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Italia, Sicilia

Quando il vento ti stravolge i piani a Lampedusa

Avete mai avuto il vento come avversario?!
E’ stata la prima volta che ho dovuto organizzare il mio itinerario proprio in base ai capricci di Eolo!
Mi trovavo a Lampedusa e sono rimasta veramente di sasso quando la responsabile del nostro b&b nel darci delle dritte consultava sempre le condizioni del vento.
Praticamente non era possibile organizzare l’itinerario la sera prima per il giorno seguente, ma la mattina, prima di partire dovevamo confrontarci con le previsioni.
In effetti per molti di voi sarà una cosa normale, ma io non sono proprio un lupo di mare e non mi ero mai trovata di fronte a questo vincolo.
Un po’ scossa, mi sono informata al riguardo e ho scoperto che la tradizione vuole che chi abbia dato i nomi ai venti in uso nel Mediterraneo si trovasse a Malta o sull’isola di Zante;effettivamente, se vi trovate in una di queste località, troverete una corrispondenza perfetta con la rosa dei venti.
La rosa dei venti è suddivisa in quattro quadranti:partendo da Nord troviamo il vento di Tramontana (tra i monti), a Nord Est troviamo il Grecale (Grecia) e il vento che soffia da Levante prende semplicemente lo stesso nome.

Nel secondo quadrante troviamo lo Scirocco da Sud Est (dalla Siria) e il vento da Sud.
I venti del terzo quadrante sono  il Libeccio da Sud Ovest (dalla Libia) e il Levante facilmente,intuibile la provenienza.
Quarto quadrante: da Nord Ovest soffia il Maestrale (da magister=maestra=Civis Magistra= Roma).
Detto ciò posso dirvi che non sono diventata molto amica della Scirocco, a Lampedusa infatti quando soffia il vento da Sud Est, la costa sud, ovvero la zona dell’ isola dei Conigli avrà mare mosso o agitato.
Praticamente mi alzavo al mattino sperando di non sentire assolutamente la parola Scirocco! 🙂
Non parlo solo di spiagge, ma le decisioni di Eolo influenzano anche una possible uscita in barca.
Diciamo che il vento più apprezzato sull’isola è il Maestrale, fresco,secco e che non crea mare mosso su due lati dell’isola dove si trovano le spiagge raggiungibili da terra, in contrapposizione allo Scirocco che porta caldo afoso, umidità, sabbia e rende meno nitidi i meravigliosi colori delle isole.
Vi siete spaventati?!
Non era assolutamente mia intenzione….tranquillizzatevi, perchè Lampedusa è così bella che troverete un’alternativa.
Mi sembrava solamente un utile consiglio!
Buona permanenza nell’isola bella.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Italia, Sicilia

Alla scoperta dell’isola bella: Lampedusa

Viaggiare prima di tutto significa allargare gli orizzonti ed è proprio quello che ho fatto scegliendo come destinazione della mia vacanzina Lampedusa.

Isola dei Conigli

Troppo spesso sentiamo parlare di questa piccola isola nel cuore del Mediterraneo e la maggior parte delle volte le notizie non sono positive….tutto questo uccide il turismo.
Lo dico perché ho visto la situazione con i miei occhi: mare cristallino, spiagge bianche e tanta cortesia da parte degli isolani.
Questa è Lampedusa!
L’isola è piccina e secondo me è sufficiente noleggiare uno scooter per girarla in libertà, ma se preferite stare più comodi potrete guidare “la macchina di Lampedusa”! 🙂

La parte meridionale è ricca di spiagge, mentre nella parte settentrionale ci sono principalmente calette raggiungibili solamente in barca; potrete prendere parte ad una delle tante escursioni giornaliere o fare come me, noleggiare una barchetta e fare il giro dell’isola fermandovi dove preferite.
Vi consiglio questa seconda opzione, per guidare la barca non occorre la patente ed il prezzo non è affatto proibitivo: 50,00 € l’affitto più il carburante che consumate.
Se anche io- che non sono affatto un lupo di mare- mi sono trasformata per poco in capitano…. potete farlo tutti! 🙂
La vita dell’isola si concentra per il 90% attorno al porto, è qui che si sviluppa il centro abitato ed anche il centro storico, con via Roma (pedonale) che la sera si riempe di persone concentrate ad ammirare la merce dei vari negozietti.
Il mare è la vera ricchezza dell’isola, tutti si recano qui per “sguazzare” nelle acque cristalline.
A mio parere le spiagge non sono molte e forse in alta stagione potrebbero risultare parecchio affollate, proprio per questo vi consiglio di andare a Giugno o a Settembre.
E’ una meta molto apprezzata anche dai sub, il suo mare infatti custodisce molte ricchezze e mostra altrettante bellezze…diciamo che offre il meglio che ci si possa aspettare da un’immersione nel Mar Mediterraneo.
Non solo i fondali regalano emozioni, ma si possono facilmente avvistare delfini e tartarughe.
Proprio a quest’ultime è dedicato un intero edificio, trasformato nel Centro Soccorso delle Tartarughe Marine: è visitabile e vi consiglio proprio di farci un salto; si trova presso la Stazione Marittima al Porto Vecchio e l’ingresso è libero.

