è traccia di illuminazione ( lampioni della luce).
Passiamo quindi all’argomento principale: le spiagge.
Ten Bay Beach si trova a metà isola a sud di Palmeto Point ed è caratterizzata da fondali bassi e palme che riparano dal sole.
Scendendo ulteriormente fermatevi a Winding Bay: eccezionale. Ha una forma a C che la protegge dalla violenza dell’oceano, per cui troverete mare con acqua calmissima e tante mangrovie.

Winding Bay

Se siete dei veri avventurieri arrivate fino al punto più a sud dell’isola dove si trova Lighthouse Beach, una grande spiaggia ai piedi di una collina sormontata da un faro in disuso. La sabbia tende al rosa e sullo sfondo troverete bianche scogliere e una fitta foresta. Se ne avete voglia arrampicatevi sulla collina, così da avere una visuale sulla lunga spiaggia.

Vi devo avvertire però che per raggiungere questo posto paradisiaco dovrete percorrere un tortuoso tragitto in auto di circa 5 km su una strada piena di buche e solchi, ma ne vale sicuramente la pena.

Lighthouse Beach

Anche in questa spiaggia, come nelle precedenti io non ho incontrato nessuno e qui a maggior ragione vi sembrerà di essere completamente fuori dal mondo; secondo me questa sensazione di pace e tranquillità è un ulteriore valore aggiunto alla bellezza del posto.
Se siete sull’isola il venerdì non perdetevi l’appuntamento con il Fish Fry a Governor’s Harbour, si tratta di una serata in cui viene arrostito pollo e pesce in un grande barbecue e in una piccola capannina in legno si lasciano le ordinazioni e mentre si aspetta il proprio turno ci si gusta un drink guardando le stelle e ascoltando musica. E’ una serata proprio caratteristica, in fondo basta davvero poco per rendere speciale un evento.
Ritornando alle spiagge e salendo verso nord non potete perdervi Rainbow Beach, forse la mia preferita, anche se è davvero difficile sceglierne una. Qui troverete anche ombrelloni di paglia e piccoli tavoli in legno, il tutto contornato da palme e acqua cristallina.
Un’attrazione dell’isola è il Glass Window Bridge, il punto più stretto dell’isola, formato da un ponte ad una sola carreggiata che ha da un lato l’Oceano Atlantico e dall’altro il mare dei Caraibi; fermatevi ad ammirare lo spettacolo del netto contrasto del colore delle acque.
Un’altra attrazione è l’Ocean Hal, una strana formazione simile ad un cratere a Rock Sound che si dice non abbia fondo. E’ una dolina collegata al mare, larga circa 90 m e popolata da tantissime specie di pesci, i nuotatori più coraggiosi possono scendere dalla scaletta e tuffarsi nelle acque, mentre i più timorosi possono semplicemente gettare pezzetti di pane e vedranno affiorare tantissimi pesci.
Dirigendosi ulteriormente a nord, si può prendere un taxi boat per raggiungere Harbour Island ( considerata una delle isole più belle dei Caraibi), una piccola isola con un’affascinante mescolanza di rustico e chic, dove ci si sposta solamente a bordo di golf cart.
Molto celebre è la Pink Sands Beach, una lunghissima distesa di sabbia finissima dalle tonalità rosa per la presenza di coralli polverizzati.

Pink Sands Beach

Eleuthera è tutto questo e molto altro, io sinceramente ci ho lasciato il cuore… e ora sul mio desktop avrò un’immagine reale al posto di quelle prestabilite, ma di pari bellezza.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

PS: per pernottare potete fermarvi al Rainbow Inn, veramente delizioso o se preferite un appartamento andate da Sammy e da sua moglie Rose al Tropical Dreams Motel Resort e troverete delle persone fantastiche.
PPS: procuratevi sempre qualcosa da mangiare prima di addentrarvi nelle spiagge o fate un’abbondante colazione americana prima di partire.
PPPS: l’isola ha tre aeroporti, sceglietelo in base alla vostra sistemazione o al contrario cercate alloggio in base al vostro aeroporto.

Africa

Kenya: mare & safari mozzafiato!

