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10 cose da fare ad Anversa

Viaggio parecchio, questo è vero ma non torno spesso in un luogo già visitato eppure mi sto girando il Belgio in luongo e in largo! 🙂
La scusa è molto semplice: avere un’amica che vive lì e trovare voli a prezzi davvero stracciati!
Dopo aver visitato Bruxelles e Bruges la prima volta, Mons la seconda volta, aver assistito ad un meraviglioso concerto a Courtrai ed essere arrivata anche a Gand….questa volta è toccato ad Anversa.
Anversa o Antwerpen è la capitale delle Fiandre ed è davvero meritevole di una visita.
A mio avviso le città belghe si assomigliano un pò tutte, poi però in ognuna trovi quella particolarità che te la rende unica.

Cosa fare ad Anversa?

Il mio tour è iniziato con una passeggiata lungo la via dei negozi, ammirando (solo dall’esterno) i negozi delle grandi firme, fino ad arrivare alla stazione centrale. Essendo in macchina non sono arrivata direttamente qui,ma dato che vale una visita l’ho inserita nell’itinerario. Costruita in stile liberty nord europeo, si presta molto bene a belle fotografie.

Subito dietro la stazione si trova il vecchio zoo.Premetto che non sono un’amante del genere- infatti non sono entrata- ma ammiratelo dall’esterno perché è uno zoo storico,che nasceva proprio a ridosso del centro storico e ha un’atmosfera davvero particolare.

La passeggiata è continuata raggiungendo il punto cardine della nostra giornata e cioè la casa-museo di Rubens. Dovete infatti sapere che il famosissimo pittore visse in questa città per diverso tempo e tutt’oggi si possono trovare molti suoi capolavori.Come sapete non sono un’amante nemmeno dei musei ma questo merita.

Pranzo fast rigorosamente a base di patatine belghe e salsiccia belga (molto simile al wurstel), tipico, economico e molto gustoso! 🙂
Andare in Belgio e non mangiare le patatine è un sacrilegio!

Il pomeriggio è proseguito con una tappa alla Piazza del Mercato Grote Markt-,davvero elegante, raffinata, suggestiva e molto bella.

I palazzi sono meravigliosi (anche se non sono originali, ma molte copie a causa del grande incendio) e al centro potrete ammirare la fontana che raffigura il legionario romano che riuscì ad uccidere il terribile gigante. Vi consiglio di leggere la leggenda davvero carina.

La tappa successiva è stato il lungo fiume e soprattutto il vecchio castello medievale che si affaccia sulle acque.Prima della grande entrata potrete ammirare  un’altra statua del gigante e leggere le diverse leggende sui pannelli laterali.
Essendo pianeggiante la zona si presta molto bene ad un bel giro in bicicletta.

Dando le spalle al fiume siamo ritornati verso il centro e per un soffio siamo riusciti ad entrare nella bellissima cattedrale della città in stile gotico, che ospita al suo interno anche opere di Rubens prima che iniziasse al funzione e chiudessero le porte.

La luce iniziava ad affievolirsi, così dopo aver ammirato qualche negozietto, ci siamo concessi una piccola pausa con annesso assaggio in una delle tante cioccolaterie: tappa immancabile!
Dovete sapere che solo qui potrete trovare sia i cioccolatini sia i biscottini a forma di mano,tutto legato alla leggenda della città che narra dell’amputazione della mano del gigante.

E così in qualche ora sono riuscita a conquistarmi un altro piccolo pezzetto di Belgio! 🙂
E mi sono fatta anche una bella foto sulla mano gigante che funge da panchina.

Se avete diverso tempo e volete visitare altro oltre a Bruxelles questa è un’ottima scelta. E’ una città davvero bella.

Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Europa

La casa-museo di Rubens ad Anversa

Non so se lo sapete,ma Anversa è la città di uno dei più famosi pittori fiamminghi di tutti i tempi: Pieter Paul Rubens.
In realtà nacque in Germania e visse diversi anni anche in Italia durante i quali apprese molto studiando l’arte del Rinascimento e quella classica romanica, ma viene sempre collegato alla città belga di Antwerp.
Qui oggi potrete visitare la sua casa trasformata ora in una casa-museo.

Si tratta di una villa seicentesca su più piani, con diverse stanze, un bel portico e un giardino.
Il biglietto d’ingresso ha un costo di 8€ e si può acquistare nell’edificio proprio di fronte alla casa.
Una volta al suo interno si segue un percorso obbligato,toccando tutte le stanze.

Inizialmente si può ammirare proprio lo stile di vita dell’epoca, si passa per la grande cucina dove spicca un grande camino, intorno al quale il pittore amava riunirsi con i suoi amici e vicini.
Proseguendo con le stanze si possono ammirare diverse opere, molte delle quali non sono di Rubens.

Dovete infatti sapere che Rubens fu uno dei pochi artisti a raggiungere una grande fama  non dopo la sua morte, ma bensì durante la sua vita e così all’apice della sua carriera ebbe così tante commissioni da non riuscire a portarle a termine tutte, per questo creò una bottega circondandosi di collaboratori fidati,che reputava all’ altezza del compito.
Spesso lui faceva i bozzetti, li lasciava poi dipingere da quest’ultimi e solo alla fine lasciava un suo tocco personale,condividendo il lavoro già fatto o modificando la tela.
All’interno della sua casa troverete opere dei suoi alunni,copie delle sue opere e anche qualche originale.
Non rimarrete di sicuro impassibili di fronte al suo autoritratto,che riconoscerete al volo in quanto è davvero famoso.

Rubens non amava dipingere autoritratti,sembra infatti che ne fece davvero pochissimi,forse solamente quattro.
Oltre alla casa l’edificio ospitava anche il suo studio, dove lavorava e ospitava i suoi clienti, i quali molte volte erano aristocratici e reali.
Essi si recavano lì proprio per vedere i progressi relativi ai lavori da loro commissionati.
E’ una visita interessante, ne vale la pena.
All’ingresso vi forniranno anche una mini guida cartacea che spiega dettagliatamente ogni opera.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Europa

La leggenda di Anversa

Lo scorso fine settimana sono stata in Belgio e una giornata l’ho dedicata alla visita di Anversa.
Letteralmente il nome della città significa “lanciare la mano”o “mano tagliata” e sembra che derivi da un’antica leggenda.
Si narra che la città fosse controllata da un terribile gigante, Druoon Antigoon  che tagliava le mani ai marinai che dovevano approdare al porto e si rifiutavano di pagare un salato pedaggio.
Un giorno un legionario romano, Silvius Brabo lo sfidò a duello e riuscì a vincere tagliando una mano all’enorme mostro e gettandola poi nel fiume Schelda.
Da questo episodio deriva il nome Hand-Werpen.

In città troverete diverse testimonianze di questa vicenda, a partire da una grande fontana con statua di un gigante con una sola mano al centro della piazza principale;la vera chicca però sono dei biscottini a forma di mano mozzata che troverete solamente in questa città e che sono davvero ottimi….non perdeteveli.
In un’altra zona invece potrete trovare una scultura di una mano mozzata ,così grande che è possibile sedersi sopra ed infine non mancano gli squisiti cioccolatini sempre a forma di mano.