Lampedusa insieme alle due isole di origine vulcanica di  Linosa e Lampione forma le isole Pelagie e se avete abbastanza tempo potrete visitarle con un’escursione organizzata.
Dopo aver preso un’abbondante dose di tintarella, potrete visitare le sculture dell’Isola: La Porta d’Europa di Paladino e l’obelisco di Pomodoro.

La porta d’Europa

L’isola bella – facile capire perché così soprannominata- vanta delle eccellenze anche a livello culinario: dovete assaggiare obbligatoriamente le alacce di Lampedusa, sardine un po’ più tozze e dovete fare una sosta al panificio Spiga d’oro… ma non dimenticatevi anche di gustare una bella granita al Bar dell’Amicizia.

Dopo tutte informazioni tecniche è giunto il momento di parlare dell’oro blu, splendide spiagge vi faranno trascorrere momenti incantevoli: Cala Pisana, Cala Greca, Cala Pulcino e prima fra tutte l’Isola dei Conigli.

Cala Pulcino

Ve ne parlerò più dettagliatamente nel prossimo post, voi intanto prenotate un volo per Lampedusa…ne vale davvero la pena!
Diciamo che se non avete una vostra barca 4 giorni sono sufficienti per godervi l’isola bella.
Non dimenticatevi di sorseggiare un buon aperitivo al tramonto, è uno spettacolo meraviglioso.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Africa

Una settimana a Mauritius

Una mia cara amica mi ha chiesto informazioni su Mauritius ed essendoci stata cinque anni fa, ho “rispolverato” i vecchi ricordi, le foto e la guida tanto vissuta.
E quindi perché non parlarne anche a voi?
Logicamente non sarà un racconto dettagliato, non ho memoria per i piccoli particolari, ma proprio per questo vi parlerò delle cose che mi sono rimaste più a cuore, quelle autentiche.

Cosa non perdere a Mauritius

Il mio impatto con Port Luis è stato molto forte, ricordo il caos, un sacco di macchine, motorini che trasportano più di una persona, mercati cittadini e tantissimi colori,
Si, ricordo un “mondo” molto colorato! Io non alloggiavo nella capitale, ma mi è capitato di attraversarla letteralmente per raggiungere altre località .
Perché andare a Mauritius?!
Per il perfetto connubio fra mare cristallino e natura incontaminata.

Il mattino infatti potrete svegliarvi nel vostro resort e iniziare la giornata con un bagno in mare e dopo pochi km in auto potrete ritrovarvi ad ammirare un verde rigoglioso.
Quest’isola nel cuore dell’Oceano Indiano offre proprio questo: se dovessi descriverla in una parola direi RELAX.

E’ d’abitudine spostarsi in taxi, ma dovrete rivedere un po’ la vostra idea di taxi: lì si “noleggia” un taxi  per un giorno, il guidatore vi porterà da un posto all’altro, se il lasso di tempo è lungo se ne va e poi torna, se invece non so, volete visitare una cosa per poco tempo lui aspetta lì e vi porta alla destinazione successiva.
Devo dire che è un ottimo mezzo di trasporto, non ci si deve preoccupare di orari o di guidare e il rapporto qualità/prezzo è conveniente.
Detto questo però io non mi sono spostata solo in questo modo, ma ho noleggiato uno scooter e ricordo km e km in motorino in due, in strade quasi deserte circondate solamente da piantagioni di canna da zucchero. Ricordatevi che la guida è a sinistra…come se foste in Inghilterra.
Essendo nell’Oceano Indiano è inutile dire che il mare è bellissimo, ma ci sono valide alternative come un safari, una visita alle terre colorate di Chamarel con annessa visita alle cascate Tamarin, una camminata subacquea e tanto altro ancora.
Sentirete parlare e vedrete in continuazioni immagini del Dodo.
Questo uccello è infatti il simbolo dell’isola; non essendo in grado di volare fu una preda facile per i vari mammiferi introdotti nell’isola dai colonizzatori e nel giro di 30 anni circa si estinse.
Ritornando alle località balneari, vi consiglio una visita a l’Ile aux Cerfs , un’isola con un’acqua meravigliosa che un tempo era popolata da cervi e la spiaggia di Flic en Flac; sicuramente essendo così belle saranno un pò prese d’assalto….basta addentrarsi un pochino e non fermarsi all’entrata della spiaggia.