Ciao viaggiatori, per il racconto di oggi non basta un weekend  ma occorre una settimana circa, cambieremo continente e vivrete una delle esperienze più belle della vostra vita! Africa stiamo arrivando!!!
Ho volato con la Blu Panorama ed ho raggiunto la mia destinazione: Il Kenya. Questa volta mi sono affidata ad un tour operator, in effetti avventurarsi in Kenya da soli non è proprio consigliabile.
Una volta atterrati, c’era il pulmino del nostro villaggio ad attenderci all’aeroporto, così dopo circa un’ora di cammino siamo arrivati a Watamu dove c’era il villaggio da noi scelto.
La scelta è ricaduta in questa località perchè è una delle migliori, qui si trova la Riserva Marina di Malindi e Watamu.
Dopo tutte le ore di volo non aspettavamo altro che poterci tuffare nel mare cristallino, ma non è stato possibile: non c’era l’acqua! Tranquilli è normale, infatti l’Oceano indiano è soggetto al fenomeno delle maree che si alternano nell’arco della giornata, quindi in certi momenti dovete camminare e camminare per raggiungere l’acqua relativamente alta. Ah, dimenticavo di dire che era febbraio, sono fuggita dal freddo di casa per rifugiarmi in questo paradiso.
La prima cosa dalla quale mettervi in guardia sono i beach boys, dei ragazzi del posto che posteggiano sulla riva e cercano di rifilarvi qualsiasi cosa: tranquilli sono innocui e non vi dovete preoccupare, l’unica cosa è che non dovete assolutamente dirgli il vostro nome o dargli troppa retta, altrimenti vi tormenteranno per tutto il soggiorno e non sarà più una vacanza rilassante. Loro non possono stare sulla spiaggia privata dell’hotel ( dove ci sono i vostri lettini per intenderci), ma possono stare a riva, quindi mettete in conto che appena metterete un piede in acqua, ne avrete almeno tre intorno a voi!
Il primo giorno è trascorso in totale relax e nullafacenza, mare, sole, sport e tanto cibo. Il pomeriggio però abbiamo organizzato nel dettaglio il vero motivo che ci ha fatto scegliere questa destinazione e cioè il safari!
Ed ecco che rientrano in gioco i beach boys: loro vi proporranno diverse escursioni nella zona, io le ho fatte tutte con loro, in fin dei conti il programma è lo stesso che vi offre la struttura, il prezzo è più basso e sicuramente più autentico. Loro vivono di turismo e quindi non hanno nessun vantaggio nel fregare le persone, altrimenti poi non avrebbero di che vivere…magari accordatevi con altre persone della struttura, in modo tale da fare un gruppo numeroso, al posto di 2 o 3 gruppi da due persone.
Io addirittura avevo preso un “pacchetto” che includeva il safari ed il safari blu più una visita a Malindi.
Al mattino la sveglia è suonata di buon ora e appena usciti abbiamo trovato i pulmini ad attenderci fuori dalla nostra struttura: all’alba il nostro pulmino con otto turisti e due beach boys come guide è partito per la sua meravigliosa avventura.
Il tragitto è un pò lunghino e soprattutto non comodo, considerando che si cammina nella savana non si fa altro che sobbalzare a causa delle buche, ma ci si abitua più che velocemente, non si ha tempo per pensare a queste piccolezze perchè lo spettacolo che si aprirà davanti a voi sarà immenso.
Rosso. azzurro e verde, sono questi i colori che la faranno da padrone, il contrasto fra la terra ed il cielo è pazzesco. Ecco che sorpassiamo il cartello dello “Tsavo East National Park“, siamo dentro!!!

I colori del safari

Una volta qui, non ci sono più programmi nel senso che si è dentro la vera savana e avvistare qualsiasi animale è solo questione di attenzione e di fortuna!
Le prime sono state delle gazzelle ed io ero veramente emozionata anche se erano poche…ma non sapevo cosa aspettarmi. Quando abbiamo iniziato ad ambientarci un pò e anche la “tensione ” è scesa, è stato tutto più semplice.
In piedi nel nostro pulmino ( perchè ha  il tettuccio che si alza, ma non si apre completamente), muniti di binocoli e macchine fotografiche ci siamo calati nella parte ed ecco che vediamo una leonessa e poi un piccolo branco di zebre e uno struzzo che nasconde la testa sotto la terra per la paura. Più ci addentriamo e più la quantità di animali aumenta, così ci dobbiamo fermare per far attraversare la strada ad un gruppo di elefanti con il più piccolino che chiudeva la fila attaccato alla coda della madre; e poi arrivano le scimmie e dopo aver sentito un urlo di gioia di un nostro compagno, ci giriamo e vediamo a mio avviso l’animale più bello ed elegante della savana: la giraffa!
Non vi ho detto che io avevo scelto il safari di due giorni con una notte fuori, così verso l’ora di pranzo abbiamo raggiunto il nostro lodge dove poi abbiamo pranzato ed in seguito trascorso la notte.
Dopo esserci rinfrescati con un bagno in piscina siamo ripartiti per il safari.
Il pomeriggio è trascorso abbastanza bene, anche se non abbiamo avvistato troppi animali. Verso l’ora del tramonto siamo tornati al lodge e ci siamo goduti questo spettacolo della natura: ci siamo accomodati sotto un portico e proprio di fronte a noi avevamo una pozza dove gli animali si vanno ad abbeverare, infatti sono arrivati elefanti e bufali, il tutto in una cornice mozzafiato. Cena e poi a letto in una struttura di mattoni, ma volendo si può pernottare anche in campi tendati… tutto comunque all’interno, immersi nella savana.
L’alba è un altro momento indescrivibile, un mix di colori difficile da spiegare, ma la cosa eccezionale è l’emozione che ti provoca il contesto in generale.
Dopo un’abbondante colazione siamo partiti e devo dire che il secondo giorno è stato molto più fruttifero. abbiamo avvistato diverse giraffe, mandrie di bufali e gruppi di scimmie in mezzo alla strada, qualche struzzo, gazzelle ed un grande branco di zebre.
E così, seppur stremati, alla sera siamo rientrati al villaggio e abbiamo continuato la nostra vacanza “marina”.
Il giorno successivo è stato all’insegna del relax alternando camminate sulla spiaggia a bagni.
Lo staff del villaggio organizzava diversi eventi la sera, infatti abbiamo assistito ad uno spettacolo degli acrobati della zona, un’altra sera erano presenti i Masai che vendevano i loro manufatti e un’altra sera siamo proprio usciti e siamo andati in un locale a Malindi e poi al casinò, giusto per vedere altre sfaccettature della zona. Logicamente tutto organizzato, non ci siamo mai mossi da soli.
Il giorno successivo, sempre accompagnati dai nostri amici beach boys abbiamo fatto una piccola escursione con le loro tipiche barchette di legno, che non facevano altro che imbarcare acqua; ma tranquilli, c’era la bassa marea, era tutto sotto controllo! 🙂 abbiamo potuto ammirare diverse stelle marine, pesci palla e polipi, ma la cosa più strabiliante era il colore del mare, sembrava finto da quanto era bello, calmo, come se fosse una tavolozza color verde acqua.
A me piace “calarmi nella parte”, avvicinandomi alla cultura del popolo che mi ospita, così ho deciso di farmi fare le treccine in tutta la testa…a fine vacanza sembravo quasi una del posto!!
Il giorno successivo è arrivato il momento dell’altra escursione compresa nel nostro “pacchetto” e cioè il safari blu.

