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Italia, Marche

Panchina gigante e altre opere vicino Montefabbri

Il piccolo e carinissimo borgo di Montefabbri rientra fra i Borghi più belli d’Italia e offre vedute eccezionali sul Montefeltro. Mi era così piaciuto che ne avevo già parlato in un articolo.
Oggi voglio invece accompagnarvi in un viaggio artistico poco fuori da Montefabbri, fra sculture di animali e panchine giganti.

La panchina gigante di Montefabbri

Dopo aver visitato il borgo, scendete sulla strada principale a piedi e aguzzate la vista: appena intravedete una piccola piazzola di sosta all’altezza di una curva, volgete lo sguardo poco più in basso e vedrete una macchia fucsia, ovvero la panchina gigante posizionata poco dopo.
Essa fa parte del progetto delle Big Bench nato nelle Langhe e dona un fascino diverso alla zona.
E’ facile salirci e dalla sua seduta potrete ammirare un meraviglioso panorama; se siete appassionati di panchine giganti, trovate la lista sul sito.

Panchina gigante di Montefabbri
Panchina gigante di Montefabbri

Opere del Montefeltro: “Il pensiero è più veloce dell’azione”

Ripartendo da Montefabbri con direzione Urbino, dopo pochi km sulla destra incontrerete una bellissima scultura di Gianni Calcagnini intitolata “Il pensiero è più veloce dell’azione”.
L’opera è imponente e davvero molto bella, ma è il suo significato che apprezzo maggiormente.
Ritrae una cavalla araba nata da un vortice di vento, quindi impossibile da fermare e domare che salta il globo e vuole rappresentare la libertà senza confini.
La puledra guarda a nord e non avrà mai il sole negli occhi, perciò non si fermerà mai, guarderà sempre avanti. affinché il pensiero possa spingersi lontano alla ricerca di nuovi orizzonti.
Un inno alla libertà che solo un grande viaggiatore poteva interpretare in questo modo.
La scultura si trova all’interno della tenuta dei Santi Giacomo e Filippo.

Opera "Il pensiero è più veloce dell'azione"
Opera “Il pensiero è più veloce dell’azione”

Opere del Montefeltro: “Verso nuovi lidi”

Proseguendo sempre in direzione Urbino, sempre sul alto destro della strada, dopo pochi km incontrerete un’altra opera di Gianni Calcagnini intitolata “Verso nuovi lidi”.
Si tratta di un’opera realizzata per la maggior parte in ferro, raffigurante un’oca migratrice nel momento in cui apre le ali e raccoglie le energie per prendere il volo.
E’ consapevole che ci saranno difficoltà e ostacoli da superare, ma ha una meta da raggiungere e non si fermerà fino a quando non arriverà a destinazione.
Anche in questo caso il messaggio che lancia è davvero bellissimo.
Inoltre l’oca, come il avallo descritto in precedenza, hanno anche il ruolo di incuriosire il passante e farlo fermare. Una volta sceso dall’auto per ammirare le opere, si renderà conto della bellezza dei territori del Montefeltro.

Opera "Verso nuovi lidi"
Opera “Verso nuovi lidi”

Un breve itinerario da aggiungere alla visita di Urbino o alle zone limitrofe.
Quando l’arte si unisce alla natura, nascono composizioni eccezionali.

Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.

Italia, Marche

Treia: cosa vedere nella cittadina marchigiana

Treia, in provincia di Macerata rientra fra i “Borghi più belli d’Italia” ed è un ottimo punto di partenza per visitare anche le attrazioni limitrofe.

Veduta di Treia
Veduta di Treia

Treia: cosa vedere

Sicuramente in una visita a Treia, vi consiglierei di iniziare dalla Piazza della Repubblica, una delle poche piazze pensili delle Marche, a forma di ferro di cavallo si affaccia su un panorama eccezionale.
Su di essa sorgono poi i principali monumenti della città come la chiesa di San Filippo, il Palazzo Comunale e l’Accademia Georgiana.
Dopo aver ammirato questi edifici e il monumento al centro della piazza dedicato a Papa Pio VI, vi consiglio di addentrarvi per le viuzze alla ricerca di qualche scorcio magico.

Treia: il gioco del pallone

Treia è famosissima per il gioco del pallone con il bracciale, tanto che esiste il Museo del Bracciale; al suo interno tante curiosità, cimeli, trofei e documenti che raccontano la storia di questo gioco praticato in speciali arene fin dai primi anni dell’Ottocento.

Museo del bracciale di Treia
Museo del bracciale di Treia

I “campi” di gioco sono detti Sferisteri e quello di Treia è dedicato a Carlo Donnini, originario proprio della città, definito il più grande campione dell’epoca.
Vi svelo una curiosità: i bracciali con cui giocano le donne sono diversi da quelli degli uomini, sono più leggeri.

Museo archeologico e Teatro Comunale

Altra tappa da inserire durante una visita a Treia è il Museo Archeologico ospitato all’interno dell’Ex Convento di San Francesco edificato nel 1300.

Museo Archeologico di Treia
Museo Archeologico di Treia

Inaugurato nel 2004 racchiude al suo interno reperti che spaziano dal Paleolitico all’epoca picena e romana; da non perdere una testa del dio Serapide.

Teatro di Treia
Teatro di Treia

Il Teatro Comunale è un fiore all’occhiello della città di Treia, nato inizialmente nel 1794 grazie alla “Congregazione Teatrale” è arrivato fino ai giorni nostri in tutto il suo splendore. Piccino ma di una bellezza unica.