Ile aux Cerfs

Un’altra immagine nitida nella mia memoria è quella del Lago Sacro di Gran Bassin, dominato dalla statua di Shiva; questo è un luogo di pellegrinaggio, dove la comunità hindu dell’isola si reca a rendere omaggio.
Quando ci sono stata io il tempo non ne voleva sapere di collaborare, quindi non c’erano molti pellegrini, ma ricordo delle offerte floreali lasciate ai piedi delle statue che emergono dalle acque del lago.

Lago Sacro di Gran Bassin

Mauritius è un mix di culture: indiana, creola, africana e francese e quindi il risultato non può che essere ottimo.
Concludo il mio racconto e quindi il mio ricordo con un ballo tipico dell’isola interpretato da delle bellissime ragazze.

Balli tipici

Mauritius è tanto altro, il mio consiglio è quello di girarla il più possibile e non fermarsi in un unico resort.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Africa

Camminata subacquea a Mauritius

Amo testare e sperimentare cose nuove, ma col senno di poi credo che “quella volta” sia andata un pò oltre: beata gioventù! 🙂
Mi trovavo nella meravigliosa isola di Mauritius, nel cuore dell’Oceano Indiano e come sempre, prima di partire mi ero documentata a fondo e nella guida c’era una cosa che attirava totalmente la mia attenzione e che mi sono ripromessa di fare una volta arrivata là: la camminata subacquea.
E così è stato.
Mi sono diretta insieme al mio ragazzo a questa specie di scuola di immersione, che poi era anche il punto di partenza dell’escursione.
A bordo di una barchetta abbiamo raggiunto una piattaforma in mezzo al mare; una volta arrivati, siamo saliti  e abbiamo assistito alla spiegazione della guida.
Fortunatamente le cose da capire erano poche, anzi era una sola: seguire lui.
Finita la parte burocratica è arrivata quella pratica e non vi nascondo che mi tremavano un pò le gambe.

La fase di vestizione è stata semplice e veloce: una cintura con dei pesi legata alla vita, in modo tale da non riemergere in superficie e uno specie di scafandro collegato con un tubo alle bombole d’ossigeno presenti sulla piattaforma, dentro al quale si respirava normalmente, in quanto faceva una specie di bolla d’aria e l’acqua non entrava.
Prese le sembianze di un palombaro, siamo scesi in acqua uno alla volta attraverso una scaletta e da quel momento in poi siamo diventati dei “pesci”.
La profondità non era eccessiva, saremo stati a 4 metri sotto il livello del mare.
La sensazione che ho provato è inspiegabile, ma per fortuna non mi sono fatta prendere dal panico – che è comunque una reazione possibile considerando di ritrovarsi a camminare sott’acqua – e ho iniziato ad ammirare l’ambiente marino che avevo intorno a me.
Abbiamo iniziato la nostra camminata in fila indiana circondati da un mondo completamente differente dal nostro: avevamo solo la compagnia di pesci, coralli e stelle marine.
Un’esperienza bellissima e non pericolosa, infatti può essere praticata anche dai bambini dopo una certa età.
Per spiegarvela meglio, posso dirvi che sembrava di camminare sulla luna, ogni passo era al rallentatore.
La guida ci ha indicato le meraviglie nascoste e una volta finito il tour siamo risaliti sulla piattaforma sempre dalla scaletta.
Oggi non so se avrei il coraggio di ripetere un’esperienza del genere…fortuna  che l’ho fatta un pò di anni fa! 🙂
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Asia, Mondo

Maldive: perle nell’oceano

Immaginate una collana di perle rotta, con le singole sfere sparse qua e là.
Immaginate le perle di un colore che varia fra l’azzurro ed il blu….è questo lo spettacolo che vi troverete ad ammirare da un aereo o da un idrovolante sorvolando le Maldive.

Il mare di queste isole è considerato il più bello del mondo, e dopo averlo visto capisco il perchè.
Le Maldive sono più di 1000 isole, molte delle quali disabitate, raggruppate in diversi atolli.
In molti casi una singola isola è occupata da un solo villaggio.

