Vigo è mare, Vigo è buon cibo, Vigo è un centro storico curato, Vigo è un’uscita con amici a mangiare tapas, Vigo è Spagna. Sono partita col dire cosa ha rappresentato per me questa città perché prima di partire mi sono documentata un po’ e le impressioni generali non erano troppo buone. Bisogna essere sinceri nel dire che a Vigo non si respira quella spensieratezza nell’aria che si può trovare in altre città spagnole ma non per questo la scarterei a priori. La scelta è ricaduta qui per un motivo molto semplice: ho trovato un volo low cost molto economico e no me lo sono fatto scappare. Avevo a disposizione tre giorni pieni che ho sfruttato veramente al massimo. Al mattino del primo giorno abbiamo preso un traghetto dal porto – vicinissimo al centro – per raggiungere le Isole Cies. Dopo circa 50 minuti di navigazione abbiamo raggiunto questo parco naturale che è apparso ai nostri occhi quasi incantato. Erano circa le 10 del mattino ed eravamo i primi ad arrivare, l’atmosfera era ancora ovattata, come se l’isola si dovesse ancora svegliare.
La grande spiaggia che accoglie chi arriva era ancora deserta e il vento soffiava forte. In effetti non siamo stati molto fortunati, per essere fine giugno faceva parecchio freddo, così al posto di crogiolarci al sole, ne abbiamo approfittato per visitare l’isola e i suoi angoli nascosti.
Di ritorno nel pomeriggio a Vigo, ne abbiamo approfittato per fare un giretto in centro e infilarci anche un po’ di shopping. In generale non mi dedico a questa attività quando sono via, ma mettetevi nei miei panni: in Spagna nel periodo dei saldi, impossibile resistere! Sabato sera la città si è popolata, il centro con tutte le sue taperie pullulava di gente ed è stato un vero piacere sia per gli occhi che per il palato saltare da un locale all’altro, da una piazzetta all’altra. Domenica mattina a bordo di un treno in 50 minuti abbiamo raggiunto la famosa città di Santiago de Compostela.
Rimango dell’avviso che percorrere il cammino ed arrivare al cospetto della Cattedrale contando solo su sé stessi è tutta un’altra esperienza, molto più forte,molto più bella e molto più viva. Ma era troppo vicino a Vigo per non approfittarne, così mi sono persa fra i suoi vicoletti e prima di entrare a visitare la Cattedrale, mi sono seduta sotto i portici ad ammirare i pellegrini che arrivavano e quindi concludevano in quel momento un’esperienza unica.
Vi giuro che mi è venuta la pelle d’oca e mi sono emozionata facendo solo da spettatrice….la prossima volta sarò dall’altra parte. Conoscete la storia di Santiago de Compostela?! Praticamente ne l punto in cui è stata trovata la tomba di San Giacomo è stato costruito un piccolo tempio che nel corso degli anni stato ampliato fino a diventare la Cattedrale che vediamo noi. Dopo San Pietro sembra essere il 2° luogo di culto per i pellegrini cristiani.
Visita interna della Cattedrale, visita a qualche museo, pranzo e in men che non si dica siamo saliti di nuovo su un comodo e pulito treno per ritornare a Vigo. La seconda sera abbiamo optato per un ristorante di buon livello, arredato in modo eccentrico e con dei piatti super. Se vi capita prenotate un tavolo a La Trastienda del Cuatro. Ultimo giorno di vacanza per noi e fortunatamente è tornato il caldo. Stessa tratta del primo giorno per raggiungere le Isole Cies dove ci siamo concessi una bellissima giornata di mare.
Il sole picchiava ma essendo oceano l’acqua è sempre stata freddissima. Ma che acqua ragazzi!Impossibile non tuffarsi. Le spiagge belle sono tante e noi ne abbiamo visitate più di una; pensate che Praia das Rodas è stata considerata dal The Guardian la spiaggia più bella del mondo…..vi lascio sognare ad occhi aperti. Da non perdere anche Figueiras (spiaggia nudista) e quella di Nosa Senora.
L’isola non offre solo mare, così prima di ritornare sulla terra ferma ne abbiamo approfittato per fare una bella camminata, raggiungere uno dei suoi fari e un belvedere davvero suggestivo.
L’ultima notte abbiamo pernottato in un hotel 4 stelle, così di ritorno dalle isole ci siamo goduti la spa nell’attico…..che meraviglia ragazzi.
Sono stati 3 giorni intensi che ci hanno fatto scoprire un’altra parte di Spagna che mi è piaciuta molto: la Galizia. Se siete in cerca di bei luoghi e buon cibo, ma non avete voglia di una meta troppo turistica, ecco la soluzione per voi. Al prossimo viaggio, Viaggiatrice seriale.
L’ultimo soggiorno a Londra mi ha insegnato tanto.
Se vi dico carte di credito contactless, sapete di cosa sto parlando?
Logicamente non ci sono solo a Londra, sono arrivate già da tempo anche da noi!