Villa Spada o Villa La Quiete

Subito fuori dalle mura della città, sorgeva una bellissima villa signorile: Villa La Quiete meglio conosciuta come Villa Spada Lavini.

Villa La Quiete
Villa La Quiete

Edificata su progetto del Valadier, rappresenta l’armonia perfetta fra la natura e l’opera dell’uomo. Circondata da giardini all’italiana, orti, zone boschive e alcune opere, affaccia su un panorama mozzafiato sulla vallata del fiume Potenza. Negli anni è stata impiegata per differenti mansioni, pensate che fino a qualche decennio fa era l’asilo per i bambini di Treia… niente male direi.

Cosa e dove mangiare a Treia

Dopo essere andati alla scoperta delle bellezze di questa cittadina marchigiana, mi sembra giusto sedersi a tavola e assaggiare i piatti tipici della zona. All’appello non possono mancare i vincisgrassi, il ciauscolo e il vino . Vi consiglio di provare l’Antica Fornace proprio in centro a Treia e il Villino poco fuori dal centro.

Questo itinerario è perfetto per una giornata nella cittadina marchigiana, se invece restate in zona più a lungo ho una lista di attrazioni da consigliarvi che vi svelerò i prossimi giorni.

Alla prossima scoperta,
viaggiatrice seriale.

Italia, Puglia

Cosa visitare a Pietramontecorvino e nei borghi limitrofi

La scoperta di zone meno turistiche e meno conosciute mi appassiona sempre tanto, quindi oggi vi parlo di una parte dei Monti Dauni che ho avuto il piacere di visitare da poco.
Andiamo alla scoperta di Pietramontecorvino e dei borghi limitrofi.

Pietramontecorvino: cosa visitare

A circa 37 km da Foggia sorge Pietramontecorvino, un borgo della Daunia davvero carino che non dovete assolutamente perdervi durate una vacanza nel capoluogo pugliese.
Vanta diversi riconoscimenti come il marchio dei “Borghi più belli d’Italia“, la Bandiera Arancione del Touring Club ed è inserito anche nella rete dei Borghi Autentici.
Di origine medievale, Pietramontecorvino si sviluppò soprattutto attorno al 1500, fino ad arrivare ad un secondo periodo di crescita verso la metà del 1800.

Torre di Pietramontecorvino
Torre di Pietramontecorvino

Durante una visita a Pietramontecorvino da visitare assolutamente la Torre Normanna, forse il suo simbolo per eccellenza. Alta circa 30 metri è visitabile anche internamente e salendo la meravigliosa e originale scala a chiocciola in legno, di 116 gradini si arriverà alla sommità da dove avrete una visuale strepitosa fino al Tavoliere delle Puglie.

Vista dalla torre di Pietramontecorvino
Vista dalla torre di Pietramontecorvino


Il centro di Pietramontecorvino, in cui sorgono la torre e il Palazzo Ducale è chiamato Terravecchia.
Edificata direttamente su uno sperone di roccia tufacea, ha resistito al passare dei secoli arrivando fino ai nostri giorni in tutto il suo splendore.
Un tempo si accedeva alla Terravecchia da ben tre porte, l’unica ad esistere ancora è Port’Alta.
Da non perdere il giardino pensile e la chiesa Madre; quest’ultima è dedicata a Santa Maria Assunta ed è la più antica di Pietramontecorvino essendo stata costruita alla fine del XV secolo circa.
Vi consiglio di girare senza una meta precisa per la Terravecchia ammirando le case che emergono dalla roccia con le grotte oggi adibite a cantine o magazzini e i vicoli che vi condurranno a scoprire scorci unici.
Alzate lo sguardo ed ammirate lo stemma della famiglia Montalto che rimase a Pietra dal 1525 al 1806, esso recita: ” Attenzione, ho passato di peggio”.
Ancora due piccole curiosità su questo borgo della Daunia: inizialmente era presente anche una seconda torre che venne abbattuta nel 1525 e i feudatari con lo stesso materiale costruirono il Palazzo Ducale.
Inoltre in Terravecchia venivano intonati gli sciàmbule.

Intonazione di uno sciàmbule
Intonazione di uno sciàmbule

Sapete cosa sono? Si tratta di un canto tradizionale diffuso in alcuni paesi dei Monti Dauni, praticato su un’altalena improvvisata con un ceppo da ardere, sospeso tramite una fune alla porta d’ingresso delle abitazioni.
Secondo voi potevo forse esimermi dal farlo? Proprio di fronte al mio alloggio c’era un’altalena e sulla porta principale d’ingresso il titolo dello sciàmbule: Temmatemenetè la cui traduzione plausibile è:” Ti ucciderei, ma non ne ho voglia”.
Che dite, mi sarò calata abbastanza nella parte?

Suoni, Sapori e Colori di Terravecchia

Nel mese di settembre, a Pietramontecorvino si svolge questa bellissima festa alla quale ho avuto la fortuna di partecipare, quindi appuntatevela per il prossimo anno.
Suoni, Sapori e Colori di Terravecchia è una manifestazione che valorizza tutti gli aspetti del quartiere medievale del paese.
Pietramontecorvino compie un viaggio indietro nel tempo grazie ad attori e figuranti, cavalieri, armature e bandiere che roteano nel cielo a tempo di musica (anche qui non mi sono tirata indietro e ho vestito i panni di una dama del Medioevo).