Diciamo che la leggenda ha dato i suoi frutti!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Europa

La Grecia che amo: Paxos

Dimmi Grecia e io sarò felice!
E si, è  proprio così! Questa nazione e soprattutto le sue meravigliose isolette mi riempiono il cuore.
Ogni volta che ci sono stata non ne sono mai rimasta delusa.
Questa volta non mi sono documentata affatto, ho semplicemente accettato con entusiasmo la proposta che mi è stata fatta di andare a Paxos!
Il volo più comodo per raggiungere quest’isola è quello su Corfù da dove poi si prende l’aliscafo (o il traghetto) che in un’oretta circa vi porterà a destinazione.
Il nostro viaggio è iniziato parecchio prima, infatti siamo partiti dall’aeroporto di Treviso.
Bene, al porto di Paxos c’era ad attenderci il proprietario del B&B che avevamo precedentemente prenotato su booking, ci ha prima accompagnati a noleggiare uno scooter e poi ci ha mostrato la strada per raggiungere l’alloggio.
Appartamento molto carino, spazioso e con cucina…..ma il pezzo forte era il terrazzino che dava proprio sul mare!
Che panorama mozzafiato ragazzi!

Vista dal nostro terrazzo

Partiti in motorino abbiamo raggiunto la piazzetta, abbiamo fatto un primo giro esplorativo e poi abbiamo preso la barca per raggiungere Antipaxos.
Antipaxos è un’isola più piccola, raggiungibile in 15 minuti circa, abitata da poche persone e frequentata durante le ore diurne dai turisti e dei proprietari delle taverne.
Acqua strepitosa, grazie anche alla presenza di sassi che fanno risaltare il fondale.

Spiaggia di Antipaxos

Abbiamo noleggiato ombrellone e due lettini per un prezzo più che passabile e abbiamo trascorso le successive ore godendoci quel mare da favola.
La barchetta per il rientro passa o alle 14.30 o alle 17:30….è indifferente quella che prendete: il costo del biglietto andata e ritorno è di 12:00 €.
Noi pernottavamo a Gaios, capitale e porto dell’isola di Paxos, così una volta rientrati dal mare siamo andati alla scoperta dei pittoreschi vicoli della cittadina, ammirando le abitazioni dall’architettura tradizionale e dai colori che variano dall’ocra al rosa.

Ho amato particolarmente il lungomare con tutti i suoi localini che offrono una vista meravigliosa sulle bellissime barche ormeggiate.
L’isola non è piccola (29 kmq) e quindi non offre solo mare.
Sempre a bordo del nostro scooter ci siamo avventurati nella parte sud di Paxos ammirando lungo la strada ulivi e cipressi a perdita d’occhio!
Il nostro obiettivo era quello di raggiungere via terra il famoso arco di Tripitos  che si può ammirare benissimo con un giro in barca, ma non siamo proprio riusciti nel nostro intento: l’abbiamo intravisto ma non siamo riusciti a raggiungere un buon punto panoramico da dove osservarlo pur seguendo le indicazioni ( con annessa avventura in mezzo ad un gruppo di oche 🙂 ).

Scorcio dell’arco di Tripitos

Per consolarci dal nostro piccolo fallimento siamo andati a fare un aperitivo super.
Il locale si chiama Eremitis  e la vista da lì è davvero impagabile.
Sorseggiare un drink (vi consiglio solo un aperitivo perché non è un locale molto economico) ammirando il sole che scende fra le pareti di roccia bianca,illuminandole di arancione è un vero spettacolo della natura.

Tramonto da Eremitis

Cena tipica in un ristorantino sul mare,gustando il loro antipasto tipico: un mix di frittura partendo dalle verdure fino ad arrivare ai formaggi.
Secondo giorno sempre trasferimento ad Antipaxos, ma questa volta nell’altra bellissima spiaggia con pranzo annesso in una taverna deliziosa: ho mangiato dell’ottimo polipo che fino a pochi minuti prima di essere sul mio piatto stava appeso ad un filo per essiccarsi al sole.

Il mio pranzo ad Antipaxos

Scene tipicamente greche! 🙂
Di ritorno dal mare, siamo andati alla scoperta di un’altra parte dell’isola; questa volta ci siamo diretti verso nord fino a raggiungere Lakka.
Sembra quasi di trovarsi davanti ad un lago, la baia  sulla quale è nato questo paesino infatti è chiusa.
Le acque limpidissime ospitano le più differenti imbarcazioni, creando come la sensazione di farle volare a pelo dell’acqua tanto è limpida.