Si tratta delle ultime carte di credito, appunto “senza contatto”, perché devono semplicemente essere avvicinate ad un terminale abilitato e il pagamento avviene in automatico.
Non occorre porgerle a nessuno, rimarranno sempre nelle vostre mani.
Per riconoscere se siete in possesso di una carta contactless dovete solo verificare che ci sia il relativo disegnino impresso sopra.
Fatto questo excursus generale, volevo parlavi delle linee ferroviarie e della metro di Londra.
Siamo sempre abituati a recarci alle macchinette automatiche, cercare la tratta che ci interessa, stampare il biglietto e infine utilizzarlo per fa si che la porta automatica si apra.
Quando vedevo passare la gente che appoggiava una tesserina sul lettore, ho sempre pensato si trattasse di un abbonamento o di carte ricaricabili.
Fino a poco fa sicuramente era così, oggi invece quella tesserina non è altro che una carta di credito contactless.
Il sistema recepisce tutti i dati necessari, la vostra stazione di entrata e la vostra stazione di uscita (dovrete ripassare la carta di credito) e vi addebiterà il costo del biglietto direttamente sulla vostra carta di credito: la tariffa è la stessa delle macchinette automatiche per i biglietti, senza aggiunta di interessi o spese.
Addirittura se fate più corse in una giornata e il costo conveniente è quello dell’abbonamento giornaliero, vi verrà addebitato quell’importo.
Una grandissima comodità, un gran risparmio di tempo e nessuna possibilità di errore.
Perché vi dico questo?
Perché io avevo stampato con il “vecchio metodo” il mio biglietto, una tratta esistente e quando sono andata per entrare il biglietto non mi consentiva l’accesso e sapete perché? Perché quella tratta era momentaneamente chiusa,ma la macchinetta non era stata aggiornata e mi aveva stampato il biglietto regolarmente.
Il risultato è stato che mi sono dovuta recare all’ufficio reclami, mi hanno stornato il biglietto e me ne hanno fatto uno aggiuntivo, ho dovuto pagare una differenza e ho perso del tempo.
Quindi sponsorizzo completamente questo nuovo modo di pagamento, decisamente migliore.
Se per quanto riguarda i treni avete ancora la possibilità di scegliere, per quanto riguarda i bus non è così.
Non potrete acquistare il biglietto fuori, non potrete pagare in cash e nemmeno con una normale carta di credito……quindi se avete in previsione uno spostamento in bus controllate di avere una carta di credito contactless.
Per la maggior parte dei viaggiatori non dirò nulla di nuovo, ma ho voluto scrivere questo post perché ancora nel 2020 conosco persone (grandi e vaccinate come si suol dire) che non hanno ancora una carta di credito! Aiuto!!!!!
Spero di esservi stata utile!
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
La tranquillità non fa per me, ormai lo sapete anche voi.
In ogni località che visito – o quasi- cerco sempre un’esperienza alternativa, diciamo pure qualcosa di adrenalinico.
Nelle Filippine è stato la zip-line.
Sapete di cosa sto parlando?
Si tratta di percorrere, imbragati e appesi ad una carrucola, un cavo di acciaio che collega nella maggior parte dei casi due montagne.
A volte può esserci un fiume sotto,altre volte solo alberi….lo scenario cambia in base o dove ci si trova.
Diciamo che per me è stato amore a prima vista, l’ho provato per la prima volta in Costa Rica e poi mi sono cimentata anche nel volo dell’angelo in Basilicata e sono state due esperienze magnifiche.
Detto ciò torniamo nelle Filippine, dove si possono trovare diverse zip-line.
Nell’isola di Bohol per esempio è molto bella e suggestiva quella del Loboc Eco Adventur Park sul fiume Loboc.
Qui la discesa è orizzontale, per intenderci vi troverete sdraiati sulla pancia e avrete le gambe sempre appoggiate all’imbragatura.
Il costo non è affatto alto (circa 7 euro)e si fanno due “lanci”,uno per andare e l’altro per tornare al punto di partenza.
Si “vola” sopra il fiume Loboc che è già una meraviglia di per sé, quindi potrete ammirare tutte le sfumature di verde, sia della vegetazione che del fiume.
L’altra zip-line che ho provato invece si trova nell’isola di Palawan, vicino a El Nido.
Qui lo scenario è differente, volendo si può fare anche un solo lancio perché poi è possibile tornare indietro via terra ed è possibile lanciarsi sia in orizzontale (come prima ), sia “a sedere”lasciando le gambe libere nel vuoto.
Ma la cosa sorprendente è il luogo, ci si lancia sul mare!
Questa zip-line si trova nella spiaggia di Las Cabanas: dirigetevi nella parte finale della spiaggia e seguite le indicazione per la zip-line,altrimenti se vi fate accompagnare da un tricycle, dovrete affrontare una bella salita per raggiungere il punto di partenza.
Anche qui verrete imbragati, vi verrà spiegato come comportarvi e il gioco è fatto: inizia l’avventura.