Siamo saliti in una barca e abbiamo preso il largo e poi siamo scesi in acqua a fare snorkeling, poco dopo abbiamo raggiunto una zona con tante mangrovie, abbiamo ormeggiato la barca e siamo scesi per pranzo. Spettacolo!!! Qui i beach boys insieme a persone del posto ci hanno preparato un pranzo da leccarsi i baffi: riso con polipo e poi aragosta!
Come detto in precedenza il tour prevedeva anche la visita di Malindi, così dopo pranzo ci hanno portato in città e abbiamo fatto un piccolo giro. Qui si notano le vere condizioni in cui vivono gli abitanti del posto. Come sempre “le guide” tendono ad introdurvi nelle botteghe dei loro conoscenti per farvi comperare qualche oggetto di legno o cose del genere. Ultimo giorno di puro relax nelle acque cristalline dell’Oceano Indiano e poi ritorno alla bassissime temperature italiane del mese di febbraio.
Questa è stata la mia settimana keniota, ma so che organizzano altre escursioni, per esempio al canyon del diavolo o ai vari orfanotrofi della zona.
Non potrete non restare  affascinati da questa nazione e forse in qualcuno di voi si farà sentire il famoso mal d’Africa.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

PS: è consigliabile sottoporsi alla profilassi antimalarica se si va a fare il safari, se si resta in villaggio non serve. poi dipende sempre dal periodo in cui si intraprende il viaggio.
PPS: in valigia mette anche capi di abbigliamento che non indossate più, cancelleria e prodotti per l’igiene della persona da poter lasciare a chi ne ha più bisogno di noi, in fondo fare una buona azione è sempre bello.
PPPS: Kenya= mare + safari, ma secondo me è soprattutto safari, il mare è bello, ma se volete fare solo quello, il mio consiglio è di scegliere un’altra destinazione.

Italia

Mercatini di Natale

Quale occasione migliore per respirare l’atmosfera natalizia se non quella dei mercatini di Natale??!!
Cari amici è ora, manca davvero poco, quindi è arrivato il momento degli addobbi e dei regali e se uniamo l’utile al dilettevole non ci resta che andare ad uno dei tanti mercatini natalizi, dove poter trovare tutto quello che ci serve per trascorrere il periodo di feste nel migliore dei modi….e logicamente passare una giornata o due fuori casa.
Di anno in anno questi eventi sono sempre più, occorre solo identificare il mercatino che fa per voi in base alle vostre esigenze.
Molti iniziano a fine novembre/ inizio dicembre e terminano prima di Natale, altri resistono fino all’Epifania.
Meglio entrare nel dettaglio.
A Milano per esempio dal 6 al 8 dicembre si svolge la Fiera degli Obej-Obej in occasione della ricorrenza di S. Ambrogio; questa festa ha un’origine antichissima, risale addirittura al 1300 circa ed è arrivata fino ai giorni nostri. Se volete perdervi quindi fra bancarelle natalizie decorate ed illuminate, dolciumi, caldarroste e vin brulè dovete recarvi al Castello Sforzesco.