Veduta della baia di Lakka

Abbiamo scelto una spiaggia raggiungibile solo con un piccolo sentiero a piedi e ci siamo gustati questo mare meraviglioso.
Prima di lasciare Lakka definitivamente abbiamo fatto un giretto sul piccolo porticciolo e ci siamo accorti di una miriade di localini proprio sull’acqua: se avete voglia di staccare la spina e cercate calma e serenità,questo è il posto per voi.
Sono da sempre una sostenitrice delle bellezze scoperte per caso, e anche a Paxos è stato così.
A bordo del nostro scooter, dalla parte più a nord dell’isola abbiamo deciso di raggiungere Loggos, un paesino a metà strada prima di ritornare a Gaios e durante la strada, percorrendo la strada panoramica abbiamo incontrato delle calette strepitose,l’acqua era di un azzurro/verde quasi inspiegabile.
La voglia di fare un tuffo era troppa,così siamo scesi alla spiaggia di Marmàri: ragazzi non potete capire che meraviglia.

Spiaggia di Marmàri

Questa volta il fondale non era sabbioso, ma c’erano dei sassi di media grandezza grazie ai quali l’acqua assumeva delle tonalità che definire cristalline non renderebbe l’idea.
Una buona mezzoretta a sguazzare in questa baia dove regna la pace, non c’è nessuna costruzione e gli unici rumori sono le voci delle persone e il rumore dell’acqua che si infrange sotto ad un tuffo.
Segnatevi questo nome, perché ne vale davvero la pena.

Essendo l’ultimo giorno ci siamo fermati in un baretto che dava proprio sull’entrata del canale gustandoci un aperitivo mentre guardavamo le barche fare il loro arrivo lentamente fino a prendere posizione e gettare l’ancora.
Cena in una taverna in centro,rigorosamente a base di pita questa volta e ultimo giretto notturno fra i carinissimi vicoli pieni di negozi.
L’isola è piccola,ma offre tante possibilità quindi da me è stata promossa a pieni voti e ve la consiglio senza ombra di dubbio.
La nostra mini vacanzina è volata come sempre, ma siamo tornati a casa con dei ricordi bellissimi.
La Grecia mi riempie sempre il cuore.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Europa

La leggenda sulla nascita di Paxos

Quest’estate ho avuto la fortuna di visitare Paxos (o Paxoi) e ne sono rimasta letteralmente colpita.
Da dove sarà emersa tale bellezza?
Per rispondere a questa domanda, essendo in Grecia, dobbiamo attingere per forza di cose alle leggende e alla mitologia! 🙂
Si dice che Nettuno, dominatore dei mari, volendo creare un’isola bella e pacifica, lontano dagli altri dei e uomini per dimorare insieme alla sua amante Amfitrite batté il suo tridente con forza sull’estremo punto di Corfù e si formò Paxos.
Con la botta però perse il suo tridente, che fu ritrovato più tardi dai paxani i quali lo trasformarono nel loro emblema.

Tutte le isole dello Ionio infatti hanno un emblema distinto.
Una volta creata l’isola di Paxos, si radunarono nelle vicinanze delfini,gabbiani e altri uccelli del mare e la regione si riempì di vita. Molto più tardi si accolsero pochi pastori e si formò il primo nucleo edilizio dell’isola.
La leggenda tramanda questa storia,ma resta il fatto che l’isola è qualcosa di meraviglioso, le sue acque sono così cristalline da potersi specchiare….quindi forse Nettuno ci ha realmente messo lo zampino! 🙂
Non mi resta che invitarvi a vedere tale bellezza con i vostri occhi.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Europa

La leggenda del mostro di Loch Ness

E’ ora di aggiungere del materiale alla categoria “leggende” e non c’è niente di meglio di Nessie.
Non la conoscete?!Impossibile!
Se vi dico Scozia, vi viene in mente niente?
Sto parlando dell’abitante del lago di Loch Ness secondo molte persone.
Credo che tutti voi abbiate sentito parlare del mostro di Loch Ness, anche se ancora oggi non ne abbiamo avuto conferma.
Fu negli anni ’30 che si sviluppò il tutto,(anche se il primo avvistamento sembra risalire al 565) molte persone dissero di aver avvistato nel lago uno strano oggetto,forse un animale, addirittura un mostro con tre gobbe e un collo davvero lungo.