Cosa visitare vicino Pietramontecorvino: Motta Montecorvino

Pietramontecorvino è forse il borgo più grande, ma dopo averlo visitato nel migliore dei modi vi consiglio di recarvi a Motta Montecorvino.
Paese di 600 anime dove dovete visitare la Torre Campanaria da dove ammirare in panorama a 360°, la Chiesa Madre San Giovanni Battista dedicata al patrono del paese e la Chiesa della Madonna dell’arco.

Torre Campanaria di Motta
Torre Campanaria di Motta

Fate tappa anche alla piazzetta del sole e non perdetevi la plurisecolare quercia di San Luca.
Motta Montecorvino dista davvero pochissimo dal Monte Sambuco, una delle vette più importanti della Puglia.
Se volete trascorrere qualche ora immersi nella natura, dopo aver visitato Motta, questa è la soluzione perfetta, sia per delle camminate che per dei giri in bicicletta.

Cosa visitare vicino Pietramontecorvino: Volturino

Un altro borgo dei Monti Dauni che dovete inserire in questo itinerario è Volturino, il paese del vento.
Qui in effetti è sempre molto ventilato, tanto che le vie sono state costruite sfalsate, proprio per non far incanalare troppo il vento.
Fate un giro per il paese ed ammirate il panorama dal grande belvedere. Poco distante vi consiglio una visita al Santuario di Santa Maria della Serritella.

Santuario di Santa Maria di Serritella
Santuario di Santa Maria della Serritella

Cosa visitare vicino Pietramontecorvino: la Torre di Montecorvino

Per concludere questo itinerario, vi parlo di un luogo che ho apprezzato tanto e che collega tutti i precedenti.
Il sito di Montecorvino sorge su una collina posta al centro di un triangolo panoramico tra i borghi di Pietra, Motta e Volturino.
L’area archeologica è dominata dai resti di una torre che doveva essere alta 24 metri, conosciuta più comunemente come la “Sedia del Diavolo” per la particolare forma che ha assunto nel tempo in seguito ai crolli che l’hanno divisa e aperta.

Torre di Montecorvino (Sedia del Diavolo )
Torre di Montecorvino (Sedia del Diavolo )

La torre è di sicuro molto suggestiva, vi consiglio di partecipare ad una visita guidata così da poter apprezzare tutta la zona nel migliore dei modi.
Recenti scavi hanno infatti fatto emergere resti di un’antica cattedrale, delle torri e una chiesa signorile.
Montecorvino è un luogo che mi ha affascinato tanto, non perdetevelo mi raccomando.

Prodotti tipici e dove trovarli

Durante il mio viaggio ho deliziato il mio palato con i prodotti tipici della zona, tra cui ovviamente delle ottime mozzarelle, la pizza jaiame, le immancabili orecchiette alle cime di rapa e tanto altro.
Vi lascio giusto qualche indirizzo dove cenare o acquistare prodotti:

  • Salumificio Carpinelli: da non perdere la noglia
  • Birrificio Montalto: birre artigianali
  • Caseificio Il Corvino Bianco: i nodini
  • Peccati di gola: ristorante in cui gustare piatti tipici della tradizione

Al prossimo viaggio,
viaggiatrice seriale

In collaborazione con Daunia Press Tour

Italia, Umbria

Rasiglia, il borgo dei ruscelli

Sulle colline umbre, a più di 600 metri slm sorge il borgo di Rasiglia, un luogo in cui il tempo si è fermato. Si tratta di un borgo di origine medievale che ha da sempre improntato la sua esistenza in relazione all’acqua. Conosciuto anche come la piccola Venezia o il borgo dei ruscelli, regala scorci davvero suggestivi grazie ai ruscelli che scorrono fra le case.

Rasiglia
Rasiglia

Come raggiungere Rasiglia

Trovandosi in provincia di Perugia e sotto il comune di Foligno è davvero facile da raggiungere, Trattandosi di un piccolo borgo non aveva la capacità necessaria ad ospitare tutte le auto che circolano oggi, ma troverete dei nuovi parcheggi segnalati proprio alle porte d’ingresso,

Cosa fare a Rasiglia

Vi consiglio di fare una passeggiata nel borgo guidati solo dal vostro istinto, ammirate le case affiancante dai ruscelli, disposte ad anfiteatro, raggiungete il mulino e osservate il lavatoio. Sulle pareti sono affisse vecchie fotografie delle donne del borgo che aiutano ad immaginare i frammenti di vita quotidiana degli anni passati.

Foto di vita quotidiana sulle pareti di Rasiglia
Foto di vita quotidiana sulle pareti di Rasiglia

Proseguite la passeggiata fino ad incontrare le cascatelle e poi fermatevi in uno dei locali per gustare qualche prodotto tipico. Dopo esservi riposati potete fare una bella passeggiata per raggiungere i resti del Castello dei Trinci, famiglia proprietaria di alcune abitazioni e di diverse attività che grazie allo sfruttamento dell’acqua hanno garantito la vita di tutta la comunità.

Resti del Castello dei Trinci a Rasiglia
Resti del Castello dei Trinci a Rasiglia

Oggigiorno è possibile ammirare solo i resti delle mura del castello e delle due torri difensive minori, oltre al rudere del mastio. Nel 1997 Rasiglia fu colpita dal terremoto e solo grazie al lavoro dei suoi abitanti oggi possiamo ammirarla curata in tutti i particolari, è proprio per la sua bellezza che negli ultimi anni è diventata una tappa imperdibile da includere in un itinerario in Umbria.