Da circa due anni a questa parte, il turismo ha subito un grandissimo cambiamento.
Il governo locale infatti ha concesso l’entrata dei turisti anche nelle isole abitate dalla popolazione locale e questo aspetto ha creato una fonte di reddito per gli abitanti;  si è notato un forte incremento del numero delle Guest House nelle varie isole.
Prima di questa riforma infatti, se una persona andava in vacanza alle Maldive doveva necessariamente andare in un villaggio.
Ho voluto approfondire questo discorso, e ho chiesto ad un gestore della nostra guest house cosa ne pensassero gli abitanti di questa “invasione” di turisti e lui mi ha detto che è vista di buon occhio in quanto è tutta una questione di business e quindi per loro è lavoro.
Logicamente  rispetto ad un villaggio ci sono delle restrizioni e un buon viaggiatore dovrebbe sempre rispettare gli usi ed i costumi del luogo che visita: qui sono vietati gli alcolici e le donne è bene che abbiano le gambe e le spalle sempre coperte (diciamo che con il caldo si girerebbe molto volentieri abbastanza leggeri, ma basta semplicemente tenersi un pareo in borsa e legarselo in vita nel momento in cui si esce della spiaggia).
Parlando di spiagge dovete sapere che ci sono quelle riservate ai turisti, in cui le donne possono indossare il bikini e poi ci sono quelle destinate alla popolazione.
Pur avendo sempre sentito solo  commenti positivi sulle Maldive, non ne sono mai stata particolarmente attratta in quanto amo il mare, ma devo sempre avere anche un’alternativa, qualcosa da visitare .
Per questo motivo non ho mai preso in considerazione questa meta, ma quando si presenta  una super offerta,  capisci che è l’ occasione “della vita” ed è impossibile non approfittarne.
Prenotato il volo  non restava altro che decidere in quale atollo andare.
Beh, devo dire che se non si vuole andare solo in un villaggio, l’organizzazione del viaggio può risultare un po’ complicata.
Dopo diverse ricerche io ed il mio ragazzo abbiamo deciso di andare  alla scoperta delle isole abitate e di non rinchiuderci in un villaggio.
Una volta arrivati in aeroporto abbiamo raggiunto l’isola di Malè (che è di fronte a quella in cui si trova lì aeroporto) su un traghetto e  da qui abbiamo preso la barca veloce che ci aveva precedentemente prenotato la guest house e dopo circa un’ora e mezza di viaggio abbiamo raggiunto la nostra prima meta: l’isola di Thoddoo nell’arcipelago di Ari Nord.
Ad attenderci  al porto c’erano  i ragazzi della guest house che ci hanno accompagnato a destinazione a bordo di 2 scooter.
Ed eccoci arrivati nel nostro primo alloggio dove abbiamo trascorso le prime tre notti.
Devo ammettere che l’accoglienza dei ragazzi della guest house è stata veramente eccellente, hanno cercato in ogni modo di soddisfare ogni nostra richiesta.
Dopo un viaggio lunghissimo  siamo andati finalmente  a salutare questo mare meraviglioso che avevamo solo visto in fotografia e abbiamo subito constatato che dal vivo era ancora più bello.
Le giornate sono trascorse fra lunghi bagni, tintarella ed un’escursione  al largo per fare il bagno con le mante: un’esperienza unica.
Nella tarda mattinata del terzo giorno abbiamo lasciato l’isola e a bordo di un traghetto locale abbiamo raggiunto l’isola di Ukulhas.
Quest’isola è piccolissima , circa 1 km x 2 km e anche questa volta abbiamo optato per un’isola abitata e quindi ci siamo sistemati in un’altra guest house per due notti.
Il giorno del nostro arrivo l’abbiamo trascorso in relax in spiaggia e abbiamo concluso la giornata con un meraviglioso tramonto sul mare..
Il giorno successivo è stato quello più bello in assoluto dell’intera vacanza.
Come da accordi presi il giorno precedente, al mattino siamo partiti a bordo di una barchetta di legno insieme a due ragazzi della guest house che si sono presi cura di noi per tutto la giornata.
L’escursione infatti era in un’ isola deserta, dove i due ragazzi ci hanno piantato l’ombrellone e ci hanno preparato il pranzo a base di pesce cotto alla brace…. Non prima di averci offerto il latte di due belle noci di cocco.
In tutta la giornata abbiamo incontrato circa 8 persone, che come noi erano state accompagnate  sull’isola per godere di tanta bellezza.
Posso affermare che il mare che ho visto in quella giornata non l’ho mai visto in vita mia: il mare delle Maldive è il più bello del mondo ( almeno per me, per il momento).
La sera siamo andati a cena in uno dei due ristoranti dell’isola e il mattino successivo ci siamo spostati di nuovo……direzione villaggio!
Si, avete capito bene, abbiamo deciso di provare anche l’esperienza del villaggio, almeno per una notte!!!
Il trasporto per il villaggio è stato organizzato dalla guest  house in cui  abbiamo pernottato i giorni precedenti, in quanto non esistono collegamenti diretti, così in motoscafo nel giro di una mezzoretta abbiamo raggiunto il resort.
Ecco, da questo momento in poi  la vacanza ha cambiato stile…… la nostra casina vista  mare con i suoi lettini e la sua amaca ci stava aspettando.
Abbiamo trascorso due giorni ed una notte come dei pascià, ombrelloni di paglia, piscina con vista mare, pasti con dei buffet immensi  e puro relax.
L’attrattiva principale e la fonte di emozioni  meravigliose è senza dubbio il mondo sommerso delle Maldive.
Ho visto pesci di ogni genere, dai colori sgargianti, murene, delfini, mante e squali.
Dovevo auto-impormi di uscire dall’acqua dopo un tot di tempo, perché se seguivo il mio istinto ci sarei rimasta per intere ore.
Oltre alle bellezze del mondo marino, l’altra cosa indescrivibile sono i tramonti: ogni sera quella palla rossastra-arancione regalava emozioni uniche.
E’ risaputo che anche le cose belle finiscono, così dal resort abbiamo raggiunto Malè in idrovolante e anche questa è stata un’esperienza che mi porterò sempre nel cuore….sorvolare i vari atolli e le varie isole è a dir poco stupendo.
Avendo l’aereo il mattino presto, abbiamo trascorso l’ultima notte in un hotel vicino l’aeroporto e con circa 12 ore di volo siamo tornati nel nostro pezzettino di mondo….. con il cuore pieno di emozioni e ricordi.
Al prossimo viaggio,