Con il passare degli anni le versioni cambiarono, gli animali avvistati furono anche 2 o 3…..ma mai in modo chiaro.
Vennero scattate anche delle fotografie, considerate false poi negli anni……diciamo che c’era chi si ingegnava nella costruzione di Nessie! 🙂
Io sono stata al lago ma per mia sfortuna non ho visto altro che un bel paesaggio.
Resta indiscusso il fatto invece che la leggenda del mostro di Loch Ness abbia creato un gran afflusso turistico alla zona….perché trovarlo realmente?!
Se andate in Scozia è sicuramente una tappa obbligata, ma non andate con troppe speranze!
Viaggiatrice seriale.

America, Mondo

Cayo Largo: un paradiso

Una vacanza a Cuba senza mare è praticamente impossibile!
Dopo aver visitato la coloratissima Avana e aver ammirato le bellissime coltivazioni di tabacco a Vinales, è arrivato l’attesissimo momento: goderci il mare.
Come sempre le cose semplici non ci piacciono, così al posto di rilassarci a Varadero, abbiamo deciso di prendere un volo interno per raggiungere la località di Cayo Largo.
Questo cayo credo sia l’unico (o uno fra i pochi) raggiungibile solamente via aerea, quindi non vi dico il mio panico quando  a 4 giorni dalla partenza mi hanno cancellato il volo!
Va beh, non sto a dilungarmi troppo, ma voglio solo dirvi che questi voli interni sono organizzati solamente dalle compagnie cubane, a meno che non facciate il volo diretto sull’isola.
Detto ciò, non consiglio questa avventura a chi ha paura dell’aereo perchè la flotta non è molto ben assortita, o meglio aerei grossi non ci sono.
Ma non fatevi fermare da questo particolare.
Quest’isola è prettamente turistica, non c’è un vero e proprio centro e nemmeno una comunità, ma semplicemente resort e personale che ci lavora.
Non spaventatevi subito, non era questa la mia intenzione.
Sapete benissimo che non amo le vacanze turistiche da pecoroni, ma se volete vedere un mare davvero meraviglioso dovete scendere a dei compromessi.
L’ideale secondo me è fermarsi 2 notti e 3 giorni (noi siamo stati 3 notti), il tempo giusto per non stancarsi della vita del resort e del cibo e per godere appieno delle bellezze del cayo.
Le due spiagge più belle in assoluto sono Playa Paraiso e Playa Sirena e in qualsiasi villaggio passano ininterrottamente taxi per portarvi lì,la corsa costa 2 cup a testa a tratta indicativamente e potete scegliere l’ora in cui farvi ritornare a prendere.
La mia preferita in assoluto è stata Playa Paraiso, acqua limpidissima e in alcuni tratti anche molto bassa, spiaggia abbastanza spaziosa con vegetazione per ripararsi dal troppo sole e per fare una bella pennica! 🙂

Acqua cristallina a Playa Paraiso

Troverete un chioschetto, se volete pranzare lì però dovete comunicarglielo al mattino appena arrivate altrimenti rischiate di rimanere a digiuno.
La sabbia è bianca e non scotta affatto, quindi perfetta per  fare delle belle camminate e scoprire qualche scorcio pittoresco.
Stranamente in una mia vacanza ci sono stati giorni di puro relax se non addirittura ozio! 🙂
Ho trascorso le giornate fra il mare, la piscina e i ristoranti!
E ho anche trascorso un meraviglioso compleanno al mare, il primo della mia vita considerando che cade a febbraio!
E’ stata una giornata davvero bellissima, la prima parte simile alle altre fino a quando non mi sono rilassata con un bel massaggio.
A metà pomeriggio poi siamo partiti in pullman e abbiamo raggiunto la Marina (andate al bar e prendete un bel mojito) da dove salpava il nostro catamarano.