Un appuntamento imperdibile è a Napoli, in via San Gregorio Armeno, la via degli artigiani del presepe. Qui potrete trovare le più svariate statuette, dai politici ai personaggi dello spettacolo fino ai personaggi sportivi. Ogni anno infatti cambiano, o meglio aumentano, con il personaggio in voga del momento. Se quest’anno volete fare un presepe non proprio tradizionale dovete fare una tappa qui!
Più suggestivi dal mio punto di vista sono quelli in Alto Adige, sempre senza togliere niente agli altri.
Bolzano, Brunico, Bressanone, Vipiteno e Merano infatti, a ridosso del Natale si trasformano completamente con i tradizionali mercatini.
La tradizione che si riprende generalmente è quella del Christkindlmarkt le cui origini in Germania risalgono addirittura al XIV secolo con i cosiddetti ” Mercatini di San Nicola”, meglio conosciuto come Santa Klaus e che inizialmente erano l’unica occasione dell’anno per acquistare gli addobbi natalizi.
I mercatini di Natale non sono solo questi, ma ogni città, anzi ogni paese, anche quello più piccolo, si organizza per celebrare questa tradizione.
Per raggiungere queste mete ci si può spostare autonomamente con i propri mezzi, ma generalmente tutte le agenzie di viaggio organizzano escursioni in giornata o di due giorni…provate ad informarvi nella vostra città
Quindi non mi resta che augurarvi una buona permanenza fra casette di legno, addobbi e squisitezze gastronomiche…. e se per caso incontrate Babbo Natale salutatelo da parte mia! 🙂
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

P.S.: queste sono le località italiane, ma anche all’estero c’è l’imbarazzo della scelta: Innsbruck, Praga, Salisburgo, Colmar, Malmo, ecc. offrono meravigliosi mercatini natalizi.

Africa

Una delle città imperiali: Fez!

Ciao amici, se volete partire e avete a disposizione poco tempo, ma vi piacerebbe andare all’estero, addirittura in un altro continente, ho la meta perfetta per voi: Marocco, alla scoperta di Fez.
E’ facilmente raggiungibile con i voli low cost della Ryan Air e il volo non è nemmeno troppo lungo.
Fes – o Fez- è una delle città imperiali del Marocco, la più antica fra esse ed è la 3° città per popolazione, situata al nord della nazione.
Le stagioni migliori per visitarla sono la primavera e l’autunno, ma anche in inverno è accessibile, io infatti ci sono stata a fine gennaio; logicamente se vi recate in primavera potreste approfittarne anche per fare una gita fino all’oceano.
Indubbiamente vi consiglio di pernottare in un riad, ce ne sono di bellissimi appena ristrutturati…così vi calerete perfettamente nella loro atmosfera.

Interno di un riad

Inizialmente potreste essere un pò spaventati se decidete di affrontare la Medina da soli, io sono stata accompagnata da una guida, ma con il senno di poi non l’avrei presa, quindi vi consiglio di avventurarvi da soli nella parte vecchia della città, Fas Al-Bali, in cui si manifesta tutta la complessità della città antica con le sue tortuose e strette strade, percorribili solo a piedi, in cui i trasporti avvengono con gli asini ( a volte da quanto sono carichi, i passanti sono costretti a schiacciarsi contro le pareti per farli passare, ma è tutto molto realistico.
Vi consiglio di girarla quindi da soli, perchè anche se logicamente perderete l’orientamento e non saprete assolutamente la vostra posizione precisa, vi basterà uscire dal muro di cinta che incorpora questo grande mercato e sarete subito sulla strada, dove in caso potrete prendere un taxi (economico) per raggiungere un altro punto. Fondamentalmente si tratta di un grandissimo  mercato dove i negozianti espongono generi alimentari,tessuti, argenteria, prodotti dell’artigianato come legno, metalli e cuoio.
Se avete con voi una guida vi suggerirà sicuramente di andare alle concerie, una particolarità della città; io che le ho viste di persona vi assicuro che meritano assolutamente una visita. A mano a mano che ci si avvicina l’aria diventa irrespirabile, tanto che vi daranno un mazzetto di menta da odorare per resistere al terribile “odore”. Di solito si sale su una terrazza, percorrendo prima tutta la bottega con merce di cuoio in vendita, da dove si  potranno ammirare dall’alto  queste grandi pozze di diversi colori. E’ una parte molto affascinante della città e la cosa curiosa è che le pozze sono di proprietà delle famiglie, se le tramandano di padre in figlio.