Ruscelli di Rasiglia
Ruscelli di Rasiglia

Cosa vedere nei dintorni

Nelle vicinanze potete visitare Foligno, Spello, Spoleto, Assisi e Perugia.

Alla prossima scoperta, viaggiatrie seriale.

Italia, Marche

Il Club dei Brutti di Piobbico

Sapete che in Italia esiste un paese dei brutti?!
Non perchè tutti i suoi abitanti siano privi di bellezza, ma perchè da diversi anni è stato fondato il Club dei Brutti.
Pensate, risale addirittura al 1879.

Per questo Piobbico, in provincia di Pesaro-Urbino  è davvero famoso e più di una volta se ne è parlato anche in televisione e sui giornali.
Il club nacque con lo scopo di far maritare le zitelle del paese,ma con il passare degli anni la motivazione principale è quella di sminuire il culto della bellezza, perchè vuoi o non vuoi una persona di bella presenza è più avvantaggiata in tanti ambiti rispetto ai più bruttini.
Nel centro di Piobbico troverete la sede,e potrete iscrivervi versando una piccola offerta.

Vi verrà rilasciata la tessera di socio (siamo arrivati a più di 31000) e verrà valutata la vostra bruttezza! 🙂
Gli iscritti poi potranno votare per eleggere il presidente e l’elezione si terrà la prima domenica di settembre.
Io ci sono stata venerdì, durante i comizi dei candidati presidenti, dove ognuno illustrava i propri punti forti!
E logicamente mi sono iscritta ricevendo la mia tesserina!!!!

Il Festival del brutto si tiene in concomitanza con la Sagra della Polenta alla carbonara, quindi state tranquilli che non accuserete la fame.
Vi consiglio una visita a tutto il paese, davvero carino con il suo Castello dei Brancaleoni che domina il tutto dalla sua altezza.
Se volete trascorrere una giornata diversa andate a Piobbico e magari iscrivetevi anche.
Ah,ci sono iscritti diversi personaggi famosi come Maurizio Costanzo e Pippo Franco.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Puglia

Borghi dei Monti Dauni: cosa vedere

Quando la Puglia chiama, io rispondo.
Questa volta ho scoperto una zona tutta nuova per me, quella dei Monti Dauni. Ci troviamo in provincia di Foggia., proprio al confine con la Campania, la Basilicata e il Molise.
Grazie al press tour “Orsara di Puglia: sentieri, profumi e sapori dei Monti Dauni” organizzato dalla Coopertaiva Frequenze e dal Comune di Orsara di Puglia, ho scoperto diversi comuni e diversi gioiellini.
Siete pronti per il primo borgo?

Bovino

Il borgo di Bovino in passato era molto conosciuto per il brigantaggio,si diceva infatti che coloro che sapevano di dover attraversare il Vallo di Bovino, facevano testamento prima di partire proprio per il fatto di poter essere attaccati dai briganti.
In questa zona vivevano i Guevara, conti di Bovino e sul ponte romano del borgo venne costruita la stazione di posta, una sorta di albergo per coloro che percorrevano la linea ferroviaria Napoli-Foggia.
Proprio per colmare le richieste di cibo della stazione, venne costruito un mulino.
Oggi è stato trasformato in un museo e merita assolutamente una visita.
Tutto nacque da un palazzo storico del 1810, ovvero la casa del mugnaio, sotto la quale venne ritrovato un vecchio mulino del 1600 con una sola macina. Non essendo sufficiente per la lavorazione dei cereali degli abitanti e per gli ospiti della stazione, venne abbandonato e costruito quello a due palmenti con pietra proveniente dalla Francia, talmente dura che non si scheggiava e non lasciava residui negli sfarinati.

Lo Moleno d’acqua del Ponte 

I due palmenti, ovvero le due macine erano utilizzate distintamente, una per gli sfarinati destinati agli uomini e una per quelli destinati agli animali, così da non contaminare gli elementi.
Il funzionamento è davvero particolare e affascinante, la quantità di acqua per mettere in moto le macine è davvero impressionante, quindi se capitate a Bovino dovete fermarvi a Lo Moleno d’acqua del Ponte.

La potenza dell’acqua per azionare le macine del mulino

Troja

Continuando la scoperta della Daunia, ci siamo fermati a Troja.
Inutile fare giri di parole, la sua Concattedrale è incredibile.
Dovete sapere che Federico II ebbe un rapporto sempre molto conflittuale con questa città che è sempre stata fedele al papato e quindi contro l’imperatore.
L’abside della Cattedrale però è federiciano.
Degno di nota è sicuramente l’enorme rosone romanico a 11 raggi che rappresentano i discepoli di Cristo meno Giuda e che svetta sulla facciata principale.

Facciata della Concattedrale di Troja

La struttura a 3 navate ospita 12 colonne che probabilmente rappresentano gli Apostoli.
Una volta usciti dalla Concattedrale fate una piccola sosta alla Pasticceria Casoli e chiedete di assaggiare la passionata: non vorrete più andarvene.

La passionata della Pasticceria Casoli

Si tratta di un dolcetto locale, rivisitato anche in più varianti….ma la classica è ottima.