Mojto alla Marina

Sì sì, avete capito bene, abbiamo fatto un’escursione al tramonto in catamarano (le diverse escursioni si possono acquistare direttamente all’interno del resort) ed è stato magnifico.
La gita prevedeva una sosta per fare snorkelin (abbiamo visto un po’ di pesci ma niente di particolare), un’altra sosta in una piscina naturale dove abbiamo avuto la fortuna di vedere oltre alle bellissime stelle marine anche delle razze e una visita all’isola delle iguane.
Si tratta di un vero e proprio isolotto popolato solamente da iguane….vi assicuro che non è proprio uno spasso camminare scalzi con quelle bestiole vicino ai pieni!

Isola delle iguane

Però ne vale la pena, è davvero particolare.
Come ciliegina sulla torna abbiamo ammirato un tramonto favoloso e una volta che il sole è sparito sott’acqua abbiamo deliziato il nostro palato con una cenetta con i fiocchi a base di aragosta.
Se ci ripenso mi viene l’acquolina in bocca.

Tramonto dal catamarano

Una super escursione…..ve la consiglio proprio (il costo è di circa 80 € a testa compresa la cena e il bere illimitato, so che non è poco, soprattutto rapportato al costo della vita a Cuba, ma una volta che siete lì fate uno strappo alla regola).
Un giorno abbiamo noleggiato un motorino,pensando di essere autonomi e viverci il cayo in lungo e in largo, ma ve lo sconsiglio proprio perché non c’è nulla da vedere sull’isola, al massimo andate a sbirciare gli altri resort o raggiungete la Marina, nient’altro.
Questa è stata la mia esperienza a Cayo Largo, che sinceramente ripeterei.
Vi saluto con l’immagine che mi viene in mente se ripenso a quei giorni: due stelle marine che brillano in un’acqua cristallina.

Cayo Largo racchiuso in una foto

Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

America, Mondo

Escursione da L’Avana: alla scoperta di Vinales e delle sue piantagioni di tabacco

Se avete scelto Cuba come vostra meta, ricordatevi che non è solo L’Avana e mare ma ci sono tantissimi altri luoghi interessanti da visitare.
Partendo proprio da L’Avana un’escursione che vi consiglio perché è abbastanza vicina e fattibile in giornata è Vinales.
Avendo testato di persona le auto cubane vi consiglio o di prendere un taxi o di affidarvi ad un’escursione organizzata.
Scegliendo la seconda opzione, noi siamo partiti alle 7:30 del mattino a bordo di un pulmino con altre 10 persone più l’autista e la guida proprio dalla capitale.
Vinales è la patria delle piantagioni di tabacco, dove vengono preparati alcuni dei sigari più buoni di Cuba e del mondo intero.
Il percorso per raggiungere la nostra destinazione era abbastanza lungo, così abbiamo fatto una sosta intermedia visitando una fabbrica di rhum.
Non aspettatevi assolutamente macchinari industriali e grandi spazi, ma delle vecchie botti e un’imbottigliatrice…tutto più che sufficiente per produrre un’ottima bevanda.

Ripresa la marcia abbiamo finalmente raggiunto la nostra meta prima dell’orario di pranzo e siamo subito andati a visitare una hacienda, con la tipica capanna dal grande tetto dove vengono essiccate le grandi foglie di tabacco.
Ai nostri occhi si è presentata una scena davvero suggestiva: un unico edificio in mezzo ad una distesa sconfinata di verde!