Per me è stato bellissimo, il percorso è più lungo dell’altro e trovarsi sopra quell’acqua così cristallina è stato meraviglioso!
Potete ritornare indietro sempre tramite la zip-line o facendo una passeggiata, in quanto arriverete in un isolotto di fronte alla spiaggia principale, collegato ad essa da una lingua di sabbia.
Mi dispiace solo per chi soffre di vertigini perché è un’esperienza unica, troppo bella!!!!
Camminare mi piace, se poi sono immersa nella natura è ancora meglio.
Ultimamente mi sto dedicando alla scoperta di luoghi raggiungibili dopo qualche km a piedi e ogni volta ne rimango sempre più affascinata.
La scorsa domenica è stata la volta del lago di Fiastra e delle Lame Rosse.
Ci troviamo in provincia di Macerata e vi assicuro che in zona potete trovare diversi luoghi molto interessanti, ma torniamo alla nostra camminata.
Raggiungete il paesino di Fiastra,se non vi siete organizzati già da casa fermatevi a fare qualche panino con un ottimo ciauscolo dalla signora dell’alimentari, salite di nuovo in macchina e continuate sulla strada principale; dopo poco troverete un’indicazione sulla sinistra per le Lame Rosse,svoltate lì e fiancheggiate la sponda del lago per un pezzetto fino ad arrivare al punto di partenza del sentiero.
Il lago è abbastanza grande e lungo e per questo regala degli scorci bellissimi che variano a seconda del riflesso della luce.
Pur essendo artificiale la sua bellezza richiama molti turisti – e non solo- :circondato da boschi e monti è un luogo ideale per trascorrere una piacevole giornata di relax sulle sue rive provviste di lettini e ombrelloni.
Si trova a 685 metri sul livello del mare ed è all’interno del Parco Naturale dei Monti Sibillini.
Se siete sportivi e non amate troppo crogiolarvi al sole, il lago offre tantissime possibilità: dalla canoa al parapendio, dal tiro con l’arco ai vari tipi di pesca…avrete l’imbarazzo della scelta.
Inutile dire che la zona offre tantissimi percorsi naturalistici, io mi sono avventurata fino alle Lame Rosse.
Il percorso non è difficile,ho visto tanti bambini quando ci sono andata io e indicativamente in poco più di un’ora di cammino si arriva di fronte al meraviglioso spettacolo delle Lame Rosse.
Si può partire sia dal belvedere della Ruffella che dalla diga; il percorso è lungo circa 7 km.
Inizialmente è sterrato,poi si passa in un sentiero completamente all’ombra che attraversa il bosco fino ad arrivare all’ultimo tratto di salita sulla ghiaia.
L’ultimo tratto è quello che si accusa forse un po’ di più, ma la bellezza del paesaggio invoglia chiunque a raggiungere la “vetta”.
Le Lame Rosse sono formazioni composte di ghiaia e argilla, erose nei secoli dagli agenti atmosferici fino a modellarle a forma di pinnacoli.
Il loro colore rosso risalta tantissimo con l’azzurro del cielo, il bianco della ghiaia e il verde del bosco….vi assicuro che lo spettacolo è davvero unico.
La natura è capace di creare opere meravigliose e noi abbiamo l’obbligo di rispettarla, quindi è buon senso non fermarsi sotto a queste formazioni ma ammirarle dalla parte opposta e soprattutto non erodere maggiormente il suolo smuovendo e facendo precipitare a valle la ghiaia, sia nel rispetto degli altri escursionisti che della natura.
Concedetevi una ricompensa gustando i vostri panini mentre ammirate questa parte dei Monti Sibillini a dir poco fantastica.
Al prossimo trekking,
Viaggiatrice Seriale.
Liberate la mente, abbattete ogni pregiudizio, ampliate le vostre vedute…. è il primissimo consiglio che vi lascio se volete visitare La Scarzuola.
Per me è stata un’esperienza incredibile, bellissima ma ho assistito a delle scene assurde (persone ignoranti e maleducate che si sono recate qui senza nemmeno sapere cosa aspettarsi e pretendendo che la loro visione delle cose fosse l’unica corretta),è per questo che prima di tutto dovete seguire queste indicazioni.
Se come me vi documentate un po’ prima della vostra visita, vedrete che è un argomento ricorrente.
Perché? Vi starete chiedendo!
Semplicemente perché il proprietario di questo posto incredibile è un vero personaggio e dal momento che entrate in casa sua dovete stare al gioco….e mi sembra anche giusto.
Detto ciò vi consiglio assolutamente un visita alla città ideale di Buzzi, è una meraviglia per gli occhi.
Verrete accompagnati in una visita guidata di circa 1 ora e mezza da Marco (proprietario) che cercherà di condurvi in un viaggio parallelo, dandovi una visione delle cose molto diversa da quella che siamo abituati ad avere.
Io ho condiviso molti suoi pensieri, ma se così non fosse per voi, vi consiglio di concentrarvi sulla bellezza del posto, già solo quella vale la visita.