Le concerie di Fez

Fra i monumenti notevoli, c’è sicuramente la Madresa, scuola coranica con alloggio per studenti; qui non tutti gli edifici sono accessibili dai non musulmani. la città è ricca di moschee, ma come detto altre volte, è indispensabile rispettare le usanze ed il culto del paese che stiamo visitando, quindi con cautela e rispetto accertatevi se è consentito l’accesso oppure no.
Ovunque andrete vi sarà sempre offerto del tè alla menta e diciamo che il fatto di non berlo è visto un po’ come una piccola mancanza di rispetto, come se in qualche modo si offendessero… quindi preparatevi a fare una bella bevuta di tè.

Tè alla menta

Vi ho detto questo, perchè per esempio se entrate in qualche bottega tessile, di tappeti o di artigianato, vi faranno accomodare e subito dopo arriverà la bevanda calda…diciamo che il concetto del ” faccio solo un giro per dare un’occhiata” non esiste, ma non lasciatevi intimorire, entrate ed ammirate pure quello che vi interessa, non c’è obbligo d’acquisto! 🙂
Vi consiglio di accordarvi con i proprietari del riad in cui pernottate, di sicuro avranno qualcuno che vi scorrazzerà in giro in auto, quindi approfittatene per andare sulla catena montuosa del Medio Atlante a vedere una zona completamente diversa dalla città antica ricca di caos.
Farete sicuramente una sosta in un’area famosa per delle scimmiette, dove è abitudine dare loro qualcosa da mangiare. Sempre da qui io sono partita per un’escursione a cavallo; diciamo che è un altro aspetto del Marocco.
Ed eccoci di rientro al riad, pronti per una completa full immersion nel mondo marocchino: tutto nella nostra stanza parla di questo mondo,è meraviglioso!
Di solito sono contraria alle escursioni o cene organizzate ( io le chiamo acchiappaturisti), ma avendo poco tempo a disposizione, questa volta ho fatto uno strappo alla regola, sono andata a cena in un locale dove servivano solo cucina marocchina , il tutto allietato da spettacoli di danza del ventre ed esibizioni musicali tradizionali.
Il giorno successivo, dopo un’abbondante colazione in terrazza, ci siamo recati alla stazione del treno -giusto per provare anche questo mezzo di trasporto – e abbiamo così raggiunto la città di Meknes.

Purtroppo il tempo non è stato dalla nostra parte, quindi abbiamo fatto una visita sotto la pioggia, proprio per questo abbastanza frettolosa. Visto che non era il caso di girare a piedi, abbiamo visitato la città a bordo di una carrozza trainata da cavalli…almeno eravamo all’asciutto! 🙁
Meknes è stata la capitale del Marocco e in quegli anni ha raggiunto il suo massimo splendore, testimoniato ancora oggi dalle lussuose costruzioni. Da visitare sono sicuramente la piazza, Il Mausoleo di Mouley Ismail, l’unico tempio accessibile anche ai non musulmani decorato con ceramiche e stucchi elaborati, la Medresa di Bou Inania situata all’interno della Medina e la Medina stessa. Merita giusto una foto invece la Bab Mansour Gate, considerata la porta più grande e più bella di tutto il Marocco, dalla quale si accede alla città.
Visitata Meknes, il treno è arrivato puntualissimo e ci ha riportato al nostro punto di partenza dove abbiamo trascorso l’ultima sera.
Il giorno successivo abbiamo raggiunto il Palazzo Reale, dove non è permesso entrare, ma è almeno consentito fare delle foto alle immense porte dorate.
Dopo gli ultimi giretti siamo andati in aeroporto e così si è concluso il nostro weekend.
Dal mio punto di vista la città è affascinante anche se non offre troppe cose da vedere… la meta giusta per chi ha poco tempo.
Al prossimo weekend,
Viaggiatrice seriale.

Emilia romagna, Feste e Sagre in Italia, Italia

Mondaino fra sagre e storia

Ehi viaggiatori, vi piacciono i paesini medievali arroccati?!
Oggi vi porto alla scoperta di Mondaino, nell’entroterra riminese, situato su una rigogliosa collina della valle del fiume Conca, a pochi km dal confine con le Marche.
Fin dall’antichità la zona è sempre stata ricca di selvaggina e soprattutto di daini, tanto che è arrivato fino ai nostri giorni il “Palio del Daino”, una rievocazione rinascimentale che si tiene a cavallo del ferragosto di ogni anno. La manifestazione è imperdibile per la ricostruzione storica, l’ambientazione e per l’aspetto culinario e vede contendersi il palio fra le contrade del paese.
Altra festa rilevante è quella del “Fossa, Tartufo e Venere“, un mercato di prodotti tipici di Mondaino e dintorni. E’ in questo periodo che si sfossa il pecorino, tradizione tipica romagnola e riminese. Durante questa festa, Mondaino celebra i tartufi bianchi delle colline riminesi e il formaggio di fossa, due eccellenze del suo territorio.
Per le vie del paese si trovano inoltre bancarelle con prodotti dell’artigianato locale, mentre in piazza ci saranno concerti e spettacoli della tradizione.