All’interno della capanna c’era un uomo ad attenderci , ovvero il contadino responsabile della coltivazione che per una mezzoretta si è trasformato per noi in una guida.
Ogni pianta di tabacco fornisce 3 o 4 raccolti e una volta che lasciano lo stelo, le foglie vengono posizionate nella grande capanna ad essiccare su diversi piani.

Per fare un sigaro invece servono 3 foglie che vengono lavorate dalle sapienti mani,che non devono essere ne troppo secche ne troppo umide altrimenti si spezzerebbero.
Una volta data la forma, si tagliano le estremità in eccesso e si lascia in una piccola pressa per non molto tempo ed il gioco è fatto.

Noi abbiamo assistito alla trasformazione da foglie a sigaro e vi assicuro che avviene tutto manualmente e rapportandolo ai giorni nostri è davvero sorprendente.
La cosa scioccante per me invece è stata scoprire che il 90% del raccolto è destinato allo stato, mentre il rimanente 10% resta alla famiglia ed è l’unica parte con la quale può guadagnare qualcosa.
Dopo pranzo abbiamo potuto ammirare il Murales della Preistoria, una tappa obbligata per chi si reca a Vinales.

Si tratta di un immenso murales realizzato  sulla parete di una montagna, che raffigura l’evoluzione, partendo dai dinosauri fino ad arrivare all’uomo.
Il tutto è molto suggestivo, forse perché i colori usati sono molto splendenti e creano un bel contrasto con la natura circostante; anche le dimensioni sono impressionanti, al suo cospetto ci si sente una formichina…credo sia 120 m X 80 m.
I più temerari possono anche arrampicarsi attraverso un piccolo sentiero ed ammirare l’opera da un’altra prospettiva.
Scattate le solite foto di rito siamo ripartiti e dopo poco abbiamo fatto un’altra sosta per ammirare la Cueva del Indio.
Si tratta di una grotta naturale, al cui interno è possibile ammirare bellissime stalattiti e stalagmiti, ma non finisce qui…dopo una piccola passeggiata si arriva ad un piccolo molo interno dove si prende una piccola barca per proseguire la visita in modo diverso.
La grotta infatti è attraversata da un fiume che vi condurrà fino all’esterno.

Durante la breve navigazione potrete ammirare della particolari formazioni, tipo un coccodrillo o le tre caravelle di Colombo.
Vinales si trova nella provincia di Pinar del Rio ed è una zona completamente naturalistica, per chi si ferma più tempo consiglio di fare un’escursione a cavallo fra le piantagioni di tabacco.

La giornata è stata intensa, ma per chi ha poco tempo a disposizione mi sembra un’ottima soluzione,un’escursione  poco distante da L’Avana che consente di ammirare qualcosa di diverso.
Risaliti sul nostro pulmino, dopo qualche ora di viaggio siamo tornati al nostro punto di partenza, giusto in tempo per una succulenta cena a base di aragosta!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Europa

La leggenda di Molly Malone a Dublino

Paese che vai, leggenda che trovi (lo so non era proprio così, ma fa al caso mio)!
Parlando di Dublino, la storia con qualcosa di reale  o la leggenda (ancora non è ben chiaro) parla di una pescivendola diventata famosa in tutto il mondo.
Lei era Molly Malone e vendeva cozze e vongole con il suo carretto di giorno e sembra si trasformasse in prostituta la notte;ebbe una tragica fine, morì a soli 30 anni a causa di un’altissima febbre.

Non si sa per quale motivo, ma gli irlandesi la presero così a cuore che le fu dedicata anche una canzone che si sente in quasi tutti i pub o addirittura prima delle gare sportive.
Se andate a Dublino la sentirete nominare senza ombra di dubbio e incontrerete anche la statua che la raffigura con il suo carretto in Grafton Street.
Se fate un saltino in Irlanda e più precisamente a Dublino fermatevi per una foto!
Alla prossima leggenda,
Viaggiatrice seriale.