Viaggiatrice seriale.

Africa

Mauritius: escursione alle terre colorate di Chamarel

Questa mattina una mia amica mi ha chiesto informazioni e consigli su Mauritius e così ho realizzato che ancora non ve ne ho parlato.
Come ho detto a lei, dico a voi la stessa cosa: la prima immagine che si è ricreata nella mia mente al pensiero di quest’isola nel cuore dell’Oceano Indiano è stato un turbinio di colori: le terre di sette colori.
Questa zona meravigliosa si trova a Chamarel, nella costa sud occidentale dell’isola e una volta che vi metterete piede non riuscirete a capacitarvi.

Terre colorate di Chamarel

La natura crea davvero cose eccezionali.
Immaginatevi una collina la cui terra (roccia e sabbia) però non ha le solite tonalità, bensì ha sfumature che vanno dal senape fino quasi al viola.
Questo è il risultato del differente raffreddamento della massa rocciosa fusa.
Per poter ammirare tutto ciò dovrete entrare in una zona privata e pagare un biglietto d’ingresso ma una volta dentro, oltre alle terre dai sette colori potrete osservare da vicinissimo le  tartarughe giganti che popolano la zona ed il maestoso salto delle cascate di Chamarel di oltre 100 m.

Cascate Tamarin

I colori risaltano maggiormente a fine giornata, verso l’ora del tramonto.
Alcuni ritengono che sia un sito divenuto ormai troppo turistico, sicuramente ogni giorno gli occhi di tantissime persone si soffermano su quelle sfumature di colori caldi, ma secondo me ne vale assolutamente la pena; si tratta di un luogo unico al mondo.

Tartaruga gigante a Chamarel

E così con tutti questi colori riaffiorano nella mia mente tanti altri ricordi legati a Mauritius… piano piano ve ne parlerò,
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Asia, Mondo

Nuotare con gli squali alle Maldive

Che sensazione vi evoca la parola “squalo”?

La associate a qualcosa di negativo, pauroso e pericoloso?!
Fino a poco tempo fa era così anche per me, ma oggi posso dire di aver nuotato con gli squali.
Non sto scherzando e non sono nemmeno un sub, stavo semplicemente facendo snorkelling quando ho visto davanti ai miei occhi -anzi alla mia maschera- uno di questi pesci.
Ero alle Maldive e logicamente la specie che si trova in alcune di queste isole non è affatto pericolosa e non attacca l’uomo.
Si tratta infatti di esemplari piccoli, che raggiungono al massimo  1 metro circa  e che si spingono fin quasi a riva, in determinati orari della giornata.
Mi trovavo sul pontile ad ammirare il tramonto la prima volta che ne ho avvistati alcuni nelle acque basse davanti a me e con mio stupore ho realizzato che nello stesso momento c’erano diverse persone in acqua.
Squalo avvistato dal pontile
Pur essendo a conoscenza del fatto che non si trattava di una specie pericolosa, fa sempre un certo effetto l’accoppiata uomo-squalo…… ma il giorno dopo non ho resistito e logicamente mi sono spinta in acqua alla ricerca sfrenata di questi pescioloni.
Il mio ragazzo è stato più fortunato e ne ha avvistati alcuni prima di me, ma io non mi sono persa d’animo e ho continuato ad ammirare il meraviglioso mondo sommerso stupendomi come una bambina davanti ad ogni nuovo pesce che vedevo finché è successo:eccolo lì, proprio davanti ai miei occhi il soggetto della mia lunga ricerca!
Sono subito riemersa, ho avvisato il mio ragazzo (dovevo condividerlo con qualcuno) e mi sono subito immersa di nuovo e per qualche secondo sono riuscita a guardarlo finché non si è dileguato!
Si sa che l’acqua inganna un po’ e la percezione visiva non è proprio quella effettiva, comunque l’esemplare che ho visto non era proprio piccolissimo!
Super contenta ho continuato il mio snorkelling ma per quella giornata mi sono dovuta accontentare di un unico incontro ravvicinato…. gli altri squali che ho visto infatti erano sempre quelli sotto al pontile.
Il mattino seguente invece ho vissuto un’altra esperienza, stavo passeggiando sul bagnasciuga quando ho notato un squaletto veramente piccino a pochi centimetri dai miei piedi…….. ed è stato così per un po’, infatti abbiamo continuato a muoverci l’una al fianco dell altro.
Squalo avvistato dal pontile
Questo è quello che accade nelle acque basse, spingendosi al largo invece e prendendo parte alle varie escursioni gli incontri sono completamente differenti: squali martello e addirittura squali balena potrebbero passarvi davanti agli occhi!
Beh, diciamo che in quel caso sono sicura che non riuscirei a mantenere una gran calma! 🙂
Anche se si trattava di piccoli esemplari, vi assicuro che è davvero emozionante realizzare di trovarsi in acqua con uno squalo!
Gli incontri sottomarini non sono affatto finiti in queste meravigliose isole, a breve vi parlerò di un altro bellissimo animale che ho avuto la fortuna di vedere……
Viaggiatrice seriale.
Asia, Mondo