Veniamo alle indicazioni pratiche: La Scarzuola si trova a Montegabbione in provincia di Terni, l’ultimo tratto di strada è sterrato, il biglietto d’ingresso costa 10 euro a persona ed è necessario prenotare la visita (con un po’ di anticipo vista l’affluenza).
Nel 1218 San Francesco d’Assisi fondò un convento francescano in questo luogo e costruì una capanna con una pianta palustre chiamata Scarza, dalla quale deriva l’attuale nome.
Dopo essere stato per secoli un luogo religioso, venne acquistato nel 1956 dall’architetto milanese Tomaso Buzzi che lo restaurò e lo trasformò in una sorta di macchina teatrale.
Le scenografie infatti venivano create per essere poi, una volta terminate, smontate di nuovo e trasformate in altre scene.
Viene definita la città ideale, per via di una parte della costruzione che vuole proprio rappresentare il concetto appena descritto:sembra che Buzzi l’abbia vista in sogno e voluta ricreare.
La visita ha un lato molto profondo per chi lo vuole cogliere: si spazia dall’io cosmico all’io terreno, si affronta il tema del potere e della collettività.
La guida è un erede dell’architetto milanese,alla morte di quest’ultimo ereditò questo luogo magnifico e gli diede la sua impronta, ma seguì anche i bozzetti ritrovati di Tomaso Buzzi per creare questa bellezza che noi possiamo ammirare oggi.
Non mi soffermo troppo nei dettagli e negli argomenti trattati perché è un’esperienza che deve essere vissuta in prima persona, ma ricordate bene di aprire la mente, non giudicare Marco ma prendere spunto dalle sue riflessioni.
Vi ho incuriosito?Se ancora non vi basta vi posso dire che farete un viaggio virtuale su un vascello accompagnati da alcune muse, entrerete nella bocca della balena,ammirerete la torre di Babele e contemplerete il tempo.
Passeggerete in un bellissimo giardino,ascolterete discorsi molto diversi da quelli che sentite normalmente e vi ritroverete inevitabilmente a riflettere su quelle parole.
Una bella esperienza difficile da raccontare a parole.
Al prossimo viaggio (reale o virtuale),
Viaggiatrice seriale.
Vi ho già parlato della mia esperienza nella regione francese di Midi-Pirenei, precisamente nella valle del fiume Lot, ma vorrei soffermarmi su Saint-Cirq Lapopie perchè è un vero gioiellino e mi ha completamente rapita.
Si tratta di uno dei più bei paesi di Francia ed è stato anche premiato come “villaggio favorito dei francesi” e non fatico a crederlo.
Case in pietra su Place du Sombral
Immaginatevi un villaggio medievale abbarbicato su un dirupo che si getta a strapiombo sul fiume Lot.
Prima ancora di arrivaci lo scorgerete in tutta la sua maestosità dalla strada sottostante e piano piano avvicinandovi, vi renderete subito conto della sua bellezza.
Vista del villaggio dalla strada
Ha una storia antica, che parte addirittura dal neolitico;farete poi un salto nel medioevo fino a raggiungere l’epoca dei surrealisti.
Resti della fortezza
Lasciatevi guidare dal vostro istinto nella scoperta di questa meraviglia, perdetevi fra le sue viette strette, visitate i resti della fortezza medievale, ammirate la facciata della chiesa e percorrete la strada principale fino ad arrivare alla porta della Pelissaria nella parte opposta del villaggio.
Chiesa del villaggio
Ammirate le case in pietra curate nei minimi particolari, fotografate i fiori che rendono l’atmosfera ancora più piacevole,andate alla ricerca della Casa Daura, residenza internazionale per artisti che ospitò diverse persone illustri e se ne avete bisogno chiedete informazioni all’ufficio turistico in Place du Sombral.
Il mio consiglio è quello di visitare il villaggio senza fretta, consultando la cartina giusto per non perdersi nessuna attrazione, ma girando liberamente e teletrasportandovi con la mente nel Medioevo.
Saint-Cirq Lapopie fu sede di pellai e soprattutto di tornitori di legno, infatti troverete proprio le vie dedicate a questi due mestieri.
Vietta tipica
Se avete parecchio tempo a disposizione potete raggiungere il villaggio anche a piedi con una bella passeggiata che parte dalle sponde del fiume Lot e risale fino in cima, altrimenti potete andare alla scoperta delle zone limitrofe come la Grotta del Pech Merle che custodisce autentici dipinti preistorici o fare una crociera sul fiume Lot…..non avete che l’imbarazzo della scelta.
Il poeta francese André Breton disse a proposito di Saint-Cirq Lapopie: “Ho smesso di desiderarmi altrove” …… quindi direi che una visita è più che consigliata!
Se siete a Cahors dista solo 35 minuti di auto.
La voglia di partire non manca mai, ma avere amici sparsi per il mondo è sempre un ulteriore motivo per fare le valigie e scoprire luoghi nuovi.