Orsara di Puglia

Eccoci arrivati nel borgo che ci ha ospitato e che abbiamo vissuto anche durante la manifestazione Orsara in Fiore.
Orsara è sempre stata “contesa” fra Puglia e Campania, fino a qualche anno fa era infatti in provincia di Avellino.
Nasce come accampamento romano e aveva il compito di controllare il traffico.
L’origine del nome sembra derivi dal fatto che in zona si trovasse una famiglia di orsi, confermato dal fatto che anche sullo stemma del paese è raffigurato questo animale.
Da non perdere la Grotta di San Michele.

Grotta di San Michele

Visitata sin dall’antichità dai pellegrini della Via Francigena; essa è collegata alla Chiesa di San Michele, costruita nel 1527 a navata unica e illuminata da vetrate istoriate.
Lasciando alle spalle il complesso di San Michele, dirigetevi verso il centro storico e ammirate i fantastici scorci che offrono i vicoleti;

Vicoli di Orsara di Puglia

ad un tratto la parte storica lascerà spazio a quella moderna, vi troverete di fronte ai murales realizzati per il progetto Colors.
Se amate la natura, concedetevi una passeggiata al Bosco Acquara, poco distante da Orsara.

Deliceto

Ed eccoci arrivati all’ultimo borgo del nostro tour dei Monti Dauni: Deliceto dove vivono circa 4000 abitanti chiamati delicetani.
Che cosa vedere vi starete chiedendo?
Partiamo dalla Chiesa di Sant’Antonio fondata dai marchesi che trovarono sepoltura proprio al suo interno. Quì non potete non  notare un magnifico e particolarissimo organo a canne datata 1775.

Organo del 1775

Adiacente alla chiesa sorge il vecchio convento, iniziato nel 1521 e terminato del 1660.
Piccola curiosità: lo sapevate che la famosa canzone “Tu scendi dalle stelle” che tutti abbiamo cantato è stata scritta proprio a Deliceto da Sant’Alfonso?!

Convento di Sant’Antonio a Deliceto

Continuiamo la visita del borgo e visitiamo la Chiesa di Sant’Anna e Morti, non gestita da religiosi ma dai confratelli della Confraternita di Sant’Anna e Morti.
Oltre alle diverse chiese, Deliceto vanta anche un castello che negli anni ha variato differenti mansioni.
Il Castello Normanno-Svevo racchiude in sè gran parte della storia del borgo e durante la visita non potete non apprezzare la straordinaria visuale su tutto Deliceto ma ben oltre, fino a scorgere il Gargano.

Veduta del Castello di Deliceto

Anche da qui una bella tappa naturalistica è consigliata: dirigetevi al Bosco Macchione e immergetevi nella natura.

Sapete benissimo che parlando di Puglia è impossibile non dedicare una spazio all’argomento cibo e vino; durante questo tour ho toccato con mano tante realtà e ho assaggiato in prima persona tante prelibatezze che mi sento in dovere di scrivere un articolo a parte.
Devo però presentarvi fin da subito una colonna portante di Orsara di Puglia, Peppe Zullo, conosciuto come lo “Chef contadino”.

Peppe Zullo nel suo orto-giardino

Abbiamo visitato i suoi rinomati locali, abbiamo pernottato in uno di questi e abbiamo assaggiato dei piatti meravigliosi…. per non parlare poi della sua simpatia e ospitalità!
Tranquilli, a breve vi svelerò tutto.
Questa zona di Puglia meno conosciuta e meno turistica mi ha davvero sorpreso e sinceramente vi consiglio di visitarla, ne vale di sicuro la pena.
Un ringraziamento agli organizzatori, alla giunta del comune di Orsara di Puglia e a tutti coloro che ci hanno fatto sentire come a casa.
Alla prossima avventura,
Viaggiatrice Seriale.

Italia, Veneto

Montagnana: cosa fare in uno dei borghi più belli d’Italia

Uno dei borghi più belli d’Italia: Montagnana…. e non fatico affatto a crederlo.
Immaginatevi di essere teletrasportati nel Medioevo, di vivere in un borgo circondato da maestose mura e di essere contemporanei di illustri combattenti e personaggi storici.
Ecco, state immaginando la vita a Montagnana.
Grazie ad un blog tour organizzato da Visit Montagnana, ho avuto la possibilità di scoprire questo territorio.
Ma cosa non perdersi?!
Fiore all’occhiello senza ombra di dubbio sono le mura, ben 1950 metri di mura intatte che fanno di Montagnana una delle città con la cinta muraria meglio conservata a livello europeo…..la vera caratteristica della cittadina.

Le mura di Montagnana

Pensate che ha addirittura la forma di un pentagono irregolare, la cui punta è proprio una delle 24 torri.
Il colpo d’occhio appena si arriva è veramente straordinario e una passeggiata lungo il perimetro è il modo perfetto per coglierne l’essenza.
Per avere invece una veduta più ampia e spaziare fino ai colli Euganei, vi consiglio di salire sul Mastio Ezzelino, una torre di circa 40 metri d’altezza.
Ritornando con i piedi per terra, ma mantenendo sempre lo sguardo rivolto verso l’alto, gli occhi si riempono della bellezza dei palazzi storici, uno più affascinante dell’altro.
Noi siamo entrati all’interno del Palazzo Pomello- Chinaglia e abbiamo fatto un altro viaggio nel tempo.
Risalente al 1300, sembra essere stato di proprietà del famoso capitano di ventura Gattamelata, fino ad arrivare al Presidente della Camera Luigi Chinaglia.
Personalmente ho apprezzato una meravigliosa porta in legno intarsiata, dietro la quale si apre un piccolo salotto, molto probabilmente il luogo in cui in passato gli ospiti attendevano il proprietario della villa al loro arrivo.