Viaggio alla scoperta della Malesia: Isole Perhentian

Buongiorno amici, torno a parlarvi della  bellissima Malesia, dopo avervi illustrato la capitale Kuala Lumpur e l’incantevole Pom Pom Island, oggi vi farò conoscere la destinazione in cui è iniziato il mio viaggio in questa terra, la mia prima tappa è stata alle Perhentian Island.
Si tratta di due maggiori isole, Perhentian Besar e Perhentian Kecil e di piccole isole disabitate localizzate a circa 20 km al largo della costa nord-orientale della Malesia occidentale, nello stato di Terengganu.
Per raggiungerle non è difficile, noi una volta atterrati a KL abbiamo preso un volo interno per Kota Bharu, da qui un taxi per il porto di Kuala Besut e infine abbiamo raggiunto la meta a bordo di una barca che parte diverse volte al giorno.
Non so perché, forse perchè il viaggio era stato lungo ma impazzivo dalla voglia di tuffarmi in quella meravigliosa acqua, ma già il paesaggio che potevo vedere dalla barca mi sembrava pazzesco e con il senno di poi devo dire che una volta arrivati, quello che ci aspettava era di gran lunga migliore.
Le Perhentian sono diventate un’ottima destinazione per i backpackers (come noi del resto), perché offrono sistemazioni per tutte le tasche.

Noi eravamo nell’isola di Besar, la più grande, in un resort abbastanza tipico, con delle casette sia vista mare, sia nella zona più alta in mezzo alla vegetazioni ( queste un po’ più spartane).
La struttura aveva un ristorante principale con un menù alla carta, dove poter fare colazione, pranzo e cena; oltre a questo però vi erano diversi, come dire, chioschetti molto molto spartani ( in uno vi dico solo che ci gironzolava una gallina come se fosse un cane, che ho badato bene di evitare) in cui poter consumare delle pietanze a prezzi super bassi, come piatti di riso o altre cose tipiche.
Ma veniamo alla cosa principale e cioè il mare.
L’acqua è di un azzurro cristallino e l’incontro con diversi tipi di pesci è inevitabile, fondamentalmente è l’attrattiva maggiore.
Se portate l’attrezzatura da snorkeling da casa tanto meglio, ma in caso c’è il minimarket che noleggia tutto.
Quando si è in acqua, non ci si accorge del passare del tempo, tanto si è rapiti dalla meraviglia dei fondali.
Una cosa molto positiva è il fatto che in entrambe le isole ci sono dei taxi (barchette) per raggiungere le varie calette o per cambiare isola.
Il costo è molto basso e basta solamente dire al pilota l’orario in cui deve tornare a riprendervi ed il gioco è fatto.
Noi in questo modo abbiamo potuto apprezzare la bellezza di differenti spiagge; in una eravamo solo noi, non è per dire, abbiamo solamente visto una persona che stava facendo trekking e devo ammettere che in un certo momento ho avuto veramente paura.
Io e il mio ragazzo stavamo facendo il bagno e non eravamo nemmeno al largo, quando ad un certo punto mi sento dire che aveva appena visto uno squaletto davanti ai suoi occhi.
Vi giuro che ero quasi immobilizzata, la paura si era impossessata di me.
Fortunatamente poi il tutto si è ridimensionato, siamo tornati a riva e anche lui nel ripensarci ha realizzato che si trattava di uno squaletto lungo circa un metro, ma quando te lo trovi poco distante da te non è facile mantenere la calma.
Io ringrazio solo di non averlo visto, mi è bastato già questo spavento!!!
Tutto questo per dirvi che i fondali sono ricchissimi di animali e per uno che fa immersioni o si spinge anche al largo, la scoperta è infinita.
Ho amato molto queste isole, molto discrete e allo stesso tempo fornite di ogni confort…. per non parlare delle rilassanti ore trascorse spiaggiata al sole.
Per non farmi mancare niente mi sono fatta fare un massaggio in una terrazza sul mare al tramonto…. una sensazione indescrivibile.
Questo si, è una cosa che vi consiglio, se potete provate a farvi fare un massaggio dalle esperte mani malesi, non ve ne pentirete.
E così dopo tre giorni in questo bellissimo paradiso siamo ripartiti con il nostro zaino in spalla e abbiamo continuato la nostra avventura malese fino ad arrivare  alla foresta di Taman Negara.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.