Lo scorso fine settimana ho raggiunto mia cugina che vive in Francia, precisamente nella regione di Midi-Pirenei…se non fosse stato per lei molto probabilmente non avrei mai scoperto questo pezzetto di mondo.
Per semplificarvi le cose e farvi fare mente locale ci troviamo nei pressi di Tolosa.
Questa volta non ho visitato la città rosa, ma mi sono dedicata a piccole cittadine e paesini.
Io sono innamorata della Provenza e dei suoi colori, ma vi assicuro che a livello di borghi questa zona non ha nulla da invidiarle.
Dovete sapere che le attrattive in zona sono diverse.
Ai primi posti troviamo sicuramente un turismo legato ai vini, vigne e vitigni si espandono a vista d’occhio.
Davvero interessante è la conversione di antichi castelli in vere e proprie cantine,dove è possibile effettuare degustazioni o acquistare direttamente il vino.
La zona è ricca di chateaux che rendono il tutto ancora più suggestivo: le costruzioni medievali circondate da vigneti sono davvero un bello spettacolo da ammirare.
Chateaux tra le vigne
La natura la fa da padrona, io sono stata principalmente nella Valle del Lot, un fiume dal corso molto tortuoso che bagna diverse località.
Ho visitato Cahors sabato mattina,giorno di mercato, e mi sono calata nei panni di una vera francese.
La piazza ospita la varie bancarelle degli agricoltori locali, ogni persona porta al braccio la grande borsa di paglia da riempire di prelibatezze, dalla verdura fresca al pane casereccio (non la baguette), dalle grandi fragole ai diversi formaggi.
Di fianco alle bancarelle poi si estende il mercato coperto, entrando si è colpiti da un’infinità di colori e odori.
Prima di fare compere però la mia guida personale mi ha mostrato la cittadina: prima tappa le Pont Valentrè che attraversa il fiume Lot con la sua struttura imponente,le torri gli archi e una curiosa leggenda.
E’ il simbolo della città,è patrimonio dell’Unesco ed è il ponte medievale fortificato più rappresentativo di Francia.
Pont Valentrè
Ammirato il ponte abbiamo percorso i sentieri pedonali che costeggiano il letto del fiume, curati nei minimi dettagli e arricchiti sia da rose che da piccoli vitigni.
Arrivate nella parte antica è stata la volta della Cattedrale con il suo giardino di piante officinali, della piazza brulicante di vita con il suo mercato e dei vari giardini segreti nascosti nelle piccole corti delle abitazioni.
Giardino della cattedrale
Con mia grande sorpresa ho constatato che a Cahors passa uno dei tanti sentieri del cammino di Santiago de Compostela, quindi se siete amanti dei trekking e percorrete km come se non ci fosse un domani, potete partire anche dalla Francia.
Pur essendo fine maggio, le temperature erano davvero alte aggirandosi intorno ai 35 gradi, così nelle ore centrali era abbastanza dura andare in avanscoperta e allora ci siamo rinfrescati al lago.
Non essendo una zona costiera, è abitudine trascorrere i fine settimana o al lago o al fiume, molto diffusi sono i pic-nic e le aree barbecue non mancano affatto.
Come detto in precedenza i piccoli borghi sono una vera chicca, uno più carino dell’altro: le case in pietra con le persiane azzurre ti trasportano quasi in un’altra epoca.
Casetta tipica del borgo
Pensate che nel borgo di Nuzejouls il fornaio in determinate giornate si mette a cuocere il pane nel grande forno all’aperto di fianco alla fontana pubblica….meraviglioso!
Una tappa davvero imperdibile è senza ombra di dubbio Saint-Cirq Lapopie.
E’ un villaggio medievale di una bellezza disarmante, difficile da spiegare a parole.
Si raggiunge dopo aver percorso una strada immersa nella natura, al di sotto delle pareti di roccia che si gettano a strapiombo nel verde.
Chiesa di Saint-Cirq Lapopie
Perdetevi fra le sue viette, ammirate il panorama sul fiume, raggiungete il belvedere e lasciatevi contagiare dall’inevitabile senso di pace che si respira quì.
Il fine settimana è letteralmente volato e con un volo da Tolosa sono rientrata pronta per ricominciare la settimana, ma con dei ricordi bellissimi:chiacchiere fra cugine, passeggiate nel verde, bagni al fiume e borghi incantevoli.
E’ stata una di quelle esperienze che preferisco, alla scoperta di luoghi poco conosciuti e non invasi dal turismo di massa e sicuramente approfondirò la conoscenza: devo pur sempre tornare a fare visita a mia cugina e alla sua famiglia e ci sono voli comodi ed economici su Tolosa….quindi arrivederci!
Grazie Michi per l’ospitalità! 🙂
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Golosoni, questo post è proprio per voi!
Volevo informarvi che dal 19 al 21 maggio 2017 si svolgerà il Festival del Gelato Artigianale a Pesaro.