Porta a Palazzo Pomello-Chinaglia

Dopo aver attraversato la grande sala illuminata da un gigantesco lampadario e adornata con quadri e busti di personaggi importanti, si raggiunge il cortile interno, anch’esso degno di nota.
Impossibile visitare un centro storico e non ammirare il suo Duomo, vero?!

Il Duomo di Montagnana

Quello di Montagnana, risalente alla metà del 1400 circa,  si affaccia sulla Piazza Vittorio Emanuele II e viene definito anche come la nave che entra nel porto, in quanto non segue la direttrice.
Al centro della piazza sorge la statua di Vittorio Emanuele, dove precedentemente svettava il Leone di Venezia, ma stranamente rivolge le spalle alla chiesa, simbolo della rivalità tra le due parti.
Da non perdere al suo interno sono i due affreschi di Giorgione che emersero solo dopo un restauro.
Le mura di Montagnana furono fatte costruire da Francesco il Vecchio, amico di Francesco Petrarca, al quale diede in dono una residenza sui colli Euganei.
Un altro punto importante della città è la Rocca degli Alberi, che venne edificata nel punto preciso in cui gli Scaligeri riuscirono ad abbattere le mura; il suo nome deriva dal fatto che la zona era la più verde di tutte.
Gli scorci irresistibili sono davvero tanti, facendo una passeggiata per il borgo scommetto che vi fermerete innumerevoli volte per immortalare qualche angolino.

Scorci delle mura

Montagnana ha sempre vantato una posizione strategica e ancora oggi è un ottimo punto di partenza per visitare le maggiori città venete come Venezia, Padova e Verona.
La gastronomia è un altro punto forte di questa piccola parte del Veneto, soprattutto il Prosciutto Crudo Berico Euganeo…. se volete gustarlo in un modo alternativo recatevi alla Gastronomia Zannini e uscirete con un bel cono di prosciutto.

Cono di prosciutto della gastronomia Zannini

Per concludere la giornata in modo fiabesco e romantico, ci siamo diretti al Relais Castello Bevilacqua, una location da sogno anche per i matrimoni.
La storia del castello è molto antica e anche parecchio travagliata, ma la sua bellezza è arrivata fino ai nostri giorni.

Relais Castello Bevilacqua

Che dite, vi ho fatto venire voglia di visitare Montagnana?!
Al prossimo borgo,
Viaggiatrice Seriale.

PS: se dovete alloggiare in zona vi consiglio Villa Fava, una bellissima villa settecentesca.
Per quanto riguarda il cibo invece vi consiglio l’ Hostaria San Benedetto, il Ristorante Le Mura e la Pasticceria Cuccato.
Se invece cercate una guida, rivolgetevi a Murabilia, Silvia ci ha guidato egregiamente nella nostra scoperta.

Italia, Marche

Alla scoperta di Montecassiano grazie al photowalk

Marche, le scoprirai all’infinito” come diceva il famoso Dustin Offman nello spot di qualche anno fa.
In effetti sono una scoperta continua, un innamoramento continuo da parte di una marchigiana doc che non perde occasione di visitare qualche chicca sconosciuta e che spera di trasmettervi almeno un po’ di curiosità,così da toccare con mano in prima persona quello che leggete su uno schermo.
Grazie ai photowalk organizzati dalla Regione Marche e Fondazione Marche Cultura attraverso il suo Social Media Team, quest’anno ho scoperto dei veri tesori marchigiani, e oggi vi parlo di Montecassiano.

Scorci di Montecassiano

Ci troviamo in provincia di Macerata, più precisamente tra le sue colline e per introdurvi in punta di piedi in questo gioiellino, vi dico che vanta diversi riconoscimenti: fa parte dei Borghi più belli d’Italia, è Bandiera Arancione e vanta anche la Spiga Verde.
Le premesse ci sono tutte, ora andiamo a perderci tra i suoi vicoli.
Di impronta medievale, il borgo è circondato da una cinta muraria e ha la particolarità di avere tutte le vie concentriche tra loro; come primo consiglio vi suggerisco di passeggiare tra i vicoli senza una meta precisa, ma ammirando la bellezza dei diversi scorci.

COSA VEDERE

Dopo un’idea iniziale che vi permette di teletrasportarvi indietro nel tempo, è arrivato il momento di visitare le attrazioni principali.

Piazza Unità d’Italia
E’ la piazza principale di Montecassiano, su di essa di affacciano importanti e maestosi edifici come il Palazzo dei Priori (il mio preferito), oggi sede del Comune, che negli anni subì diversi restauri che ne cambiarono il disegno originale.

Piazza della Libertà

Su un altro lato troviamo la Chiesa di San Marco che non ebbe – come si tenderebbe a pensare – solamente una funzione religiosa, ma per un periodo fu la sala del consiglio.

Chiesa di San Marco

Per ovvie ragioni serviva una buona illuminazione e ancora oggi trovate al suo interno tanti lampadari,ma la vera attrazione della chiesa è il dipinto della Madonna che allatta,luogo di preghiera per le donne che desideravano avere un figlio.