America, Mondo

La mia vacanza a Cuba in breve

E’ febbraio e il mio primo “viaggione” dell’anno l’ho già fatto.
Dove sono stata??!!! A Cuba!
Devo ammettere che questa volta la scelta della destinazione non è stata mia, ma sono tornata a casa davvero soddisfatta.
Forse è proprio vero che è il momento giusto per visitarla, prima che cambi troppo.
Noi abbiamo avuto poco tempo a disposizione, una sola settimana ma abbiamo cercato di sfruttarla al meglio.
In aeroporto ci attendeva la proprietaria dell’appartamento in cui soggiornavamo a L’Avana e in taxi, dopo circa 20-25 minuti abbiamo raggiunto la nostra meta: Malecon, la zona sul mare.
Premetto che io sono astemia:appena entrati in casa abbiamo avuto giusto il tempo di appoggiare i bagagli che ci sono stati offerti rum e sigaro.
Accoglienza perfetta se non fossero state le 23 circa,provati da un viaggio di più di 9 ore,praticamente a digiuno!!!
L’inizio è stato promettente.
La mattina successiva a bordo di un coco-taxi (un specie di apetto,dove al posto del cassone c’è una specie di grossa palla da bouling che ospita i passeggeri) abbiamo raggiunto il centro de L’Avana e abbiamo iniziato la nostra visita,subito rapiti dalle meravigliose auto anni 50 che invadevano la strada.

Giornata intera alla scoperta della città e sosta in uno dei grandi hotel per prenotare l’escursione per il giorno successivo.
L’indomani infatti a bordo di un pulmino con altre 11 persone siamo partiti alla volta di Vinales per ammirare le meravigliose piantagioni di tabacco,vedere con i nostri occhi come prende forma un sigaro e fare un’escursione – prima a piedi e poi in barca – nelle grotte della zona.

Giusto il tempo di ritornare in città e scoprire che il nostro volo per Cayo Largo sarebbe partito alle 4 del mattino successivo.
Senza perderci d’animo non siamo tornati a casa per niente,siamo rimasti in centro per cena e siamo finiti dentro casa – o meglio nel terrazzo – di una famiglia locale.
Mi sono gustata un’aragosta strepitosa!
Ah giusto, non vi avevo ancora detto che l’aragosta è il piatto tipico e si trova ovunque a prezzi davvero buoni.
Come previsto da programma la sveglia per farci fare l’alzataccia è suonata all’ora prevista  e il nostro passaggio è arrivato puntuale per accompagnarci all’aeroporto  dei voli domestici.
Fortunatamente non abbiamo paura di volare e nemmeno degli aerei piccoli, ma alcuni dei passeggeri del volo non si sono fatti 35 minuti tranquilli: tutt’altro!

Toccata terra di nuovo a Cayo Largo era già tutto organizzato,dopo averci divisi in gruppi in base ai nostri resort ci hanno accompagnato in pullman e da qui è iniziata la vacanza di mare.
Quattro giorni di puro relax nel mare caraibico, con un tempo bellissimo – per fortuna, considerando che le previsioni prima di partire davano sempre brutto tempo -.
Il mio primo compleanno al mare!!!!Che bellezza! 🙂
Un giorno abbiamo fatto un’escursione in catamarano, giusto per spezzare un po’: snorkeling, bagni magnifici, visita all’isola delle iguane e cena a base di aragosta al tramonto…..ve lo consiglio davvero.

Come tutte le cose belle, anche questa pace è finita,così in un giorno abbiamo preso sia il volo interno per tornare a L’Avana sia il volo per tornare a casa, intervallati però da un giro in centro con bagagli annessi.
Questo è veramente un brevissimo riassunto,giusto per invogliarvi un po’ a scoprire Cuba….presto vi svelerò anche tutti i dettagli.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.