La location sarà Piazza del Popolo che verrà allestita per la quinta edizione del festival con vari stand pronti ad ospitare i maestri gelatieri affermati e tutte le giovani promesse del mestiere.
Sarà possibile assaggiare vari gusti,dai classici a quelli più strani……ve ne saranno ben 36.
Per l’occasione poi sarà possibile assaggiare in anteprima due gusti inediti: il gusto Rossini,dedicato al grande compositore pesarese, ovvero un sorbetto al cioccolato arricchito con amarene di Cantiano e il gusto Pesca melba, ovvero mascarpone con pera Angelica e vernaccia.
Potrete assistere a show cooking e a vari laboratori, i più piccini si divertiranno con l’animazione mentre i genitori potranno gustarsi il prelibato gelato.
Con la Gelato card al costo di 5€ sarà possibile consumare ben 5 gelati.
Nei tre giorni della manifestazione ci sarà anche una gara fra gli allievi di corsi professionali provenienti da veri paesi del mondo…andate a votare il vostro gelato preferito.
Segnate in agenda queste date,sarà sicuramente un evento molto interessante e soprattutto gustoso! 🙂
Alla prossima festa,
Viaggiatrice seriale.
Lo scorso mese ho realizzato uno dei miei più grandi sogni:visitare le Filippine.
Dopo diversi tentennamenti e tante ricerche ci siamo decisi a prenotare per il mese di marzo,che indicativamente insieme a febbraio dovrebbe essere il migliore.
Diciamo che nessuno ha la sfera di cristallo e qualche acquazzone ci ha fatto compagnia.
Volevo però dirvi che si trovano tariffe molto convenienti per raggiungere Manila,probabilmente troverete un volo a/r dall’Italia a meno di 400,00 € e considerando la notevole distanza è davvero ottimo.
Altro consiglio che mi sento di darvi è di lasciare a casa la valigia e di viaggiare con un bello zaino,per tutti gli spostamenti sarà molto più comodo.
Beh,per me è inevitabile spostarsi,considerate che le isole sono più di 7000…non vorrete mica stare tutto il tempo in una sola isola?!
Io sarei voluta rimanere ancora tanto tempo,ma come sempre le mie ferie sono risicate e quindi mi devo accontentare,ma ne è valsa assolutamente la pena.
Come ultima dritta prima di parlare dell’itinerario volevo dirvi che non occorre nessun visto se si visitano per turismo e non è richiesta nessuna vaccinazione particolare; la moneta nazionale è il peso filippino ma fare bancomat sarà davvero impegnativo quindi se non soggiornate in zone turistiche vi consiglio di fare una bella scorta di cash prima di partire all’avventura.
Detto ciò arriviamo alla parte interessante:il mio itinerario di 10 giorni nelle Filippine (vi lascio giusto il racconto del viaggio in breve,poi farò post dettagliati sulle singole località).
Il viaggio con la V maiuscola è iniziato da Milano nel nostro caso a bordo di un volo Oman Air che dopo aver fatto scalo a Muscat ci ha portato a Manila.
Siamo arrivati in tarda serata,giusto il tempo di prenderci un gelato in un piccolo supermercato e distrutti dal volo ci siamo addormentati in un hotel vicino l’aeroporto che avevamo prenotato da casa,appena abbiamo toccato il cuscino!
Il mattino appena svegli siamo subito tornati in aeroporto -uno differente,questa volta quello relativo ai voli interni- e siamo partiti alla volta di El Nido.
Durante il volo di circa 1 ora e 50 minuti sono sempre stata con la faccia letteralmente appiccicata al finestrino perché lo spettacolo che si mostrava ai miei occhi era davvero meraviglioso: isolette,alternate a isole più grandi emergevano dall’acqua circondate da un azzurro accecante che lasciava il posto ad un bianco/oro della sabbia.
L’aeroporto di arrivo è davvero caratteristico,la pista di atterraggio sembra una nostra strada a due corsie:appena abbiamo messo piede a terra sono arrivate 3 jeepney – delle vecchie grandi jeep adibite a pulmino,molto in voga nelle Filippine- che ci hanno condotto all’edificio principale.
Controlli e ritiro dei bagagli e subito fuori ad attenderci c’era il tricycle mandato dal nostro hotel a prenderci.
Qualche km di strada sterrata prima di arrivare all’asfalto e poco dopo eravamo a destinazione.
Giusto il tempo di fare il check-in e siamo subito ripartiti a bordo di un altro triciclo alla volta di Napcan Beach, il punto più distante dell’isola del nostro itinerario.
L’impatto è stato pazzesco:sole,acqua cristallina,spiaggia bianchissima e pranzo con i piedi direttamente sulla sabbia a metà marzo……quasi un sogno.
Napcan Beach
Diciamo che il viaggio effettivo è iniziato il giorno seguente,quando abbiamo partecipato ad uno dei quattro principali tour che organizzano escursioni alla scoperta dell’arcipelago.