Pinacoteca 
All’interno del Palazzo Compagnucci  – che si affaccia sempre sulla piazza – si trova la pinacoteca civica che vi consiglio di non perdere; le opere al suo interno sono interessanti ma il piano nobiliare a mio avviso è esso stesso un’opera….tutte le sale sono affrescate rendendo omaggio a temi differenti.

Piano nobiliare di Palazzo Compagnucci


Collegiata di Santa Maria Assunta
A pochissimi metri di distanza dall’ingresso del palazzo sopracitato, sorge la Collegiata di Santa Maria Assunta.

Pala di Mattia della Robbia

La chiesa è abbastanza imponente ma la vera attrazione si trova sulla sinistra dell’altare e stiamo parlando della pala policroma di Mattia della Robbia raffigurante la Madonna col Bambino e i Santi Sebastiano e Rocco.

ESPERIENZE DA NON PERDERE 

Montecassiano è la patria dei sughitti, pensate che in loro onore si svolge anche la sagra dei sughitti il primo fine settimana di ottobre.
Non li conoscete? Si tratta di un dolce composto dal mosto avanzato dalla vendemmia,farina di granoturco e noci.

Sagra dei sughitti

Proprio parlando di vendemmia, il periodo era perfetto, così nella bella piazza abbiamo fatto un salto indietro nel tempo ammirando una ragazza pigiare l’uva a piedi scalzi.

La pigiatura dell’uva

Il borgo di Montecassiano vanta anche un’altra tradizione da non perdere ovvero il saltarello.

Ballo tradizionale: il saltarello

Accompagnati dalla musica del gruppo folkloristico “La Cocolla de Mojia” e guidati passo a passo dai veri ballerini, ci siamo cimentati anche noi in questo ballo tradizionale e ci siamo proprio divertiti.

Le Marche racchiudono tantissimi tesori e grazie ai photowalk, anche quest’anno, ne abbiamo scoperti altri (photowalk Acqualagna), ma vi invito a continaure l’esplorazione…..ve ne innamorerete.
Alla prossima scoperta,
Viaggiatrice seriale.

Feste e Sagre in Italia, Italia, Marche

Palio della Rana a Fermignano

Se anche voi amate i borghi italiani e soprattutto le feste con un’origine storica ad essi collegate, dovete assolutamente vedere il Palio della Rana.
Direzione Marche, e più precisamente andiamo a Fermignano.
In passato ( vi parlo del 1600, quindi diverso tempo fa) Fermignano apparteneva al ducato di Urbino e dopo diverse richieste di indipendenza, finalmente il 28 settembre 1607, l’ultimo Duca di Urbino, Francesco Maria II Della Rovere concesse la tanto desiderata indipendenza.
Al primo Consiglio, tutti gli abitanti del Castello di Fermignano, si abbandonarono spontaneamente a festeggiamenti popolari per celebrare l’evento.
La festa prevedeva banchetti, canti e giochi come la corsa coi sacchi, la rottura delle pignatte, l’albero della cuccagna e l’originale corsa con le rane in carriola.
Era la prima domenica dopo la Pasqua e come allora, anche oggi, il Palio della Rana si svolge sempre una settimana dopo la Pasqua.

Bandiere sulla torre

Il palio prevede 3 giorni di festeggiamenti, dal venerdì alla domenica, anche se l’evento più atteso è senza ombra di dubbio la corsa delle rane.
Il borgo – già adorabile normalmente – si veste a festa, indossando i panni di quel lontano 1607.
Per le viuzze troverete le locande dove poter consumare un buon pasto, bandiere raffiguranti i diversi stemmi delle 7 contrade sventolano fiere dai balconi e dalla torre, da dove, nella serata finale prende vita lo spettacolo pirotecnico.

Spettacolo dei musicanti

La giornata della domenica è davvero  suggestiva, avviene la rievocazione dell’arrivo della Corte Ducale di Urbino accompagnata dai musicanti e dagli sbandieratori, è poi la volta del corteo storico con tutti i partecipanti che indossano abiti d’epoca e infine sfilano gli scarriolanti, i veri protagonisti della gara.

Sfilata degli scarriolanti

La competizione si svolge in un percorso di 170 metri, lungo il quale gli scarriolanti di ogni singola batteria devono cercare di tagliare il traguardo con la rana sana, integra e in posizione di salto sulla carriola; se la rana decide di saltare, il concorrente si ferma, la recupera, la riposiziona sulla carriola e riparte.

Uno scarriolante durante la corsa, mentre la rana sta saltando a terra

Molti dicono che vincere il Palio sia una questione di sola fortuna, perché tutto dipende dalle intenzioni della rana di saltare dalla carriola in cerca di libertà….
A mio avviso si tratta di una festa molto carina, curata nei minimi particolari, sicuramente da vedere….se poi ci si aggiunge ottimo cibo, un borgo interessante circondato da altre bellezze di notevole importanza e una super accoglienza, diciamo che il gioco è fatto!
Segnatevi questo appuntamento per la domenica dopo Pasqua.
Alla prossima festa,
Viaggiatrice seriale.

P.S.: tutto si svolge nel completo rispetto degli animali, le rane non subiscono alcun maltrattamento e vengono visitate da un veterinario.

Italia, Umbria

Umbria: borghi, natura e tradizioni.