Veduta dal borgo di Mondaino

E’ un’ottima occasione per visitare questo bellissimo borgo, con la sua piazza fra le più belle e caratteristiche della romagna che si presenta con l’inconsueta forma semicircolare e i suoi diversi conventi disseminati qua e là.
Il borgo aveva anche un ponte levatoio, oggi solo percepibile attraverso le travi di sostegno, mentre la merlatura ghibellina della rocca è tutt’ora visibile.
Dalla sua altezza è possibile ammirare la campagna dell’entroterra riminese.
Potete scegliere Mondaino come punto di appoggio per effettuare una visita anche agli altri borghi confinanti, come Montegridolfo, Montefiore Conca, Montecalvo in Foglia e altri ancora….ma questo è un altro discorso!!
Buona visita e buona mangiata a Mondaino.
Al prossimo weekend,
viaggiatrice seriale.

P.S.: per gustare ottime pietanze vi consiglio l’enoteca la Cantinetta del Pellegrino, situata proprio sulla sinistra della porta principale del paese.
P.P.S: interessante è la visita alla grotta dove vengono stagionati i formaggi di fossa…..ma vi dico già da ora che l’odore è davvero forte, attrezzatevi a dovere! 🙂

Italia, Piemonte

Weekend per imparare lo sleddog

Ciao viaggiatori, oggi voglio consigliarvi un’esperienza fuori dall’ordinario, proprio una bella avventura da vivere. Innanzi tutto non dovete soffrire particolarmente il freddo e soprattutto dovete amare i cani. Sono requisiti che avete?! Bene, allora siamo pronti per lo Sleddog! Questo termine deriva da “sled -dog” (cane da slitta) ed indica un’attività sportiva nella quale sono coinvolti l’uomo, uno o più cani e una slitta. Il conduttore è chiamato musher, termine che risale, secondo la tradizione, all’epoca dei primi cacciatori di pellicce francesi nelle foreste del Canada settentrionale.
Io ho praticato questo sport nel Moncenisio, praticamente subito dopo aver oltrepassato il confine con la Francia. Mi sono avvicinata a questo mondo per puro caso, mi era stato regalato un “Buono per pacchetto avventura” e fra le varie opzioni, ho deciso di provare una cosa nuova e devo dire che ho fatto proprio un’ottima scelta. Si provano delle bellissime emozioni e soprattutto si coniuga il piacere di fare sport con l’amore per gli animali, il tutto in uno splendido paesaggio.
Le scuole che praticano questa attività sono diverse, quella in cui sono stata io offre diverse tipologie di corsi, dal primo approccio allo sleddog che consiste nella prova pratica di conduzione della slitta trainata da 2/3 cani, alla Sled hour, un mini corso della durata di un’ora con breve teoria iniziale, accompagnamento in motoslitta per il giro di prova per  poi arrivare a guidare in prima persona una slitta con una piccola muta. Tra tutti i corsi possibili, un’esperienza davvero indimenticabile, che purtroppo non ho provato è l’esperienza polare, uscita con slitta e tre cani con rientro il giorno seguente; il pernottamento sarà solo in tenda invernale con sacco a pelo, ma questo è adatto a chi ha già avuto modo di praticare questo sport.
La cosa fondamentale che dovete fare, è accertarvi che i cani siano trattati nel migliore dei modi…..è uno sport da praticare insieme agli amici a quattro zampe, anche loro come noi devono divertirsi e non venir sfruttati.
Vissuta questa meravigliosa esperienza potreste pernottare in zona e visitare il lago del Moncenisio, fare passeggiate nella neve con le ciaspole o approfittare per arrivare agli impianti sciistici più vicini.
Se invece avete esaurito le forze e volete fare un giro più culturale vi consiglio la visita all‘Abbazia Sacra di San Michele, un complesso architettonico collocato sul monte Pirchiriano, all’imbocco della Val di Susa.
Giusto per aumentare la vostra curiosità, vi dico che Umberto Eco si ispirò parzialmente a questa abbazia benedettina per ambientare il suo celebre romanzo “Il nome della rosa”.
Dopo una bella visita fermatevi al bar per riscaldarvi con una buona cioccolata calda o un grappino!
Come sempre questo è solo uno spunto per trascorrere un bel weekend fuori casa….poi dipende tutto da voi!
Mi raccomando, gustate gli ottimi piatti montani, acquistate i prodotti tipici nei negozietti dei paesini e se volete rilassatevi in una spa.
Buon divertimento, al prossimo weekend,
Viaggiatrice seriale.