Big Lagoon
Posso dirvi senza ombra di dubbio che per me è stato il giorno più bello in assoluto.
Il tour A prevede l’escursione a bordo di una bangka – tipica imbarcazione filippina- e l’approdo in diverse isole/spiagge che sono :Big Lagoon, Small Lagoon, Secret Lagoon, Shimizu Island e 7 Commando Beach...una più bella dell’altra.
L’esperienza di attraversare a bordo di una canoa la Big Lagoon mi resterà per tutta la vita.
Acqua verde,turchese,trasparentissima in netto contrasto con le rocce spioventi ricoperte di vegetazione che si gettano a capofitto in acqua creano uno scenario difficile da descrivere.
Il ritorno è previsto per le 16:30-17:00 circa, così si ha tempo da dedicare ad altre attività:noi abbiamo deciso di andare ad ammirare il tramonto a Las Cabanas Beach.
Il giorno successivo è stato molto simile,ma questa volta abbiamo optato per il tour C che tocca Helicopter Island, Star Beach, Hidden Beach e Secret Beach…..anche questa volta una più bella dell’altra.
L’unico inconveniente è stato il morso di una medusa che mi ha provocato oltre ad un pò di dolore anche una certa preoccupazione.
Questa volta l’ora del tramonto non l’abbiamo trascorsa in spiaggia ma nella terrazza del nostro resort cullati dalle onde del mare mentre ci gustavamo un meraviglioso massaggio rilassante.
La sera,come le precedenti ci siamo recati in uno dei localini sulla spiaggia,dove prima di sederti scegli il pesce che vuoi oltre a scegliere il tipo di cottura e poi non ti resta che rilassarti e gustarti l’ottima cena con i piedi direttamente sulla sabbia e le onde del mare che si increspano davanti ai tuoi occhi.
E’ arrivata per noi l’ora di lasciare l’isola di Palawan, ma siccome il volo era verso l’ora di pranzo, ne ho approfittato per provare la zipline nella spiaggia di Las Cabanas Beach:se capitate a El Nido è un’esperienza che non potete assolutamente perdervi!
Vi lancerete letteralmente sul mare,infatti il punto di arrivo è nell’isolotto di fronte…….che bellezza ragazzi!!!
E dopo questa botta di adrenalina mi sono concessa un bagno nelle limpide acque della spiaggia ancora semi deserta vista l’ora per poi salutare definitivamente questa bellissima isola e recarmi in aeroporto per prendere il volo per Cebu.
Una volta atterrati su quest’isola ci siamo diretti al porto dove abbiamo preso un aliscafo per Tagbilaran nell’isola di Bohol.
La giornata è praticamente volata a causa dei vari trasferimenti,ma prima dell’orario di cena abbiamo raggiunto il nostro bellissimo resort ad Alona Beach e così è iniziata la seconda parte del viaggio.
Il mattino successivo purtroppo pioveva,così abbiamo iniziato la giornata con un ottimo massaggio e poi appena il sole ha fatto capolino abbiamo sfruttato la meravigliosa piscina a sfioro che dava sulla spiaggia.
Abbiamo deciso di noleggiare uno scooter per essere più autonomi e così siamo andati alla scoperta di Panglao,abbiamo visitato una fattoria biologica,siamo andati alla ricerca delle spiagge più belle per i giorni successivi fin quando non abbiamo visto una distesa di stelle marine,tutto merito della bassa marea.
Anche se non soggiornate in uno dei lussuosi resort sulla spiaggia,è possibile effettuare l’ingresso giornaliero pagando 1000 pesos a testa (meno di 20,0 €) grazie ai quali avrete accesso alla piscina,ai lettini e a tutti i servizi in generale e inoltre avrete un credito di 635 pesos da poter spendere nei ristoranti/bar della struttura.
La giornata è trascorsa all’insegna del relax, ma non sono mancati di sicuro i bagni e lo snorkeling….per poi terminare con un tramonto infuocato di rosa!
L’ottavo giorno del mio itinerario nelle Filippine credo sia stato quello che ho amato di più, pieno di disavventure che però si sono concluse nei migliore dei modi.
A bordo del nostro scooter siamo andati alla scoperta dell’isola di Bohol che offre tantissime attrattive a livello naturalistico.
Abbiamo percorso circa 110 km per ammirare le Chocolate Hills,le risaie, i tarsi -piccolissimi primati locali- il fiume Loboc e una natura rigogliosa che cambiava davanti ai nostri occhi km dopo km.
Loboc River
L’itinerario è bellissimo e ricchissimo, ma noi eravamo presi da altro:abbiamo bucato il motorino ben 2 volte,la carta di credito è stata “mangiata” dalla macchinetta e non avevamo abbastanza soldi da poter fare tutte le attività che avevamo deciso di fare in precedenza…..ma anche con queste disavventure è stata una super giornata perché abbiamo scoperto l’altruismo e la generosità delle persone,siamo arrivati a destinazione e guaio dopo guaio li abbiamo risolti tutti.