La mia scoperta dell’Umbria che non ti aspetti continua.
Dopo avervi raccontato la prima giornata, è arrivato il momento di svelarvi cosa abbiamo fatto nella seconda.
E’ sempre stata ricca di scoperte e di bellezze ed è iniziata con la vista di un’alba meravigliosa dal Podere Umbro,un’ottima sistemazione immersa nella natura ma allo stesso tempo a pochi chilometri da Città della Pieve.
Oltre ad ammirare il cielo dipinto di rosa, sono passata anche a fare qualche coccola ai due tenerissimi cavalli sempre di proprietà del podere.

I cavalli del Podere Umbro

Eccoci di nuovo in auto per raggiungere l’altra parte dei blogger all’Agriturismo Cornieto.
Ragazzi questa è una vera osasi di pace, Rita cura con amore e dedizione il suo oliveto e il suo orto biologico e tale passione si ritrova gustando le tre tipologie di olio da lei prodotte: Frantonio, Leccino e Moraiolo.La sua storia mi ha colpito molto, lei conta quasi solo sulle sue forze e riesce ad avere una gestione quasi impeccabile di tutta la proprietà.Da non dimenticare però l’aiuto di Marisa che sforna sempre degli ottimi manicaretti.Silenzio, contatto con la natura,prodotti biologici e panorama mozzafiato sono gli elementi che troverete se deciderete di alloggiare qui.

Agriturismo Cornieto

Dalla natura sconfinata ci siamo spostati in uno dei borghi più belli d’Italia:Allerona.
Ragazzi non stento a credere che rientri fra i migliori perché è di una bellezza infinita, ci ho lasciato gli occhi.
Perdersi fra le viuzze,ammirare i vasi di fiori che adornano le finestre, sporgersi dal balcone naturale dal quale godere di un’ottimo panorama e ascoltare le storie dei suoi abitanti – curiosi e allo stesso tempo orgogliosi di farci conoscere qualcosa in più del loro bellissimo borgo – è stato davvero suggestivo.

Scorcio di Allerona

Abbiamo avuto anche il piacere di incontrare la signora Irma Zaganella che ci ha mostrato come lavorare il vimini e creare cestini utilizzando solo le materie prime recuperabili vicino al fiume…..insomma abbiamo riscoperto l’autenticità e le tradizioni di Allerona.

I cestini della signora Irma

Abbiamo visitato il carinissimo borgo di Ficulle per poi dirigerci in località Piegaro  all’ Azienda Agricola Pomario.

A Ficulle anche i fiori raccontano storie

Pomario è un’azienda agricola di proprietà dei Conti Spalletti Trivelli incentrata sula produzione di vino e olio.
La sua posizione strategica, isolata dal resto del territorio essendo circondata da un bosco,conferisce al terreno e ai prodotti particolari proprietà. L’oliveto e il vigneto abbandonati da un po’, vennero poi recuperati dai conti Spalletti Trivelli, che scegliendo un’agricoltura biologica-dinamica hanno creato nel corso di qualche anno l’azienda agricola.
Dopo una visita della cantina con annessa spiegazione tecnica, ci siamo concessi un momento di relax gustando le prelibatezze del luogo e degustando gli ottimi vini.

La serra di Pomario

Da una cantina all’altra, il passo è stato breve.
Nel Castello di Montegiove, località Montegabbione, il conte Lorenzo Misciatelli Mocenico Soranzo gestisce insieme ad altre poche persone la tenuta di circa 1200 ettari.Il castello è meraviglioso, svetta sulle proprietà limitrofe e crea una sorta di mistero;arrivato fino ai nostri giorni in ottime condizioni, racchiude nelle sue mura secoli di storia.

Veduta del Castello di Montegiove

Qui viene prodotto dell’ottimo vino, dopo una breve spiegazione e una visita alle cantine, abbiamo avuto il piacere di assaggiarlo;non so se per il nome o per la bontà,mi è rimasto impresso il Gatto Gatto...dietro questo nome si cela una storia/leggenda, sembra sia un grido di battaglia! 🙂

Prodotti del Castello di Montegiove

Ultima tappa della giornata, -peccato averlo visto solo di notte- è stato il borgo di Parrano: qui abbiamo ricevuto un’ottima accoglienza e addirittura il sindaco in persona ci ha fatto da guida durante il nostro tour.
Qui passarono sia i romani che gli etruschi e fu un feudo di proprietà dello Stato Pontificio, per cui il castello aveva dei locali che ospitavano il Papa quando era di passaggio:sembra addirittura che avessero un sistema di accesso che permetteva al Papa di raggiungere le stanze direttamente a cavallo.
Anche questo borgo, come quelli citati in precedenza è una vera chicca umbra, vi consiglio di perdervi fra le vie e di chiedere agli abitanti di raccontarvi la loro storia, ne scoprirete delle belle.
E’ arrivata l’ora di cena e abbiamo concluso la giornata dove l’avevamo iniziata e cioè all’ Agriturismo Cornieto dove abbiamo potuto gustare l’ottimo olio prodotto da Rita direttamente sulle succulente pietanze.
E così è terminata anche la seconda giornata in cui abbiamo scoperto un altro pezzettino dell’ Umbria che non ti aspetti rimanendo piacevolmente stupiti.
In questa piccola area si concentrano tante realtà differenti, accomunate però dall’amore per la propria terra,da prodotti d’eccellenza e da panorami disarmanti.
Venite a scoprirla con i vostri occhi e prendete spunto da questo breve itinerario.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.