Europa

L’altro lato di Mykonos: la tranquillità.

Ci sono mete che vengono etichettate in un certo modo e finchè non si vede con i propri occhi non si riesce nemmeno ad immaginare che possano essere diverse da come l’immaginario comune le dipinge.
Io sono partita per Mykonos pensando di andare incontro solamente alla movida 24 ore su 24 e devo dire che, anche se il divertimento non mi dispiace, ero un pò preoccupata e invece ho trovato un ambiente meraviglioso.
Logicamente una delle mete del divertimento per eccellenza non delude assolutamente sotto questo aspetto, ma l’isola riserva anche tanto altro.
Avendo già spiegato nell’altro articolo il alto festoso di questa isola greca, qui voglio parlarvi dell’altra parte, quella che ho apprezzato maggiormente, forse perché inaspettata.
Mykonos è abbastanza piccola, quindi il noleggio di uno scooter è più che sufficiente per andare alla scoperta dei luoghi più segreti.
La cosa che mi ha stupito maggiormente è stato il centro, un vero gioiellino tenuto perfettamente, tutto pulito, tutto al proprio posto. Tutti gli edifici sono bianchi, si differenziano solamente per il colore delle imposte e delle porte che può variare dal rosso, al blu e al verde, tutti colori molto accesi, così da far risaltare maggiormente il bianco dell’edificio.

Il momento migliore per visitarlo secondo me va dall’ora del tramonto in poi, quando i giovani sono ancora in spiaggia a fare festa o rientrano piano piano nei propri appartamenti, in centro si apre un mondo nuovo costituito da famiglie, coppie e anche gente un po’ più grande che si riversa in questo meraviglioso reticolato di viuzze alla ricerca di qualche souvenir o di qualche acquisto tipico, oppure inizia a selezionare il ristorante o la taverna migliore in cui cenare.
La parte più suggestiva sicuramente è la zona della Piccola Venezia, edifici costruiti proprio sul mare, sfruttati oggi maggiormente come locali e bar in cui è perfetto gustarsi un aperitivo davanti al meraviglioso spettacolo naturale del sole che cala piano piano fino a sparire sott’acqua, non prima però di aver illuminato di giallo e arancio i pochi mulini a vento rimasti a ricordare un’epoca passata.

La gente del posto è di una cordialità infinita e la bontà del cibo non è affatto descrivibile: pesce in tutte le salse, insalate greche, feta, moussaka, pita… una goduria per il palato.
Le spiagge più tranquille si trovano nella costa orientale, leggermente più difficile da raggiungere e nella costa meridionale.
Per chi non cerca solo il mare, è consigliato esplorare anche l’interno con la sua atmosfera agreste tranquilla, distese di verde intervallate da muretti a secco e da piccole chiese: c’è chi dice che vi siano tante chiese quanti sono i giorni dell’anno e questo dovrebbe far capire la devozione degli abitanti.
L’isola è un’ottima destinazione anche per gli appassionati di archeologia e di mitologia e per gli amanti di sport acquatici e non solo, è stata infatti ribattezzata “l’isola dei venti”; ideale per il kyte e il windsurf. La Mecca del surf è senza dubbio la spiaggia di Ftelia, eternamente battuta dal vento estivo che spira da nord ( nella costa settentrionale).
La maggior parte delle spiagge è attrezzata e il costo per un ombrellone e due lettini per l’intera giornata è abbastanza ragionevole; fra le spiagge più tranquille nella parte meridionale ci sono Elia ed Agrari.
Se vi inoltrate nella parte orientale dell’isola non potete perdervi la spiaggia di Fokos ( non attrezzata) remota e non presente in tutte le mappe, ma veramente eccezionale. Qui c’è solo una taverna, con tutti i tavoli rivolti verso il mare che prepara una selezione di piatti eccezionale… se ci andate al mattino fermatevi poi per pranzo, ne vale davvero la pena.
A grandi linee questo è l’altra faccia della medaglia o meglio dell’isola di Mykonos, quindi non fatevi ingannare dalla reputazione che ha l’isola…. qui si trova di tutto, dal divertimento 24 ore su 24 alla pace e alla tranquillità assoluta.
Al prossimo viaggio,
viaggiatrice seriale.