Chocolate Hills
Che avventura ragazzi!
Il giorno successivo sono partita in motorino da sola perché volevo assolutamente fare la zipline sul fiume Loboc e anche in questo caso ne è valsa la pena.
Zipline sul fiume Loboc
Altra avventura in motorino perché anche se questa volta non ho bucato,mi sono presa un bel acquazzone che però mi ha abbandonato per fortuna nell’isola di Bohol e arrivata di nuovo a Panglao mi sono recata in spiaggia dove ho trascorso l’intera giornata.
L’ultimo giorno su quest’isola l’abbiamo inaugurato con una visita a Hinagdanan Cave, una grotta simile ad un cenote messicano, dove abbiamo fatto anche un bel bagno.
Atmosfera davvero suggestiva.
Ultimi bagni in queste acque davvero meravigliose,ultimi giri in tricycle e trasporto in aeroporto da dove abbiamo preso il volo per Manila.
Abbiamo scelto di non dedicare nessun giorno alla visita della capitale perché avevamo davvero poco tempo a disposizione e volevamo sfruttarlo tutto al mare.
Una volta arrivati a Manila e dopo aver lasciato i bagagli in hotel però, erano ancora le 18:00 così abbiamo deciso di buttarci letteralmente nel traffico caotico della città e a bordo di un taxi abbiamo raggiunto la parte storica della capitale.
Abbiamo fatto una visita notturna accompagnati su una bicicletta da un ragazzetto che ci faceva anche da guida e con questo ricordo abbiamo salutato queste isole meravigliose con la speranza di ritornarci presto perché sono un vero incanto,hanno tantissimo da offrire e soprattutto ancora non sono state invase dal turismo di massa.
Al prossimo viaggio,
Viaggiatrice seriale.
Sabato mattina:non sei partita per il ponte ma non hai intenzione nemmeno di rimanere a casa a poltrire per più giorni,così decidi di partire in macchina e di scovare qualche tesoro a pochi km di distanza.
Una bella gita fuori porta è quello che ci vuole!
Fatta questa premessa corro subito a raccontarvi la mia giornata di ieri.
Sono partita in auto da Pesaro,direzione Roma per intenderci,ma per noi questo significa attraversare l’appennino, poter svoltare per l’Umbria,per la Toscana o semplicemente restare nelle Marche.
La mia scelta è stata proprio l’ultima,restare nella mia regione e scoprire qualcosa di nuovo.
Prima sosta d’obbligo al Furlo,ci sarò stata 100 volte ma se ci passo davanti ho la forte necessità di fermarmi,il paesaggio è davvero meraviglioso.
Le acque del fiume Candigliano che attraversano la gola sono di un verde acqua acceso,il sole riflette sul pelo dell’acqua e il verde della vegetazione in questo periodo è brillante più che mai.
Risalita in auto ho percorso qualche altro km fino ad arrivare a Cagli- sempre in provincia di PU- una volta qui mi sono diretta a Pieia, un piccolo borgo di antiche case alle pendici del Monte Nerone.
La strada è stretta e tortuosa,ma niente di preoccupante.Quando raggiungete la piccola chiesetta potete parcheggiare la macchina e iniziare l’avventura.
Vi consiglio di fare prima un giretto nel paesino ammirando le case in pietra e il panorama circostante.
A questo punto attraversate la strada,raggiungete un’area pic-nic provvista di tavoli e prendete il sentiero sulla destra – ve lo dice una che si è fatta una gran scarpinata nel lato sbagliato,facendo una gran fatica prima di arrivare alla meta,ma gustando altri panorami mozzafiato-.
Questo sentiero è molto tranquillo, dopo circa 15-20 minuti di camminata troverete alla vostra sinistra l’imponente arco diFondarca.
Si tratta di una vasta caverna a cui nel corso dei secoli è caduto il tetto,creando questo scenario suggestivo.
Al nostro arrivo c’era un gruppo di persone che si cimentava in arrampicata,il luogo infatti si presta molto.
Lo spettacolo è davvero ammirevole, cespugli,alberi e piante sono riusciti a crescere in ogni crepa della roccia,se alzate lo sguardo verso il cielo potrete ammirare il grande “cratere” che una volta fungeva da riparo alla caverna e l’arco è lì che spicca,facendo da cornice alle nuvole che si muovono.
Vi consiglio di attraversarlo perchè dall’altro lato la visuale è migliore, continuate a salire e dopo aver attraversato il fondo della caverna,uscite da un piccolo passaggio nella roccia,così da arrivare nella parete opposta.
Qui è possibile continuare il cammino fino ad arrivare proprio fin sopra l’arco.
Una camminata non troppo impegnativa,ma che regala scenari unici.
Nella via del ritorno poi,verso la fine del sentiero,fermatevi un secondo ad ammirare il piccolo borgo di Pieia che sorge proprio sulla roccia.
Alla prossima passeggiata,
Viaggiatrice seriale.
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