 
sleddog

Europa

La caliente Valencia

Voglia di una città caliente?! Voglia di gente accogliente?! E’ ora di scoprire Valencia!!
La città è facilmente raggiungibile anche con i voli low cost e l’aeroporto stranamente è molto vicino al centro, quindi potete prendere anche un taxi per raggiungere il vostro hotel e il portafoglio non ne risentirà troppo, oppure optate per la metro.
E’ una città adatta a tutte le età ed è una meta per un viaggio sia tra amici che in famiglia. E’ molto pulita e ben collegata e proprio qui si può vivere in pochi giorno la vera Spagna.
I miei consigli sono per un fine settimana lungo di 4 giorni, ma più tempo avete a disposizione, meglio è!
Sicuramente ottima in primavera ed in autunno, visitabile anche in estate se non soffrite il caldo….le temperature diventano calienti; se invece volete ammirarla in una particolare veste, dovete andare a marzo, nel mese in cui ci sono le Fallas, feste tradizionali in onore di San Giuseppe (1-19 marzo).
Iniziando tranquillamente la visita della città, magari con un giro perlustrativo, senza entrare subito nel dettaglio, vi consiglio di raggiungere la Estacion del Norte, un capolavoro in stile liberty,

adornata con piastrelle di ceramica sui lati e sulla parte superiore, abbellita da vetri colorati e rifinita in ogni dettaglio…è difficile descriverla, occorre osservarla. Dato che non vi richiederà più di 15 minuti, andateci! 🙂

Girate a piedi o in bici senza una meta precisa, giusto per gustarvi la bellezza degli imponenti edifici del centro storico e trasformatevi in veri spagnoli. Date un’occhiata anche all’edificio delle poste e lungo il cammino fermatevi assolutamente alla  Plaza del Mercado, una vera opera d’arte, sia all’interno che all’esterno, rivestita dalle famose azulejas valenciane; qui troverete frutta, prosciutti, pesce, dolciumi tutti esposti in modo affascinante in un grande ambiente, che però non risulta caotico.

Appena usciti dal mix di colori e odori potete visitare la Lonja de la Seda che un tempo ospitava il mercato della seta; degne di nota sono la sala con le colonne e la sala superiore che ospitava le riunioni dei mercanti, ma anche il giardino merita una visita. L’ingresso è a pagamento, ma il prezzo è di soli 2 euro.

Ed eccoci arrivati ad un simbolo della città, la Cattedrale (Seu), veramente imponente ed affascinante, da visitare con calma, che racchiude in se mistero e fascino. Al suo interno è conservato quello che viene considerato il calice del Sacro Gral: che sia vero o leggenda è comunque una visita obbligatoria.
Da ammirare inoltre i meravigliosi dipinti di Goya.
Al suo fianco si innalza il Miguelete, la torre campanaria della Cattedrale che domina la città dai suoi tanti metri di altezza. Il mio consiglio è quello di salirci, ma sappiate che vi aspettano 207 scalini veramente ripidi prima di raggiungere la sommità. Ha una pianta ottagonale e ospita 11 campane, la più grande delle quali è intitolata a San Michele Arcangelo da cui prende il nome.

Veduta della città dal Miguelete

Il giorno successivo potreste dedicarlo alla scoperta della Città delle Arti e della Scienza. Già il primo impatto è disarmante, se ci si arriva a piedi ci si trova immersi in una distesa di verde circondati da una grande armonia tra natura e moderno, verrebbe voglia di fermarsi e stare lì ad ammirare lo scenario che creano questi edifici.
E’ una proiezione della città verso il futuro ed è uno dei maggiori poli turistici della città; costruita dall’architetto Santiago Calatrava si divide in 4 grandi edifici: L’Hemisferic che ha la forma di un grande occhio e ospita una grande sala con schermo per le proiezioni,

l’Oceanografic considerato uno dei più grandi acquari del mondo, il Museo de las Ciencias la cui struttura assomiglia ad un gigante dinosauro, all’interno del quale vengono allestite mostre ed esposizioni a tema scientifico ed infine il Palacio de las artes che ospita manifestazioni artistiche.
E’ una visita da fare assolutamente soprattutto se avete bambini con voi.

Usciti da qui potete passeggiare nei giardini creati sul letto del fiume Turia il cui corso è stato definitivamente deviato.
Un’altra giornata la dedicherei alla zona del mare, se siete in estate godetevi proprio una giornata al mare, ma anche se il periodo non è quello giusto per la balneazione recatevi ugualmente per gustare una squisita paella in uno dei tanti ristorantini sul lungomare.
Umhhh mi viene l’acquolina in bocca al solo pensiero della paella de morisco che mi sono mangiata!Wow!!!

Una volta lì approfittatene anche per dare uno sguardo agli edifici costruiti per l’America’s Cup del 2010 e alle tipiche case della zona; si può notare un grande contrasto tra le umili abitazioni e gli sfarzosi hotel di nuova costruzione.
Trovate il tempo per fare una visita, anche se veloce, al famoso Gulliver sdraiato nei giardini del Turia; si tratta di una grande statua rappresentante il personaggio della favola steso per terra e legato, ma il suo corpo è formato da scivoli e passaggi con corde per arrampicarsi. logicamente piacerà ai bambini, ma di sicuro anche agli adulti, una volta lì non resisterete e la voglia di provare quei giochi sarà davvero grande. E’ un luogo per prendersi una pausa e rilassarsi un po’.