Europa

Mykonos : dove trovare il divertimento!!

In estate maggiormente si ha la voglia di fare vacanze spensierate (non che le altre non lo siano) e all’insegna del divertimento; bene, oggi vi porto a The Party Island, il soprannome di Mykonos, un’isola di puro divertimento.
Non mi dilungo con informazioni climatiche, sui trasporti e sugli alloggi: questo articolo è diretto al popolo della notte, al popolo delle discoteche!! 🙂
Se state pianificando la vostra vacanza estiva o anche solo un weekend all’insegna della movida e adrenalina pura, non potete ignorare il richiamo dei locali più in voga dell’isola nel periodo estivo, quando il popolo della notte e della tintarella impazza per le spiagge e per le discoteche 24 ore su 24.
L’isola è nota in tutto il mondo per essere meta preferita anche e soprattutto del turismo LGBT, è eccentrica, originale e fuori dagli schemi.
Luglio e agosto sono logicamente i due mesi “caldi” dal punto di vista turistico, le spiagge e il capoluogo sono affollatissimi e i prezzi salgono alle stelle, motivo per cui sarebbe indicato prenotare con largo anticipo, ma se avete deciso all’ultimo di partire non scoraggiatevi, al molo, all’arrivo dei traghetti sarete accolti (per non dire di peggio) da una folla di locali (privati e agenzie) che vi offriranno qualsiasi genere di sistemazione.
L’isola non è  molto grande, quindi è sufficiente noleggiare uno scooter oppure un quad con il quale spostarsi per le varie spiagge, la maggior parte delle quali è raggiungibile attraverso strade asfaltate.
Per quanto riguarda il cibo, è possibile cenare con Pita Giros da asporto che costano € 2,50, ma è anche possibile cenare in meravigliosi ristoranti all’aperto, ricoperti da tettoie in fiore, dove poter gustare le prelibatezze della cucina greca a prezzi molto più elevati; insomma va bene per tutte le tasche.
Ma veniamo al dunque, le spiagge più conosciute sono due e si trovano nella parte meridionale dell’isola.

Paradise Beach è una spiaggia a mezzaluna con sabbia finissima ed è la spiaggia più famosa dell’isola, è un must per gli amanti del divertimento e della vita notturna ed è stata per anni il luogo cult del turismo omosessuale.

Come dice il nome è un luogo paradisiaco dove hippies di tutto il mondo per lungo tempo si sono dati appuntamento a partire dagli anni 70, quando elessero la spiaggia a luogo ideale per praticare nudismo; in seguito è diventata meta del turismo gay e infine del turismo di massa, soprattutto giovanile.
E’ una meta balneare internazionale, si sveglia tardi la mattina e si anima fin dalle prime ore del tramonto, quando i locali si riempiono di ragazzi che ballano e si divertono ancora in costume da bagno. La spiaggia è comunque attrezzata con lettini, ombrelloni e tante taverne; è collegata al centro della capitale da autobus che si alternano continuamente dalle prime ore della giornata fino a tarda notte. Altra spiaggia imperdibile per il divertimento è Super Paradise che si raggiunge proseguendo la strada verso est: è affollatissima in alta stagione, i turisti sono attratti dall’eccentricità della clientela, dalla musica e dal divertimento. E’ molto simile alla precedente e anche questa è stata eletta a posto preferito del turismo omosessuale e dai nudisti ed è anche frequentata spesso da Vip.
Sulla spiaggia si alternano locali che propongono generi musicali differenti e se vi recate qui, chiedete di Sasà, lo troverete sicuramente!! 🙂
Questa sono le due spiagge maggiormente conosciute, dove è possibile fare baldoria fino al mattino, poi sono presenti anche altri locali e discoteche all’interno dell’isola.

Una spiaggia molto carina, dove non regna la pace ma nemmeno la musica 24 ore su 24 è quella di Panormos sulla costa settentrionale, curata nei minimi dettagli, con un grandissimo ristorante alla moda e con ombrelloni accompagnati da grandi e comodi cuscinoni che sostituiscono i normali lettini, ve la consiglio veramente.

Logicamente non tutta l’isola è in funzione del puro divertimento, ma ci sono angoli e spiagge dove la pace e il relax regnano sovrani, ma questo è l’altro lato di Mykonos…..presto ve ne parlerò.
Buon divertimento in The Party Island!!!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.