Valencia ha tantissime altre attrattive, una fra tutte è il Bioparco…come sempre dipende dal tempo a vostra disposizione.
La sera concedetevi una passeggiata in centro per gustare in uno dei tanti bar delle squisite tapas, oltre a queste sono imperdibili  la paella, il prosciutto crudo e la sangria.
Non mi resta che augurarvi buon viaggio, al prossimo weekend,
Viaggiatrice seriale.

 

Feste e Sagre in Italia

Tartufi,castagne,porcini…sagre in Italia!

I sapori d’autunno sono veramente tanti e possono fungere anche da spunto per un fine settimana fuori casa. Se amate il tartufo, a Sant’Angelo in Vado in provincia di Pesaro-Urbino dal 12 ottobre al 3 novembre (solo nei fine settimana) si tiene la 50 esima Mostra nazionale del tartufo bianco.
Curiosando nelle vie del paese troverete tante stuzzicherie e ristorantini dove poter assaggiare questa prelibatezza, oltre le abili mani di artigiani artistici che producono i loro manufatti direttamente in loco.
Risalendo le terre attraversate dal fiume Metauro si giunge in questo territorio dove è ancora possibile ammirare una natura incontaminata e antichi borghi medievali ancora integri e ben conservati, che hanno saputo mantenere il sapore del passato. Quindi, oltre a gustare il prelibato tartufo bianco vi si presenta la possibilità di visitare un bellissimo borgo e tutta la zona limitrofa dove poter fare suggestive passeggiate.
Il 27 ottobre inizia invece ad Acqualagna- sempre in provincia di Pesaro-Urbino- la 48 esima Fiera Nazionale del tartufo bianco, che replica anche il 1-2-3-9-10 novembre.
Acqualagna viene considerata la capitale del tartufo bianco, proprio qui infatti vengono raccolti i 2/3 dell’intera produzione nazionale del prezioso tubero, con circa 600 quintali di tartufi di tutti i tipi. La piazza principale ospita gli stand dei commercianti, mentre il Palatartufo è il più importante spazio di accoglienza con i suoi 4000 mq. dove gli appassionati di cultura enogastronomica possono assaggiare ed acquistare il tartufo e tutte le produzioni legate ad esso. La novità dell’anno è  “Il Salotto da Gustare” , con degustazioni guidate e sfide in cucina tra i vip. Anche questo borgo, come il precedente offre mostre e convegni…vale la pena fare una bella visita e non andarci solo per il lato culinario.

Autunno è sinonimo anche di castagne e se ne siete amanti, non potete perdere la 36 esima Sagra Mercato a Montemonaco in provincia di Ascoli Piceno il 26 e 27 ottobre che ha lo scopo di far conoscere a tutti la bontà dei marroni di Montemonaco. Nel territorio infatti ci sono diverse zone di castagneti secolari, che uniti alle condizioni favorevoli della posizione geografica, danno vita a squisiti frutti. Nel centro storico vengono allestiti  stand gastronomici per gustare le famose caldarroste, cotte al momento, insieme ad un bicchiere di vin- brulè ( buon vino caldo aromatizzato con spezie e zucchero); non da meno sono i tanti dolci di castagne preparati dalle donne del paese secondo antiche ricette genuine. Oltre a questo frutto e a tutti i suoi derivati, i visitatori hanno la possibilità di gustare succulenti piatti della cucina locale come fagioli e cotiche, polenta gratinata e agnello alla brace o acquistare direttamente dai produttori della zona i marroni freschi insieme ad altri prodotti tipici: noci, nocciole, mele rosa, formaggi, funghi e tartufi.
Per i più dinamici ci sono agenzie che organizzano escursioni in giornata per la raccolta diretta delle castagne, indicativamente nel prezzo di 50,00 € è compreso il viaggio in pullman verso il castagneto prescelto, ingresso al castagneto, pranzo ed ingresso alla sagra. Se volete essere partecipi in prima persona e trascorrere una giornata diversa, questo è quello che fa per voi!
Altro frutto dell’autunno è senza dubbio in porcino, anche in questo caso potrete trovare diverse sagre in Italia, una tra le più famose è la Sagra del Porcino e della Chianina a Castelfranco di Sotto (PI) il 26/27 ottobre – 2/3 novembre, ma consultando gli eventi regione per regione ne troverete tantissimi.
L’autunno è la stagione dei colori e dei sapori, facciamola diventare anche la stagione dei weekend gastronomici.
Individuate il frutto che preferite, cercate online la zona e mettetevi subito in viaggio!
Al prossimo weekend, Viaggiatrice seriale.